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Indice
Don Tomasz Wojtal.......................................................................................................................... 2
NUOVO TESTAMENTO
Personaggi degli Atti degli Apostoli ............................................................................................... 2
Levento di Damasco nella narrazione degli Atti degli Apostoli ................................................. 2
Indice .............................................................................................................................................. 2
1. La triplice narrazione di Atti........................................................................................................ 2
1.2.1. Introduzione: il giudeo e il persecutore ......................................................................... 7
1.2.2. Lincontro con Ges................................................................................................... 7
1.2.3. LInflusso dellincontro............................................................................................. 8
1.2.4. Visione e missione di Anania......................................................................................... 9
1.2.5. Conclusione................................................................................................................... 9
Le principali affinit................................................................................................................ 9
Le principali differenze.......................................................................................................... 10
2. Il senso dell evento di Damasco........................................................................................... 12
2.1.1. La spiegazione naturalistica ........................................................................................ 13
2.1.2. La spiegazione psicologica ......................................................................................... 14
2.1.3. Linterpretazione critico-storica ................................................................................... 15
Scuola delle religioni ............................................................................................................ 15
Tendenza storicista................................................................................................................. 15
Tendenza critico-letteraria..................................................................................................... 15
2.2.1. Il Problema del linguaggio .......................................................................................... 16
2.2.2. La realt della vocazione............................................................................................. 17
2.2.3. Missione alle genti....................................................................................................... 20
3. L evento di Damasco nellarte ............................................................................................. 21
4. Conclusione .............................................................................................................................. 23
5. Bibliografia ............................................................................................................................... 25
3
Damasco, ad accogliere Paolo. Latto conclusivo il battesimo di Paolo, che corona e suggella il
suo processo di iniziazione cristiana a Damasco.
v. 1
v. 3
Io sono un giudeo, nato a Traso di
Cilicia, ma cresciuto IN QUESTA
CITT, formato ai piedi di
Gamaliele, nella pi rigida norma
della Legge patria, pieno di zelo
per Dio, come oggi siete tutti voi;
Saulo
vv. 4-5
La mia vita;fin dalla mia
giovinezza, lho trascorsa nella
mia nazione, in Gerusaemme;
(dove) conforme alla stretta della
nostra religione, vissi come
fariseo.
vv. 6-8
Ed ora mi trovo sotto processo a
causa della speranza nella
promessa fatta da Dio ai nostri
padri, e che le nostre dodici trib
sperano di vedere compiuta,
servendo Dio notte e giorno con
perseveranza. A motivo di questa
speranza, o re, sono ara acusato
dai giudei! Perch considerato
incredibile fra di voi che Dio
risusciti i morti?
b) Il persecutore
v. 1
sempre spirando minaccia e strage
contro i discepoli del Signore
v. 4
che PERSEGUITAI a morte questo
cammino, arestando e
IMPRIGIONANDO uomini e donne;
v. 9
Io, dunque, credetti mio dovere di
oppormi con ostilit il nome di
Ges Nazareno;
v. 10
e questo ho fatto a Gerusalemme;
e molti santi LI HO RINCHIUSI IN
PRIGIONE, con lautorizzazione
avuta dai sommi Sacerdoti; e
quando erano giustiziati lho
aprovato;
4
v. 11
e percorrendo tutte le sinagoghe,
ripetute volte, infierendo contro di
essi, li costringevo a bestemmiare;
ed eccessivamente infuriato li
PERSEGUITAVO fin nelle regioni
straniere.
vv. 1b-2
presentatosi al sommo Sacerdote,
gli chiese lettere per le
sinaghoghe di Damasco, al fine di
essere autorizzato a condurre in
catene a Gerusalemme uomini e
donne appartenenti al cammino,
che avesse trovati.
v. 5
di ci mi testimone il sommo
Sacerdote e tutto il Consiglio degli
Anziani, dai quali, inoltre, avendo
ricevuto lettere per i fratelli,
caminavo verso Damasco allo
scopo di condurre anche quelli di
l in catene a Gerusalemme, per
esservi castigati.
v. 12
Con questo impegno, mentre stavo
andando verso Damasco con
autorizzazione e pieni poteri da
parte dei sommi Sacerdoti
v. 4
e, essendo caduto a t e r r a,
ud una voce,
che gli diceva:
Saulo, Saulo, perch mi
perseguiti?
v. 5
Ma egli disse:
Chi sei Signore?
E questi:
Io sono Ges,
che tu perseguiti;
v. 6
Avenne che, camminando e
avvicinandomi a Damasco, VERSO
MEZZOGIORNO, allimproviso, mi
avvolse una gran luce dal cielo;
v. 7
caddi al suolo e
udii una voce,
che mi diceva:
Saulo, Saulo, perch mi
perseguiti?
v. 8
Ma io risposi:
Chi sei Signore?
Allora mi DISSE:
Io sono Ges, il Nazareno,
che tu perseguiti;
v. 12
camminando
verso Damasco;
v. 13
verso mezzogiorno, in cammino,
vidi, o re, venire dal cielo e pi
risplendente del sole, una luce che
mi avvolse, insieme con quelli che
camminavano con me;
v. 14
Essendo caduti tutti a t e r r a,
udii una voce,
che mi diceva in ebraico:
Saulo, Saulo, perch mi
perseguiti? duro per te
ricalcitrare contro i pungoli .
v. 15
Allora io dissi:
Chi sei Signore?
Ma il Signore DISSE:
Io sono Ges,
che tu perseguiti;
v. 9
Quelli che erano con me videro
certamente la luce, ma non
udirono la voce di colui che mi
parlava.
v. 10
Io dissi:
Che debbo fare, Signore? Ma il
Signore mi disse:
v. 6
v. 16
5
ma alzati
e entra nella citt e ti si dir
ci che devi fare
[v. 15
Va a portare il mio nome
davanti ai gentili e ai re dei figli
di Israele ]
vai a Damasco
e l ti sar detto
tutto ci che dovrai fare
[v. 21
va, perch io
TI MANDER DAI gentili che sono
lintani].
v. 18
ad aprir loro gli occhi perch si
convertano dalle tenebre alla luce
e da potere di Satana a dio,
affinch ricevano il perdono dei
peccati e leredit in mezzo a
coloro che sono stati santificati per
l afede in me.
3. Influsso dellincontro
v. 7
Gli uomini, che camminavano
con lui, stavano in piedi stupefatti,
sentendo la voce, ma non vedendo
nessuno.
[v. 9.
Quelli che
erano con me
videro certamente la luce, ma non
udirono la voce di colui che mi
parlava]
v. 8
Saulo si alz da terra; ma aperti
gli occhi, non vedeva nulla.
Guidandolo per mano, lo
inrodussero in Damasco.
v. 11
e poich non ci vedevo pi, a
causa del fulgore di questa luce,
guidato per mano da quelli che
stavano con me, giunsi a
Damasco.
v. 9
E rimase tre giorni senza vedere; e
non mangi n bevve.
6
Anania rispose: Signore,
riguardo a quest uomo ho udito
da molti quanto male ha fatto ai
santi in Gerusalemme.
v. 14
Inoltre ha lautorizzazione dai
sommi sacerdoti di arrestare tutti
quelli che invcano il tuo nome .
v. 21
e mi disse (il Signore)
Va, perch
[v. 17
liberandoti dal poplo e dai
gentili
IO TI INVIER
ai quali IO TO INVIO ]
v. 16
giacch io gli mostrer quanto
dovr soffrire a causa del mio
nome .
v. 17
Anania part e entr nella casa,
e imponendogli le mani, gli disse:
Saulo, fratello: il Signore mi ha
inviato, Ges, che ti apparso
sulla via, per la quale venivi,
perch tu recuperi la vista e sia
colmo di Spirito Santo
v. 18
E, allistante, gli caddero dagli
occhi come delle squame, e
recuper la vista,
v. 13
Venendo a me, e stando al mio
lato.,
mi disse:
Saulo, fratello:
recupera la vista .
[v. 15
a portare il mio nome davanti
ai gentili e ai re dei figli di Israele
]
E, lavatosi, fu battezzato.
v. 19
E, avvendo preso cibo, ricuper le
forze.
v. 15
perch gli sarai testimone, davanti
a tutti gli uomini delle cose che
hai visto e udito
v. 16
E ora cosa ti trattiene?
Alzati, ricevi il battesimo e lava
i tuoi peccati, invocando il suo
nome.
v. 17
liberandoti dal Popolo e dai
gentili, ai quali ti invio .
8
Le tre narrazioni sono unanimi nel determinare dove ha avuto luogo: in cammino verso
Damasco (9,3; 22,6; 26,12); I e II precisano: vicino a Damasco 4. Soltanto II e III segnalano
quando si verificato: II) verso mezzogiorno, III) a mezzogiorno.
Vi ancora ampia convergenza nel sottolineare i due elementi essenziali del come
accaduto lincontro: una luce (9,3; 22,6, 26,13) e una voce (9,4a; 22,7a; 26,14a). Se le tre
narrazioni precisano lorigine celeste della luce, lintensit invece descritta con un netto
crescendo: una luce (I), una gran luce (II), una luce pi splendente del sole (III), che
avvolge improvvisamente (I + II), Paolo (I + II) e i suoi compagni (III). Egli (o essi: III) cadono
a terra (II: al suolo) e odono una voce che (III in ebraico) dice.
Il discorso continua con la narrazione dellincontro (9,4b-6; 22,7b-10; 26,14b-18),
strutturata in due momenti chiaramente definiti: I + II + III autoidentificazione della voce celeste
(9,4b-5; 22,7b-8; 26,14b-15) e (I + II) ordine del Signore che comanda a Paolo di andare a
Damasco dove gli verr comunicato ci che deve fare (9,6; 22,10) o (III) immediata diretta
comunicazione del Signore circa la finalit dellautorivelazione (26,16-18). Il primo momento
scandito da un animato dialogo tra il Signore e Paolo, sostanzialmente identico nelle tre
relazioni.
9
Si distinguono, per, in quanto: gli accompagnatori I sentono la voce, ma non vedono
alcuno, II vedono la luce ma non sentono la voce. Se poi I afferma che si erano fermati ( cfr. la
contrapposizione tra vv. 4 e 7) ammutoliti (9,7a), III invece li descrive caduti a terra (efr.
26,14a).
1.2.5. Conclusione
Riassumiamo queste analisi delimitando le principali affinit e differenze.
Le principali affinit
Saulo, giudeo e accanito persecutore della Chiesa, mentre con alcuni compagni e munito
di autorizzazione da parte delle autorit giudaiche si reca a Damasco con intenzioni mi nacciose,
avvolto da una luce celeste e, caduto a terra, sente una voce che lo interroga sul motivo della
sua persecuzione: Saulo, Saulo, perch mi perseguiti?. Alla richiesta di Paolo emerge la sua
identificazione: Chi sei, Signore?, data questa risposta: Io sono Ges, che tu perseguiti.
Una nuova rivelazione celeste - diretta o indiretta - comunica a Paolo la sua missione di
predicatore universale della salvezza.
10
Le principali differenze
Se I omette il passato giudaico di Paolo e il III lintero episodio riguardante lincontro
con Anania, il II tace ugualmente la rivelazione fattagli precedentemente dal Signore sulla
missione di Paolo. Solo il III ricorda la persecuzione di Paolo fin nelle localit circostanti.
Anche le autorit giudaiche sono diversamente denominate nelle singole narrazioni, cos come
diversa la specificazione degli effetti fisici della luce e della voce nei compagni di Paolo: a)
cadono a terra (III): si fermano (I); il dettaglio omesso in II; b) sentono la voce ma non
vedono nulla (I); vedono la luce ma non sentono la voce (II); III lomette. La notificazione di
Anania a Paolo non contiene nessuna allusione alla rivelazione ricevuta (I); Anania si reca da
Paolo senza essere previamente incaricato dal Signore (II). Anania, nel contesto del suo discorso,
(II) omette il riferimento allo Spirito Santo e (I) alla purificazione dai peccati. Infine la missione
universale viene comunicata a Paolo (I) indirettamente (cfr. 9,15) o (II + III) direttamente (cfr.
22,21; 26,17s) dal Signore Ges.
11
rifarsi per spiegare le notevoli divergenze tra le narrazioni di uno stesso evento e nel contesto
dellopera di un medesimo autore?
La moderna esegesi si posta pi volte, in modo pi o meno esplicito, questi
interrogativi, cercando di dar loro una risposta adeguata. Nel testo seguiamo linterpretazione
secondo il metodo storico-redazionale, proposta da Santos Sabugal come la pi esatta 6.
Luca, spinto dalla necessit di risolvere un serio problema della comunit primitiva
-1apostolato universale di Paolo - si sarebbe proposto di mostrare ai suoi lettori vari aspetti
della vocazione del grande missionario cristiano 7. Se in At 9,1-19 mette in rilievo il fatto che
egli apostolo, poich, come i Dodici (cfr. At 1,8.21-22; 5,41), fu pieno di Spirito Santo
(9,17) e destinato a soffrire per il nome di Cristo (9,16), in 22,3-16 lo presenta come testimone
(vv.5.12.15.18.20; cfr. At 1,8); mentre nellultima narrazione ne offre piuttosto limmagine di
profeta (cfr. v.18: Is 42,7.16)8.
La conversione di Paolo rappresenterebbe per lautore degli Atti un avvenimento di
straordinaria importanza, per cui lo narra tre volte. Ci gli offre, in effetti, loccasione per ri -
Le altre soluzioni del triplice racconto degli Atti, menzionate dallesegeta. [Cf. SABUGAL, La conversione, 76-84]
Esegesi storicista
Essa si basa sul presupposto fondamentale della storicit delle tre narrazioni, nella loro forma attuale. Non dubita
che siano opera di Luca, collaboratore (cfr. Col 4,14; 2Tm 4, 11a; Fm 24) e, probabilmente, compagno di Paolo in
alcuni viaggi missionari (cfr. At 16,10-17; 20,5-21,18; 27,1-28,16). Comunque, si tratta di uno storiografo ben
informato (cfr. Lc, 1,1-4) che, nel redigere le tre narrazioni sulla conversione di Paolo di Tarso, ha potuto disporre
certamente di una fonte diretta e sicura: lo stesso Paolo. E ci che spiega la convergenza di fondo. Le divergenze
sono accidentali e possono giustificarsi, come il fatto dello stesso triplice racconto, con la diversa situazione dellapostolo (At 22 e 26) o con la ripetizione dello stesso racconto al suo caro medico.
Tuttavia, gli Atti non appartengono al genere letterario della storiografia intesa in senso positivista. Linterpretazione
di 2 Cor 11,32-33, che egli ci offre in At 9,23-25, , al ri guardo, quanto mai istruttiva. Cosa per niente strana, daltra
parte. La finalit delle due opere lucane (cfr. Lc 1,4; At 1,8b) eminentemente teologica. Esistono poi, negli Atti,
argomenti molto solidi contro 1identficazione del loro autore con il collaboratore di Paolo. Le divergenze fra i tre
racconti - come abbiamo visto - sono, inoltre, pi che accidentali e non possono spiegarsi in blocco con la diversa
situazione del protagonista. Infine, si deve riconoscere che gli sforzi fatti per armonizzarle violentano spesso il testo
invece di chiarirlo. Per queste e altre ragioni, tale soluzione oggi definitivamente abbandonata dallesegesi
scientifica.
La critica letteraria
Applicando alle tre narrazioni degli Atti lo stesso metodo gi usato nellanalisi letteraria del Pentateuco e dei
Vangeli, ossia la distinzione delle varie fonti letterarie, si conclude che Luca avrebbe avuto a disposizione due o tre
fonti diverse che, combinate insieme nella redazione finale, sarebbero ricomparse nella forma attuale del testo.
Quindi, tre relazioni con le rispettive differenze.
Non vi dubbio che nella composizione degli Atti lautore si sia servito di fonti letterarie. Ma non secondo il
metodo proprio di un moderno storiografo positivista, preoccupato di riprodurre il fatto concreto con esattezza
oggettiva. Luca non appartiene a questa categoria! Egli piuttosto un teologo della historia salutis. E, come tale,
pone il dato storico a servizio della concezione teologica esposta allinizio (At 1,8) e ricorrente nellintera opera. La
soluzione data dalla critica letteraria mostra di ignorare questaspetto fondamentale, definitivamente acquisito
dallesegesi. Se, inoltre, probabilissimo che i racconti della conversione di Paolo si rifacciano ad una primitiva
tradizione orale o scritta la triplice narrazione come pure le principali divergenze possono obbedire piuttosto ad un
determinato criterio teologico proprio dellautore.
7
J. BECKER, Paolo, lapostolo dei popoli, Brescia 1996, 36.
8
FABRIS R., Paolo, 92.
12
spondere alle insistenti e gravi accuse formulate dai giudei alla Chiesa: Perch si predica la
salvezza ai gentili?. volont di Dio: cos risponde Luca nelle tre narrazioni, che, nella for ma attuale, sono una redazione letteraria dellautore, servendosi della libert propria della
storiografia profana antica, sulla base di una tradizione cristiana - orale o scritta - riguardan te la
conversione di Paolo9.
Di tale avvenimento possono considerarsi elementi sicuri: lapparizione di Ges, presso
Damasco, a Saulo, fariseo e persecutore della Chiesa; il suo radicale mu tamento con
laccettazione della fede prima perseguitata; il bat tesimo per mano di Anania, un cristiano di
quella comunit.
Luca ha adattato questa tradizione al rispettivo contesto letterario, mettendola a servizio
delle proprie esigenze teologiche. Se At 9 mostra in forma drammatica che soltanto la volont
divina ha fatto del persecutore un missionario, At 22 afferma, in un contesto narrativo, che
lapostolato di Paolo fra i gentili dovuto ad un preciso comando del Signore medesimo, ed
perci conforme alla volont divina.
In realt le tre versioni dellepisodio sono tre variazioni sullo stesso tema 10. Sullo sfondo
dellattivit devastatrice di Paolo, persecutore della chiesa di Gerusalemme, irrompe liniziativa
del Signore che lo trasforma nel suo testimone scelto per annunciare il vangelo ai popoli.
Mentre il primo racconto descrive in terza persona lo svolgersi progressivo
dellesperienza, vista dallesterno, il secondo ed il terzo racconto ne riprendono lo schema
narrativo in forma autobiografica. Paolo a Gerusalemme parla della sua esperienza ai Giudei
riuniti davanti alla scalinata della torre Antonia e poi a Cesarea alla presenza del re Agrippa e
della sua sorella Berenice venuti a fare visita al governatore romano, Porcio Festo 11. Questi due
discorsi di Paolo sono la sua autodifesa presentata ai rispettivi destinatari. Egli fa ri salire
allazione efficace e gratuita di Dio il suo radicale cambiamento nei confronti di Ges e dei suoi
seguaci.
10
13
Paolo infatti, non scriveva certamente le sue lettere per informare gli studiosi del sec.
XX, bens per ovviare a circostanze occasionali createsi tra i fedeli delle sue chiese; i quali
erano benissimo informati del sommo avvenimento del loro maestro, n costui aveva tempo da
perdere ripetendo loro ci che gi sapevano12.
14
racconti su pretese apparizioni di Ges, gli sembra quasi di vedere la dolce figura del
maestro che lo guarda con aria di piet e con un tenero rimprovero sulle labbra. In
questi momenti, il suo ufficio di persecutore gli diviene odioso.
Il cammino lungo, daltra parte, laveva stancato. Con gli occhi infiammati, forse per
un inizio di oftalmia, giunge nei pressi di Damasco. Il passaggio dalla pianura
divorata dal sole alle fresche ombre dei giardini gli provoca un accesso di febbre, che
immantinente si impadronisce dellorganismo gi malaticcio e gravemente scosso del
fanatico viaggiatore, perch le febbri perniciose accompagnate da riflessi nel cervello
sono totalmente subitanee in quelle regioni.
Allimprovviso un temporale, uno dei molti terribili temporali che investono i fianchi
dellHermon con tuoni di violenza incomparabile, tanto che persino gli animi pi
insensibili non traversano senza emozione quelle spaventevoli piogge di fuoco. Cos,
nel suo stato febbricitante, Paolo ha scambiato un lampo con unapparizione del dolce
Maestro, un tuono con la voce di Lui, e, fatto veramente straordinario, da persecutore
diviene testimone di Cristo fino al martirio 17.
Cfr. RICCIOTTI, Paolo, 246-247; BUSCEMI, San Paolo, 42. Non ho potuto avere a disposizione lopera originale di
Renan.
18
BUSCEMI, San Paolo, 42.
19
La prova pi importante fu soprattutto il testo di Rom 7,7-25, il quale, proprio perch redatto in prima persona
singolare, sembrava assumere un valore di testimonianza autobiografica. Per una presentazione pi ampia: RICCIOTTI,
Paolo, 245-247.
17
15
Tale interpretazione esegetica oggi totalmente abbandonata: nessuna preparazione
psicologica negativa o positiva viene ritenuta probabile .
Tendenza storicista
La seconda tendenza quella storicista sostenuta da quegli esegeti che sostengono il
valore storico dei racconti22 e in essi non trovano n alcuna crisi di coscienza anteriore
allavvenimento di Damasco, n alcun atteggiamento di scrupolo circa le persecuzioni: Paolo
approv sempre sia luccisione di Stefano (At 7,60) sia quella degli altri cristiani (At 26,10 23).
Inoltre, cercano di appianare tutte le differenze che vi sono tra i vari racconti degli Atti e
di questi con le lettere paoline.
Tendenza critico-letteraria
La terza tendenza quella critico-letteraria, che attraverso lanalisi dei testi cerca di
individuare in essi somiglianze e differenze; poi basandosi soprattutto sulle differenze, tenta di
isolare le diverse fonti di cui si servito Luca per redarre i suoi tre racconti.
Seguendo la traccia di questa critica letteraria, gli esegeti hanno trovato delle tendenze
generali nella ricerca di un buon metodo di interpretazione delle fonti a nostra disposizione 24.
I paralleli pi invocati sono quelli della conversione di Eliodoro (2 Mac 3,7-40) o quella tratta del romanzo
giudeo ellenistico Giuseppe e Aseneth.
21
BUSCEMI, San Paolo, 43.
22
Cfr. G. LOHFINK, La conversione di San Paolo, Brescia 1996, 35-43.
23
BUSCEMI, San Paolo, 43.
24
Cfr: BUSCEMI, San Paolo, 44:
20
16
17
Nel Nuovo Testamento c quindi un vocabolario specifico della conversione che bene
ricordare, perch ci fa capire cose non del tutto esatte.
Il termine conversione tipico della Bibbia in cui si usa il verbo ebraico b che
vuol dire ritornare. Conversione esattamente quella manovra per cui si va in una
direzione, a un certo punto si blocca e si ritorna indietro. ()
Paolo capiva bene ci che era una conversione e sapeva che la sua aveva tutte le
caratteristiche di una conversione. Tuttavia levento da lui vissuto, ha avuto modalit pi
grandi e pi profonde.
C anche da dire che, mentre i sinottici e gli Atti usano di frequente il vocabolario
della conversione, Giovanni non lo usa mai. () Preferisce dire: venire a Ges,
venire a lui, andare a lui. Lidea fondamentale della conversione che
profondamente biblica espressa nel quarto Vangelo in termini di rapporto personale
con Ges, di sequela. Questo gi pi vicino alla lettura che Paolo ha fatto della propria
conversione30
18
Invece, a contatto con Ges egli diventato una creatura nuova. Dio, facendo irruzione
nella sua vita per mezzo di Cristo, ha determinato in lui una nuova creazione, qualitativamente e
radicalmente diversa36.
Siamo lontanissimi dalla conversione intesa moralisticamente. Paolo non un
peccatore penitente che ha ritrovato i sentieri del bene, dopo aver percorso quelli del male.
Tanto meno era un agnostico giunto ad accettare Dio e una visione religiosa della realt. La
sua, se proprio di conversione si vuol parlare, stata conversione a Cristo, scoperto con gli
occhi della fede come chiave di volta del destino umano 37.
Effettivamente la vita di Paolo conosce un cambiamento decisivo quando sulla strada di
Damasco fa lesperienza diretta di Cristo 38. Quello che sconvolse Saulo sulla via di Damasco
non fu la forza che lo colse dallalto, ma la scoperta di un amore nuovo, dolcissimo. Il
persecutore costretto ad amare il perseguitato, a predicare lamore di lui a tutti 39
Paolo stesso, forse richiamandosi a questa sua esperienza, dir in 2 Cor 5,17: Chi in
Cristo, questi una nuova creatura. La luce del volto di Cristo brill per opera di Dio nella sua
vita: E Dio che disse: Rifulga la luce dalle tenebre40, rifulse nei nostri cuori per far
risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo 41 (2 Cor 4,6).
LApostolo ci offre ancora una simile interpretazione di questesperienza che ha
rivoluzionato la sua vita, anche scrivendo ai Galati: Poi, quando Colui che mi scelse dal
seno di mia madre e mi chiam per mezzo della sua grazia si compiacque di rivelare in me il
suo Figlio affinch lo annunziassi tra le genti, subito non chiesi consiglio alla carne e al
sangue... (Gal 1,15-16). Quindi, anche Paolo vede 1evento di Damasco non come una
conversione, ma come il culmine della sua esistenza, ma come la vocazione 42.
Se la parola conversione dovesse essere adatta per esprimere questa svolta nella vita di Paolo, si dovrebbe dire
certamente che Dio stesso ha convertito Paolo. Non che questultimo, dopo aver riflettuto, sarebbe stato stanco
della sua militanza farisaica e avrebbe deciso di finirla con la sacrosanta Torah. [Cfr.: D. MARGUERAT, Paolo di
Tarso. Un uomo alle prese di Dio, Torino 2004, 24].
37
G. BARBAGLIO, Paolo di Tarso e le origini cristiane, Assisi 1989, 81.
38
ORSATTI, Introduzione, 238.
39
C. CREMONA, San Paolo, Milano 1983, 36.
40
Cf. Gen 1,3. Notare il riferimento alla creazione, che diviene un ottimo elemento per interpretare lesperienza di
Damasco come una nuova creatura.
41
BUSCEMI, San Paolo, 46: Il fariseo Paolo, che fino ad allora aveva esaltato al di sopra di ogni cosa la legge, da
quel momento in poi dir: La mia vita Cristo (Fil 1,21), perch niente ha valore n lessere ebreo n gentile, ma
ci che conta essere una nuova creatura (Gal 6,15); nessunaltra sapienza di questo mondo ha pi importanza, se
non conoscere Ges Cristo, anzi Ges Cristo crocifisso (1Cor 2,2); e rifiutando il vanto della legge dir: Quanto a
me, di nessunaltra cosa mi glorier se non della Croce del Signore nostro Ges Cristo, sulla quale il mondo per me
fu crocifisso e io per il mondo (Gal 6,14). Cristo divenuto per lui il termine della legge (Rom 10,4): ha finito il
suo ruolo di pedagogo (Gal 3,24) e ha trovato il suo totale perfezionamento nella legge di Cristo (Gal 6,2), nella
legge dellamore (Gal 5,14).
42
J. BECKER, Paolo. Lapostolo dei popoli, Brescia 1996, 79.
36
19
Liniziativa di Dio, che sceglie chi vuole e quando vuole: limperscrutabile e libera
decisione divina aveva un disegno concreto su di lui e lo ha realizzato. In quel momento tutto
cambiato: Ma quello che poteva essere per me un guadagno, lho considerato una perdita a
motivo di Cristo (Fil 3,7). Sta qui, nellamore di Cristo la chiave interpretativa di tutto
1evento di Damasco, quellevento che ha reso Paolo un innamorato di Cristo e un apostolo
infaticabile del suo Signore43.
Certamente, nessuno nega che vi possano essere delle differenze tra Atti e Lettere nel
racconto dellesperienza di Damasco, ma nessuno pu negare che lintento degli Atti lo stes so
di quello delle Lettere paoline: fondare lazione missionaria di Paolo. Essa un evento og gettivo cos importante, che Luca si sente in grado di applicare al caso la regola storiografica
della triplice ripetizione 44.
La sobria descrizione degli Atti non pu essere paragonabile agli scenari delle
rivelazioni apocalittiche. Lunico elemento visivo la luce che irrompe allimprovviso dal
cielo come un lampo, pi splendente del sole in pieno giorno45. Essa accompagnata dal
fenomeno di audizione: si sente la voce di uno che parla. Ma Luca evita di descriverne le
sembianze46. Tutta lattenzione concentrata nel contenuto del breve dialogo. Paolo viene
interpellato due volte con il suo nome: Saulo, Saulo 47. La ripetizione del nome corrisponde
allo schema dei dialoghi di rivelazione ai patriarchi biblici: Abramo, Giacobbe, Mos (Gen
22,1; 46,2; Es 3,4)48.
Per unanalisi sistematica di tutti i testi rivelati all evento di Damasco cf. Lautotestimonianza di Paolo sulla
sua conversione in: SABUGAL, La conversione, 19-64.
44
cfr. BUSCEMI, San Paolo, 45.
45
FABRIS, Paolo, 100.
46
Il racconto lucano della conversione di Paolo fa leva su alcuni elementi descrittivi desunti dal modello letterario
delle storie bibliche della rivelazione di Dio ai patriarchi e profeti. Sono fondamentalmente due i registri tradizionali
adoperati da Luca per descrivere lesperienza di Saulo sulla via nei pressi Damasco: una visione di luce che irrompe
allimprovviso dal cielo, accompagnata dallaudizione di una voce.
47
La ripetizione del vocativio Saulo, Saulo in realt rivela uno degli elementi letterari propri di Luca. Cf. Lc 8,24
(Maestro! Maestro!); Lc 10,41 (Marta! Marta!); Lc 22,31 (Simone, Simone). Questa ripetizione si trova
anche nella letteratura ebraica dellAT e aramaica del giudaismo rabbiniaco.
48
I versetti 4-6 si rifanno ad un modello, assai costante, di teofanie veterotestamentarie: Dopo queste cose, Dio
tent Abramo dicendogli: Abramo, Abramo!. Rispose: Eccomi! (Gen 22, 1); Dio disse a Israele in una
visione notturna: Giacobbe, Giacobbe!. Rispose: Eccomi! (Gen 46,2); Il Signore vide che si era spostato per
vedere, e lo chiam dal mezzo del roveto e disse: Mos, Mos!. Disse: Eccomi!. (Es 3,4).
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che la sua missione non un incarico ecclesiastico, ma un vero carisma divino che lo ha mutato
e lo ha reso testimone ed apostolo56.
il Cristo stesso, risuscitato e glorioso, che, per un privilegio unico, lo ha reso simile
agli altri apostoli. Per, allo stesso tempo Dio ha voluto che questa missione gli divenisse
chiara allinterno della Chiesa stessa, per non cadere nellillusione di correre o di aver corso
in vano (Gal 2,2). La mediazione di Anania non aveva il compito di presentargli una dottrina
nuova, ma quello di aiutare Paolo a comprendere la sua investitura apostolica alla luce della
tradizione ecclesiale57.
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4. Conclusione
Gli Atti degli Apostoli, con la triplice narrazione di questo evento non si distaccano
molto dallinterpretazione che Paolo ha dato di esso. Pur non essendo una copia conforme,
lopera lucana presenta 1esperienza di Damasco come un incontro di Cristo con Paolo,
durante il quale lapostolo viene investito della missione tra i gentili. La concordanza
essenziale tra Gal 1,15-16 e At 26,12-1834, sotto questaspetto, appare evidente: la visione e
linvestitura per una missione62.
Nel libro San Paolo di Alfio Marcello Buscemi possiamo trovare alcuni suggerimenti
generali, sintende proporre quale conclusione ed eventualmente quale punto di partenza per la
ricerca pi approfondita:
1) i testi vanno interrogati nel loro insieme. Le lettere paoline devono precedere in
importanza gli Atti. Ogni elemento delle fonti va visto alla luce del genere letterario a
cui appartiene, della tematica teologica che il passo intende svolgere e della prospettiva
in cui inserito: la prospettiva di Paolo non quella di Luca.
2) non bisogna cercare, di conseguenza, nessuna facile concordanza tra Lettere
paoline e Atti: vi parallelismo, non uniformit; le differenze sono reali e dipendono in
maggior misura dai vari contesti.
3) non bisogna imporre alle fonti le nostre categorie esplicative: il senso profondo degli
eventi deve scaturire dai testi stessi, soprattutto dallautointerpretazione che Paolo ha
dato della sua esperienza dell evento di Damasco e che gli Atti sembrano seguire
sostanzialmente. Attualmente tra gli esegeti si fa sempre pi strada lidea che 1evento
di Damasco non va interpretato come un fenomeno mistico, ma come unirruzione
del soprannaturale nella vita di Paolo, un intervento diretto di Dio che nel Cristo Ges
ha determinato in Paolo una nuova creazione: il persecutore farisaico di Ges
divenuto lapostolo innamorato di Cristo 63.
Non possiamo dimenticare che leggendo i brani biblici sullevento di Damasco
siamo dinanzi allavvenimento pi importante della vita di Paolo e, dopo la Risurrezione di
Cristo, lepisodio che ha maggiormente influito non solamente sulla storia del cristianesimo
primitivo ma addirittura di tutti i tempi.
62
63
Cfr.: G. BORNKAMM, Paolo apostolo di Ges. Vita e pensiero alla luce della critica storica, Torino 1977, 45-46.
Cfr: BUSCEMI, San Paolo, 44.
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5. Bibliografia
5.1. Strumenti di lavoro
Bibbia di Gerusalemme, Bologna 1984.
Dizionario di Teologia Biblica a cura di BAUER J., Brescia 1965.
Grande Enciclopedia illustrata della Bibbia, a cura di BURKHARD, GRNZWEIG, LAUBACH, MAIER,
Casale Monferrato 1997.
Nuovo grande commentario biblico, a cura di BROWN, FITZMYER, MURPHY, Brescia 1997
M. ORSATTI, Introduzione al Nuovo Testamento, Lugano 2005.