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Il caso d'incesto che divide la Germania, Corriere della Sera, 28 febbraio 2007
Brother and sister fight for right to continue their incestuous affair, Independent, 26
febbraio 2007
Dopo l'aborto, il sesso gay e lesbico, lo
stupro, in tv è arrivato anche l'incesto. È
caduto così anche l'ultimo tabù del piccolo
schermo britannico. La più seguita soap
della BBC, “EastEnders”, in onda in prima
serata e vista in media da cinque milioni di
spettatori, a luglio del 2001 ha mostrato
l'amore tra una madre e un figlio.
Protagonisti della scena, che ha provocato
scandalo prima ancora di essere
trasmessa, due degli attori inglesi più
amati, Martin Kemp, celebre per aver fatto parte della band Spandau Ballet, e Sheila
Hankock, rispettivamente nella parte di un imprenditore di successo e della madre, donna
sulla sessantina che sta morendo per dei problemi di cuore. Quando il figlio le si avvicina
per baciarla sulla guancia, lei gli prende il viso tra le mani e ne cerca febbrilmente le
labbra. Dopo il bacio, lui si allontana disgustato, ma la madre insiste, si lecca le labbra
dicendo: «Lo sai che lo vuoi anche tu». La Family Concern, associazione per la difesa
delle famiglie, si è detta «sconcertata che la BBC abbia deciso di affrontare un tema così
delicato in una soap che va in onda in prima serata e che è seguita anche da telespettatori
molto giovani». Julian Brazier, deputato dei Tories, ha commentato: «È scandaloso che la
televisione pubblica del Regno Unito decida di spendere i soldi dei contribuenti per
promuovere l'incesto». La BBC ha difeso la decisione di mandare in onda il bacio
incestuoso sottolineando che «i telespettatori di EastEnders sanno distinguere tra finzione
e realtà».
Nel mondo animale, la tendenza ad accoppiarsi con i consanguinei viene penalizzata dalla
selezione naturale, dato che riprodursi con parenti stretti aumenta notevolmente la
probabilità che i figli abbiano malattie letali o altamente invalidanti. Può succedere che un
animale si accoppi con un parente stretto perché non lo riconosce come tale, ma in tutte le
specie esistono meccanismi più o meno raffinati per minimizzare questo rischio). Il biologo
Tommaso Pizzari dell'Università di Leeds e colleghi, studiando le femmine del gallo rosso
della giungla (Gallus gallus), hanno scoperto che immagazzinano un numero di
spermatozoi minore se provengono dai loro fratelli e che di questi spermatozoi ben pochi
raggiungono le uova, anche quando i maschi nel tentativo di compensare ne producono di
più. In un articolo pubblicato sulla rivista Proceedings of the Royal Society London B, i
ricercatori suggeriscono che i maschi, e forse anche le femmine, siano in grado di
riconoscere la parentela, anche se non è chiaro come riescano a farlo o come le galline
discriminino il seme dei fratelli. «Una possibilità - spiega Pizzari - è che espellano gli
spermatozoi subito dopo l'accoppiamento».
John Tooby e Leda Cosmides, due scienziati della University of California di Santa
Barbara, promotori della Psicologia Evoluzionaria (che studia la mente umana in una
prospettiva evolutiva), hanno pubblicato una ricerca su Nature sostenendo che la
repulsione verso l'incesto non è tanto frutto di tabù socio-culturali, come sosteneva Freud,
ma piuttosto un prodotto dell'evoluzione. Secondo i due scienziati, l'orrore per l'incesto è
naturale, istintivo, proprio perché deriva dall'evoluzione: «Funziona indipendentemente
dalle convinzioni razionali», dice Leda Cosmides. Per arrivare a questo risultato, i
ricercatori hanno posto domande a 600 volontari, e hanno osservato che sia il rifiuto di
considerare il sesso con un fratello, sia i sentimenti altruistici verso di lui, erano
proporzionali al tempo che avevano passato insieme a casa. L'effetto è particolarmente
forte nel caso di un fratello piccolo accudito dalla madre: «In questo caso l'altruismo verso
di lui è molto forte, così come l'orrore all'idea di averci rapporti sessuali». Le donne sono
più sensibili degli uomini a questo effetto: «Basta un vago sentore di fratellanza e con
quell'uomo hanno chiuso», spiega Cosmides. Va dunque rivista la teoria edipica di Freud,
secondo cui siamo naturalmente attratti dai nostri consanguinei e solo le imposizioni
sociali ci impediscono gli incesti che altrimenti sarebbero spontanei, anche la natura lavora
ci mette del suo. Sarebbe interessante sapere cosa ne pensano i due scienziati del caso
di Patrick e Susan.
IL CASO DICO
In Italia, ci sono state forti polemiche in merito ai "DICO" - "DIritti e doveri delle persone
stabilmente COnviventi", il testo del disegno di legge varato dal Consiglio dei Ministri l'8
febbraio 2007, redatto dagli staff legislativi dei due Ministri Barbara Pollastrini (Pari
Opportunità) e Rosy Bindi (Famiglia), presentato all'esame del Senato della Repubblica. Il
ministro Bindi, in un'intervista ha tenuto a precisare, a seguito delle numerose critiche
provenienti dagli ambienti cattolici, che alla stesura del testo del decreto «hanno
collaborato molti giuristi cattolici», guidati dai proff. Renato Balduzzi, presidente del MEIC
(Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale) e Stefano Ceccanti, ex presidente della FUCI
(Federazione Universitaria Cattolica Italiana). I beneficiari degli effetti del disegno di legge,
qualora approvato in via definitiva dalle Camere, sarebbero i
conviventi, ovvero «due persone maggiorenni, anche dello
stesso sesso, unite da reciproci vincoli affettivi, che convivono
stabilmente e si prestano assistenza e solidarietà materiale e
morale». Tra le numerose critiche piovute sul disegno di legge,
oltre alla contrarietà verso l'istituzione di "una specie di
matrimonio", espressa dalla gerarchia della Chiesa Cattolica ed
in sostanza fatta propria, seppure in diverse misure e
sfumature, da partiti, politici, associazioni di ispirazione
cattolica, l'Avvenire, il giornale dei vescovi, ha criticato il fatto di
voler far entrare le questioni affettive, private, in un codice
pubblico, paventando il rischio di «introdurre la legittimazione
dell'incesto». Secondo Avvenire, l'affetto è qualcosa che per
sua natura esula dalla dimensione giuridica, «che il diritto non
ha mai disciplinato perché non è in grado di disciplinare». In
particolare, dice Avvenire, l'incesto verrebbe legittimato in
quanto con "vincoli affettivi" si allude a nient'altro che rapporti sessuali.
DICO - Wikipedia
ZOO
“Taboo” di Kirdy Stevens è il nome di una delle più celebri saghe cinematografice di
grande successo per quanto riguarda il cinema porno legale. Iniziata nel 1980, non si è
ancora del tutto conclusa. Il tabù affrontato è quello dell'incesto, in particolare quello tra
madre e figlio. In estrema sintesi, la trama è la seguente: una donna di circa 40 anni,
Barbara Scott, viene abbandonata dal marito ma poco dopo seduce il figlio adolescente
Paul, diventando la sua amante. Il successo di “Taboo” ha permesso di realizzare
numerosi sequel, in cui anche altri membri della famiglia Scott hanno dei rapporti sessuali.
Nell'estate del 2006, la Standard Digital (oggi chiamata Addictive Entertainment) ha
pubblicato un cofanetto contenente le prime sei edizioni di “Taboo” ed ancora una volta il
pubblico ha dimostrato di gradire. Nel 2007, la AVN (Adult Video News) ha inserito “Taboo
1” nella lista dei 101 film pornografici più importanti nella storia. Su Internet, di questi tempi
esiste una grande quantità di pornografia in cui sono rappresentati sia l’incesto che la
zoofilia (insieme alle più turpi forme di porno-sessualità), considerata legale (a meno che
non vi siano coinvolti dei minori). Il chè fa sorgere il sospetto che si voglia legittimare e
incoraggiare queste perversioni psico-sessuali. Jeffrey Masson (“Incest, Pornography and
the Problem of Fantasy”', in Michael Kimmel (ed.) “Men Confront Pornography”) sostiene
che l’incesto pornografico è “il vero nucleo della pornografia, la sua forma prototipa”, e che
"tutta la pornografia è fondamentalmente votata a promuovere l’incesto».
Missouri: un padre e i suoi 4 figli arrestati per stupri in famiglia Corriere della Sera
13 novembre 2009
Father, 4 Sons Arrested On 14 Sex Charges Kansas City News 11 novembre 2009
Per l'antropologo fondatore del metodo strutturalista, Claude Lévi-Strauss, la prima regola,
il primo tabù, che l'uomo si è dato, ha riguardato il campo della
sessualità: è proprio mediante il tabù dell'incesto, quella norma,
sacra e inviolabile, che vieta matrimoni e rapporti sessuali tra
consanguinei, che la sessualità è culturalmente disciplinata; se
questa regola non c'è, la sessualità è bestiale, è animalesca. Il
tabù dell'incesto è uno dei primi "paletti" che ha fatto emergere
l'uomo civilizzato dalla barbarie. Secondo Freud, i tabù che
l’uomo si è imposto per contrastare i suoi bestiali impulsi
aggressivi e sessuali, hanno dato origine ai rituali, che sono un
mezzo attraverso cui l'uomo tiene a bada le forze distruttive che
minacciano continuamente l'ordine sociale (nel suo scritto “La
Religione delle Origini”, Anati parla della presenza di
comportamenti rituali già negli animali, dei quali si trovano
tracce nella religione dell’uomo preistorico - australopiteco - e
nel rapporto con i fenomeni naturali). In estrema sintesi, il
pensiero espresso da Freud in "Totem e Tabù" è il seguente: i divieti più antichi diedero
luogo alle leggi sul totemismo; il totemismo si fonda completamente sul culto del totem,
ovvero un oggetto, concreto o astratto, naturale o soprannaturale, un simbolo, il cui
significato serve ad aggregare gruppi di individui in clan, tribù, società. Il totem corrisponde
a ciò che oggi chiamiamo “valori di appartenenza”, ciò in cui crediamo, ci riconosciamo e
ci identifichiamo. Forme di totemismo contemporaneo sono ad esempio i simboli di unità
nazionale come le bandiere, gli stemmi, oppure, il crocifisso e i santi patroni della religione
cristiana; i tabù servono invece a sancire le regole, e, implicitamente, le sanzioni:
trasgredirli significa sperimentare la non-appartenenza, la perdita di identità, la perdita di
senso comunitario. L’instaurazione del tabù fu fondamentalmente rivolta all’evitamento
dell’incesto, dei rapporti sessuali all’interno dello stesso clan, e alla costituzione di un
ordinamento sociale più esteso. La spinta pulsionale libidinosa che in alcuni casi portava
(e porta) alla violazione del tabù, rendeva necessaria l’espiazione della colpa attraverso
cerimoniali di evitamento dell’oggetto desiderato o di suoi sostituti (sublimazione). I divieti
si sarebbero poi organizzati in un patrimonio psichico ereditario tramandato,
probabilmente per rinforzo, cioè per successive violazioni del tabù stesso, costituendo
quella legislazione psichica che Freud ha definito “complesso di Edipo”. La perfetta
esecuzione dei rituali di espiazione serviva a gestire il peso dell’autoaccusa e a garantire
un sistema punitivo atto ad alleviare la persona dal senso di colpa per aver commesso il
misfatto. Nel corso della storia, sono stati di volta in volta riconosciuti e negati al
totemismo carattere religioso e carattere universale (a volte è stato considerato tipico di
una fase del progresso culturale, altre volte se ne è constatata l'assenza nei popoli più
primitivi). Secondo Claude Lévi-Strauss, «il totemismo partecipa della conoscenza; le
esigenze alle quali risponde, il modo stesso in cui cerca di soddisfarle, sono in primo
luogo d'ordine intellettuale. In questo senso non ha nulla d'arcaico e di lontano». La
questione torna prepotentemente d'attualità, in un mondo ormai pluri-secolarizzato, porno-
globalizzato, orfano del sacro, in cui feste e rituali sono stati completamente spogliati della
loro funzionalità trascendentale, piegati alla logica feticista del consumo. Un mondo senza
più trasgressione, dato che non c’è più un sistema di valori condivisi, che regredisce verso
uno stato di caos neo-barbarico dominato dalla violenza degli istinti primordiali.
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