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valore etico e politico, fu impugnato con forza da numerosi intellettuali (Borgese, Sestan, Chabod,
Carlo Antoni) e da un partito politico trasversale che, in seno alla Costituente, nelle drammatiche
sedute del luglio 1947, avrebbe rifiutato di ratificare le condizioni di pace. In esso, erano presenti
uomini della vecchia Italia, come Francesco Saverio Nitti e Vittorio Emanuele Orlando, che
accusavano il governo italiano di cupidigia di servilit verso i vincitori, proclamandosi convinti
del fatto che un tratto di penna non poteva dilapidare parte integrante delle conquiste della guerra
patriottica del 1915, che aveva compiuto il nostro Risorgimento. Rappresentava bene l'insieme di
queste posizioni Benedetto Croce, che in un discorso memorabile ricordava come troppo a lungo ci
si era cullati nell'illusione che l'esiguo contributo delle forze partigiane e quello sicuramente pi
cospicuo del regio esercito alla lotta contro il nazismo avrebbe potuto bilanciare una disfatta militare
le cui conseguenze ricadevano su tutta la nazione. Fascisti e antifascisti, sosteneva Croce, portavano
egualmente il peso del fallimento: Perch quella guerra sciagurata, impegnando la nostra patria,
impegnava tutti noi, senza eccezioni, noi che non possiamo distaccarci dal bene e dal male di essa,