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Culture Documents
loci
anche
le
informazioni,
con
la
nascita
della
radio,
del
telefono
e
nel
Novecento
col
boom
della
televisione
e
a
Internet.
Gli
eeJ
della
rivoluzione
nei
traspor6
e
nelle
comunicazioni
favoriscono
lo
sviluppo
dei
commer-
ci,
dellindustria,
ma
sopra(u(o
si
me(ono
a
conta(o
mondi
e
culture
estremamente
diverse.
2.
Allorigine,
le
Rivoluzioni
Le
Rivoluzioni
della
ne
del
Se(ecento
producono
la
ne
dellAncient
Rgime,
dando
il
via
allet
del
capitalismo
e
della
borghesia
liberale.
Lo
storico
Eric
Hobsbawm
d
il
nome
di
Age
of
RevoluAon
al
periodo
compreso
tra
gli
anni
O(anta
del
Se(ecento
e
le
rivoluzioni
europee
del
1848.
Parla
di
una
duplice
rivoluzione,
paragonata
a
un
vulcano
con
due
crateri.
Da
un
lato
individua
la
rivoluzione
industriale
che
d
vita
al
moderno
sistema
delle
fabbriche
e
alla
classe
operaia,
da
un
altro
c
quella
poli6ca
-
la
Rivoluzione
francese
-
che
da
vita
ai
conceJ
di
opinione
pubblica,
par6to,
nazione,
ci(adinanza,
liberalismo
e
democra-
zia.
2.1.
La
rivoluzione
industriale
inglese
Il
termine
rivoluzione
industriale
indica
il
rapido
passaggio
dalla
manifa(ura
alla
moderna
fabbrica
capitalis6ca
nella
quale
si
concentrano
operai
e
macchine
mosse
dal
vapore.
Cambia
cos
il
modo
di
produrre,
il
lavoro
delle
braccia
sos6tuito
da
quello
della
macchina.
Si
parla
di
pi
rivoluzioni
industriali.
La
prima
si
verica
in
Inghilterra
alla
ne
del
18esimo
secolo;
la
seconda
investe
altri
paesi
europei
e
gli
Sta6
Uni6.
Si
basa
sullindustria
tessile
e
non
su
quella
pesante,
e
per
inizia6va
del
privato
e
non
come
intervento
dire(o
dello
Stato
e
delle
banche.
I
macchinari
non
erano
molto
costosi
e
limpiego
era
in
larga
parte
composto
da
donne
e
bambini,
remunera6
con
un
salario
minore
e
la
giornata
lavora6va
era
di
16
ore.
Accanto
alle
nuove
fabbriche
per
ancora
rimangono
in
vita
le
vecchie
forme
di
produzione
quale
lar6gianato.
Introduzione
di
telai
meccanici
per
le
fabbriche
cotoniere
favorisce
la
produzione
di
ferro
e
quindi
del
coke
-
il
carbon
fossile
-
simbolo
dello
sviluppo
di
Manchester,
ci(
dellInghilterra
che
decu-
plic
la
popolazione,
trasformandosi
in
una
grande
ci(-fabbrica.
Ma
perch
tu(o
questo
accade
in
Inghilterra?
Questo
dovuto
alle
trasformazioni
agricole,
nella
demograa,
nella
poli6ca
economica
e
nella
posizione
poli6ca
complessiva
della
Gran
Bretagna.
La
recinzione
-
encolsures
-
delle
terre
passate
ai
grandi
proprietari
che
inves6vano
capitali
deter-
min
una
serie
di
eeJ:
laumento
della
produzione
a
favore
della
popolazione
non
agricola,
la
riduzione
in
povert
dei
piccoli
col6vatori
costreJ
ad
abbandonare
le
campagne.
Ma
comunque
dicile
valutare
i
rappor6
tra
questa
rivoluzione
agricola
e
quella
industriale.
La
poli6ca
economica
del
paese
abolisce
la
produzione
di
stoe
in
solo
cotone.
Questo
fa
si
che
i
dazi
di
importazione
dei
tessu6
prodoJ
in
India
triplicano,
a
favore
dellimportazione
di
cotone
greggio,
trasformando
il
Paese
orientale
in
un
mercato
per
tessu6
prodoJ
in
Inghilterra.
Questo
sviluppo
industriale
potenzia
il
peso
imperiale
dellInghilterra.
Dopo
il
1790,
lindustria
dipende
sempre
di
pi
dagli
sta6
meridionali
degli
USA.
Il
nuovo
modo
di
produrre
non
tollera
le
stru(ure
delle
an6che
organizzazioni
corpora6ve,
con-
trapponendo
il
principio
di
libera
concorrenza
nel
mercato
del
lavoro:
i
CombinaAon
Acts
del
1799-
1800,
che
vietano
le
associazioni
degli
operai,
lasciandoli
privi
di
difese.
E
in
questo
frangente
che
nasce
la
classe
operaia,
sos6tuendosi
a
quello
di
classe
lavoratrice
o
la-
boriosa.
Si
introduce
quindi
il
conce(o
di
classe
e
non
di
ceto
sociale,
denito
cio
sulla
base
della
sua
collocazione
nel
processo
produJvo
e
non
sulla
condizione
economica.
Quindi
apparte-
nere
ad
una
determinata
classe
sociale
uno
stato
mobile
nel
tempo.
Marx
nel
primo
volume
de
Il
capitale
introduce
le
valutazioni
estrapolate
dalle
inchieste
degli
ispe(ori
inglesi
sulle
condizioni
di
lavoro
delle
fabbriche,
come
ad
esempio
i
lunghissimi
turni
di
lavoro
di
16
ore
e
tassi
di
disoccupazione
crescen6.
Una
nuova
forma
di
protesta
rappresentata
dal
luddismo,
movimento
che
prende
il
nome
da
un
leggendario
tessitore
-
Ned
Ludd
-
che
si
propone
di
distruggere
le
macchine,
considerate
causa
della
disoccupazione
e
della
diminuzione
dei
salari.
C
il
riuto
della
nuova
economia
liberista
per
ripris6nare
quella
nota
come
economia
morale
a(a
a
evitare
eccessivi
squilibri
sociali
e
di
rego-
lare
il
mercato
in
base
ad
una
concezione
popolare
di
benessere
comune.
Il
movimento
fallisce
in
mancanza
di
una
guida
poli6ca.
2.2.
La
Rivoluzione
francese
e
let
napoleonica
Il
simbolo
della
Rivoluzione
francese
il
giorno
della
distruzione
della
prigione
della
Bas6glia,
il
14
Luglio
del
1789.
Il
signicato
della
periodizzazione
della
Rivoluzione
francese
indubbio:
si
parla
di
uguaglianza
giuridica
e
di
aermazione
dei
diriJ
civili,
di
opinione,
stampa
e
culto;
si
parla
di
idea
di
nazione
e
Stato
liberale
basato
sulla
separazione
dei
poteri
e
su
una
concezione
laica.
Let
napoleonica,
che
fa
tesoro
degli
even6
della
rivoluzione,
introduce
e
dionde
in
Europa
nuovi
codici
e
un
nuovo
sistema
amministra6vo,
il
sistema
metrico
decimale
e
mutazioni
del
vocabolario,
con
tan6
nuovi
termini
introdoJ
e
vecchi
termini
che
cambiano
di
signicato
-
a
par6re
dallo
stes-
so
conce(o
di
rivoluzione
-.
Sul
piano
economico
la
rivoluzione
produce
cambiamen6
come
labolizione
del
sistema
feudale
e
laermazione
del
libero
mercato
del
lavoro
e
della
libert
dimpresa.
La
molla
che
fa
sca(are
la
rivoluzione
cos6tuita
dai
problemi
nanziari
del
regno.
Luigi
XVI
infaJ
convoca
gli
Sta6
generali
che
non
si
riunivano
dal
1614.
Gli
sta6
sono
tre:
nobilt,
clero
e
il
Terzo
stato
-
composto
da
commercian6,
professionis6,
ar6giani
e
piccoli
proprietari,
ovvero
rappresen-
tavano
la
maggioranza
della
popolazione
-.
La
societ
francese
percorsa
da
un
profondo
malcontento
dovuto
alle
for6
diseguaglianze
di
trat-
tamento
dei
suddi6.
Il
Terzo
stato
rappresenta
il
popolo
e
la
borghesia
in
via
di
formazione.
Il
popolo
di
Parigi
il
14
Luglio
1789
si
impossessa
della
prigione
della
Bas6glia
per
rifornirsi
di
armi
e
costringere
il
re
a
trasferirsi
da
Versailles
nella
capitale,
dove
il
governo
municipale
pu
meglio
controllarlo.
Come
simbolo
di
unit
tra
monarchia
e
nazione,
Luigi
XVI
ado(a
la
coccarda
tricolore
in
bianco
-
colore
dei
Borbone
-
e
rosso
e
blu
della
municipalit
parigina.
Il
26
Agosto
1789
lAssemblea
approva
la
Dichiarazione
dei
diriH
delluomo
e
del
ci4adino,
il
mani-
festo
della
rivoluzione
che
segna
la
ne
dellAncient
Rgime.
Laermazione
dei
diriJ
di
libert
personale,
di
opinione,
di
stampa,
di
culto,
di
propriet,
del
con-
trollo
sullimposizione
delle
tasse,
delluguaglianza
di
fronte
alla
legge
e
nellaccesso
a
tu(e
le
cari-
che
pubbliche,
contenuta
in
forma
diversa
nella
Cos6tuzione
degli
Sta6
Uni6
del
1787.
In
Francia
pi
radicale
nei
suoi
fondamen6
teorici.
LAssemblea,
oltre
ai
diriJ
del
ci(adino,
decreta
la
fondazione
di
una
monarchia
cos6tuzionale
di-
s6nguendo
il
potere
esecu6vo,
a(ribuito
al
sovrano,
da
quello
legisla6vo
esercitato
da
una
Camera
di
rappresentan6
eleJ.
Questa
cos6tuzione
diviene
un
punto
di
riferimento
per
il
liberalismo
O(o-
centesco,
limitandosi
a
considerare
i
ci(adini
maschi
aJvi.
Inoltre,
per
risolvere
i
problemi
nanziari
del
paese,
lAssemblea
espropria
e
me(e
allasta
i
beni
della
Chiesa,
che
rappresentavano
circa
il
10%
del
territorio
francese.
Circa
un
sesto
del
territorio
francese
cambia
di
propriet
a
vantaggio
sopra(u(o
dei
ce6
borghesi.
Nel
1794
viene
abolita
la
schiavit
nelle
colonie
francesi.
Il
corso
della
rivoluzione
viene
accelerato
dallemergere
di
corren6
poli6che
pi
radicali
come
quel-
la
dei
giacobini
e
dalla
resistenza
del
re
agli
asseJ
cos6tuzionali
che
gli
limitavano
il
potere.
La
il
tenta6vo
di
fuga
del
re
evidenzia
la
forte
tensione
che
aleggia
sul
fronte
controrivoluzionario,
sostenuto
in
prima
linea
dallAustria.
Ecco
che,
sentendosi
minacciata,
la
Francia
dichiara
guerra
allAustria
nel
1792.
La
Francia
viene
salvato
dalla
mobilitazione
di
truppe
composte
dal
ceto
inferiore.
I
giacobini
di
Robespierre,
Danton,
Marat
e
Saint-Just
quello
stesso
anno
depongono
il
re,
arre-
standolo
insieme
alla
famiglia
e
ghiglioJnandolo
nel
Gennaio
del
1793.
Il
governo
provvisorio
viene
assunto
dalla
Comune
di
Parigi,
con
limpegno
di
cos6tuire
una
nuova
assemblea,
la
Convenzione
nazionale.
E
la
ne
della
monarchia
cos6tuzionale
e
viene
proclamata
la
repubblica.
Il
calendario
laico
sos6tuisce
quello
ca(olico,
che
ora
prende
i
nomi
dalle
stagioni
e
dai
lavori
agricoli.
Il
Giugno
del
1793
viene
approvata
una
nuova
Cos6tuzione,
la
cui
applicazione
viene
sospesa
a
causa
della
guerra,
e
una
nuova
Dichiarazione
dei
diriJ,
fra
i
quali
quello
del
lavoro,
dellassistenza
ai
pi
poveri
e
dellistruzione,
oltre
che
il
voto
a
ogni
uomo
nato
e
domiciliato
in
Francia.
Vi
il
regime
del
Terrore
-
alla
guida
dei
giacobini
-
tra
lestate
del
1793
e
quella
del
1794,
con
il
soocamento
nel
sangue
dei
tenta6vi
controrivoluzionari,
grazie
anche
allu6lizzo
della
ghiglioJna
-
abolita
solo
nel
1981
-.
Con
lesecuzione
di
Robespierre
nisce
il
Terrore
e
la
fase
giacobina
della
rivoluzione.
LobieJvo
ora
quello
di
ripris6nare
lordine
borghese
del
1792
e
a
questo
si
ispira
la
nuova
Cos6-
tuzione
del
1795,
che
restringe
la
nozione
di
ci(adino
con
la
richiesta
di
un
censo,
abolisce
il
suf-
fragio
universale,
ssando
come
requisito
lalfabe6smo
e
lesercizio
di
un
mes6ere
per
poter
essere
considera6
ele(ori.
Viene
introdo(o
un
sistema
bicamerale.
E
il
regime
del
Dire(orio,
dal
1795
al
1799,
che
svolge
una
poli6ca
moderata.
Il
generale
Napoleone
Bonaparte
ha
appena
26
anni,
quando
nel
1796
guida
la
campagna
dItalia
contro
lAustria.
La
guerra
raorza
il
peso
dellesercito
e
le
conquiste
di
Napoleone
favoriscono
la
sua
ascesa
poli6ca.
Col
colpo
di
stato
del
1799
scioglie
il
Dire(orio
e
prepara
una
nuova
Cos6tuzione
che
ridimensiona
il
potere
legisla6vo.
Solo
il
primo
console,
lui
stesso,
poteva
promulgare
le
leggi
e
nominare
le
alte
cariche
dello
Stato.
Con
la
nuova
Cos6tuzione
dichiara
la
rivoluzione
nita,
assume
un
conso-
lato
a
vita
e
si
fa
proclamare
imperatore
Napoleone
I
da
Pio
VII.
Le
guerre
dellimperatore
sconvolgono
la
geograa
europea,
anne(endo
allimpero
il
Piemonte,
la
Toscana,
Roma,
lIstria,
Dalmazia
e
Olanda.
Dopo
svaria6
tenta6vi
di
estendere
ancora
i
conni
del-
limpero,
le
truppe
nemiche
nel
1814
entrano
a
Parigi
costringendo
Napoleone
ad
abdicare.
Sul
trono
sale
Luigi
XVIII,
fratello
di
Luigi
XVI.
Lanno
dopo,
mentre
il
Congresso
di
Vienna
ridisegna
lEuropa,
Napoleone
tenta
di
riprendersi
il
potere
fuggendo
dallesilio
dellisola
dElba.
La
scon(a
a
Waterloo
segna
la
sua
ne,
che
lo
port
allesilio
di
SantElena,
dove
muore
nel
1821.
Lordine
imposto
dallimpero
napoleonico
nei
paesi
annessi,
subordina6
o
allea6,
non
solo
di
6po
poli6co-territoriale.
Esso
investe
lorganizzazione
statuale
e
sociale
complessiva,
esportando
i
prin-
cipi
liberal-borghesi
della
rivoluzione,
fornendo
modelli
di
alcune
is6tuzioni
di
alta
cultura
-
come
cole
Normale
di
Parigi
che
ispir
la
Normale
di
Pisa
-
e
imponendo
un
modello
di
Stato
accentrato
re(o
da
una
burocrazia
amministra6va
qualicata
e
solida.
Strumento
essenziale
di
raccordo
tra
Stato
e
societ
il
Codice
civile
che
aerma
luguaglianza
giu-
ridica
e
i
diriJ
personali,
come
quello
di
propriet,
e
il
riconoscimento
del
matrimonio
civile
e
del
divorzio.
2.3.
Rivoluzione
e
rivoluzioni
Il
conce(o
poli6co
di
rivoluzione
che
conosciamo
risale
solo
alla
ne
del
Se(ecento,
durante
la
du-
plice
rivoluzione.
Fino
ad
allora
il
termine,
a
seguito
delle
scoperte
di
Copernico,
indica
il
movimen-
to
circolare
dei
piane6:
revoluAo,
ovvero
lorbita
seguita
dagli
astri
che
tornavano
al
punto
di
par-
tenza.
Con
rivoluzione
quindi,
in
gergo
poli6co,
prima
del
1789
indica
non
un
mutamento
completo
dellordine
poli6co
e
sociale,
ma
la
restaurazione
dellan6ca
autorit
legiJma,
il
ritorno
ad
essa.
Comincia
ad
assumere
il
signicato
moderno
con
la
condanna
a
morte
di
Carlo
I
Stuart,
denita
come
rivoluzione
di
Dio,
come
una
cosa
inevitabile.
Col
signicato
poli6co
moderno
si
intende
una
volont
di
instaurare
un
nuovo
ordine,
un
progresso
rispe(o
al
passato,
un
mutamento
radicale
di
tu(a
la
societ,
diverso
dal
colpo
di
Stato
o
dalla
ri-
voluzione
di
palazzo,
che
mirano
a
cambiare
il
leader
e
non
lordine
sociale.
Con
esso
subentra
an-
che
una
nuova
concezione
della
storia.
E
con
esso
si
denisce
il
conce(o
di
controrivoluzione,
come
un
ritorno
al
passato.
Il
termine
usato
anche
per
indicare
for6
accelerazioni
nel
campo
poli6co
o
anche
in
altri
aspeJ
della
vita
sociale.
Anche
alcuni
movimen6
che
oggi
sono
deni6
rivoluzionari,
al
tempo
stesso
in
cui
si
vericano
so-
no
auto-deni6
rivoluzionari.
Il
tema
della
rivoluzione
come
processo
si
lega
stre(amente
allanalisi
dei
suoi
cara(eri
econo-
mici
e
sociali
nel
pensiero
socialista
e
nel
marxismo.
Il
Manifesto
del
parAto
comunista,
pubblicato
da
Marx
ed
Engels,
intende
la
rivoluzione
industriale
come
la
nuova
coscienza
di
classe
proletaria
e
del
suo
ruolo
nellabbaJmento
del
sistema
capitalis6co.
La
breve
esperienza
della
Comune
di
Parigi
che
dalla
Guerra
civile
in
Francia
viene
indicata
da
Marx
come
il
primo
esempio
di
governo
della
classe
operaia
che
ha
abba(uto
con
una
rivoluzione
lo
Stato
borghese
di
Napoleone
III.
quindi
il
regno
di
Luigi
Filippo
-
durato
no
al
1848
-
che
amplia
lele(orato,
concede
una
Cos6tu-
zione
che
riconosce
la
libert
di
stampa
e
religiosa,
ristabilisce
la
bandiera
tricolore
e
riforma
listruzione.
Questa
rivoluzione
pone
ne
alla
Restaurazione
e
aerma
le
forze
an6legiJmiste
e
il
principio
di
nazionalit.
Linuenza
non
si
limita
al
suo
paese
di
origine,
anche
il
Belgio
insorge
contro
lOlanda
protestante,
la
Polonia
si
ribella
alla
Russia
proclamando
lindipendenza.
In
Italia
i
carbonari
nei
duca6
di
Modena
e
Parma
e
nelle
legazioni
pon6cie
si
ribellano.
I
liberali
di
Ciro
MenoJ
mobilitano
gli
esponen6
della
borghesia
che
mirano
a
cos6tuire
una
monarchia
cos6-
tuzionale,
ma
fallisce
il
tenta6vo.
Mazzini,
durante
lesilio
a
Marsiglia,
viene
inuenzato
dalla
concezione
democra6ca
e
unitaria
di
Buonarro6
e
dei
socialis6
utopis6
francesi.
Libert,
uguaglianza,
indipendenza,
unit
e
repubblica
sono
i
principi
su
cui
fonda
la
Giovine
Italia,
organizzazione
che,
con
il
simbolo
tricolore,
vuole
svin-
colarsi
dallinuenza
francese
rendendo
gli
italiani
protagonis6
della
lo(a
per
lindipendenza
dallo
straniero
e
per
lunit.
Il
suo
programma
pubblico
a
dierenza
di
quello
dei
carbonari.
3.7.
LInghilterra
delle
due
nazioni
La
ques6one
operaia
al
centro
della
poli6ca
inglese
allinizio
dellO(ocento.
Riesce
a
controllare
gli
sconvolgen6
eeJ
sociali
della
rivoluzione
industriale
-
favori6
dallalto
prezzo
del
grano
sancito
dalle
Corn
Laws
del
1815,
leggi
che
proteggevano
la
produzione
agricola
interna
dalla
concorrenza
estera,
salvaguardando
gli
interessi
dei
proprietari
terrieri
-.
Vengono
aboli6
i
CombinaAon
Acts
(1799-1800)
perme(endo
la
cos6tuzione
di
associazioni
ope-
raie,
limitando
per
la
libert
di
sciopero.
Nel
1829
vengono
riconosciu6
ai
ca(olici
gli
stessi
diriJ
poli6ci
dei
protestan6.
Nel
quadro
internazionale
abolisce
nel
1833
la
schiavit
nelle
colonie,
men-
tre
nel
campo
delle
fabbriche
le
leggi
che
limitavano
la
giornata
lavora6va
di
donne
e
bambini
ven-
gono
a
lungo
inosservate.
La
consapevolezza
che
la
societ
inglese
divisa
in
due
-
non
pi
poveri
contro
ricchi,
ma
proletari
contro
capitalis6
-
diusa:
si
hanno
due
nazioni
o
due
popoli
aerma
il
futuro
primo
ministro
Disraeli.
Engels
evidenzia
la
fra(ura
in
due
classi
contrapposte
provocata
dalla
rivoluzione
indu-
striale.
Dopo
le
agitazioni
operaie
sostenute
da
radicali
come
il
losofo
Jeremy
Bentham,
avviene
il
feno-
meno
del
Car6smo,
movimento
poli6co,
il
cui
programma
-
la
Carta
del
popolo
-
chiede
il
suragio
universale
maschile,
il
voto
segreto,
rinnovo
annuale
della
Camera
eleJva,
abolizione
dei
limi6
di
censo
per
essere
eleJ
e
varie
disposizioni
di
stampo
democra6co
a(e
a
far
partecipare
la
classe
popolare
alla
vita
poli6ca.
Il
movimento
liberista,
animato
dallindustriale
Richard
Cobden,
riesce
a
convincere
il
governo
con-
servatore
di
Robert
Peel
ad
abolire
le
Corn
Laws
nel
1846,
nel
momento
in
cui
la
cares6a
scoppiata
in
Irlanda
me(e
in
dubbio
lecacia
del
protezionismo.
3.8.
Il
liberalismo
Let
della
Restaurazione
in
Europa
anche
quella
in
cui
si
aerma
il
principio
losoco
e
poli6co
del
liberalismo.
E
un
conce(o
pi
complesso
di
quello
di
libert
e
usato
in
termini
poli6ci.
La
prima
origine
del
liberalismo
rintracciabile
nelle
lo(e
per
la
libert
di
coscienza
e
di
opinione
per
la
tolleranza
religiosa
nellInghilterra
del
Seicento,
quando
John
Locke
si
ba(e
per
i
diriJ
del
ci(adino
nei
Tra(a6
sul
governo.
Ma
solo
dopo
la
Rivoluzione
francese
che
si
aerma
il
liberali-
smo
poli6co
come
do(rina.
Benjamin
Constant,
considerato
il
padre
del
liberalismo,
aerma
che
per
gli
anAchi
la
libert
con-
siste
nella
partecipazione
dire4a
agli
aari
pubblici
e
per
la
societ
pi
complessa
dei
moderni
essa
invece
la
libert
del
singolo
di
esprimere
idee,
associarsi,
e
avere
propriet.
Quindi
la
libert
d
un
potere
esterno,
che
diventa
libert
di
agire
in
modo
autonomo.
Lo
studioso
e
uomo
poli6co
inglese
John
Stuart
Mill
elabora
questa
concezione
di
libert:
la
liber-
t
deve
essere
il
principio
motore
delle
dierenze
di
opinione
e
della
loro
possibilit
di
espressione.
Le
posizioni
di
Constant
e
Mill
esprimono
al
tempo
stesso
il
signicato
losoco
del
liberalismo
e
i
limi6
sociali
che
nellO(ocento
restringono
ai
soli
proprietari
questo
diri(o.
Tra
il
Se(ecento
e
lO(ocento
il
liberismo
ha
molta
fortuna
in
Gran
Bretagna
sostenuto
da
econo-
mis6
come
Smith,
Ricardo
e
Cobden.
Dopo
la
grande
crisi
del
1929
il
liberismo
economico
non
un
corollario
del
liberismo
economico.
La
Dichiarazione
dei
diriH
delluomo
e
del
ci4adino
del
1789
aerma
che
la
libera
comunicazione
del
pensiero
e
delle
opinioni
uno
dei
diriJ
pi
preziosi
delluomo:
ogni
ci(adino
pu
dunque
parlare,
scrivere,
stampare
liberamente[...].
suragio
universale
maschile.
Si
ha
una
vi(oria
dei
repubblicani
modera6.
Essi
escludono
i
sociali-
s6
provocando
la
rivolta
degli
operai
parigini.
La
provincia
moderata,
legiJmata
dal
suragio
uni-
versale,
vince
sulla
Parigi
radicale
e
socialista.
Viene
elaborata
la
Cos6tuzione
di
novembre.
La
repubblica
democra6ca
man6ene
il
suragio
universale
maschile
e
i
principi
liberali
proclama6
a
Febbraio,
nel
rispe(o
della
propriet
e
dellor-
dine
pubblico,
ed
organizzata
sul
modello
degli
Sta6
Uni6.
Nel
Dicembre
del
48
viene
ele(o
presidente
Luigi
Bonaparte,
nipote
di
Napoleone.
In
questo
clima
avviene
il
colpo
di
Stato
di
Luigi
Bonaparte
che
scioglie
lAssemblea
per
ristabilire
il
suragio
universale
e
prolungare
il
suo
mandato
di
dieci
anni.
Ma
la
Cos6tuzione
fa(a
approvare
nel
Gennaio
del
1852
gli
concede
poteri
ampi.
La
Seconda
Repubblica
nisce
nel
Novembre
del
1852,
quando
si
fa
proclamare
imperatore
col
nome
di
Napoleone
III.
La
speranza,
diusa
fra
i
popoli
di
lingua
tedesca,
di
dar
vita
a
un
loro
Stato
nazionale
sembra
prendere
corpo
con
lAssemblea
cos6tuente
ele(a
a
suragio
universale.
Si
scontrano
inoltre
due
ipotesi
di
unicazione:
la
grande
tedesca
del
regno
asburgico,
sostenuta
dai
ca(olici,
e
la
piccola
tedesca
degli
Hohenzollern
di
Prussia.
A
Francoforte
prevale
la
seconda.
Ma
la
Cos6tuzione
votata
non
entra
in
vigore,
anche
se
ha
un
grande
valore
simbolico.
La
rivoluzione
scoppiata
nel
Marzo
del
1848
a
Vienna
costringe
limperatore
Ferdinando
I
a
conce-
dere
ad
Aprile
una
Cos6tuzione.
A
Praga
si
forma
un
governo
provvisorio
e
lUngheria
proclama
la
propria
autonomia.
La
rivoluzione
viennese
produce
insurrezioni
pure
nel
lombardo-veneto.
E
Luigi
Napoleone
ad
assumersi
il
compito
di
abba(ere
la
Repubblica
romana,
dove
c
un
governo
guidato
da
Mazzini
con
a
sua
difesa
Garibaldi.
Il
presidente
francese
intende
o(enere
il
consenso
interno
dei
ca(olici
e
limitare
linuenza
asburgica
in
Italia.
Dopo
il
1848-49
non
si
vericano
rivoluzioni
in
Europa
per
tanto
tempo
se
non
per
via
di
even6
bellici
come
la
Comune
di
Parigi
del
1871
o
le
rivoluzioni
russe
(1905
e
1917).
I
movimen6
nazionali
riemergono
in
Italia
e
in
Germania,
con
nuovi
protagonis6
poli6ci,
come
i
socialis6,
che
cominciano
ad
assumere
una
sionomia
poli6ca
(Karl
Marx
e
Friedrich
Engels).
Oltre
il
movimento
socialista
il
movimento
democra6co
a
farsi
strada,
che
sos6ene
luguaglianza
di
tuJ
i
ci(adini
sul
terreno
poli6co
e
sociale.
4.3.
Due
nuovi
StaA,
Italia
e
Germania
Nellarco
di
dieci
anni
(1861-71)
nasce
il
regno
dItalia
e
il
Reich
tedesco.
Le
loro
formazioni
hanno
origine
nelle
rivoluzioni
del
1848-49
e
nei
loro
esi6.
Lunicazione
tedesca
un
processo
condo(o
dallalto,
per
inizia6va
della
Prussia.
Lunit
in
Italia
si
raggiunge
con
laiuto
dei
francesi
e
di
un
compromesso
tra
le
aspirazioni
di
espansione
territoria-
le
della
dinas6a
sabauda,
lopera
dei
modera6
di
Cavour
e
linizia6va
dei
democra6ci
mazziniani
e
garibaldini.
Lo
stesso
termine
Risorgimento
usato
dai
suoi
protagonis6
per
denire
il
processo
di
unicazione
in
Italia,
ne
so(olinea
il
cara(ere
nazionale:
esso
rappresenta
lidea
di
un
rinnovamen-
to
nella
forma
di
uno
Stato-nazione.
Aspirazioni
e
ipotesi
cominciano
a
concre6zzarsi
quando
nel
1852
Camillo
Benso
conte
di
Cavour
arriva
alla
guida
del
Piemonte.
Si
propone
di
raorzare
lo
Stato
ispirandosi
al
modello
inglese
libe-
rale
e
liberista.
Abolisce
i
dazi
sul
grano
e
compie
una
serie
di
opere
pubbliche
per
migliorare
le
vie
di
comunicazione
e
leconomia.
Nel
1857
il
regno
sabaudo
esibisce
alcuni
successi
grazie
alla
diplomazia
di
Cavour.
Punta
ad
o(e-
nere
lappoggio
di
altre
potenze
an6austriache.
Coglie
loccasione
della
guerra
di
Crimea
del
1854
e
si
garan6sce
la
partecipazione
alla
conferenza
di
pace
di
Parigi
del
1856.
Ivi
solleva
il
problema
del-
lasse(o
poli6co
della
penisola
italiana.
Da
qui
nasce
lasse
privilegiato
con
la
Francia
per
condurre
una
poli6ca
comune
an6austriaca,
arrivando
no
ad
un
accordo
segreto
nel
1858.
Le
aspirazioni
nazionali
soddisfa(e
sono
comunque
subordinate
agli
interessi
dinas6ci
piemontesi.
Lo
scoppio
delle
insurrezioni
an6borboniche
in
Sicilia
spinge
Garibaldi
a
organizzare
una
spedizione
di
mille
volontari
nel
Maggio
1860,
prendendo
so(o
controllo
lisola.
Raggiunge
Napoli
a
Se(em-
bre,
entrandovi
col
consenso
di
Napoleone
III
che
chiede
di
lasciare
al
pontece
Roma
e
il
Lazio.
Le
truppe
piemontesi
occupano
Umbria
e
Marche
scendendo
poi
a
sud.
Garibaldi
si
piega
ad
O(obre
a
Teano,
dove
consegna
i
suoi
poteri
a
Vi(orio
Emanuele.
Marche,
Umbria
e
il
meridione
vengono
annessi
al
regno
sabaudo.
Il
17
Marzo
del
1861
Vi(orio
Emanuele
II
viene
proclamato
a
Torino
re
dItalia
per
grazia
di
Dio
e
volont
della
nazione.
Lo
Sta-
tuto
del
1848
rimane
la
carta
del
regno.
Dieci
anni
dopo
in
Germania
si
conclude
il
processo
di
unicazione,
o(enuto
grazie
alla
scon(a
dellAustria.
Bismark
appoggia
la
burocrazia
e
lesercito,
interpretando
la
Cos6tuzione
del
1850
in
senso
ancora
pi
conservatore.
Egli
si
serve
delle
sue
risorse
per
accrescere
le
spese
militari,
tra-
sformandolo
in
una
grande
potenza.
Me(e
a
tacere
le
opposizioni
sciogliendo
la
Camere
e
abolisce
la
libert
di
stampa
garantendosi
lappella6vo
di
cancelliere
di
ferro.
Le
tappe
del
passaggio
dalla
Prussia
al
Reich
tedesco
sono
rapide,
segnate
da
vi(orie
fru(o
della
sua
supremazia
militare.
Al
posto
dellimpero
in
Francia
viene
proclamata
la
repubblica
con
il
governo
Thiers,
che
nel
Mag-
gio
del
1871
conclude
la
pace
cedendo
lAlsazia
e
la
Lorena.
Poco
prima,
a
Gennaio,
viene
proclamato
imperatore
di
Germania
Guglielmo
I.
4.4.
Da
ceto
a
classe:
una
societ
borghese?
Una
delle
denizioni
corren6
dellO(ocento
quella
di
secolo
della
borghesia.
E
il
secolo
che
si
apre
in
Europa
con
lavvento
del
capitalismo
industriale
e
la
sos6tuzione
della
rappresentanza
per
test
a
quella
per
sta6
o
ce6
e
con
labolizione
del
feudalesimo.
Leconomista
scozzese
Adam
Smith
esalta,
nel
1776
con
un
libro,
il
valore
dellinizia6va
privata
al-
linterno
di
un
libero
mercato.
LO(ocento
vede
anche
la
nascita
dei
ce6
medi
cos6tui6
da
professionis6,
intelle(uali
e
commer-
cian6.
Si
aerma
nel
mondo
occidentale
il
conce(o
di
classe.
In
Gran
Bretagna
comincia
ad
apparire
nel
periodo
della
rivoluzione
industriale
e
i
termini
classi
medie,
classi
operaie
sos6tuisce
le
gene-
riche
classi
lavoratrici.
In
Francia
il
termine
borghesia
prende
il
posto
di
Terzo
stato
per
indicare
il
gruppo
che
ha
mes-
so
in
crisi
la
societ
feudale.
Con
borghesia
si
intende
un
gruppo
denito
dalla
sua
posizione
an-
6aristocra6ca
e
come
classe
di
proprietari
capace
di
aermare
i
suoi
diriJ
e
il
suo
potere.
Nella
nuova
situazione
al
conce(o
di
ordine
o
ceto
di
nascita
si
sos6tuisce
quello
di
classe,
che
non
appar6ene
pi
per
eredit
ma
in
seguito
a
una
divisione
sociale
dovuta
ai
rappor6
di
pro-
duzione,
secondo
una
mobilit
ascendente
o
discendente.
Lanalisi
della
borghesia
e
delle
classi
come
prodo(o
dei
rappor6
di
produzione
capitalis6ci
viene
so(oposta
a
discussione
allinizio
del
Novecento
dal
sociologo
tedesco
Max
Weber.
Gi
prima
della
grande
paura
del
1848
le
classi
laboriose
vengono
iden6cate
come
classi
peri-
colose
per
le
loro
forme
iniziali
di
organizzazione
e
per
la
diusione
delle
prime
idee
socialiste.
Da
unaltra
parte
la
borghesia
raccoglie
gli
esponen6
di
una
nuova
ricchezza
e
potere.
Si
ri6ene
una
classe
universale,
rappresentate
non
solo
di
un
segmento
sociale
ma
di
tu(a
la
societ
nei
suoi
valori
pi
moderni,
liberali
e
liberis6,
laici
e
razionali,
duciosa
nella
scienza
e
nel
progresso,
se-
condo
limmagine
oerta
nel
1827
da
Benjamin
Constant.
E
opportuno
parlare
quindi
non
di
borghesia,
ma
di
borghesie
al
plurale,
sia
per
le
dierenze
geograche
che
per
le
molteplici
componen6
di
questo
gruppo
sociale,
di
6po
economico,
produt-
6vo,
culturale
e
di
status.
NellEuropa
della
seconda
met
dellO(ocento
la
borghesia
si
dis6ngue
dalle
masse
popolari
e
dal-
le
loro
richieste
sociali
e
democra6che,
per
via
via
assimilarsi
allaristocrazia,
innalzandosi
nella
sca-
la
sociale
per
contrastare
la
minaccia
proveniente
dal
basso.
La
liberazione
degli
schiavi
comunque
non
a(enua
il
razzismo.
Il
Ku
Klux
Klan,
organizzazione
se-
greta
di
bianchi
razzis6
del
1866,
lespressione
armata
e
violenta
di
unos6lit
condivisa
anche
dal
successore
di
Lincoln,
Andrew
Johnson.
5.2.
La
Gran
Bretagna:
liberalismo
e
dominio
Durante
il
lungo
regno
della
regina
ViMoria
-
che
ha
dato
il
nome
ad
unintera
et
-
la
Gran
Breta-
gna
conosce
un
periodo
di
straordinario
sviluppo
economico,
dopo
il
fallimento
del
periodo
car6-
sta.
LEsposizione
Universale
del
1851,
che
si
svolge
nel
modernissimo
edicio
di
vetro
del
Crystal
Pala-
ce
di
Londra,
lemblema
del
progresso
industriale
che
investe
la
Gran
Bretagna
e
lEuropa.
Dopo
la
riforma
ele(orale
del
1832
la
Camera
dei
Comuni
vede
aumentare
la
rappresentanza
della
borghesia
degli
aari,
anche
se
ancora
il
ceto
medio
e
gli
operai
rimangono
insoddisfaJ.
Per
raorzare
la
stabilit
interna
e
le
stru(ure
di
una
potenza
proie(ata
verso
unespansione
colo-
niale,
la
Gran
Bretagna
si
a(rezza
con
alcune
riforme
a(uate
dai
governi
liberali
di
Henry
Palmer-
ston
e
di
William
Gladstone.
Si
amplia
il
suragio.
Gladstone
estende
il
diri(o
di
voto
agli
abitan6
delle
campagne.
La
riforma
del
1867
-
con
laggiunta
nel
1872
del
voto
segreto
-
raorza
le
preroga6ve
del
Parla-
mento
dando
limpulso
di
unorganizzazione
su
due
par66
-
whig
e
tory
-
che
coinvolge
lopinione
pubblica
e
la
stampa.
LEducaAon
Act
del
1870
is6tuisce
il
controllo
sulla
formazione
elementare
so(raendola
dalla
Chie-
sa
anglicana.
Il
liberalismo
di
Gladstone
mira
ad
aermare
il
principio
delluguaglianza
civile
anche
in
Irlanda
nel
1870.
Egli
cerca
di
risolvere
la
ques6one
irlandese
senza
ricorrendo
alla
repressione
contro
gli
indi-
penden6s6
del
movimento
feniano
-
societ
segreta
fondata
nel
1858
che
ricorre
al
terrorismo,
conuendo
nel
1905
al
Sinn
Fin
-
e
proponendo
nel
1886
lautonomia
dellIrlanda,
incontrando
comunque
lopposizione
dei
protestan6
dellUlster
(Irlanda
del
nord)
guida6
da
Chamberlain.
Let
vi(oriana
si
dimostra
un
insieme
di
liberalismo
e
imperialismo,
nalizza6
a
stabilire
nuovi
e
profondi
legami
tra
masse
e
monarchia,
priva
di
potere
eeJvo
ma
da
sempre
simbolo
dellunit
e
grandezza
del
paese.
5.3.
La
Francia
e
il
bonaparAsmo
Limpero
di
Napoleone
III
si
erige
su
un
sistema
poli6co
solo
formalmente
democra6co.
Viene
chiamato
bonapar6smo
ed
di
6po
autoritario
in
cerca
di
una
legiJmazione
popolare,
sul
quale
esprime
unopinione
Marx
nel
1852
con
Il
dicio4o
brumaio
di
Luigi
Bonaparte,
indicando
il
Secon-
do
impero
una
parodia
del
Primo
(di
Napoleone).
Il
bonapar6smo
si
appoggia
in
Francia
sulla
burocrazia
statale
e
la
borghesia
degli
aari.
Applica
un
enorme
impegno
nanziario
realizzando
il
canale
di
Suez.
Si
ha
il
riconoscimento
del
diri(o
di
as-
sociazione
degli
operai
e
del
diri(o
di
sciopero,
ispirandosi
ad
una
paternalis6ca
tesa
ad
acquisire
consenso
anche
presso
le
fasce
pi
deboli
della
popolazione.
La
modernizzazione
del
paese
prosegue
anche
durante
la
Terza
repubblica
che
is6tuisce
un
sistema
bicamerale
con
una
Camera
e
un
Senato
eleJvi.
Dal
1870
si
promuove
un
processo
accelerato
di
unicazione
a(raverso
la
modernizzazione
della
Francia
rurale.
Il
Codice
civile
del
1865
introduce
il
matrimonio
civile,
a
tes6monianza
della
laicit
dello
Stato.
Le
azioni
poli6che
per
trasferire
la
capitale
da
Torino
a
Roma
incrinano
deni6vamente
i
rappor6
col
pontece.
Fermato
Garibaldi
sullAspromonte
temporaneamente
la
capitale
viene
spostata
a
Firen-
ze,
n
quando
viene
compiuta
la
breccia
di
Porta
Pia
nel
1870
quando
lesercito
entra
a
Roma.
Pio
IX
pone
il
divieto
ai
ca(olici
di
partecipare
alle
azioni
poli6che
come
disdegno
per
lusurpazione
del
suo
potere
temporale.
Quella
che
viene
denita
Sinistra
riesce
a
incidere
su
alcune
cose
importan6,
ques6oni
poli6che,
con
i
governi
di
Agos6no
Depre6s
e
di
Francesco
Crispi.
La
legge
Coppino
cerca
di
a(uare
in
tu(o
il
paese
lobbligo
di
istruzione,
riuscendo
a
fare
scendere
lanalfabe6smo
al
50%
nel
1901.
E
lex
garibaldino
Crispi
a
procedere
rapidamente
con
una
radicale
opera
di
riforma
dello
Stato
i
cui
risulta6
durano
no
al
fascismo
e
oltre.
La
caduta
di
Crispi
nel
1896
avviene
per
problemi
di
po-
li6ca
estera,
fallendo
i
tenta6vi
di
espansione
coloniale
in
E6opia.
Nel
1882
lItalia
si
lega
con
il
tra(ato
della
Triplice
alleanza
alla
Germania
e
allAustria-Ungheria.
5.6.
La
duplice
monarchia
asburgica
Lincapacit
di
fronteggiare
i
grossi
problemi
interni
contraddis6ngue
limpero
austriaco
no
alla
prima
guerra
mondiale.
I
problemi
sono
dovu6
anche
alle
spinte
nazionali
dai
paesi
soggeJ
alla
sua
inuenza.
Dopo
labolizione
deni6va
della
servit
della
gleba,
la
Cos6tuzione
del
1861
a(ribuisce
il
compito
di
eleggere
il
parlamento
alle
Diete
provinciali.
Nel
1867
gli
ungheresi,
il
gruppo
etnico
non
tedesco
pi
forte,
si
impongono
o(enendo
un
com-
promesso,
creando
una
duplice
monarchia:
il
regno
dUngheria
viene
dis6nto
da
quello
austria-
co,
anche
se
sempre
so(o
il
controllo
di
Francesco
Giuseppe,
mantenendo
ministeri
degli
Esteri,
delle
Finanze
e
della
Guerra.
Si
fanno
strada
uguali
diriJ
civili
e
poli6ci,
libert
di
opinione,
di
stampa
e
di
associazione.
Gli
ebrei
vengono
avver66
come
una
minaccia.
Sulla
ques6one
nazionale
con6nuano
a
coagularsi
le
tensioni
interne
dellimpero.
Le
minoranze
boeme
e
slave
con6nuano
a
rivendicare
uno
spazio
poli6co
e
il
diri(o
alla
parit
linguis6ca
nelle
regioni
da
loro
abitate.
5.7.
La
Russia
e
la4razione
dellOccidente
Nicola
I
scatena
nel
1854
la
guerra
di
Crimea
contro
limpero
o(omano,
che
si
risolve
nel
1856
con
la
scon(a
russa
da
parte
delle
forze
inglesi,
francesi
e
piemontesi.
La
scon(a
del
1856
sollecita
la
Russia
a
domandarsi
sulla
possibilit
di
competere
con
le
potenze
occidentali.
Lo
zar
Alessandro
II,
salito
al
trono
nel
1855,
si
pone
lobieJvo
di
raorzare
lo
Stato
per
superare
i
ritardi
e
le
debo-
lezze
di
unorganizzazione
poli6ca
e
sociale
rimasta
immobile.
Con
la
sua
vas6t
limpero
zarista
aveva
enormi
problemi,
derivan6
dalle
profonde
diversit
eco-
nomiche,
culturali
e
religiose
interne,
senza
contare
le
molteplici
etnie
separate
tra
loro.
C
un
abisso
sociale
che
dis6ngue
due
Russie
incomunicabili
fra
loro:
quella
dei
grandi
proprietari
che
guidavano
lo
Stato
dalla
capitale
San
Pietroburgo
con
i
suoi
500.000
abitan6
e
quella
delle
masse
popolari
e
contadine
che
cos6tuivano
il
90%
della
popolazione.
Lespansione
verso
lAsia
centrale
peggiora
le
condizioni
economiche
dei
gruppi
sociali
pi
deboli.
Un
abbozzo
di
societ
civile
rappresentato
solo
dagli
intelle(uali,
in
conta(o
con
la
cultura
euro-
pea,
che
avevano
in
pugno
solo
le
armi
della
le(eratura.
Il
segno
pi
evidente
dellarretratezza
della
Russia
la
presenza
della
servit
della
gleba,
un
is6tu-
to
di
origine
medievale
che
lega
i
contadini
alla
terra
dalla
nascita
alla
morte,
potendo
inoltre
esse-
re
vendu6
insieme
alla
terra.
Il
problema
dellabolizione
della
servit
della
gleba
viene
arontato
da
Alessandro
II,
nel
quadro
di
un
proge(o
di
ammodernamento
dello
Stato
reso
urgente
dalla
scon(a
nella
guerra
di
Crimea.
Con
lA(o
di
emancipazione
del
1861
libera
dalla
servit
20
milioni
di
contadini
delle
tenute
nobi-
liari.
I
servi
diventano
liberi
ci(adini
con
uguali
diriJ,
con
la
possibilit
di
spostarsi
in
cerca
di
un
nuovo
lavoro,
anche
se
i
criteri
di
assegnazione
delle
terre
furono
complica6
e
restriJvi:
lalta
quo-
ta
che
i
servi
libera6
dovevano
pagare
per
risca(are
le
propriet
fa
si
che
essi
o(engano
meno
terreno
di
prima,
a
vantaggio
della
grande
propriet
nobiliare.
Labolizione
della
servit
della
gleba
quindi
pone
le
premesse
per
uno
sviluppo
capitalis6co
nel
non
nel
se(ore
agricolo
e
non
in
funzione
di
un
ammodernamento
nelle
tecniche
produJve.
Di
grande
rilievo
la
riforma
del
sistema
giudiziario:
una
legge
uguale
per
tuJ
al
posto
di
quella
dis6nta
per
ce6,
la
garanzia
dellindipendenza
dei
giudici
e
la
tutela
dei
diriJ
degli
accusa6,
laper-
tura
delle
scuole
a
tuJ
i
ce6.
Con
queste
riforme
si
pregura
una
societ
civile
e
un
futuro
Stato
di
diri(o,
non
uno
Stato
nazio-
nale
a
causa
delle
diseguaglianze
civili
e
poli6che
fra
le
varie
etnie.
5.8.
Il
governo
illuminato
in
Giappone
Quanto
avviene
in
Giappone
nellera
Meiji,
che
si
apre
nel
1868
denito
rivoluzione
dallalto.
Si
cos6tuisce
in
tempi
rapidissimi
uno
Stato
di
6po
moderno
che
combina
la
tradizione
con
i
modelli
occidentali.
Il
Giappone
lunico
dei
paesi
dellAsia
orientale
che
nellO(ocento
riesce
a
superare
una
profonda
crisi
interna
ed
esercitare
una
forte
inuenza
nellarea
del
Pacico.
Di
fronte
la
minaccia
straniera,
la
Cina
reagisce
chiudendosi
in
se
stessa,
il
Giappone,
quando
gli
Sta6
Uni6
nel
1853
chiedono
lapertura
dei
suoi
por6
commerciali,
acce(a
i
tra(a6
inuguali
che
gli
vengono
impos6,
avviando
per
subito
un
processo
di
riorganizzazione
interna
sullesempio
dei
paesi
europei.
Il
6more
di
essere
dominato
dalle
potenze
occidentali
lo
porta
ad
unoccidentalizza-
zione.
Re(o
da
un
sistema
feudale
che
solo
formalmente
fa
capo
allimperatore
-
residente
a
Kyoto,
ado-
rato
come
un
Dio
in
base
allo
shintoismo
-
il
potere
eeJvo
viene
esercitato
da
un
governatore
(shogun)
dalla
capitale
Edo
(oggi
Tokyo).
Egli
controlla
gran
parte
delle
provincie
re(e
da
signori
feudali
(daimyo),
al
di
so(o
dei
quali
hanno
i
samurai,
una
casta
di
guerrieri
cui
era
riservato
il
di-
ri(o
di
portare
armi
ed
esercitare
funzioni
amministra6ve.
Leconomia
prevalentemente
agricola,
tanto
che
la
moneta
di
scambio
fondamentale
il
riso.
Contadini,
samurai,
mercan6
e
ar6giani
co-
s6tuiscono
delle
caste
chiuse
ed
ereditarie.
Tradizionalmente
impermeabile
alle
inuenze
esterne,
il
Giappone
muta
profondamente
di
fronte
alla
minaccia
straniera.
Dopo
alcuni
scontri,
nel
1868
limperatore
Mutsuhito
si
insedia
a
Edo,
ribat-
tezzandolo
Tokyo
e
pone
ne
allo
shogunato.
Is6tuisce
un
sistema
rappresenta6vo
capace
di
ri-
specchiare
le
aspirazioni
di
tuJ
gli
stra6
sociali.
Comincia
cos
lera
Meiji,
o
del
governo
illuminato,
che
ritenuta
linizio
dellet
contemporanea
del
Giappone.
Vengono
realizzate
in
pochi
anni
una
serie
di
riforme
che
pongono
ne
al
sistema
feudale
e
alla
divisione
in
classi
chiuse.
Is6tuisce
un
sistema
bancario
con
lo
yen
come
moneta
uni-
ca,
istruzione
obbligatoria
e
la
coscrizione,
riorganizza
lesercito
sul
modello
prussiano.
Il
geJto
tributario
alimenta
unindustrializzazione
nanziaria
e
guidata
in
un
primo
tempo
dallo
Stato.
A
queste
trasformazioni
economiche,
amministra6ve
e
militari
corrispondono
solo
in
parte
cam-
biamen6
poli6co-is6tuzionali.
La
Cos6tuzione
concessa
dallimperatore
nel
1889
prevede
un
par-
lamento
cos6tuito
da
una
Camera
alta
composta
da
notabili
di
nomina
imperiale
e
da
un
Camera
rappresenta6va
ele(a
su
base
censita
ristre(a,
e
aerma
che
la
sovranit
appar6ene
alla
persona
sacra
dellimperatore.
Il
Codice
civile
man6ene
lordine
an6co
della
famiglia.
La
forza
della
tradi-
zione
si
nota
anche
nella
scuola
dove
viene
impar6to
il
culto
dellimperatore.
La
cosidde(a
restaurazione
Meiji
quindi
da
considerare
come
un
processo
riformatore
guidato
da
esponen6
del
vecchio
ordine,
che
innesca
uno
sviluppo
capitalis6co
prote(o
dallo
Stato.
La
guerra
contro
la
Cina
del
1894-95
assicura
allimpero
nipponico
linuenza
sulla
Corea
e
loccu-
pazione
dellisola
di
Taiwan,
ma
la
necessit
di
acquisire
risorse
alimenta
le
aspirazioni
giapponesi
a
danno
della
Cina.
Alleatosi
nel
1902
con
lInghilterra
per
contrastare
lavanzata
russa
in
Manciuria,
senza
una
dichiarazione
di
guerra
il
Giappone
a(acca
limpero
zarista,
sconggendolo
in
un
anno.
La
vi(oria
del
Giappone
ha
un
grande
rilievo
non
solo
perch
aerma
il
suo
predomino
nellAsia
orientale
e
perch
inuisce
sulla
crisi
russa
sfociata
in
rivoluzione
nel
1905,
ma
ha
anche
un
note-
vole
valore
simbolico.
5.9.
Lo
Stato
moderno
e
la
ci4adinanza
Si
aerma
in
questo
periodo
una
nuova
idea
di
Stato.
La
sua
organizzazione
diversa
per
eredit
storiche
o
specicit
geograche,
ma
non
si
pu
dimen6care
il
comune
modello
di
riferimento
dei
vari
Sta6
dellO(ocento:
non
pi
uno
Stato
assoluto,
ma
un
organismo
is6tuzionale
nel
quale
lo
stesso
sovrano
so(oposto
alle
regole
comuni
e
basa
la
propria
legiJmit
sul
consenso
di
una
comunit
nazionale
di
ci(adini
uguali
di
fronte
alla
legge
e
non
pi
diversica6
per
ce6
sociali
o
ordini.
Prevale
quindi
la
concezione
secondo
il
quale
lo
Stato
in
funzione
dellindividuo
e
non
viceversa.
Fra
i
suoi
compi6
principali
vi
,
oltre
quello
di
provvedere
alla
difesa
comune
e
allordine,
di
ga-
ran6re
listruzione
pubblica
per
tuJ
i
ci(adini.
In
cambio
i
ci(adini
hanno
alcuni
doveri
comuni,
come
le
imposte
e
il
servizio
militare
obbligatorio.
Ques6
sono
doveri
che
hanno
sostanzialmente
lobieJvo
di
unicare
la
societ.
Lo
Stato
che
comincia
a
congurarsi
allora
nellEuropa
con6nentale
si
basa
sulla
divisione
dei
pote-
ri
e
garan6re
il
libero
sviluppo
della
societ
civile.
Solo
pi
tardi,
con
lavvento
della
democrazia,
il
principio
della
sovranit
popolare
potr
aermarsi
con
lis6tuzione
del
suragio
universale
e
la
diusione
del
sistema
dei
par66.
Unaltra
cara(eris6ca
di
mol6
Sta6
quella
di
essere
degli
StaI
nazionali.
Appaiono
come
una
co-
munit
omogenea
dal
punto
di
vista
etnico,
linguis6co,
storico
o
religioso.
E
un
mo6vo
di
coesione
che
poi
sfocia
nel
nazionalismo.
Quello
che
cambia
comunque
n
dallinizio
dellO(ocento
lo
spazio
di
intervento
dello
Stato,
che
spesso
produce
eeJ
oppos6
a
quelli
cui
si
era
proposto.
Invece
di
indebolire
il
proprio
potere
in
nome
dei
diriJ
individuali,
lo
aumenta.
De(a,
sopra(u(o,
regole
ad
alcune
professioni
liberali
di
par6colare
rilevanza
pubblica
come
quelle
giuridiche.
Il
processo
di
ampliamento
della
sfera
pubblica
a
danno
di
quella
privata
des6nato
a
con6nuare
in
seguito
a
ritmo
accelerato.
Si
pu
denire
ciMadino,
in
questo
contesto
e
in
questo
periodo,
il
6tolare
di
una
serie
di
diriJ
al-
linterno
di
un
ordinamento
giuridico-poli6co:
i
diriJ
civili
e
quelli
poli6ci.
Sono
molto
pi
tardi
per,
con
lavvento
dei
regimi
democra6ci
e
il
suragio
universale,
i
6tolari
dei
diriJ
civili
e
dei
diriJ
poli6ci
arrivano
a
coincidere.
Con
unimportante
eccezione:
le
donne.
La
ci(adinanza
implica
dei
diriJ,
oltre
che
dei
doveri,
ma
pone
un
problema
di
iden6t
e
apparte-
nenza.
Gli
Sta6
hanno
determinato
le
preroga6ve
che
determinano
lo
status
di
ci(adino
sulla
base
di
principi
diversi:
quello
della
discendenza
e
quello
del
territorio
in
qui
si
na6.
La
ques6one
della
ci(adinanza
si
conne(e
solo
in
parte
con
quella
dellappartenenza
nazionale:
lo
dimostrano
oggi
lesistenza
di
societ
mul6etniche.
Con
il
varo
delle
tarie
protezionis6che
in
Germania
e
in
Italia
inizia
quella
convivenza
di
lunga
du-
rata
tra
gli
esponen6
di
uneconomia
moderna
e
la
vecchia
aristocrazia
agraria,
che
frena
una
com-
pleta
modernizzazione
dei
due
paesi.
6.2.
Il
movimento
operaio
e
il
socialismo
Le
ci(
aJrano
manodopera
dalle
campagne
e
il
moderno
proletariato
di
fabbrica
acquista
una
coscienza
di
classe
che
lo
rende
pi
combaJvo
e
meglio
iden6cabile.
Le
condizioni
di
vita
degli
operai
sono
dicili
so(o
ogni
punto
di
vista.
Negli
anni
60
la
nascita
e
lo
sviluppo
di
societ
di
mutuo
soccorso
e
di
organizzazioni
sindacali
te-
s6moniano
la
volont
degli
operai
di
proteggersi
contro
linsicurezza
del
lavoro,
gli
infortuni
e
le
malaJe.
Quando
si
parla
di
socialismo
e
di
marxismo
non
bisogna
tu(avia
pensare
ad
un
corpus
omogeneo
di
do(rine
e
di
prassi
poli6che,
ma
solo
a
unidea
generale
di
sviluppo
della
societ
che
si
ispira,
in
forma
semplicata,
alla
teoria
di
Marx.
C
la
convinzione
che
il
capitalismo
protrae
in
s
i
germi
della
propria
dissoluzione.
I
diversi
loni
del
movimento
operaio
trovano
una
prima
forma
di
coordinamento
nellAssociazione
internazionale
dei
lavoratori
(1864,
Londra),
denominata
in
seguito
Prima
Internazionale
e
colle-
gava
singole
societ
operai
locali
e
singoli
individui.
Marx
riesce
a
sconggere
la
linea
anarchica
che
assume
lInternazionale.
Gli
anarchici,
assertori
dellastensionismo
poli6co
e
dellinsurrezione,
con6nuano
ad
avere
alcuni
pun6
di
forza
sopra(ut-
to
nelle
aree
agricole
e
arretrate
della
Spagna
e
dellItalia.
La
nascita
di
par66
socialis6
di
ispirazione
marxista,
a
par6re
dagli
anni
70,
cambia
profondamente
le
prospeJve
di
lo(a
dei
lavoratori
e
i
modi
del
loro
confronto
con
le
classi
dirigen6,
che
comincia
a
spostarsi,
sul
piano
poli6co,
allinterno
dei
parlamen6.
Espressione
di
questa
nuova
realt
lInternazionale
socialista,
nota
come
Seconda
Internazionale
(1889,
Parigi)
di
ispirazione
marxista,
che
chiede
la
giornata
lavora6va
di
8
ore
e
di
ssare
come
giorno
di
festa
dei
lavoratori
il
primo
maggio.
In
Germania
nasce
il
Par6to
socialdemocra6co
tedesco
(Spd)
nel
1875.
Nel
1879
nasce
il
Par6to
socialista
operaio
spagnolo
e
in
Italia
Andrea
Costa,
staccatosi
dallanarchismo,
fonda
nel
1881
il
Par6to
socialista
rivoluzionario
di
Romagna,
diventando
lanno
successivo
il
primo
deputato
sociali-
sta.
Filippo
Tura6
fonda
a
Genova
il
Par6to
dei
lavoratori
italiani,
che
nel
1895
assume
il
nome
di
Par6to
socialista
italiano
(Psi).
In
Russia
si
scontrano
i
menscevichi
(minoritari)
di
Martov,
favorevoli
a
un
par6to
di
massa
sullesempio
tedesco
per
creare
nel
paese
condizioni
di
democrazia,
e
i
bol-
scevichi
(maggioritari)
di
Lenin,
che
data
larretratezza
della
Russia,
sono
favorevoli
ad
un
par6to
disciplinato
composto
da
pochi
membri
dire(o
da
rivoluzionari
di
professione.
LInternazionale
lascia
campo
libero
a
ques6
par66.
Bernstein
ri6ene
che
il
socialismo
deve
abbandonare
lobieJvo
di
una
rivoluzione
e
ba(ersi
per
o(enere
riforme
graduali
in
accordo
con
altre
forze
progressiste.
Il
panorama
del
movimento
operaio
si
complica
alla
ne
dellO(ocento
con
lavvento
del
sindacali-
smo
rivoluzionario,
un
movimento
ai
margini
del
socialismo,
con
larma
dello
sciopero
generale.
La
classe
dirigente
inglese,
i
governi
di
GioliJ
in
Italia
o
il
sistema
del
bastone
e
della
carota
usa-
to
in
Germania,
riescono
ad
addomes6care
almeno
una
parte
del
movimento,
favorendo
le
com-
ponen6
moderate.
La
Seconda
Internazionale
nisce
a
causa
del
suo
opportunismo,
il
giudizio
poli6co
di
Lenin
nel
momento
in
cui
si
sta
formando
la
Terza
Internazionale
comunista,
che
con
Stalin
marca
la
condan-
na
del
socialismo.
6.3.
Colonialismo,
imperialismo
e
nuovi
rapporA
fra
le
potenze
Dopo
il
1870
il
periodo
delle
prime
esplorazioni,
come
quelle
di
Livingstone
e
del
giornalista
Stan-
ley
alla
scoperta
dellAfrica.
E
il
periodo
del
ba(ello
a
vapore,
simbolo
della
tecnologia
occidentale,
che
rende
possibile
le
conquiste
coloniali.
Il
canale
di
Suez
perme(e
di
dimezzare,
rispe(o
alla
ro(a
del
Capo
con
la
circumnavigazione
del-
lAfrica,
il
tragi(o
tra
Londra
e
Bombay.
Rivitalizza
il
Mediterraneo,
mare
che
ha
un
posto
di
rilievo
negli
obieJvi
della
poli6ca
estera
europea.
Con
al
maggiore
velocit
consen6ta
dallo
scafo
in
acciaio
il
costo
del
trasporto
delle
merci
diminui-
sce
dras6camente
del
90%
alla
ne
dellO(ocento.
Lintensicarsi
dei
commerci
coincide
con
unespansione
coloniale
delle
potenze
europee
che
per
ampiezza
e
rapidit
non
ha
uguali
nel
passato.
Imponente
a
colonizzazione
dellestremo
oriente
a
danno
di
civilt
dotate
di
unan6ca
organizza-
zione
statuale.
La
Gran
Bretagna
ha
il
ruolo
pi
importante.
La
sua
principale
concorrente
la
Francia
e
poi
gli
Sta6
Uni6.
Il
colonialismo
di
ne
O(ocento
ha
in
comune
con
quello
del
Cinquecento
luso
della
violenza.
Ma
le
diversit
stanno
sulle
diverse
modalit
di
colonizzazione
e
del
controllo
sui
popoli
soggeJ.
Lini-
zia6va
presa
dire(amente
dagli
Sta6
che
danno
vita
a
colonie
di
sfru(amento
economico,
inseri-
te
in
un
mercato
sempre
pi
integrato.
Il
nuovo
colonialismo
assume
i
cara(eri
dellimperialismo.
Si
venuta
aermando
la
dis6nzione
tra
impero
formale,
che
comporta
loccupazione
militare
e
il
dominio
poli6co
dire(o
di
un
territorio,
e
impero
informale,
col
quale
paesi
ad
alto
sviluppo
indu-
striale
esercitano
un
condizionamento
economico
senza
bisogno
di
occupare
le
aree
so(osviluppa-
te.
In
questo
periodo
infaJ
leconomia
assume
colonialismo
e
imperialismo
come
componen6
essen-
ziali.
Forte
la
spinta
di
ricerca
di
nuovi
merca6
per
esportare
merci
in
seguito
alla
crisi
di
sovrapprodu-
zione
della
Grande
depressione
del
1873.
La
rapida
colonizzazione
di
un
quarto
della
supercie
mondiale
si
svolge
senza
scontri
arma6
tra
le
potenze
europee.
Questo
perch
c
una
stabilit
della
situazione
nel
con6nente
dopo
il
1870,
an-
no
dal
quale
conosce
quasi
un
secolo
di
pace.
Per
scongiurare
il
pericolo
di
nuovi
coniJ
il
cancelliere
tedesco
Bismarck
convoca
nel
1878
il
con-
gresso
di
Berlino,
dove
Germania,
Gran
Bretagna
e
Austria
ridimensionano
legemonia
della
Rus-
sia.
Viene
limitata
la
sua
inuenza
su
vari
paesi.
6.4.
Chiesa
ca4olica
e
secolarizzazione
Lo
statuto
alber6no
nel
1861
introduceva
la
tolleranza
per
gli
altri
cul6
e
luguaglianza
di
diriJ
civili
e
poli6ci,
riconoscendo
una
posizione
preminente
alla
religione
ca(olica.
Un
secolo
dopo,
con
la
Cos6tuzione
della
Repubblica
italiana
del
1948
lo
Stato
e
la
Chiesa
sono
in-
dipenden6
e
sovrani,
e
il
loro
rappor6
sono
regola6
dai
Pa:
Lateranensi.
Rispe(o
allo
Statuto
del
1848
la
dierenza
notevole,
perch
lar6colo
sulle
confessioni
religiose
non
pi
al
primo
posto
-
lordine
degli
ar6coli
importante
in
ogni
carta
cos6tuzionale
-
e
perch
non
si
parla
pi
di
tolle-
ranza
ma
di
libert.
In
Italia
la
crisi
interna
aperta
nel
1896
dalla
caduta
di
Crispi
si
aggrava
alla
ne
del
secolo
quando
le
sommosse
popolari
contro
i
caroviveri
nel
1898
producono
la
repressione
del
par6to
socialista
e
del
movimento
ca(olico.
Dal
1900
il
nuovo
re
Vi(orio
Emanuele
III
succeduto
al
padre
Umberto
I,
ucciso
da
un
anarchico,
si
ada
a
Giovanni
GioliJ
che
con
una
poli6ca
lungimirante
imprime
il
suo
segno
nel
primo
quindi-
cennio
del
secolo.
Punta
sul
decollo
industriale
del
Nord,
ritenendo
che
un
miglioramento
delle
condizioni
di
vita
dei
lavoratori
pu
aiutare
la
crescita
del
mercato
delleconomia.
Non
ostacola
le
organizzazioni
sindacali.
Nel
1914
il
suragio
universale
sconvolge
gli
equilibri
poli6ci
italiani,
perch
sono
chiama6
a
votare
per
la
prima
volta
i
contadini,
tradizionalmente
controlla6
dalla
Chiesa.
Da
qui
la
necessit
di
ac-
cordi
liberali
e
i
ca(olici
si
dichiarano
dispos6
ad
votare
in
funzione
an6socialista
i
candida6
libera-
li.
Negli
Sta6
Uni6
si
vede
un
aumento
demograco
che
triplica
la
popolazione
dal
1865
al
1914
con
il
contributo
decisivo
degli
immigra6,
la
liberazione
dei
manodopera
agricola
dopo
labolizione
della
schiavit
e
la
crescita
della
classe
operaia.
Tu(o
ci
non
produce
tensioni
sociali,
poich
la
valvola
di
sfogo
cara(erizzata
da
un
territorio
vas6ssimo
ancora
in
parte
da
colonizzare.
La
presidenza
del
repubblicano
Theodore
Roosvelt
si
dis6ngue
per
un
singolare
impasto
tra
poli6ca
di
potenza
nelle
relazioni
internazionali
e
ampliamento
dei
poteri
del
governo
federale
per
aron-
tare
i
problemi
sociali
comuni
ai
vari
sta6.
Contro
le
concentrazioni
economiche
si
muove
il
presidente
Woodrow
Wilson,
per
incen6vare
la
concorrenza
e
lo
sviluppo
produJvo,
puntando
sopra(u(o
sulla
riduzione
dei
dazi
doganali.
7.2.
Le
campagne
si
muovono:
Cina,
Russia,
Messico
Allinizio
del
Novecento
la
maggioranza
della
popolazione
mondiale
ancora
occupata
nellagricol-
tura.
Lagricoltura
con6nua
a
cos6tuire,
pur
in
una
societ
che
si
sta
industrializzando,
il
se(ore
economico
principale.
Con
il
nuovo
secolo
lo
scenario
comincia
a
cambiare
e
si
vede
la
nascita
delle
prime
organizzazioni
sindacali
contadine
di
matrice
prevalentemente
socialista.
I
contadini
restano
per
ancora
passivi
o
non
prendono
linizia6va
da
soli.
A
loro
occorre
un
impulso
esterno
e
degli
allea6,
in
genere
unli-
te
poli6ca
liberale
o
radicale
e
un
nucleo
di
classe
operaia
organizzata.
E
quanto
avviene
in
Cina,
Russia
e
Messico.
7.3.
La
Prima
Guerra
Mondiale
A
Sarajevo,
capitale
dalla
Bosnia-Erzegovina,
il
28
Giugno
del
1914,
un
terrorista
legato
a
una
orga-
nizzazione
nazionalis6ca
serba
uccide
in
un
a(entato
larciduca
Francesco
Ferdinando,
erede
al
trono
dellimpero
austro-ungarico.
Un
mese
dopo
lAustria
dichiara
guerra
alla
Serbia.
Successivamente
segue
un
gioco
di
alleanze
e
di
interessi
che
spinge
nel
coni(o
altri
paesi:
lInte-
sa
tra
Gran
Bretagna,
Francia
e
Russia,
con
i
quali
si
schiera
il
Giappone,
poi
lItalia,
il
Portogallo,
la
Romania,
la
Grecia
e
inne
gli
Sta6
Uni6.
Rimangono
neutrali
Svizzera,
Norvegia
Danimarca,
Spa-
gna,
Olanda
e
Svezia.
Il
coni(o
assume
per
la
prima
volta
nella
storia
un
cara(ere
mondiale,
durando
dal
1814
al
1918
e
sconvolge
lasse(o
internazionale
e
gli
equilibri
economici
preceden6,
inuenzando
profonda-
mente
la
poli6ca
degli
sta6
e
gli
orientamen6
dellopinione
pubblica.
Milioni
di
contadini
vengono
trasforma6
in
solda6.
La
ne
della
guerra
conta
13
milioni
di
mor6
e
vengono
u6lizzate
tecnologie
avanzate
come
cannoni
perfeziona6,
mitragliatrici
automa6che,
gas,
lanciaamme
e
autoblindo,
aerei
e
sommergibili.
Di
fronte
a
uno
sconvolgimento
generale
della
societ,
che
coinvolge
pure
la
popolazione
civile,
c
la
consapevolezza
dei
contemporanei
di
trovarsi
a
una
svolta.
Il
dibaJto
sulle
cause
del
coni(o
a(ribuiscono
la
responsabilit
principale
alla
Germania.
Secon-
do
il
tra(ato
di
Versailles
del
1919
la
Germania
e
i
suoi
allea6
sono
responsabili.
E
la
prima
volta
che
in
un
tra(ato
si
a(ribuisce
formalmente
la
colpa
di
aver
scatenato
la
guerra
a
un
paese.
Se
lAustria
dichiara
per
prima
la
guerra
alla
Serbia,
la
dichiarazione
di
guerra
della
Germania
alla
Russia
e
alla
Francia
fa
compiere
un
salto
di
qualit
agli
even6.
Le
cause
profonde
si
rinvengono
in
un
complesso
di
spinte
interne
ai
vari
Sta6
e
di
rappor6
inter-
nazionali
che
si
sono
manifesta6
da
tempo,
chiamando
in
causa
le
aspirazioni
di
potenza
della
Germania
ma
anche
degli
altri
Sta6
coinvol6
nel
coni(o.
Gli
scopi
proclama6
dallIntesa
-
lauto-
determinazione
dei
popoli
e
la
difesa
della
democrazia
liberale
-
sono
usa6
piu(osto
come
mo6vi
propagandis6ci
da
paesi
che
inseguono
rivendicazioni
territoriali
ed
economiche.
Lo
scoppio
della
guerra
eeJvamente
lesito
di
un
nodo
di
problemi
accumulato
da
molto
tem-
po.
Il
fa(o
che
la
scin6lla
si
accende
a
Sarajevo
conferma
che
i
Balcani
sono
un
delicato
terreno
di
scontro
di
varie
potenze,
un
punto
debole
dei
territori
europei
dellimpero
o(omano.
Il
movimento
dei
Giovani
turchi
si
rivolta
contro
il
governo
di
Costan6nopoli
e
costringe
il
sultano
a
concedere
una
Cos6tuzione
di
impronta
liberale.
I
contras6
interni
indeboliscono
ulteriormente
limpero
e
una
serie
di
even6
contraggono
limpero
alla
capitale
e
la
fascia
lungo
lo
stre(o
dei
Dar-
danelli.
Questa
zona
da
tempo
anche
il
punto
di
incrocio
dellespansionismo
economico
e
com-
merciale
italiano
e
tedesco,
in
par6colare.
La
Prima
Guerra
Mondiale
non
spiegabile
come
un
assalto
al
potere
mondiale
da
parte
della
Germania,
ma
si
a(ribuisce
ad
una
serie
di
spinte
nazionalis6che
che
prendono
il
sopravvento
qua-
si
ovunque.
Le
operazioni
militari
si
svolgono
su
fron6
quasi
immobili.
Una
cara(eris6ca
di
questo
coni(o
di
essere
una
guerra
di
trincea.
Gli
aJ
di
insubordinazione,
quelli
di
autolesionismo
per
sfuggire
alla
trincea
e
le
diserzioni
sono
forme
frequen6
di
difesa
individuale
e
apoli6ca.
La(acco
tedesco
alla
Francia
si
arresta
alla
Marna
gi
alla
ne
del
1914,
mentre
pi
mobile
il
lun-
go
fronte
orientale
nel
quale
i
russi
si
scontrano
con
i
tedeschi
e
gli
austriaci.
Lo
stesso
anno
Salandra
dichiara
la
neutralit
dellItalia
visto
che
il
tra(ato
della
Triplice
Alleanza
fra
Germania,
Austria-Ungheria
e
Italia
ha
un
cara(ere
difensivo.
Le
forze
poli6che
neutralis6che
seguono
i
liberali
fedeli
a
GioliJ,
mentre
a
favore
dellintervento
troviamo
gli
irreden6s6
come
Cesare
BaJs6,
intelle(uali
come
Gen6le
e
DAnnunzio
e
il
socialista
Benito
Mussolini,
dire(ore
dellAvanA
-
poi
fonda
Il
Popolo
dItalia,
in
seguito
quo6diano
uciale
del
par6to
fascista
-.
E
il
re
a
decidere
insieme
a
Salandra
di
dichiarare
guerra
allAustria.
Nel
1916
limpero
o(omano
diventa
teatro
di
guerra.
Una
svolta
si
ha
nel
1917
con
la
rivoluzione
scoppiata
in
Russia
e
lentrata
in
guerra
degli
Sta6
Uni6.
Labdicazione
e
larresto
dello
zar
in
seguito
alla
rivoluzione
di
febbraio
producono
un
rallentamen-
to
dellimpegno
bellico
della
Russia,
perme(endo
agli
austro-tedeschi
di
concentrarsi
su
Francia
e
Italia,
che,
scon(a
a
Capore(o,
arretra
al
Piave.
Lenin
vuole
una
pace
immediata
senza
annessioni
e
senza
indennit,
e
nel
marzo
del
1918
la
Rus-
sia
rma
con
la
Germania
la
pace
separata
di
Brest-Litovsk,
cedendo
dalla
Polonia
alle
regioni
bal6-
che,
riconoscendo
lindipendenza
dellUcraina.
La
guerra
so(omarina
scatenata
nel
1917
dai
tedeschi
contro
le
navi
che
commerciano
con
lInghil-
terra
e
la
Francia
cos6tuisce
una
minaccia
per
gli
USA
che
dichiarano
guerra
alla
Germania,
rispon-
dendo
agli
interessi
economici
americani
oltre
che
ai
principi
liberali
e
liberis6
proclama6
da
Woo-
drow.
Lintervento
statunitense
serve
a
compensare
la
defezione
della
Russia
e
ridare
slancio,
con
un
aiu-
to
economico
che
risulta
decisivo
alle
forze
dellIntesa.
La
ne
delle
os6lit
si
raggiunge
con
la
viMoria
dellIntesa
e
la
scon(a
dellimpero
austro-ungari-
co
si
accelera
con
la
nascita
di
nuovi
Sta6
indipenden6.
Il
primo
coni(o
mondiale
ridisegna
la
carta
poli6ca
dEuropa
e
di
altre
par6
del
mondo.
La
scom-
parsa
di
qua(ro
imperi
-
austro-ungarico,
tedesco,
o(omano
e
russo
-
simboleggi
la
ne
delle
ul6-
me
ves6gia
dellAncient
Rgime
e
apre
unera
di
sviluppo
democra6co.
La
conferenza
di
pace
con
la
Germania
aperta
a
Versailles
nel
gennaio
del
1919,
segna
una
svolta
poich
i
successivi
tra(a6
di
pace
danno
vita
a
nuovi
Sta6
con
il
principio
di
nazionalit
proposto
da
Woodrow.
I
tra(a6
tengono
comunque
conto
degli
interessi
dei
vincitori.
Ne
fanno
le
spese
i
paesi
sconJ
cui
viene
addebitata
la
responsabilit
di
aver
scatenato
la
Guerra.
E
una
pace
puni6va
sopra(u(o
per
la
Germania,
una
pace
per
votata
allinstabilit
perch
non
stat
possibile
rispe(are
in
pieno
il
principio
nazionale
in
mol6
Sta6
dellEuropa
centro-orientale
e
meridionale,
dove
sono
ancora
costreJ
a
convivere
popoli
diversi.
A
preservare
lequilibrio
creato
a
Versailles
dovrebbe
contribuire
la
Societ
delle
nazioni
pregura-
ta
da
Wilson,
succeduto
a
Woodrow,
ma
risulta
impossibile
sia
per
la
rinascita
dei
nazionalismi,
sia
perch
ad
essa
no
partecipa
la
maggiore
potenza
mondiale,
gli
Sta6
Uni6.
Lo
scoppio
di
una
nuova
e
pi
dirompente
guerra
mondiale
trova
alcune
delle
sue
radici
con
la
conclusione
poli6ca
del
coni(o
del
1914-18.
Le
conseguenze
della
guerra
non
sono
solo
poli6co-territoriali.
Inuisce
profondamente
sugli
as-
seJ
interni
dei
vari
paesi.
La
necessit
di
sostenere
i
cos6
di
una
guerra
che
si
rivela
assai
pi
lunga
del
previsto
porta
a
una
mobilitazione
di
tuJ
i
se(ori
delleconomia
e
a
un
tenta6vo
di
coordina-
mento
da
parte
dello
Stato
per
indirizzarli
verso
gli
obieJvi
bellici.
Lesistenza
di
en6
statali
per
la
produzione
porta
a
un
raorzamento
del
capitalismo
con
laiuto
pubblico.
Il
controllo
delle
classi
lavoratrici
viene
agevolato
dallaumento
di
donne
nel
mondo
del
lavoro,
che
devono
sos6tuire
gli
uomini
al
fronte
in
mol6
se(ori.
La
gonna
viene
accorciata
per
agevolare
i
movimen6
durante
il
lavoro.
Una
situazione,
questa,
che
crea
successivamente
delle
tensioni
nel
dopoguerra,
quando
gli
uomini
rientra6
dal
fronte
reclamano
i
loro
pos6
di
lavoro.
Anche
per
assolvere
i
loro
nuovi
compi6
e
per
ges6re
gli
en6
crea6
a
questo
ne,
gli
Sta6
devono
potenziare
i
loro
appara6
burocra6ci.
Il
clima
di
guerra
me(e
a
tacere
le
opposizioni
e
raorza
il
potere
dellesecu6vo.
Anche
i
paesi
pi
avanza6
in
senso
liberale
vedono
un
forte
accentramento
delle
decisioni
poli6che,
con
la(ribuzio-
ne
dei
pieni
poteri
al
governo.
8.
Un
dopoguerra
dicile
8.1.
Le
conseguenze
della
pace:
societ
di
massa
e
modello
americano
Gli
eeJ
della
Grande
Guerra
sono
enormi
su
tuJ
i
piani,
connotano
quella
guerra
dei
Trentanni
del
Novecento,
iniziata
nel
1914
e
terminata
col
secondo
coni(o
mondiale,
cara(erizzata
da
crisi
economiche,
da
aspri
contras6
sociali
e
poli6ci,
dalla
contrapposizione
tra
democrazia
e
di(atura
e
dal
duro
confronto
tra
il
modello
capitalis6co
e
quello
comunista.
Uno
di
ques6
eeJ
una
grande
partecipazione
di
massa
alla
vita
pubblica,
favorita
dallallarga-
mento
del
suragio
e
dalla
crescita
dei
par66
assieme
a
quella
dei
sindaca6.
Le
tensioni
sociali
si
manifestano
nella
forte
crescita
degli
iscriJ
ai
sindaca6.
I
movimen6
di
sinistra
non
riescono
a
indebolire
lautorit
dei
governi
e
a
contrastare
un
nazionali-
smo
diuso.
Questo
viene
alimentato
dalla
memoria
della
Grande
Guerra,
con
monumen6
ai
ca-
du6,
come
la
tomba
del
milite
ignoto
che
li
simboleggia
tuJ.
In
Europa
il
dissenso
sociale
e
poli6co
viene
rapidamente
riassorbito.
Non
si
ha
solo
la
risposta
au-
toritaria
dei
regimi
fascis6,
in
ques6
paesi
e
in
quelli
democra6ci
e
liberali
si
ha
la
tendenza
al
raf-
forzamento
del
potere
esecu6vo.
Riguardo
gli
eeJ
economici
del
dopoguerra
entra
in
crisi
il
gold
standard,
ovvero
il
sistema
inter-
nazionale
che
assicura
cambi
stabili
tra
le
monete
prevedendo
la
loro
conver6bilit
in
oro.
Il
centro
delleconomia
mondiale
si
sposta
da
Londra
a
New
York,
comportando
nuovi
equilibri
internaziona-
li
non
solo
so(o
il
prolo
economico,
ma
anche
su
quello
poli6co.
Il
peso
dellEuropa
diminuisce
sensibilmente.
Variazioni
analoghe
si
hanno
nel
commercio
internazionale.
La
guerra
sancisce
anche
il
tramonto
dellideologia
liberista.
Lintervento
dello
Stato
con6nua
an-
che
dopo
la
ne
del
coni(o.
Nel
1921
gli
Sta6
Uni6
impongono
severe
limitazioni
allimmigrazione.
Torna
in
aJvit
il
Ku
Klux
Klan,
con
azioni
terroris6che
mirate
anche
agli
ebrei,
i
comunis6
e
gli
stranieri.
I
paesi
europei
stentano
a
risollevarsi
dalle
perdite
economiche
e
umane
subite
nel
coni(o,
men-
tre
assai
diversa
la
situazione
degli
Sta6
Uni6
dove
si
apre
un
decennio
di
grande
sviluppo
eco-
nomico
e
di
profonde
trasformazioni
sociali
e
culturali.
Orgogliosi
della
propria
iden6t,
i
repubblicani
riescono
a
sconggere
Wilson
e
la
sua
ideologia,
portando
alla
presidenza
Warren
Harding
con
le
elezioni
del
1920,
nelle
quali
le
donne
votano
per
la
prima
volta.
Il
paese
si
concentra
sulla
produzione
interna
e
sulla
costruzione
di
un
modello
di
vita
capace
di
inuenzare
il
mondo
occidentale.
E
una
sorta
di
era
delloro
delleconomia
americana
durata
no
al
1929.
La
ricchezza
delle
fon6
energe6che,
il
petrolio
e
lele(ricit
prodo(a
col
suo
impiego,
e
le
innova-
zioni
tecnologiche
fanno
fare
passi
da
gigante
al
se(ore
automobilis6co.
Il
sistema
della
vendita
a
rate,
assieme
alle
campagne
pubblicitarie
favorisce
la
nascita
di
una
so-
ciet
di
consumatori,
ai
quali
le
grandi
catene
di
distribuzione
orono
nuovi
prodoJ
come
lo
yo-
gurt,
il
chewing
gum
e
i
corn
akes
Kellogg.
Poi
si
sviluppa
enormemente
lindustria
del
tempo
libero
come
quella
discograca,
che
si
avvale
della
fortuna
commerciale
del
jazz,
quella
cinematograca,
che
elegge
come
capitale
Hollywood,
quella
radiofonica,
che
vede
la
nascita
della
NBC
e
della
CBS.
Beni,
servizi
e
comunicazioni
di
massa
propongono
un
modello
di
vita,
esportato
e
imitato
in
altri
paesi,
sopra(u(o
dopo
la
seconda
guerra
mondiale,
improntato
alla
prosperit
e
alla
libera
scelta
dellindividuo.
COn
questo
sembra
sconggere
le6ca
del
proibizionismo
introdo(o
nel
1920
e
poi
abolito
nel
1933.
La
forza
del
capitalismo
statunitense
si
manifesta
in
una
massiccia
presenza
internazionale.
Lin-
uenza
economica
considerata
pi
produJva
delluso
delle
armi.
La
preoccupazione
per
il
man-
tenimento
della
pace
in
Europa
si
manifesta
negli
interven6
per
la
ricostruzione
della
Germania
nellintento
di
stabilizzarla
per
farne
un
baluardo
poli6co
contro
il
comunismo.
Gli
USA
concessero
i
pres66
necessari
alla
ripresa
produJva,
consentendo
al
tempo
stesso
linves6mento
di
capitali
sta-
tunitensi.
Zona
di
inuenza
privilegiata
degli
USA
lAmerica
La6na,
dove
tendono
a
sos6tuire
la
loro
presen-
za
militare
con
una
pi
intensa
penetrazione
economica.
8.2.
Le
democrazie
europee
Londata
rivoluzionaria
par6ta
da
Pietrogrado
nellO(obre
del
1917
non
si
arresta
ai
conni
della
Russia.
Sembra
minacciare
lo
stesso
asse(o
dei
paesi
connan6,
in
par6colare
Germania
e
Unghe-
ria,
appro(ando
del
vuoto
di
potere
provocato
dalla
crisi
delle
classi
dirigen6
responsabili
della
scon(a.
Il
governo
provvisorio
tedesco,
presieduto
dal
socialdemocra6co
Ebert,
cerca
di
riportare
lordine
nel
paese,
con
lobieJvo
prioritario
di
impedire
il
dilagare
dellimpero
sovie6co.
Le
elezioni
a
suf-
fragio
universale
danno
maggioranza
ai
socialdemocra6ci,
che
formano
un
governo
di
ispirazione
liberale,
con
Ebert
come
presidente
del
Reich.
In
Ungheria,
nel
Marzo
del
1919
Kun,
fondatore
del
Par6to
comunista,
alleatosi
con
i
socialdemo-
cra6ci
crea
una
Repubblica
sovie6ca,
che
ha
vita
breve.
Il
caso
dellUngheria,
dove
viene
restaurata
la
monarchia,
emblema6co
dellinvoluzione
e
della
stabilizzazione
conservatrice
di
gran
parte
dEuropa
centro-orientale,
dove
oriscono
regimi
autoritari
o
fascis6,
come
Italia,
Portogallo,
Ger-
mania,
Austria
e
Spagna.
Mentre
dallaltro
lato
vediamo
democrazie
come
la
Gran
Bretagna,
Fran-
cia,
la
Repubblica
di
Weimar,
gli
Sta6
scandinavi,
il
Belgio
e
lOlanda.
La
volont
della
Francia
di
ridimensionare
la
forza
e
le
ambizioni
occupa
la
Ruhr
in
Germania.
Que-
sto
riaJzza
il
revanscismo
dellestrema
destra
tedesca,
dove
comincia
a
dis6nguersi
il
Par6to
na-
zionalsocialista
fondato
nel
1920
da
Hitler.
La
Germania
si
riprende
entrando
nella
Societ
delle
nazioni
-
dopo
aver
riconosciuto
con
gli
ac-
cordi
di
Locarno
la
fron6era
occidentale
ssata
a
Versailles
-
e
riprese
i
rappor6
con
la
Francia,
e
anche
grazie
agli
aiu6
dagli
Sta6
Uni6.
La
Francia
si
risolleva
a
fa6ca
dallo
sforzo
bellico,
aiutata
dalle
riparazioni
tedesche
e
con
una
poli-
6ca
economica
che
a(enua
la
pressione
scale
sui
reddi6,
facendo
me(ere
in
circolo
maggiori
ca-
pitali.
Frequente
lavvicendarsi
di
ministeri
dal
diverso
colore
poli6co.
Il
gioco
degli
equilibri
parlamen-
tari
inoltre
condizionato
dalle
divisioni
interne
ai
par66
radicale
e
socialista.
Pi
solide
sono
le
is6tuzioni
liberali
inglesi,
che
nonostante
gli
enormi
problemi
economici
e
sociali
aronta
il
dopoguerra
-
con
il
primo
ministro
George
-
riuscendo
raorzare
il
consenso
del
regno
e
dare
una
prima
soluzione
alla
ques6one
irlandese.
Dal
1924
alla
seconda
guerra
mondiale,
il
panorama
poli6co
inglese
dominato
da
governi
conser-
vatori.
Londra
nel
1931
is6tuisce
il
Commonwealth,
un
organismo
che
unisce
con
parit
e
fedelt
alla
co-
rona
la
Gran
Bretagna
con
i
dominions
-
Canada,
Australia,
Nuova
Zelanda,
Unione
Sudafricana,
lo
Stato
libero
dIrlanda
e
Terranova
-
ai
quali
viene
riconosciuta
piena
autonomia
anche
in
poli6ca
estera.
9.
I
Comunismi
9.1.
La
Rivoluzione
dO4obre
La
presa
di
potere
da
parte
dei
bolscevichi
so(o
la
guida
di
Lenin
e
poi
di
Stalin
trasforma
profon-
damente
la
stru(ura
interna
della
Russia
degli
zar
e
ne
fa
una
grande
potenza
capace
dopo
il
1945
di
rivaleggiare
con
gli
Sta6
Uni6
per
legemonia
mondiale,
no
alla
sua
dissoluzione
nel
1989-1991.
Leco
dellOMobre
1917
risuona
pure
nei
paesi
europei
e
in
Cina,
s6molando
mol6
movimen6
di
liberazione
dal
colonialismo
e
sulla
scia
dei
par66
comunis6
organizza6
dalla
Terza
Internazionale,
controllata
da
Mosca,
che
svolgono
un
ruolo
essenziale
nella
lo(a
contro
il
fascismo.
La
rivoluzione
del
1905
non
riesce
a
indebolire
le
basi
autarchiche
del
potere
zarista,
ma
ancora
una
volta
il
disastro
militare
a
far
sca(are
la
rivoluzione
del
1917
che
stavolta
si
rivela
pi
radicale
e
duratura.
Le
scon(e
subita
ad
opera
della
Germania
me(ono
in
crisi
il
potere
dello
zar
e
la
volont
di
pace
delle
masse
popolari,
confermata
dalla
disgregazione
dellesercito,
le
rivolte
contadine
che
occu-
pano
le
terre
e
il
diondersi
dei
soviet
me(e
in
luce
limpossibilit
di
poter
consolidare
la
fase
bor-
ghese
della
rivoluzione.
I
soviet
si
dotano
di
milizie
armate
e
il
potere
centrale
non
riesce
a
controllare
lesercito
o
a
inuire
su
una
vita
economica
sempre
pi
frammentata.
Il
governo
provvisorio
di
Kerenskij
col
sostegno
dei
soviet
di
Pietrogrado,
proclama
la
repubblica,
ma
per
fermare
la
controensiva
delle
forze
reazionarie
ricorre
allaiuto
dei
bolscevichi
di
Lenin.
Lenin,
tornato
dallesilio
svizzero,
punta
sullalleanza
tra
proletari
e
contadini.
Si
sarebbe
dovuto
costruire
subito
un
governo
di
operai
e
contadini,
preparando
linstaurazione
del
socialismo
in
Rus-
sia.
Nella
Tesi
di
Aprile
Lenin
invita
i
membri
del
par6to
bolscevico
a
comba(ere
il
governo
provvisorio
con
i
suoi
sostenitori
socialrivoluzionari
e
menscevichi
in
nome
della
repubblica
dei
soviet
operai
e
contadini.
Lenin
prepara
uninsurrezione
che
perme(e
ai
bolscevichi
di
assumere
il
controllo
del
palazzo
dIn-
verno,
sede
del
governo.
Nel
Febbraio
del
1918
si
realizza
la
Rivoluzione
dO(obre,
des6nata
a
in-
cidere
sulla
societ
russa
e
sul
quadro
internazionale.
Il
giorno
seguente
si
cos6tuisce
il
nuovo
go-
verno,
guidato
da
Lenin,
con
Trockij
responsabile
degli
Esteri
e
Stalin
alle
ques6oni
delle
nazionali-
t.
Nel
Marzo
del
1918
la
Russia
costre(a
a
compiere
la
pace
separata
con
la
Germania,
cedendo
col
tra(ato
di
Brest-Litovsk
Polonia
e
i
paesi
bal6ci,
riconoscendo
lindipendenza
dellUcraina.
Lenin
la
chiama
pace
vergognosa,
ma
necessaria.
La
Repubblica
socialista
federa6va
sovie6ca
russa
vuole
essere
una
risposta
alle
tendenze
autono-
mis6che
e
separa6ste.
Abolisce
la
propriet
privata
della
terra
e
is6tuisce
il
controllo
operaio
sulle
fabbriche.
Aerma
il
principio
della
libera
federazione
delle
nazioni
che
entrano
a
farne
parte.
Questo
un
principio
che
la
Cos6tuzione
del
1924
estende
alla
Repubblica
russa
a
tu(e
quelle
del-
lUnione
delle
repubbliche
socialiste
sovie6che
(URSS)
proclamata
nel
1922.
Alla(enuarsi
delle
minacce
controrivoluzionarie,
Lenin
abbandona
il
comunismo
di
guerra
per
a(uare
una
parziale
liberazione
nelle
campagne,
nella
piccola
industria
e
nel
commercio
interno
con
la
Nuova
poli6ca
economica
(NEP)
inaugurata
nel
1921,
con
lo
scopo
di
rivitalizzare
la
produ-
zione
agricola.
Alla
morte
di
Lenin,
Stalin
nei
inaugura
il
culto,
per
assicurare
al
regime
il
consenso
delle
masse
popolari.
9.2.
La
costruzione
dellURSS
e
lo
stalinismo
Il
gulag,
sistema
di
campi
di
lavoro
e
di
rieducazione
is6tuito
nel
1919
per
i
condanna6
per
rea6
comuni
o
per
mo6vi
poli6ci,
diviene
una
realt
di
enormi
dimensioni
nel
regime
instaurato
da
Sta-
lin
a
par6re
dagli
anni
30.
La
decisione
di
superare
la
secolare
arretratezza
del
paese
promuovendone
lindustrializzazione
si
prende
nel
1928
con
il
varo
del
primo
piano
quinquennale
che
ssa
gli
obieJvi
da
raggiungere.
Presupposto
della
svolta
impressa
da
Stalin
alla
poli6ca
economica
sono
labbandono
dellespe-
rienza
della
NEP
e
la
colleJvizzazione
dellagricoltura.
La
frammentazione
delle
terre
in
tante
pic-
cole
aziende
impedirebbe
di
accrescerne
la
produJvit
con
luso
dei
macchinari
moderni,
mentre
una
razionalizzazione
delle
colture
perme(erebbe
di
spostare
la
manodopera
dalle
campagne
alle
ci(
e
alle
industrie.
Di
qui
laccusa
rivolta
ai
kulaki
di
essere
capitalis6
aamatori
del
popolo,
procedendo
alla
requisi-
zione
dei
prodoJ
e
quindi
alla
colleJvizzazione
delle
terre:
le
aziende
contadine
individuali
ven-
gono
sos6tuite
da
quelle
colleJve
condo(e
in
forma
coopera6va
(kolchoz)
o
con
lavoro
salariato
alle
dipendenze
dello
Stato
(sovchoz).
E
una
trasformazione
a(uata
con
la
violenza.
Di
notevoli
proporzioni
sono
invece
i
risulta6
nel
se(ore
industriale,
in
par6colare
nellindustria
pesante.
Alla
ne
degli
anni
Trenta
lURSS
diventa
una
potenza
industriale
seconda
solo
agli
Sta6
Uni6
e
alla
Germania.
La
di(atura
tu(avia
uno
dei
prezzi
di
questo
incredibile
successo.
Il
regime
totalitario
instaurato
sopravvive
dopo
il
1945
sulla
scia
del
forte
sen6mento
patrioJco
suscitato
dalla
guerra
vi(oriosa,
anche
dopo
la
morte
di
Stalin.
La
guerra
fredda
che
oppose
lURSS
e
il
blocco
sovie6co
agli
Sta6
Uni6
e
al
mondo
occidentale
un
incen6vo
ulteriore
per
mantenere
un
rigido
controllo
poli6co
e
ideologico
sulla
societ
e
perpetua-
re
la
chiusura
del
paese
a
ogni
inuenza
esterna,
che
si
traduce
anche
in
manifestazioni
di
an6se-
mi6smo.
9.3.
La
Terza
Internazionale
e
la
diusione
del
comunismo
Nel
Marzo
del
1919
si
fonda
a
Mosca
la
Terza
Internazionale,
conosciuta
anche
come
Internaziona-
le
comunista
o
Comintern.
Lenin
denuncia
il
fallimento
e
il
tradimento
della
Seconda
Internazionale
e
propone
la
Terza
come
erede
della
Prima,
fondata
da
Marx.
Chiara
la
volont
di
una
ro(ura
net-
ta
con
i
par66
socialdemocra6ci
che
si
riconoscono
nella
Seconda
Internazionale.
Fallita
lidea
di
riproporre
in
altri
paesi
lesperienza
basata
sui
soviet,
il
compito
di
condurre
una
ba(aglia
rivoluzionaria
viene
adato
a
nuovi
par66,
chiama6
comunis6,
organizza6
secondo
il
modello
del
par6to
bolscevico
costruito
da
Lenin.
In
quasi
tuJ
i
paesi
i
par66
comunis6
si
formano
separandosi
da
quelli
socialis6,
i
quali
si
riorga-
nizzano
dando
vita
nel
1923
alla
Internazionale
operaia
e
socialista,
dalle
ceneri
della
Seconda
In-
ternazionale.
Si
tra(a
quasi
sempre
di
scissioni
di
una
minoranza,
incapace
di
trascinare
il
grosso
della
classe
operaia.
E
il
caso
del
Par6to
comunista
dItalia
(PcdI)
sorto
al
congresso
di
Livorno
del
Gennaio
1921
per
inizia6va
di
Bordiga.
I
par66
comunis6
dei
vari
paesi
hanno
scarsa
autonomia,
sono
chiama6
a
stringersi
a(orno
al-
lURSS
nella
costruzione
del
socialismo
in
un
paese
solo
e
ad
assumere
la
guida
esclusiva
della
lo(a
contro
il
capitalismo
che
passa
al
contra(acco,
come
dimostra
lavvento
del
fascismo
in
Italia.
Il
contrasto
ideologico
fra
comunis6
e
socialdemocra6ci
si
accentua.
Un
ne(o
cambiamento
di
li-
nea
si
ha
solo
nel
1934,
dopo
lavvento
di
Hitler
al
potere,
rendendo
evidente
la
minaccia
del
na-
zionalsocialismo,
che
viene
riconosciuto
come
nemico
principale.
Deve
essere
comba(uto
cos6-
tuendo
unalleanza
pi
vasta
di
quella
del
fronte
unico.
Allingresso
dellURSS
nella
Societ
delle
nazioni
corrisponde,
nello
stesso
1934,
lavvio
della
poli6-
ca
dei
Fron6
popolari
basata
su
un
vasto
schieramento
an6fascista.
Sebbene
i
risulta6
concre6
della
poli6ca
dei
Fron6
popolari
sono
scarsi
o
poco
duraturi,
ampia
leco
internazionale
di
unesperienza
des6nata
ad
alimentare
con
il
suo
mito
le
lo(e
del
movimento
operaio
nei
decenni
successivi.
Da
allora
lan6fascismo
diviene
un
cara(ere
iden6tario
del
movimento
comunista
internazionale.
Il
ruolo
della
Terza
Internazionale
nella
diusione
del
comunismo
non
si
limita
allEuropa,
ma
inve-
ste
anche
i
paesi
dellAmerica
La6na
e
sopra(u(o
quelli
dellAsia.
In
par6colare
gli
eeJ
della
Ri-
voluzione
dO(obre
si
fecero
sen6re
maggiormente
in
Cina.
I
segre6
del
suo
successo
sono
la
sua
violenza,
la
capacit
di
mobilitare
le
masse,
la
debolezza
degli
avversari
e
la
simpa6a
dei
liberali
ossessiona6
dal
pericolo
rosso,
tu(o
insieme
allappoggio
a
Mussolini
di
se(ori
consisten6
della
societ
italiana
e
della
classe
dirigente.
InfaJ
si
sviluppa
al
Centro-Nord
in
cui
il
Psi
pi
forte,
e
meno
nel
Mezzogiorno
in
cui
la
lo(a
con-
tro
il
comune
nemico
socialista
comba(uta
dai
liberali
conservatori
e
anche
dalla
maa.
Il
termine
fascismo
indica
soltanto
un
raggruppamento
(fascio,
appunto)
di
forze.
InfaJ
il
movi-
mento
fascista
segue
un
i6nerario
che
va
da
sinistra
a
destra.
Il
movimento
ha
pure
il
sostegno
di
liberali
come
GioliJ,
che
pensando
di
u6lizzarlo
come
stru-
mento
momentaneo
nella
lo(a
contro
lavanzata
del
socialismo
rivoluzionario.
Di
questa
situazione
Mussolini
ne
sa
appro(are
stringendo
alleanze
con
altre
forze
conservatrici,
o(enendo
una
signi-
ca6va
vi(oria
nel
1921.
La
marcia
su
Roma
nellO(obre
del
1922
lesito
della
combinazione
della
violenza
fascista
con
la
debolezza
e
la
connivenza
della
monarchia
e
della
classe
dirigente
liberale.
Vi(orio
Emanuele
III
lascia
entrare
le
squadre
fasciste
a
Roma,
incaricando
Mussolini
di
formare
il
nuovo
governo.
Mussolini
dimostra
subito
le
sue
intenzioni
autoritarie,
disprezzando
parlamento
e
stampa.
Crea
la
Milizia
volontaria
di
sicurezza
nazionale,
che
legalizza
le
squadre
fasciste,
il
Gran
consiglio
del
fasci-
smo,
che
sos6tuisce
il
Parlamento,
che
prepara
liste
bloccate
di
candida6
alle
elezioni,
dimostrando
che
tu(o
era
una
farsa.
La
denuncia
di
Ma(eoJ
al
broglio
viene
soocata
con
la
sua
uccisione
e
i
deputa6
dei
par66
an6-
fascis6
condannarono
laccaduto.
Mentre
i
par66
comunis6
abbandonano
il
Parlamento
sperando
invano
di
spingere
il
re
a
revocare
lincarico
a
Mussolini.
Nel
1925-1926
viene
costruito
il
regime,
e
quindi
vietato
lo
sciopero,
censurata
la
stampa
e
nel
1926
vengono
fa(e
le
leggi
fascis6ssime
che
dichiarano
decadu6
i
deputa6
fuggi6
dal
Parlamen-
to,
il
Pnf
lunico
par6to
riconosciuto,
viene
cos6tuita
la
polizia
poli6ca
segreta
e
il
Tribunale
spe-
ciale
per
la
difesa
dello
Stato.
La
violenza
che
contraddis6ngue
il
fascismo
rimane
il
pilastro
del
regime,
che
cerca
tu(avia
anche
il
consenso
delle
masse.
Vengono
infaJ
in
aiuto
a
questo
i
PaJ
lateranensi
raggiun6
nel
Febbraio
1929
tra
Stato
e
Chiesa
che
pongono
ne
alla
ques6one
romana.
Creano
lo
Stato
della
Ci(
del
Va6cano,
una
convenzio-
ne
nanziaria
che
risarcisce
il
vecchio
Stato
pon6cio
dalle
perdite
dei
suoi
beni
subite
dallItalia.
E
con
un
Concordato
si
precisa
la
sfera
di
inuenza
della
Chiesa
nel
paese,
denendola
come
sola
religione
dello
Stato,
a(ribuendo
eeJ
civili
al
matrimonio
religioso
e
esteso
a
tu(e
le
scuole
lin-
segnamento
obbligatorio
della
religione
so(o
controllo
ecclesias6co.
Il
regime
cerca
quindi
un
conta(o
dire(o
con
le
masse
per
educarle
e
per
esserne
legiJmato,
ma
non
riesce
a
stabilire
un
controllo
totalitario
sul
paese.
La
scelta
deazionis6ca
del
1926
di
rivalutare
la
lira
cos6tuisce
un
freno
alle
esportazioni
e
raorza
il
potere
dacquisto
della
media
e
piccola
borghesia,
mentre
i
lavoratori
subiscono
tagli
salariali.
La
crisi
del
1929
provoca
un
aumento
della
disoccupazione.
10.2.
Il
nazionalsocialismo
Diversi
sono
i
tempi
e
i
modi
in
cui
sale
al
potere
il
nazionalsocialismo
in
Germania.
Si
tra(a
di
una
rivoluzione
legale.
Adolf
Hitler
nel
1921
alla
guida
del
Par6to
nazionalsocialista
tedesco
dei
lavoratori.
Giocando
come
il
fascismo
italiano
sullambiguit
del
nome
stesso
e
dei
simboli,
nel
suo
programma
si
rivolge
alla
comunit
nazionale,
agli
ex
comba(en6
e
ai
ce6
medi,
per
formare
una
grande
Germania,
con
una
poli6ca
dove
devono
essere
esclusi
gli
ebrei.
Nazionalismo
e
an6semi6smo
cominciano
a
raccogliere
il
consenso
dei
reduci
e
dei
ce6
medi,
mentre
lapparato
paramilitare
del
Par6to
e
i
repar6
dassalto
(SA)
esercitano
la
loro
violenza
con-
tro
esponen6
del
movimento
operaio
e
democra6co.
Hitler
tenta
a
Monaco
un
colpo
di
Stato,
ma
viene
arrestato.
In
carcere
scrive
Mein
Kampf
(La
mia
ba4aglia)
dove
sono
presen6
i
temi
che
ispirano
la
sua
poli6ca
quando
salir
al
governo:
la
lo(a
al
bolscevismo,
lan6semi6smo
e
lespansione
a
est
per
lo
spazio
vitale
per
i
tedeschi.
Una
crescita
impetuosa
dei
consensi
avviene
grazie
allindebolimento
della
Repubblica
di
Weimar
a
causa
del
crollo
del
1929.
Nel
Gennaio
1933
il
presidente
della
repubblica
d
lincarico
a
Hitler
di
formare
il
governo.
Arrivato
al
potere
pi
per
le
vie
legali
che
con
laiuto
delle
SA,
il
nazismo
scatena
subito
la
violenza
per
liberarsi
in
pochi
mesi
degli
altri
par66
e
instaurare
la
di(atura,
e
pone
delle
restrizioni
alle
li-
bert
personali,
di
stampa
e
di
associazione.
Viene
sciolto
il
Par6to
socialdemocra6co
e
quello
di
Hitler
dichiarato
lunico
par6to
consen6to.
Hitler
diviene
anche
presidente
della
repubblica
oltre
che
cancelliere
e
nella
no(e
dei
lunghi
coltelli
fa
assassinare
il
capo
delle
SA
e
mol6
esponen6
del
primo
nazismo.
Ha
inizio
il
Terzo
Reich
con
a
ver6ce
il
Fhrer
(capo)
assis6to
dal
par6to
e
dai
suoi
organismi,
paral-
leli
a
quello
dello
Stato
tradizionale.
E
il
par6to
a
vincere
sullo
Stato
e
non
viceversa
come
in
Italia.
Nel
marzo
del
1933
si
hanno
i
primi
campi
di
concentramento
per
gli
avversari
poli6ci
e
la
cos6tu-
zione
delle
Gestapo,
la
polizia
segreta,
che
epurano
la
pubblica
amministrazione
prendendo
di
mira
i
funzionari
di
origine
non
ariana.
Le
SS,
nate
come
squadre
di
protezione
di
Hitler,
diventano
una
potente
polizia
di
par6to
inserita
nello
Stato.
La
poli6ca
di
livellamento
elimina
le
dierenze
tra
il
centro
e
gli
angoli
Lnder
e
inve-
ste
tu(e
le
pieghe
della
societ.
Gli
interven6
per
dare
un
volto
unico
al
paese
sono
pi
rapidi
che
in
Italia.
Il
rogo
dei
libri
di
autori
marxis6,
ebrei
o
comunque
considera6
sovversivi,
svoltosi
a
Berlino
nel
1933,
spinge
un
gran
numero
di
intelle(uali,
anche
liberali
conservatori
come
Thomas
Mann,
an-
che
come
Einstein,
a
lasciare
il
paese
per
gli
Sta6
Uni6
o
la
Svizzera.
Ecace
e
capace
di
creare
consensi
la
poli6ca
economica
del
regime
che
interviene
non
per
mo-
dicare
lasse(o
capitalis6co,
ma
per
rendere
funzionale
ad
esso
il
mercato
del
lavoro.
Col
suo
in-
tervento
totalitario,
il
regime
ore
al
potere
economico
una
classe
operaia
privata
di
ogni
difesa,
ma
coinvolta
in
un
processo
produJvo
che
giova
ad
entrambi
e
che
elimina
la
disoccupazione,
gra-
zie
anche
ad
unintensa
poli6ca
di
riarmo.
Mann
ha
ben
presente,
oltre
agli
obieJvi
espansionis6ci
del
regime,
la
natura
razziale
e
an6semita
della
poli6ca
che
inaugura
subito
dopo
lavvento
al
potere
e
che
si
manifesta
nel
Terzo
Reich
con
una
ampiezza
e
violenza
inusitate.
10.3.
Fascismi
e
movimenA
autoritari
Oltre
ai
casi
tedesco
e
italiano,
di
fascismo
vero
e
proprio
si
pu
parlare
per
lAustria
che
prima
di
essere
ammessa
nel
1938
alla
Germania
risente
dellinuenza
italiana
e
tedesca
come
forme
tali
da
legiJmare
luso
del
termine
austrofascismo.
Ci
sono
nazionalis6
che
nel
1929
riformano
in
senso
autoritario
la
Cos6tuzione
del
1920-
Il
cancelliere
Dollfuss
comba(e
il
forte
movimento
socialista,
provocando
nel
Febbraio
1934
unin-
surrezione
operaia
nella
capitale,
la
Vienna
rossa,
che
viene
duramente
repressa,
inaugurando
una
di(atura
che
esautora
il
Parlamento
e
vara
una
nuova
Cos6tuzione
ispirata
al
corpora6vismo
fascista.
Il
conservatore
Wiston
Churchill
fra
gli
uomini
che
apertamente
manifestano
lapprezzamento
per
Mussolini.
La
crisi
economica
del
1929
da
unulteriore
spinta
alla
diusione
del
fascismo.
Movimen6
e
par66
fascis6
nascono
in
Gran
Bretagna,
in
Francia
e
in
Belgio,
ma
senza
o(enere
quel
successo
che
cara(erizza
Europa
centro-orientale,
dove
de(ero
il
loro
sostegno
a
regimi
auto-
ritari
che
per
6pologia
si
avvicinano
a
quelli
fascis6
o
che
vengono
confusi
per
tali,
e
il
caso
della
penisola
iberica,
che
conosce
pure
una
cruenta
guerra
civile.
Il
lofascismo
dei
regimi
autoritari
che
si
diondono
in
Europa
centro-orientale,
escludendo
la
Ce-
coslovacchia,
viene
alimenato
anche
dal
loro
ruolo
di
baluardo
contro
lUnione
Sovie6ca.
Horthy,
reggente
dellUngheria,
si
muove
no
al
1938
in
sintonia
con
lItalia
sia
in
poli6ca
interna
che
in
poli6ca
estera.
An6semi6smo
e
an6comunismo
contraddis6nguono
la
Romania.
In
Polonia
il
maresciallo
Pilsudski
a(ua
nel
1926
una
marcia
su
Varsavia,
prendendo
come
esem-
pio
quella
italiana,
che
gli
assicura
il
potere
di(atoriale.
In
Jugoslavia
Alessandro
I
a
dar
vita
nel
1929
alla
di(atura.
10.4.
Le
risposte
anAfasciste
Gli
avversari
poli6ci
sono
considera6
dal
fascismo
come
nemici
da
annientare
anche
sicamente
oltre
che
da
isolare
con
il
carcere,
il
conno
e
il
campo
di
concentramento.
Il
termine
an6fascismo,
coniato
dai
fascis6
italiani
per
denire
i
loro
oppositori,
comprende
posi-
zioni
e
metodi
di
lo(a
assai
diversi
a
seconda
dei
paesi
e
dei
periodi.
La
prima
risposta
an6fascista,
data
dalla
dicolt
di
agire
allinterno
del
regime
di(atoriale,
lemigrazione
poli6ca.
Lopposizione
pi
organizzata
si
dimostra
quella
comunista,
forte
dellappoggio
di
Mosca.
LaJvit
cospira6va
interna
limitata,
forte
sopra(u(o
di
una
stampa
clandes6na.
Nel
1936
le
truppe
di
Pietro
Badoglio
entrano
nella
capitale
Addis
Abeba
e
Vi(orio
Emanuele
III
viene
proclamato
imperatore
dE6opia,
che
con
Eritrea
e
Somalia
forma
lAfrica
Orientale
Italiana.
Mentre
la
Societ
delle
nazioni
vota
delle
sanzioni
economiche
contro
lItalia
in
quanto
paese
ag-
gressore,
non
vi
sono
eeJ
pra6ci
e
il
governo
Mussolini
si
avvicina
a
quello
di
Hitler,
che
aerma
le
sue
pretese
revisionis6che
occupando
la
Renania
e
ponendo
ne
alla
sua
smilitarizzazione
deci-
sa
a
Versailles.
La
Societ
delle
nazioni
viene
cos
messa
deni6vamente
in
crisi.
Italia
e
Germania
unite
nellAsse
Roma-Berlino
sanciscono
il
loro
interessamento
comune
contro
il
bolscevismo.
La
guerra
civile
che
insanguina
la
Spagna
dal
1936
al
1939
il
coagulo
dello
scontro
di
ideologie
iniziato
con
La
Rivoluzione
dO(obre
e
con
la
nascita
dei
fascismi
europei,
e
i
suoi
riessi
interna-
zionali
sono
decisivi
per
le
scelte
di
campo
che
portano
alla
seconda
guerra
mondiale.
Essa
ha
comunque
origini
interne,
per
via
del
sistema
poli6co
fragile
che
non
ha
mai
conosciuto
reali
forme
di
democrazia,
con
profondi
squilibri
sociali
e
for6
spinte
autonomis6che
che
spaccano
tradizionalmente
la
Spagna.
Francisco
Franco
vince
contro
gli
oppositori
repubblicani
con
una
sanguinosa
guerra,
instaurando
un
regime
di
6po
fascista.
La
resistenza
dei
governi
repubblicani
si
indebolisce
per
via
delle
divisio-
ni
interne
al
Fronte.
GLi
anarchici
e
il
Par6to
operaio
di
unicazione
marxista,
di
ispirazione
trocki-
sta
e
an6stalinista,
sono
i
soli
a
puntare
su
una
rivoluzione
sociale
e
poli6ca,
no
a
comba(ere
con
le
armi
dei
comunis6
lega6
a
Mosca.
LUnione
sovie6ca
comunque
il
solo
paese
ad
aiutare
la
re-
pubblica
con
materiale
bellico.
Linternazionalizzazione
del
coni(o
un
banco
di
prova
per
la
seconda
guerra
mondiale
e
favori-
sce
i
nazionalis6
di
Franco.
La
richiesta
di
aiuto
da
parte
della
repubblica
non
viene
accolta
da
Francia
e
Inghilterra,
mentre
Italia
e
Germania
aiutano
Franco,
perch
per
Mussolini
e
Hitler
unoccasione
per
comba(ere
il
comunismo
e
per
Stalin
un
laboratorio
per
sperimentare
la
poli6ca
dei
Fron6
popolari
e
per
indebolire
i
fascismi.
Nel
fra(empo
in
Estremo
Oriente
comincia
unaltra
guerra.
Nel
1937
lesercito
nipponico
invade
la
Cina,
forte
del
Pa(o
an6comintern
rmato
nel
36
con
la
Germania,
al
quale
aderisce
lItalia
nel
37.
Occupa
Nanchino.
La
Germania
procede
allannessione
dellAustria
senza
incontrare
gli
ostacoli
da
parte
italiana
e
col
tacito
assenso
di
Francia
e
Inghilterra,
poich
questoperazione
secondo
loro
avrebbe
soddisfa(o
le
richieste
della
Germania,
riequilibrando
la
situazione
minoritaria
stabilita
a
Versailles.
Ma
queste
concessioni
alimentano
le
mire
espansionis6che
naziste,
focalizzando
come
obieJvo
la
riunione
in
un
unico
paese
dei
popoli
di
lingua
tedesca,
prendendo
di
mira
la
regione
dei
Sude6,
in
Cecoslovacchia.
Di
fronte
ad
un
coni(o
generalizzato,
nella
conferenza
di
Monaco
del
1938
Italia,
Francia
e
Inghil-
terra
acce(ano
le
richieste
di
Hitler,
senza
consultare
lURSS
e
il
governo
ceco.
Gli
obieJvi
espansionis6ci
del
nazismo
sono
so(o
gli
occhi
di
tuJ
e
non
vi
era
pi
la
gius6cazio-
ne
di
una
popolazione
tedesca
da
riunicare
allinterno
del
Reich.
Alla
conferenza
di
Monaco
Inghilterra
e
Francia
hanno
mirato
a
indirizzare
la
potenza
tedesca
verso
est
per
u6lizzarla
in
funzione
an6comunista,
ma
di
fronte
alla
richiesta
di
Hitler
di
o(enere
dalla
Polonia
Danzica
e
il
passaggio
a(raverso
il
corridoio
che
divide
in
due
il
territorio
tedesco,
le
po-
sizioni
dei
due
governi
si
irrigidisce.
Cos
cercano
di
coinvolgere
nuovamente
lUnione
Sovie6ca
in
unopera
di
contenimento
della
potenza
tedesca.
Ormai
troppo
tardi
per
superare
la
didenza
reciproca
che
la
guerra
di
Spagna
ha
acuito,
mentre
lItalia
occupa
nel
1939
lAlbania
per
stringere
poi
un
pa(o
di
alleanza
con
la
Germania.
11.3.
La
Seconda
Guerra
Mondiale
GLi
eserci6
non
comba(ono
nelle
trincee,
ma
con
veloci
mezzi
di
trasporto
e
di
oesa,
a(raversa-
no
spazi
immensi,
ci(
e
campagne,
e
luso
di
aerei,
navi,
sommergibili,
portaerei
e
radio
e
radar
cambia
le
strategie
belliche.
Nel
1945
la
guerra
nisce
con
luso
di
una
nuova
arma,
la
bomba
atomica
sganciata
in
Giappone
e
la
ne
della
guerra
conta
milioni
di
mor6,
fra
cui
un
vero
e
proprio
genocidio
di
ebrei
dEuropa.
Le
cause
che
portano
alla
Seconda
Guerra
Mondiale
non
sono
solo
a(ribuibili
ad
un
piano
di
ag-
gressione
della
Germania.
Vanno
considera6
loccupazione
dellAlbania
da
parte
dellItalia,
il
Pa(o
dacciaio
fra
Italia
e
Germania,
alleanza
non
solo
difensiva
ma
anche
oensiva
e
la
forte
crisi
dovuta
al
crollo
della
borsa
del
1929.
Per
questo
mo6vo
la
chiusura
delle
relazioni
commerciali
tra
gli
Sta6,
quindi,
sollecita
una
poli6ca
di
riarmo
per
sostenere
la
domanda
interna,
sopra(u(o
in
Germania.
Lintervento
dei
fascismi
in
Spagna
a
sostegno
di
Franco
risponde
a
quel
proge(o
ideologico
di
fascis6zzare
lintera
Europa,
perseguitato
quindi
nella
Seconda
Guerra
Mondiale.
Si
parla
di
Nuovo
ordine
europeo
promosso
dalla
Germania
che
mira
allo
sfru(amento
economi-
co,
anche
a(raverso
il
lavoro
forzato,
e
alla
nazicazione
di
tu(o
il
con6nente
in
base
ai
principi
razzis6
gi
a(ua6
nel
Reich.
1939
LURSS
cerca
di
difendersi
dalla
minaccia
tedesca
rmando
nel
1939
un
pa(o
di
non
aggressione
con
la
Germania,
il
Pa(
Ribbentrop-Molotov.
Una
seJmana
dopo
le
truppe
tedesche
oltrepassano
il
conne
polacco
e
prendono
Varsavia.
Mentre
Francia
e
Gran
Bretagna
entrano
in
guerra
con
la
Germania,
lItalia
dichiara
la
non
bellige-
ranza,
rinviando
limpegno
bellico
in
a(esa
di
una
migliore
preparazione
militare.
La
Polonia
diventa
in
breve
tempo
il
laboratorio
del
Nuovo
ordine
europeo
sognato
dal
nazismo
e
si
procede
con
la
cancellazione
delliden6t
nazionale
distruggendo
la
classe
dirigente
polacca,
deportandola
nei
campi
di
concentramento.
Vengono
cos6tui6
dei
gheJ
che
facilitano
questope-
razione,
vicino
ai
quali
si
costruiscono
numerosi
campi
di
concentramento
(come
Auschwitz).
1940
La
guerra
no
al
1940
avviene
sul
fronte
se(entrionale
e
vede
Hitler
provare
a
ridurre
alla
resa
Francia
e
Inghilterra,
prima
di
rivolgersi
contro
lURSS.
La
linea
Maginot
viene
raggirata
passando
dal
Belgio,
Olanda
e
Lussemburgo.
La
Francia
viene
divisa
in
due.
Una
parte
controllata
dai
tede-
schi
e
la
regione
a
sud
dal
governo
di
Vichy.
LItalia
abbandona
la
non
belligeranza
e
dichiara
guerra
a
Francia
e
Gran
Bretagna.
La
Francia
rma
larmis6zio.
La
Gran
Bretagna
si
ada
a
Churchill
che
non
vuole
scendere
a
paJ
col
nemico,
i
massicci
a(acchi
aerei
tedeschi
non
piegano
il
paese,
che
riceve
gli
aiu6
militari
dagli
Sta6
Uni6
e
Hitler
rinuncia
alla
speranza
di
invaderla.
Nel
Se(embre
del
1940
Germania,
Italia
e
Giappone
siglano
il
PaMo
triparIto,
traduzione
militare
del
Pa(o
an6comintern,
con
lintento
di
accerchiare
lURSS,
anche
in
signicato
an6britannico
e
an6statunitense,
ognuno
con
le
proprie
sfere
di
inuenza.
Senza
che
Mussolini
avverte
Hitler
nel
1940
le
truppe
italiane
stanziate
in
E6opia
si
spingono
nella
Somalia
inglese
e
nel
Sudan
e
quelle
in
Libia
cercano
di
invadere
lEgi(o,
puntando
al
controllo
del
canale
di
Suez,
ma
vengono
respinte
dalle
forze
inglesi
e
costringono
lItalia
a
ri6rarsi
anche
dal-
lE6opia.
In
O(obre
lesercito
di
Mussolini
a(acca
la
Grecia
partendo
dallAlbania,
ma
viene
ferma-
to.
Mentre
nel
Mediterraneo
la
o(a
britannica
inigge
gravi
perdite
a
quella
italiana,
i
tedeschi
a(ac-
cano
la
Jugoslavia
e
la
Grecia,
occupando
inne
Creta,
punto
strategico
per
il
Controllo
del
Medi-
terraneo.
La
guerra
parallela
intrapresa
dallItalia
fallisce
e
ha
solo
lee(o
di
mol6plicare
i
fron6
di
ba(a-
glia
rendendo
il
paese
ancora
pi
subalterno
alla
Germania
e
indebolendo
le
potenze
dellAsse.
1941
Una
svolta
decisiva
si
ha
quando
sono
costreJ
ad
entrare
in
guerra
Unione
Sovie6ca
e
Sta6
Uni6.
Con
il
nome
in
codice
di
Operazione
Barbarossa,
linvasione
dellURSS
avviene
nel
Giugno
del
1941.
Sei
mesi
dopo
il
Giappone
aggredisce
gli
Sta6
Uni6
e
la
guerra
assume
cara(ere
mondiale.
La
guerra
tedesca
contro
lURSS
dovrebbe
essere
una
guerra
lampo,
perch
la
Germania
sa
di
non
poter
sostenere
una
lunga
guerra
di
logoramento
come
quella
del
1914-18,
per
portarla
a
termine
entro
lautunno
cercando
di
evitare
gli
ostacoli
dellinverno
russo.
Corollario
di
guerra
totale
e
guerra
lampo
la
guerra
di
sterminio.
Secondo
il
Generalplan
Ost,
ovvero
il
Piano
generale
per
lOriente,
elaborato
dal
capo
della
polizia
e
delle
SS
Himmler,
si
dovrebbero
portare
in
Siberia
milioni
di
slavi
dalla
Polonia,
dai
paesi
bal6ci
e
dalla
Russia,
sempre
su
basi
razziste,
liberando
quei
territori
che
garan6rebbero
il
cosidde(o
spazio
vitale
nel
quale
insediare
la
popolazione
tedesca
di
razza
ariana.
Laccanita
resistenza
sovie6ca
non
perme(e
la
realizzazione
di
questo
proge(o.
Lesercito
tedesco,
aancato
da
un
mediocre
corpo
militare
italiano,
invade
i
paesi
bal6ci,
la
Polo-
nia
e
lUcraina,
fermandosi
alle
soglie
di
Mosca
alla
ne
del
1941.
Stalin
assume
il
comando
delle
forze
armate
e
inviato
tu(a
la
popolazione
alla
guerra
patrioJca
a
difesa
del
paese,
riuscendo
ad
evitare
lannientamento
del
suo
esercito.
Comunque
in
Russia
dilagano
saccheggi
di
risorse
alimentari
e
produJve,
sfru(ando
anche
la
ma-
nodopera
locale.
Vengono
infaJ
trasferi6
in
Germania
milioni
di
lavoratori
stranieri,
per
essere
impegna6
nelle
industrie
e
nei
lavori
agricoli,
contro
ogni
convenzione
nazionale
e
riducendo
in
condizioni
schiavis6che
le
razze
inferiori.
Gli
Sta6
Uni6,
pur
mantenendosi
neutrali
perme(ono
il
rifornimento
alla
Gran
Bretagna
di
mate-
riale
bellico,
con
la
legge
aJ
e
pres66
e
avevano
avviato
una
poli6ca
di
riarmo,
investendo
so-
pra(u(o
in
aerei,
navi,
sommergibili
e
portaerei,
per
inne
portare
avan6
rapidamente
le
ricerche
sulla
costruzione
della
bomba
atomica.
Il
paese
abbandona
lisolazionismo
e
nellAgosto
del
1941
da
un
incontro
tra
Roosevelt
e
Churchill
viene
scri(a
la
Carta
atlanIca,
un
documento
che
individua
come
obieJvo
comune
la
distruzione
della
6rannia
nazista,
proponendo
a
tuJ
i
paesi
labbandono
dellimpiego
della
forza
e
la
dimi-
nuzione
degli
armamen6
per
arrivare
in
futuro
a
un
sistema
permanente
di
sicurezza
generale
e
il
libero
accesso
a
tuJ
i
paesi
ai
commerci
e
alle
materie
prime
mondiali
necessarie
alla
loro
pro-
sperit
economica.
Limperialismo
nipponico
annuncia
la
volont
di
cos6tuire
un
nuovo
ordine
nellAsia
orientale,
con
lobieJvo
dichiarato
di
comba(ere
il
comunismo
e
quello
implicito
di
fare
il
Giappone
lunica
potenza
dominante
nellarea.
Lunico
ostacolo
del
Giappone
per
portare
a
compimento
questo
proge(o
sono
gli
Sta6
Uni6.
Nel
Dicembre
del
1941
aerei
giapponesi
a(accano
di
sorpresa
la
o(a
statunitense
a
Pearl
Harbor
nel-
le
Hawaii,
facendo
sca(are
le
rispeJve
dichiarazioni
di
guerra,
comprese
quelle
di
Italia
e
Germa-
nia
agli
USA.
Lo
Stato
nipponico
sembra
riuscire
nella
sua
grande
opera
e
questa
guerra
sembra
simile
a
quella
nazista
per
eeratezza
e
impronta
razzista,
con
massacri
di
civili,
prigionieri
e
stupri.
1942
Nella
conferenza
di
Washington
del
Gennaio
1942,
Sta6
Uni6,
Unione
Sovie6ca,
Gran
Bretagna
e
altri
26
paesi
si
impegnano
a
seguire
i
principi
della
Carta
atlan6ca
e
a
comba(ere
il
fascismo
senza
concludere
tra(a6
di
pace
separa6.
Con
lentrata
in
guerra
degli
Sta6
Uni6
e
le
sue
prime
vi(orie
nel
pacico,
avviene
uninversione
di
ro(a
nei
rappor6
di
forza
fra
i
contenden6.
La
svolta
in
Europa
si
ha
con
la
scon(a
della
Germania
nella
lunga
ba(aglia
di
Stalingrado,
nellO(obre
1942.
In
aggiunta
alla
vi(oria,
Stalin
scioglie
il
Co-
mintern,
rinsaldando
lalleanza
con
gli
occidentali
facendo
capire
di
rinunciare
ad
una
rivoluzione
negli
altri
paesi.
1943
Alla
conferenza
di
Casablanca
del
Gennaio
1943
Roosevelt
e
Churchill
possono
programmare
lin-
vasione
della
Sicilia
per
chiedere
la
resa
incondizionata
dei
paesi
nemici.
Lapertura
del
fronte
in
Italia,
dove
gli
allea6
trovano
una
debole
resistente,
comporta
la
caduta
di
Mussolini.
Daccordo
col
re,
che
voleva
scindere
la
monarchia
dal
regime,
il
Gran
consiglio
del
fascismo
vota
a
favore
dellassunzione
del
comando
delle
forze
armate
al
re,
esautorando
Mussolini,
che
Vi(orio
Emanuele
III
fa
arrestare,
e
nominando
capo
del
governo
Pietro
Badoglio.
Ques6
scioglie
il
par6to
fascista
e
gli
appara6
della
di(atura,
tollera
la
ricos6tuzione
dei
par66
an6fascis6
e
dichiara
che
lItalia
con6nui
a
partecipare
alla
guerra
a
anco
della
Germania.
In
realt
inizia
in
segreto
le
trat-
ta6ve
con
gli
allea6
che
portano
alla
resa
incondizionata
e
allarmis6zio.
Mussolini,
liberato
dai
tedeschi,
daccordo
con
Hitler
d
vita
alla
Repubblica
sociale
italiana
che
sos6ene
le
forze
di
occupazione
germaniche
in
Italia
centro-se(entrionale,
marcando
la
distanza
con
la
monarchia.
Il
governo
si
stanzia
a
Sal
sul
lago
di
Garda.
La
Repubblica
sociale
italiana
uno
dei
tan6
Sta6
europei
collaborazionis6.
Il
termine
assume
unaccezione
nega6va
rispe(o
a
quello
di
collaborazione.
1944
La
guerra
an6fascista
condo(a
dagli
allea6
trova
un
aiuto
nella
lo(a
di
resistenza
organizzata
da
forze
di
varia
estrazione
sociale
e
poli6ca,
che
comba(ono
per
la
liberazione,
spesso
su
ideali
so-
cialis6
e
comunis6,
per
fondare
successivamente
un
asse(o
poli6co
nuovo
rispe(o
al
passato.
C
lopposizione
di
alcuni
gruppi
comunis6,
studenteschi
e
religiosi
in
Germania
che
falliscono
lat-
tentato
a
Hitler
nel
Luglio
1944,
promosso
da
ambien6
militari
intenziona6
a
sos6tuire
il
suo
regi-
me
con
un
governo
conservatore
che
tra(asse
la
pace
con
gli
allea6.
Il
Comitato
di
liberazione
nazionale
comincia
ad
organizzare
in
Italia
la
lo(a
armata
delle
formazio-
ni
par6giane
contro
la
Repubblica
di
Sal.
In
Italia
la
Resistenza
coopera
alla
cacciata
dei
nazis6
e
d
un
contributo
essenziale
alla
creazione
delle
condizioni
poli6che
da
cui
nasce
la
repubblica.
Lo
sbarco
in
Normandia
di
imponen6
forze
anglo-americane
il
6
Giugno
1944
perme(e
la
libera-
zione
di
Parigi
in
Agosto
e
la(acco
nale
alla
Germania,
nel
quale
non
vengono
risparmia6
gli
obieJvi
civili.
1945
La
Resistenza
italiana
proclama
il
25
Aprile
1945
linsurrezione
generale
costringendo
alla
fuga
Mussolini,
ca(urato
e
gius6ziato
dai
par6giani.
LArmata
rossa,
nello
stesso
periodo
entra
a
Berlino,
dove
Hitler
si
suicida
qualche
giorno
prima.
In
Germania
entra
in
vigore
la
resa
incondizionata.
Alle
conferenze
di
Yalta
e
di
Potsdam
Stalin,
Churchill
e
Roosevelt,
sos6tuito
da
Truman,
ssano
le
rispeJve
sfere
di
inuenza
e
le
tappe
nali
della
guerra
contro
il
Giappone.
Le
grandi
ba(aglie
condo(e
nel
Pacico
dagli
Sta6
Uni6
non
sono
riuscite
a
piegare
la
potenza
nip-
ponica,
nemmeno
il
massiccio
bombardamento
di
Tokyo
nel
Marzo
del
1945.
Truman
decide
allora
di
usare
la
forza
dissuasiva
della
bomba
atomica
appena
realizzata,
lancian-
dola
sulle
ci(
di
Hiroshima
e
Nagasaki,
nellAgosto
di
quellanno.
Sempre
in
quel
mese
lURSS
dichiara
guerra
al
Giappone
che
a
Se(embre
rma
la(o
di
capitola-
zione
a
bordo
di
una
corazzata
americana.
Il
ricorso
eccezionale
allarma
nucleare
accelera
la
vi(oria
statunitense,
ma
diminuisce
il
peso
del-
lUnione
Sovie6ca
in
Asia
e
pone
unipoteca
sul
futuro
ordine
mondiale.
11.4.
Razzismo,
anAsemiAsmo
e
distruzione
degli
ebrei
Nel
Dicembre
del
1946
lAssemblea
generale
dellOrganizzazione
delle
nazioni
unite
(ONU),
fonda-
ta
lanno
prima,
dichiara
il
genocidio
un
deli(o
che
ricade
so(o
la
legge
internazionale.
E
una
nuova
forma
di
reato,
non
prescriJbile,
che
si
aggiunge
ai
crimini
di
guerra.
La
Convezione
dellONU
sarebbe
impensabile
se
non
si
verica
un
evento
di
proporzioni
eccezionali
come
lo
sterminio
degli
ebrei
da
parte
del
nazismo.
Il
razzismo
un
fenomeno
pi
an6co
dellanIsemiIsmo,
che
unaspe(o
del
razzismo.
Di
razzi-
smo
si
comincia
a
parlare
fra
le
due
guerre
mondiali
e
indica
lideologia
secondo
la
quale
alcune
razze
sono
superiori
ad
altre.
E
dalla
gius6cazione
dellimperialismo
dei
popoli
pi
for6
che
nasce
il
moderno
an6semi6smo.
Spesso
in
nome
del
razzismo
si
compiono
genocidi.
Negli
Sta6
Uni6
due
esempi
sono
il
Ku
Klux
Klan
a
danno
dei
negri
e
la
conquista
del
Far
West
ai
danni
degli
indigeni.
In
Medio
Oriente
i
massacri
e
le
deportazioni
sulletnia
curda
e
dei
ceceni
si
ha
ampia
documenta-
zione.
Lodio
e
la
discriminazione
nei
confron6
degli
ebrei
sono
di
lunga
data,
basa6
sostanzialmente
su
mo6vi
religiosi,
sullan6giudaismo
che
colpisce
il
popolo
accusato
di
deicidio
e
in
seguito
di
omicidi
rituali
di
bambini
cris6ani
a
Pasqua.
E
in
Francia
che
assume
un
cara(ere
poli6co
con
laaire
Dreyfus,
che
viene
accusato
di
spionag-
gio
a
favore
della
Germania
e
condannato
alla
deportazione.
Agli
inizi
del
Novecento
in
Russia
vengono
pubblica6
I
protocolli
dei
savi
anziani
di
Sion,
testo
che
illustra
la
riunione
di
un
dire(orio
ebraico
impegnato
a
elaborare
i
piani
per
la
distruzione
dellEu-
ropa
cris6ana
diondendo
le
idee
liberali,
socialiste
e
anarchiche.
Si
tra(a
di
un
falso
che
condensa
gli
stereo6pi
della
propaganda
an6semita.
Il
massacro
della
seconda
guerra
mondiale
viene
individuato
col
termine
Shoah
(distruzione),
che
lo
denisce
meglio
di
Olocausto,
parola
largamente
usata,
ma
che
indica
un
sacricio
religioso.
Lelemento
nuovo
rispe(o
al
passato
sono
le
tecniche
moderne
di
sterminio.
Si
parla
di
razzismo
biologico.
Lo
sterminio
non
serve
alcuna
nalit
sociale,
economica
o
poli6ca,
a
dierenza
di
quanto
avviene
nei
gulag
di
Stalin,
ma
ha
lobieJvo
di
eliminare
la
razza
ebraica
a
vantaggio
di
quella
ariana.
Lan6semi6smo
di
Stato
fa
la
sua
comparsa
anche
in
Italia
con
le
leggi
che
nel
1938-39
espellono
studen6
e
docen6
ebrei
dalla
scuola
e
dalluniversit,
vietando
matrimoni
mis6
e
limitando
le
aJ-
vit
dei
liberi
professionis6.
La
Chiesa
di
Roma
non
interviene
con
aJ
pubblici
di
condanna,
sebbene
sollecitata
dagli
allea6.
Molto
si
discusso
dei
mo6vi
dei
silenzi
di
Pio
XII.
La
Chiesa
si
gius6ca
aermando
di
non
voler
procurare
mali
peggiori
sia
agli
ebrei,
sia
ai
ca(olici
che
li
aiutano
segretamente,
e
con
la
sua
im-
possibilit
di
schierarsi
con
una
delle
par6
in
lo(a.
Solo
nel
1959,
con
la
decisione
di
papa
Giovanni
XXIII
di
eliminare
dalla
liturgia
della
seJmana
san-
ta
il
riferimento
ai
perdi
giudei,
viene
posto
ne
al
tradizionale
an6giudaismo
della
Chiesa,
nella
consapevolezza
dei
suoi
possibili
esi6
razzis6.
La
rimozione
e
loblio
rappresentano
per
lungo
tempo
anche
una
costante
degli
Sta6.
Solo
con
una
legge
del
Luglio
2000
lItalia
is6tuisce
il
giorno
della
memoria
il
27
Gennaio,
data
dellabbaJ-
mento
dei
cancelli
di
Auschwitz
per
ricordare
la
Shoah.
nominato
WTO,
World
Trade
OrganizaIon
-
che
abbassa
le
tarie
doganali
in
tu(o
il
mondo
per
venire
incontro
alle
esigenze
statunitensi.
Inoltre
il
Piano
Marshall
che
facilita
la
ricostruzione
economica
europea
ha
provenienza
statuni-
tense.
LobieJvo
di
stabilizzazione
poli6ca
di
segno
moderato
viene
raggiunto
allontanando
i
comunis6
dai
governi
in
Francia
e
Italia.
Nel
1947
lURSS
risponde
fondando
il
Cominform,
un
Ucio
di
in-
formazione
dei
par66
comunis6
che
assicura
un
coordinamento
venuto
mancare
nel
Comintern.
Cos
ciascuno
dei
due
blocchi
si
consolida
al
suo
interno.
Viene
creata
la
NATO,
North
AtlanIc
Treaty
OrganizaIon,
Organizzazione
del
Pa(o
Atlan6co
del
Nord,
fra
i
paesi
dellEuropa
Occidenta-
le,
gli
Sta6
Uni6
e
il
Canada.
La
Germania
in
questo
contesto
divisa
in
due
Sta6.
Mosca
blocca
i
collegamen6
terrestri
con
la
zona
occidentale
di
Berlino,
superata
con
gli
aerei
anglo-americani
che
assicurano
i
rifornimen6
alla
ci(.
Questo
accelera
la
fusione
della
zona
occidentale:
nasce
la
Repubblica
federale
tedesca
con
capitale
Bonn,
che
entra
poi
nella
NATO,
mentre
a
est
nasce
la
Repubblica
democraIca
tede-
sca.
In
Corea
scoppia
il
coni(o
tra
le
due
superpotenze
nel
1950,
divisa
tra
Nord,
lo-sovie6ca,
e
Sud
a
favore
del
modello
occidentale.
La
guerra
si
conclude
nel
53,
inasprendo
la
strategia
an6comuni-
sta
di
Washington.
Dalla
poli6ca
di
contenimento
si
passa
a
quella
di
Eisenhower
di
roll
back,
per
far
indietreggiare
i
sovie6ci
dalle
posizioni
da
essi
conquistate,
promuovendo
la
SEATO,
orga-
nizzazione
per
il
sud-est
asia6co.
A
questa
linea
corrisponde
la
poli6ca
del
senatore
McCarthy
di
caccia
alle
streghe,
o
maccar6-
smo,
contrassegnata
di
unondata
di
persecuzioni
e
di
processi
contro
quan6
sospe(a6
di
lo-co-
munismo.
George
Orwell
con
La
fa4oria
degli
animali
del
1945
cri6ca
aspramente
lutopia
comunista
e
il
mo-
dello
sovie6co.
12.2.
Il
modello
occidentale
Europa
e
Sta6
Uni6
fanno
parte
dello
stesso
blocco
occidentale,
che
cara(erizza
un
sistema
capita-
lis6co
in
ne(a
contrapposizione
con
quello
sovie6co.
Il
mondo
occidentale
diventa
un
modello
ideologico
di
riferimento
con
a(ribu6
di
libert
e
democrazia,
trovando
il
suo
baluardo
negli
Sta6
Uni6,
dove
avviene
una
sorta
di
et
delloro.
Con
il
Piano
Marshall
la
crescita
produJva
interessa
tuJ
i
se(ori
e
una
crescita
cos
sostenuta
av-
viene
anche
in
Giappone,
dove
la
ristru(urazione
del
paese
accompagnata
da
una
trasformazio-
ne
del
sistema
economico
e
produJvo,
cara(erizzato
dalla
nascita
di
grandi
concentrazioni
indu-
striali
che
spesso
diventano
mul6nazionali.
Lo
sviluppo
si
arresta
solo
nel
1973
con
la
crisi
del
petrolio
causata
dallaumento
del
prezzo
del
pe-
trolio
da
parte
della
OrganizaIon
of
the
Petroleum
ExporIng
Countries
(OPEC)
nel
Medio
Oriente.
Cambiano
quindi
i
connota6
delleconomia,
che
si
mondializza,
sviluppando
nuove
aree
industria-
li
dove
il
costo
del
lavoro
minore,
come
in
Cina,
Corea,
India
e
Brasile,
vedendo
nascere
nuovi
se(ori
produJvi
pi
leggeri
come
quello
dellinforma6ca,
e
dove
la
disoccupazione
assume
ca-
ra(eri
stru(urali
che
la
rendono
dicilmente
riassorbibile.
La
ques6one
razziale
comunque
non
si
risolve,
nonostante
gli
sforzi
dei
Paesi.
Negli
Sta6
Uni6
John
Kennedy
sembra
inaugurare
quellera
della
nuova
fron6era
che
dovrebbe
riprendere
lo
spirito
dei
colonizzatori
dellO(ocento,
lanciando
una
sda
poli6ca
e
culturale,
che
comunque
non
riesce
a
realizzare,
nendo
viJma
di
una(entato
nel
1963.
OJene
qualche
successo
nella
conquista
del-
lo
spazio,
facendo
me(ere
il
primo
piede
delluomo
sulla
Luna.
Le
ques6oni
sociali
e
dei
diriJ
civili
nel
programma
di
Kennedy
vengono
arontate
da
Lyndon
Johnson,
arontando
la
ques6one
della
povert
abbassando
le
tasse
e
vietando
la
discriminazione
razziale.
Nel
periodo
avviene
la
fallimentare
guerra
in
Vietnam
che
conclude
il
successore
Richard
Nixon
ri6rando
le
truppe
dal
Paese.
Laumento
del
prezzo
del
petrolio
me(e
in
crisi
leconomia
del
paese,
alla
quale
cerca
di
reagire
il
repubblicano
Ronald
Reagan.
OJene
6midi
risulta6,
ma
riesce
a
rilanciare
i
rappor6
con
lURSS
convincendo
il
nuovo
leader
sovie6co
Michail
Gorbaciov
ad
avviare
nel
1985
una
poli6ca
di
di-
stensione
con
gli
USA.
Uscita
dalla
guerra
fortemente
ridimensionata,
la
Gran
Bretagna
rinuncia
alle
sue
colonie
e
al
suo
impero,
vedendo
trasformare
il
Commonwealth
in
unassociazione
di
sta6
sovrani
nel
1948.
Dopo
laustero
governo
di
Margaret
Thatcher,
che
produce
tensione
sociale
e
disoccupazione
Tony
Blair
nel
1997
a
risollevare
la
situazione.
LItalia
uscita
dal
fascismo
vede
la
scelta
democra6ca
prevalere,
e
confermare
la
divisione
secolare
tra
Nord
e
Sud,
pi
conservatore.
Nasce
la
Cigl
che
rappresenta
i
sindaca6
ca(olici,
socialis6
e
co-
munis6.
Nel
referendum
del
2
giugno
1946
la
repubblica
prevale
alla
monarchia.
Seguono
dei
governi
di
centro,
reJ
da
Democrazia
CrisIana.
LItalia
rinuncia
ad
una
poli6ca
estera
aJva
legandosi
alla
NATO.
nel
1948
la
scissione
di
Cisl
e
Uil
dalla
Cigl
indebolisce
le
forze
a
difesa
dei
lavoratori,
ma
negli
anni
50
avviene
un
miracolo
economico
cara(erizzato
da
un
numero
di
addeJ
allindustria
superiori
a
quelli
agricoli.
La
produzione
di
beni
di
consumo
e
inves6men6
nelle
infrastru(ure
fanno
da
vo-
lano
per
questo
sviluppo.
Negli
anni
60
i
governi
di
centro-sinistra
con
laggiunta
del
ParIto
socialista
(PSI)
al
DC
procurano
trasformazioni
alla
societ.
E
il
periodo
del
movimento
studentesco
del
1968.
E
dellinizio
degli
anni
90
che
lItalia
vede
la
nascita
dei
par66
di
centro-destra.
12.3.
Le
esperienze
del
comunismo
Alla
morte
di
Stalin,
il
segretario
del
par6to
comunista
(PCUS)
Nikita
Kruscev
teorizza
la
necessit
di
un
confronto
pacico
co
i
paesi
capitalis6ci
e
di
rappor6
di
uguaglianza
tra
quelli
socialis6.
Egli,
salito
al
governo
concentra
su
di
s
tu(o
il
paese,
limitando
ulteriormente
la
libert
di
culto
e
con6nua
ad
esercitare
uno
stre(o
controllo
sugli
intelle(uali.
Tra
i
paesi
comunis6
quello
che
ha
pi
fortuna
la
Cina.
In
un
quarto
di
secolo
stata
guidata
da
Mao,
che
ha
fa(o
compiere
al
paese
passi
da
gigante,
facendola
diventare
una
delle
prime
dieci
potenze
industriali,
riuscendo
ad
alimentare
una
popolazione
in
forte
crescita
e
o(enendo
un
po-
sto
fra
i
cinque
membri
permanen6
del
Consiglio
di
sicurezza
allONU.
Linecacia
delle
sanzioni
dellONU
contro
la
Repubblica
federale
di
Jugoslavia
di
Milosevic
solleci-
ta
la
NATO
e
gli
Sta6
Uni6
per
la
cessazione
del
coni(o.
Laccordo
di
Dayton
di
Bill
Clinton
da
vita
ad
uno
Stato
bosniaco
diviso
in
due:
la
Repubblica
serba
di
Bosnia
e
la
Federazione
croato-mus-
sulmana.
Le
tensioni
sfociano
in
un
nuovo
coniMo
in
Kossovo
nel
1998,
fermato
nuovamente
dalla
NATO,
quando
nel
1999
le
forze
serbe
si
ri6rano
indebolendo
Milosevic,
scon(o
alle
presidenziali
del
2000.
Ora
vige
la
Confederazione
delle
Repubbliche
di
Serbia
e
Montenegro
nel
2003.
La
caduta
dei
comunismi
e
la
ne
della
guerra
fredda
perme(e
ai
paesi
dellUnione
Sovie6ca
a
en-
trare
nella
NATO.
Si
rilancia
il
processo
di
integrazione
con
lEuropa
con
il
tra(ato
di
Maastricht
del
1992
che
ha
dato
vita
allUnione
Europea,
allargandolo
ai
paesi
dellEst
nel
2004.
Nel
1957
nasce
la
Comunit
Economica
Europea
(CEE)
che
cos6tuisce
un
mercato
comune
con
labolizione
dei
dazi
doganali
e
la
libera
circolazione
di
lavoratori,
merci
e
capitali.
Gli
organi
della
CEE
non
riescono
a
esercitare
per
un
ruolo
di
indirizzo
poli6co,
ma
un
deciso
passo
avan6
viene
compiuto
col
tra(ato
di
Maastricht
del
1992
che
la
rende
lUnione
Europea.
Con
essa
viene
ampliato
il
campo
dazione,
investendo
i
temi
della
poli6ca
estera,
la
norma6va
giudiziaria
o
quella
sullimmigrazione,
si
is6tuisce
lUnione
economica
e
monetaria
che
si
avvale
della
Banca
centrale
europea
per
dirigere
la
poli6ca
monetaria
dei
paesi
aderen6
e
viene
introdot-
ta
in
11
paesi
dellUnione
nel
2002
la
moneta
unica,
leuro,
creando
inoltre
la
ci(adinanza
europea.
Quella
degli
anni
70
del
novecento
si
presenta
come
una
rivoluzione
economica,
scien6ca
e
tec-
nologica
nuova
e
rapidissima.
Vengono
velocizza6
i
traspor6,
cresce
la
societ
dei
consumi
e
lin-
glese
si
aerma
come
la
lingua
del
mondo
economico,
nanziario
e
scien6co.
Tu(o
ci
produce
la
globalizzazione,
termine
nato
dallespressione
villaggio
globale
per
indicare
la
rapidit
dellin-
terscambio
assicurata
dai
moderni
mass
media
che
non
conoscono
conni
nazionali,
anche
se
per
i
mass
media
si
parla
di
processo
di
internazionalizzazione
di
un
modo
di
comunicare
che
diviene
progressivamente
un
modo
di
organizzare
il
mondo.
Al
di
l
della
cri6ca
del
movimento
no
global,
in
vari
casi
la
globalizzazione
signica
laccentra-
mento
in
poche
mani
delle
decisioni
in
campo
economico
e
un
accentuato
divario
tra
aree
di
svi-
luppo
e
di
so(osviluppo,
nonch
un
controllo
monopolis6co
dei
mezzi
di
comunicazione
di
massa
deleterio
per
le
sor6
della
democrazia.
14.2.
Il
potere
di
comunicare
Nella
realt
o
nellimmaginazione
il
testo
scri(o
rappresenta
il
nemico
di
una
poli6ca
autoritaria.
Ed
qui
che
la
stampa
e
la
sua
libera
circolazione
si
avvertono
come
un
pericolo
dai
governan6.
La
capacit
di
leggere
e
scrivere
quella
di
comunicare,
di
essere
informa6
e
di
informare,
un
tempo
riservata
ad
unlite.
Adesso,
nellera
di
Internet
i
progressi
compiu6
su
questo
piano
sono
enormi,
ma
il
problema
non
stato
ancora
risolto.
La
capacit
di
leggere
e
scrivere
degli
abitan6
di
un
paese,
e
quindi
la
loro
possibilit
di
comunicare
e
partecipare
con
maggior
consapevolezza
alla
vita
civile
e
poli6ca,
una
ques6one
decisiva
per
misurare
il
grado
di
sviluppo
di
una
societ
anche
nellepoca
odierna.
14.3.
Le
guerre
e
la
pace:
il
nodo
del
Medio
Oriente
Le
guerre
tradizionali
tra
Sta6
si
intrecciano
con
quelle
di
liberazioni
dal
domino
coloniale
o
quelle
civili,
no
ad
assumere
la
forma
di
lo(a
poli6ca
cos6tuita
dal
terrorismo
nazionale
e
internaziona-
le,
cresciuto
molto
nel
Novecento,
assimilato
come
aJvit
bellica.
Tu(o
ha
come
preroga6va
quel-
la
di
coinvolgere
anche
la
popolazione
civile,
che
spesso
ne
rimane
viJma.
Negli
anni
70-80
la
percentuale
di
prodo(o
nazionale
lordo
des6nata
alle
spese
militari
vede
al
primo
posto
il
Medio
Oriente,
primi
fra
tuJ
Iraq,
Israele
e
Arabia
Saudita.
Dalla
ne
della
seconda
guerra
mondiale
il
Medio
Oriente
una
miscela
esplosiva
di
petrolio,
la
nascita
dello
Stato
di
Israele
con
coniJ
con6nui,
terrorismo
e
nazionalismo
arabo.
Il
14
Maggio
1948
viene
proclamato
lo
Stato
di
Israele,
che
riunisce
a
s
lo
storico
proge(o
di
un
focolare
ebraico.
Gli
eeJ
della
Shoah
aumentano
le
immigrazioni
in
Pales6na
bilanciando
il
rapporto
tra
ebrei
e
arabi.
LONU
prepara
un
piano
di
spar6zione
della
Pales6na
che
prevede
una
creazione
di
uno
Stato
ebraico
e
uno
pales6nese,
mentre
Gerusalemme
verrebbe
messa
so(o
controllo
internazionale.
Il
piano
invece
crea
le
condizioni
per
il
primo
coni(o
arabo-israeliano.
Nonostante
lopposizione
della
Lega
araba
(Iraq,
Transgiordania,
Arabia
Saudita,
Egi(o,
Libano
e
Yemen)
lo
Stato
di
Israele
proclama
lindipendenza
del
paese,
vincendo
il
coni(o.
I
pales6nesi,
espulsi
da
Israele,
si
dividono
tra
lEgi(o
e
la
striscia
di
Gaza
e
la
Transgiordania,
che
ora
diventa
la
Giordania.
La
Repubblica
di
Israele
che
si
forma
si
fonda
sul
riferimento
religioso
della
Torah
e
una
Legge
fon-
damentale
che
regola
gli
organismi
is6tuzionali
e
tutelano
i
diriJ
civili
e
poli6ci.
Il
panorama
del
mondo
arabo
si
modica
sensibilmente
quando
la
Repubblica
egiziana
con
Nasser
comba(e
il
fondamentalismo
religioso
dei
Fratelli
musulmani
divenendo
il
punto
di
riferimento
per
i
nazionalis6
arabi.
Nasser
esercita
una
grande
inuenza
nella
fase
di
decolonizzazione
dellAfrica
nera
e
promuove
lOrganizzazione
per
la
liberazione
della
PalesIna
(OLP)
seguita
successivamente
da
Yasser
Arafat.
Nel
1973
gli
Sta6
arabi
produ(ori
di
petrolio
per
dimostrare
la
loro
os6lit
nei
confron6
dei
soste-
nitori
di
Israele
bloccano
lesportazione
del
greggio,
il
cui
prezzo
quadruplica
me(endo
in
dicolt
i
paesi
industrializza6.
Loro
nero
si
dimostra
unarma
poli6ca
di
grande
ecacia.
Se
il
fondamentalismo
religioso
la
ricerca
di
unispirazione
dire(a
nei
tes6
sacri,
per
costruire
unideologia,
il
fondamentalismo
islamico
vuole
essere
la
risposta
a
un
periodo
di
decadenza
ac-
centuato
dal
dominio
coloniale
europeo.
Lapplicazione
della
shariah
(legge
sacra)
e
linvito
alla
jihad
(lo(a)
signica
sua
puricazione
interiore
che
giusta
guerra.
Il
fondamentalismo
islamico
pu
essere
quindi
considerato
una
ri-
voluzione
culturale.
La
prima
applicazione
della
shariah
si
ha
nel
1972
in
Libia
dopo
che
il
colonnello
Muhammar
Ghedda,
sensibile
alla
ferita
della
vi(oria
israeliana
del
1967
rovescia
la
monarchia
instaurando
un
regime
autoritario
e
nazionalista
ispirato
al
modello
nasseriano.
Sora
lo
scontro
con
gli
Sta6
Uni6,
nch
non
imbocca
la
via
della
distensione.
Il
vero
a(o
di
nascita
del
fondamentalismo
tu(avia
quello
della
Repubblica
islamica
instaurata
nel
1979
in
Iran
dallayatollah
Ruhollah
Khomeini.
Un
caso
par6colare
quello
dellAfghanistan
che
per
ripris6nare
lIslam
originario
essi
non
si
limi-
tano
a
discriminare
gli
ind
e
a
calpestare
i
diriJ
civili,
ma
vogliono
incidere
sui
simboli
culturali
vietando
di
suonare
e
cantare
in
pubblico
o
agli
uomini
di
tagliarsi
la
barba
e
imponendo
il
burqa
alle
donne
per
esaltarne
la
so(omissione.
Importante
il
caso
dellIraq
di
Saddam
Hussein,
divenuto
nel
1979
presidente
della
repubblica
instaura
un
regime
di(atoriale
laico.
Auspica
a
imporre
la
propria
egemonia
a
danno
dellArabia
Saudita,
lIraq
usa
le
sue
grandi
risorse
petrolifere
per
potenziarsi
militarmente.
Si
scontra
con
lIran
no
al
1988
senza
vin6
n
vincitori
e
nel
1990
invade
il
Kuwait.
Per
evitare
una
sua
egemonia
nel
1991
una
vasta
coalizione
guidata
dagli
Sta6
Uni6
di
George
Bush
muove
guerra
allIraq
respingendo
le
truppe
no
a
Baghdad.
Non
rovescia
il
regime
di
Sad-
dam
Hussein,
ma
impone
allIraq
un
embargo
commerciale.
E
la
Prima
Guerra
del
Golfo,
che
coincide
con
la
dissoluzione
dellUnione
Sovie6ca
e
apre
anche
formalmente
la
stagione
dominata
da
ununica
superpotenza.
Proprio
sugli
Sta6
Uni6
si
concentrano
ulteriormente
i
risen6men6
dei
popoli
che
si
sono
conside-
ra6
viJme
del
dominio
statunitense,
culmina6
negli
aMentaI
coordina6
che
l11
SeMembre
2001
distruggono
le
Twin
Towers
di
New
York
e
colpito
a
Washington
il
Pentagono.
Da
tempo
il
terrorismo
cambia
per
cara(eri
e
frequenza:
da
tenta6vo
di
supplire
a
un
ritardo
nel-
lorganizzazione
della
lo(a
poli6ca,
come
allinizio
del
Novecento,
a
mezzo
per
accelerarla.
Rivendica6
dallo
sceicco
saudita
Osama
Bin
Laden,
in
nome
di
un
Islam
nel
quale
la
sua
organizza-
zione
fondamentalista
Al
Qaeda
non
ha
un
radicamento
sociale,
gli
a(enta6
provocano
la
guerra.
InfaJ
il
presidente
americano
George
W.
Bush
dichiara
una
lo(a
senza
termine
contro
lasse
del
male
rappresentato
dal
terrorismo
e
dal
fondamentalismo
islamico.
Ne
fa
le
prime
spese
lAfghanistan
sospe(ato
di
ospitare
e
proteggere
Osama
Bin
Laden,
occupato
un
mese
dopo
la(acco
alle
Torri
Gemelle,
con
lausilio
delle
forze
della
NATO,
ponendo
ne
a
Di-
cembre
del
2001
al
regime
dei
talebani.
Nel
Marzo
del
2003
la
volta
dellIraq,
accusato
di
nascondere
armi
di
distruzione
di
massa
vietate
dalle
convenzioni
internazionali,
ma
in
seguito
mai
ritrovate.
Con
la
Seconda
Guerra
del
Golfo
una
coalizione
anglo-americana
travolge
in
un
mese
la
resistenza
irachena
rovesciando
il
regime
di
Hussein.
Presentata
come
una
guerra
preven6va
a
difesa
dei
valori
della
democrazia,
questa
guerra
come
la
prima,
non
nasconde
lesistenza
di
interessi
economici
e
strategici.
NOTE
Alcune
parole
e
frasi
facen6
parte
del
riassunto
sono
state
estrapolate
dire(amente
dal
manuale
scri(o
da
Gabriele
Turi
perch
ritenute
signica6ve
per
la
comprensione
di
alcuni
passaggi
storici.
Il
riassunto
tra(o
da
Il
nostro
mondo
di
Gabriele
Turi
e
la
divisione
in
capitoli
e
paragra
segue
fedelmente
la
suddivisione
ado(ata
dallautore
del
libro.