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CANNETO DI CARONIA
Giulio Ambrosetti
[17 Jul 2015 |
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Cominciamo con le parole - vere o presunte che il dottore Tutino avrebbe pronunciato al
telefono con il presidente Crocetta. Ieri, per
oltre dodici ore, sono state date per vere oltre
ogni ragionevole dubbio. I politici di tutta
Italia, con in testa le due pi alte cariche di quello che resta dello Stato italiano,
presidente della Repubblica (Sergio Mattarella) e presidente del Senato (Piero
Grasso) hanno fatto a gara per dare solidariet allex assessore regionale, Lucia
Borsellino (e in molti casi darle in testa al presidente Crocetta).
Nel pomeriggio, grosso modo allora del the, la Procura della Repubblica di
Palermo ha smentito lesistenza di unintercettazione nella quale il dottore Tutino
dice a Crocetta che Lucia Borsellino dovrebbe fare la fine del padre. La Procura
non ha smentito linchiesta: ha smentito il contenuto dellintercettazione
pubblicata dal settimanale LEspresso. Che ha replicato ribadendo che
lintercettazione c. Oggi, a Dio piacendo, si dovrebbe capire qualcosa in pi. O
almeno cos si spera.
In attesa di capire che cosa succeder, non possiamo non segnalare il grande
caos di ieri. Sotto questo profilo, a noi sono sembrate molto centrate le
dichiarazioni del capogruppo del PD al Parlamento siciliano, Antonello Cracolici.
Il quale dice: se lintercettazione c, se Tutino ha detto a Crocetta quanto scritto
dal settimanale LEspresso, beh, il fatto gravissimo e Crocetta si deve dimettere
subito. Ma c anche il dubbio - che speriamo venga fugato entro oggi - che una
manina abbia confezionato questa dichiarazione per gettare nel caos la Sicilia.
O meglio, aggiungiamo noi: per aumentare il caos in Sicilia. Perch se c
qualcosa che oggi in Sicilia non manca, ebbene, quello proprio il caos:
economico,
sociale,
amministrativo
politico.
Questa
vicenda
I fatti sono fatti. E se anche la Corte dei Conti accusa lo Stato centrale di slealt
verso la Regione siciliana (come potete leggere qui), beh, un motivo ci sar. Ma
anche questo fatto, al pari degli scippi al Bilancio della Regione siciliana, sfugge,
chiss perch, alla grande stampa nazionale che della Sicilia parla solo quando
c da parlarne male.
Ovviamente, questo non giustifica latteggiamento acquiescente della politica
siciliana verso Roma, soprattutto da parte del governo. Ormai quando parliamo
di cose serie, non parliamo pi di Crocetta, che di tutto quello che il suo governo
ha fatto (e soprattutto non ha fatto) in Sicilia sar responsabile, s e no, del 20
per cento. O forse meno. Il resto - questa la nostra sensazione - opera di
altri. Con riferimento a quelli che manovrano nellombra un presidente della
Regione sbattuto qua e l, sempre pi confuso che persuaso, un personaggio che,
spesso, non sembra nemmeno avere contezza della nitroglicerina sociale che
maneggia con la grazia di un elefante dentro un negozio di porcellane
Che dire, poi, di questo strano PD siciliano? Cracolici oggi ipotizza, come gi
ricordato, una manina dietro il bailamme di ieri. Ma da persona politicamente
navigata qual non si mai accorto della tante mani romane che hanno
massacrato le finanze siciliane? Oggi il segretario regionale di questo partito,
fausto Raciti, terr una conferenza stampa. Anche lui non sa nulla dei soldi che il
governo Renzi ha scippato alla Regione?
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soccorso) e tutto il resto vengono affidati alla parte privata di una spa - la gi
citata Sicilia e Servizi - della quale la Regione possiede, grosso modo, la met
delle azioni.
Crocetta, quando sinsedia, trova la minestra impiattata. Ma trova anche una
situazione strana. I privati sono usciti da Sicilia e-Servizi chiedendo una barca di
soldi. E i cinquanta e rotti dipendenti dei privati - che sono quelli che conoscono
tutti i segreti informatici della Regione e dei suoi uffici - che dicono al governo
regionale: noi siamo disposti a continuare a lavorare, ma vogliamo essere
assunti. Il problema che c una legge regionale che vieta nuove assunzioni
nella pubblica amministrazione. Ma secondo Antonio Ingroia, il noto magistrato
chiamato da Crocetta al vertice di Sicilia e-Servizi, le assunzioni si possono fare.
E si fanno. Ma la Corte dei Conti li contesta. Altro caos.
E oggi? I contratti dei cinquanta e rotti stanno scadendo. E loro, i cinquanta e
rotti, li vorrebbero rinnovati. Ma il governo regionale tentenna. Perch nel
frattempo, per queste assunzioni, Crocetta e Ingroia sono finiti sotto processo. E
pare siano un po spaventati. Anche perch i tempi in cui le sentenze di
condanna da parte della Corte dei Conti finivano a tarallucci e vino sono finiti.
Perch appena c una condanna da parte della magistratura contabile scatta,
con il tempismo di unequazione chimica, la sua applicazione. Insomma le
condanne erariali si pagano con i soldi. Da qui i timori. E il caos.
Le ultime notizie che abbiamo sono due. La prima labbiamo gi accennata: i
cinquanta e rotti dipendenti si sono messi di traverso. Vogliono lassunzione o
bloccano tutto. Gli uffici regionali, a quanto pare, non hanno nemmeno
predisposto i cedolini. Niente stipendi, per questo mese? Tutto possibile.
Poi c la seconda notizia. A quanto pare circolerebbe una lettera riservata del
governo regionale. Obiettivo: trasferire una parte dei servizi, o forse tutti - oggi
affidati a Sicilia e Servizi - allUfficio speciale della Regione per i servizi
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Parole che hanno fatto sorridere molti siciliani e molti colleghi giornalisti.
Noi - in materia di economia, di Bilancio regionale, di finanza locale, di questioni
idriche, di problemi legati ai rifiuti, di informatica applicata allamministrazione
regionale e di questioni militari legate a Canneto di Caronia, al Muos di Niscemi
e a Sigonella - non avendo le conoscenze che hanno i nostri bravi colleghi,
ridiamo un po meno. E forse ci sbagliamo. Forse anche noi dovremmo sorridere
di pi. Perch, a pensarci bene, l1 maggio del 1947, a Portella della Ginestra, a
organizzare la strage furono gli uomini della banda Giuliano e non i servizi
segreti americani in combutta con la mafia di Monreale. Cos come, nel 1959, in
Sicilia, i servizi segreti russi e quelli americani non si sono mai fronteggiati: i
primi (i russi) per proteggere il governo regionale ribelle di Silvio Milazzo; i
secondi (gli americani) per far cadere lo stesso governo. Tutte fantasie!
Il 6 gennaio del 1980 lallora presidente della Regione siciliana, Piersanti
Mattarella, verr ammazzato da mafiosi schitti schitti e non sullo sfondo di un
inquietante intreccio tra destra eversiva e vecchia mafia, magari subito dopo
intercettata e bloccata dai boss corleonesi che, per loccasione, si guadagneranno
i galloni di una trentennale latitanza. Fantasie anche queste.
Due anni dopo lallora segretario del Pci siciliano, Pio La Torre, non verr
trucidato dopo essere stato tampinato dai servizi segreti e forse pure dalla
peraltro inesistente e fantasiosa Gladio. E il generale Vito Miceli? Morte
naturale, naturalmente. E i depistaggi sulle indagini di altri delitti eccellenti? E
le stragi del 1992?
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S, in effetti i servizi segreti americani e quelli italiani deviati del nostro Paese, in
Sicilia, non hanno mai fatto nulla. Lo Stato, in Italia, sempre stato tutto dun
pezzo. Todo modo di Leonardo Sciascia un romanzaccio. Invenzioni.
Fantasie. Don Raffa di Fabrizio De Andr? Una filastrocca completamente
sganciata dalla realt
E poi, via, viviamo forse una congiuntura internazionale difficile? L'Unione
Europea va a gonfie vele e non pi governata da massoni fanatici e 'truffaldi'.
In Grecia governa un nuovo Pericle. La BCE e il Fondo Monetario Internazionale
non sono controllati da strozzini, ma da filantropi. L'Euro un esempio fulgido
di stabilit monetaria. E i tedeschi sono perfino diventati altruisti e, soprattutto,
non barano pi sul calcolo della spread con l'Italia. Quanto agli americani, a
Sigonella i militari giocano a Tressette, mentre l'elettromagnetismo del Muos di
Niscemi un'invenzione dei soliti esagitati.
In un panorama internazionale cos 'confortevole' chi che pu volere in caos in
Sicilia? Via, quelle dellonorevole Vinciullo sono solo farneticazioni. E noi che gli
andiamo dietro siamo solo complottisti. In Sicilia tutto va bene, a parte due
dettagli: la realt e la ragione. Ma sono solo due dettagli
http://www.lavocedinewyork.com/Misteri-siciliani-Crocetta-Tutino-default-autostrada-Pa-CtCanneto-di-Caronia-/d/13331/
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un
disposizioni
po
risentiti.
precise
Avevano
dato
anche
sulla
legge approvata dal Parlamento siciliano lo scorso 9 Luglio si sono gettate le basi
per far fallire un grande numero di Comuni siciliani? E non forse vero che, una
volta falliti i Comuni, anche le nove Province dellIsola faranno la stessa fine? Di
fatto, si sta profilando uno scenario inedito: una Regione in default, i Comuni e
le Province della stessa Regione in default. Tutto voluto da Roma, da un governo
nazionale - il governo Renzi - espressione piena della volont tedesca. Tutto
pronto per i saldi di fine stagione
Ma prima di addentrarci nei numeri di Regione, Comuni e Province torniamo a
Palazzo Reale. Strano per quanto possa sembrare, piaccia o no, certi restauri, nel
Palazzo Reale di Palermo, sono stati fatti in accordo ai desideri dei tedeschi (e in
parte anche con i soldi tedeschi). Piaccia o no, ma nella piazza del Parlamento,
come gi accennato, non si parcheggia pi. E piaccia o no, di qualche giorno fa
lannuncio del presidente del Parlamento siciliano, Giovanni Ardizzone, di una
nuova pavimentazione della stessa piazza del Parlamento. Eliminando lasfalto.
Proprio come sarebbe stato auspicato, gi da tempo, dalla leggenda
metropolitana che vede i tedeschi come protagonisti di vicende siciliane...
Il Palazzo Reale agli eredi di Federico Barbarossa - oggi frutto di una leggenda
metropolitana - si incrocia con fatti che leggende metropolitane non lo sono
affatto. Parliamo di vicende che prendono lavvio ad Agrigento e ad Enna nella
seconda met degli anni 80, quando era gi programmata la caduta del Muro di
Berlino, Tangentopoli e la trappola della moneta unica europea. Linteresse dei
tedeschi per la Sicilia risale a quegli anni. E allora che i teutonici decidono che la
Kainite custodita nel sottosuolo siciliano (nelle miniere dellAgrigentino e
dellEnnese: per esempio, a Pasquasia) non dovr essere sfruttata per non creare
problemi alle industrie tedesche che operano nel mercato dei fertilizzanti. E cos
sar.
Piaccia o no, ma da allora che la Sicilia chiude
il capitolo della Kainite, un minerale ricco di
cloruro di potassio e solfato di magnesio. Da
allora non ha chiuso i battenti solo la miniera di
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governo Renzi sta restituendo alla Sicilia (meno di un trentesimo dei soldi che ha
scippato allIsola) serviranno, a malapena, a pagare le retribuzioni a una parte
dei soggetti rimasti scoperti. Non un caso che il plenipotenziario di Renzi in
Sicilia, lassessore allEconomia, Alessandro Baccei, stando almeno a
indiscrezioni, vorrebbe togliere il disturbo per tonare nella sua bella e massonica
Toscana. Se non altro perch in una Sicilia ridotta senza soldi dal governo Renzi
il clima si sta facendo pesante
Anche il PD siciliano, in verit, avrebbe voluto chiudere lesperienza di Rosario
Crocetta alla presidenza della Regione. Le dimissioni dellassessore alla Salute o
Sanit che dir si voglia, Lucia Borsellino, erano cadute a fagiolo. Considerato il
tono morale delladdio della Borsellino al governo, i vertici del Partito
Democratico dellIsola, coscienti di aver portato allo sbaraglio la Sicilia,
avrebbero voluto dissociarsi da Crocetta, scaricare su di lui la responsabilit
dello sfascio della Regione per provare, magari, a far dimenticare a 5 milioni di
siciliani che loro governano la Sicilia dal 2008.
Si racconta che sullaccelerazione della crisi in Sicilia, per rimandare Crocetta a
Gela, era daccordo anche Renzi. Ma, a un certo punto, arrivato lalt. Da parte
di chi? Non si capisce. Si sa solo che, a un certo punto, da Roma arrivato
lordine di mettere una pezza e andare avanti con il governo Crocetta. Da qui la
designazione del capogruppo del PD al Parlamento siciliano, Baldo Gucciardi,
allassessorato alla Salute al posto della Borsellino. E di Antonello Cracolici a
capogruppo.
Insomma, si andr avanti fino a dicembre. O forse fino ai primi mesi del
prossimo anno. Ma chiaro che con un buco finanziario di 2 miliardi di euro
non si potr fare il Bilancio regionale 2016. Anche perch Renzi ha pronto il
solito accantonamento da un miliardo di euro da prelevare dalle entrate
regionali. In queste condizioni - con 3 miliardi di euro che mancano allappello la fine anticipata della legislatura del Parlamento siciliano assicurata. Ma
prima di far fallire la Sicilia - e questo potrebbe spiegare il rinvio di sei o sette
mesi della dichiarazione ufficiale di default della Regione siciliana - bisogna fare
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dellEconomia
del
aprile
di
questanno
(agevolazioni
logge
massoniche.
Troppi
la palla al piede dellItalia. Che succhia un sacco di soldi allo Stato e bla bla
bla. Qualche giorno prima un servizio simile lavevamo ascoltato su La 7.
Avallato da due deputati del Parlamento siciliano - uno del Pd e laltro del
Movimento 5 Stelle - che hanno fatto passare la tesi secondo la quale il default
della Sicilia il frutto degli sprechi dei siciliani. Tempesta perfetta
Nessuno ha spiegato ai leghisti veneti che la Sicilia una delle cinque Regioni
italiane a Statuto speciale.
Anna Finocchiaro
Nessuno ha spiegato ai leghisti veneti che,
sempre
grazie
al
centrosinistra
e
segnatamente alla senatrice Anna Finocchiaro
detta Annuzza - la Regione siciliana, dal
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2009, perde circa 600 milioni di euro allanno di fondi sanitari che avrebbero
dovuto essere compensati - cos si prospettava nella Finanziaria nazionale del
2007 approvata dalla Camera e poi modificata con un 'codicillo' al Senato:
'codicillo' sfuggito alla senatrice Finocchiaro... - da una quota delle accise sui
consumi di carburanti. Potremmo aggiungere i 5 miliardi di euro di fondi Pac
che il governo Renzi ha strappato al Sud per finanziare gli sgravi fiscali alle
imprese, quasi tutte del Centro Nord Italia. Secondo voi lo sanno i leghisiti
veneti che le imprese venete stanno usufruendo di sgravi fiscali pagati con i
soldi del Sud?
Insomma, solo per farla breve, questanno, il governo Renzi ha strappato alla
Regione siciliana circa 10 miliardi di euro (come potete leggere qui). Ne sta
restituendo appena 300 che serviranno - e qui hanno ragione i leghisti - per
pagare gli stipendi a qualche migliaio di disgraziati. E i leghisti del Veneto si
lamentano. Ma si lamentano - lo ribadiamo - perch giornali e tv fanno, sulla
Sicilia, uninformazione, come dire?, un po alla greca
Una replica ai leghisti arrivata dal presidente del Parlamento siciliano,
Giovanni Ardizzone: I leghisti - dice Ardizzone - hanno ormai superato ogni
limite: prima facevano politica sfruttando le disgrazie altrui, adesso anche le
proprie. Oltre a essere rabbiosi sono anche inconcludenti. Basta a queste
falsit sui forestali e sulle risorse destinate alla Sicilia. Si avvii un'operazione
verit sui conti - aggiunge Ardizzone - e si scoprir che i 300 milioni di cui
straparlano i due leghisti solo una piccolissima parte delle risorse che in
decenni lo Stato ha trattenuto alla Sicilia, per risanare il debito pubblico
nazionale, anche dei veneti. Un prelievo forzoso, certificato proprio di recente
dalla Corte Costituzionale e dalla Corte dei Conti. I due senatori pensassero al
Veneto, regione in cima alla classifica per evasione fiscale e alle tante multe
che l'Italia stata costretta a pagare all'Unione europea per lo sforamento
delle quote latte da parte degli allevatori veneti.
Immediata la controreplica di Nicola Finco, capogruppo regionale della Lega
Nord. Che dalle colonne del Pietrangelo Buttafuoco
Mattino di Padova dice: In Sicilia deve fare un
gran caldo in questi giorni, a giudicare dalle
farneticanti
dichiarazioni
di
alcuni
suoi
amministratori. Per chiarire le idee al
presidente dellArs Ardizzone in merito al diritto
del Veneto di ricevere fondi per il tornado,
annuncio gi che presto lo omagger del
libro Buttanissima
Sicilia del
giornalista
siciliano Pietrangelo Buttafuoco. Chi meglio di
lui pu descrivere i danni che certa politica ha
fatto al suo popolo? Per il resto, i grotteschi
vaneggiamenti di Ardizzone farebbero ridere se la situazione della Riviera del
Brenta non fosse cos tragica.
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votano per gli uomini e per le donne di queste due formazioni politiche che
'degnamente' li rappresentano...
http://www.lavocedinewyork.com/Sicilia-cornuta-e-mazziata-derubata-dal-governo-Renzi-eattaccata-dai-leghisti-veneti-/d/13244/
http://trapani.gds.it/2015/06/21/alcamo-e-arrivato-il-commissarioarnone_372883/
ABUSO D'UFFICIO, CHIESTO GIUDIZIO PER 5 DIRIGENTI REGIONALI
PALERMO - Cinque dirigenti della Regione siciliana sono accusati dalla Procura
di Palermo di abuso d'ufficio. Il pm ha chiesto il rinvio a giudizio per gli attuali
dirigenti generali Giovanni Arnone (Azienda foreste), Vincenzo Sansone
(dipartimento Territorio), Sergio Gelardi (Beni culturali), per l'ex dirigente
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generale Pietro Tolomeo e per l'attuale dirigente del servizio personale del
Territorio-Funzione pubblica, Antonio Maniscalco. L'indagine riguarda il 'caso'
Gioacchino Genchi, il dirigente della Regione che sei anni fa fu messo alle porte
dall'assessorato all'Ambiente dopo un giudizio di valutazione espresso da una
commissione composta da Arnone, Sansone e Maniscalco; all'epoca Tolomeo
era a capo del dipartimento. Ne scatur una battaglia legale; Genchi ha sempre
sostenuto di essere stato perseguitato perch ritenuto scomodo avendo
assunto posizioni nette contro alcuni provvedimenti, come per esempio i
termovalorizzatori. Due anni fa il dirigente, sostenuto dalla Cgil, ha ottenuto la
riabilitazione e un risarcimento danni con sentenza del giudice del lavoro;
nonostante ci rimasto ai margini dell'amministrazione. Adesso la questione
si sposta sul piano penale. Il gip decider sulla richiesta del pm a fine
novembre di quest'anno
http://www.lasiciliaweb.it/articolo/99403/sicilia/abuso-dufficio-chiesto-rinvioa-giudizio-per-cinque-dirigenti-della-regione
ARNONE GIOVANNI REVOCA INCARICO GULLO BOLOGNA CORSELLO
MONTEROSSO LUPO GIAMMANCO GELARDI FEBBRAIO 2013 DELIBERA DI
GIUNTA 49
CONDANNATI E RINVIATI A GIUDIZIO, I BUROCRATI CHE IMBARAZZANO
CROCETTA
Almeno una decina i dirigenti con pendenze giudiziarie che siedono nei posti di
comando. Chi sono e di cosa sono accusati
di EMANUELE LAURIA e SARA SCARAFIA
Dicono che Patrizia Monterosso sia abbattuta e sconfortata. Qualcuno sussurra
che avrebbe preso in considerazione anche l'ipotesi di dimettersi. Di certo il
day after del segretario generale di Palazzo d'Orleans, il capo della burocrazia
regionale, stato amaro dopo la condanna (in primo grado) della Corte dei
conti che due giorni fa le ha intimato di rimborsare quasi 1,3 milioni. Soldi che
la Monterosso - quando era dirigente della Formazione professionale avrebbe dato a enti che non ne avevano diritto. Ora alcuni alleati di peso di
Crocetta, pur riconoscendo la professionalit della Monterosso, si interrogano
sull'opportunit di una conferma della dirigente in quel ruolo. E si chiedono chiedono al governatore - se invece la sua presenza non indebolisca la lotta
agli sprechi proprio nel settore della formazione. Crocetta, sinora, ha difeso a
spada tratta la sua principale collaboratrice. Ma anche l'ultimo attacco di
Montante alla burocrazia regionale ha contribuito a creare un clima non facile a
Palazzo
d'Orleans.
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discarica
di
Mazzarr:
un
altro
indagato
privato, realizzato nei pressi di Catania con un project financing da 160 milioni
di euro. Limprenditore vicentino arrestato per gli appalti dellExpo stato
ascoltato come persona informata dei fatti, imputato in procedimento
connesso.
I sostituti etnei, che hanno in corso unindagine contro ignoti rubricata nel
2014, gli hanno chiesto se avesse mai incontrato o conosciuto i fratelli
Basilotta, alle cui aziende la Maltauro Costruzioni aveva affidato in subappalto
alcuni lavori per Etnapolis. I Basilotta sono riusciti ad aggiudicarsi in questi
anni importanti opere nel catanese, nellagrigentino e nel nisseno e uno dei
fratelli Vincenzo fu arrestato nel 2005 nel corso di uninchiesta su mafia,
appalti e politica. I magistrati sospettavano che fosse organico alla famiglia La
Rocca, rappresentante del clan Santapaola-Ercolano nel territorio di
Caltagirone. Vincenzo Basilotta stato condannato in secondo grado per
associazione mafiosa, ma la Corte di Cassazione ne ha rinviato il processo in
Corte
dAppello.
Maltauro ha varcato lo Stretto dopo avere acquisito le attivit dei Graci e dei
Costanzo, i costruttori catanesi che, insieme ai Finocchiaro e ai Rendo, si erano
affermati in Sicilia negli anni 70 e 80. E attualmente sotto processo a
Messina con laccusa di avere corrotto Giuseppe Chiofalo, un ingegnere del Pd,
ex responsabile della segreteria tecnica del sottosegretario ai Trasporti Raffaele
Gentile. Per favorire le proprie aziende, Malaturo gli avrebbe allungato del
denaro a mezzo bonifico bancario sul conto corrente appositamente aperto dal
Chiofalo a nome del centro studi Cetras e dalla societ Ambiente e Sicurezza.
Il procedimento messinese nasce da uno stralcio dellinchiesta di Catania
sulluso di cemento depotenziato nei lavori per la metropolitana etnea. Allinizio
dellinterrogatorio i magistrati hanno anche accennato di sfuggita al porto di
Riposto, un altro appalto siciliano in cui presente la Maltauro, ma hanno
subito lasciato cadere largomento. Ci lascia supporre che linchiesta possa
spingersi oltre Etnapolis. Al Sole-24 ore risulta, infatti, che il 20 febbraio di
questanno dal dipartimento tecnico della Regione siciliana, diretto da Vincenzo
Sansone, sia partita una denuncia per presunte irregolarit negli appalti dei
porti di Acitrezza e di Riposto, e che tra i destinatari dellesposto vi fossero,
accanto al presidente della Regione, Rosario Crocetta, e alla Procura della
Corte dei Conti, anche le Procure della Repubblica di Catania e Palermo e la
Procura
generale
di
Palermo.
La contestazione riguarda la modalit di affidamento dei lavori per trattativa
privata da parte del dipartimento Infrastrutture. Il caso pi eclatante quello
del porto di Riposto, dove gli originari aggiudicatari della gara la Ira, oggi dei
Maltauro, e la Silva, poi fallita , dopo avere subito dal committente pubblico
la rescissione del contratto per inadempienza, riottennero nel 2009
laffidamento degli stessi lavori per trattativa privata, con ribassi molto inferiori
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ai
precedenti
e
quindi
con
maggiori
utili.
Una norma nazionale recepita dalla Regione consentirebbe di adottare questo
tipo di procedura, purch i lavori siano per concessi allo stesso prezzo del
contratto rescisso: condizione che non ricorre nel caso di Riposto. Caso
analogo, lappalto del porto di Acitrezza: prima aggiudicato alla Silva, poi
rescisso e in seguito riaggiudicato in modo privato. Non sappiamo quanti e
quali opere siano state appaltate con identiche modalit. Sappiamo solo che le
due gare in questione sono state gestite da uno stesso ufficio del dipartimento
Infrastrutture diretto da Giovanni Arnone.
Insomma, dopo linterrogatorio di Enrico Maltauro, linchiesta della Procura di
Catania potrebbe espandersi a macchia dolio e finire per coinvolgere la
Procura di Palermo, dove peraltro la questione di Acitrezza e di Riposto fu
sollevata qualche anno fa da uno zelante dirigente regionale, dal cui esposto
era scaturita unindagine poi archiviata.
da http://www.ilsole24ore.com
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manutenzione delle strade e del territorio, per la scarsita dei fondi. Ho gia
dato disposizioni alla struttura aziendale di incrementare il monitoraggio sullo
stato di conservazione delle oltre 12 mila opere darte della nostra rete (ponti,
viadotti e gallerie) e, con il sostegno del Governo e del ministro delle
Infrastrutture Graziano Delrio, vareremo un grande piano di manutenzione
straordinaria per intervenire rapidamente, partendo dalle situazioni piu
urgenti, come la A19. In questo ambito, sara fondamentale anche la
collaborazione con gli enti preposti alla tutela del territorio, come la Protezione
Civile. Anas -conclude Armani- verifichera cosa non ha funzionato e le
responsabilita di quello che e accaduto sulla A19. Una commissione interna
aziendale, da me istituita, in tempi brevi presentera le sue conclusioni.
(84)
Redazione | 20 giugno 2015
http://www.ilfattonisseno.it/2015/06/frana-viadotto-anas-commissione-per-accertare-responsabilita/
PDF
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Analoga la situazione per la terza area della regione dichiarata a rischio nel
2002 che comprende i 6 comuni del Comprensorio del Mela. In questo caso
il piano di risanamento non mai stato redatto ed i 7.500.000 euro stanziati
dallARTA per il piano e gli interventi formano anchessi materia oscura.
Nel 2007, invece, lARTA approva con un decreto assessoriale un
c.d. piano regionale di risanamento ambientale dell'aria, che alla prova dei fatti
risulta il frutto di un copia incolla dellomologo della regione Veneto (peraltro
gi
bocciato dalla Commissione Europea) e di numerosi altri documenti. Si apre un
putiferio mediatico, partono le inchieste, ma il piano ancora, incredibile ma
vero, sul sito web dellARTA, nonostante le numerose audizioni e processi in
atto, che confermano l'irresponsabilit dei soggetti controllori.
Su questa vicenda il deputato all'Ars (M5S) Stefano Zito presenta 2
interrogazioni parlamentari e in un tavolo prefettizio dichiara che nel
quadrilatero siracusano oltre ad non esserci i dovuti controlli negli impianti,
carenti e poco attendibili sono le centraline sulla qualit dell'aria, considerato
che su 365 giorni lanno funzionano forse per la met..
Si evidenzia anche il grande conflitto di interessi che esiste tra ASP-industrie e
comuni del quadrilatero industriale siracusano. Nel senso che non solo manca
una normativa ad hoc riguardante l'inquinamento industriale dell'aria che si
respira, ma i comuni consentono ancora all'industria, attraverso il Cipa
(Consorzio per la protezione Ambiente degli industriali), di stare all'interno di
una rete di rilevamento pubblica attraverso un protocollo di intesa istituito nel
2005 per contrastare tale inquinamento.
Ci chiediamo: normale che chi deve essere controllato diventi controllore di
se stesso?
E normale che l'industria attraverso il Cipa, il cui presidente anche il
coordinatore del registro tumori della Sicilia orientale, debba controllare la
qualit dell'aria delle centraline della provincia alla stessa stregua di una Arpa,
che lorgano di controllo istituzionale? Ma allora per questo motivo che l'Asp
Siracusa non fa correlazioni tra il dato ambientale e patologie tumorali
nonostante Arpa e provincia inviano loro i dati degli inquinanti petrolchimici
non normati ma comunque rilevati?
Ma come fanno i sindaci che rappresentano la massima autorit sanitaria a non
intervenire quando si verifica un picco orario di benzene (ben noto
cancerogeno) o quando sanno chi delle industrie ha causato lincidente o
emesso sostanze chimiche maleodoranti?
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Come fanno a tacere e non intervenire sapendo che la gente del quadrilatero
sta morendo di cancro?
Ma perch ogni qualvolta che si registra uno sforamento di PM10 subito scatta
lallarme e invece per il benzene, lH2S e gli idrocarburi non metanici, mai?
Non mai avvenuto neanche quando esisteva il decreto regionale 888/17
detto codice di autoregolamentazione, che avrebbe dovuto far abbassare alle
aziende lemissioni di idrocarburi non metanici ogni qualvolta superavano 200
ug/m3 ogni 3 ore. Ma questo limite era vincolato allOzono, quindi il tutto si
attribuiva allo smog urbano. In ogni caso tale decreto non ha mai funzionato!
Ma chi sono i Sindaci? Politici alla stessa stregua di tutti gli altri che occupano
posti di governo o di opposizione a Palermo e a Roma e che fino ad oggi non
hanno mosso un dito per risolvere il problema. Dallo stato dellarte emerso dai
dati dello scorso convegno del 25 luglio possiamo ancora fidarci della politica?
Vorremmo dire di si, ma abbiamo perso ogni speranza, ed allora riversiamo
tutta la nostra aspettativa verso le Procure, e gi un primo segnale forte lo
abbiamo ottenuto. Non a caso il 25 luglio al convegno abbiamo avuto lonore e
il piacere di vedere la presenza del dott. Francesco Paolo Giordano, procuratore
capo della procura del tribunale di Siracusa che ascoltava le relazioni scottanti
dei nostri relatori, ove emergevano situazioni veramente drammatiche, come
ad esempio il caso per cui ogni ora del giorno si registrano concentrazioni
cancerogene di benzene soprattutto a Priolo.
Si evidenziano i giorni: 25 dicembre 2009 ove la popolazione priolese stata
costretta a respirare per ben 15 ore consecutive oltre 450 ug/m3 di benzene e
l'8 marzo 2013 per la festa delle donne in cui si riscontrano oltre 700 ug/m3 di
benzene per 19 ore consecutive (Nicotra, 2014-Che aria tira nel quadrilatero
siracusano? Un decreto per normare-pubbl. Convegno 25 luglio Siracusa).
Ci viene di affermare che questo un omicidio se ci dovesse venire un cancro
(cit. Don Palmiro Prisutto), poich la soglia cancerogena espressa dalla
letteratura scientifica non deve superare 260 ug/m3 di benzene al giorno che
equivale ad una soglia bassa di benzene di 0,26mg/m3 (Crum & Allen 1984;
Paxton et al. 1994) .
La conferma che esiste un nesso tra cancro e inquinamento industriale stato
il tema della relazione del prof. Burgio dellECERI.
Queste sostanze, a Priolo, tra laltro, sono presenti contemporaneamente nelle
stesse ore del giorno ad altri composti tossici e odorigeni, quali lidrogeno
solforato e talune classi di idrocarburi non metanici. Stessa situazione si
riscontra ad Augusta, Melilli e Belvedere.
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Dalla correlazione dei dati monitorati in ciascuna di queste stazioni viene fuori
che all'aumentare dell'H2S aumentano in modo esponenziale anche gli
idrocarburi non metanici, mentre, a Melilli, a differenza di Priolo, all'aumentare
del benzene aumenta in modo esponenziale l'H2S.
Tali dati vengono confermati in maniera ancora pi incisiva dal direttore
dell'Arpa Siracusa dott. Gaetano Valastro, il quale, da relatore anch'egli al
convegno, ha anche lamentato che ogni anno alla struttura vengono diminuite
sempre pi risorse umane e finanziarie.
Sar un caso?
Ci chiediamo: voluto da chi?
Perch la regione siciliana non intervenuta negli anni sugli aspetti gestionali
dellARPA?
Perch lARTA non ha esercitato, come dovuto, la vigilanza sulloperato
dellARPA, sulla deriva dei controlli ambientali, ecc. , che via via ne hanno
depotenziato le gi limitate attivit a tutto vantaggio dei controllati?
In un documento Arpa (vedi allegato) pervenuto allAssemblea Regionale
Siciliana su richiesta dellon. Angela Foti della IV Commissione Ambiente
emerge che il benzene nelle stazioni industriali siracusane supera quasi sempre
il limite annuale che 5 ug/m3 (decreto 155/2010).
Se cos , allora come si spiega che il prof. Sciacca presidente Cipa e del
registro tumori di mezza Sicilia possa affermare che laria della zona industriale
di Priolo, Melilli e Augusta OK?
Che le polveri sottili derivano dal deserto e che tumori derivano dai metalli
pesanti dellEtna?
Non vi sembrano queste affermazioni offensive per il POPOLO INQUINATO?
Ad Augusta Don Palmiro Prisutto ogni 28 del mese celebra una messa funebre
ricordando quanti giovani e bambini muoiono per cancro. Don Palmiro sta
dimostrando che ogni 2 decessi uno morto per cancro.
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