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DI
SERGIO CHIEREGATO
IL COLLOQUIO DI COUNSELING
CON
GLI ADOLESCENTI
Anno 2008
gruppo delle ragazze delle quali voleva far parte, pur non
condividendone i comportamenti, come si sarebbe dovuta vestire e
comportare per poterne, comunque, far parte. In ogni classe vi una
forte presenza di sottogruppi che spesso si confrontano e non
comunicano se non con reciproca disconferma. Sembra che si presenti
forte il bisogno di essere riconosciuti ed accettati dallaltro, individuo o
gruppo. Ho potuto notare ragazze gi con una forte personalit ed altre
Il messaggio che veniva forte era: Una volta fuori di qui far vedere io
chi sono e quanto valgo, qui non ne vale la pena, a nessuno frega
qualcosa!.
Il colloquio
Una premessa: la tipologia del colloquio che ho tenuto con i molti ragazzi
che ho incontrato si pu assolutamente considerare allinterno di un
rapporto di couseling, e questo per diversi motivi.
a) Il setting non era terapeutico, le nostre basi psicologiche erano
priorit alla gerarchia delle sensazioni che ho provato, sulla base di quello
che hanno provocato in me emotivamente.
che il ragazzo pensi che tu voglia passare al nemico. Devo dire che
questa riflessione stata prodotta ed ha trovato conferma nel
comportamento dei ragazzi e nel loro mancato secondo incontro. Lo
sguardo sistemico deve inizialmente fermarsi al microsistema del
ragazzo.
che, dopo tutto, a loro tutto si giustifica viene visto con sospetto come
fosse una mela avvelenata. Pretendono di essere sottoposti a regole e
di essere ripresi quando le stesse vengono eluse od infrante, e lo
pretendono anche da chi, pur offrendosi per un ascolto, rappresenta
per loro un adulto con il quale confrontarsi.
4) Ho potuto notare che unaltra caratteristica particolare, rispetto ai
canoni del colloquio classico, la richiesta da parte dei ragazzi di
essere proattivo. Lattesa ed il silenzio, alla ricerca di una qualche
interpretazione o spiegazione di fatti, vengono spesso mal sopportati. I
ragazzi ti chiedono di sporcarti le mani, di provare con loro a trovare un
significato a certi fatti, per poi magari negare con coraggio e
determinazione la tua versione. Ti vogliono attivo, anche se non
prevaricatore o risolutore, ti vogliono sentire vibrare, attento ed
interessato al caso. Accettano con simpatia paradossi e piccole
provocazioni, tutto quello che pu mantenere alto il tono dellincontro.
Per finire, vorrei dire che noi adulti abbiamo una grande responsabilit nei
confronti di questi ragazzi, ed al di l del futuro che gli stiamo
preparando, problema pi grande di noi, mi sono reso conto di come
sarebbe importante offrire loro un momento, un luogo, uno spazio, nel
quale, in un rapporto originale pieno di rispetto e comprensione, loro
possano sentirsi ascoltati in qualit di attori principali e non di comparse.
Bibliografia
Bonino S. (2005), Il Fascino del Rischio negli Adolescenti, Giunti Editore,
Firenze.
Caprara G.V., Fonzi A. (2000), LEt Sospesa, Giunti Editore, Firenze.
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