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IL CONSIGLIERE
Sara Marcozzi
PREAMBOLO
Il Consiglio regionale
Visto larticolo 117 quarto comma della Costituzione;
Vista la legge 17 febbraio 1992, n.179 (Norme per ledilizia residenziale pubblica);
Vista la legge 24 dicembre 1993, n. 560 (Norme in materia di alienazione degli
alloggi di edilizia residenziale pubblica);
Vista la legge regionale 21Luglio 1999 n. 44 (Norme per il riordino degli enti di
edilizia residenziale pubblica);
Vista la Legge Regionale 25 Ottobre 1996 n. 96 (Norme per l'assegnazione e la
gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica e per la determinazione dei
relativi canoni di locazione e s.m.i.);
Vista la legge regionale 19 Dicembre 2001 n. 76 (Norme per l'alienazione degli
alloggi di edilizia residenziale pubblica).
Considerato quanto segue:
1. A livello statale, la materia delledilizia residenziale pubblica disciplinata
da alcune leggi, tra le quali, per quanto concerne specificamente la
disciplina dellalienazione degli alloggi, la legge 24 dicembre 1993, n. 560
(Norme in materia di alienazione degli alloggi di edilizia residenziale
pubblica).
2. A livello regionale, la materia regolata dalla legge regionale 21Luglio 1999 n.
44 (Norme per il riordino degli enti di edilizia residenziale pubblica), dalla legge
regionale 25 Ottobre 1996 n. 96 (Norme per l'assegnazione e la gestione degli
alloggi di edilizia residenziale pubblica e per la determinazione dei relativi canoni
di locazione e s.m.i.) e dalla legge regionale 19 Dicembre 2001 n. 76 (Norme per
l'alienazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica).
Approva la presente legge
Relazione
La presente proposta di legge interviene su punti qualificanti delle politiche
regionali: il diritto alla casa e l'edilizia residenziale pubblica.
Il depauperamento degli enti di gestione, conseguenza della malaccorta
aziendalizzazione di un settore ancora fondamentale nell'ambito delle
politiche sociali, ha ridotto di fatto l'alienazione del patrimonio abitativo
pubblico ad unico strumento di finanziamento, non dell'enunciata
ricostituzione ed implementazione del patrimonio pubblico, ma della
peraltro insufficiente manutenzione ordinaria e straordinaria della stessa
platea di immobili destinati all'ERP.
La presente proposta di legge intende inoltre intervenire riconducendo a
razionalit le inevitabili conseguenze negative dovute ad una indiscriminata
formazione dei piani di vendita, pensati solo ed esclusivamente a
massimizzare gli introiti, e dunque il numero degli alloggi in vendita,
ignorando le ricadute in termini di costi di partecipazione a condomini con
prevalente presenza di propriet private.
La presente legge intende reintrodurre il principio cardine per il quale il
patrimonio abitativo pubblico deve essere destinato alla locazione in favore
delle fasce sociali pi povere e non al progressivo smantellamento
finalizzato al semplice far cassa. L'idea di tenere insieme funzione sociale
e aziendalizzazione degli enti di gestione miseramente fallita e non
pensabile che gli errori e i debiti accumulati in un ventennio di cattiva
gestione vengano saldati svendendo il patrimonio abitativo pubblico.
La presente proposta di legge va esattamente in direzione opposta,
essendo finalizzata a reintrodurre il principio secondo il quale il patrimonio
abitativo pubblico va dismesso solo ed esclusivamente quando il suo
mantenimento ed il suo ripristino diventano non economicamente
vantaggiosi. E va dismesso solo ed esclusivamente per riparare ai danni
causati dalla formazione di condomni in cui l'ente pubblico risulti
proprietario di minoranza e conseguentemente esposto a esborsi molto
spesso ingenti necessari a sanare le frequenti condizioni di fatiscenza in
cui gli immobili si trovano. Si tratta insomma di riparare al paradossale e
colossale errore fatto vendendo a prezzo irrisorio appartamenti siti in