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Anno XXXVIII n.

253 Aprile 2015

NOTIZIARIO

Provincia di Lombardia S. Carlo Borromeo


dei Frati Minori

Immacolata
Angelo Biancini - 1952 - ceramica smaltata
Convento S.Angelo - Milano
Vogliamo dedicare la copertina di questo mese a Maria, raffigurata dallo scultore Angelo Biancini nel refettorio di
SantAngelo.
La ceramica smaltata raffigurante la Vergine con il Bambino affianca il grande pannello dellUltima Cena che
decisamente protagonista dellambiente che ospita anche San Bernardino, Santa Chiara, San Francesco e
SantAntonio.
Biancini, emiliano, si era formato artisticamente a Firenze, e in quegli anni aveva gi raggiunto la fama attraverso
le ufficiali esposizioni artistiche dItalia (la Biennale di Venezia, la Quadriennale di Roma e la Triennale di Milano)
e le esposizioni in gallerie private anche a Milano. Sono gli anni in cui molti artisti sullesempio di Picasso (qualche
anno prima negli atelier di Vallauris) sperimentano la tecnica della ceramica che permette cromatismi e luminosit
impensabili per le altre tecniche scultoree. A Milano a fare scuola Lucio Fontana che con altri giovani artisti si
recava nei laboratori e nei forni di Albissola.
I frati di SantAngelo in quegli anni, attraverso LAngelicum e le sue mostre di arte sacra, si erano aperti ai
linguaggi dellarte contemporanea commissionano a Biancini questo ciclo che si estende anche alla parete del
lavandino antistante il refettorio.
Maria raffigurata nella pi classica iconografia francescana scotista: Immacolata, la Madre del Redentore, lo tiene
in braccio; ed Lui con la sua Croce lancia ad uccidere il serpente che lei schiaccia con il piede e da cui rischia di
essere morsa.
La Vergine poggia laltro piede su una falce di luna e indossa una veste bianca, ad avvolgerla un ampio manto
turchese. Una corona di stelle bianche circonda laureola gialla in cui si staglia il volto delicato di Maria: lincarnato
bianco come il suo vestito, ma sulle guance lo smalto pi sottile lascai trasparire il colore della terracotta
sottostante che va ad imporporare le gote della Vergine, cos come il corpo di Ges bambino, conferendo ad essi un
po di calore.
I colori delicati e celesti cos come la dimensione monumentale mostrano contemporaneamente la tenerezza e la
maestosit di Maria, patrona di frati che in quel refettorio si trovano a mangiare e a cui Ella offre il Figlio, vero cibo
di salvezza e redenzione, come mostrato nel pannello dellUltima Cena che sta sulla stessa parete.

Fr. Carlo Cavallari

Anno XXXVIII n. 25 Aprile 2015

Indice
Capitolo delle stuoie

Camposampiero (PD)

Relazione del Ministro generale Fr. Micheal Perry

Omelia del Ministro generale

11

Sintesi dei lavori di gruppo

13

Expo Cibo del pensiero, cibo dellanima

16

Consiglio di Cooperazione Provincie Nord Italia


Milano 23-24 aprile

18

Dal Definitorio
Lovere 14 aprile

20

Testimonianze di Vita Fraterna


E dopo tre anni
Perch sei qui oggi
Triduo pasquale

22
22
24
25

FilmiAmo
Il nome del figlio

28

Notizie di Casa

31

Anno XXXVIII n. 25 Aprile 2015

CAPITOLO DELLE STUOIE


PROVINCE DEL NORD ITALIA
IL FUTURO DELLA NUOVA PROVINCIA
CHE NASCER NEL 2016:
UNA PAROLA DI INCORAGGIAMENTO E DI SPERANZA

Fr. Michael A. Perry, OFM


Ministro generale e servitore
Camposampiero 8 aprile 2015

Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me.
(Gv 14,1)

Carissimi Fratelli delle sei Province del Nord Italia,


il Signore vi doni la sua pace!
Con grande gioia, in questo grande Giorno di Pasqua, mi unisco a voi non solo in questo
Capitolo delle Stuoie che state vivendo in questi giorni ma anche e soprattutto nel pi ampio
cammino che state percorrendo tutti insieme verso lobiettivo comune dellunificazione delle
vostre sei Province.
Il vostro cammino iniziato un bel po di tempo fa. Non stato e non un cammino semplice:
ci sono in ballo cambiamenti rivoluzionari e impegnativi, alcuni dei quali sono gi avvenuti,
mentre altri ancora li dovete compiere. Questi cambiamenti non solo hanno riguardato la calce
e i mattoni (le strutture), ma vi hanno anche costretto a compiere scelte dolorose in merito a
quali conventi e quali servizi lasciare dopo molti anni o addirittura dopo secoli di presenza
francescana. E, soprattutto, questi cambiamenti vanno a incidere in profondit, nellinteriorit
di ogni Fratello e nel modo in cui ci si concepisce e ci si percepisce, a livello sia personale sia
comunitario.
Questi cambiamenti impegnativi richiedono molta preghiera, una grande capacit di
discernimento e lunghe discussioni, per cercare di giungere a decisioni ragionevoli. Questi
cambiamenti coinvolgono la memoria e le emozioni. Risvegliano probabilmente un senso di
perdita: la perdita di un passato che stato significativo e ha portato vita e, probabilmente,
anche la perdita di un senso di identit, in quanto a volte dobbiamo mischiare la nostra vita
personale con quella francescana e con quella ministeriale e professionale e, perci, gli sforzi
tesi a districarle tutte possono suscitare forti emozioni negative oltre che un senso di minaccia
alla nostra dignit.

Anno XXXVIII n. 25 Aprile 2015

Ancora, questi cambiamenti impegnativi possono comportare la perdita della speranza e del
desiderio di impegnarsi, scegliendo di stare a guardare, di aspettare e, cos, diventando passivi,
lasciando che i cambiamenti avvengano come se noi non vi fossimo direttamente coinvolti o
non ne subissimo linfluenza.
Credo che questi siano alcuni dei pensieri, dei sentimenti e delle reazioni che stanno accadendo
nella mente e nel cuore dei Fratelli delle vostre sei Province e non riguardano solo questo o quel
gruppetto, solo i pi giovani piuttosto che i pi maturi. Le sensazioni di minaccia, di rabbia e di
delusione che alcuni o molti Frati potrebbero provare sono reazioni naturali e possiamo
interpretarle come il prezzo che si paga per aver scelto di impegnarsi in maniera totale. Voglio
dire che queste sensazioni impetuose sono da leggere come indice di verit riguardo alla scelta
di investire realmente tutta la propria vita nella risposta vocazionale da Frati Minori e servitori
del Popolo di Dio.
Perci ritengo fondamentale un intervento di sostegno,
di attenzione e di cura per i Frati e per il Popolo di Dio
che vivono in quei luoghi che dovete lasciare. Vi faccio
anche questa raccomandazione: comunicate il pi
possibile e il pi spesso possibile, al tempo giusto,
rendendo onore con la parola e con lazione alle cose
meravigliose che Dio ha operato in questi luoghi e
nella vita dei Frati e dei laici coinvolti. Dalla mia
limitata esperienza di chiusure e di spostamenti di
Frati, sono state daiuto delle semplici celebrazioni in
cui si ricorda e loda il mistero della presenza e
dellazione di Dio (la memoria) e del suo costante
amore (la speranza) per far emergere il senso vero e per
attingere la forza per continuare ad andare avanti.
Un lavoro di unificazione, per essere fatto bene, implica un processo che si compie nellarco di
pi di 20 anni e credo ve ne siate gi resi conto.
I primi 3-4 anni si impiegano per rendersi conto dei cambiamenti che stanno avvenendo nella
realt e nel mondo che ci circonda. In questa fase iniziale i Frati devono cominciare a pensare in
maniera diversa se stessi e il modo di organizzare la propria vita e missione.
Il triennio successivo serve per passare da concetti ampi e astratti ai progetti chiari e concreti sui
passi da compiere per arrivare al cambiamento reale, allunificazione, e implicano cammini di
conoscenza sempre pi approfondita delle diverse realt coinvolte nel cambiamento. In questa
fase sono di fondamentale importanza gli incontri tra coloro che sono coinvolti nel
cambiamento: tra i responsabili di governo in primis, ma anche tra tutti i Frati, di modo che si
ritrovino, abbiano tempo e modo di tirar fuori le loro preoccupazioni e i loro sentimenti, per
vedere se sono pronti o meno a impegnarsi nel processo che porter al cambiamento, cio, nel
vostro caso, allunificazione.
Nei successivi 2-3 anni si deve mettere mano al lavoro di fino: in ogni Provincia si deve
esaminare caso per caso, casa per casa, servizio per servizio per vedere quali decisioni saranno
da prendere al fine di facilitare, per quanto possibile, la grande transizione verso la piena
unificazione.
Anno XXXVIII n. 25 Aprile 2015

E poi arriva il periodo pi difficile, quello delle decisioni da prendere, dove sono coinvolti tutti i
Frati e in prima persona i Governi delle Province: Ministri e Definitori. In questa fase
potrebbero scoppiare guerre tra bande rivali in difesa del territorio. Temo siano un po
inevitabili, perch i Frati si sentono minacciati e perci si mettono sulla difensiva, affilando i
denti con lintento di proteggere quanto essi credono debba rimanere come simbolo di speranza
per i Frati della loro Provincia. Proprio in questo periodo la preghiera, il discernimento e un
profondo senso del vivere sine proprio francescano si rivelano di cruciale importanza. Ci che
serve, inoltre, un profondo senso di umilt, un desiderio di chiedere e di donare perdono e
riconciliazione.
Lasciare un posto e rimanere in un altro non sono questioni che si spazzolano via come la
forfora dalle spalle. Bisogna investire molto in cura, attenzione, e abbondante preghiera. Non
c e non ci sar mai nessuna garanzia riguardo alla decisione di chiudere un posto, ritirarsi
dallaltro, aprire una nuova modalit di presenza o una nuova fraternit in un posto dove i frati
non sono mai stati presenti: queste decisioni e azioni sono atti di fede e non il semplice risultato
di scelte ragionevoli.
possibile che si facciano errori? Ovviamente s. Ma la cosa pi importante non compiere o
meno degli errori, bens fare o meno il salto di fede, lasciare o meno che sia lo Spirito di Dio a
condurci. Pensando a quanto voi e tutti i Fratelli delle sei Province del Nord Italia state
sperimentando, mi viene in mente linvito da parte di Dio ad Abramo e Sara, riportato al
capitolo 12 (1-3) del Libro della Genesi:
Vattene dalla tua terra,
dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre,
verso la terra che io ti indicher.
Far di te una grande nazione
e ti benedir,
render grande il tuo nome
e possa tu essere una benedizione.
Benedir coloro che ti benediranno
e coloro che ti malediranno maledir,
e in te si diranno benedette
tutte le famiglie della terra.
La proposta a lasciare pu rivelarsi scoraggiante. Ma quel che pu essere ancora pi difficile
trovare un senso di speranza e di promessa, che ci aiuti a credere che davvero Dio che ci sta
chiamando ad andare verso un futuro colmo di benedizioni, per noi e per le Province, proprio
come avvenuto, secondo la promessa, ad Abramo, a Sara e a quanti hanno condiviso il loro
cammino.
Durante questo processo, durante questo cammino spirituale, emotivo e concreto bisogner
sempre prestare attenzione a quanto i Fratelli pensano e provano. Dovrete cercare spazi, come
gi avete fatto, perch i Frati si incontrino e possano dar voce a quanto c nel loro cuore.
Proprio in questi spazi si pu promuovere la libert, si possono creare e rafforzare nuovi
legami fraterni e pu emergere un nuovo senso di identit e missione. Creare sempre pi
occasioni di incontro tra i fratelli un impresa cruciale e costosa, sia in termini di economia
materiale (altra area di grande sfida), sia in termini di investimento della propria vita.
Anno XXXVIII n. 25 Aprile 2015

Ma solo cos si potr suscitare speranza e spronare a un rinnovamento nellimpegno verso la


nostra vita evangelica. Solo cos si potr iniziare a cercare nuove vie per vivere con coraggio,
passione e gioia la realt della nuova Provincia unita. Nel migliore dei casi, i Frati forse
cominceranno a capire e intravedere lopera di Dio, il quale render possibili cose persino
maggiori per il futuro della vita e missione della nuova Provincia.
La speranza e lideale sarebbe che i Frati non si ritirino a vita privata e che non aspettino
passivamente che siano altri a fare il duro lavoro, diventando spettatori disinteressati. Per
questo ci sono li avete scelti voi! i responsabili delle Entit, il cui lavoro, tra gli altri impegni,
dovr sempre essere quello di ispirare e incoraggiare i Fratelli a impegnarsi con tutte le loro
energie, preghiere e sogni in questa nuova avventura, la nuova Provincia. Carissimi Fratelli
Ministri, mentre vi ringrazio per quello che avete fatto e state facendo, vi prego di continuare a
fare tutto il possibile per convincere i Fratelli del fatto che sono loro stessi i responsabili cui
affidato il compito di creare le condizioni necessarie per raggiungere un pieno rinnovamento e
una totale rivitalizzazione della nostra vita, delle nostre Fraternit e della nostra missione.
Proprio come fr. Massimo Fusarelli, mio Delegato, che qui ringrazio di cuore, ha scritto in
alcune lettere indirizzate ai Ministri e a voi Frati delle sei Province: In questo modo conto di
poter maturare una visione dinsieme delle sei Province che, seppur ancor distinte, sono ormai
in cammino verso la nascita di una realt nuova (Lettera del 29 agosto 2014). Ecco, quindi, il
bisogno crescente di incoraggiare i Frati a uscire da s stessi verso laltro, personalmente e
comunitariamente verso i Fratelli della Fraternit locale, della futura nuova Provincia,
lOrdine, la Chiesa locale e il territorio in cui viviamo come pellegrini e forestieri (Lettera del
14 ottobre 2014).
Una volta avvenuta lunificazione e, quindi, una volta nata la nuova Entit, ci saranno ancora
alcune questioni tecniche e pratiche da affrontare. Soprattutto si deve attivamente perseguire il
processo di unificazione della mente, del cuore e dello spirito tra i fratelli; e credo che questa
fase richieder altri dieci anni.
Carissimi fratelli, potrebbe esservi daiuto sapere che non siete soli nel processo di unificazione
che vi vede coinvolti. Diamo unocchiata ad altri cammini di revisione delle strutture in corso
dopera, che dovranno avvenire o che da poco si sono completati nellOrdine. Il primo gennaio
2015 sei delle otto Province spagnole e una Fondazione missionaria si sono unite nella nuova
Provincia dellImmacolata. Ci che sembra essere stato il punto di forza di questo processo
stato un intenso programma di comunicazioni, frequenti incontri dei Definitori e dei Frati,
limpegno nella formazione permanente condivisa e lintegrazione dei rituali e di altri strumenti
per laccompagnamento spirituale dei Fratelli delle sei Province e della Fondazione. La nuova
Provincia vasta e numerosa, il che obbliga il Provinciale e il Definitorio a preparare e svolgere
un impegnativo programma di visite e di animazione. Non stato facile per alcuni Frati
pensarsi al di fuori dei precedenti confini provinciali e, soprattutto, a vivere in altre zone della
Spagna esterne alla loro area consueta.
In Brasile, due Custodie di fondazione italiana si sono recentemente aggregate a due Entit
brasiliane gi esistenti. In entrambi i casi la Curia generale ha fornito delle direttive e stabilito
un programma per favorire questo progetto, in quanto cerano resistenze piuttosto forti.

Anno XXXVIII n. 25 Aprile 2015

Alcune notizie recenti dicono che lintegrazione avvenuta e i Frati stanno lentamente
elaborando le conseguenze delle nuove strutture e stanno cercando il modo di procedere nella
vita di preghiera, di fraternit e di missione.
La Provincia di Inghilterra e Scozia diventata Custodia dipendente della Provincia dIrlanda.
La diminuzione numerica e linvecchiamento hanno reso necessario questa riorganizzazione.
Quando stato comunicato ai Frati che avrebbero avuto poco tempo per compiere la
ristrutturazione prima di un intervento diretto del Ministro generale, non si sono attardati ma
hanno cercato di ridefinire la loro vita e si sono uniti alla Provincia dIrlanda. Adesso stanno
cercando di dare unimpronta di nuove forme di vita e missione francescana a 1 o 2
Fraternit, nella speranza di rafforzare la loro presenza e renderla pi significativa, in modo da
incoraggiare dei giovani a interessarsi, quindi a venire e vedere se la vita francescana fa per
loro.
Anche negli Stati Uniti dAmerica iniziato un cammino di discernimento tra le sette Province
per verificare la fattibilit di una ristrutturazione della loro presenza e per avviarsi verso una
possibile unione delle Entit.
In Canada le due Province, quella dellest e quella dellovest, celebreranno un Capitolo delle
Stuoie nel prossimo mese di settembre 2015 per intraprendere un simile processo di
ristrutturazione.
Infine, in Africa c un movimento che va nella direzione dellespansione del numero delle
Entit in risposta al numero crescente delle vocazioni. Nella repubblica Democratica del Congo,
dove si contano pi di 60 Frati nel post-noviziato, stata creata una nuova Provincia, Santa
Maria degli Angeli, al centro del Paese, e conta 52 membri. La Provincia di san Benedetto
lafricano resta forte, con un buon numero di vocazioni nuove ogni anno.
NellAfrica orientale, la Provincia di san Francesco a Nairobi ha dato vita alla Custodia del
Madagascar, dove ci sono pi di 70 giovani nei vari stadi della formazione iniziale. I Frati in
Rwanda e Burundi contano prossimamente di creare una Custodia dipendente, in quanto anche
loro stanno assistendo a una forte crescita vocazionale.

Anno XXXVIII n. 25 Aprile 2015

Mentre celebriamo il mistero della risurrezione del Signore Ges, vi vorrei ricordare le parole
che Ges ha detto ai suoi discepoli, riportate nel capitolo VI del Vangelo secondo Giovanni. In quel
momento molti discepoli non erano pi in grado di comprendere o ascoltare quanto Ges stava
dicendo loro, perch era troppo per loro; giunti a quel punto, non riuscivano pi a capire
come la benedizione promessa ad Abramo, a Sara e ai loro discendenti potesse compiersi nel
ministero profetico di Ges. Le parole di Ges sono importanti per noi Frati Minori oggi, e in
maniera particolare per voi, Fratelli delle sei Province del Nord Italia, come lo sono state per i
discepoli di allora, ossia per quelli che hanno deciso di restare fedelmente con Lui:
Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me (Gv 14,1).
Proprio come ci viene ricordato durante questo Anno della Vita Consacrata: La vita di fede
non semplicemente un possesso, ma un cammino che conosce passaggi luminosi e tunnel
oscuri, orizzonti aperti e sentieri tortuosi e incerti
E un cammino che chiede unobbedienza e una fiducia radicali, che solo la fede consente di
accedere e che nella fede possibile rinnovare e consolidare (Scrutare, lettera circolare ai
religiosi sullanno della Vita Consacrata, CIVCSVA, 2014, citato da fr. Massimo Fusarelli,
Lettera del 25 gennaio 2015).
Vorrei concludere con alcune parole dellArcivescovo Oscar Romero del Salvador, che tra non
molto sar beatificato; sono una riflessione sulla fede, la fiducia e la speranza. Me ne sono gi
servito in varie occasioni, perci se le avete gi ascoltate, fate finta di niente, sorridetemi e fate
finta che sia la prima volta che le sentite:
Ogni tanto ci aiuta il fare un passo indietro
e vedere da lontano.
Il Regno non solo oltre i nostri sforzi,
anche oltre le nostre visioni.
Nella nostra vita riusciamo a compiere solo una piccola parte
di quella meravigliosa impresa che l'opera di Dio.
Niente di ci che noi facciamo completo.
Che come dire che il Regno sta pi in l di noi stessi.
Nessuna affermazione dice tutto quello che si pu dire.
Nessuna preghiera esprime completamente la fede.
Nessun credo porta la perfezione.
Nessuna visita pastorale porta con s tutte le soluzioni.
Nessun programma compie in pieno la missione della Chiesa.
Nessuna meta n obiettivo raggiunge la completezza.
Di questo si tratta:
Noi piantiamo semi che un giorno nasceranno.
Noi innaffiamo semi gi piantati,
sapendo che altri li custodiranno.
Mettiamo le basi di qualcosa che si svilupper.
Mettiamo il lievito che moltiplicher le nostre capacit.
Non possiamo fare tutto,
per d un senso di liberazione l'iniziarlo.
Anno XXXVIII n. 25 Aprile 2015

Ci d la forza di fare qualcosa e di farlo bene.


Pu rimanere incompleto, per un inizio,
il passo di un cammino.
Unopportunit perch la grazia di Dio entri e faccia il resto.
Pu darsi che mai vedremo il suo compimento,
ma questa la differenza tra il capomastro e il manovale.
Siamo manovali, non capomastri,
servitori, non messia.
Noi siamo profeti di un futuro
che non ci appartiene.
Vi ringrazio, oltre che per lattenzione fraterna, per la vostra coraggiosa testimonianza di fede,
attraverso la quale state permettendo a Dio di portare a compimento la Sua opera di
unificazione. LOrdine intero prega con voi e per voi, mentre compite questo cammino di
Esodo.

Anno XXXVIII n. 25 Aprile 2015

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OMELIA DEL MINISTRO GENERALE


Fr. Michael A. Perry
8 aprile 2015
Una Fraternit in cammino.
Sono in due, quindi una piccola fraternit, e sono in cammino verso una meta.
Siete 700 (circa), una grande Fraternit, e siete in cammino verso la meta dellunificazione,
o meglio della creazione di una Novit.
I due discepoli camminano, allontanandosi da Gerusalemme: forse hanno intenzione di fuggire,
di scappare, di darci un taglio, di andare verso unaltra meta.
Forse non ne possono pi della direzione che ha preso la loro vita, per CAMMINANO E
DIALOGANO, ossia restano in movimento, restano in relazione, continuano a comunicare e
cercano di discernere, di capire.
E tutto ci lo fanno con la loro personalit, le loro esperienze, le loro forze, i loro desideri e i loro
limiti. Ed proprio nel dialogo in movimento, sottolinea levangelista, proprio l che Ges si
avvicina si mette a camminare con loro. Credo che questo versetto, questa sottolineatura
evangelica, sia una Buona Notizia che vale anche per voi 700 Frati dellItalia del Nord:
NON siete solo voi nel cammino, anche in un cammino che vi allontana dalla vera meta.
Nella misura in cui INSIEME conversate, cio parlate tra voi amabilmente, e INSIEME
discutete, ossia dialogate animatamente, in maniera accesa, magari anche un po spigolosa e
ruvida, Ges cammina con voi!
Rileviamo la miopia dei nostri sguardi, dello sguardo di tutti, ma soprattutto dei due di
Emmaus, cio i pi demotivati e scontenti. Questa miopia la accogliamo e la portiamo con noi
nel cammino. Ma soprattutto con noi portiamo la voce di Colui che ci si affianca, di Ges, il
Messia Risorto, e tratteniamo, facciamo tesoro, senza appropriarcene, delle Sue parole, che sono
una domanda, uninterrogazione, una richiesta
stimolante. Lungo il cammino, soprattutto se
affrontato con demotivazione e delusione,
capita di fermarsi. Ma quel che blocca e
paralizza di pi : il volto segnato dalla
tristezza. Se ci lasciamo rubare la gioia del
Vangelo, ci dice Papa Francesco, se ce la siamo
gi lasciata rubare, se ci capiter di perderla, il
nostro cammino si ferma. Pu capitare, certo,
ma non dobbiamo temere.
Il Compagno di viaggio, quello vero, quello
vivo, quello Risorto, quello che non ha pi gli
occhi velati e che, quindi, ci vede bene, coglie la
nostra tristezza, il nostro malumore, le nostre
delusioni e le nostre paralisi. E ci fa unaltra
domanda: semplice, da bambini, forse da
gnorri.
La Parola di Dio incarnata, offerta e risorta ci
interpella, ci pone interrogativi, ci sprona a
cercare delle risposte.
Anno XXXVIII n. 25 Aprile 2015

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La nostra risposta un cammino di risposta. un intreccio, forse a volte un groviglio di


esperienze. una trama, una canovaccio, una storia in cui si mescolano lesperienza di Dio e la
nostra esperienza. Ci che fa Dio e ci che facciamo noi. Quanto Dio provoca e le nostre
reazioni, anche emotive e affettive.
Ci che riguarda Ges di Nazareth e ci che noi speravamo. In questo percorso di risposta,
dei due di Emmaus e di ogni discepolo, quindi anche nostro, in questo cammino possono essere
accaduti dei fatti che ci hanno sconvolti. Ci sono visioni che si alternano a ulteriori
momenti di cecit [ma lui non lhanno visto]; ci sono corse, c movimento, dunque, alternato
per a momenti di arresto; ci sono scambi di parole, ossia dialogo in fraternit, ma anche
incredulit e sfiducia, senso di inaffidabilit. E la Parola di Dio, incarnata, offerta e risorta
ci fa ricominciare da capo.
Ci rimette in movimento, ci rimette in dialogo, ci rimette in cammino fraterno di discernimento
e di fede verso la meta. Ci scuote e a volte pu suonare come un rimprovero, definendoci stolti
e lenti di cuore!. Ma sicuramente ci mette in cammino per farci ripercorre, nuovamente e
daccapo, tutta la Rivelazione divina. Ci fa ricominciare perch riaccende in noi la speranza, la
vita e la gioia, il desiderio originario. Ci fa ricominciare perch ci chiede di ripartire dagli inizi.
E allora lintreccio, la trama, il canovaccio dellesperienza di Dio inestricabilmente mescolata
alla nostra riprende vita, riacquista senso, ritrova la direzione giusta, riguadagna energia e
gioia. In questa trama perennemente rivisitata nellaccostamento da fratelli alla Parola e
soprattutto nellEucaristia sacramentale, che si fa esperienza quotidiana di esistenza fraterna e
di servizio damore, il velo cade dagli occhi, la pietra che chiude il nostro cuore nella tomba
ribaltata, la vita si rimette davvero in movimento e la direzione giusta, Gerusalemme, luogo
della risurrezione e della vita della Comunit/fraternit, ci attrae, ci avvince e ci riconquista.
Davvero il Signore risorto. Davvero voi Fratelli del Nord Italia, come pure tutti i Frati
dellOrdine, siete in cammino di fede verso una meta precisa di vita da risorti; voi Fratelli, siete
in dialogo fraterno che si fa servizio reciproco, servizio alla Chiesa, al mondo e a tutto il creato;
siete in un processo di discernimento s-velato, senza pi veli sugli occhi, un processo illuminato
e illuminante; siete in movimento, il movimento della vita da Fratelli e Minori in questo nostro
tempo, il movimento della mente e del cuore.
Spezzate il Pane del riconoscimento di Dio e dei Fratelli.
Camminate verso la meta, dialogando, conversando, discutendo nella certezza che Ges in
persona cammina con voi!
Buona Pasqua!

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Insieme sotto il noce


Capitolo delle Stuoie - OFM nord Italia - Camposampiero, 7-9 aprile 2015
LETTERA DI FRATE GIACOMO BINI, LORDINE OGGI, RIFLESSIONI E PROSPETTIVE
I NOSTRI SOGNI

Sintesi dei lavori di gruppo tematici


Vivere con gioia e convinzione (II,1)
Fino alla fine. Lanziano una risorsa per la vita fraterna. Seppure i frati anziani abbiano
bisogno di essere accompagnati nellaccettare i limiti che lanzianit impone e renderli
consapevoli della propria et ma anche del loro essere una presenza fondamentale nelle nostre
comunit.
Incoraggiare i coraggiosi: ci sono frati anziani disponibili ad essere coinvolti nel futuro dove
possono ancora apportare un contributo prezioso. Si rende per necessario un ascolto di ci che
hanno nel cuore, dei loro desideri, dei loro talenti ancora vivi. Preziosa e indispensabile, ad
esempio, la testimonianza di vita nelle case di formazione iniziale, e non solo.
Lanziano pu essere una presenza profetica: ricordano le priorit della nostra vita. Ormai liberi
dallansia dellefficientismo pastorale riaffermano il valore dellascolto, della consolazione, della
preghiera. Una proposta concreta: un paio di case nella nuova Provincia unicamente dedite allo
spirito di orazione, sia per chi vi abita sia per chi se ne pu avvantaggiare saltuariamente.
Fedelt e perseveranza (II,2)
Emerge il sogno che ogni fraternit sia segno concreto della vivibilit del nostro carisma,
consapevoli che ci richiede una maggiore qualit della nostra vita di relazione, preghiera e
formazione. chiaro anche che una coerenza di vita si traduce in una credibile testimonianza da
offrire al mondo. Coscienti che questo alto sogno non pu rimanere tale ma deve tradursi in vita
concreta proponiamo di passare da una prospettiva di conservazione a una di potenziamento,
dove non ci si limiti a salvare necessariamente tutte le presenze, ma piuttosto a riqualificare
fraternit individuate che desiderano in semplicit mettersi alla sequela del Vangelo, nostra
regola. ipotizzabile una sottoscrizione da presentare al capitolo di frati che desiderano
mettersi in gioco secondo queste prospettive?
Entusiasmo e creativit (II,3)
Come frati desideriamo che sia messa al centro la qualit della vita fraterna, perch si realizzi
una fraternit dove si possa fare meno ma fare insieme; dove si possa avere tempo per curare la
relazione con Dio e con i fratelli; dove ci si possa formare nella dimensione umana, spirituale e
culturale. Perci come frati desideriamo vivere in luoghi dove la struttura sia a servizio della
fraternit che evangelizza.
Unit nella diversit (III,1)
Il sogno che la fraternit impari a progettare insieme diventando un luogo dove ognuno
valorizzi e accolga laltro. Lattivit principale della fraternit sia quella di realizzare una

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IDENTIT PACIFICATA affinch si possa creare un terreno fertile per laccoglienza


reciproca. Tale fraternit non sia chiusa in se stessa ma disponibile allincontro e allannuncio.
Ascolto e obbedienza reciproca (III,2 obbedienza)
Noi sogniamo un OBBEDIENZA PROFETICA, che vediamo concretizzata in quel frate che:
-vive con gioia ed entusiasmo la propria vocazione;
- ascolta con fiducia tutti i suoi fratelli;
- vive un ascolto estroverso nei confronti del creato, del territorio, della gente, e si lascia da
essi provocare.
Purificazione degli affetti e vita fraterna (III,2 castit)
Il nostro sogno, che trova le sue radici in una vita di relazione viva con il Signore, coinvolge sia
laspetto personale che comunitario:
- Dal punto di vista del singolo: ogni frate possa trovare coinvolgimento affettivo in ci
che gli viene chiesto, privilegiando lattenzione allinteriorit dei frati (desideri,
attitudini, talenti, passioni, intuizioni ), ponendo attenzione ad investire non solo
nellefficienza e nella ricerca dei risultati. Aiutare e sostenere quindi ogni frate a ritrovare
entusiasmo e passione per la propria vocazione.
- Dal punto di vista della fraternit: si auspica che ogni fraternit abbia il coraggio di
prendersi degli spazi propri e individui gli strumenti (anche formativi), in cui crescere
nella comunione, nella cura delle relazioni, nella correzione fraterna, nel saper
riconoscere la testimonianza reciproca e di chi ci ha preceduto, nel coltivare la stima
vicendevole, nel raccontarsi nel proprio mondo interiore.
Camminare nella libert (III,2 sine proprio)
Nel percorso di riorganizzazione economica della nuova Provincia si studi un sistema che tenga
conto dei valori della nostra vocazione, un modello economico solidale che possa essere
credibile e proponibile anche allesterno.
Se un sogno il tuo sogno, quello per cui sei venuto al mondo, puoi passare la vita a nasconderlo dietro
una nuvola di scetticismo, ma non riuscirai mai a liberartene. Continuer a mandarti dei segnali
disperati, come la noia e lassenza di entusiasmo, confidando nella tua ribellione.

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Cibo del pensiero, cibo dellanima


di Enzo Bianchi
Comunit di Bose

Mann ist was Mann isst, luomo ci che mangia ricordava Feuerbach. Questo dato
non riguarda solo il cibo materiale, ma anche, e forse soprattutto, il nutrimento spirituale. Non
necessario ricorrere al biblico Non di solo pane vive luomo (Dt 8,3; Mt 4,4) per rendersi conto
che ci nutriamo non solo degli alimenti che introduciamo nel nostro corpo, ma anche delle
parole, dei pensieri, della cultura che assimiliamo tramite le letture, le relazioni personali, le
interpretazioni degli eventi della nostra vita quotidiana.
Siamo plasmati dalla quantit di cibo per lo spirito cui abbiamo o non abbiamo la
possibilit di accedere. E come c un minimo vitale per lalimentazione, cos c una soglia
minima di nutrimento dellanima che non possiamo ignorare, pena alcune patologie spirituali
irreversibili. Se abituiamo la nostra interiorit a una progressiva anoressia, se neghiamo alla
nostra mente larricchimento di sostanze nutritive sapientemente equilibrate, ci ritroveremo con
una vita interiore svuotata di senso, depauperata delle sue potenzialit, condannata a un
progressivo deperimento. Specularmente, se in preda a bulimia spirituale non poniamo freno
allingurgitare ogni tipo di emozione, se non riusciamo ad astenerci dallaumentare
costantemente la dose di sensazioni stimolanti, se lasciamo che ogni genere di pensiero non solo
si affacci alla nostra mente ma la pervada, allora saremo incapaci di custodire un animo retto.
Qual allora il nutrimento spirituale quotidiano indispensabile per la vita di un monaco? Ogni
parola che esce dalla bocca di Dio la risposta scontata, ma forse va fatta precedere da un
interrogativo previo. Prima di assumere un cibo per il nostro corpo compiamo un
discernimento a volte ricevuto in eredit, altre volte frutto di una disamina personale per
sapere se commestibile o no, se compatibile con le nostre convinzioni etiche o con allergie
reali o immaginarie, se possiamo assumerlo cos come si trova in natura o se dobbiamo
cucinarlo. Del resto, accostandoci da neonati agli alimenti, dal latte materno ai primi cibi
solidi, che elaboriamo il concetto di buono e cattivo, dapprima legato al gusto e poi via via
applicato al campo etico. Qualcosa di analogo avviene anche per il cibo dello spirito: prima di
nutrircene, ci dobbiamo interrogare se ci far del bene o procurer dei danni, se dobbiamo
elaborarlo adattandolo alla nostra condizione o se possiamo recepirlo come immutabile, se
questi conferma, critica o smentisce quanto abbiamo ritenuto fino a quel momento come
consono al nostro equilibrio e al nostro ben-essere.
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Compiuto questo discernimento che non pu avvenire una volta per tutte, ma va rinnovato
con una certa regolarit come cristiano e monaco potr accedere al nutrimento spirituale per
eccellenza, la parola di Dio, appunto. Ma dove la si trova, dove posso procurarmela? Nella
bibbia, certo, di cui so per fede che la contiene. E le sacre Scritture che la compongono
ascoltate in assemblea, lette in solitudine, cantate in coro, meditate in silenzio mi forniscono
ogni giorno il cibo spirituale necessario. Ma Dio parla a ciascuno e a tutti anche al di qua e al di
l delle Scritture.
Al di qua, attraverso il colloquio intimo intessuto con la coscienza: quella voce interiore che ha
acquisito linguaggio, timbri, tonalit personalissimi attraverso vicende imponderabili e persone
conosciute, il loro rapportarsi con me, i loro insegnamenti, il loro vissuto... Quella voce divenuta
mia attraverso lascolto paziente, la custodia del silenzio, la rilettura di quanto accade nel
quotidiano, il pensare me stesso e la mia vita con gli altri, la preghiera come invocazione dello
Spirito e ricerca dello sguardo di Dio sulle realt visibili.
Ma il Dio di Ges Cristo parla anche al di l delle Scritture, attraverso quanto altri hanno saputo
cogliere dalla sua Parola: attraverso gli scritti e i commenti alla Bibbia, certo. Padri della chiesa,
autori spirituali, profeti e teologi riescono a volte a ridire il Vangelo eterno con linguaggi
inediti, a estrarre da quel tesoro inesauribile cose antiche e cose nuove (Mt 13, 52). Ma ancor
di pi giungiamo allal di l della Parola attraverso quelle sequentiae sancti Evangelii, quei
brani di Vangelo che sono le vite degli uomini e delle donne di Dio, i suoi discepoli e testimoni,
i santi di cui si fa memoria universale e quelli che sono ricordati solo da quanti li hanno
conosciuti di persona. Sono loro la riserva di cibo del pensiero che non si esaurisce, a condizione
che io accetti di farvi ricorso nel cammino alla ricerca di senso che la vita umana; sono loro a
rimandarmi alla parola di Dio contenuta nelle Scritture, a quello scrigno di cui san Benedetto
nella sua regola per i monaci affermava: C nel Vecchio o nel Nuovo Testamento una pagina o
una parola di autorit divina che non sia rettissima norma di vita umana?. L ho sempre
trovato cibo del pensiero e dellanima, ho sempre potuto accedere al nutrimento essenziale, a
quel pane di ieri che buono domani.

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Consiglio di Cooperazione Province Nord Italia


Lincontro inizia alle 9.30 con la preghiera iniziale. Questa mattina
viene occupata per intero dallesame della Bozza degli Statuti
Particolari della Nuova Provincia preparata dalla Commissione (fr.
Massimo Fusarelli, fr. Giampaolo Cavalli, fr. Franco Mirri, fr.
Cristoforo Paskievicz). Il testo viene analizzato punto per punto e le
modifiche vengono approvate ed integrate, per essere preso in esame
da ciascun Definitorio provinciale nei prossimi mesi, prima di
giungere ad essere approvato dalla Assemblea dei Definitori dei
prossimi 24-28 agosto a San Zeno di Montagna (VR).

Milano
23-24 aprile
2015

Calendario dei prossimi incontri CdC:


Vengono concordate le date dei prossimi incontri del Consiglio fino al
Capitolo provinciale:
sabato 5 settembre a Baccanello;
9-10 ottobre a Milano;
20-21 novembre a Milano;
18-19 dicembre;
8-9 gennaio 2016;
12-13 febbraio;
11-12 marzo;
15-16 aprile.
Si sospende per il pranzo delle ore 13.00. Si riprende alle ore 15.
Verifica Capitolo Stuoie:
La prima parte del pomeriggio viene occupata da uno scambio di
risonanza sullandamento del recente evento del Capitolo delle Stuoie
vissuto a Camposampiero e a Padova. Lapprezzamento unanime
per la preparazione e la conduzione, per il clima che si respirava tra i
frati, per la Casa e la accoglienza riservataci dai fratelli Conventuali.
Programmazione:
Vengono condivise alcune risonanze legate alla comunicazione della
sospensione degli Studi Teologici di Bologna e Verona. Viene
programmato, per i prossimi mesi, un incontro tra il CdC e il Consiglio
per la cura pastorale delle vocazioni ed il Coordinamento Pastorale
Giovanile al completo, ed un incontro con la Rete Stabile dei
Formatori.

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Incontro Bibliotecari:
Fr. Stefano Dallarda relaziona sullincontro dei Bibliotecari provinciali a cui ha
partecipato a nome di fr. Massimo lo scorso 21 aprile a Milano, e presenta la proposta da
essi elaborata, che viene approvata. Viene messo in programma nellimmediato futuro
un incontro degli Archivisti provinciali, anche per organizzare il trasferimento alla Curia
provinciale di Milano del materiale vivo di archivio che dovr essere a disposizione della
Segreteria provinciale.
Vengono infine prese in esame alcune situazioni di fraternit che richiedono una
attenzione particolare.
Lincontro si conclude alle ore 18.50 per la celebrazione della Eucaristia e dei Vespri nella
cappellina della Curia alle ore 19.
Venerd 24:
Lincontro riprende alle ore 9.
Discernimento Progetto Missioni/Migranti a Bologna
Fr. Massimo Fusarelli presenta e saluta fr. Alberto Tosini, Segretario interprovinciale
Missioni ed Evangelizzazione, fr. Guido Ravaglia, Delegato interprovinciale settore
Missioni, e il dr. Enrico Delama e dr. Maurizio Serofilli di Diathesis. Lincontro di questa
mattina comporta la analisi e la discussione del progetto Missioni-Migranti presentato da
Diathesis e da fr. Guido.
Lintera giornata viene impiegata nellesame e nella valutazione del progetto presentato
e nei passi necessari per la sua realizzazione concreta nei prossimi mesi.
Blog/ Forum:
La bozza del Blog/Forum preparata dalla Segreteria viene esaminata ed approvata. Si
concorda che venga presentata ai frati nella prossima Newsletter.
Varie ed eventuali:
Indulgenza: Viene approvata la proposta di chiedere una indulgenza particolare legata
alla celebrazione del 16 maggio 2016 a Padova.
Lincontro del Consiglio viene terminato con il tradizionale Agimus alle ore 16.20.

fr. Stefano Dallarda


Segretario

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Dal Definitorio
I lavori iniziano alle ore 9.45 con una breve preghiera alla
Vergine Maria per il Capitolo generale, segue lapprovazione
unanime del verbale del XXI Congresso definitoriale.
Il Ministro informa circa le condizioni dei fratelli ammalati e
ricoverati in infermeria e ricorda la sorella di fr. Floriano Scodeggio
recentemente tornata alla casa del Padre dopo lunga malattia.
Fr. Francesco Bravi ricorda alcune significative celebrazioni vissute
nelle fraternit: la festa patronale del Convento di Monza e di S.
Angelo. Rammenta inoltre che a Turate, su iniziativa del sig. Roberto
Radelli, sono incominciate alcune iniziative in occasione del decimo
anniversario delluccisione di fr. Angelo; in particolare, si sono svolte
alcune attivit per la raccolta di fondi per la casa dei bambini di
strada in Congo.
Il Ministro chiede la verifica del Capitolo delle Stuoie celebrato a
Camposampiero dal 7 al 9 aprile u.s. Tutti esprimono un parere
largamente positivo, si respirato un clima molto sereno, sembrano
ormai superate le resistenze e le diffidenze per le provenienze da
diverse Province. Questo attesta che il lungo cammino compiuto sta
producendo frutti di comunione. Sono stati molto apprezzati gli
interventi del Ministro generale (sia per il contenuto che per lo
stile) e la sintesi conclusiva di fr. Giampaolo Possenti. Si rileva che
le riflessioni dei frati si sono prevalentemente concentrate sul tema
della qualit di vita nelle fraternit e non tanto sul tema
dellunificazione delle Province; anche questo aspetto viene letto
come il frutto del cammino fino ad oggi compiuto. La location e
lorganizzazione dellevento nel suo complesso sono state
apprezzate da tutti i partecipanti; si sottolinea anche la cura dei
momenti celebrativi. I partecipanti hanno ritenuto interessanti anche
i lavori nei gruppi, positiva la scelta di guidare la riflessione con
stralci della lettera di fr. Giacomo Bini ( stato un importante aiuto
per rimanere concentrati sul tema). La presenza dei frati in
formazione e di diversi frati giovani ha fatto pensare che la futura
nuova Provincia nasce sotto il segno della speranza. Si conclude
sottolineando la fraterna accoglienza dei frati minori conventuali sia
a Camposampiero che alla Basilica del Santo a Padova.
Fr. Giambattista Delpozzo presenta sinteticamente il progetto per la
fraternit di Pastorale giovanile (cfr. 3.3 Documento di Bardonecchia
con Allegato n. 4) elaborato in seguito ad un approfondito confronto
dagli operatori di PG e CPV.

Lovere
Monastero
14 aprile
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Si propone la costituzione di un centro di pastorale giovanile unico, pensato come una fraternit
che aiuta e promuove lanimazione della PG e CPV del Nord Italia avvalendosi del sostegno di
tre fraternit dislocate sul territorio (la presenza di queste fraternit ritenuta fondamentale per
non perdere il contatto con il territorio). Il centro di pastorale giovanile si pensa come un
Laboratorio per pensare nuove forme di annuncio, per la formazione di frati, di suore e dei
laici che collaborano alle diverse attivit Il gruppo di lavoro ha riflettuto anche sulla figura
dellAnimatore vocazionale unico (cfr. 3.3 Documento di Bardonecchia con Allegato n. 4) e
propone che lAnimatore vocazionale si occupi prevalentemente della promozione delle attivit
vocazionali sul territorio, demandando il percorso di discernimento vero e proprio al
Responsabile della FAV. Anche gli Animatori vocazionali locali saranno invitati a demandare il
discernimento al Responsabile della FAV. Il Ministro comunica che fr. Massimo Fusarelli ha
proposto per ciascuna Provincia unAssemblea per la restituzione dellesito della visita canonica
e per vivere un momento celebrativo di chiusura della Provincia (rendimento di grazie,
richiesta di perdono e festa). Si ipotizza di vivere questo momento nel mese di marzo-aprile.
Fr. Cristiano Castegnaro ha presentato la domanda per essere ammesso al Ministero del
diaconato. Il Ministro, visto il parere positivo del Definitorio, da inizio alliter per verificare
lidoneit del candidato.
Il Ministro provinciale presenta alcune situazioni personali che saranno riprese nel prossimo
Congresso definitoriale cui sar presente anche fr. Massimo Fusarelli.
Il Ministro provinciale comunica che parteciper al Capitolo generale. Essendo assente per pi
di due settimane, dovr comunicare ai frati della Provincia, mediante lettera, che la Provincia
retta dal Vicario provinciale. Il XXIII Congresso definitoriale si svolger nel Convento di
Rezzato il prossimo 5 maggio, sar presente anche il Visitatore generale che vuole sottoporre
alcune situazioni personali riscontrate durante la visita e di cui tener conto in fase di redazione
delle prossime Carte di Famiglia.
I lavori del Congresso definitoriale si concludono alle ore 15.30 circa.
A laude di Cristo e del Poverello Francesco. Amen!

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Testimonianze di vita fraterna


Capitolo delle Stuoie
E DOPO TRE ANNI
UN SALTO ALLINDIETRO DI CUNAUANTA!
Non un titolo di immediata comprensione, me ne rendo conto. Ma la
sintesi delle mie impressioni sul recente Capitolo delle Stuoie.
Qualcuno penser: ma come possibile guardare al futuro della nuova
Provincia (provincione in Lombardia, provinciona a Trento!) con
atteggiamento super-nostalgico? Ma no! Non si tratta di questo, tuttaltro.
Ricordo che riflettendo sul precedente Capitolo quello che tenemmo a
Verona giusto giusto tre anni fa mettevo quellesperienza a confronto con
quellannetto scarso passato a san Bernardino nel lontanissimo 1967/68,
esattamente quarantacinque anni prima!
Ora lesperienza di questo nuovo Capitolomi ha se si pu dire ringiovanito di altri cinque anni. Sar perch oggi tutti dimostriamo
qualche anno in meno di quelli che pesano sulle nostre spalle, sar perch
molti dei collaboratori ultrasettantenni hanno ormai qualche problema
di deambulazione, ma a prima vista quel Capitolo pareva un incontro di
frati tutti (o almeno quasi-tutti) giovani!
E cos (eccomi a spiegare il titolo!) il pensiero tornato davvero indietro
di cinquantanni. Proprio cinquantanni fa, infatti varcavo la porta del
Convento di Rezzato (allora casa di noviziato, dopo che era
contemporaneamente stata - per un annetto - anche Centro di accoglienza
per vocazioni tardive). Qui sta appunto la somiglianza con la gioiosa
esperienza di Camposampiero! Mi sembrato di riprendere da capo il
cammino al seguito del Signore Ges, guidato da Francesco dAssisi.
Cinquantanni fa cominciavo a conoscere quei nuovi fratelli che mi
rivelavano, giorno dopo giorno, nella unicit dei singoli volti, una lunga
schiera di amanti del Vangelo: di quel Vangelo che Francesco scelse un
giorno come vita e regola per i fratelli che gli Signore gli aveva dato.
Cos stato a Camposampiero e cos sar per gli anni che si aprono
davanti a noi: la scoperta quotidiana di nuovi fratelli, per vivere insieme,
con rinnovato entusiasmo la vita e la regola di Francesco!
Da ultimo un ulteriore piacevole ricordo. E stato bello gustare durante
la preghiera labilit dei fratelli musicisti. Non se ne abbiano a male frateflauto e frate-chitarra, ma mi parso particolarmente dolce e ispirato il
sostegno dato al canto da frate Michele con la sua fisarmonica.
Chi se lo sarebbe mai aspettato? Un rimpianto: aver lasciato a Milano il mio
violino!

Fr. Gian Carlo


Colombo

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r ena

PERCH SEI QUI, OGGI?

e santa Pasqua!

Caro Fabiano, perch sei qui, oggi?


Una domanda non facile che spesso evito perch richiede una risposta
personale, vissuta, vera. Questa domanda ha segnato e riassume bene
quello che stato, per me, lo spirito del Capitolo delle Stuoie a
Camposampiero, questa una mia sfida. Sei capace, Fabiano, di schierarti, di
prendere una posizione e di farlo non solo nel segreto della tua stanza, ma
di fronte a oltre 200 frati?
Ecco, s, il Capitolo stato per me una palestra per crescere. Crescere nel
confronto e, quindi, nellascolto della storia dei fratelli perch ho avuto
modo di conoscere frati nuovi e realt nuove. Crescere nellappartenenza,
perch a prescindere dai passi che il Signore mi concede e mi conceder di
compiere, non esisto solo io e la realt in cui vivo, ma c unintera
fraternit, unintera famiglia che cammina insieme. Crescere
nellaccoglienza, perch, come in ogni famiglia, le diversit di vissuto, idee
e carattere possono essere una ricchezza cos come un limite. Tutto questo
mi fa crescere come giovane in discernimento e in cammino vocazionale,
ma soprattutto mi fa crescere come giovane in formazione per diventare
uomo. Ecco allora la sfida, sono pronto a rispondere col cuore, con la vita
alla domanda: Fabiano, perch sei qui, oggi?

Fabiano
Fedrigo

(postulante)

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Triduo pasquale
Trenta ragazzi, trenta volti e storie diverse in cerca di un luogo dove
vivere il tempo centrale dell'anno liturgico: il triduo pasquale. Sono questi i
protagonisti, insieme ai frati che normalmente abitano il meraviglioso
convento di Rezzato, di tre giorni vissuti cercando di preparare i cuori alla
pi importante delle feste cristiane: la Resurrezione di Ges, passando
attraverso la meditazione e celebrazione degli eventi del Mistero pasquale.
Il nostro sguardo alla croce stato, per, uno sguardo sempre consapevole
della risurrezione, perch senza di essa saremmo davvero infelici e
sfortunati, discepoli di un morto, bloccati intorno ad una tomba ed incapaci
di rielaborare un lutto, senza speranza insomma...invece quel sepolcro vuoto
ci spalanca i cuori e ci parla di una vita eterna, da risorti, nella grazia di Dio.

Rezzato
2-5 aprile
2015

Lo spirito che ha animato i giorni del triduo stato quello della preghiera
fraterna alternata a doverosi silenzi abitati, che lasciavano spazio non solo
alla riflessione personale e al dialogo con Dio, ma anche alla contemplazione
amorosa della croce.
Siamo entrati in questo clima il gioved sera con la messa "nella Cena del
Signore", la solenne celebrazione attorno al tema del servizio e
dell'Eucaristia, che ci ha introdotti al triduo pasquale ricordandoci quel
Ges che "avendo amato i suoi che erano nel mondo, li am sino alla fine".
Abbiamo poi colto l'invito a rimanere con lui a vegliare, per impegnarci a
mettere nella nostra vita Cristo al primo posto, al centro del nostro cuore, e
per provare a comprendere meglio l'amore che ha spinto Ges ad offrire,
fino alla fine, la sua vita per noi.
Il venerd ci siamo accostati alla contemplazione amorosa del crocifisso per
entrare dentro le piaghe del Signore facendoci guidare da San Francesco,
grazie ad una bellissima catechesi sulla ricezione delle stimmate, vero dono
d'amore per amare.
Ci hanno poi accompagnati, in una insolita ed emozionante via crucis, le 7
parole pronunciate da Ges sulla croce, supremo messaggio e conferma di
una vita santa, conclusa col dono totale di se stesso. Ed proprio per tale
dono che abbiamo mostrato la nostra adorazione e riconoscenza col
simbolico gesto del bacio al Crocifisso. Anche il venerd santo si concluso
con una emozionante veglia in cui siamo stati invitati a fare memoria dei
vari momenti di incontro personale col Signore e a riportarli nei nostri
"fotogrammi", che alla veglia pasquale sono stati portati in offertorio
all'altare.

Lucia

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Il sabato, giorno del grande silenzio sulla terra, ci siamo sentiti in cammino con i discepoli di
Emmaus comprendendo che Ges cammina con noi, c' sempre, anche quando la nostra
speranza sembra disillusa, quando non lo cerchiamo, non lo riconosciamo, non ci relazioniamo
con lui...lui c' e rimane in silenzio, ci ascolta. In questo clima di silenzio ed ascolto siamo
rimasti fino al pomeriggio, quando siamo stati invitati ad interrompere il prezioso silenzio per
un qualcosa di pi importante: preparare la veglia di Pasqua. L'impegno e la voglia di fare del
nostro meglio per rendere ancora pi bella ed intensa la veglia solenne ha fatto s che
arrivassimo alla sera con una carica di emozione incredibile, con il cuore in attesa che gi
pregustava la bellezza della gioia che sarebbe scaturita da quel meraviglioso annuncio:
"L'amore ha sconfitto l'odio, la vita ha vinto la morte, la luce ha scacciato le tenebre"... Ges
risorto! E tale gioia esplosa assieme al suono delle campane, anch'esse rimaste in liturgico
silenzio nei giorni precedenti, ci ha accompagnati nella festa dopo la celebrazione e fino al
mattino del giorno di Pasqua, lasciando spazio ad una piccola sfumatura di malinconia solo al
momento dei saluti ai frati e ai fratelli che con noi avevano condiviso qui giorni meravigliosi,
intensi ed edificanti.

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FilmiAmo
Il nome del figlio
Pu il nome scelto per il proprio figlio scatenare una bagarre tra amici
e parenti? S, se tale nome evoca una storia italiana e familiare
drammatica, se riaccende anacronistiche ideologie politiche tenute
ostinatamente in vita, se alimenta accuse, giudizi, divisioni sociali e
culturali. In un appartamento romano, una volta periferico oggi
radical chic, un gruppo di adulti giunto nel mezzo del cammin della
loro vita, uniti da legami affettivi e di sangue, danno voce ai loro
ricordi, ai loro desideri, ai rancori, ai loro intricati mondi interiori, ai
loro segreti. Nella veemenza delle parole e delle accuse si cerca di fare
verit.
Tratto da Le prnom, pice teatrale di Alexandre de La Patellire e
Matthieu Delaporte e trionfo teatrale a Parigi nella stagione 2010,
questo film di Francesca Archibuci pu apparire come il rifacimento
made in Italy del francese Cena tra amici dello stesso Alexandre de
La Patellire - o di un casereccio Carnege di Roman Polanski in
realt rappresenta cultura, atmosfere, personaggi tipicamente italiani.
Il nome per il proprio figlio che Paolo Alessandro Gassman comunica allamico Claudio - Rocco Papaleo - alla sorella Betta
Valeria Golina e al cognato Sandro Luigi Lo Cascio durante una
cena nella loro casa ormai pi intellettual-borghese che proletaria,
pone inequivocabilmente le parole, i gesti, i litigi dentro la storia
dellItalia, dentro un passato ancora vivo negli animi di chi da
adolescente ha ascoltato e visto nei volti dei propri genitori le
conseguenze della guerra e della repressione razzista. Un passato da
cui liberarsi, che si cerca di esorcizzare: burlandosene ironicamente o
sconfiggendolo ideologicamente.
Una divertente cena tra gli affetti cari si trasforma in una battaglia di
parole, di rivendicazioni, di verit mai dette, di pregiudizi, di
esplosione di rabbia e anche di coraggio per fare i conti con se stessi,
per guardare in faccia ci che si diventati rispetto a ci che si voleva
diventare.
Il padre di Paolo e Betta stato un importante uomo politico nazionale
che ha dovuto affrontare il dolore dellantisemitismo, il nome di
famiglia stato pesante da portare per i figli. Ognuno ha reagito a suo
modo: con la strafottenza dello yuppie o con la remissivit della donna
di casa.

Scheda
a cura di
Fr. Davide
Sironi

Il nome
del figlio

di Francesca
Archibugi

Commedia
Durata 94 min.
Italia 2015

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Oppure, per chi entrato in questa famiglia connotata fortemente dallantifascismo, come
Sandro, cavalcando lideologia e la battaglia politica, percorrendo la via dellalternativa
sociale a tutti i costi.
C Paolo che ha sposato la bellissima moglie Simona Micaela Ramazzotti - da esibire, che
ha scelto di vendere case e fare soldi, di cancellare tutte le attese di famiglia, di essere
sprezzantemente leggero, che non conosce il limite dello scherzo. C Sandro professore
incompreso che ha la casa ricolma di libri, che ha scelto la pesantezza della cultura,
liperintellettualismo, la citazione colta sempre e comunque, verboso e moralista, ma
incapace a vivere relazioni reali fuggendo nelle chat. C Betta che fa la madre e moglie
devota ma che sogna uno spazio di vita per s, almeno per andare in palestra, e non ha il
coraggio di lasciarsi andare in unavventura passionale con un altro uomo. C Claudio che
segue la passione per la musica e sembra camminare sulla linea del mistero, pacatamente
quasi in disparte. C Simona, proveniente dalla borgata romana e autrice di un libro di
grande successo sulla sua esperienza di vita, ingenua e genuina.
Ci sono questi uomini e queste donne che si conoscono, si voglio bene e che non sono
ancora capaci di comprendersi e di confidarsi senza la paura del giudizio. E di giudizi
feroci in questa cena ne volano tanti. Il loro presente, dietro le apparenze, sembra carico di
risentimento, di amarezza.
Resta il loro futuro. E i figli ne sono lemblema. Quelli gi nati di Betta e Sandro, segnati per
sempre da nomi che denunciano le assurde battaglie sociali dei genitori, e quello che sta per
nascere di Paolo e Simona. Ma i figli a volte sono il ricettacolo delle proiezioni dei genitori.
Eppure questi figli sono altro e osservano il mondo degli adulti con un occhio incuriosito e
sbalordito. I bambini ci guardano come ricordava Vittorio De Sica.
Grazie a un piccolo elicottero giocattolo dotato di telecamera, Francesca Archibugi ci
mostra questo sguardo dei bambini sul mondo degli adulti aspetto completamente
assente nel film francese -. Con la consueta sensibilit e bravura la regista realizza un'altro
film dopo Lalbero delle pere, Il grande cocomero, Verso sera - che pone lattenzione sul
rapporto tra il mondo degli adulti e quello dellinfanzia. Grazie anche a un cast riuscito con
tutti gli attori bravissimi, questa commedia divertente e intelligente, con dialoghi arguti,
offre unoccasione per riflettere sulle conseguenze delle proprie scelte, sui propri
pregiudizi, sulla linea sottile che congiunge passato, presente e futuro, sulla verit delle
propria vita e delle proprie relazioni anche intergenerazionali. E i nomi e soprannomi a
volte sono epifania di giudizi, etichette da attaccare sullaltro per confinarlo nei propri
schemi e attese. Ma laltro ci sorprende.

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Notizie di Casa
A cura di
fr. Enzo
Pellegatta

Aprile
Viene proposto ai giovani di trascorrere il Triduo Pasquale con la fraternit,
vivendo lincontro Tu sei la via, la verit e la vita.

2-5
Rezzato
(BS)

Con la partecipazione di circa 200 frati, in un clima fraterno e sereno, si


celebra il Capitolo delle Stuoie del Nord Italia.

7-9
Camposampiero
(PD)

Nella parrocchia Spirito Santo , in zona Corsico, si celebrano i funerali della


sig.ra Beatrice Nadia Scodeggio, sorella di fr. Floriano.

13
Milano

Nel monastero di Lovere il Definitorio si riunisce per il XXII Congresso.

14
Lovere (BG)

18, monastero di Lovere: alle ore 10.00, nella chiesa del monastero, si
celebrano i funerali di suor Ermanna.

18
Lovere (BG)

Nella Curia provinciale si riunisce il Consiglio di Cooperazione.

23-24
Milano

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