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I nodi flangiati trave-colonna nelle strutture di

acciaio
Metodi e strumenti per il progetto e la verifica
Giusy Terracciano, Gaetano Della Corte, Gianmaria Di Lorenzo, Raffaele Landolfo

INTRODUZIONE
Nelle strutture di acciaio i nodi trave-colonna sono componenti essenziali che influenzano in modo
significativo la risposta globale (Della Corte et al., 2002). Pertanto, la previsione del
comportamento meccanico dei nodi di fondamentale importanza per unadeguata previsione
della risposta di tali sistemi sia in fase di progetto che di valutazione della sicurezza. La letteratura
scientifica propone diversi metodi per il calcolo della rigidezza e della resistenza plastica dei nodi
trave-colonna, metodi basati sulla diretta caratterizzazione sperimentale oppure su formulazioni
empiriche, numeriche, analitiche o meccaniche (Faella et al., 2000). Tra i modelli meccanici il
cosiddetto metodo delle componenti certamente la procedura di analisi pi completa e generale
(Jaspart, 2000; Faella et al., 2000; Lemonis e Gantes, 2009), applicabile nelle situazioni pi
diverse, purch le componenti costituenti il nodo siano adeguatamente caratterizzate e
assemblate. Tale metodologia oggi la procedura proposta dallEurocodice 3 (EC3) (UNI EN
1993-1-8:2005) per la caratterizzazione meccanica dei nodi. Tuttavia, spesso i progettisti
considerano il metodo delle componenti troppo laborioso, soprattutto per lapplicazione nelle prime
fasi del progetto, allorquando richiedono stime veloci seppure meno approssimate delle
caratteristiche meccaniche necessarie per lanalisi globale delle strutture.
La presente memoria riassume gli studi condotti per sviluppare strumenti semplificati di
analisi/progettazione dei nodi trave-colonna basati su modelli analitici derivati applicando il metodo
delle componenti. Lo studio si riferisce, per ora, unicamente ai collegamenti flangiati realizzati
mediante piatto destremit bullonato, tagliato a filo con le ali della trave oppure esteso secondo le
configurazioni note, con terminologia anglosassone, come flush end-plate connection (Figura 1a)
e extended end-plate connection (Figura 1b).
Dopo una breve descrizione del metodo delle componenti, viene mostrato un esteso confronto tra i
valori teorici e sperimentali, in termini di resistenza plastica e rigidezza iniziale. Questo confronto
importante e necessario perch consente di apprezzare le approssimazioni della risposta reale
insite nellattuale metodo delle componenti. In seguito, attraverso l'applicazione parametrica del
metodo delle componenti, sono proposti abachi per il progetto/analisi dei nodi flangiati. Infine,
partendo da unattenta analisi dei dati raccolti, sono proposte espressioni approssimate per il
calcolo speditivo delle propriet meccaniche (rigidezza e resistenza) dei nodi flangiati con piatto di
estremit esteso.

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a)

b)

Figura 1. Nodi flangiati con piatto di collegamento a filo trave (a) o esteso (b).

IL METODO DELLE COMPONENTI


La procedura
Il metodo delle componenti si basa sulla schematizzazione del nodo come assemblaggio di
componenti, ciascuna delle quali viene a sua volta schematizzata come una molla (generalmente
elasto-plastica). Usando principi elementari della meccanica strutturale e ipotesi cinematiche
semplificative, si giunge a regole relativamente semplici per il calcolo della resistenza e della
rigidezza dellintero nodo, in base alla resistenza e rigidezza delle singole componenti.
Quindi, limplementazione del metodo richiede lesecuzione delle seguenti fasi: 1) decomposizione
del nodo in componenti; 2) valutazione della risposta forza-spostamento di ciascuna componente
(rigidezza iniziale e resistenza plastica); 3) assemblaggio delle componenti per determinare le
caratteristiche meccaniche del nodo (rigidezza rotazionale e momento resistente). Ad esempio, in
Figura 2 sono mostrate le componenti dei nodi flangiati, nel caso di collegamento con piastra di
estremit a filo trave (Figura 2a) o estesa (Figura 2b). In accordo con EC3 le componenti da
considerare per lanalisi dei nodi sono le seguenti (in parentesi sono riportati gli acronimi con i
relativi significati): il pannello danima della colonna sollecitato a taglio (cws column web panel in
shear), lanima della colonna compressa (cwc column web in compression), lanima della
colonna in trazione (cwt column web in tension), la flangia della colonna inflessa (cfb column
flange in bending), i bulloni in trazione (bt bolts in tension), il piatto di collegamento inflesso (epb
end-plate in bending), la flangia e lanima della trave in compressione (bfc beam flange and
web in compression), lanima della trave in trazione (bwt beam web in tension).

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cwt anima della colonna tesa


cfb flangia della colonna inflessa
epb piatto destremit inflesso
bt - bulloni tesi
bwt anima della trave tesa

cwt anima della colona tesa


cfb flangia della colonna inflessa
epb piatto destremit inflesso
bt - bulloni tesi
bwt anima della trave tesa

bfc flangia e anima della trave

bfc flangia e anima della trave

compressa
cwc anima della colonna compressa
cws pannello danima della colonna
a taglio

a)

compressa

cwc anima della colonna compressa


cws pannello danima della colonna
a taglio

b)

Figura 2. Componenti dei nodi flangiati nel caso (a) del piatto di collegamento a filo trave e (b) ed esteso.
Come accennato in precedenza, le componenti sono schematizzate come molle elasto-plastiche.
Queste molle sono disposte in configurazioni in serie o in parallelo. La Figura 3 illustra i modelli
meccanici utilizzati da EC3 per i nodi flangiati. Come mostra la Figura 3, EC3 assume che le molle
rappresentative delle componenti in trazione siano posizionate alla quota dei bulloni, mentre quelle
relative alle componenti compresse sono poste in corrispondenza del centro di compressione, che
si assume, per semplicit, nella mezzeria della flangia compressa della trave.

Nodo flangiato
con piatto di estremit esteso

Nodo flangiato
con piatto di estremit a filo trave

cwt cfb epb bt

cwt cfb epb bt bwt

cwt cfb epb bt bwt

Mj

cws cwc bfc

Mj
cws cwc bfc

Componente elasto-plastica
FRd

La componente
influenza sia la
resistenza che la
rigidezza rotazionale

Componente rigido-plastica
FRd

La componente fornisce una


limitazione alla resistenza
flessionale del nodo

Figure 3. Modelli meccanici per i nodi flangiati.


La componente pannello danima della colonna sollecitato a taglio (cws) pu essere tenuta in
conto contestualmente oppure separatamente dalle altre componenti, in relazione allapproccio di
modellazione globale adottato (singola molla allestremit della trave che include la deformazione
del pannello a taglio, nel primo caso, oppure due deformabilit rotazionali per il pannello nodale e
per il collegamento, nel secondo caso).
In generale, il comportamento forza-spostamento di ciascuna componente non lineare e lEC3
(UNI EN 1993-1-8:2005) approssima il complesso legame non lineare delle componenti con i
modelli semplificati mostrati in Figura 3. La risposta elasto-plastica, caratterizzata dalla resistenza
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plastica e dalla rigidezza iniziale, da tenere in conto per le componenti che influenzano sia la
resistenza del nodo che la sua rigidezza iniziale, mentre il comportamento rigido-plastico
associato alle componenti che forniscono solo una limitazione alla resistenza nodale senza
contribuire alla deformabilit del sistema.
Lassemblaggio delle componenti permette la valutazione del momento resistente di progetto, Mj,Rd,
e della rigidezza rotazionale iniziale Sj,ini del nodo visto come macroelemento. La resistenza
flessionale, Mj,Rd, determinata mediante lEquazione (1):

M j,Rd hr Ftr,Rd

(1)

dove Ftr,Rd la resistenza efficace di progetto del sistema di molle in serie localizzato alla quota
della riga r-esima di bulloni; hr la distanza della riga r-esima di bulloni dal centro di compressione
e r il numero della riga dei bulloni. Le resistenze Ftr.Rd sono calcolate a partire dalla riga pi
lontana dal centro di compressione e procedendo verso quella pi vicina. La resistenza a trazione
efficace, Ftr,Rd, calcolata come il minimo delle resistenze a trazione delle componenti in serie
localizzate alla riga considerata. Chiaramente, la somma delle resistenze a trazione non potr
superare la resistenza a compressione (a sua volta minimo tra le resistenze delle componenti
compresse disposte in serie alla quota del centro di compressione), per ovvi motivi di equilibrio alla
traslazione orizzontale della trave (nellanalisi si assume che lo sforzo normale sia nullo,
verificando che in realt esso sia minore del 5% dello sforzo normale plastico della sezione di trave
collegata), altrimenti si deve considerare linterazione M-N, non discussa qui per brevit. Per gli
stessi motivi la resistenza a trazione non potr superare la resistenza a taglio del pannello danima
della colonna (cws column web panel in shear), coerentemente con lo schema di Figura 3, dove
la componente cws posta in serie con le componenti compresse anima della colonna
compressa (cwc column web in compression) e flangia e anima della trave compressa (bfc
beam flange and web in compression). Una descrizione completa e dettagliata della procedura di
calcolo fornita in SCI (1995) oppure in Faella et al. (2000).
Le componenti flangia della colonna inflessa (cfb column flange in bending) e piatto di
estremit inflesso (epb end-plate in bending), insieme ai bulloni tesi sono modellati e analizzati
come due elementi a T (T-stub) distinti, ciascuno caratterizzato da larghezze efficaci calcolate sulla
base della teoria delle linee di snervamento (Zoetemeijer, 1974). Questa teoria consente di
trasformare un complesso problema bidimensionale di calcolo a rottura di piastre diversamente
vincolate e caricate in uno equivalente di trave di larghezza opportuna. Le resistenze della flangia
e del piatto destremit inflesso, quindi, coincidono con quelle dei corrispondenti T-stub equivalenti.
Per maggiori dettagli si rinvia alla letteratura citata.
Il metodo delle componenti basato su una distribuzione plastica delle forze nelle righe tese.
Questa distribuzione si raggiunge solo se la duttilit disponibile sufficientemente grande, il che
accade quando il collegamento va in crisi per deformazioni plastiche nella flangia della colonna e/o
nel piatto di estremit. EC3 limita opportunamente le forze di resistenza a trazione nel caso in cui il
meccanismo di collasso del collegamento sia di tipo fragile, ossia rottura dei bulloni (SCI 1995,
CEN 2005).
La rigidezza rotazionale iniziale, Sj,ini, de nodi bullonati determinata attraverso lEquazione (2):
Sj,ini

E h2
1
i k
i

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(2)

in cui E il modulo di Young, h il braccio della coppia interna e ki il coefficiente di rigidezza della
i-esima componente. Nel caso di due o pi righe di bulloni in trazione, si considera una molla
equivalente con coefficiente di rigidezza keq valutato mediante lEquazione (3):
keq

eff,r r

(3)

zeq

dove keff,r il coefficiente di rigidezza efficace della r-esima riga di componenti tese, determinata
mediante lEquazione (4), hr la distanza della riga r-esima dal centro di compressione, zeq il
braccio della coppia interna equivalente determinata attraverso lEquazione (5).

keff,r

1
ki,r

(4)

2
eff,r r

zeq

(5)

eff,r r

Quindi, secondo la procedura, le deformazioni delle molle sono proporzionali alle loro distanze dal
centro di compressione; linsieme delle molle schematizzanti le componenti tese, disposte in serie
e in parallelo, sono sostituite da una molla equivalente.
Infine, il comportamento flessionale dei nodi trave-colonna rappresentato da una curva
momento-rotazione (M-) che descrive la relazione tra il momento flettente applicato (M) e la
corrispondente rotazione tra le membrature (). Le idealizzazioni della curva M- proposte da EC3
sono riportate in Figura 4.

Mj

Mj

Sj,ini

Mj,Rd
Mj,Ed

Sj,ini/

Mj,Rd

Sj
Ed Xd

a)

Cd

b)

Cd

Figure 4. Schematizzazioni della curva momento-rotazione: a) non lineare e b) bilineare.


Come mostrato, il comportamento non lineare dei nodi trave-colonna pu essere schematizzato
sia mediante un legame continuo (Figura 4a) che bilineare (elasto-plastico) (Figura 4b). Il tratto
non lineare della curva M- in Figura 4a identificato attraverso il rapporto di rigidezza definito
dallEquazione (6):

1.5M j,Ed

M j,Rd
Sj

Sj,ini

(6)

dove Mj,Ed il momento di progetto applicato, Mj,Rd il momento resistente di progetto del nodo e
un coefficiente funzione del tipo di collegamento. Per i collegamenti flangiati tale coefficiente
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pari a 2.7. Linizio del tratto orizzontale con M=Mj,Rd, corrisponde a una rigidezza secante
(pendenza della linea congiungente lorigine degli assi e il primo punto del tratto orizzontale)
uguale a Sj,ini/3 ( 1.5

2.7

3 ). Nel legame momento-rotazione bilineare semplificato mostrato in

Figura 4b, il tratto lineare elastico definito da una rigidezza iniziale ridotta del coefficiente ,
funzione del tipo di collegamento, che nel caso di collegamenti flangiati pari a 2.

Accuratezza del metodo nella previsione della risposta dei nodi flangiati
Generalit
Negli ultimi decenni sono state condotte da numerosi autori molteplici indagini sperimentali volte a
studiare il comportamento dei nodi trave-colonna bullonati. Nel presente lavoro illustrata,
brevemente, una raccolta di 62 prove sperimentali, reperite nella letteratura tecnica disponibile e
relative a nodi flangiati. I risultati sperimentali collezionati sono stati organizzati e gestiti attraverso
un database digitale specificamente progettato e implementato in ambiente Access. Attraverso il
metodo delle componenti sono stati determinati i valori teorici della rigidezza rotazionale iniziale e
della resistenza plastica di ciascun provino, valori confrontati successivamente con i corrispondenti
risultati sperimentali. Nei paragrafi che seguono, riportata una sintesi dei confronti teoricosperimentali per i nodi flangiati con collegamenti realizzati mediante piatto esteso o a filo trave.

Nodi flangiati con piatto di estremit esteso


Con riferimento ai nodi trave-colonna flangiati con piatto destremit esteso, sono stati considerati i
risultati sperimentali di Coelho et al. (2004), Nogueiro et al. (2006), Shi et al. (2007a e 2007b),
Coelho e Bijlaard (2007); Tahir e Hussein (2008), Iannone et al. (2011), e Abidelah et al. (2012).
La Figura 5a mostra i rapporti tra i valori teorici del momento resistente (Mj,R,th) e quelli sperimentali
(Mj,R,exp), mentre la Figura 5b illustra i rapporti tra la rigidezza iniziale teorica (Sj,ini,th) e quella
sperimentale (Sj,ini,exp).
I risultati indicano che il metodo EC3 fornisce una stima sufficientemente attendibile della
resistenza plastica ma tende sovrastimare la rigidezza iniziale. Il valore medio del rapporto tra il
valore teorico e quello sperimentale del momento resistente stato stimato pari a 0.87, mentre la
deviazione standard dello stesso stata valutata pari a 0.18 (Figura 5a). Il valore medio e la
deviazione standard del rapporto tra la rigidezza iniziale teorica e sperimentale sono stati calcolati
pari, rispettivamente, a 1.50 e 0.90, che appaiono piuttosto elevati (Figura 5b).

2.5

1.5

0.5

Coelho et al 2004
Nogueiro et al 2006
Shi et al 2007 a
Shi et al 2007 b
Coelho & Bijlaard 2007
Tahir & Hussein 2008
Iannone et al 2011
Abidelah et al 2012

3.5

Sj,ini,th/Sj,ini,exp

Mj,R,th/Mj,R,exp

Coelho et al 2004
Nogueiro et al 2006
Shi et al 2007 a
Shi et al 2007 b
Coelho & Bijlaard 2007
Tahir & Hussein 2008
Iannone et al 2011
Abidelah et al 2012

= 0.87 ; = 0.18

2.5
2
1.5

1
0.5

= 1.50 ; = 0.90

a)

10 15 20 25 30 35 40 45 50
Numero del provino

b)

10 15 20 25 30 35 40 45 50
Numero del provino

Figura 5. Rapporti tra il valore teorico e sperimentale del momento resistente (a) e della rigidezza iniziale (b), per nodi
trave-colonna flangiati con piatto di collegamento esteso.
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Nodi flangiati con piatto di estremit a filo trave


Per quanto riguarda i nodi trave-colonna flangiati con piatto destremit a filo, sono stati considerati
i risultati sperimentali forniti da Broderick e Thomson (2002 e 2005), da Silva et al. (2004) e Shi et
al. (2007b). I confronti tra le previsioni teoriche e i risultati sperimentali hanno confermato le
osservazioni fatte nel caso dei collegamenti con flangia estesa. Il metodo delle componenti
fornisce una resistenza teorica prossima al valore sperimentale, ma tende a sovrastimare la
rigidezza iniziale. Come mostrato in Figura 6, il valore medio del rapporto tra il valore teorico e
quello sperimentale della resistenza plastica leggermente maggiore dellunit (1%) (Figura 6a),
mentre la rigidezza iniziale mediamente 2,6 volte maggiore del valore sperimentale. La
deviazione standard dei rapporti tra le resistenze uguale al valore osservato per i nodi con
collegamenti flangiati con piatto destremit esteso (0.18) (Figura 6a), mentre i rapporti tra le
rigidezze presentano una maggiore dispersione, infatti, la deviazione standard pari a 1.12
(Figura 6b).

Broderick & Thomson 2002


da Silva et al 2004
Broderick & Thomson 2005
Shi et al 2007 b

Mj,R,th/Mj,R,exp

2
1.5
1

0.5
= 1.01 ; = 0.18
0
0

a)

8 10 12 14 16 18 20 22 24
Numero del provino
b)

Sj,ini,th/Sj,ini,exp

2.5

4.5
4
3.5
3
2.5
2
1.5
1
0.5
0

= 2.62 ; = 1.12

Broderick & Thomson 2002


da Silva et al 2004
Broderick & Thomson 2005
Shi et al 2007 b

8 10 12 14 16 18 20 22 24
Numero del provino

Figura 6. Rapporti tra il valore teorico e sperimentale del momento resistente (a) e della rigidezza iniziale (b), per nodi
trave-colonna flangiati con piatto di collegamento a filo.

ANALISI PARAMETRICHE ED ABACHI DI PROGETTO


Ipotesi di base
Il metodo delle componenti proposto da EC3 (UNI EN 1993-1-8:2005) stato applicato in modo
parametrico per esplorare la risposta dei nodi trave-colonna flangiati al variare di parametri
geometrici significatici. Il risultato dellapplicazione parametrica stato lo sviluppo di abachi o
nomogrammi normalizzati, utilizzati sia per descrivere in modo generale e sintetico il
comportamento meccanico del nodo flangiato, sia come eventuali strumenti di progetto che
implementano il metodo delle componenti. Per scopi applicativi e in accordo alla comune pratica
progettuale, le sezioni della colonna e della trave, cos come le propriet dei materiali, sono state
considerate preliminarmente note. Lo spessore del piatto di estremit e il diametro dei bulloni sono
stati invece considerati come parametri principali di progetto. Inoltre, al fine di ridurre il numero di
variabili coinvolte, sono state introdotte altre ipotesi geometriche riassunte in Figura 7. Per i nodi
con il piatto di estremit a filo trave (Figura 7a), il braccio della coppia interna (z) stato assunto
pari all80% dellaltezza della trave. La spaziatura orizzontale dei bulloni (w) stata ipotizzata
uguale al valore medio tra la minima e la massima distanza possibile per una data sezione di
colonna (in base a noti limiti geometrici per la foratura delle ali dei profili a doppio T). Per quanto
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riguarda i nodi con flangia estesa (Figura 7b), la spaziatura verticale dei bulloni (p) stata fissata
pari a quella orizzontale. Nel caso di collegamenti con piatto di estremit esteso, sono state
considerate le configurazioni con e senza piatti di continuit, con e senza irrigidimento del piatto di
estremit. Inoltre, stato anche esaminato leffetto dellirrigidimento diagonale del pannello a taglio
sulla deformabilit del nodo (in altri termini stato esaminato il ruolo della deformabilit del
pannello danima della colonna a taglio). Infine, lo spessore dei piatti di continuit stato assunto
pari a quello dellala della trave, mentre quello della nervatura verticale dirrigidimento del piatto
destremit stato ipotizzato pari allo spessore dellanima della trave. Le distanze dei bulloni dai
bordi sono state scelte in modo da soddisfare i requisiti minimi di EC3 sulla geometria delle
forature.

ep w ep ep w ep
ex
ex
mx p mx p
mx
mx

ep w ep ep w ep
mx

hp

hp

z
bp

bp
a)

mx

hp =z hb hp = hb
z = 0.8 hzb = 0.8 hb
w = pav w = pav

hp

b)

tst

tst
tst = twb tst = twb
tcp = tfb tcp = tfb

hp

bp

w= p =w
pav= p = pav t
cp
b
p
ex = 1.2 edx0 = 1.2 d0

tcp

Figura 7. Ipotesi di base e configurazioni geometriche dei nodi flangiati tipo con piatto destremit a filo (a) ed esteso
(b).

Risultati
I risultati dell'analisi parametrica sono rappresentati nella forma di abachi adimensionali che
descrivono, per unassegnata coppia di profili di trave e colonna, il comportamento meccanico al
variare dello spessore del piatto destremit (tp) e del diametro del bullone (d), fissate le altre
caratteristiche del nodo. Gli abachi possono essere utilizzati come utili strumenti di progetto per la
valutazione della rigidezza (kb) e della resistenza (mb) normalizzata dei nodi trave-colonna al
variare dello spessore della piastra di estremit (tp) e del diametro del bullone (d). Le definizioni di
kb e mb sono fornite da EC3:
kb

Sj,ini
EIb / Lb

(7)

dove Sj,ini la rigidezza rotazionale del nodo e EIb/Lb la rigidezza flessionale della trave,
essendo E il modulo di Young, Ib e Lb il momento di inerzia e la luce della trave;
mb

M j,R
Mb,pl

(8)

in cui Mj,R il momento resistente e Mb,pl il momento plastico della trave collegata.

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kb

a)

kb

d/tfc

d/tfc

mb

tp/tfc

mb

b)

tp/tfc

Figura 8. Rigidezza normalizzata (a) e resistenza normalizzata (b) di un nodo flangiato con piastra di estremit estesa
(colonna: HEM 280; trave: IPE 550; acciaio S275; bulloni classe 8.8; con piatti di continuit; senza irrigidimenti del piatto
destremit e del pannello a taglio).
In ogni grafico, sullasse delle ascisse riportato il rapporto tra lo spessore piastra di collegamento
e quello della flangia della colonna (tp/tfc), mentre sullasse delle ordinate sono rappresentati i valori
dei rapporti tra il diametro del bullone e lo spessore della flangia della colonna (d/tfc). Si ipotizzato
che entrambi i parametri siano variabili nellintervallo [0.5,1.5]. La Figura 8a mostra le curve di
livello associate a diversi valori della rigidezza normalizzata (kb), determinate ipotizzando una luce
della trave pari a 15 volte laltezza della sezione trasversale della trave, mentre la Figura 8b si
riferisce alla resistenza normalizzata (mb). Per ogni coppia (tp, d), prescelta, i grafici permettono
anche la classificazione del nodo secondo i criteri di EC3.
La Figura 9 illustra che per ciascuna combinazione dei parametri di progetto possono essere
identificati automaticamente anche i meccanismi plastici che caratterizzano il nodo. Come mostra
la Figura 9, si pu avere la plasticizzazione del collegamento (nodo a parziale ripristino di
resistenza) o della trave (nodo a completo ripristino di resistenza), in funzione dei valori assegnati
a d e tp.
Meccanismi plastici

d/tfc

Plasticizzazione
della trave

Plasticizzazione
del collegamento

mb

tp/tfc

Figura 9. Meccanismi di plasticizzazione di un nodo flangiato con piastra di estremit estesa (colonna: HEM 280; trave:
IPE 550; acciaio S275; bulloni classe 8.8; con piatti di continuit; senza irrigidimenti del piatto destremit e del pannello
a taglio).

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Meccanismi plastici seconda riga

Meccanismi plastici prima riga

Piatto
destremit
T-stub
modo 1

d/tfc

d/tfc

Piatto destremit
T-stub modo 1

Piatto destremit
T-stub modo 2

Piatto
destremit
T-stub
modo 2

Bulloni tesi

Bulloni
tesi

a)

tp/tfc

TB , Tfc1 , Tfc2 , Tp1 , Tp2 , twc , twb , cwc

Tp11 , Tp21 , Tp31 , Tfc11 , Tfc21 , Tfc31 , twc1 , cwc

b)

tp/tfc

TB
, Tfc1
, Tfc2
, Tp1
, Tp2
, twc, Tfc32
, twb ,, cwc
Tp12
, Tp22
, Tp32
, Tfc12
, Tfc22
twc2 , cwc2

Figura 10. Meccanismi di plasticizzazione per ciascuna riga tesa di un nodo flangiato con piastra di estremit estesa
(colonna: HEM 280; trave: IPE 550; acciaio S275; bulloni classe 8.8; con piatti di continuit; senza irrigidimenti del piatto
destremit e del pannello a taglio).
La Figura 10 fornisce informazioni pi dettagliate sui possibili meccanismi plastici del
collegamento. La Figura 10a mostra i diversi meccanismi possibili per il sistema di componenti
tese localizzate alla quota della prima riga di bulloni, mentre la Figure 10b relativa alla seconda
riga di componenti tese. In entrambi casi, i meccanismi plastici possibili sono i seguenti: (1)
plasticizzazione del solo piatto destremit, (2) plasticizzazione mista del piatto destremit e dei
bulloni e plasticizzazione dei bulloni. Come illustrato in Figura 10, il meccanismo plastico in una
generica riga di componenti tese pu essere diverso da quello in unaltra riga. Grafici del tipo
mostrato in Figura 10 sono un utile strumento per progettare le componenti in modo da favorire un
meccanismo plastico prescelto (ad esempio, si pu pensare di favorire il meccanismo (1) per
massimizzare la duttilit).
I risultati mostrati nelle Figure 8-10 permettono una chiara identificazione del comportamento
strutturale dei nodi flangiati al variare dei parametri. Daltro canto, per qualsiasi performance
richiesta, in termini di rigidezza, resistenza, e meccanismo plastico, gli abachi permettono di
individuare i parametri necessari per soddisfare la prestazione richiesta.

ESPRESSIONI APPROSSIMATE
Lo studio parametrico descritto nel paragrafo precedente ha consentito di valutare le relazioni: kb
vs. d/tfc e mb vs. d/tfc, dato il rapporto tp/tfc, curve ottenute come sezioni verticali dai grafici mostrati
in Figura 8. Il confronto di tali curve associate a diverse combinazioni trave-colonna ha permesso
lo sviluppo di espressioni approssimate per il calcolo della rigidezza e della resistenza dei nodi
flangiati.
Gli studi sono stati condotti ipotizzando che le travi abbiano profili della serie IPE, variabili tra IPE
200 e IPE 750 e che le colonne siano realizzate con sezioni a doppio T ad ali larghe della serie
HEM variabili da HEM 120 a HEM 400.
Lo spessore del piatto di collegamento stato assunto uguale a quello della flangia della colonna
(ossia tp/tfc = 1). I nodi sono stati considerati provvisti di piatti orizzontali irrigidenti la flangia della
colonna e posti in continuit delle ali della trave.

maggio14

10

Secondo lo studio teorico, la rigidezza normalizzata dei nodi flangiati con piatto di collegamento
esteso pu essere valutata approssimativamente mediante lEquazione (9):
3
2

kb 8.343 d 33.3 d 47.32 d 0.865 kref


t fc
t fc
t fc

dove

(9)

kref un coefficiente che dipende dalla sezione della trave e della colonna che
determinato mediante lEquazione (10).

kref kref hb kref

(10)

in cui hb laltezza della sezione trasversale della trave, espressa in mm

kref 5 108 hc2 4 105 hc 0.0075

(11)

kref 1 105 hc2 0.0075hc 2.133

(12)

dove hc laltezza della sezione trasversale della colonna, espressa in mm.


Per il calcolo della resistenza normalizzata, sono state determinate due espressioni, in funzione
delle dimensioni della sezione trasversale della colonna. LEquazione (13) pu essere usata per
stimare mb nel caso di nodi trave-colonna avente come colonne i profili HEM 120 o HEM 140.
LEquazione (14), invece, fornisce il valore della resistenza normalizzata nel caso in cui i profili
colonna siano compresi tra HEM 160 e HEM 400. In entrambi i casi, il valore di mb non pu essere
maggiore di mref.

mb 2.205 d 0.524 mref mref


t
fc

(HEM 120 - HEM 140)

(13)

mb 1.690 d 0.371 mref mref


t
fc

(HEM 160 - HEM 400)

(14)

dove mref un coefficiente funzione della sezione della colonna e della trave ed definito
mediante lEquazione (15).

mref mref hb mref

(15)

in cui mref 1.404 107 hc2 9.466 105 hc 0.0169 (HEM 120 - HEM 280)

(16)

mref 9.282 104

(HEM 300 - HEM 400)

mref 5.799 103 hc 3.142

(HEM 120 - HEM 280)

mref 0.003 hc 0.344

(HEM 300 - HEM 400)

(17)
(18)
(19)

Laccuratezza delle espressioni proposte stata valutata comparando le corrispondenti previsioni


approssimate di kb e mb con i risultati ottenuti dallapplicazione del metodo delle componenti.
Alcuni esempi di tale confronto sono mostrati in Figura 11.

maggio14

11

12
10

HEM 200 - IPE330 CM


HEM 200 - IPE360 CM
HEM 200 - IPE400 CM
HEM 200 - IPE450 CM
HEM 200 - IPE500 CM
HEM 200 - IPE 330 AE
HEM 200 - IPE 360 AE
HEM 200 - IPE 400 AE
HEM 200 - IPE 450 AE
HEM 200 - IPE 500 AE

0.5

0.75

d/tfc

a)

1.25

kb

mb

14

1
0.9
0.8
0.7
0.6
0.5
0.4
0.3
0.2
0.1
0

HEM 200 - IPE330 CM


HEM 200 - IPE360 CM
HEM 200 - IPE400 CM
HEM 200 - IPE450 CM
HEM 200 - IPE500 CM
HEM 200 - IPE 330 AE
HEM 200 - IPE 360 AE
HEM 200 - IPE 400 AE
HEM 200 - IPE 450 AE
HEM 200 - IPE 500 AE

8
6
4
2
0

0.5

1.5

b)

0.75

1.25

1.5

d/tfc

Figura 11. Relazioni mb vs. d/tfc (a) e kb vs. d/tfc (b) ottenute attraverso il metodo delle componenti CM) e le espressioni
approssimate (AE) per nodi trave-colonna aventi colonna HEM 200.
In particolare, le Figure 11a e 11b mostrano le relazioni kb vs. d/tfc e mb vs. d/tfc ottenute per diversi
nodi trave-colonna aventi come colonna il profilo HEM 200. Le Figure 12 e 13, invece, mostrano le
variazioni percentuali dei valori della resistenza e della rigidezza normalizzate determinati
mediante le espressioni approssimate rispetto a quelli ottenuti con lapplicazione rigorosa del
metodo delle componenti. Esse sono state determinate rispettivamente mediante le Equazioni (20)
e (21):
Var %mb

mb, AE mb, CM
mb, CM

(20)

in cui mb,AE la resistenza normalizzata calcolata mediante le espressioni approssimate;


mb,CM la resistenza normalizzata calcolata mediante il metodo delle componenti.
Var %kb

kb, AE kb, CM
kb, CM

(21)

dove kb,AE la rigidezza normalizzata calcolata mediante lespressione approssimata;


kb,CM la rigidezza normalizzata calcolata mediante il metodo delle componenti.
Per il confronto sono stati considerati 26 possibili combinazioni trave-colonna e assegnati valori del
rapporto d/tfc, questi ultimi scelti nellintervallo [0.5,1.5] in modo da massimizzare le differenze tra i
due modelli. La Figura 12 mostra i risultati del confronto tra le espressioni semplificate e il metodo
delle componenti per il calcolo della resistenza normalizzata, nei casi in cui il rapporto d/tfc sia pari
a 0.5 e 0.8. In tutti i casi esaminati, le due procedure differiscono al massimo del 17% nel caso di
d/tfc pari a 0.5 o del 18% se d/tfc pari a 0.8. Le espressioni approssimate forniscono un valore
della resistenza normalizzata che mediamente differisce del 7% dal valore teorico ottenuto
attraverso il metodo delle componenti (Figura 12). Le variazioni percentuali della rigidezza
normalizzata sono riportate in Figura 13, assumendo i rapporti d/tfc pari a 0.5 e 1.5. I confronti
indicano che le differenze tra le due procedure sono al massimo pari al 24% e mediamente pari al
10% (Figura 13). Tali differenze sono accettabili, perch comprese negli intervalli di variabilit
osservati nel confronto teorico-sperimentale (Figura 5).

maggio14

12

20%
15%
10%
5%
0%
-5%
-10%
-15%
-20%

Combinazione trave-colonna

a)

d/tfc=0.8

HEM120-IPE220
HEM120-IPE240
HEM160-IPE270
HEM160-IPE300
HEM160-IPE330
HEM180-IPE330
HEM180-IPE360
HEM180-IPE400
HEM180-IPE303
HEM200-IPE330
HEM200-IPE360
HEM200-IPE400
HEM200-IPE500
HEM200-IPE451
HEM240-IPE450
HEM240-IPE500
HEM240-IPE550
HEM240-IPE600
HEM260-IPE550
HEM260-IPE550
HEM260-IPE600
HEM260-IPE750
HEM280-IPE550
HEM280-IPE500
HEM280-IPE750
HEM280-IPE750

Var% mb

d/tfc=0.5

HEM120-IPE220
HEM120-IPE240
HEM160-IPE270
HEM160-IPE300
HEM160-IPE330
HEM180-IPE330
HEM180-IPE360
HEM180-IPE400
HEM180-IPE303
HEM200-IPE330
HEM200-IPE360
HEM200-IPE400
HEM200-IPE500
HEM200-IPE451
HEM240-IPE450
HEM240-IPE500
HEM240-IPE550
HEM240-IPE600
HEM260-IPE550
HEM260-IPE550
HEM260-IPE600
HEM260-IPE750
HEM280-IPE550
HEM280-IPE500
HEM280-IPE750
HEM280-IPE750

Var% mb

20%
15%
10%
5%
0%
-5%
-10%
-15%
-20%

Combinazione trave-colonna

b)

Figura 12. Variazioni percentuali di mb per i valori del rapporto d/tfc pari a 0.5 (a) e 0.8 (b).
30%

30%

d/tfc=0.5

Var% kb

20%

10%

0%
-10%

0%

-10%
-30%
HEM120-IPE220
HEM120-IPE240
HEM160-IPE270
HEM160-IPE300
HEM160-IPE330
HEM180-IPE330
HEM180-IPE360
HEM180-IPE400
HEM180-IPE303
HEM200-IPE330
HEM200-IPE360
HEM200-IPE400
HEM200-IPE500
HEM200-IPE451
HEM240-IPE450
HEM240-IPE500
HEM240-IPE550
HEM240-IPE600
HEM260-IPE550
HEM260-IPE550
HEM260-IPE600
HEM260-IPE750
HEM280-IPE550
HEM280-IPE500
HEM280-IPE750
HEM280-IPE750

-20%

-30%

a)

Combinazione trave-colonna

d/tfc=1.5

10%

-20%
HEM120-IPE220
HEM120-IPE240
HEM160-IPE270
HEM160-IPE300
HEM160-IPE330
HEM180-IPE330
HEM180-IPE360
HEM180-IPE400
HEM180-IPE303
HEM200-IPE330
HEM200-IPE360
HEM200-IPE400
HEM200-IPE500
HEM200-IPE451
HEM240-IPE450
HEM240-IPE500
HEM240-IPE550
HEM240-IPE600
HEM260-IPE550
HEM260-IPE550
HEM260-IPE600
HEM260-IPE750
HEM280-IPE550
HEM280-IPE500
HEM280-IPE750
HEM280-IPE750

Var% kb

20%

b)

Combinazione trave-colonna

Figura 13. Variazioni percentuali di kb per valori del rapporto d/tfc paria a 0.5 (a) e 1.5 (b).

CONCLUSIONI
Un esteso confronto tra previsioni teoriche e risultati sperimentali, in termini di resistenza plastica e
rigidezza iniziale, ha permesso di valutare laccuratezza del metodo delle componenti, cos come
implementato dallEurocodice 3 (EC3), nel caso di nodi flangiati. Tale confronto indica che il
metodo EC3 fornisce una stima sufficientemente attendibile della resistenza plastica, mentre tende
a sovrastimare significativamente la rigidezza dei collegamenti. In termini di resistenza: (i) nel caso
di piatto destremit esteso oltre lala della trave, il valore teorico mediamente pari all87% di
quello sperimentale; (ii) nel caso di piatto destremit a filo della trave, il valore teorico mediamente
coincide con quello sperimentale. In termini di rigidezza: (i) nel caso di piatto esteso oltre il filo
della trave, il valore teorico mediamente pari a 1.5 volte quello sperimentale; (ii) nel caso nel
caso di piatto di estremit, il valore teorico mediamente 2.6 volte maggiore del valore
sperimentale.
Lapplicazione parametrica del metodo delle componenti ha consentito lo sviluppo di strumenti
semplificati di progetto/analisi dei nodi flangiati. Esempi di tali strumenti sono stati forniti sotto
forma di abachi di progetto, che consentono una veloce e semplice valutazione delle propriet
strutturali (teoriche) dei nodi trave-colonna. Per unassegnata coppia di profili di trave e colonna, il
comportamento meccanico del nodo descritto al variare dello spessore del piatto destremit (tp)
e del diametro del bullone (d), fissate le altre caratteristiche del nodo. I grafici possono essere usati
nelle fasi iniziali del progetto, al fine di individuare le configurazioni e le propriet geometriche
rispondenti a specifiche prestazioni strutturali richieste, in termini di rigidezza, resistenza e
meccanismi plastici.
maggio14

13

Infine, sono state proposte espressioni approssimate per stimare rapidamente la rigidezza e la
resistenza normalizzata dei nodi flangiati con piatto destremit esteso. I risultati del confronto tra
le espressioni semplificate e il metodo delle componenti indicano che le due procedure differiscono
mediamente del 7% nel calcolo della resistenza normalizzata e del 10% nel calcolo della rigidezza
normalizzata. Questi ultimi risultati sono preliminari e soggetti a ulteriori elaborazioni.

RINGRAZIAMENTI
La ricerca presentata stata supportata dalla Comunit Europea, attraverso il fondo RFCS
(Research Fund for Coal and Steel), ed parte del progetto denominato DiSTEEL Displacement
Based Design of STEEL Moment Resisting Frame Structures.

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