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«I nostri investigatori e agenti speciali hanno già conosciuto in servizio i crimini più atroci,

ma quando hanno visto quelle riprese sui dischetti da computer e quelle foto non
credevano ai loro occhi. Roba più orribile di quanto non si possa immaginare: bimbi di
uno o due anni violentati nel modo più brutale, drogati, torturati... mai avevamo visto
tanto orrore».

I portavoce della polizia olandese non nascondono lo sgomento: quella che hanno
scoperto (a luglio del 1998) a Zandvoort, l'elegante località balneare a un passo da
Amsterdam, è forse la più vasta rete di pornografia per pedofili del mondo. In partenza
dall'Olanda, offriva ovunque i suoi video su Internet, guadagnando almeno quattro
milioni per ogni esemplare venduto. Secondo i media olandesi, i criminali avevano una
base anche in Italia. Berlino, secondo i quotidiani popolari tedeschi, è l'altra grande
stazione della rete internazionale dei pedofili. Alla scoperta si è giunti grazie ai
volontari del Werkgroep Morkhoven, un'associazione civica di lotta alla pedofilia,
creata a Bruxelles sull'onda dell'indignazione e del trauma per le piccole vittime di
Marc Dutroux, il “Mostro di Marcinellle”. Il Werkgroep Morkhoven nasce nel 1988. A
fondarlo è Marcel Vervloesem, con lo scopo dichiarato di «cercare persone
scomparse e difendere le persone discriminate nel più ampio senso del termine
e ricorrendo a qualunque mezzo sia necessario».

Il 9 giugno 1998, due uomini si incontrano ad Amsterdam. Uno è Robbie Van der Planken,
ventitreenne, veterano della locale industria del sesso, uno dei tanti gigolò che
arricchiscono il mercato della prostituzione omosessuale, che lui frequenta dall'età di
dodici anni. L’altro è Marcel Vervloesem, che sta cercando un bambino sparito a
Berlino nel 1993 che ritiene stia lavorando in un bordello ad Amsterdam. Vervloesem è
convinto che Robbie possa aiutarlo nella sua ricerca. Robbie non lo sa, ma i due non
sono soli. Altri appartenenti al Morkhoven stanno segretamente assistendo all’incontro
e notano qualcosa di strano: un estraneo sta facendo delle foto. Lo pedinano fino a
casa sua, nella cittadina costiera di Zandvoort, e scoprono la sua identità: il suo nome
è Gerrit Jan Ulrich, quarantanovenne venditore di computer e da tempo amante di
Robbie. Vervloesem contatta Ulrich e gli parla della sua investigazione. Ulrich lo invita
a fargli una visita. Durante l’incontro, Ulrich confessa a Vervloesem di essere al centro
di un network internazionale legato alla pornografia infantile. Nel suo appartamento
usa cinque computer collegati con linee telefoniche: se ne serve per pubblicare il
bollettino di servizio della conventicola, noto come “Apollo”. I pedofili digitano, pagano
un prezzo e possono accedere a decine di migliaia di fotografie illegali. Ulrich fornisce
a Vervloesem un dischetto contenente 10.000 foto, insieme ad altri dischi che
contengono nomi e dati dei clienti di Apollo in tutto il mondo. Quali ragioni lo spingano
a compiere quel gesto non è chiaro. Ulrich è malato di AIDS ed ha solo pochi mesi di
vita. Secondo Vervloesem, voleva lasciare il network per cominciare una nuova vita,
poiché si sentiva minacciato. Successivamente, Urich gli telefona da Lione. Lui e
Robbie sono fuggiti in moto e si dirigono verso l’Italia. Ulrich dice a Vervloesem che gli
darà altro materiale, che tiene nascosto in uno scomparto segreto sotto il pavimento
del suo soggiorno. Pochi giorni dopo, il corpo di Ulrich viene ritrovato in un bosco nelle
vicinanze di Pisa (20 giugno). È stato colpito da numerosi colpi di pistola. Le autorità
italiane hanno arrestato Robbie, sospettandolo dell’omicidio. Due giorni dopo, la
polizia olandese informa i familiari di Ulrich e di Robbie di quanto è accaduto. Il 26
giugno, alcuni agenti entrano nell’appartamento dl Ulrich con sua cognata e un’amica.
Le luci sono accese e il computer sta funzionando. Come sfondo c’è un’immagine
pedopornografica. Le donne si recano nuovamente nell’appartamento assieme a
Vervloesem, forzando la porta, ma la polizia arriva proprio in qual momento e arresta
le due, mentre Vervloesem riesce a fuggire. Successivamente, informa la polizia
dell’esistenza del vano segreto. Il 28 giugno, gli agenti tornano sul posto e portano via
I documenti nascosti sotto il pavimento, inclusa una lista con 300 nomi, una sorta di
“who’s who” della pedofilia internazionale. Tra questi due noti pedofili, il britannico
Warwick Spinks e il tedesco Lothar Gandolf. Nonostante l'informativa, la polizia
olandese chiede ai colleghi belgi di indagare formalmente su Vervloesem: gli
perquisiscono l’appartamento, gli sequestrano un computer e poi lo arrestano,
incuranti delle sue urla e delle sue proteste. Verloesem accetta, infine, di consegnare
alle forze dell’ordine tutto il materiale in proprio possesso, in cambio della garanzia
che verrà costituito un pool internazionale di investigazione. Da tutto il mondo, i
giornalisti piombano nel piccolo paesino di Morkhoven, a poca distanza da Anversa, e
si sentono dire che Vervloesem ha «fatto a pezzi una delle più estese e violente
reti di pedofili internazionali».

Warwick Spinks, 42 anni, è originario di Londra. Ha iniziato la sua carriera allestendo un


business di vendita di pornografia per corrispondenza a Brighton, quando aveva 17
anni. Poi si è installato in Olanda, concentrandosi sull' “importazione” di bambini
dell'Europa dell'Est. In poco tempo, ha trasformato il Gay Palace di Amsterdam, un
bordello miserabile controllato dalla mafia olandese, in un grande successo, tanto
che l'organizzazione non potrà più rifiutargli nessun favore. A 25 anni, aveva già
guadagnato abbastanza per comprarsi il club. A partire dagli anni ‘90, comincia a
vendere snuff movies a 6000 euro al pezzo. I suoi amici Norbert De Rijck et De
Souza si occupano della rete Temse, tra Belgio, Olanda e Portogallo, le cui
vacanze organizzate comprendono anche l'abuso di bambini filmati a Madeira. Nel
1992, la polizia fa irruzione in un gay party a Waalre, sorprendendo gli ospiti mentre
guardavano video pornografici con protagonisti minorenni e compivano atti sessuali
con minori. Al party erano presenti Robbie Van Der Planken, Lothar Gandolf e un
certo "Norbert DR" di Temse. La polizia scoprì che Norbert DR non era soltanto un
collezionista di pornografia infantile, ma aveva anche girato parecchi cortometraggi
porno con minorenni nell’isola portoghese di Madeira, nel 1991. Warwick pagava
allora i viaggi di Robert Van Der Naeten, che trasferiva i bambini oltre le frontiere tra
Funchal ed i bordelli olandesi. Durante un'operazione di polizia, al fine di chiarire le
violenze sessuali, le torture e le morti filmate sui bambini con meno di 5
anni, Warwick ed il suo amico vengono arrestati a Hoordorp. Quando Vervloesem
consegna il materiale di Zandvoort alla polizia belga, francese ed olandese,
Warwick era sospettato d'aver preso parte nel caso Schadwald (Manuel), un
undicenne scomparso da Berlino. Spinks parlerà lui stesso di un ragazzo
assassinato in uno snuff movie che aveva il soprannome di "Manny" e che
corrisponde alla descrizione di Manuel. Abbandonata in seguito l’Olanda per
l'Inghilterra, Spinks va a vivere ad Hastings, dove viene accusato per il rapimento e
lo stupro di due ragazzi di strada di Londra e la vendita di uno di loro ad un bordello
olandese. Viene imprigionato per cinque anni, ma evade dal carcere, probabilmente
con l'aiuto della mafia olandese. Nel 2004, Warwick Spinks è un uomo
estremamente ricco. Ha messo in piedi varie "reti" e ha comprato delle proprietà in
Africa del Sud, Namibia, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Svizzera, Francia,
ed Inghilterra. Un mandato internazionale è stato diffuso per il suo arresto per la
morte di un bambino di 4 anni, ma ancora oggi è latitante. Vive in Repubblica Ceca,
in qualche sua proprietà comprata con i soldi del traffico di bambini.

Nel febbraio del 2001, la Werkgroep Morkhoven ricercava Robert Jan Warmerdam, un
prostituto olandese di 28 anni, attivo nella scena sado-masochista di Amsterdam. Marcel
Vervloesem va ad Amsterdam a cercarlo. Entra in un bar e chiede alla barista, una bella
giovane donna, se conosceva Robert Jan Warmerdam. Lei domanda perchè. Lui gli
mostra una foto di Manuel Schadwald, un ragazzino 11enne scomparso di Berlino. La
giovane donna lascia cadere il bicchiere che teneva in mano. Marcel gli chiede: «Siete
voi?», «Sì», dice la barista. Robert Jan Warmerdam, un ex prostituto minorenne diventato
femmina, spiega a Marcel che le esigenze della rete – i clienti – erano diventate sempre
più intolleranti. Poi gli dà le sue agende di indirizzi, altre informazioni e il suo computer. In
seguito si costituisce alla polizia di Haarlem, il 27 febbraio del 2001, e confessa di aver
ucciso un ragazzo di 13 anni durante la produzione di un film pedopornografico. Robert
Jan Warmerdam disse anche di aver incontrato regolarmente Marc Dutroux nel ‘94 e nel
‘95 in un “pedobar” di Amsterdam che sembrava un bar ordinario, ma nascondeva un
luogo di incontro dei professionisti del “pedo-business”, per parlare e visionare del film
pedoporno, come gli amanti di musica vanno al piano-bar per parlare di musica ed
ascoltare il pianoforte. Disse di aver incontrato Dutroux anche agli studi della Roxanne
Films Production, in una villetta della periferia di Amsterdam, che, secondo lui, era il luogo
dove si prostituivano i minorenni. La Roxanne Films Production appartiene a Didier
Pellerin, alias Maîtresse Roxanne, conosciuta come la "Dominatrice del Terzo Sesso", che
Robert Jan conosceva come tenutaria di un bar sadomaso di Amsterdam. Nata a Parigi
nel 1959, Maîtresse Roxanne è stata condannata a tre anni di prigione per associazione a
delinquere, percosse e ferite volontarie, pornografia ed esercizio illegale della medicina.
La Dominatrice frequentava il Dolo, un club di scambisti di Bruxelles tenuto da due
francesi: Michel Forgeot e Dolorès Bara. Secondo una nota interna della polizia, in caso di
problemi al Dolo si doveva avvertire Michel Nihoul, all’epoca accusato di essere a capo
della banda di Dutroux. La polizia giudiziaria di Bruxelles ha interrogato Maîtresse
Roxanne nell'ottobre del 1996, cioè due mesi prima della scoperta delle due bambine
ancora in vita nella cantina-nascondiglio di Marc e Michelle Dutroux, e poi dei cadaveri di
Julie, Melissa, Anna e Eefje, sotterrati ne loro giardino. Maîtresse Roxanne spiegò di aver
incaricato Marleen De Cockere, la seconda moglie di Nihoul, di occuparsi dei documenti
della società di produzione dei film sadomaso distribuiti nei Paesi Bassi. Aveva anche
quattro rappresentanti che giravano in Porsche, secondo Nihoul. La Dominatrice faceva
affari con Daniel Messinger, uno svizzero che aveva fatto fortuna in tutti i campi cari alle
mafie: speculazione immobiliare, import/export di auto, di quadri, e anche pedoporno.
Messinger viveva come un ricchissimo "uomo d'affari" sulla Costa Azzurra. Nel 1994 è
stato accusato di sequestro di persona e di sfruttamento della prostituzione nel caso
relativo alla scomparsa di due giovani donne francesi. In particolare, è stato accusato per
la morte di una giovane di Antibes di 19 anni nel corso di un rituale pseudosatanico. Lo
scopo era di vendere snuff movies, film di crimini reali, non venerare Satana. In sei mesi,
Messinger ha ottenuto una libertà con la condizionale e ciò gli ha permesso di scappare.
Maîtresse Roxanne vendeva le “produzioni” di Messinger a Gérard Menoud, il "Re del
Porno" francese, per cui lavorava un adepto del pastore battista Jean Doucé, segnalato
nello schedario Zandvoort, gay dichiarato e fondatore della rete “Centro del Cristo
Liberatore”, uno spazio di accoglienza per omosessuali, transessuali, pedofili e
sadomasochisti, assassinato da ignoti nel luglio del 1990. Gérard Menoud, militante del
porno legale, non ha mai disdegnato le produzioni criminali. È stato condannato a più
riprese in Francia per corruzione di minori e sfruttamento della prostituzione. Ha scritto
un libro ricco di informazioni, nel quale riconosce che la sua condotta è stata alterata da
gravi violenze, da cui nessuno poteva proteggerlo, durante la sua infanzia.

Melissa Russo

Il Belgio non volle che al processo Dutroux/Nihoul la stampa internazionale filmasse il Re


del Porno, la Dominatrice del Terzo Sesso o i bambini prostituti. Il tribunale di Arlon si
incaricherà di condannare Marc Dutroux come predatore isolato, mentre la stampa belga
si incaricherà di far passare Nihoul per vittima di un errore giudiziario e i membri del
Werkgroep Morkhoven per dei bugiardi e protettori di pedocriminali. Michel Forgeot e
Dolores Bara, condannati nel 1988 per prossenetismo e tenutari di una casa di corruzione
al club scambista degli Atrébates, sono stati dichiarati innocenti di quei fatti nel 2004, per il
club scambista di Dolo. Non è stata messa in atto nessuna misura contro la prostituzione
minorile: secondo la sentenza, bisogna tener conto dell’ "evoluzione dei costumi". La Corte
di Cassazione si è occupata inoltre di far imprigionare Marcel Vervloesem in quanto
presunto capo della rete Zandvoort. I media hanno insabbiato tutto. Il Senato si è
trincerato dietro il rigore procedurale che vieta ai Senatori di fare domande su quel cinema
criminale che distribuisce Porsches ai delegati commerciali e che uccide bambini. Carine
Russo, Senatrice e madre di Melissa Russo, una vittima di Dutroux, ha potuto solo
abbandonare il Senato, il giorno in cui sua figlia, Melissa Russo, avrebbe compiuto 23
anni. Melissa è stata rapita il 24 giugno 1995 con la sua migliore amica Julie. Ha trascorso
il suo nono compleanno sequestrata ed abusata in una cantina, prima di morire di fame
perché l' “Operazione Otello" prevedeva di sorvegliare il pedocriminale multirecidivo
(Dutroux) per "annientare una più vasta rete".
La Dominatrice continua indisturbata ad esercitare la sua porno-professsione (ha anche
un suo sito, liberamente accessibile, dove invita alla visione dei suoi film immondi). Michel
Nihoul è stato condannato a 5 anni di prigione dalla Corte d’Assise di Aarlen per traffico di
droga, affari illeciti e frode. Ne ha scontati solo un terzo. Oggi è un uomo libero. Vive in
Belgio, insieme a sua moglie Marleen, malata di sclerosi multipla, in un piccolo paese
vicino al mare che si chiama Zeebrugge. L’inchiesta sulla possibile esistenza della "rete" è
stata stralciata dal processo a Dutroux e langue tra i dossier della giustizia belga.
Nonostante i 21 cd consegnati alla procura di Turnhout, nell'ormai lontano 1998, l'inchiesta
sulla rete internazionale di pedofili con base a Zandvoort è stata archiviata definitamente
dal ministro Laurette Onkelinx come semplice “possesso individuale” di foto proibite.

Contro Marcel Vervloesem, si è scatenata la Corte di Turnhout. Oltre al possesso di


materiale pedopornografico, si ritrova nove denunce per violenze sessuali su minore che
avrebbe commesso ai danni di 9 adolescenti. La prima denuncia arriva il 26 agosto 1998,
da un 17enne che grazie all'analisi sta cercando di superare il trauma. Altri 8 raccontano di
come Marcel abusasse di loro sessualmente e psicologicamente. Marcel avrebbe scelto
come vittime disadattati e tossicomani perché più vulnerabili e sensibili al suo carisma. Il
piano fallisce nel 2005, poiché uno ammette di essere stato pagato per accusare il capo
del Markhoven. Sarà lo stesso fratello di Marcel, Victor, che dirà di essere stato violentato
anche lui, a farlo condannare. Secondo la versione dei membri del Morkhoven, Victor ha
plagiato 3 ragazzi disagiati convincendoli a testimoniare contro Marcel. Anche se uno
ritratta, la condanna per abuso sessuale arriva inesorabile.

Marcel Vervloesem è stato condannato a cinque anni per abusi sessuali su minori e
possesso di materiale pedopornografico. Il procedimento giudiziario è stato montato ad
arte per far credere che si era impossessato dello schedario di Zandvoort per proprio
interesse personale. Le autorità belghe hanno così potuto distruggere le prove a carico
degli autori di orrendi crimini ai danni di 90.081 vittime in età infantile, sulla base della
legge che limita i tempi di conservazione di dati personali a quelli strettamente relativi
all’inchiesta. Sono inoltre scomparsi 42 documenti a favore di Marcel, a Turnhout e ad
Anversa., e 7 cd, ad Anversa.

Dopo “strani” errori medici, una “sospetta” trascuratezza nella somministrazione dei suoi
medicinali salvavita, come l'insulina, spesso somministratagli a dosaggi non giusti, Marc
Vervloesem, in conseguenza di uno sciopero della fame e della sete per chiedereil rispetto
dei suoi diritti costituzionali, è diventato cieco.
Free Marcel Vervloesem! Human rights Belgium

Causes on Facebook | Free Marcel Vervloesem!

Pedofili online retata in Olanda La Repubblica 18 luglio 1998

Belgio, torna l'incubo pedofilia: coinvolti 340 bimbi Corriere della Sera 18 luglio
1998

Beyond the Dutroux Affair The reality of protected child abuse and snuff networks
The Independent on Sunday 01 luglio 2001

Le dossier Nihoul: les enjeux du procès Dutroux di Herwig Lerouge

THE ZANDVOORT NETWORK, JERSEY, DUTROUX, PORTUGAL... aangirfan 14


luglio 2008

TORTURE AND MURDER OF CHILDREN: VOTERS APPEAR TO SUPPORT THE


SYSTEM aangirfan 19 ottobre 2008

Case Dutroux: Carine Russo leaves Parliament 13 settembre 2009

Warwick Spincks & le rete Zandvoort Droit Fondamental 17 giugno 2005

Giorgio Gagliardi: Visita a Marcel Vervloesem nella prigione di Bruges 11 novembre


2008

La Doppia verità di Marcel Vervloesem: ovvero Riflessi In Uno Specchio Scuro in


salsa belga Il Giustiziere e la Fabbrica dei Mostri 11 marzo 2009

When sex abuse can lead to murder The Guardian 27 novembre 2000

Madeleine McCann private detectives expose child pornography network in Spain


Telegraph 19 gennaio 2009
Belgium covers up the exploitation of children - Death-sentence for Marcel Vervloesem,
activist of children's rights Belgian Justice 21-01-2010

Le roi du porno perpignanais Gérard Menoud revient dans un livre 25 settembre


2008

Immunità parlamentare alla "Dominatrice del terzo sesso" Droit Fondamental 18


settembre 2009

PEDOFILIA: LA RETE INFAME gennarodestefano

Joseph Doucé - Wikipédia

http://www.maitresse-roxanne.com

LA COSPIRAZIONE DEL SILENZIO

RAPPORTO PEDOFILIA

L’ANTICRISTO

INVISIBLE CHILDREN

IL REGNO DI SATANA

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