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Luso, o il consumo
molte ricerche, spesso importanti, esaminano sia le rappresentazioni che i
comportamenti di una societ. Grazie alla conoscenza di questi oggetti sociali, sembra
possibile e necessario individuare luso che ne viene fato da gruppi o individui. (pp. 67)
[] molto tempo fa si studiato, ad esempio, quale equivoco minasse dallinterno il
successo dei colonizzatori spagnoli fra le etnie indiane: sottomessi e persino
consenzienti, spesso questi indios trasformavano le azioni rituali, le rappresentazioni o
le leggi loro imposte in qualcosa di diverso da ci che i conquistatori credevano di
ottenere attraverso di esse; le sovvertivano non gi respingendole o cambiandole, bens
usandole a loro modo per fini in funzione di riferimenti estranei al sistema al quale non
potevano sottrarsi. Erano insomma altri, sia pure allinterno della colonizzazione che li
assimilava esteriormente; il loro uso dellordine dominante riusciva a farsi gioco del
suo potere, in mancanza di mezzi per respingerlo; gli sfuggivano senza sottrarvisi. La
forza della loro differenza derivava dai modi di consumo. In misura molto pi sottile, un
equivoco analogo sinsinua nelle nostre societ grazie alluso che alcuni ambienti
popolari fanno delle culture diffuse e imposte dalle lite produttrici di linguaggio.
La presenza e la circolazione di una rappresentazione (imposta come codice di
promozione socio-economica da predicatori, educatori o divulgatori) non ci dice nulla di
ci che significa per i suoi utilizzatori. Prima bisogna analizzare come viene manipolata
da chi non lha creata. E solo allora si pu valutare lo scarto o la somiglianza fra la
produzione dellimmagine e quella secondaria che si cela nei procedimenti con cui
viene utilizzata. (pp. 7-8).
Le procedure della creativit quotidiana
[] Nel suo libro Sorvegliare e punire, Michel Foucault sostituisce allanalisi degli
apparati che esercitano il potere (istituzioni localizzabili, espansioniste, repressive e
legali) quella dei dispositivi che hanno vampirizzato tali istituzioni e riorganizzato
di nascosto il suo funzionamento: procedure tecniche minuscole, che giocano sui
dettagli, hanno ridistribuito lo spazio per farne loperatore di una sorveglianza
generalizzata1. Questa microfisica del potere introduce una problematica molto nuova
1
Michel Foucault, Surveiller et punir, Gallimard, Parigi, 1975 (trad. it., Sorvegliare e punire, Einaudi,
Torino 1976).
ma privilegia, ancora una volta, lapparato produttivo (della disciplina), anche se,
nelleducazione, scopre un sistema di repressione e dimostra come, dietro le quinte,
tecniche mute determinino o cortocircuitino le messe in scena istituzionali. Se vero
che il reticolo della sorveglianza si precisa ed stende ovunque, tanto pi urgente
svelare in che modo unintera societ non si riduca ad esso; quali procedure
comunemente diffuse (anchesse minuscole e quotidiane) vengano adottate per
eludere i meccanismi della disciplina conformandovisi ma solo per aggirarli; e infine
quali modi di fare costituiscano la contropartita, per i consumatori (o i dominati),
delle tecniche silenziose utilizzate per assicurare lordine politico e sociale.
Sono le mille pratiche il cui uso serve a riappropriarsi dello spazio organizzato mediante
le tecniche della produzione socio-culturale, che pongono questioni analoghe e contrarie
a quelle affrontate nel libro di Foucault: analoghe, poich si tratta di distinguere la
proliferazione di operazioni quasi microscopiche allinterno delle strutture tecnocratiche
e di trasformare il funzionamento attraverso una molteplicit di tattiche basate su
dettagli quotidiani: contrarie, poich non si tratta pi di precisare in che modo la
violenza dellordine si tramuti in tecnica disciplinare, bens di riesumare le forme
surrettizie che assume la creativit dispersa, tattica e minuta dei gruppi o degli individui
intrappolati ormai nelle reti della sorveglianza. Queste procedure e astuzie dei
consumatori finiscono col costituire la trama di unantidisciplina 2 che precisamente
loggetto della nostra ricerca. (pp. 8-9).
Anche da questo punto di vista, i saggi di Henri Lefebvre sulla vita quotidiana costituiscono una fonte
fondamentale.
3
I lavori di Pierre Bourdieu, Marcel Detienne e Jean-Pierre Vernant consentono di precisare il concetto di
tattica, ma un contributo in questo senso fornito anche da H. Garfinkel, H. Sacks eccetera.
Unarte brasiliana
Una delle nostre analisi stata dedicata al linguaggio usato dai contadini di
Pernambuco (a Crato, Juazeiro, Itapetim eccetera) per parlare della loro situazione nel
1974 e delle gesta di Frei Damiao, eroe carismatico della regione. Il discorso distribuiva
lo spazio in modo da stratificarlo su due piani. Da un lato, uno spazio socio-economico,
teatro di uno scontro immemorabile fra potenti e poveri, appariva come il campo
delle vittorie costanti dei ricchi e dei gendarmi, ma anche il regno della menzogna [].
Qui i forti prevalgono sempre e le parole ingannano []. Dallaltro, distinto da questo
spazio polemologico in cui la perspicacia delle popolazioni rurali scorge una rete di
innumerevoli conflitti nascosti sotto la copertura del linguaggio, vi era uno spazio
utopico dove si affermava, attraverso racconti religiosi, un possibile per definizione
miracoloso: Frei Damiao ne era il centro quasi immobile che non smetteva di raccontare
le storie delle successive punizioni che colpivano i suoi nemici.
[] il discorso giocava lucidamente con le parole truccate come pure sul divieto di dire,
per svelare ovunque uningiustizia non soltanto quella dei poteri costituiti ma, pi in
profondit, anche quella della storia: in questa ingiustizia esso riconosceva un ordine di
cose, che nulla autorizzava a sperare che cambiasse. (p. 46).
Ma nessuna legittimit veniva tuttavia accordata a questo stato di fatto. Al contrario,
pur essendo una realt incessantemente ripetuta, non diveniva con questo pi
accettabile. Il fatto non era accoglibile come una legge, anche se restava non di meno un
fatto. Legata a una dipendenza, costretta a obbedire ai fatti, questa convinzione
opponeva tuttavia un rifiuto a un ordine imposto come naturale e costituiva una protesta
morale contro la sua fatalit []. Ma per affermare la non coincidenza dei fatti col
senso, occorreva unaltra scena, religiosa, che reintroducesse, sotto forma di eventi
sovrannaturali, la contingenza storica di questa natura e, mediante riferimenti celesti,
Miklos Harastzi, Salaire aux pices, Seuil, Paris, 1976, pp. 136-145. Sui lavoretti in vetro realizzati
dagli operai delle industrie vetrarie per proprio diletto, cfr. Louis Mriaux, Retrouvailles chez les
verriers, in Le Monde, 22-23 ottobre 1978; M.-J. Hissard, Henri H., Perruquiste, in Autrement, n.
16, novembre 1978, pp. 75-83.
rituali congiuntivi delle comunicazioni di massa. Ma questo fatto non riesce a diventare
la nostra legge. aggirabile attraverso servizi che, rivaleggiando con alcuni dei nostri
benefattori, offrono loro dei prodotti sottratti ai margini dellistituzione che divide e
gestisce i lavoratori. Questa pratica di aggiramento economico in realt il ritorno di
unetica sociopolitica in un sistema economico. E rinvia indubbiamente al potlach di
Mauss, gioco di prestazioni volontarie che contano sulla reciprocit e organizzano una
rete di scambi sociali basata sullobbligo di donare.
[] La politica del dono diviene anche una tattica di aggiramento. E la perdita che
era volontaria in uneconomia del dono si tramuta in trasgressione nelleconomia del
profitto, dove appare come un eccesso (lo spreco), una contestazione (il rifiuto del
profitto) o un delitto (un attentato contro la propriet).
Cerchiamo allora di lavorare di straforo dentro un sistema economico le cui regole e
gerarchie si riproducono, come sempre, nelle istituzioni scientifiche. Sul terreno della
ricerca scientifica (che definisce lordine attuale del sapere), con le sue macchine e
grazie ai suoi margini residui, possiamo sottrarre del tempo allistituzione; fabbricare
oggetti testuali che significano unarte e delle solidariet; dedicarci al gioco dello
scambio gratuito, anche se penalizzato dai nostri superiori e dai nostri colleghi che
non si accontentano di chiudere un occhio; ricercare connivenze ed escogitare colpi di
mano; rispondere con dei regali a dei doni; sovvertire cos la legge che, nei laboratori
scientifici, mette il lavoro al servizio della macchina e, con la stessa logica, annienta
progressivamente lesigenza di creare e lobbligo di donare. Conosco ricercatori abili
in questarte dellaggiramento, che un ritorno delletica, del piacere e dellinvenzione
nelle istituzioni scientifiche. Senza ricavarne profitto, spesso in perdita, prelevano
qualcosa dallordine del sapere per imprimervi il segno di un successo artistico o
incidervi i graffiti dei loro debiti donore. Adottare cos delle tattiche quotidiane
significherebbe praticare unarte ordinaria, trovarsi in una situazione comune e fare
della scrittura un modo di lavorare di straforo. (pp. 60-62).
Strategie e tattiche
Produttori misconosciuti, poeti della propria sfera particolare, inventori di sentieri nelle
giungle della razionalit funzionalista, i consumatori producono qualcosa che assume la
figura dei tracciati di cui parla Deligny. Rappresentano traiettorie indeterminate,
apparentemente insensate poich non sono pi coerenti con lo spazio costruito, scritto e
prefabbricato entro il quale si dispiegano. Sono fasi imprevedibili in un luogo ordinato
dalle tecniche organizzatrici dei sistemi. Bench abbiano come materiale i vocabolari
delle lingue ricevute (quello della televisione, del giornale, del supermercato o degli
assetti urbanistici), bench restino inquadrate entro sintassi prescritte (le modalit
temporali degli orari, le organizzazioni paradigimatiche dei luoghi eccetera), queste
luno (questo tracciato) con laltro (un comportamento legato con delle occasioni). un
qui pro quo, tipico delle riduzioni che deve effettuare una gestione funzionalista dello
spazio per essere efficace. Bisogna ricorrere dunque ad un altro modello.
Una distinzione fra strategie e tattiche sembra offrire uno schema iniziale piu adeguato.
Chiamo strategia il calcolo (o la manipolazione) dei rapporti di forza che divengono
possibili dal momento in cui un soggetto dotato di una propria volont e di un proprio
potere (unimpresa, un esercito, una citt, unistituzione scientifica) isolabile. Essa
postula un luogo suscettibile dessere circoscritto come spazio proprio e di essere la
base da cui gestire i rapporti con obiettivi o minacce esteriori (i clienti o i concorrenti, i
nemici, la campagna intorno alla citt, gli obiettivi e gli oggetti della ricerca). Come nel
management, qualsiasi razionalizzazione strategica cerca innanzitutto di distinguere
da un ambiente un luogo proprio, ovvero la sfera del potere e del volere propri. Un
gesto cartesiano, se si vuole: circoscrivere un luogo proprio in un mondo stregato dai
poteri invisibili dellaltro.
Gesto della modernit scientifica, politica o militare.
L'emergere di una cesura fra un luogo di cui ci si appropriati e il suo altro comporta
effetti non trascurabili, alcuni dei quali vanno subito rilevati.
1. Un luogo proprio una vittoria dello spazio sul tempo. Consente di capitalizzare
vantaggi acquisiti, preparare future espansioni e acquisire cos unindipendenza in
rapporto alla variabilit delle circostanze. una forma di controllo del tempo
attraverso listituzione di uno spazio autonomo.
2. Consente inoltre un contralto dei luoghi attraverso lo sguardo. La suddivisione dello
spazio permette una pratica panoptica a partire da un luogo in cui 1'occhio trasforma le
forze estranee in oggetti che si possono osservare e misurare, e dunque nel proprio
campo visivo controllare e includere. Vedere (lontano), significa anche prevedere,
anticipare il tempo attraverso la lettura di uno spazio.
3. Definire il potere del sapere attraverso questa capacit di trasformare le incertezze
della storia in spazi leggibili sarebbe legittimo. Ma pi esatto riconoscere in queste
strategie un tipo specifico di sapere, quello che fonda e determina il potere di crearsi
uno spazio proprio. Tanto le strategie militari quanto quelle scientifiche si sono sempre
basate sulla costituzione di luoghi propri (citt autonome, istituzioni neutre o
indipendenti, laboratori di ricerca disinteressati eccetera). Detto altrimenti, un
potere e la condizione preliminare di questo sapere, e non soltanto il suo effetto o il suo
attributo. Ne determina e controlla le caratteristiche. Si riproduce attraverso di esso.
In rapporto alle strategie (le cui figure successive variano questo schema troppo
formale e il cui nesso con una configurazione storica particolare della razionalit
andrebbe anchesso precisato), definisco tattica 1'azione calcolata che determina
lassenza di un luogo proprio. Nessuna delimitazione di esteriorit le conferisce
unautonomia. La tattica ha come luogo solo quello dellaltro. Deve pertanto giocare
sul terreno che le imposto cos come lo organizza la legge di una forza estranea. Non
ha modo di mantenersi autonoma, a distanza, in una posizione di ritirata, di previsione
e di raccoglimento in s; movimento allinterno del campo visivo del nemico,
come diceva von Bullow, e nello spazio da questi controllato. Non ha dunque la
possibilit di darsi un progetto camplessivo n di totalizzare lavversario in uno spazio
distinto, visibile e oggettivabile. Si sviluppa di mossa in mossa. Approfitta delle
occasioni dalle quali dipende, senza alcuna base da cui accumulare vnntaggi,
espandere il proprio spazio e prevedere sortite. Non riesce a tesaurizzare i suoi
guadagni. Questo non luogo le permette idubbiamente una mobilit, soggetta per
allalea del tempo, per cogliere al volo le possibilit che offre un istante.
Deve approfittare, grazie a una continua vigilanza, delle falle che le contingenze
particolari aprono nel sistema di sorveglianza del potere sovrano, attraverso incursioni
e azioni di sorpresa, che le consentono di agire l dove uno meno se lo aspetta.
insomma astuzia, unarte del pi debole. Come osservava Clausewitz a questo
riguardo nel suo trattato Della Guerra. Pi una potenza singrandisce, meno pu
permettersi di mobilitare una parte dei suoi mezzi a scopo di simulazione ingannevole:
infatti pericoloso impiegare effettivi considerevoli per pura finzione, poich questo tipo
di dimostrazione generalmente vano e la seriet della necessit ha in massima tale
influenza sul comandante, da non lasciare posto nel suo animo per le sottigliezze delle
finte. Si distribuiscono dunque le forze, senza rischiare di impiegarle nel gioco di una
mobilit ingannevole. La potenza e condizionata dalla sua visibilit. L'astuzia, al
contrario, consentita al debole spesso quale estrema risorsa: piu le forze di cui la
strategia dispone sono limitate, piu limpiego dell'astuzia diviene ammissibile, ovvero
pi si tramuta in tattica.
Clausewitz paragona inoltre lastuzia a un gioco di prestigio per mezzo di azioni, come
il sofisma unillusione di idee. In questo modo la tattica si introduce di sorpresa in un
ordine stabilito. Larte di mettere a segno dei colpi e un frutto dell'occasione.
Attraverso procedimenti che Freud precisa a proposito del motto di spirito, essa
combina elementi audacemente accostati per insinuare furtivamente qualcosa di diverso
nel linguaggio di un luogo e per sorprendere il destinatario. Sfumature, lampi, crepe e
intuizioni folgoranti nelle pieghe di un sistema, i modi di fare di un consumatore sono
gii equivalenti pratici dei motti di spirito.
Senza un luogo proprio, senza una visione globalizzante, cieca e perspicace come nei
corpo a corpo senza distanza, dettata dalle casualit del tempo, la tattica determinata
dallassenza di potere cos come la strategia si fonda sul postulato di un potere. Da
questo punto di vista, la sua dialettica potr essere illuminata dallantica arte della
sofistica. Autore di un_grande sistema strategico, Aristotele gi si interessava molto
alle procedure di questo nemico che pervertiva, secondo lui, lordine della verit. Di
questo avversario proteiforme, rapido, sorprendente, egli cita una formula che,
precisando 1intento della sofistica, pu finalmente definire la tattica come noi qui la
intendiamo: si tratta, come diceva Gorgia, di rendere pi forte il discorso pi debole.
Nella sua concisione paradossale, questa formula illumina il rapporto di forza che sta
alla base di una creativit intellettuale tanto tenace quanto sottile, instancabile,
mobilitata in vista di tutte le occasioni, disseminata sui terreni dellordine dominante,
estranea alle regole che si d e che impone la razionalit fondata sul diritto acquisito di
un luogo proprio.
Le strategie sono dunque azioni che, grazie al postulato di un luogo del potere (il
possesso di uno spazio proprio), elaborano luoghi teorici (sistemi e discorsi
totalizzanti), capaci di articolare un insieme di luoghi fisici in cui le forze vengono
ripartite. Esse combinano questi tre tipi di luoghi, e mirano a controllarli gli uni
attraverso gli altri. Privilegiano dunque i rapporti spaziali. O perlomeno si sforzano di
ricondurvi i rapporti temporali attraverso lattribuzione analitica di un luogo proprio a
ciascun elemento particolare e mediante lorganizzazione combinatoria dei movimenti
specifici di alcune unit o insiemi di unit.
Il modello stato di tipo militare, prima che scientifico. Le tattiche sono procedure
che valgono grazie alla pertinenza che conferiscono al tempo alle circostanze che
listante preciso di un intervento trasforma in situazione favorevole, alla rapidit di
movimenti che modificano lorganizzazione dello spazio, ai rapporti fra momenti
successivi di una mossa, alle intersezioni possibili di durate e ritmi eterogenei
eccetera. A questo riguardo, la differenza fra le une e le altre rinvia a due opzioni
storiche in materia di azione e di sicurezza (opzioni che rispondono del resto a vincoli
pi che a possibilit): le strategie puntano sulla resistenza che listaurazione di un
luogo contrappone all'usura del tempo; le tattiche invece puntano su unabile
utilizzazione di questultimo, sulle occasioni che esso presenta e anche sui margini di
gioco che introduce nelle fondamenta di un potere. Anche se i metodi usati nellarte
della guerra quotidiana non appaiono mai in una forma cos netta, resta tuttavia il fatto
che i modi di agire si distinguono in base a scommesse sul luogo o sul tempo. (pp. 6975).
Tecnologie disseminate: Foucault
nellopera in cui egli studia come si sono organizzate le procedure della
sorveglianza penitenziaria, Michel Foucault moltiplica i sinonimi, parole mobili,
approssimazioni successive di un possibile nome proprio: dispositivi,
strumentazioni, tecniche, meccanismi, macchinari eccetera. (p. 85).
Egli analizza infatti il processo di un chiasmo: il luogo proprio dei progetti riformisti
della fine del XVIII secolo stato colonizzato, vampirizzato attraverso le
procedure disciplinari che hanno organizzato in seguito lo spazio sociale. Questa storia
poliziesca di una soluzione del corpo sarebbe piaciuta a Freud.
In Foucault il dramma si svolge, come sempre, fra due forze il cui rapporto invertito
dallastuzia del tempo.
Foucault [] descrive i vantaggi di una tecnologia politica del corpo rispetto
allelaborazione di un corpus dottrinale. Ma non si accontenta di separare due forme di
potere [] cerca di mettere in luce i meccanismi di questo potere opaco, senza
detentore, senza luogo privilegiato, senza superiori n inferiori, senza attivit
repressiva n dogmatismi, efficace in un modo quasi autonomo attraverso la sua
capacit tecnologica di distribuire, classificare, analizzare e individualizzare
spazialmente loggetto trattato.
Attraverso una deviazione caratteristica della strategia delle sue ricerche, Foucault vi
scopre il gesto che ha organizzato lo spazio del discorso non pi come nella Storia
della follia, il gesto epistemologico e sociale di racchiudere un escluso per creare uno
spazio che rende possibile lordine di una ragione, bens il gesto, minuscolo e ovunque
riprodotto, di organizzare un luogo visibile per offrire i suoi occupanti a
unosservazione e a una informazione. Le procedure che ripetono, amplificano e
perfezionano questo gesto hanno organizzato il discorso che ha assunto la forma delle
scienze umane. In questo modo viene cos identificato un gesto non discorsivo che,
privilegiato per ragioni storiche e sociali da spiegare, si articola nei discorsi della
scientificit contemporanea. (pp. 86-87).
Questa operazione chirurgica consiste nel risalire il corso della storia a partire da un
sistema contemporaneo proliferante una tecnologia giudiziaria e scientifica ,
nellisolare dal corpo intero la formazione cancerosa che lo ha invaso, e nello
spiegarne il funzionamento attuale attraverso la sua genesi nellarco dei due secoli
precedenti. Da un immenso materiale storiografico (penale, militare, scolastico,
medico), essa estrae le procedure ottiche e panottiche che vi si sono progressivamente
stratificate, e vi riconosce gli indici, inizialmente disseminati, di un apparato i cui
elementi si precisano, si combinano e si riproducono a poco a poco in tutto lo spessore
del corpo sociale.
Questa notevole operazione storiografica solleva a un tempo due questioni che non
si debbono tuttavia confondere: da un alto, il ruolo decisivo delle procedure e dei
dispositivi tecnologici nellorganizzazione di una societ; dallaltro, lo sviluppo
eccezionale di una categoria particolare di questi dispositivi. Bisogna dunque chiedersi
ancora:
a) come spiegare lo sviluppo privilegiato della serie particolare che costituisce i
dispositivi panottici?
b) Qual la natura di tante altre serie che, perseguendo i loro itinerari silenziosi,
non hanno dato luogo a una configurazione discorsiva n a una
sistematizzazione tecnologica? Esse potrebbero essere considerate come
unimmensa riserva che costituisce gli inizi o le tracce di sviluppi diversi. (p.
88).
Una societ sarebbe dunque costituita da alcune pratiche predominanti che
organizzano le sue istituzioni normative, e da altre, innumerevoli, che restano
secondarie, ma sempre presenti anche se non hanno la funzione di organizzare dei
discorsi, e conservano le tracce o i residui di ipotesi (istituzionali, scientifiche) diverse
per questa societ o per altre. in questa riserva molteplice e silenziosa di procedure
che vanno ricercate le pratiche di consumo aventi doppia caratteristica, individuata
da Foucault, di poter organizzare, in modi talvolta secondari, talaltra dominanti, a un
tempo degli spazi e dei linguaggi. (p. 89).
[] Resta da chiedersi cosa ne sia di altre procedure, anchesse infinitesimali, che
non sono state privilegiate dalla storia ma esercitano non di meno unattivit
considerevole fra le maglie delle tecnologie istituzionalizzate. in particolare il caso
di quelle procedure che non dispongono della condizione preliminare postulata da
quelle delucidate da Foucault, ovvero un luogo proprio a partire dal quale possa
funzionare il meccanismo panottico. Queste tecniche anchesse operative ma
inizialmente private di ci che ha costituito la forza delle altre, sono le tattiche che a
nostro giudizio forniscono un indice formale delle pratiche ordinarie del consumo. (p.
90).
Le strategie [analisi del pensiero di Bourdieu]
[deCerteau si riferisce qui alle strategie matrimoniali analizzate da Bourdieu nella
Cabila] La strategia (per esempio per ammogliare un ragazzo), lequivalente di
una mossa in una partite di carte. Dipende dalla qualit del gioco ovvero ad un
tempo dalla distribuzione delle carte (avere un buon gioco) e dal modo di giocare
(essere un buon giocatore). La mossa mette in causa da una parte i postulati che
condizionano uno spazio di gioco, dallaltra le regole che assegnano alla distribuzione
un valore e al giocatore delle possibilit, in definitiva una abilit manovriera nelle
congiunture diverse in cui il capitale iniziale viene speso. Questo insieme complesso
un tessuto di funzionamenti qualitativamente distinti.
a) Vi sono dei principi impliciti o postulati (per esempio il matrimonio
bearnese, il primato delluomo sulla donna, o del primogenito sui cadetti)
principi che assicurano la salvaguardia del patrimonio in uneconomia
dominata dalla scarsit del denaro, ma il fatto che non siano definiti (ovvero
non sono espliciti) crea margini di tolleranza e la possibilit di ricorrere alluno
contro laltro.
b) Vi sono regole esplicite (per esempio, ladot, contropartita accordata ai
cadetti in cambio della loro rinuncia alla terra), ma sono accompagnate da un
limite che le rovescia (per esempio, il tournadot, restituzione delladot in caso