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Davide Torri
La nostra esposizione seguir dunque il seguente schema: dopo una generale definizione di sciamanismo, parleremo del fenomeno quale esso si
presenta in ambito himalayano e nepalese in particolare; dopodich prenderemo in esame il concetto di trance e la visione cosmologiche che ne fa
uno strumento privilegiato di comunicazione con il sacro; parleremo poi
della musica, componente fondamentale del fenomeno religioso, e quindi
dei concetti di malattia e di corpo .sottile; infine, facendo uso di dati raccolti
sul campo, analizzeremo alcune caratteristiche dello sciamanismo yolmo e
quindi, per concludere, vedremo come esso inserito nella vita religiosa
degli Y olmo, di cui parte essenziale, ma non esclusiva.
Per cominciare la nostra analisi, cercheremo di dare una sintetica, ma
esaustiva, definizione del fenomeno sciamanico. Partiremo dalla difnizjone
operativa postulata daR Mastromatteil, che ne individua un'area ben precisa e una serie di caratteristiche ben definite:
a)
Un nesso organico con una area molto vasta (l'Asia centrale, settentrionale e nordorientale) e con una parte dei suoi attuali abitanti.
b)
Uno specifico comportamento estatico all'interno di un com-plesso
magico-rituale ed un atteggiamento estatico pi o meno pronunciato che pu
tuttavia presentarsi anche al di fuori di un contesto strettamente sciamanico.
c)
Un rapporto con alcune attivit economiche, connesse in primo
luogo con la caccia e la raccolta, quindi con l'allevamento e successivamente con l'agricoltura. Tale rapporto, peraltro, veniva istituito tra gli sciamani
e gli spiriti con tratti teriomorfi, antropomorfi e demoniaci, nonch con divinit propriamente dette, che presiedevano a determinate sfere.
d)
Un rapporto con la sfera della morte, che comprende ogni sorta
di esseri extraumani, oltre alla comunit dei morti, dove lo sciamano esercita la sua funzione di psicopompo. L'attivit terapeutica dello sciama-no
appartiene a questa sfera: egli non tenta di curare le malattie in quanto tali,
bens quale conseguenza della perdita o del furto di un'anima.
e)
La .conoscenza e l'uso di un ricco retaggio mitologico, affidato
ad una tradizione orale e che si riflette e si esprime flessibilmente nel dinamico e creativo rituale sciamanico.
f)
La presenza del motivo della lavorazione del ferro, strettamente
legata all'iniziazione dello sciamano, nonch ai suoi oggetti ed attributi.
g)
Un rapporto costante con la musica: impossibile infatti concepre una seduta sciamanica priva di musica, o almeno di una qualche espressione ritmico-gestuale.
l Romano Masttomattei et ai., -Tremore epotere. La condi::jone estatica nello sciamanismo himalayano, Milano 1995, pp. 27-28.
2. La terza religione
tipico delle culture tradizionali dell'Himalaya percepire il cosmo come
pervaso da una fitta ed intricatq rete di relazioni che legano e collegano le
realt visibili e quelle invisibili.
I primi etnologi a condurre studi nella regione, i solerti funzionari di alcuni dei pi delicati apparati della macchina imperiale britannica e dei dipartimenti geografici del Survry ofindia- scienziati, certo, ma anche in egual
misura esploratori e spie - cominciavano tutti i loro resoconti sulle tradizioni religiose delle montagne con brevi cenni a quello che appariva loro
come un animismo spontaneo, secondo le teorie allora in voga, oppure co2
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Di fatto, bench aderendo nominalmente alle due sopraccitate tradizioni maggiori, ogni cultura, ogni etnia esprimeva religioni sviluppate in proprio che correvano in parallelo a queste, legate solo occasionalmente da labili connessioni. Si individuava una attitudine spontanea all'animismo, che i
pi accorti studiosi collegavano alla tradizione bot? prebuddhista, mentre
altri la bollavano speditamente come magia e stregoneria. Seppur provenienti da studiosi che tutto registravano attraverso le lenti deformanti di un
positivismo asservito alle logiche e alle pratiche dell'imperialismo coloniale,
le loro annotazioni ci sono oggi preziose perch costituiscono le prime testimonianze occidentali relative all'esistenza di vasti fenomeni culturali che
esulano dagli orizzonti di molti: esiste, infatti, a livello popolare, una forte
religiosit a tinte sciamaniche, che come un fertile sostrato depositata
dall'Indo al Brahmaputra, ovverosia dal Kashmir all'Assam, e certo anche
6 Laurence Austin Waddell, in The Gazetter of Sikhim, Calcutta 1894 (ristampa Delhi
1993), pp. 353-356.
7 Edwin T. Atkinson, Religion in the Himalqyas, 1882 (ristampa Delhi 1973, p.702).
8 In proposito v. Charles Beli, Religion ofTibet, London 1968, pp. 8 e ss. Egli scrive che,
prima dell'introduzione del buddhismo, la religione popolare, indicata con il termine Pon,
appariva come una forma di adorazione della natura o di sciamanismo: [...]-a blief in spirits of earth and sky [...] magical tambourines were among the necessary equipment of a professor or priest of this religion, enabling him to travel in the sky [...] spirits were everywhere,
some good but many evil, in trees, under rocks, in rivers and lakes, in the sky, in middle air,
under the earth [...] thus divination, expelling the devils who brings sickness and other ills,
propitiations of various spirits, sacrifice of animals and even human beings, were among the
fundamentals of the old bonist fait:l1. Una trattazione del fenomeno bon esula dall'orizzonte
del presente saggio e ci porterebbe senz'altro troppo lontano.
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9 Damian W alter, Among Spirits and Deities: diverse shamanisms in the Nepal Himalayas, in
Cultura! Survival Quarterly, vol. XXVII, 2.
lO John T. Hitchcock, Rex L. Jones (eds), Spirit Possession in the NepalHimalqyas, Wa.rminster 1976, p. XIII.
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Aliqui etiam ex eis invocant demones, et convocant illos qui volunt habere resfonsa a
demone de nocte ad domum suam, et carnem coctam ponunt in medio domus. Et ille
chan qui invocat incipit dicere carmina sua, et habens timpanum percutit illudjortiter ad
terram. T andem incipit furere et facit se figari. T une venit demon in tenebris et dat ei
comedere carnes, et dat responsa. (Fra' Guglielmo di &bruk, in Sinica Franciscana,
L Itinera et relationes fratrum minorum sa:culi XIII et XIV, collegit et adnotavitA. van den Wingae1"GAdAquas Claras 1924,p. 305).
Indubbiamente il tratto distintivo e peculiare delle manifestazioni religiose legate alle culture sciamaniche la possibilit di produrre stati modificati
di coscienza>> interpretati come effetti dell'azione di forze esterne.
La religione sciamanica prevede infatti modalit di comunicazione diretta tra gli esseri umani e le altre entit che, a vario titolo, abitano il cosmo. Il
corpo dello sciamano o dell'oracolo si fa, dunque, ricettacolo e veicolo di
una moltitudine di esseri al fine di promuovere una vasta gamma di interazioni possibili tra l'umano ed il sacro. Dei, spiriti, demoni, anime degli antenati e ipostasi del mondo naturale sono solo alcuni degli attori del vero e
proprio <<teatro sciamanico che ogni rituale che preveda la trance in grado
di mettere in scena.
Ma che cosa si intende con il termine trance? Se l'etimologia latina ci
soccorre facendoci intravedere in tale termine la possibilit e forse anche la
necessit di un andare oltre, un passare attraverso, essa ci lascia tuttavia ad
interrogarci sulla natura del confine che viene oltrepassato e nulla ci dice
della regione che si va ad attraversare.
Tracciando una geografia dell'anima, ovvio, s'intender questa ugualmente tripartita nelle tre regioni celeste, terrena e ipoctonia, ed i limiti di
volta in volta superati saranno quelli che separano il terreno dalle altre due
opzioni - contrapposte e complementari - del sacro. La dinamica del sacro
sciamanico si m,uove lungo due direttrici: una orizzontale ed una verticale.
Trance sar dunque quella condizione che permette di travalicare i limiti
dell'umano. Non questa la sede in cui analizzare ed esporre come psichiatria e psicologia spieghino questo stato, mentre esamineremo pi avanti i
contenuti culturali che animano e conferiscono valore a questa esperienza
da un punto di vista interno ad una cultura tradizionale presa ad esempio.
Vorremmo qui soffermarci invece sulla Weltanschauung che a tale fenomeno
sottende e che rende possibile, in ultima analisi, una comunicazione diretta
tra le varie sfere del mondo spirituale. La visione del mondo propria delle
culture sciamaniche, pur soggetta a variabili dovute alla vasta diffusione del
fenomeno, presenta infatti una serie di caratteristiche specifiche costanti.
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Anzitutto una completa spiritualizzazione o animazione dell'intero cosmo. La concezione di una natura inanimata infatti aliena alla totalit delle culture antiche come a quelle tradizionali.
Come scrive FT. Furst11, in generale lo sciamanismo esprime una filosofia di vita che considera ogni cosa- umana, animale, vegetale- come qualitativamente equivalente: ogni fenomeno naturale - inclusi esseri umani,
piante, animali, pietre, pioggia, tuono, fulmine, stelle, pianeti - imbevuto di
una forza vitale o anima, o come nel caso dell'uomo, di pi anime.
La base concettuale dello sciamanismo quella che tanta trattatistica ha
definito animismo, ossia la credenza nell'esistenza di anime e spiriti che possono avere influenza, ovvero interferire, nella vita degli esseri umani. Resta
dunque valida la definizione di sciamanismo coniata da V. G. Bogoraz12: animismo costituisce la filosofia dello sciamanismo, nonch la sua teologia>>.
Tale credenza postula mutue connessioni tra le cose esistenti. In tale sistema ogni cosa, ogni fenomeno, subordinato alle medesime regole generali. La societ umana stessa parte integrante del cosmo e ne condivide le
stese qualit intrinseche. Ne consegue che le attivit di dei, spiriti e
quant'altro si riflettono sulla vita quotidiana dell'uomo, condizionandone
comportamenti e bisogni. L'essere umano non percepito dunque come
nettamente distinto dal mondo che lo circonda, non si considera superiore
o in grado di disporne liberamente. solo un anello di una catena che
comprende la totalit dei fenomeni. Sempre secondo P.T. Furst13:
la visione del mondo sciamanica non postula la superiorit umana sopra il resto della natura: le persone, come ogni altra forma di vita, esistono entro e dipendono dalla volont degli spiriti che amano e governano l'ambiente. La credenza in relazioni tra umani ed altre forme di vita espressa in vari miti e storie sull'origine dell'umanit da certi animali, alberi o pietre, o addirittura da
rapporti sessuali tra animali e persone [...].
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Gli spiriti ausiliari dello sciamano di regola hanno aspetto animale o, ancora, ad immagini teriomorfiche rimandano diversi orpelli del costume indossato dagli sciamani durante i rituali. Si tratta, per lo pi, di credenze caratteristiche di quelle culture che abbiano, o abbiano avuto, solidi legami con
culture legate alle attivit economiche pi antiche, ssia caccia e raccolta.
Il cosmo dunque si prefigura come vicino alla realt umana e ad essa
indissolubilmente legato. Di pi, esso nella sua interezza comunicante ed
11 Peter T. Furst, Introduction: an Overview rfshamanism, in Gary Seaman,Jane S. Day (eds),
Ancient Traditions, Shamanism in Centra! Asia andAmericas, Denver 1994, pp. 2-3.
12 Vlac:limir Germanovich Bogoraz, K psichologii famanstva u narodov severv-vostofnqj Atfi, in
Etnograficeskoe Obrozenie>>, Moskva 1910, p. 5.
13 Peter T. Furst, Introduction, cit., pp. 2-3.
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malevole. Queste funzioni sono indirizzate ad ottenere uno scopo ben preciso: rendere benevolenti le divinit e gli spiriti che danno fortuna nella caccia,
fertilit ai campi e in genere prosperit e benessere; oppure placare le ire delle
forze funeste che sempre minacciano l'ordine e l'armonia del cosmo. Nella
definizione di P.T. Furst16, lo sciamanismo un sistema religioso ecologico.
Il cosmo sciamanico, immaginato o stilizzato come tripartito, in realt
molto pi complesso. Secondo M. Eliade, l'universo in generale concepito come suddiviso in tre livelli - cielo, terra, inferi - connessi tramite un
asse centrale17 l'axis mundi. Ma questa una tipizzazione estremamente
semplificata e ovunque, se esaminiamo i resoconti etnografici, questa struttura tripartita si combina con diversi piani posti a livello orizzontale.
D'altro canto, esistono anche cosmologie che constano solamente di due
sfere - celeste e ctonia - con il mondo degli esseri umani che costituisce
niente pi che la linea di confine tra le due.
Una analisi dettagliata delle strutture cosmologiche in generale sarebbe
qui fuori luogo, ed abbiamo sfiorato l'argomento unicamente per porre
l'accento su quella che la caratteristica di tali cosmologie.
Come ebbe a rilevare A Hulkrantz1S, il punto essenziale che, attraverso questa struttura, la cosmologia prevede e rende possibile il contatto tra
gli spiriti e lo sciamano. Si rivela cio idonea a quel tipo di comunicazione
diretta tra le sfere cosmiche, tra umano e ultraterreno, che costituisce la
premessa strutturale dello sciamanismo. La possibilit di quella comunicazione uno dei principi essenziali di tali immagini cosmiche.
Le specificit di tali visioni del cosmo si riflettono sulle funzioni rituali
dello sciamano e ne condizionano la pratica rituale. Da ci deriva
l'importanza della trance e ne sancita la legittimit quale via privilegiata di
accesso al sacro. Ricordiamo che, per M. Eliade, lo sciamano essenzialmente un tecnico dell'estasz19 Ossia colui che, ben lungi dall'essere semplicemente possduto, in grado di partecipare degli eventi degli spiriti proprio grazie all'induzione della trance e al controllo della stessa, in forme e
modi certamente variabili.
Le caratteristiche dello sciamano in quanto specialista religioso sono
le seguenti:
a) Egli pu compiere le proprie imprese solo con l'aiuto dei propri
spiriti adiutori. La relazione che intercorre con essi improntata ad una
mutua dipendenza.
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b) A differenza di altre tipologie sacerdotali, lo sciamano scelto direttamente dagli spiriti e da questi iniziato mediante un percorso di morte e
resurrezione rituali.
c) Tramite l'aiuto dei propri spiriti lo sciamano in grado di visitare
le sfere cosmiche ultraterrene e comunicare con le entit che l risiedono.
d) La comunicazione con gli spiriti avviene per il tramite della condizione estatica.
L'estrema diffusione delle pratiche estatiche in Nepal ci permette di
trarre delle considerazioni generali. Anzitutto, si dovr porre una distinzione nettissima tra trance controllate e trance incontrollabili. Le prime sono
prerogativa e peculiarit dello sciamano. Tra le seconde possiamo annoverare le possessioni causate da spiriti delle malattie, da spiriti maligni, da spiriti dei morti e da divinit. Un altro caso ancora rappresentato dalle possessioni oracolari, che si situano a mezza via tra le due tipologie principali,
essendo s indotte e cercate dal medium o veicolo della divinit, ma poi interamente soggette al volere o capriccio dell'entit che possiede. In altre
parole, l'oracolo diviene mero involucro terreno adoperato dalla divinit,
mentre nello sciamanismo, in genere, ci non avviene.
La trance dunque la pietra di volta che caratterizza la cosmologia sciamanica, il perno centrale attorno al quale ruota ogni aspetto della via religiosa della comunit.
4. Lo sciamanismo e la musica
fede K.renkheit ist ein musikalisches Problem) die Heilung eine musikalische Atiflosung
(Novalis, Das philosophische Werk, 2 [Das Allgemeine Brouillon, Materialien zur Enziklopadistik, 1798-1799], hrsg. von Richard Samuel mit HansJoachim Mahl und Gerhard Schul;v Kohlhammet) Stuttgart 1965) tr. it. di Fabrizio
Desidefi Novalis, Opera @osofi.ca, vol. II, Einaud~ Torino 1993)p. 338: Ogni
malattia un problema musicale) la guarigione una soluzione musicale).
Se dunque le premesse ideologiche dello sciamanismo vanno ricercate
nella particolare visione del cosmo e le sue premesse pratiche nella fenomenologia legata alla trance, vi anche un altro aspetto che costituisce una
condicio sine qua non e che forse si tende generalmente a trascurare.
In effetti, potremmo dire che non esiste sciamanismo senza musica.
Ovviamente la nozione di musica andr intesa nel suo senso pi ampio:
non esiste sciamanismo senza ritmo n melodia; sono evidenti e ben documentate esperienze sciamaniche anche in assenza di strumenti musicali
propriamente detti, laddove si possono invece registrare ritmi cantati, o
appena accennati anche solo con un movimento della mano.
A ben guardare, ma questo ci porterebbe troppo lontano, si potrebbe
agevolmente affermare che non c' religione senza musica.
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Dal punto eli vista della melodia, rappresentata dal canto, bisogner invece rilevare come ad una apparente semplicit formale si accompagni una
profondissima importanza sostanziale: il sapere sciamanico da sempre legato a culture eli tipo orale ed il canto rappresenta la forma in cui, tramandate da maestro ad allievo, giunto fino a noi l'insieme dei saperi eli questo
o quel gruppo umano23. Si tratta tuttavia eli un sapere ermetico: la lingua
adoperata dagli sciamani spesso oscura, ricca eli arcaismi oppure eli parole
prese a prestito da altri linguaggi, a volte metaforica, altre onomatopeica la cosiddetta 'lingua degli dei'.
Il testo cantato, ricchissimo per contenuto, contribuisce a rendere la seduta sciamanica un rituale estremamente drammatico. Un vero e proprio
teatro sciamanico, lo definisce M. Hoppal24.
Esso costituito da arie, recitati, invocazioni, passaggi parlati, dialoghi,
imitazioni eli grida eli animali o suoni naturali, onomatopee: in breve, una
descrizione sonora del viaggio nel mondo superiore o infero e delle avventure e avvenimenti che col si verificano.
Il tamburo sostiene costantemente l'azione cantata, con una funzione
ritmica, simbolica, descrittiva o semplicemente segnaletica.
Al tamburo si accompagnano spesso, almeno in ambito himalayano,
bandoliere eli campanelle eli varie dimensioni. Le campanelle risuonano
quando il torso dello sciamano viene scosso dai tremiti convulsi che segnalano l'entrata in trance o l'arrivo eli uno spirito.
A livello metaforico, lo sciamano che suona il tamburo assimilabile ad un
cavaliere in sella. I sobbalzi del suo corpo imitano la dinamica eli una galoppata, la ritmica ricorda il suono degli zoccoli, il percussore diviene una sferza e le
bandoliere eli campanelle risuonano come le briglie adornate eli un destriero.
Il viaggio musicale dello sciamano una spedizione eli guerra a cavallo.
5. Corpi sottili
Poich vi sono degli dei nel cielo, degli de; vale a dire delle forze che non domandano altro che di precipitarsi (A. Artaud, Heliogabale ou l'anarchiste couronn, Patis
1967, tr. it. di Albino Caivano, Eliogabalo o l'anarchico incoronato, Adelph;
Milano 1969, p. 49).
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della coscienza tutte quelle pratiche singolari che inducono il popolo a credere
nel vero profeta. Lo sciamano salta impunemente sul fuoco, prende con le
mani ferri roventi, passa dei coltelli arroventati sulla sua lingua fino a riempire
la capanna dell'odore di carne bruciata.ZS.
Lo sciamano, durante i rituali, gioca su pi piani. n suo corpo qui, eppure sta viaggiando altrove. Maneggia strumenti, muove oggetti, guarda
qua e l, eppure sta facendo esperienza anche di situazioni altre. Si muove
in quella che U. Marazzi descrive come la terra reale, la terra di mezzo26. La terra su cui noi tutti camminiamo, certo, ma aperta e comunicante
anche con altre dimensioni.
Nella terra reale, detta anche questa terra, sulle alte cime, nei burroni,
fiumi e laghi accanto agli uomini vivono una grande quantit di spiriti, che
influenzano in modo positivo e negativo la loro vita>>27.
Lo studio dello sciamanismo e delle tecniche di terapia dell'individuo in
quanto essere sociale devono necessariamente tenere conto del fatto che
l'ordine sociale preso in considerazione non composto unicamente dalla
famiglia, dalla casta o dal clan e dalla societ in generale, ma esso comprende
anche gli spiriti ancestrali, le divinit locali e gli dei che abitano il cosmo.
Infatti in tuttele sue componenti, in ogni sua parte, anche nel pi piccolo interstizio, il cosmo abitato.
Spiriti selvaggi popolano boschi, forre, burroni, fiumi, laghi, luoghi di
cremazione, incroci, passi. Le montagne sono spiriti possenti, dei.
Pure lo spazio che l'uomo ha domesticato conosce questa tendenza. I
campi, il bestiame, la casa stessa ospitano spiriti. Neppure l'uomo sfugge
ad un tale affollamento.
Uno sciamano, scrive I.M. Lewis, una persona che ha padroneggiato
gli spiriti e che pu a suo piacimento introdurli nel proprio corpo28. Gi S.
M. Shirokogoroff29 aveva affermato che il corpo dello sciamano una collocazion~ o un ricettacolo per gli spiriti. Ed essendo lo sciamanismo legato
alla struttura del clan, lo sciamano si rivela essenziale per il benessere della
comunit, poich in grado di controllare gli spiriti ancestrali e altro spiriti
forestieri adottati nella gerarchia del clan. Molti di questi spiriti sono ostili e
patogeni e la maggior parte delle malattie sono viste come aventi una base
mistica derivante dall'azione di questi spiriti. Da un punto di vista medico, i
meccanismi e la fenomenologia della possessione forniscono una chiara
25 Adolf Bastian, Ein Besuch bei den Buriatischen Schamanen, 1873, in Georges Lapassade,
Transe e Dissociazione, Roma 1996.
2 6 Ugo Marazzi, Testi dello sciamanismo, cit., p. 92.
27 Ibidem, p. 92.
28 Ioan M. Lewis, Ecstatic Religion: an Anthropological Study of Spirit Possession and Shamanism, Hammondsworth 1971 (ed. it. Roma 1972), p. 39.
29 Sergei M. Sbirokogoroff, Psychomental complex of the T ungus, Shanghai, London 1935.
sci~nica ...
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spiegazione delle cause e degli effetti della malattia e della disgrazia3o. Malattia e sfortuna sono attribuite ad una variet di agenti soprannaturali:
streghe, maghi, spiriti naturali, spiriti dei morti, divinit terrifiche. Vi una
societ di agenti dannosi - scrive Holmberg - che ostacolano, fanno impazzire, ripugnano e distruggono ovunque3 1. Sono loro ad infliggere agli
abitanti dei villaggi le sfortune e le malattie. Questi agenti dannosi, in contrasto con le divinit - che possono assumere un ruolo protettivo - sono
sempre ed esclusivamente aggressivi. Essi includono le ombre e gli spiriti
malevoli, ossia i morti che non sono rinati, ma restano ai margini della societ umana e affliggono i villaggi con ogni genere di tormenti. Si tratta di
coloro che sono morti prematuramente o in strane circostanze (suicidi,
omicidi, morti durante il parto, viandanti lontani da casa, streghe e stregoni, oppure prodotti da inosservanze od errori durante i riti funebri). Le
ombre vagano e sostano negli spazi selvaggi, aperti, ai crocevia, sugli alberi,
nei rigagnoli, nei crepacci, ai confini dei villaggi, sulle pareti di roccia. Attraversare il loro territorio senza le dovute precauzioni ed osservanze rituali
pu essere causa di un attacco. Contaminare od inquinare luoghi naturali
pu altres provocare la reazione degli spiriti che col dimorano. Compiere
un errore durante un delicato rituale religioso o trascurare di compiere i riti
calendariali al momento opportuno pu attirare l'ira delle divinit.
A seconda delle circostanze, queste forze possono essere placate, combattute o sconfitte dagli sciamani: individui dotati delle necessarie conoscenze e .di particolari poteri. Tali individui hanno ricevuto le loro caratteristiche
distintive attraverso incontri con quelle stesse forze. il sistema di causa, effetto e cura dunque parte di un sistema di conoscenze chiuso e circolare: la
causa uno spirito (una realt invisibile, sottile), l'effetto una possessione,
la cura avviene tramite una possessione controllata (la trance sciamanica).
6. Note dal campo: il caso specifico degli Yolmo del Helambu
Si vorrebbe dire: ha avuto luogo questo e quest'altro evento; ridine, se puoi (L Wittgenstein, Bemerkungen uber Frazers "The Golden Bough", hrsg. von R. Rhees,
Synthese 17 (1967), tr. it. di Sabina de Waal, Note sul"Ramo d'oro" di Frazer, Adelphi, Milano 1975, p. 21).
Kakar, nella sua indagine sullo sciamanismo e i meccanismi della possessione, individua tre dimensioni unificate in un unico ambito: soma, psiche
sciam~nica ...
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spiegazione delle cause e degli effetti della malattia e della disgrazia3o. Malattia e sfortuna sono attribuite ad una variet di agenti soprannaturali:
streghe, maghi, spiriti naturali, spiriti dei morti, divinit terrifiche. Vi una
societ di agenti dannosi - scrive Holmberg - che ostacolano, fanno impazzire, ripugnano e distruggono ovunque31. Sono loro ad infliggere agli
abitanti dei villaggi le sfortune e le malattie. Questi agenti dannosi, in contrasto con le divinit - che possono assumere un ruolo protettivo - sono
sempre ed esclusivmente aggressivi. Essi includono le ombre e gli spiriti
malevoli, ossia i morti che non sono rinati, ma restano ai margini della societ umana e affliggono i villaggi con ogni genere di tormenti. Si tratta di
coloro che sono morti prematuramente o in strane circostanze (suicidi,
omicidi, morti durante il parto, viandanti lontani da casa, streghe e stregoni, oppure prodotti da inosservanze od errori durante i riti funebri). Le
ombre vagano e sostano negli spazi selvaggi, aperti, ai crocevia, sugli alberi,
nei rigagnoli, nei crepacci, ai confini dei villaggi, sulle pareti di roccia. Attraversare il loro territorio senza le dovute precauzioni ed osservanze rituali
pu essere causa di un attacco. Contaminare od inquinare luoghi naturali
pu altres provocare la reazione degli spiriti che col dimorano. Compiere
un errore durante un delicato rituale religioso o trascurare di compiere i riti
calendariali al momento opportuno pu attirare l'ira delle divinit.
A seconda delle circostanze, queste forze possono essere placate, combattute o sconfitte dagli sciamani: individui dotati delle necessarie conoscenze e /di particolari poteri. T ali individui hanno ricevuto le loro caratteristiche
distintive attraverso incontri con quelle stesse forze. ll sistema di causa, effetto e cura dunque parte di un sistema di conoscenze chiuso e circolare: la
causa uno spirito (una realt invisibile, sottile), l'effetto una possessione,
la cura avviene tramite una possessione controllata ~a trance sciamanica).
6. Note dal campo: il caso specifico degli Yolmo del Helambu
Si vorrebbe dire: ha avuto luogo questo e quest'altro evento; ridine, se puoi (L Wittgenstein, Bemerk-ungen uber Frazers "The Golden Bough", hrsg. von R. Rhees,
Synthese 17 (1967), tr. it. di Sabina de Waal, Note sul "Ramo d'oro" di Frazer, Adelphi, Milano 1975, p. 21).
Kakar, nella sua indagine sullo sciamanismo e i meccanismi della possessione, individua tre dimensioni unificate in un unico ambito: soma, psiche
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e polis- corpo, anima e insieme delle relazioni sociali - concorrono a formare un unico sistema coerente32
N el caso degli Y olmo33, il corpo concepito come spazialmente collocato in un sistema polivalente che include dimensioni psicologiche e relazioni con l'ambiente circostante. Lo stesso immaginario impiegato per descrivere il corpo si avvale di simbologie religiose: le cinque dita della mano
rappresentano le divinit delle cinque direzioni, la sacra formula om mani
padme hum34 si inscrive su fronte, spalle, ombelico, genitali e piedi; om a
hum35 - corpo, parola, mente - risuona nella gola, nello stomaco e nella
32 Sudhir Kakar, Shamans, Mystics and Doctors. A Psychological Inquiry into India and its Healing T raditions, N ew Y ork 1982, p. 4.
33 Fino a pochi anni or sono gli Y olmo erano considerati dagli antropologi occidentali e
locali niente pi che una sottofamiglia degli Sherpa. Da alcuni anni, tuttavia, un rinnovato
interesse per l'asserzione politica ha fatto emergere con chiarezza quello che studi meno
sbrigativi e pi approfonditi avrebbero confermato gi da tempo. Gi a livello linguistico
=ergono notevoli differenze, tanto che oggi possibile riconoscere alla lingua ed alla cultura yolmo un grado di unicit che suffraga e sostiene le loro rivendicazioni identitarie. Tradizionalmente essi, provenendo dal Tibet, si stabilirono nella valle di Helambu, che copre
tre distretti a nord di Kathmandu: Sindhupalchok, Nuwakot e Rasuwa. La contiguit con la
valle di Kathmandu stata, in tempi recenti, causa di profondi mutamenti: la guerra civile
stata motore di profondi cambiamenti causando un esodo dalle campagne alla citt i primo
luogo dei giovani, i quali per evitate l'arruolamento nelle milizie maoiste e le rappresaglie
dell'esercito molto spesso sono emigrati in cerca di lavoro a Kathmandu, in India o
all'estero (paesi del Golfo, Europa, Stati Uniti). In secondo luogo, la speranza di un pi facile accesso ai servizi e ad una vita meno dura sta portando anche gli anziani, pi legati alle
terre tradizionali, a spostarsi in citt.
34 L'antropologia e la cosmologiayolmo, come apparir evidente, sono pales=ente influenzate dalle concezioni lamaiste e da quelle sciamaniche. Molto spesso, inoltre, quello
che a noi appare come un confine netto tra le due, si rivela invece un terreno fertile, dove i
due sistemi di pensiero confluiscono uno nell'altro e si arricchiscono influenzandosi vicendevolmente. Nell'esperienza yolmo, il corpo inteso e pensato secondo categorie comuni
all'antropologia lamaista e la forte influenza della scuola nyingmapa , se cos si pu dire, egemonica. Questa egemonia =erge anche a livello semantico: gli Y olmo sono oggi una popolazione che impiega corrent=ente almeno tre lingue: la loro propria lingua, lo yolmo
(spesso impropriamente definito helambu shepa), all'interno della loro comunit; il tibetano,
nel corso dei rituali e delle cerimonie religiose; la nepali, nel pi ampio contesto sociale nazionale. D nbetano, in particolare, usato anche come lingua franca nel caso di incontri con
persone appartenenti ad altri gruppi di origine tibetana, oppure quando si affrontino argomenti relativi alla religione. La lingua yolmo, inoltre, presenta notevoli affinit con i dialetti
centrali tibetani: pi affine al tibetano di Lhasa, ad es=pio, che non allo shepa propriamente detto. Le concezioni sciamaniche completano e, a volte, offrono un pensiero o un
punto di vista alternativo, ma il discorso di base si muove s=pre partendo dall'assunto che
ci troviamo in un contesto buddhista. Come si vedr pi sotto, gli Yolmo fanno un ampio
uso di parole e concetti derivati dal lessico lamaista.
35 Om mani padme hum e om a hum sono due tra i mantra pi adoperati nelle pratiche di
devozione e meditazione quotidiana. Mantra una parola di origine sanscrita che significa,
letteralmente, strumento di pensiero e che pu indicare tanto una formula sacrificale
quanto un verso mistico o una formula magica.
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stalt unificata. Se il corpo un tutto unico quando sano, esso tende a disgregarsi sotto l'effetto della malattia: gli spiriti, introducendosi nel corpo,
ne trafugano gli srog portandoli nella terra dei morti, shi yul Il concetto di
salute comprende anche quello di purezza, cio assenza di contaminazioni.
Mentre i lama attribuiscono malanni e sventure al bagaglio karmico, gli
sciamani le fanno invece risalire a motivi pi terreni e legati al capriccio del
caso: urinare sulla dimora di un klu, imbattersi in un fantasma ad un incrocio, cadere preda di una strega. Seppur consapevoli della teoria del karma
alla base delle interpretazioni lamaiche, e consci che ad essa nessuno sfugge, gli abitanti dei villaggi tendono per a vivere le esperienze quotidiane
secondo le teorie sciamaniche.
Nel tessuto del cosmo, cos come viene percepito dagli Yolmo, le teorie
sciamaniche sono parte integrante della rete di interrelazioni che lega corpo, spirito e ambiente. Il concetto di salute implica non solo un benessere
fisico o psico-fisico, ma investe anche le relazioni familiari, sociali e cosmiche, percepite come un insieme armonico.
Il cosmo tripartito si riflette nel microcosmo umano ed il benessere generale dipende da un quadro armonico di natura relazionale/ contrattuale.
Come abbiamo visto, gran parte delle lesioni alle energie vitali dell'uomo
dipende da uno sbilanciamento provocato da un agente sottile: spiriti, spiriti-serpente, stregoneria possono provocare tale sbilanciamento ed anche
le divinit celesti, se non propiziate opportunamente, possono essere fonte
di disgrazie. questo il presupposto teorico per cui lo sciamano, dovendo
curare qualcuno, si rivolge a forze di natura spirituale.
Presso gli Y olmo, lo sciamano definito pombrfA. Con questo termine,
affine a quello usato per indicare gli sciamani di etnia Tamang, bombo, gli
Y olmo definiscono quegli individui capaci di entrare in contatto, tramite
un patrimonio di riti, conoscenze e tecniche di trance, con le forze spirituali
del cosmo. Il termine certamente da porre in relazione con la tradizione
tibetana del bon, la forma autoctona di sciamanismo tibetano poi in parte
confluita nellamaismo e che ci impossibile tratteggiare qui in maniera adeguata4S. D'altra parte, pur costituendo un sistema a s stante, lo sciama-
44 pohmbo secondo il sist=a di ttaslitterazione adoperato da Anna Maria Hari nel Dictionary Yohlmo Nepali English.
45 Per uno studio del bon e dei suoi aspetti sciamanici v. Martino Nicoletti, Bon e Sciamanismo: studio introduttivo di compara:rjone dei due fenomeni religiosi, :in Tremore ePotere, cit., pp. 104-164.
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La vocazione si manifesta con un sintomatologia ben precisa e riconoscibile: in genere il futuro sciamano viene colto da tremiti convulsi ed incontrollabili, visioni, stati amnesici e catatonici, fughe nella foresta. Due esempi colti dalla viva voce eli sciamani yolmo ci saranno utili per illustrare
come avvenne la chiamata sciamanica.
Sahaja Pombo racconta che, all'et eli venticinque anni, stava leggendo i
testi buddhisti assieme al padre ed al nonno, quando un improvviso malessere lo colse. Tale malessere si ripeteva ogni qual volta si avvicinava ai testi.
Cos i suoi genitori lo portarono da un pombo per cercare eli capir quale fosse la natura del problema. Eseguita la ptg"a49 appropriata, lo sciamano sentenzi che il malessere era dovuto alla presenza, nel corpo del giovane, degli spiriti degli antenati, venuti a reclamare e a determinare la sua trasformazione in pombo. Un'altra p'!Ja si rese necessaria per individuare il suo khipa, la dinastia sciamanica. Nel corso eli questo secondo rituale, soddisfatti
gli spiriti degli antenati - detti mehme, i nonni in lingua yolmo - Sahaja durante la trance avrebbe gridato il fatidico achchchu!, termine dal significato per
noi oscuro che indica l'installarsi degli antenati nel corpo.
46 Conversazione con Sahaja Pombo, 5 aprile 2007: Prima dell'alfabeto tibetano, dei
lama e anche del buddismo stesso, il bon esisteva gi. Al tempo di Ngety Chembu, nella regione di Shangshung, fu fondato da Pombo Shetap, circa 2500 anni fa>>.
47 Letteralmente sciamano della montagna>>. Esiste una diffusa tradizione pan nepalese
che parla di questa figura, in nepali detta ban jhankri, espressione che ha pressoch lo stesso
significato letterale: indica infatti uno spirito sciamano della natura - ban jhankri , letteralmente, lo 'sciamano della foresta' - che agisce anche come iniziatore e maestro dei neotiri, sovente catturandoli e occultandoli in selve e caverne per un periodo di tempo variabile.
48 Romano Mastromatrei et al., Tremore, cit., p. 65.
49Puja un termine, hindi e nepali, che indica un rituale.
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In seguito divenne discepolo di un maestro sciamano per un solo giorno: tutti gli insegnamenti fondamentali gli erano stati impartiti in spirito dai
suoi nonni spiritualiso.
Kharpu Pombo invece racconta che, all'et di dodici anni, mentre assisteva ad un rituale sciamanico, fu colto da una trance spontanea. In seguito, venne sottoposto ad un apposito rituale, il thisol, tramite il quale uno
sciamano pu discernere la causa della possessione e vedere se determinata dalla presenza del potere sciamanico. Dopo il thisol, che ebbe esito positivo, gli spiriti dei mehme continuarono a presentarsi in sogno o durante la
meditazione per impartire i loro insegnamenti, riasserendo la presenza di
Y ab Lhamen Karpo dentro di lui. Dopo tre anni di apprendistato presso
uno sciamano pi anziano e appartenente allo stesso khipa, Kullu Pombo,
venne iniziato e riconosciuto quale pombo a sua volta51
Entrambi questi resoconti si attengono ad uno schema classico: ad uno
stato normale subentra una sindrome inizjatica che per essere risolta deve
condurre all'accettazione e all'acquisizione dei poteri sciamanici. L'iniziazione
duplice: ad un apprendistato, a volte puramente simbolico, presso un
pombo si affianca un apprendistato che avviene in spirito, tramite sogni e visioni per mezzo delle quali si palesano gli spiriti degli antenati.
Una volta padroneggiato il sistema rituale, il pombo in grado di intervenire in una vasta gamma di situazioni, che di volta in volta gli saranno
sottoposte dalle persone. Quando abbiamo chiesto ai nostri informatori in
che occasioni la gente si rivolgesse loro, abbiamo ottenuto una lunga e certo incompleta lista di competenze specifiche - nella fattispecie, di rituali che coprivano le pi disparate situazioni di malattia. Un pombo, ad esempio,
sintetizz cos la sua conoscenza:
Posso offrire agli dei; riconoscere il potere sciamanico negli altri; curare la follia; ritrovare l'anima trafugata dagli spiriti; neutralizzare la minaccia dei klu; venerare gli antenati e le divinit cianiche; allontanare le influenze nefaste; curare
le slogaMe, le bruciature; togliere la stregoneria; alleviare le sofferenze dei
bambini; purificare; scacciare le anime dei morti; anche fare rituali per divinit
e spiriti di altre famiglie, altri clan, altre etnie; tutto ci tramite il pahpte hone o
mehme charte homge52.
Nel corso dei rituali, lo sciamano si avvale di uno specifico corredo rituale. Tale corredo costituito da un abito bianco, chiamato me yol,_l'abito
sacro: il potere di uno sciamano si misura anche dalla ampiezza di tale veste; dal khar!far, una camicia rossa: rosso infatti il colore del mondo umano; cinge la fronte il thee, una fascia costituita da tre strisce colorate: bianco,
so Testimonianza di Sahaja Pombo, 5 aprile 2007.
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rosso, blu che rappresentano i tre mondi divino, umano e demoniaco. Anche nella vestizione, dunque, viene riproposto il rapporto tra macro- e miero-cosmo che gi interveniva nel modellare le concezioni relative alla natura del corpo umano.
Oltre ai vestiti, lo sciamano possiede un phurba53, il pugnale rituale di legno; il ngo54, il classico tamburo sciamanico a doppia faccia, ed il ngalding,
percussore ligneo; il como eli chiru55; una bandoliera eli campanelle, detta
rolmo; una tromba ricavata da un femore umano, kangling, vari tipi eli collane: nagabani rasha, sapa rasha, chhermang rasha; una brocca ed uno specchio,
bumba e melong.
Generalmente, i rituali seguono uno schema prestabilito. Uno spazio
viene designato come luogo della seduta e debitamente purificato tramite
aspersioni eli acqua e fumigazioni eli incenso. In questo spazio viene sistemato un vassoio piuttosto capiente, circondato da fronde eli piante. Su
questo vassoio vengono posti trenta torma, che rappresentano gli dei, le divinit cianiche e gli antenati. A destra del vassoio viene sistemata una coppa-braciere per l'incenso, mentre a sinistra si posizionano i torma che rappresentano gli spiriti da esorcizzare. Di fronte, siede lo sciamano, con i
propri oggetti rituali ed un piatto contenente chicchi eli riso.
Nella stanza, i presenti si dispongono secondo il caso, sebbene coloro che
debbano partecipare al rito e quindi intervenire in determinati momenti si posizionino nelle immediate vicinanze dello spazio sacro. Consacrato l'altare ed
indossate collane e bandoliera di campane, lo sciamano impugna il tamburo e,
dopo essersi inchinato tre volte verso il nanglo, comincia a suonare.
La fase introduttiva della seduta prevede una serie d'invocazioni e si conclude quando una prima serie eli tremiti scuote il corpo del pombo, inducendolo a modificare il ritmo del tamburo ed anche il modo eli cantare: in questo momento, infatti, si registra la presenza eli uno o pi spiriti degli antenati
che sopraggiungono. Ka.rpu Pombo ci ha cos riassunto la sequenza eli azioni che gli abbiamo visto compiere durante un rituale eli guarigione:
Con la prima canzone invoco il guru, i mehme, gli spiriti. questa canzone che
apre la porta per la quale essi arrivano. Con il secondo canto, essi si installano
nei torma sull'altare. Con il terzo, spiego loro perch li ho convocati. A questo
punto, essi entrano nel mio corpo e parlano del Langtang56 e dell'origine dei
loro poteri. Quindi parlano della malattia: la causa da ricercarsi nella perdita
dell'anima; l'anima sta vagando per i boschi, smarrita. La morte, tuttavia, non
imminente. Occorre propiziarsi ban deuta (N), il dio dei boschi. A questo punto
53 Con questo termine, che significa, in tibetano, chiodo, si indica il pugnale rituale
impiegato anche dai lama per scacciate i demoni.
54 Si tratta del tamburo che comunemente noto, in Nepal, con il termine dhyangro.
55 Antilope himalayana,pantoholops hodgsoni.
56 Catena montuosa tra Nepal e Tibet, sovrastante la valle di Helambu.
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