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Elettriche
Andrea Austa, Alberto Cuda
9 Aprile 1998
Revisione 1.1.0
AVVERTENZA
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forma elettronica, nei formati PostScript e LATEX, purche nessuna parte, in particolar modo questa avvertenza, venga rimossa.
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lista degli autori);
Mettendo a disposizione i propri appunti di una qualsiasi materia ed apponendovi questa stessa nota.
Un particolare ringraziamento a Claudio Vacca, Felice Cifarelli, Daniele Bechis, Fabrizio Vacca, Ezio Ricca, Michelangelo de Bonis : : :
Andrea Austa
email:
aausta@athena.polito.it
homepage: http://www.cclinf.polito.it/s83414
Alberto Cuda
email:
dks@cclinf.polito.it
homepage: http://www.cclinf.polito.it/s84606
Prefazione
Questo fascicolo contiene gli appunti relativi al corso di Comunicazioni Elettriche
Generale tenuto dal professore Guido Albertengo, svoltosi durante lanno accademico
1996-97 presso il Politecnico di Torino.
Lidea e` nata da una nostra necessit`a di avere degli appunti ordinati, ma anche dalla convinzione che la collaborazione debba sempre svolgere un ruolo significativo nella
vita di chiunque; saremo perci`o grati a chi vorr`a contribuire inviandoci segnalazioni e
suggerimenti.
Questo documento e` stato realizzato mediante AMSLATEX1 ; la copertina, invece, e`
stata composta mediante il pacchetto FoilTEX2 ; il sistema operativo utilizzato e` Debian
GNU Linux3 .
Il presente testo pu`o essere liberamente distribuito tramite fotocopie o in forma elettronica, nei formati Postscript e LATEX ed e` disponibile sulla rete Internet a partire dalle
nostre home page.
Per contattarci, potete inviare una e-mail ai nostri indirizzi; consigliamo inoltre di
visitare periodicamente le nostre home page per consultare lerrata corrige o di scriverci se
volete essere avvertiti ogni volta che viene aggiornata.
Siamo disponibili a fornire supporto a chiunque voglia intraprendere un lavoro di
scrittura in LATEX.
ANDREA AUSTA
ALBERTO CUDA
Indice
Prefazione
7
7
8
9
13
13
16
20
22
22
24
25
26
32
32
33
35
35
36
37
39
39
43
46
46
48
51
53
53
57
63
66
INDICE
Capitolo 9. Rumore
1. Resistore Rumoroso
2. Doppio Bipolo Rumoroso
3. Modello della temperatura equivalente
4. Catena di doppi bipoli
5. Rumore gaussiano bianco con il modello della Te
70
70
73
75
76
79
81
81
81
83
84
87
87
89
90
91
93
93
96
99
100
103
103
104
106
108
109
109
110
112
114
116
116
116
118
120
124
127
129
130
133
133
134
137
INDICE
142
147
147
150
Appendice B. Formulario
1. Teoria dellInformazione
2. Analisi di Segnali
3. Serie e Trasformata di Fourier
4. Densit`a Spettrali di Energia e di Potenza
5. Processi Casuali
6. Il Digital Signal Processing
7. Codici di Linea
8. Segnalazioni in Banda Limitata
9. Rumore
10. Filtro Adattato
11. Soglie, codifica Gray, Canali
12. Modulazioni Numeriche
13. Segnalazioni Multilivello Modulate
14. Rumore Associato a Segnali Modulati
15. Probabilit`a dErrore in Segnali Modulati
16. Quantizzazione di segnali analogici
152
152
152
153
154
155
155
155
156
157
157
158
158
159
159
160
161
CAPITOLO 1
Teoria dellInformazione
1. Struttura di un Sistema di Comunicazione
Un sistema di comunicazione elettriche puo` essere schematizzato cos`:
}|
{z
Canale trasmissivo
! TX !
Parte elettrica
! RX !
F IGURA 1
Dove:
S e` la sorgente, che genera linformazione;
TX e` il trasmettitore, che converte le informazioni in segnali elettrici;
RX e` il ricevitore, che esegue la trasformazione inversa;
U e` lutilizzatore;
Un classico esempio e` il telefono: TX e RX sono gli apparecchi telefonici,
S ed U gli utenti, il canale trasmissivo la rete telefonica. Si osservi che solo le
comunicazioni fra trasmettitore e ricevitore sono di natura elettrica.
Qualora si voglia classificare i sistemi di comunicazione, la prima ovvia distinzione da operare e` tra sorgente numerica (detta anche digitale) e sorgente analogica:
una sorgente numerica e` discreta nel tempo ed ha un numero finito di valori significativi, mentre una sorgente analogica e` continua nel tempo ed ha un numero
infinito (seppure limitato) di valori significativi.
Un sistema numerico e` di qualit`a superiore (piu` immune al rumore) rispetto
ad uno analogico, ma quando il rumore supera una certa soglia le prestazioni calano bruscamente, mentre un sistema analogico peggiora in maniera graduale al
crescere dei disturbi.
Gli esempi di sistemi digitali sono molti:
Compact Disk;
Telex / Telefax;
Computer;
GSM;
...
Quelli analogici di una certa importanza, invece, sono attualmente solo due:
Radio;
Televisione (anche se nel 1997 e` stato approvato uno standard per la televisione digitale);
7
2. CODIFICA DI FANO
A = fs1; s2 ; :::; sn g
Ad ogni simbolo si si associa una probabilit`a pi . In linea teorica questo dato e` incompleto, in quanto sarebbe necessario conoscere le probabilit`a congiunte,
cio`e quelle di ogni sequenza di simboli di lunghezza arbitraria, in quanto gli elementi di un alfabeto non sono in generale indipendenti fra loro (ad esempio la
probabilit`a che ad una T segua una Z in un testo italiano e` oltremodo bassa). Per
semplicit`a qui si supporr`a sempre lindipendenza statistica, cio`e:
Ij / 1p
Ad esempio:
p1 = p2 = 21 ) I1 = I2 = 1
p1 = p2 = p3 = p4 = 41 ) I1 = I2 = I3 = I4 = 2
H E fIj g =
=
(1)
N
X
j =1
N
X
Ij pj =
pj log2 p1 =
j =1
N
X
=;
j =1
pj log2 pj
3. CODIFICA DI FANO-HUFFMAN
simboli:
pA = 12
A:
pB = 14
B:
pC = 18
C:
pD = 18
D:
Si ottiene:
Volendo assegnare ad ogni simbolo una stringa di bit lunga come la quantit`a
di informazione che porta, bisogna rispettare la regola del prefisso: nessun simbolo
deve iniziare con la codifica di un altro. Il metodo piu` semplice (particolarmente
appropriato a questo caso) e` usare il bit 1 per indicare la fine del simbolo:
!
!
!
!
A
B
C
D
1
01
001
000
1 0
{C D}
1 0
{A}
1 0
{B}
{C}
{D}
F IGURA 2
Tale codifica e` detta codifica di Fano, ma puo` essere applicata solo se
(2)
pj = 21j
8j < N
3. Codifica di Fano-Huffman
E` estremamente raro che la condizione (2) sia rispettata: bisogna trovare un
metodo che permetta di codificare i simboli anche quando non sia cos`; lidea e`
di partire da un albero analogo a quello illustrato in figura 2, ma costruito al contrario, cio`e partendo da insiemi formati da un singolo elemento, come in figura 3.
3. CODIFICA DI FANO-HUFFMAN
10
0,6
0,3
0,06
0,04
A
B
C
D
F IGURA 3
Se osserviamo ancora la figura 2, notiamo che, partendo dal basso, vengono uniti i due insiemi con la probabilit`a minore di tutti. Applichiamo lo stesso
principio anche qui:
A
B
C
D
0,6
0,3
0,6
0,3
0,06
0,04
0,1
F IGURA 4
A questo punto si puo` reiterare fino ad arrivare alla radice:
A
B
C
D
0,6
0,3
0,06
0,04
1
0,4
0,1
F IGURA 5
Non resta che etichettare i nodi dellalbero:
A
B
C
D
0,6
0,3
0,06
0,04
1
1
1
0
F IGURA 6
Cui corrisponde una codifica del tipo:
A
B
C
D
!
!
!
!
1
01
001
000
In questo caso la lunghezza media delle stringhe di bit non e` piu` uguale alla quantit`a media di informazione trasmessa, cio`e lentropia; valutiamo queste
grandezze:
3. CODIFICA DI FANO-HUFFMAN
11
E` sempre H 6 N , con H = N se e solo se vale la (2), ed in questo caso lalgoritmo descritto (detto algoritmo di Fano-Huffman) produce gli stessi risultati della
codifica di Fano. E` da notare che in generale il simbolo 1 non e` piu` il simbolo di
termine sequenza, infatti lalbero puo` essere piu` complesso:
A
B
C
D
0,3
0,2
0,1
0,4
1
0
1
0
1
0
F IGURA 7
Che fornisce:
A
B
C
D
!
!
!
!
11
10
01
00
3. CODIFICA DI FANO-HUFFMAN
12
A B C D C C A
Un errore in B si propaga e corrompe anche A. Le possibili soluzioni a questo
problema sono:
Tenere molto basso il rumore
Proteggere linformazione
La protezione dellinformazione puo` essere eseguita in varie maniere, tutte
pero` basate sullinserimento di una certa quantit`a di ridondanza nelle trasmissioni. Il modo piu` semplice e` aggiungere in fondo al pacchetto trasmesso un singolo
bit (bit di parit`a), in modo tale che la somma di bit a 1 sia sempre pari (o sempre
dispari). I vantaggi sono:
La ridondanza inserita e` molto modesta (solo un bit);
Rileva tutti gli errori che interessano un numero dispari di bit (ed e` raro che
siano gi`a due in un pacchetto);
Uno svantaggio e` che, sebbene ci si accorga dellerrore, e` impossibile correggere il
pacchetto, quindi e` necessaria la ritrasmissione (cosa non sempre possibile, come
nel caso di sistemi a tempo reale).
Quando e` necessario correggere oltre che rilevare gli errori, si puo` ricorrere a
metodi piu` complessi, come quello illustrato in figura 8.
Parit orizzontale
Parit verticale
Informazione
F IGURA 8
Lunica regola che vale con questi sistemi di protezione e` che la dimensione
dellinformazione codificata e protetta e` sempre minore di quella dellinformazione non codificata.
CAPITOLO 2
Analisi di Segnali
1. Potenza
Sia dato un bipolo nella configurazione di figura 1.
i(t)
p
v(t)
F IGURA 1
Valgono le note relazioni
2
p = v(t)i(t) = R(t)i2 (t) = vR((tt))
Uno strumento di misura reale non puo` fornire la potenza istantanea, ma solo
quella media. La media temporale si definisce come:
Zb
1
< >= b ; a []dt
a
Z 2
1
< >= T !lim+1 T T []dt
;2
ma, anche qui, visto che si parla di strumenti reali, ci si accontenta di un intervallo
di tempo sufficientemente lungo.
Supponiamo che il doppio bipolo sia un semplice resistore:
Se poi R = 1
:
(3)
2
< p(t) >= R < i2 (t) >= < v R(t) >
Linformazione e` tutta in v0 (t), ragion per cui si tenta sempre di ridurre a zero la
tensione media, che rappresenta solo potenza sprecata.
13
1. POTENZA
14
A
+
0
T0
F IGURA 2
Questo genere di segnale viene detto ad energia finita, mentre la sua potenza
media e` nulla infatti:
F IGURA 3
Qui lintegrale da eseguire per calcolare la media temporale della potenza
diverge, dunque si parla di segnale a potenza media infinita.
In figura 4 e` rappresentato un terzo tipo di segnale:
F IGURA 4
1. POTENZA
15
con
C=
Z T0
0
2 (t)dt
S
N
S S
f = f N ; N ; :::
1
(5)
dove P0 e` una potenza di riferimento; nella telefonia e` frequente luso del dBm,
dove P0 = 1 mW o del dBW, dove P0 = 1 W.
Spesso si conoscono solo le tensioni, ma, proprio per il fatto che quel che conta
e` il rapporto di due potenze, il calcolo dei decibel si puo` effettuare facilmente:
Px = Vx2 =R = Vx2
P0 V02 =R V02
2
10 log10 VVx2 = 20 log10 VVx
0
0
g1
g2
g3
Z out
Z in
F IGURA 5
Per quale valore della resistenza di ingresso la potenza fornita ad ognuno di
essi e` massima? Chiaramente deve essere un valore finito, perche, se Zin = 0, la
tensione di ingresso e` nulla, mentre se Zin = +1, sar`a la corrente ad essere pari
a zero. Si puo` dimostrare che la condizione di massimo trasferimento di potenza
16
2
Pdu = (Zout iout )iout = 4VZout
(6)
out
t (t)
b
X
(7)
t=a
Zb
t t (t) (t)dt
a
Si puo` verificare che tale definizione soddisfa i requisiti per essere un prodotto
scalare e che i segnali non devono necessariamente essere reali.
Due segnali si dicono ortogonali se vale la relazione
Zb
(8)
(t) (t)dt = 0
Zb
(9)
Ki =
(10)
Zb
a
ji j2 dt = Ei
un insieme di segnali sia ortonormale e` dunque che siano dotati di energia finita.
Supponiamo ora che una funzione u(t) sia esprimibile come combinazione
lineare delle funzioni componenti la base ortogonale
= fj jj 2 N ; 1 6 j 6 N g
()
()
17
u(t) =
N
X
j =0
aj j (t)
Zb
j a
= K1
=
u(t)j (t)dt =
Z bX
N
j a i=0
N 1 Zb
X
ai i (t)j (t)dt =
ai i (t)j (t)dt =
K
j
a
i=0
N
X
ai Kj i;j =
i=0 Kj
= aj
=
Ew = E fw(t)g =
8N
9
<X
=
= E : aj j (t); =
j =0
N
X
=
=
E faj j (t)g =
j =0
N
X
j =0
jaj j2 Kj
Se vale lortonormalit`a:
(11)
Ew =
N
X
j =0
jaj j2
/2
18
/2
F IGURA 6
A2 u(t) ; u t ; T2
K1 =
0
= A2 T2 = 1
r
A= 2
2
dt =
K2 = 1 deve essere A = B .
Ora
w
3
/2
-1
F IGURA 7
a1 =
a2 =
ZT
Z0T
0
w(t)1 (t)dt = 3 T2
w(t)2 (t)dt = ; T2
19
a1
a2
F IGURA 8
Possiamo controllare la completa rappresentabilit`a mediante la (11) stessa:
2
X
a2i = 9 T2 + T2 = 10
2 T = 5T
i=1
E = 32 T + (;1)2 T = 10 T = 5T
w
Che cosa succede se tale condizione non viene rispettata? Proviamo a rappresentare il segnale di figura 9.
w
3
/2
-1
/4
F IGURA 9
Si ottiene il vettore posizione
r !
w~ = 32 T2 ; ; 21 T2
3/2
/2
-1
F IGURA 10
20
2
X
j =1
a2i = 45 T
Ew = 11
4T
A
;!
A ! 1 (t)
B ! 2 (t)
= fA; B g);
A
! A ;!
! 1((tt)) !
B
2
il
Si puo` notare che i simboli generati dalla sorgente sono concettualmente diversi da quelli trasmessi sul canale, tant`e vero che si usano le diciture simboli della
sorgente e simboli di canale rispettivamente. I simboli di canale sono quelli che abbiamo esaminato finora, e la conversione in simboli della sorgente (e viceversa)
viene operata da trasmettitore e ricevitore, come descritto in figura 11.
*1 (t)
1 (t)
a+T
a
A,B
2 (t)
a+T
a
D
E
C
I
S
O
R
E
A,B
*2 (t)
F IGURA 11
Volendo passare da una costellazione di soli due simboli ad una di quattro
simboli, si possono operare varie scelte, la piu` semplice delle quali e` illustrata in
figura 12.
F IGURA 12
Le modifiche concettuali sono modestissime: basta sostituire agli interruttori
del trasmettitore dei moltiplicatori (amplificatori a guadagno variabile) e la logica
interna del decisore del ricevitore (vd. figura 13).
*1 (t)
1 (t)
a+T
a
A,B
C,D
2 (t)
a+T
a
21
D
E
C
I
S
O
R
E
A,B
C,D
2* (t)
F IGURA 13
Il passaggio da quattro a otto simboli e` immediato, come anche da otto a sedici e cos` via, ma ci sono dei limiti pratici qualora si debba utilizzare un canale
non ideale, in quanto il rumore non e` nullo, ed i simboli sarebbero troppo vicini
luno allaltro (a meno di allontanarli sempre piu,
` ma questo richiederebbe energie
sempre maggiori).
Data una costellazione e` facile ricavare lenergia media spesa per trasmettere
i simboli che le appartengono, ad esempio prendiamo in considerazione quella di
figura 14:
F IGURA 14
In questo caso lenergia media (supponendo i simboli equiprobabili) e` :
E = M1
M
X
Ei =
i=1
M
1 X
=M
jw~ i j2 =
i=1
1
= 8 (4 + 2 4) = 32 J
La quantit`a di informazione insita in ogni simbolo e`
Ii = ; log2 18 = 3 bit
Eb = E3 = 0; 5 J
CAPITOLO 3
!0 = 2f0 = 2T
0
Z +1
;1
jw(t)j2 dt = C
Una funzione che soddisfi questa propriet`a deve essere identicamente nulla al
di fuori di un certo intervallo [a; b] con a e b finiti e reali, inoltre non deve avere
asintoti verticali al suo interno.
a
b
n (t) = K n(t)
Z x+T0
x
j n (t)j2 dt = 1
22
1. BASE DI FOURIER
Si ottiene:
n=
(13)
23
p1T ej2nf0 t
0
Se la funzione e` diversa da zero nellintervallo [a; b], conviene ovviamente porre x = a e T0 > b ; a, quindi le componenti di una funzione rispetto alla base or
ora introdotta sono:
Z a+T0
cn = p1
T0 a
w(t)e;jn!0 t dt
+1
X
w(t) = p1
c ejn!0 t
T0 n=;1 n
Normalmente si raggruppano le due radici esterne allintegrale e si indicano
in una sola delle due formule:
(14)
(15)
cn = T1
w(t) =
Z a+T0
0 a
+1
X
n=;1
w(t)e;jn!0 t dt
cn ejn!0 t
Poiche lintegrale e` stato eseguito solo su di una porzione dellasse delle ascisse, non esiste alcun vincolo che costringa la sommatoria al secondo membro ad
essere identicamente nulla al di fuori di esso. Per sapere quali valori assuma in
realt`a, e` opportuno indagare sulle funzioni periodiche: esse non sono ad energia
finita, ma sono a potenza media finita, e, particolare essenziale, possono essere
descritte completamente conoscendo il loro andamento su di un intervallo finito.
wT(t)
w (t)
24
cn = T1
wT (t) =
ZT
0 0
+1
X
n=;1
wT (t)e;jn!0 t dt
cn ejn!0 t
Se pero` considerassimo un altro troncamento, a causa della periodicit`a dellesponenziale complesso (!0 e` uguale alla pulsazione della funzione periodica), otterremmo gli stessi coefficienti cn , dunque si puo` dire che una funzione periodica e`
uguale allo sviluppo di Fourier su tutto lasse delle ascisse.
(16)
In altre parole:
Queste simmetrie permettono di accoppiare gli esponenziali a due a due, ottenendo una somma di funzioni trigonometriche:
w(t) = c0 +
= c0 +
= c0 +
= c0 +
(17)
+1
X
n=1
cn ejn!0 t +
+1
X
;1
X
n=;1
cn ejn!0 t
n=1
+1
X
n=1
+1
X
n=1
= c0 + 2
+1
X
n=1
+1
X
n=1
Come e` naturale, se w(t) e` pari, si annullano tutti i termini con il seno, mentre,
se e` dispari, spariscono i termini con il coseno. Un comodo risultato e` il Teorema di
3. TRASFORMATA DI FOURIER
25
(18)
"X
#
+1
+1
1 Z a+T0 jw(t)j2 dt = 1 Z a+T0 X
jn!
t
jm!
t
0
cm e 0 dt =
T0 a
T0 a n=;1 cn e
m=;1
+1 Z a+T0
X
cn cm ej(n;m)!0 t dt =
= T1
0 n;m=;1 a
+1
X
=
n;m cn cm =
n;m=;1
+1
X
=
jcn j2
n=;1
Questo teorema e` unestensione del Teorema di Pitagora applicato ad uno spazio con uninfinit`a numerabile di dimensioni, ed ha la caratteristica di permettere
il calcolo dellenergia di una funzione w(t) sviluppabile secondo Fourier noti solo
i suoi coefficienti.
3. Trasformata di Fourier
Aumentando T0 , cio`e le dimensioni dellintervallo in cui la funzione e` diversa
da zero (o, nel caso di funzioni periodiche, aumentando il loro periodo), f0 si riduce di conseguenza. Al limite per T0 tendente allinfinito, f0 diviene infinitesimale,
quindi si puo` sostituire a nf0 (discreto) la variabile f (continua). Si parla allora di
Trasformata di Fourier, e si indica con il seguente formalismo:
F W (f )
w(t) ;!
La trasformata di Fourier e` utile per calcolare la banda di frequenze occupata
da un certo segnale; le sue formule sono:
(19)
W (f ) = F [w(t)] =
(20)
w(t) = F ;1 [W (f )] =
Z +1
Z;1
+1
;1
w(t)e;j2ft dt
W (f )ej2ft df
Z +1
w(t)e;j!t dt
;1
Z +1
w(t) = 21
W (!)ej!t d!
;1
W (! ) =
26
Se un segnale e` reale, la parte reale della sua trasformata e` pari, mentre la parte
immaginaria e` dispari. E` inoltre facile ricavare le propriet`a analoghe alle (16):
(23)
W (f ) =
(24)
Z +1
;1
Z +1
(25)
;1
w1 (t)w2 (t)dt =
Infatti:
Z +1
;1
w1 (t)w2 (t)dt =
Z +1
;1
Z +1 Z +1
;1
Z;1
+1 Z +1
Z +1
;1
W1 (f )W2 (f )df
Ffw(t)g = F
=
(26)
=
=
(X
+1
n=;1
+1
X
n=;1
+1
X
n=;1
+1
X
n=;1
cn
cn
cn ejn!0 t =
Z +1
;1
Z +1
;1
ejn!0 t e;j2ft dt =
e;j2(f ;nf0 )t dt =
cn (f ; nf0 )
27
(x) =
Z +1
Z ;1
+1
Z +1
;1
;1
ej2xy dy
(x)dx = 1
v(t) = A sin(!0 t)
V (f ) =
Z +1
A sin(!0 t)e;j2ft dt =
;1
Z +1
=A
=A
sin(!0 t)e;j!t dt =
;1
Z +1 ej!0 t ; e;j!0t
;j!t
dt =
2j
;1
Z
Z +1
+
1
= 2Aj
e;j(!;!0 )t dt ; 2Aj
e;j(!+!0 )t dt =
;1
;1
(27)
A/2j
-f 0
f0
-A/2j
28
A/2
-f 0
f0
w(t) =
(29)
+1
X
m=;1
(t ; mT0)
W (f ) =
(30)
Z +1 X
+1
;1 m=;1
+1
X
=
e;j2fmT0
m=;1
Z + T20
1
cn = T T0 w(t)e;jn!0 t dt =
0 ;2
Z + T20 X
+1
1
= T T0
(t ; mT0)e;jn!0 t dt = T1
0 ; 2 m=;1
0
Questo perche fra ; T20 e + T20 c`e solo una delta. Da questi coefficienti e` facile
risalire alla trasformata:
(31)
W (f ) = f0
+1
X
m=;1
(f ; mf0 )
29
Dalla (31) e dalla (30) otteniamo una relazione che ci sar`a utile:
(32)
+1
X
m=;1
e;j2fmT0 = f0
+1
X
m=;1
(f ; mf0)
Sappiamo ottenere la trasformata nota la serie: ci si puo` chiedere se sia possibile eseguire anche il passaggio inverso, cio`e, data la trasformata, trovare la serie
(come e` ovvio, la trasformata deve essere un treno di delta); il nostro obiettivo e`
calcolare i coefficienti cn tali che:
w(t) =
+1
X
n=;1
cn ejn!0 t
+1
X
(33)
n=;1
wT (t ; nT0) =
+1
X
n=;1
cn ejn!0 t
(X
+1
n=;1
cn e
) X
+1
jn!0 t
=
n=;1
cn (f ; nf0 )
La convoluzione di una funzione f (x) con una delta equivale a centrare f (x)
sullargomento della delta stessa, come indicato in figura 5. Tutto cio` permette di
30
w(t) =
=
=
=
+1
X
n=;1
+1
X
n=;1
wT (t ; nT0 ) =
wT (t) (t ; nT0 ) =
Z +1 X
+1
wT ()( ; t + nT0 )d =
;1 n=;1
Z +1
+1
X
;1
wT ()
= wT (t)
+1
X
n=;1
n=;1
( ; t + nT0 )d =
(t ; nT0 )
W (f ) = F wT
= WT (f )F
+1
X
n=;1
(X
+1
= WT (f )f0
(t ; nT0 ) =
n=;1
+1
X
n=;1
(t ; nT0) =
(f ; nf0 )
Lespressione trovata e` dunque costituita da un pettine di Dirac moltiplicato per una funzione: gli unici valori significativi che tale funzione assume sono
in realt`a in corrispondenza delle ascisse in cui una delle delta e` diversa da zero,
quindi si puo` scrivere:
W (f ) = f0
(35)
+1
X
n=;1
+1
X
n=;1
+1
X
n=;1
ovvero:
(36)
cn = WT (nf0 )f0
cn (f ; nf0)
31
- f0
-2 f0
- f0
f0
2 f0
-2 f0
f0
2 f0
CAPITOLO 4
Z +1
;1
j|w1{z(t)j2} dt =
Z +1
;1
j|W1{z(f )j}2
df
La densit`a spettrale di energia si misura in J/Hz ed e` un parametro fondamentale nellanalisi dei segnali: indica infatti la distribuzione di energia in funzione della frequenza, ed il confronto fra le densit`a del segnale trasmesso e di quello
ricevuto puo` rivelare le distorsioni subite.
Se il sistema non e` ad energia finita (cio`e non ha potenza media nulla), si puo`
tentare di trovare un modo per esprimere come la potenza sia distribuita al variare
della frequenza.
Sappiamo che:
+T
P = T !lim+1 T1
;T
2
jw(t)j2 dt
Z +1
1
P = T !lim+1 T
jwT (t)j2 dt
;1
Dove con wT (t) si intende la funzione w(t) troncata allintervallo ; T2 ; + T2 . GraZ +1
1
jWT (f )j2 df =
P = T !lim+1 T
;1
Z +1 jWT (f )j2
= T !lim
+1 ;1
T df
Pw (f ) = T !lim+1 jWTT(f )j
33
Pw (f ) = FfRw ( )g
(39)
Rw ( ) = w (t) w(t + )
(40)
Rw ( ) = T !lim+1 T1
;T
2 Z + T2
A
= T !lim
+1 2T ; T2 [cos !0 ; cos(2!0t + !0 )] dt =
2
= A2 cos !0
Z +1
;1
Pw (f )df = A2
34
w(t) =
+1
X
n=;1
cn ej2nf0 t
W (f ) =
+1
X
n=;1
cn (f ; nf0)
X
+
+1
j
2
nf
t
j
2
mf
(
t
+
)
0
0
cn e
cm e
=
n=;1
m=;1
+1
X
j 2nf0 t j 2mf0 (t+ )
*X
+1
Rw ( ) =
=
=
=
n;m=;1
+1
X
n;m=;1
+1
X
n=;1
cn cm < e
je
>=
jcn j2 ejn!0
Per finire:
Pw (f ) = F
(42)
(X
+1
n=;1
+1
X
jcn j2 ejn!0 =
n=;1
CAPITOLO 5
Processi Casuali
1. Definizioni
Si definisce processo casuale una funzione in una o piu` variabili casuali ed una
o piu` variabili deterministiche. Si dice che un processo casuale e` stazionario se le
sue caratteristiche statistiche non dipendono dal tempo.
I segnali sono tipici esempi di processi casuali, in cui le variabili casuali sono
i valori campionati, mentre la variabile deterministica e` il tempo. La densit`a di
probabilit`a in generale si indica con:
f (x; y)
fn1 n2 (x; y)
con
n1 = n(t1 )
n2 = n(t2 )
E f g = x(t) =
(44)
Z +1
;1
xf (x)dx
x(t) = A sin(!0 t + 0 )
in cui:
A e` costante;
35
x(t)
36
!0 e` costante;
0 e` una variabile casuale con densit`a di probabilit`a indicata in figura 1;
0 ()
F IGURA 1
Z +
x(t) = 2A
sin(!0 t + )d = 0
;
Rx (t1 ; t2 ) = x(t1 )x(t2 ) =
= A sin(!0 t1 + 0 )A sin(!0 t2 + 0 ) =
= A2 sin(!0 t1 + 0 ) sin(!0 t2 + 0 ) =
2
= A2 cos !0 (t1 ; t2 ) ; cos[
| !0(t1 +{zt2) + 20}] =
Si ottiene:
2
= A2 cos(!0 )
Mediamente nullo
Dunque il processo esaminato e` stazionario in senso lato. Va comunque segnalato il fatto che se la distribuzione fosse, ad esempio, una porta fra 0 e , la
media non piu` sarebbe nulla.
Si dice che un processo casuale e` ergodico se vale la relazione
(45)
Nella maggior parte delle distribuzioni e` sufficiente conoscere media e varianza (talvolta anche solo una di esse) per conoscere landamento esatto della fx (t).
Lo scopo di questo paragrafo e` di trovare un legame fra Rx (f ) e media e varianza
di x(t).
Consideriamo la definizione della funzione di autocorrelazione
(46)
Rx ( ) = x(t)x(t + )
37
x(t) = x(t + )
In conclusione:
(47)
h i2
x(t) = !lim
+1 Rx ( )
Intuitivamente (47) indica che se due campioni infinitamente lontani sono in qualche maniera legati fra loro (cio`e la media del loro prodotto non e` nulla), deve esserci una componente continua. Un altro indizio per scoprire se il processo e` a
media non nulla e` la presenza di una delta nellorigine della Px (f ).
Per calcolare la varianza, va prima trovato il valore atteso di x2 (t):
x2 (t) = Rx (0) = P =
Dunque:
(48)
Z +1
;1
Px (f )df
Per il teorema del limite centrale la densit`a di probabilit`a della somma di infinite variabili casuali e` una gaussiana. Questo e` proprio il caso del rumore termico, somma delle perturbazioni delle particelle atomiche, che sono in numero
praticamente infinito, quindi si ha:
(x;x )2
f (x) = 1 e; 2x2
p22
N0/2
F IGURA 2
La media e` nulla, perche non ci sono delta nellorigine, del resto la sua antitrasformata, che rappresenta la funzione di autocorrelazione, e` una delta, che
allinfinito e` nulla, mentre nellorigine e` infinita, per cui la varianza di x(t) e`
infinita.
1 Peraltro la condizione di ergodicit`a
tempo.
38
Questi valori fuori della norma derivano dal fatto che la banda non e` stata
limitata: se questo viene effettuato tramite un filtro passabasso ideale, si ottiene
una Py (f ) come quella in figura 3.
N0/2
-B
+B
F IGURA 3
Siccome il filtro e` un sistema lineare, se allingresso c`e una gaussiana, deve
uscirne una gaussiana. Si ottiene cos`:
y(t) = 0
y2 (t) =
Z +1
;1
Px (f )df = N20 2B = N0 B
CAPITOLO 6
S. anal
;;;!
num.
;S.;;;
! DSP ! D=A !
anal.
;S.;;;
!
Dove:
C e` il campionatore (Sample and Hold);
Q e` il quantizzatore;
DSP e` il Digital Signal Processor;
D/A e` il convertitore digitale/analogico;
R e` il ricostruttore di segnale (detto anche filtro ricostruttore)
Se il DSP non facesse nulla (cio`e lasciasse inalterato il segnale digitale), allingresso ed alluscita si dovrebbe teoricamente trovare lo stesso segnale analogico.
La struttura equivalente sarebbe la seguente:
(50)
analogico
x(t) ;S.;;;;;
!
numerico
;S.;;;;;
!
analogico
;S.;;;;;
! x~(t)
x(t) = x~(t)
Prima di affrontare questo problema e` opportuno pero` aprire una breve parentesi riguardante i sistemi lineari.
1.1. Sistemi Lineari ed Invarianti. Si definisce sistema lineare ed invariante
un funzionale [x(t)] che goda delle propriet`a di:
Linearit`a: [a1 x1 (t) + a2 x2 (t)] = a1 [x1 (t)] + a2 [x2 (t)];
Invarianza temporale: [x(t)] = y(t) ! [x(t ; T )] = y(t ; T ) 8 T 2 R
Si puo` dimostrare che un sistema lineare invariante puo` essere caratterizzato
completamente dalla risposta allimpulso h(t):
(t)=(!
t)
(t)=h(!
t)
;x;;;;;
;y;;;;;
y(t) = x(t) h(t)
Y (f ) = X (f )H (f )
y(t) alluscita?
y(t)
x(t)
40
Y (f )2
T
T =
YT (f )YT (f ) =
= T !lim
+1
T
H
(
f
)
XT (f )H (f )XT (f ) =
= T !lim
+1
X (f )2 T
T
H (f )2=
= T !lim
+1 T
= H (f )2 Px (f )
(52)
x(t)
Px(f ) ;;!
h(t) ;! ej!t ;! Py (f ) = H (f )ej!t 2 Px (f ) =
= H (f )2 ej!t 2 Px(f ) =
= H (f )2 Px(f )
Questo fatto si puo` esprimere dicendo che la potenza non dipende dalla fase.
Come conseguenza, se si conoscono solo gli spettri di ingresso e di uscita e` impossibile conoscere completamente la funzione di trasferimento: ci e` dato conoscerne
solo il modulo, mentre la fase e` totalmente indeterminata:
H (f )2 = Py (f )
Px (f )
(53)
(
H (f ) = C
\H (f ) = ;2fTd
(54)
y(t) = Cx(t)
Ma anche da
y(t) = Cx(t ; )
x(t)
F IGURA 1
y(t)
41
(55)
E` immediato ricavare
1
1 + j ff0
1
f0 = 2RC
H (f ) = p2 H (0)
0
2
H (f ) =
Il modulo
decresce, ma
H (f )= p1+(1f=f )2 ' C se f f0
0
La fase decresce inf maniera non lineare, ma
\H (f ) = arctan f0 ' Kf se f f0
Pero` se f f0 , Py ' C Px
c
c
c
x(t)
n=;1
;;;;
!
;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;!
x?P+1
? n=;1 (t;nTc)
Tc
F IGURA 2
E` chiaro che, affinche durante il campionamento non vadano perse delle informazioni preziose tali da rendere impossibile riottenere il segnale elementare, e`
necessario che la funzione non vari troppo tra un campione e quello successivo.
Matematicamente questo si esprime dicendo che il segnale deve essere a banda
limitata, cio`e supporremo che:
X (f ) = 0
8jf j > B
42
Come deve essere scelto B in relazione a Tc ? Per prima cosa occorre calcolare
la trasformata del segnale campionato mediante loperazione di convoluzione del
segnale x(t) con il treno di delta S (t):
Xc = S (f ) X (f ) =
=
Z +1
;1
= fc
=
X ()S (f ; )d =
Z +1
;1
+X
1
n=;1
X ()
+1
X
n=;1
(f ; + nfc)d =
fcX (f + nfc)
-B
+B
F IGURA 3
B
fc -B
fc
F IGURA 4
1.3. Il filtro ricostruttore ideale. Per riavere il segnale originario, si puo` pensare ad un filtro passabasso ideale, che agir`a come si vede in figura 5. Si vede
subito che il segnale ricostruito non e` quello originale, perche le due copie adiacenti non vengono filtrate. Lunico sistema e` allontanare fra di loro le repliche
campionando piu` spesso (vd. figura 6).
1 Vedi paragrafo 4 del capitolo 3.
43
F IGURA 5
F IGURA 6
La condizione richiesta e` :
(56)
fc > 2B
F IGURA 7
44
Piu` le specifiche sono severe (e stretti i corridoi fra le zone non permesse),
piu` complessa (e costosa) e` la progettazione e la realizzazione, ma aumentando
la frequenza di campionamento un numero intero di volte la frequenza richiesta
dalla (56), il filtro puo` essere meno sofisticato (vd. figura 8).
F IGURA 8
Un esempio di applicazione di questa tecnica sono i lettori CD x2: lorecchio
umano non riesce ad apprezzare suoni di frequenza superiore ai 16 KHz, ragion
per cui i campionamenti su di un CD sono di 44 KHz, in modo da eliminare laliasing. I lettori piu` recenti interpolano i campioni, passando al filtro ricostruttore
campioni a frequenza 88 KHz, cosicche il filtro risulta piu` semplice, meno costoso
e la qualit`a del suono alluscita e` migliore.
2.2. Il campionatore reale. Abbiamo sempre espresso lazione del campionatore mediante delle delta di Dirac, ma non e` cos`: in un campionamento reale, gli
impulsi sono rappresentati come in figura 9.
Tc
F IGURA 9
Poiche il campionatore reale d`a in uscita porte anziche impulsi, viene chiamato S/H (Sample and Hold). Il S/H e` un sistema lineare, caratterizzato dalla
funzione di trasferimento illustrata in figura 10.
La funzione di trasferimento ideale e` quella tratteggiata, che non distorce (amplifica alla stessa maniera tutte le frequenze). Si vede bene che alle alte frequenze
questo filtro riduce il guadagno, ma a noi interessano solo le frequenze in modulo
minori di B e, per quella banda, la funzione e` sufficientemente piatta (`e del tipo
sin x ), inoltre riducendo la funzione diviene sempre piu` prossima a quella ideale.
x
Si puo` pensare di inserire un filtro correttore Z (f ) tale che H (f )Z (f ) = 1
(almeno per le frequenze che ci interessano). Lo schema diventa:
! S=H !
! Z (f ) !
45
F IGURA 10
Un filtro di tal tipo e` piuttosto complicato, e spesso non e` necessario, perche
e` sempre molto piccolo. In genere si progetta il filtro passabasso in modo tale che
la sua funzione di trasferimento comprenda gi`a al suo interno la Z (f ).
CAPITOLO 7
Codici di Linea
1. Definizioni
Supponiamo di voler trasmettere un segnale digitale, ad esempio
1 1 0 1 0 0 1
Il metodo piu` semplice (impiegato, ad esempio, nella trasmissione mediante
fibre ottiche) consiste nel trasmettere un impulso in presenza di un 1, oppure
nulla in presenza di un 0.
?? ?
Gi`a dallesame della linea precedente si puo` notare che un problema rilevante
e` la possibile perdita di sincronismo in seguito a lunghe sequenze di 0. Esiste
un corrispettivo elettrico di questo sistema di comunicazione, ed e` chiamato NRZ
(Non Return to Zero): alla sequenza di cui sopra e` associata una forma donda del
tipo descritto in figura 1.
+V
0
1
1. DEFINIZIONI
47
+V
0
1
1
-V
Usare pacchetti brevi (ad es. RS232C: 1 bit di start, 8 bit di informazioni, 1-2
bit di stop);
Usare un altro canale per trasmettere il segnale di sincronismo;
Ricorrere allRZ (Return to Zero), dove nella bit cell di ciascun 1 si torna a
zero, come illustrato in figura 3.
+V
0
1
F IGURA 3. RZ unipolare
Anche con lRZ si puo` eliminare la componente continua: si ricorre a tale scopo alla segnalazione RZ bipolare, in cui a 0 e` sempre associata tensione nulla,
mentre a 1 e` associata una tensione alternativamente +V e ;V . Questo metodo
veniva implementato nella realizzazione dei primi telex, ed e` indipendente dalla
probabilit`a dei simboli 1 e 0 (vedi figura 4).
+V
-V
1
F IGURA 4. RZ bipolare
C`e comunque il problema delle lunghe sequenze di 0: a questo si puo` ovviare utilizzando lRZ antipodale (figura 5), oppure ricorrerndo al bit-stuffing.
48
+V
-V
1
F IGURA 5. RZ antipodare
Il bit stuffing dal punto di vista del trasmettitore consiste nellinserire un 1
dopo una sequenza di 0 di una certa lunghezza (stuffing); tale bit biene denominato stuff bit. Il ricevitore deve riconoscere lo stuff bit contando il numero di 0
consecutivi ed eliminarlo (destuffing), ad esempio:
1 0 1 0 0 0 0 0 0 1 0
Stuffing
1 0 1 0 0 0 0 1 0 0 1 0
Destuffing
1 0 1 0 0 0 0 0 0 1 0
Evidentemente se avviene un errore che interessa un 0 in quella sequenza, lo
stuff bit viene scambiato per un bit significativo.
2. Densit`a spettrale di potenza per simboli equiprobabili
Il segnale puo` essere considerato un processo casuale, funzione del tempo e di
certe variabili aleatorie n :
x(t) =
+1
X
n=;1
n s(t ; nTs )
Consideriamo la trasmissione NRZ unipolare: in tal caso s(t) (segnale elementare) sar`a una porta di periodo Ts , mentre la distribuzione di ciascuna delle n
e` :
n = A
0
con probabilit`a p1
con probabilit`a p0
La probabilit`a del primo ordine e` indipendente dal tempo (p0 = p1 = K , assumiamo K = 12 ), mentre la densit`a di probabilit`a del secondo ordine dipende dalla
differenza dei tempi (se t2 ; t1 < Ts , la probabilit`a che il segnale assuma lo stesso valore e` maggiore, perche si potrebbe ricadere nella stessa bit-cell). Possiamo
inoltre pensare che il processo sia ergodico: lo e` certamente al primo ordine, infatti
49
x(t) =
(57)
+1
X
n=;1
an = +A
;A
an f (t ; nTs )
con probabilit`a
con probabilit`a
1
2
1
2
f(t)
1
t
-T s/2
+Ts /2
F IGURA 6
E` logico troncare la funzione x(t) usando multipli di Ts , centrando nellorigine
(figura 7), dunque e` :
T = (2N + 1)Ts
F IGURA 7
50
XT (f ) =
+N
X
n=;N
= F (f )
F (f )an e;jn!Ts =
+N
X
n=;N
an e;jn!Ts
2
+N
23
2 X
j
F
(
f
)
j
4
= T !lim
an e;jn!Ts 5
+1
T
n=;N
X
2 +N X
+N
+N ane;jn!Ts = X
;j(n;m)!Ts =
n=;N
n=;N m=;N aname
+N X
+N
X
;j(n;m)!Ts
=
n=;N m=;N
an am e
Ancora una volta isoliamo la parte che contiene le uniche variabili casuali2 :
2
an am = R(k) = a| n{zam} = an = 1
an am = 0
am 2R
(58)
se n = m
se n 6= m
+N X
+N
X
n=;N m=;N
Allora e` :
an am e;j(n;m)!Ts =
+N X
+N
X
n=;N m=;N
2 e;j(n;m)!Ts = 2N + 1
n;m
2
= jF (f )j =
Ts
Ts
= Pf (f )
51
X
2#
+N
1
2
;
jn!T
s =
Px(f ) = T !lim+1 T jF (f )j
an e
P+N Pn+=N;N a a e;j(n;m)!Ts
jF (f )j2 =
= N!
lim+1 n=;N m(2=;NN+ n1)Tm
s
P+N P;n+N a a ejk!Ts
2
j
F
(
f
)
j
;n;N n m
= T N!
lim+1 n=;N k=2N
=
+1
s
+N P;n+N an am ejk!Ts
2
X
j
F
(
f
)
j
k=;n;N
= T N!
lim+1
2N + 1
s
n=;N
"
;X
n+N
(59)
a| n{zam} ejk!Ts =
k=;n;N R(k)
+1
2 X
= jF (Tf )j
R(k)ejk!Ts =
s k=;1
"
#
;1
+1
2
X
X
j
F
(
f
)
j
j!T
j!T
s
s
= T
R(0) +
R(k)e + R(k)e
=
s
k=;1
k=1
"
#
+1
2
X
j
F
(
f
)
j
R(0) + 2 R(k) cos(k!Ts )
= T
s
k=1
Essendo questo risultato piu` generale di quello trovato al paragrafo precedente, si puo` verificare la correttezza delle formule ricavate applicandole al caso in cui
valga la (57); ricorrendo alla (58) si ottiene:
"
+1
2
X
Px(f ) = jF (Tf )j R(0) + 2 R(k) cos(k!Ts ) =
s
jF (f )j2
k=1
Ts [1 + 0] =
2
= jF (Tf )j =
s
= Pf (f )
che e` esattamente quello che avevamo ottenuto.
an = 1
0
con probabilit`a
con probabilit`a
52
1
2
1
2
(1
R(k) = 21
4
se k
se k
=0
6= 0
"
+1
2
X
Px (f ) = jF (Tf )j 21 + 2 14 cos(2fnTs) =
s
jF (f )j2
"X
+1
k=1
1 ej!kTs + 1 =
= T
4
s
k=;1 4
"
#
+1
2 X
j
F
(
f
)
j
= f0 4 T
(f ; kfs ) + 1
s k=;1
Che testimonia con la delta nellorigine la presenza di una componente continua.
Siccome si ha spesso a che fare con variabili casuali scorrelate, si puo` cercare
unequazione generale nel caso in cui
2 2
2
R(k) = aan a= = a+ a = 2 kk ==6 00
n k
n k
(60)
;X
n+N
R(k)ejk!Ts =
k=;n;N
;X
n+N
2
lim+1 2 +
2 ejk!Ts =
= jF (Tf )j N !
s
k=;n;N
"
#
+
1
2 2 2 X
j
F
(
f
)
j
n
= T
+T
f;T
s
s n=;1
s
CAPITOLO 8
3 dB
99 % P
Banda null to null
Banda assoluta
F IGURA 1
Salvo sia diversamente specificato, ci riferiremo sempre alla banda null to null.
53
54
Lobo principale
-2/Ts
-1/Ts
1/Ts
2/Ts
Lobi secondari
F IGURA 2
scegliere la banda null to null corrisponde a considerare il solo lobo principale.
Leliminazione dei lobi secondari rende il segnale nel dominio del tempo non
piu` uguale ad una porta, ma inserisce delle interferenze, generalmente trascurabili
a causa della modesta entit`a della potenza che e` stata esclusa.
Si e` soliti introdurre alcuni parametri che misurano lefficienza della trasmissione, cio`e la velocit`a di trasferimento dellinformazione in relazione alle dimensioni della banda occupata. In particolare si definisce R la velocit`a di trasmissione
dei simboli della sorgente, espressa in bit al secondo; D e` la velocit`a di trasmissione dei
simboli di canale, espressa in simboli al secondo; B e` la dimensione della banda (nel
caso specifico della banda null to null si usa il simbolo B00 ); infine e` lefficienza
spettrale, ed e` pari al rapporto fra la velocit`a di trasmissione e le dimensioni della
banda considerando le sole frequenze positive (Banda unilatera):
= B R=2
(61)
00
NRZ unipolari
NRZ bipolari
NRZ antipodali
55
B00 = T1
s
=1
Per codici di canale
RZ unipolari
RZ bipolari
RZ antipodali
se si suppone che il segnale torni a zero a,Ts =2 il segnale elementare e` una porta
di dimensione pari Ts =2 soltanto (vd. fig. 3).
Ts
T/2
s
F IGURA 3
Come conseguenza, anziche ottenere il grafico di figura 2 se ne ottiene uno che
ha gli zeri distanziati di 2=Ts invece di 1=Ts , il che, se non modifica R (`e sempre
un bit per simbolo, e Ts non cambia), modifica , poiche la banda si allarga:
R = T1
B00 = T2
s
1
=2
Per colmare questa lacuna dellRZ si puo` aumentare il numero di simboli possibili, in modo da potere assegnare piu` bit a ciascuno di essi, ad esempio se i vari
56
00 ! 0 V
01 ! 1 V
10 ! 2 V
11 ! 3 V
A questo punto non e` piu` vero che ad ogni simbolo di canale corrisponde un simbolo della sorgente: ne corrispondono due (R = 2D), il che modifica R, ma non
B00 , e si riottiene:
R = 2 T1 ) = 1
s
D = Rl
= ll
(62)
NRZ
RZ
-V
+V
F IGURA 4
E = 12 V 2 + (;V )2 = V 2
Se invece i simboli sono otto (fig. 5), si trova:
-7V
-5V
-3V
-V
+V
+3V
+5V
+7V
F IGURA 5
segnali eccessivamente energetici. Si puo` scegliere di comprimere la costellazione, cio`e di dimensionare il valore di V in figura 5 affinche abbia la stessa energia
2. INTERFERENZA INTERSIMBOLICA
57
V2 = pV1
21
Questo comporta una minore immunit`a al rumore (d2 0; 2d1 ). Noto il rapporto
S
N e` possibile calcolare il massimo numero di simboli che si possono introdurre,
infatti deve essere:
dove d e` la distanza fra i simboli:
N 6 d2
d = M2V; 1 = 2l2;V 1
Il numero di bit per simbolo e` indicato con l. Con un po di algebra si ricava che,
per un NRZ:
max = l = log2 1 + NS
(63)
2. Interferenza Intersimbolica
Abbiamo precedente affermato che leliminazione dei lobi secondari causa
delle distorsioni, generalmente trascurabili: e` giunto il momento di trattare piu` approfonditamente questo argomento. Il segnale elementare dellNRZ e` una porta:
matematicamente si ottiene che il lobo principale (lunico che attraversa il canale)
ha una forma donda come quella di figura 6: il punto di campionamento ottimo,
cio`e quello il cui e` piu` facile discriminare fra 1 e 0 e` quello indicato.
t0
Ts
Ts
2. INTERFERENZA INTERSIMBOLICA
58
F IGURA 7
Un canale e` un sistema lineare ed invariante (almeno teoricamente), dunque e`
possibile individuare una funzione di trasferimento H (f ) (e la relativa h(t)) che lo
caratterizzi completamente. Se il segnale elementare e` una generica r(t)
x(t) =
+1
X
n=;1
an r(t ; nTs )
"X
+1
n=;1
+1
X
n=;1
x(t)
t0
t 0+Ts
t 0+2Ts
t0
t 0+Ts
t 0+2Ts
y(t)
F IGURA 8
Da cio` segue la semplice formula:
y(t) =
+1
X
n=;1
an s(t ; nTs )
2. INTERFERENZA INTERSIMBOLICA
59
x(t0 ) = a0 r(t0 )
y(t0 ) =
+1
X
n=;1
s(t0 ; nTs)
n6=0
| {z
Interferenti
La situazione e` quella di figura 8. Una conseguenza rilevante dellinterferenza su y (t) e` che i simboli si spostano sullasse s(t) con il tempo, come si nota in
figura 9.
r(t)
Canale
s(t)
Campionamento
s(t)
F IGURA 9
E` ovvio che la soglia va posta comunque nel punto medio della congiungente
dei due simboli, ed e` altrettanto ovvio che la situazione che provoca errori sistematici e` quella di figura 10, in cui i due segmenti si sovrappongono parzialmente.
s0
s1
F IGURA 10
Un parametro per misurare la pericolosit`a dellinterferenza intersimbolica, e`
la distorsione di picco, definita come il rapporto fra interferenti e segnale utile
allistante t0 , cio`e:
P ja s(t ; nT )j
Dp = n6=0 jan s(t0 )j s
0 0
(64)
Noi dovremo porre:
(65)
Dp 6 1
2 (;1 +1)
2. INTERFERENZA INTERSIMBOLICA
60
perche questo ci garantisce che, nel caso peggiore, gli interferenti abbiano modulo
pari al segnale utile, ma segno opposto: in tale situazione il simbolo finisce per
coincidere con la soglia, mentre in tutti gli altri casi il simbolo non puo` oltrepassare
la soglia (vd. fig. 11).
Interferenti
-A
A
0
s0
s1
Segnale utile
0
A/2
s0
s1
P ja s(t ; nT )j
Dp = n6=0 an s(t0 ) 0
1 0
Dove a1 = A. Nel caso peggiore sono stati trasmessi in precedenza solo degli
1: affinche un eventuale 0 possa essere ricevuto correttamente, deve essere:
(66)
P s(t ; nT )
Dp = n6=0 s(t0 ) 0 6 12
0
2. INTERFERENZA INTERSIMBOLICA
61
Talvolta viene citata anche la distorsione efficace, che pero` qui non verr`a mai
usata:
DE2 =
(67)
Veniamo dunque al punto significativo: come deve essere costruito il ricevitore affinche linterferenza intersimbolica sia trascurabile? La cosa piu` ovvia da fare
e` porre a monte del campionatore un filtro, detto filtro di ricezione o equalizzatore
di canale, dotato di unopportuna funzione di trasferimento. Se supponiamo che
la sorgente generi un treno di delta, possiamo assegnare una funzione di trasferimento anche al trasmettitore, cio`e possiamo pensarlo come ad un filtro (detto filtro
formatore) che trasformi una delta unitaria nel segnale elementare. Anche il canale, che filtra i lobi secondari, ha una funzione di trasferimento, quindi lo schema
che si ottiene e` il seguente.
(68)
x(t)
xTX (t)
xRX (t)
y(t)
;;!
TX [HT (f )] ;;;;!
CH [Hc (f )] ;;;;!
RX [HR (f )] ;;!
Le equazioni sono:
x(t) =
xTX (t) =
xRX (t) =
y(t) =
+1
X
n=;1
+1
X
n=;1
+1
X
n=;1
+1
X
n=;1
an (t ; nTs )
an hT (t ; nTs)
an [hT (t ; nTs ) hc (t)]
an [hT (t ; nTs ) hc (t) hR (t)]
HR (f ) = H (fS)(Hf ) (f )
c
()
2. INTERFERENZA INTERSIMBOLICA
62
(69)
s(t0 ; tTs ) = C n = 0
0 n 6= 0
Un esempio di funzione che soddisfi la (69) e` la funzione
s(t) = sin(ffts t)
(70)
= B R=2 =
00
R
= f =2 =
s
= 1=(2RT ) =
s
R
= R=2 =
=2
Ts
fs
2
F IGURA 13
sgnalazione binaria.
Il segnale (70) non e` fisicamente realizzabile, perche non e` causale (non c`e
un istante prima del quale la funzione e` identicamente nulla). In pratica si tronca
quando il segnale diventa confrontabile con il rumore, come si vede in figura 14.
F IGURA 14
63
Ts
F IGURA 15
Leffetto del jitter sul massimo assoluto non d`a grande fastidio, in quanto la
derivata e` nulla in quel punto, per cui intervengono differenze del secondo ordine;
cos` non si puo` dire per quanto riguarda gli zeri della funzione: l` la derivata non e`
piu` nulla, percio` la mancata sincronizzazione puo` provocare dei problemi: come si
vedr`a, si puo` fare in modo che anche negli zeri la derivata di annulli, ma bisogner`a
ridurre lefficienza spettrale.
Riconsideriamo ora lespressione (69), per ottenere una soluzione il piu` generale possibile e in modo da poter scegliere fra un ventaglio di possibili segnali
elementari quello piu` adatto caso per caso.
Il campionatore ideale, avendo allingresso il segnale elementare, fornisce alluscita un treno di delta:
+1 s(t0 +kTs )(t;t0 ;kTs )
s(t)
k=;1
;;;;!
;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;!
x?P+1
? k=;1 (t;t0;kTs )
3 Si noti che la funzione e` stata troncata ai due massimi adiacenti al massimo centrale solo per
chiarezza, ma che lintervallo in cui si tronca puo` essere molto piu` ampio e comprendere anche altri
lobi.
64
+1
X
k=;1
S (f ) T1
+1
X
s k=;1
(71)
+1
1 X
Ts k=;1 S (f ; kfs ) = C
-2/Ts
-1/Ts
1/Ts
F IGURA 17
2/Ts
65
8
>
<11 h
i jf j < f1
j
f
j;
f
1
S (f ) = > 2 1 + cos 2f
f1 < jf j < B
:0
jf j > B
(72)
Dove
f , B ; f0 = f0 ; f1
1
1/2
f1 f0 B
f f
Il fattore di roll-off r
Il rapporto fB0 .
, ff0 ;
s(t) = 2f0
sin(2f0t) cos(2ft)
2f0 t
1 ; (4ft)2
D = T1 = 2f0
s
B = f0 + f = D2 (1 + r)
4. IL FILTRO TRASVERSALE
66
HRX = HTX = S (f )
dove S (f ) e` dato dalla (72). Poiche il coseno rialzato e` limitato in banda, il canale
non altera il segnale (almeno idealmente), e la funzione di trasferimento complessiva della catena data da trasmettitore, canale e ricevitore e` proprio S (f ).
3.1. Esempio. Supponiamo di avere a disposizione una banda unilatera B =
10 KHz e di dovere realizzare un sistema di trasmissione che garantisca una velocit`a di trasmissione di simboli della sorgente R = 10 Kbit/s. Se vogliamo impiegare una segnalazione binaria mediante coseno rialzato, sar`a
D = R = 10 KHz
r = 2DB ; 1 = 1
Cambiamo ora i valori:
B = 10 KHz
R = 15 Kbit/s
Se continuiamo ad utilizzare una segnalazione binaria
r = 2DB ; 1 = 0; 333
EQ [Heq ]
Se la taratura va eseguita una volta per tutte, basta trasmettere una sinusoide
pura o una sequenza periodica di ben determinati simboli ed osservare il segnale
alluscita, spostando opportunamente poli e zeri fino ad ottenere il segnale desiderato. Questo processo puo` essere pero` realizzato solo se zeri e poli sono pochi,
4 Un valore generalmente accettato e` 0,4 o 0,5; mai meno di 0,2.
4. IL FILTRO TRASVERSALE
67
Ts
Ts
b-N
Ts
b-N+1
Ts
b-N+2
bN
xOUT
F IGURA 19
Questo sistema puo` essere utilizzato solo per elaborare segnali numerici, malgrado il filtro sia analogico. I gradi di libert`a sono 2N , cio`e tanti quanti sono i vari
coefficienti bk , che vanno fissati per ottenere la funzione voluta. Questo filtro e`
anche detto FIR (Finite Impulse Response), per distinguerlo dallIIR (Infinite Impulse Response), piu` difficile da progettare. Quando tale filtro viene impiegato,
si fa in modo che conglobi in se sia la funzione di trasferimento del ricevitore che
quella dellequalizzatore:
wc (t)
xOUT (t)
! TX [HT (f )] ! CH [Hc (f )] ;;;!
FIR [HR (f )] ;;;;;!
Chiaramente wc (f ) e` il segnale elementare prelevato dalluscita dal canale,
mentre xOUT (t) e` il segnale desiderato, cio`e privo di interferenza intersimbolica
+N
X
n=;N
bn wc [t ; (n + N )Ts ]
xOUT ( + kTs ) =
(73)
=
Questo e` un sistema in 2N
+N
X
n=;N
+N
X
= NTs, appli-
bn wc [(k ; n)Ts ] = 1 k = 0
0 k 6= 0
n=;N
+ 1 incognite (le bk ).
4. IL FILTRO TRASVERSALE
68
1
0,5
Ts
2Ts
3Ts
F IGURA 20
Se il segnale, ad esempio, e` quello di figura e` 20, e N
2
66
66
4
1
2
1
1
2
0
0
0
1
2
1
1
2
0
0
0
1
2
1
1
2
0
0
0
1
2
1
0
0
0
0
1
2
32 b
77 66 b;;21
77 66 b0
5 4 b1
b2
3 203
77 66 0 77
77 = 66 1 77
5 405
0
quindi un simbolo non puo` interferire prima di essere stato trasmesso. Il segnale
alluscita si puo` facilmente ricavare, ed e` quello di figura 21.
4
3
2
1
Ts 2Ts 3Ts 4Ts 5Ts 6Ts 7Ts
F IGURA 21
Si nota che il filtro lavora bene solo per t 2 [0; 2Ts ], mentre linterferenza intersimbolica aumenta, addirittura, per t 2 [3Ts ; 4Ts ]. Per potere risolvere questo problema sarebbero necessarie infinite prese, oppure e` necessario imporre che
anche questi due campioni si annullino:
2
66
66
4
1
2
1
1
2
0
0
0
1
2
1
1
2
0
0
0
1
2
1
1
2
3
2 1 3
2
3
77 b0 66 a1 77
77 4 b1 5 = 66 a2 77
5 b2 4 a3 5
a4
4. IL FILTRO TRASVERSALE
Con la condizione:
2a
66 a12
4a
3
a4
69
3 203
77 = 66 0 77
5 405
0
5 Si puo` dimostrare che questo succede se il sistema non ha memoria, ad esempio se c`e un solo
polo nella funzione di trasferimento, infatti il FIR puo` unicamente inserire degli zeri.
CAPITOLO 9
Rumore
1. Resistore Rumoroso
Si puo` considerare rumore qualsiasi cosa che, quando e` aggiunta ad un segnale di informazione, renda piu` difficile estrarre linformazione stessa. Esistono
molti tipi di rumore, ad esempio quello termico (causato dal movimento di molecole ed atomi), oppure il rumore impulsivo (provocato da scintille e da tener in
gran conto in ambito industriale). Qui si parler`a unicamente di rumori termici, in
quanto la costruzione di un modello si dimostra piu` agevole.
Se si considera il piu` semplice componente passivo, un resistore, si puo` osservare che, a causa dellagitazione termica, esso si comporta come se avesse un
piccolo generatore di tensione.
v(t)
(75)
Pv (f ) = 2R
h jf j
h jf j
jf j
2 + e hKT
;1
R e` la resistenza
Lespressione (74) non e` chiaramente molto agevole da utilizzare, ma bisogna trovare una formula approssimata che valga nel campo di valori che hanno
70
1. RESISTORE RUMOROSO
71
T = T0 = 290K = 17oC
f = 1012Hz
(76)
Pertanto il termine dellesponenziale della (74), tenendo conto delle (76) e delle
costanti (75) risulta essere:
h jf j = 6; 2 10;34 1012 0; 15
KT 1; 38 10;23 290
ex 1 + x
Pv (f ) 2R h 2jf j + hhjjffjj =
= 2R
h jf j
KT
2 + KT
Sempre tenendo conto delle (76) e delle costanti (75), osserviamo che h jf j si mantiene ad almeno un ordine di grandezza al di sotto di KT :
h jf j = 6; 2 10;22
KT = 4 10;21
Pv (f ) 2RTK
(77)
In un circuito resistivo costituito da un generatore di tensione ideale e da un resistore R e da un resistore di carico RL come quello di figura 2, si puo` calcolare
R
P
RL
v(t)
F IGURA 2
la potenza massima disponibile Pd , che si verifica in condizioni di adattamento in
1. RESISTORE RUMOROSO
72
2
Pd = V4R(t)
La relazione (78) vale anche quando si voglia calcolare la potenza massima disponibile quando il generatore di tensione non e` un segnale deterministico, bens` un
processo casuale:
2
Pd = v4R(t)
Quindi per la propriet`a di linearit`a degli integrali, possiamo calcolare la densit`a
spettrale di potenza del rumore generato dal resistore rumoroso:
(79)
Pd (f ) = P4v R(f ) =
= KT
2
Pd (f)
KT/2
Pn =
Z +B KT
2 df =
= KT
2 2B =
= KTB
;B
Possiamo calcolare la potenza normalizzata, se si suppone di essere in condizioni di adattamento, perche la dipendenza da R sparisce. Se non si ha ladattamento, bisogna conoscere il valore della resistenza per determinare la Pn .
73
Pd (f)
KT/2
-B
+B
non rumoroso
gd
H(f)
n(t)
F IGURA 5
Il guadagno disponibile gd e` funzione solo dalla frequenza ed e` piu` comodo
di H (f ) per caratterizzare il doppio bipolo e inoltre vale:
gd = PPdo
di
P
gd = Pdo ((ff ))
di
jf j < B
jf j > B
F (f ) = PPdo ((ff ))
do
74
v(t)
F IGURA 6
Consideriamo la componente rumorosa di figura 7:
Ri
Rn
F IGURA 7
R = Ri
290 K
F IGURA 8
Quindi
F (f ) = PPdo ((ff )) =
do
KT0 gd (f ) + Pn (f )
= 2 KT0
gd (f )
>1
gd (f ) = gd
si ha
75
KT0 gd + Pn (f )
F (f ) = 2 KT
2 0 gd
F=
Z + B2
F (f )df =
; B2
KT0 gd B + P
= 2KT0 gd n
2 B
0gdB + Pn =
F = KTKT
0gdB
P
d
= KT go B
0d
R
Ri
Rn
Linea
Rn
T0
T0
T0
F IGURA 9
bipolo e` uguale (qui a T0 ).
F = KTPdgo B =
0d
KT0 2B
= KT2 g B =
0d
1
= g =L
d
Cio` non dipende dalla temperatura, purche sia uguale. Questo risultato vale in
generale.
3. Modello della temperatura equivalente
Un metodo alternativo consiste nel pensare tutti i doppi bipoli come ideali, e
supporre che tutto il rumore provenga dalla resistenza, posta ad una temperatira
superiore, pari a
con Te detta temperatura equivalente
T0 + Te
76
Ideale
R
gd
T0 + Te
K (T + T )2Bgd
F = 2 K0 e
=
2 T0 gdB
= T0 T+ Te
e
Te = T0 (F ; 1)
(80)
g2
gn
F1
F2
Fn
geq
Feq
F IGURA 11
geq =
(81)
n
Y
i=1
n
X
i=1
gi jW =
gi jdB
Pdo
g1
g2
F1
F2
77
Pdi
F IGURA 12
Ovviamente vale:
geq = g1 g2
E poi
F = PPdo =
do
= P Pgdog =
di 1 2
P
= 2P+gPog1 g2 =
di 1 2
P
= P g2 g + P1P+gPdig g1 g2
di 1 2
di 1 2
Poiche
F1 = P1 P+ Pgdi g1
di 1
P
+
F2 = 2 P Pgdi g2
di 2
Allora
F = P Pg2 g + F1 =
di 1 2
F
= 2g; 1 + F1
1
g2
g3
F1
F2
F3
g1
g2 g3
F1
F3 -1
g2
F IGURA 13
78
F2 + F3g;1 2 ; 1
F = F1 +
=
g1
= F1 + F2 g2 + (gF3g; 1) ; g2 =
1 2
g
(
F
;
1)
+ (F3 ; 1) =
2
2
= F1 +
g1 g2
= F1 + F2g; 1 + Fg3 ;g 1
1
1 2
In generale e` :
(82)
Analogamente:
(83)
12
Te = T1 + Tg 2 + gTg3 + + g TN g
1
1 2
1
N
4.1. Esempio. Data una linea con fattore di attenuazione pari a L, con cifra
di rumore FL = L e un amplificatore con guadagno gA = L1 e cifra di rumore
FA = 3dB 2, calcolare la cifra di rumore totale nel caso in cui lamplificatore
sia posto a valle della linea e nel caso in cui sia posto a monte della linea (rispetto
allutilizzatore).
Caso Amplificatore+Linea
F = FA + FLg ; 1 =
A
gA ; 1
=2+ g =
A
1
;
= 2 + g2gA =
A
2A + 1 ; gA
2
g
=
gA2
Caso Linea+Amplificatore
F = FL + FAg ; 1 =
L
= g1 + 2 ;1 1 =
A
gA
1
= +g =
gA
2
= 1 +g gA
A
Ovviamente i valori di F dipendono esclusivamente dai valori assegnati ai parametri. Nel caso televisivo si preferisce utilizzare la prima soluzione, amplificatore
e poi linea.
Te
79
Pdo (f ) = K (T02+ Te ) g
P (f ) = KT0
di
se si pone
N0 = K (T0 + Te ) g ) N = K (T + T )g
0
0 e
2
2
I calcoli sono piu` semplici, perche N0 non varia nei vari punti della catena.
PN =
Z +B N0
df =
;B 2
= BN0 =
= BK (T0 + Te )g
S
PS
N O = PN =
= BK (PTTX+gT )g =
0 e
P
TX
= BK (T + T ) =
S 0 e
= N
I
(t)=P+n=1;1 an r(t;nTs )
y(t)
y(to +nTs )
;x;;;;;;;;;;;;;;;;
! ;;;;
!
;;;;;;!
x
n(t)?
?
x?P
? n (t;nTs)
+ T0. In pratica si
n6=0
= a0 r(t0 ) + n(t0 )
2 ! 1
e 2 .
non e` definita
Quando si filtra, il rumore diviene colorato (non gaussiano), come si vede in figura 14.
Te
80
N0/2
-B
+B
F IGURA 14
Poiche non ci sono delta nellorigine, la componente continua e` nulla e inoltre
vale:
= n(t0 ) = 0
2 = Rn (0) =
=
=
Z +1
Z;1
+1
;1
Pn (f )ej2f 0 df =
Pn (f )df =
= Pn
Cio`e la potenza normalizzata:
Questo e` un risultato generale.
2 = N0 B
CAPITOLO 10
Filtro Adattato
1. Presentazione
x(t)
r(t)
ro (t)
;;!
! hRX (t) ;;;;;
hTX (t) ;! hC (t) ;! heq (t) ;;;;
!
S
S
N
N o
Si consideri il processo casuale stazionario r(t), costituito dalla somma
dire che la potenza istantanea della componente del segnale alluscita deve essere
la piu` grande possibile rispetto alla potenza media del termine di rumore, ovvero
S sia migliore di S in un preciso istante di tempo t0 (istante
che il rapporto N
N o
di campionamento ottimo). Il tipo di filtro ricercato viene detto adattato al segnale
s(t) e si trova che la sua f.d.t. e` la seguente:
;
;
HRX (f ) = k PS ((ff )) e;j!t0
(85)
2. Dimostrazione
Si consideri
tale per cui sia ro (t) la sua uscita. Allora valgono le seguenti:
2. DIMOSTRAZIONE
82
Si vuole costruire un filtro lineare, con f.d.t. h(t), in modo tale che il rapporto
S sia migliore di quello alluscita
potenza segnale e potenza rumore allingresso N
S
N o in un preciso istante di tempo. Per far questo si vuole massimizzare
;
;
S
N o
(86)
= PPso =
no
2
= jso2(t0 )j
no (t0 )
Rn ( ) = n(t)n(t ; )
(87)
allora vale
= Rno (0) =
Z +1
=
Pn (f )H (f )2 df
;1
S
N o
= PPso =
=
sno(t )2
o 0
2
Rn+o(1t0 )
2
;1 S (f )H (f )ej2ft0 df
= R +1
2
;1 Pn (f )H (f ) df
Nota la disuguaglianza di Schwarz
(88)
Z +1
2 Z +1 2 Z +1 2
;1 A(f )B(f )df 6 ;1 A(f ) df ;1 B(f ) df
A(f ) = kB (f )
A(f ) = H (f ) Pn (f )
j 2ft0
B (f ) = S (pf )e
Pn (f )
Allora
83
S
Pn (f ) df
;1
j2ft0
p
H (f ) Pn (f ) = k S (pf )e
Pn (f )
cio`e
H (f ) = k PS ((ff )) e;j!t0
n
C.V.D.
n(t)
Pn (f ) = N20
Si puo` valutare, dalla relazione (90), come il rapporto segnale rumore alluscita del
filtro adattato sia migliore di 3dB , rispetto al filtro passabasso:
2 Z +1 S (f )2 df =
=
N o N0 ;1
Z +1 2
2
=N
s(t) dt =
0 ;1
= N2 Es
0
S
(90)
Possiamo calcolare la f.d.t. del filtro adattato, in accordo con quanto appena
dimostrato, che vale
(91)
H (f ) = N2k S (f )e;j2ft0
0
4. ESEMPIO
Antitrasformando
Z +1
h(t) = N2k
S (f )e;j2ft0 ej2ft df =
=
=
(92)
84
=
=
0 ;1
2k Z +1 S (f )ej2f (t;t0 ) df =
N0 ;1
2k Z +1 hS (f )ej2f (t0 ;t) i df =
N0 ;1
2k hZ +1 S (f )ej2f (t0 ;t) df i =
N0 ;1
2k s (t ; t)
N0 0
4. Esempio
allora
altrove
t0 > Ts
s(t)
Ts
4. ESEMPIO
85
s(-t)
-Ts
s(-(t-t0))
t0
Ts+t0
F IGURA 3
Ts
F IGURA 4.
2Ts
h(t) s(t)
Mentre per il rumore gaussiano bianco si ha una funzione del tipo senx
x
Z +1
;1
Z +1
;1
r()h(t ; )d
r()h(t0 ; )d =
Z t0
t0 ;Ts
r()d
4. ESEMPIO
r 0(t 0+nTs )
r(t)
S/
RESET
( t 0+ nTs )
F IGURA 5. Decodificatore
86
<
>
CAPITOLO 11
;;;;! ;;;;!
x?
?n(t0)
a0 r(t0 ) = +A = +r(t0 ) a0 = +1
;A = ;r(t0 ) a0 = ;1
-r(t )0
+r(t 0)
-r(t )0
+r(t 0)
F (x) = P f < xg =
X
= P f < xjyk gP fyk g =
k
1. SOGLIE IN UN NRZ
88
Non e` difficile dimostrare che lerrore e` vicino se la soglia e` posta a met`a (ma deve
valere lipotesi di equiprobabilit`a), infatti se si sposta la sogli alla retta tratteggiata,
si aggiunge la probabilit`a derrore relativa alla zona annerita
1111111
0000000
0000000
1111111
0000000
1111111
0000000
1111111
0000000
1111111
0000000
1111111
0000000
1111111
0000000
1111111
0000000
1111111
0000000
1111111
0000000
1111111
0000000
1111111
F IGURA 2
Se i simboli non sono equiprobabili, la soglia si sposta. Introducendo la funzione erfc (x), definita su una gaussiana come in figura 3 e analiticamente come
segue:
2
erfc (x) = p
Z +1
x
e;y2 dy
1111111
0000000
0000000
1111111
0000000
1111111
0000000
1111111
0000000
1111111
0000000
1111111
0000000
1111111
0000000
1111111
+ -d
2
p22
erfc (x)
e;px2
x
x>4
Si puo` calcolare la P(e) in modo esatto, che in caso di soglia ottima vale:
(94)
d
= 12 erfc p2 =
2
= 12 erfc pr(t0 )
2BN0
89
Che banda bisogna usare se non si adotta il sistema NRZ o RZ, in cui si prende
la banda zero zero, ma, ad esempio, il coseno rialzato?
NoBeq =
Z +1 N0
;1 2
jHRX (f )j2 df
Beq e` la banda equivalente di rumore. Come risultato, il filtro non e` piu` un passabasso.
2. Soglie e probabilit`a di errore in sistemi multilivello
In un sistema costituito dai seguenti quattro simboli di canale equiprobabili,
s0
s1
s2
s3
F IGURA 4
si puo` rappresentare la densit`a di probabilit`a associata a ciascun simbolo come in figura 5. Come si vede le code delle gaussiane presentano una parziale
sovrapposizione.
s0
s1
s2
s3
s0
s1
s2
s3
s0 .
3. CODIFICA GRAY
90
s0
s1
s2
s3
F IGURA 7
Come si vede dalla figura 7 i simboli esterni sono avvantaggiati, infatti vale
Poiche ogni simbolo reca 2 bit di informazione, bisogna evitare che due simboli adiacenti differiscano, nella codificata adottata, fra di loro di oltre un bit. In
questo modo un eventuale errore di simbolo genera solo un errore sul bit. Per
far questo si adotta una codifica di tipo Gray, caratterizzata dal fatto che simboli
adiacenti differiscono di un solo bit. Un esempio di associazione simbolo secondo
questa codifica e` data da:
s0 :
s1 :
s2 :
s3 :
00
01
11
10
Pb (e) 12 Ps (e)
Nei sistemi multilivello generici a M livelli e` :
(96)
Pb (e) log1 M Ps (e)
2
4. CANALE
91
4. Canale
Per rappresentare i canali si puo` ricorrere a tre diverse schematizzazioni:
Si puo` considerare il canale affetto da rumore gaussiano bianco additivo
(figura 8)
TX !
{z
AWGN
} ! RX
F IGURA 8
s0
s1
s2
s3
s0
1
2
s3
F IGURA 9
Ovvero la probabilit`a di ricevere il smbolo s0 :
P (s0 Rx) =
3
X
i=0
p = Pb (e) = Ps (e)
0
1;p
/7 0
o o o o o p
o
o o o p
o
o
'
o o
/1
1
1;p
F IGURA 10
4. CANALE
92
4.1. Ridondanza. La ridondanza e` una tecnica utilizzata per diminuire la probabilit`a di errore su un canale. Consiste nellinviare assieme ad ogni parola di
bit dei bit aggiuntivi il cui valore dipende da quanto memorizzato nella parola,
secondo quanto definito dal codice utilizzato. Esistono codici di correzione dellerrore e vengono usati quando non sia possibile dare un acknowledge, come ad
esempio avviene nel broadcasting. Esistono codici di rivelazione dellerrore e vengono impiegati quando sia possibile ritrasmettere, come ad esempio nelle reti di
calcolatori. Gli incovenienti sono dati dal fatto che:
La ridondanza puo` essere eccessiva.
Esiste una soglia al di sopra della quale la ridondanza peggiora la situazione.
CAPITOLO 12
Modulazioni Numeriche
1. Banda base e banda traslata
Finora abbiamo sempre parlato di trasmissioni in banda base, cio`e quelle la cui
densit`a spettrale di potenza occupa una banda centrata attorno allorigine. Nella
realt`a e` molto piu` vantaggioso occupare bande centrate attorno ad una determinata frequenza (portante) diversa da zero, perche si possono effettuare su di un solo
canale molte trasmissioni su diverse portanti, distanziate in modo da evitare che le
bande si sovrappongano (figura 1). Questultima tecnica viene detta trasmissione
in banda traslata.
F IGURA 1. Frequency division multiplexing (FDM), tipica delle tramissioni analogiche e Time division multiplexing (TDM),
preferita nelle trasmissioni numeriche.
La tendenza attuale e` quella di impiegare portanti a frequenza sempre maggiori, visto che quelle piu` basse sono gi`a state assegnate; questo permette di realizzare dei ricevitori con antenne molto piccole.
-B
+B
-f c-B
-f c
-f c+B
fc-B
fc
fc +B
94
Un primo problema da affrontare e` : dato un segnale in banda base, come produrne uno in banda traslata? Avevamo visto, nel capitolo 2.2, che una delta centra attorno alla propria fase una funzione se viene convoluta con essa. Qui dobbiamo centrare la trasformata del segnale attorno alle due frequenze con modulo pari
alla portante, quindi si deve impiegare una funzione la cui densit`a spettrale di potenza sia costituita da due delta simmetriche rispetto allorigine: questa funzione
e` il coseno, quindi, nel dominio del tempo, possiamo utilzzare unapparecchiatura
di questo tipo:
x(t)
y(t)=x(t)cos(2fc t)
;;;;
!
;;;;;;;;;;;;!
x?
?cos(2fct)
F IGURA 3
Moltiplicando una funzione per un coseno, quindi, si creano due repliche
della densit`a spettrale di potenza, centrate alle frequenze volute, ciascuna delle
quali dotata di potenza dimezzata rispetto a quella della densit`a originale. Si noti,
inoltre, che la banda occupata e` doppia, quindi raddoppia anche il rumore captato
dal ricevitore; e` comunque possibile ovviare questo problema, come si vedr`a nel
capitolo 14.
Si ricavano inoltre le seguenti relazioni:
x(t) =
y(t) =
=
+1
X
n=;1
+1
X
n=;1
+1
X
n=;1
an s(t ; nTs )
an s(t ; nTs )cos(2fc t) =
an s0 (t ; nTs )
che dimostrano che non esistono differenze formali fra la trasmissione in banda
base ed in banda traslata. Un grosso vantaggio di questultima tecnica e` , inoltre,
che il coseno e` ortogonale al seno, quindi si puo` introdurre un ulteriore versore e,
in definitiva, raddoppiare la velocit`a di trasmissione dei simboli della sorgente:
s0 (t) = cos(2fc t)
s00 (t) = sin(2fct)
v(t)
in banda traslata
Dove g (t) e` una funzione complessa in banda base, detta inviluppo complesso.
95
s(t)
s(t)
Pv (f ) = 14 Pg (f ; fc ) + Pg (f + fc )
v(t) =
+1
X
n=;1
v(t) mediante la
cn ej2nf0 t
cn = c;n
si ricava:
v(t) = c0 +
= c0 +
= c0 +
;1
X
n=;1
+1
X
n=1
cn ej2nf0 t +
+1
X
n=1
cn ej2nf0 t =
+1 h
X
n=1
;
i
cn ej2nf0 t + cn ej2nf0 t =
+1
X
2< cn ej2nf0 t =
( n=1 X
)
+1
j
2
nf
t
0 =
= < c0 + 2 cn e
n
=1
8
9
>
>
>
>
"
#
+1
<
=
X
= < > c0 + e;j2nf0 t + 2 cn ej2t(nf0 ;fc ) ej2fc t >
>
>
{zn=1
}
:|
;
= c0 +
g(t)
2. ON-OFF KEYING
96
+1
X
;
j!
t
c
g(t) = c0 e
+ 2 cn ej(n!0 ;!c )t
n=1
(99)
Per prima cosa dal fatto che v (t) e` in banda limitata si ottiene che i cn sono
diversi da zero solo per n che soddisfa alla condizione:
fc ; B 6nf0 6 fc + B
!c ; 2B 6n!0 6 !c + 2B
mentre e` sempre c0 = 01 .
Alla luce di quanto detto, nella (99) le uniche armoniche moltiplicate per un
coefficiente diverso da zero sono quelle con frequenza compresa fra ;B e B .
2. On-Off Keying
Grazie alle considerazioni finora riportate non e` difficile eseguire una trascrizione del piu` semplice codice di linea: lNRZ unipolare. Il sistema che si ottiene
(riportato in figura 5) e` detto On-Off Keying (OOK):
F IGURA 5
LOOK veniva impiegato nella trasmissione telegrafica (codice Morse) e viene
tuttora usato nella realizzazione dei telecomandi.
Esistono due metodi per demodulare un segnale, il primo ed il piu` semplice
dei quali e` il demodulatore incoerente, che non richiede neppure un campionatore:
basta un filtro risonante, alluscita del quale e` presente una tensione diversa da
zero se allingresso viene rilevata una componente alla frequenza della portante.
Lo schema completo e` riportato in figura 6.
Alluscita del filtro e` presente un demodulatore di inviluppo, che, idealmente,
dovrebbe appiattire la caratteristica fornita dal filtro. In realt`a viene implementato tramite un voltmetro di cresta, la cui costante di tempo va scelta con molta
attenzione, perche
2. ON-OFF KEYING
DI
97
Dec
F IGURA 6
per un segnale cosinusoidale perfettamente in fase2 con quello del trasmettitore,
la densit`a spettrale subisce la trasformazione di figura 7.
F IGURA 7
2 Esistono circuiti in grado di estrapolare una data sinusoide che viene data loro in ingresso, agganciare la sua fase, e dare in uscita la stessa sinusoide perfettamente in fase con quella in ingresso:
vengono detti Phase Locked Loop (PLL): sono circuiti totalmente standard, integrabili, e che richiedono
poco spazio (circa 1 mmq).
2. ON-OFF KEYING
98
Dec
PLL
cos2fc t
dove m(t) e` proprio una segnalazione NRZ unipolare binaria in banda base:
m(t) = 0
kTs 6 t 6 (k + 1)Ts
g(t) = Am(t)
2
2
fTs )]
Pg (f ) = A2 (f ) + Ts [sin(
(fT )2
s
99
fc fc+R
F IGURA 9
3. Amplitude Shift Keying e Binary Phase Shift Keying
Che cosa succede se moduliamo lNRZ antipodale anziche quello unipolare?
La funzione m(t) sar`a ora:
m(t) = +1
;1
kTs 6 t 6 (k + 1)Ts
-A
1
+A
vaore:
100
In questespressione si distingue chiaramente una componente costituita dalla portante (il primo addendo), che non reca informazione e che si annulla per
Dp = 2 , ed una componente che contiene tutta linformazione (il secondo addendo). La portante, anche se e` uguale per entrambi i simboli, puo` essere utile in quanto aiuta il PLL a risincronizzarsi: lenergia che trasporta viene spesso
misurata tramite lindice di modulazione h, definito come3 :
h = 2
(104)
dove e` langolo formato dallasse perpendicolare al versore e dal vettore posizione di ciascun simbolo, come si vede in figura 11.
Portante
Informazione
F IGURA 11
Se h viene ridotta, i simboli si avvicinano ed e` piu` facile commettere errori,
ma anche sincronizzarsi: la facilit`a di sincronizzazione si puo` osservare anche nel
diagramma della densit`a spettrale di potenza4 .
4. Frequency Shift Keying
Finora abbiamo considerato segnalazioni in cui il passare da un simbolo allaltro significava cambiare di ampiezza (OOK, ASK) o di fase (BPSK): resta soltanto
da vedere come agisce un sistema in cui i due simboli sono rappresentati da due
frequenze diverse (Frequency Shift Keying - FSK).
Va subito detto che lutilizzo di due frequenze richiede una banda doppia, il
che rende questo sistema particolarmente penalizzante in termini di banda, quindi
e` raro impiegarlo in trasmissioni numeriche; daltra parte in trasmissioni analogiche e` largamente utilizzato perche garantisce la migliore qualit`a possibile. Una
realizzazione e` quella di figura 13.
In realt`a al posto di due oscillatori con un interruttore si impiega un VCO (Voltage Controlled Oscillator), cio`e un oscillatore la cui frequenza viene controllata da
.
3 Questo parametro e` chiaramente significativo solo se
4
4 La facilit`a di sincronizzazione e` proporzionale alla delta centrata alla frequenza della portante.
jj 6
101
Inversamente proporzionali
ad h
fc fc+R
Direttamente proporzionali ad h
F IGURA 12
f1
f2
F IGURA 13
un segnale in tensione (nel nostro caso m(t)): questa soluzione, oltre ad essere attualmente molto meno costosa, garantisce che vengano evitate delle discontinuit`a
nel segnale alluscita che finirebbero per allargare ulteriormente la banda.
Per quanto riguarda il ricevitore, invece, si puo` usare sia un demodulatore
incoerente che uno coerente (figura 14) e, come sempre, quello coerente e` piu` pregiato e costoso; la banda occupata e` doppia ed e` pari a 4R, inoltre bisogna fare
attenzione ad evitare che le sottobande di figura 15 occupate dai due simboli non
si sovrappongano, cio`e deve essere
(105)
jf2 ; f1 j > 2R
Passiamo ora alle espressioni analitiche dei segnali: se usiamo due oscillatori,
si ottiene
(106)
v(t) = A1 cos(2f1 + 1 )
A2 cos(2f2 + 2 )
(107)
Z +1
;1
m()d
102
DI
Dec
DI
PLL
Dec
PLL
F IGURA 14
f1 f1+R
f2 f2+R
F IGURA 15
dove Df e` la sensibilit`a del modulatore di frequenza. Si trova inoltre
v(t) = < g(t)ej!c t
(108)
g(t) = Aej(t)
(t) = Df
Z +1
;1
m()d
CAPITOLO 13
2A
3A
4A
F IGURA 1
Viene indicata come 4-ASK unipolare: la prima cosa che si nota e` che la media
non e` nulla, con le conseguenze negative di cui si e` spesso parlato precedentemente; se ne puo` calcolare lenergia media normalizzata al versore ipotizzando i
simboli equiprobabili:
2
2
2
E s = A + 4A4 + 9A = 72 A2
Si puo` con facilit`a passare al 4-ASK antipodale, che ha una costellazione come
quella di figura 2.
-3A/2
-A/2 0 A/2
3A/2
F IGURA 2
Come primo vantaggio si nota che la media non e` nulla, di conseguenza ci
aspettiamo una energia media minore:
A2 9A2 5
2
E s = 4 4 + 4 = 4 A2
Ancora una volta uno svantaggio dellASK antipodale rispetto allASK unipolare sta nel fatto che la realizzazione del trasmettitore deve forzatamente essere
mediante demodulatore coerente.
103
2. M-PSK
104
M =2
M =4
M =8
M = 16
In generale
!
!
!
!
B = 2R
B=R
B = 23 R
B = R2
B = log2RM
(109)
2. M-PSK
Per generalizzare il PSK e` necessario introdurre un versore supplementare, come si vede in figura 3, dunque e` impossibile realizzare tale trasmissione in banda
base.
2
F IGURA 3
La scelta piu` ovvia dei versori e`
2. M-PSK
105
2
01
00
BPSK
11
10
SI
PO
BPSK
Dec
PLL
PI
SO
PLL
Dec
Sotto entrambi gli aspetti il M-PSK e` migliore del M-ASK anitpodale, infatti
La velocit`a di trasmissione R e` pari a quella del 4-ASK, cio`e uguale alla larghezza di banda. Il calcolo della densit`a spettrale di potenza richiede alcune
ipotesi preliminari, cio`e
Pg (f ) = 12 Pg (f jA oppure C) + 12 Pg (f jB oppure D)
1 In particolare quelli ad onde progressive, largamente impiegati nei satelliti artificali.
3. M-QAM
106
(fTs )
Pg (f jA oppure C) = A sin(fT
)2
s
2 (fTs )
Pg (f jB oppure D) = A sin(fT
s )2
2
(fTs )
Pg (f ) = A sin(fT
s )2
Se si vuole aumentare ulteriormente lefficienza spettrale, si puo` ricorrere all8PSK, in cui i simboli giacciono su di una circonferenza e sono sfasati fra loro di 8 ,
come si vede in figura 5.
011
010
001
110
000
100
111
101
F IGURA 5
D = R3
B00 = 2D = 23 D
2
E = d
s
4 sin 28
(fTs )
Pg (f ) = Es sin(fT
)2
s
In effetti questa formula vale per ogni M-PSK. Se si vuole aumentare ulteriormente M , o si riduce la distanza fra i simboli, oppure si aumenta il raggio della circonferenza: nel primo caso ci si rende meno immuni al rumore, mentre nel secondo
lenergia per simbolo cresce, percio` e` raro impiegare M-PSK con M > 8.
3. M-QAM
Se e` necessario associare 4 bit per simbolo, si puo` impiegare una costellazione come quella di figura 6, che viene detta Quadrature Amplitude Modulation
(QAM).
3. M-QAM
107
F IGURA 6
Le sue caratteristiche sono:
Il baricentro coincide sempre con lorigine, il che elimina la componente
continua;
Tutti i simboli distano d;
Il 4-QAM coincide con il 4-PSK;
Per formare un quadrato, M deve essere una potenza di 4;
Dec
4ASK
PLL
SI
PO
PI
SO
PLL
4ASK
Dec
108
fTs) 2
=
Pg (f ) = A1 + 2A4 2 + A3 sin(fT
(111)
=C
sin(fT ) 2
Siccome:
P=
fTs
Z +1
;1
otteniamo
C=
Pv (f )df = ET s
s
Es
R
+
1
)
Ts ;1 sin22(ffT
2 Ts2s
Questa formula e` del tutto generale: vale per ogni costellazione in cui si possano individuare M
2 coppie antipodali.
In un 64-QAM (8-ASK per entrambi i rami) si ha:
D = R=3 2 = R6
B = 2D = R
00
CAPITOLO 14
N0/2
- fc
fc -B fc fc+B
F IGURA 1. Rumore gaussiano bianco reale (tratteggiato) e modello di rumore impiegato (a tratto spesso). Come si nota, le due
densit`a spettrali si equivalgono alle frequenze che ci interessano
Dopo avere demodulato1 , le due quadre si sovrappongono a formare la porta
di figura 2.
N0/2
F IGURA 2
1 Supporremo qui di impiegare sempre un demodulatore coerente.
109
` DI
2. STAZIONARIETA
n(t)
110
Leffetto interessante che si ottiene mediante questa visione delle cose consiste
nel fatto che ora possiamo pensare che il rumore sia stato modulato dal trasmettitore assieme al segnale utile anziche essere stato introdotto dal canale, quindi
possiamo affiancare a v (t) il processo casuale n(t), dotato anchesso dellinviluppo
complesso:
(112)
n(t) = < gn(t)ej2fc t
Come avevamo gi`a fatto in precedenza, si puo` scomporre g (t) in parte reale e
parte immaginaria:
(113)
una coppia alternativa di variabili casuali: in luogo della parte reale e di quella
immaginaria, si usano il modulo R(t) e la fase (t) di gn (t). Le quattro variabili
g(t)
y (t)
(t)
R(t)
x(t)
xn (t) = yn (t) = 0
Rxn ( ) = Ryn ( )
Rxy ( ) = ;Ryx ( )
n(t) ergodico.
` DI
2. STAZIONARIETA
n(t)
111
n(t) = C
Rn (t; t + ) = Rn ( )
Esaminiamo separatamente le due condizioni.
2.1. La Condizione n(t) = C . In base alla (114) si ottiene la forma equivalente
Non e` difficile convincersi che tale relazione puo` essere verificata se e solo se
8 C =0
<
: xynn((tt)) 00
Peraltro tutto cio` ci permette di affermare che il segnale n(t) e` a media nulla.
2.2. La Condizione Rn (t; t + )
di scrivere
= Rn ( ).
Rn (t; t + ) = n(t)n(t + )
(119)
8 R (t; t + ) = R ( )
>
< Rxxy (t; t + ) = Rxxy ( )
(t; t + ) = Ryx( )
>
: RRyx
y (t; t + ) = Ry ( )
xn (t) E yn (t)
112
Questa ipotesi e` giustificata dal fatto che ci conduce a dimostrare la stazionariet`a di n(t), la quale implica la stazionariet`a di xn (t) e yn (t), condizione equivalente alle (119).
Con le posizioni fatte, si ricava
(120)
Rn ( ) = 21 cos(2fc ) [Rx ( ) + Ry ( )] +
; 12 sin(2fc ) [Rxy ( ) ; Ryx ( )]
Poiche le medie di tutti i processi i gioco sono nulle, la (48) ci dice che le
varianze sono pari al valore che le rispettive funzioni di correlazione assumono
nellorigine.
Possiamo dunque ricavare le varianze di xn (t) e yn (t) nota quella di n(t), che
e` pari a
Rn (0) = n2 =
Z +1
;1
= 2N0B
(121)
P (f )df =
s(t) =
A cos(2f t)
c
1
0
r0 (t) =
xn (t)+A 1
xn2(t) 0
cos (2fc t)
xn (t) E yn (t)
113
r0 (t)
n(t)+s(t)
F IGURA 4
Questo perche, ad esempio, se si trasmette un 1:
= xn (t) + A
Filtrato via
F IGURA 5
Si noti che larea sottostante ciascuna gaussiana e` pari a un mezzo a causa
della normalizzazione. Conosciamo inoltre da (122) la loro varianza. Si ottiene
che
(123)
=
P (e) = 12 erfc p A=2
2
2
N
B
0
= 12 erfc pA
4 N0 B
E` sempre ultile relazionare la probabilit`a derrore allenergia spesa per trasmettere ciascun simbolo di canale. Per fare cio` bisogna calcolare Es in funzione
di A:
Es = A2 Ts 21 =
2
=A T =
4 s
2
= A4 B1
114
B = D = T1
(124)
2 cos (2fc t)
r0 (t)
D
F IGURA 6
-fc
fc
F IGURA 7
In effetti la densit`a di potenza e` per sua natura pari, quindi non c`e nessuna
informazione contenuta nelle regioni evidenziate che non sia anche nelle corrispettive met`a non evidenziate; questo e` uno spreco di banda, quindi si puo` pensare di
dimezzarla trasmettendo solo le frequenze in modulo superiori a fc , ottenendo un
segnale che puo` essere demodulato con il consueto ricevitore coerente (vd. fig. 8).
Questo tipo di trasmissione viene chiamato AM-SSB (Amplitude Modulation
Single Side Band) e si distingue quando si trasmette la banda laterale inferiore, la
LSB (Low Side Band), da quando si trasmette la banda laterale superiore, la USB
(Upper Side Band). Come sempre, pero,
` una certa quantit`a di ridondanza puo`
aiutare a rendersi maggiormente immuni al rumore, quindi spesso il taglio non e`
cosi netto, ma si opta per filtraggi di forme diverse, come quello di figura 9.
-fc
fc
-fc
fc
115
F IGURA 8
-fc
fc
-fc
fc
F IGURA 9
Tali tipi di filtraggi complementari vengono detti filtraggi vestigiali, e non dimezzano piu` la banda, ma ne impiegano una di ampiezza pari a
B 0 = B (1 + )
CAPITOLO 15
+A cos(2f t)
s(t) =
;A cos(2fct)
Dunque
(125)
P (e) = erfc
rE !
s
2N0
Eb
=N
In questo caso ad ogni simbolo del canale corrisponde uno ed un solo bit,
quindi Eb = Es .
(126)
P (e) = 12 erfc
r
2
117
cos
sin
F IGURA 1
ramo superiore ha come soglia lasse delle ordinate, mentre quello inferiore lasse delle ascisse: e` del tutto spontaneo scegliere come soglie lunione delle due
soglie, cio`e porre come regione di decisione di ciascun simbolo il quadrante cui
appartiene, come si vede in figura 2.
F IGURA 2
Ad ogni simbolo e` associata una gaussiana bidimensionale, come quella di figura 3, ma non e` necessario integrare su di essa per calcolare la probabilit`a derrore
sul bit, infatti, essendo il 4-PSK uguale ad un doppio B-PSK, la probabilit`a derrore
sul bit in fuzione dellenergia per bit sar`a la stessa:
(127)
Pb (e) = 12 erfc
rE !
b
2N0
Percio`
(128)
Ps (e) = 21 erfc
rE !
s
4N0
118
F IGURA 3
Ancora una volta e` possibile individuare una relazione di proporzionalit`a inversa fra Eb e Pb : tale caratteristica e` spesso utilizzata per operare confronti fra
differenti sistemi, in quanto viene rappresentata mediante diagrammi come quello di figura 4, in cui entrambi gli assi sono logaritmici e il sistema migliore ha una
curva che si avvicina maggiormente allorigine.
Pb(e)
Sistemi migliori
(S/N)dB
F IGURA 4
s(t) =
A cos(! t + )
c
1
0
s(t)
r(t)
n(t)
m(t)
119
Dec
DI
F IGURA 5
Attraversato il filtro risonante2
[A + x (t)] cos(! t + ) ; y (! t + )
n
c
c
n c
c
r(t) + m(t) =
(130)
fr0 (rjs0 ) =
(131)
fr0 (rjs1 ) =
(132)
r2 e; 2r22
r>0
r<0
r2 e; r22+2A2 I0 ; rA2
r>0
r<0
Per I0 si intende una funzione di Bessel del primo tipo non modificata:
I0 () = 21
Z 2
0
ez cos dz
S / A2
N / 2
) NS / A2
la media di fr0 (rjs0 ) e` quasi nulla, mentre fr1 (rjs1 ) assomiglia ad una delta cen-
j ; j
120
fr (r|s0)
0
fr (r|s1)
0
Soglia
ottima
P (e) 21 e; 8A2 =
2
= 21 e; N0 2TsB =
Eb
= 12 e; N0
Eb 1
(133)
Poiche
1
2Ts B
= 1.
10--
11--
01--
00--
10--
11--
01--
00--
10--
11--
01--
00--
10--
11--
01--
00--
121
F IGURA 7
1000
1100
0100
0000
1001
1101
0101
0001
1011
1111
0111
0011
1010
1110
0110
0010
F IGURA 8
alquanto immediata: basta combinare due 4-ASK come si vede in figura 9. Questo
cos
2
Px
PI
2
Py
sin
F IGURA 9
SO
122
tipo di ricevitore ha come soglie quelle di figura 10, che sono peraltro le piu` ovvie,
ma hanno la caratteristica di rendere le regioni di decisione di dimensioni variabili.
1000
1100
0100
0000
1001
1101
0101
0001
1011
1111
0111
0011
1010
1110
0110
0010
F IGURA 10
Tutto cio` si riflette nel fatto che le probabilit`a derrore vanno calcolate separatamente per
Simboli di vertice (i piu` avvantaggiati);
Simboli di lato;
Simboli interni (i piu` svantaggiati);
Se chiamiamo f (x; y ) la gaussiana bidimensionale con x = y = 0 e con
nota (perche direttamente ricavabile dalla potenza del rumore), e` facile ricavare la
tabella 1.
Se i simboli di canale sono equiprobabili, e` evidente che
Ps (e) =
M
X
i=1
P (ejSi )P (Si ) =
16
1X
= 16
P (ejSi ) =
i=1
= 14 [P (ejSv ) + 2P (ejSl ) + P (ejSi )]
Il calcolo di Pb (e) e` un po piu` complesso, ma, se si suppone che la codifica Gray bidimensionale che abbiamo elaborato sia cos` efficace da garantire che
quasi sempre un errore di simbolo corrompa un singolo bit, e` ovvio che
Pb 14 Ps (e)
Questa e` una stima ottimistica, ma piuttosto vicina alla realt`a, specie se il
rumore e` piuttosto basso5 .
5 Peraltro in genere interessa solo lordine di grandezza del rapporto
S
N.
Simboli di Vertice
Rd Rd
2
2
P (C jSV ) = ;1
;1 f (x; y)dxdy
Simboli di lato
R + d2 R + d2 f (x; y)dxdy
P (C jSL ) = ;1
; d2
Simboli interni
R dR d
P (C jSI ) = ;+d22 ;+d22 f (x; y)dxdy
p , 12 erfc pd=2
2
123
124
(135)
C
D
B
A
H
F
G
F IGURA 11
Se noi applichiamo le soglie di un 8-ASK ad un 8-PSK, si ottengono le regioni
di decisione di figura 12.
Purtroppo non si puo` ricorrere ai calcoli eseguiti per il M-ASK, in quanto,
anche se il rumore di ingresso e` gaussiano bianco, modulo e fase non hanno distribuzione gaussiana (vedi paragrafo 1 del capitolo 14). Lunica possibilit`a e` pensare ancora in termini di xn e yn : centrata attorno ad ogni simbolo e` presente una
gaussiana bidimensionale, come in figura 13.
125
C
D
H
F
G
F IGURA 12
F IGURA 13
E` difficile integrare sulla sola area interessata, ma e` possibile eseguire unapprossimazione che puo` snellire notevolmente i calcoli: osservando la figura 14, si
nota facilmente che valgono le seguenti considerazioni:
R\W =Q
Ps (e) = P (sR 2 R [ sR 2 W ) =
= P (sR 2 R) + P (sR 2 W ) ; P (sR 2 Q)
Se introduciamo lapprossimazione6
P (sR 2 Q) 0
si ottiene la relazione
126
D
R
Q
W
F IGURA 14
E` molto facile integrare sui domini R e W in virtu` della simmetria radiale della
gaussiana: usando come sistema di riferimento il sistema di figura 15 di ottiene:
+1 ; d
ZZ
;1
Z;1
+1 Z ; d2
;1
Z;1
; d2
;1
f ()dd =
f ( )f ()dd =
f ( )d =
= 12 erfc pd
2 2
p y
y = N0 B
d
2
F IGURA 15
127
pd
Ps (e) 6 p + p = erfc
(136)
2 2y
(137)
+ r0(t)
r (t)
2 cos 2 f2 t
F IGURA 16
Il segnale ha la forma
r(t) =
A cos(2f t)
1
A sin(2f2 t)
1
0
Se f2 > f1 , gli spettri su canale, ramo superiore e ramo inferiore sono quelli di
figura 17. Si nota che per evitare sovrapposizioni negli spettri, deve essere
(138)
jf2 ; f1 j > 2B
+A
r0 (t) =
;A
1
0
A cos(2f t) + n (t)
1
1
r(t) =
;A cos(2f2 t) + n2 (t)
1
0
-f2
...
B 1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
Sul ramo
superiore
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
-f1
1
1
0 canale
0
Sul
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
11111
00000
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
0
f1
128
f2
...
F IGURA 17
La banda di n1 (t) e n2 (t) e` pari a 2B ed essendo centrati rispettivamente a f1 (t)
e f2 (t), per la (138) non hanno frequenze in comune, dunque sono statisticamente
indipendenti.
Supponiamo di trasmettere un 1: il ramo superiore fornir`a al nodo di somma
il segnale ed il rumore nella banda [f1 ; B; f1 + B ]; il ramo inferiore, chiaramente,
non vedr`a il segnale, ma il rumore nella banda [f2 ; B; f2 + B ] e` sempre presente,
quindi anche questo contributo verr`a convogliato nel nodo di somma.
Otteniamo cos`:
A + x (t) ; x (t)
n1
n2
r0 (t) =
1
0
Si definisce:
xn , xn1 ; xn2
caratterizzato dai seguenti parametri statistici:
xxn = 0
x2n = x2n (t) =
= [xn1 (t) ; xn2 (t)]2 =
= x2n1 (t) + x2n2 (t) ;
2| xn1 (t{z)xn2 (t})
=0
= x2n1 + x2n2 =
= 4N0B
(Statisticamente indipendenti)
Del resto e` quello che ci si poteva immaginare: doppia banda occupata significa doppio rumore introdotto.
7. UNION BOUND
129
0s
2
P (e) = 21 erfc @ 8NA B A =
0
= 12 erfc 4ENb =
0
r
= 12 erfc 4
(139)
(140)
Questo perche
2
Eb = Es = 2AB
(141)
P (e)
1 erfc ;p
2 p2
1 erfc
2 p2
1 erfc
2
2
Banda occupata
2R
2R
4R
F IGURA 18
Il calcolo della P (e) puo` essere svolto come e` stato fatto per lMPSK: si sommano le probabilit`a di ogni semipiano definito da ogni soglia e dal lato che non
7 Tecnica che esegue una ridisposizione dei bit per evitare lunghe sequenze di bit uguali.
8. LA RITRASMISSIONE
Psj (e) 6
M 1
X
2
ii=1
6=j
erfc
130
dij =2
p
2N
Si puo` dimostrare che la minore P (e) possibile viene raggiunta rendendo tutte
le dij uguali fra di loro.
Lequazione (142) e` eccessivamente pessimistica, perche tiene conto anche dei
simboli non adiacenti al simbolo in questione: questo si puo` evitare, e lequazione
che si ottiene prende il nome di Union Bound
(143)
Psj (e) 6
M 1
X
2
ii=1
6=j
iadjj
erfc
dij =2
p
2N
8. LA RITRASMISSIONE
-A
-VT
VT
131
F IGURA 20
Una volta scovato un errore di ricezione, lunica possibilit`a e` chiedere la ritrasmissione. Per unanalisi delle prestazioni di un sistema di tale genere, bisogna
introdurre alcuni simboli8 :
Simbolo
Definizione
Evento
+
1
P(CR)
V;TV fx (xjA)dx Corretta ricezione
T f (xjA)dx Errore non rilevato
P(ENR)
x
;1
+VT f (xjA)dx Ritrasmissione
P(RIT)
;VT x
R
R
R
P (e) =
+1
X
i=1
P (ENRjiT )P (iT ) =
= P (ENR)
+1
X
i=1
P (it)
Dunque
P (e) = P (ENR)
+1
X
i=1
P i;1 (RIT ) =
)
= 1 P;(PENR
(RIT )
nr =
(144)
+1
X
i=1
= 1 ; P1(RIT )
P (e) al variare
8. LA RITRASMISSIONE
132
La velocit`a di trasmissione R dei simboli della sorgente che vede lutente e` ora
strettamente minore di quella del caso in cui non cera la soglia doppia:
Ru = R[1 ; P (RIT )]
In realt`a si usano tecniche differenti per rilevare gli errori che non le due soglie,
anche se il risultato non cambia. Un metodo impiegato in pratica e` il bit di parit`a
(vedi paragrafo 3 del capitolo 1), che rileva un numero dispari di errori su un
pacchetto contenente K bit di informazione utile.
Dove e`
P (nE ) = k +n 1 pn (1 ; p)k;n
Se supponiamo che, per p > 2
P (2nE ) 0
(145)
lunico caso in cui possono avvenire errori non rilevati e` lerrore doppio su di un
pacchetto, quindi
(146)
Pb (e) P (e) K2
Tale stima e`
Ottimistica, per via della (145);
Pessimistica, perche non sono stati esclusi i casi in cui uno dei bit sbagliati
e` quello di parit`a
E` abbastanza logico considerare compensate le due stime.
CAPITOLO 16
z }| {
! RX ! N=A ! U
S ! A=N ! TX !
| {z }
|
{z
}
| {z }
Canale trasm.
Numerico
Analogico
Analogico
F IGURA 1
Come si era detto nel paragrafo 1 capitolo 1, la differenza fra segnale analgico
e segnale numerico sta nel fatto che questultimo e` discreto:
nel tempo;
nei valori che puo` assumere.
Poiche per un segnale analogico tali vincoli non sussistono, la discretizzazione nel
tempo (campionamento) e nei valori (quantizzazione) sono le mansioni del blocco
A/N, mentre compito del blocco N/A e` la ricostruzione del segnale originale.
Vediamo separatamente le due operazioni di discretizzazione e ricostruzione.
1.1. Campionamento. Si puo` supporre che la sorgente fornisca un segnale limitato in banda, dunque sia sempre possibile trovare una frequenza di campionamento che permetta di eliminare laliasing. Alla luce di quanto detto nel capitolo
6, tale frequenza deve soddisfare la relazione:
fc = T1 > 2B
E la struttura del blocco e` :
c
c
c
x(t)
n=;1
;;;;
!
;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;!
x?P+1
? n=;1 (t;nTc)
134
-V
F IGURA 2
Siamo ora in grado di presentare la struttura del blocco A/N:
x(t)
xc (t)
;;;;
!
;;;;
!
x?
?
xq (t) =
+1
X
n=;1
q (t)
;x;;
!
Qfx(nTc)g(t ; nTc)
xq (t) e` ora un segnale numerico e, nel caso di sorgente a banda limitata, la sola
quantizzazione opera una perdita di informazione che e` molto modesta.
1.3. Ricostruzione. Mira ad invertire loperazione di campionamento compiuta dal convertitore A/N, e consiste nel consueto filtro passa-basso.
2. Rumore di quantizzazione: un primo approccio
Il metodo piu` semplice per modellare la perdita di informazione causata dal
quantizzatore e` sostituirlo con un nodo di somma:
xq (t)
xc (t)
;;;;
! ;;;;
!
x?
?nq (t)
dimostra la figura 3.
Nel presente paragrafo assumeremo valida la seguente ipotesi semplificativa:
fxc (t) e` una distribuzione uniforme. In tal caso ci si svincola dalla dipendenza
f x Q |s 1 (y)
f x c(t)
= K
= K
xc
-V/2
s4
135
V/2
-V/4
s3
s2
s1
-3V/4 -V/4
V/4
3V/4
V/4
xQ
F IGURA 3. Esempio di distribuzione di xc (t) e relativa distribuzione di nq (t) se e` stato trasmesso il simbolo s1 , cio`e per x 2
(0 ; V2 ) . La dinamica del segnale e` V ed e` stata divisa in quattro
intervalli di uguale ampiezza (pari a V2 ).
del simbolo trasmesso ed anche dallo stile di quantizzazione: ci basta conoscere
lampiezza degli intervalli di quantizzazione, come illustra la figura 4.
f x Q |s 1 (y)
f x c(t)
2/V
1/2V
xc
-V
-V/2
V/2
-V/4
V/4
F IGURA 4
Ora che conosciamo le distribuzioni di xc (t) e di nq (t) e` possibile ottenere il
S:
rapporto N
S
x2c (t)
=
N Q n2q (t)
Sfruttando stazionariet`a ed ergodicit`a di nq (t), si ha che
P = R(0)
R(0) = 2
Percio:
`
n2q (t) =
=
Z +1
Z;1
+ 2
; 2
2
= 12
Basta sostituire V a
2 per ottenere x2 (t):
136
y2 fnq (y)dy =
y2 1 dy =
x2 (t) = V3
Concludendo:
S
2V 2
=
N Q
(147)
M = 2V ) NS = M 2
Q
(149)
S
x2q (t)
=
N Q n2q (t) = number
2
(M 2 ; 1) 12
=
=
2
12
= M2 ; 1 M2
n = log2 M bit
; S anche in funzione di n:
Quindi si puo` esprimere N
Q
S (M 2
= 22n
N Q = M 2 ; 1 = 22n ; 1
Ovvero approsimando:
S
N Q=2
2n
137
S
(150)
2n
N QjdB = 10 log10 2 =
= 2n10 log10 2 6; 02n
;
;V ; ; V2 ! ; 34 V
V 1
; 2 ; 0 ! ;4V
0 ; + V2 ! + 14 V
V 3
+ 2 ; V ! +4V
Volendo associare due bit a ciascun livello, si puo` seguire questa strada:
; 34 V = ; V2 ; V4
; 41 V = ; V2 + V4
+ 41 V = + V2 ; V4
+ 43 V = + V2 + V4
(; ;) ! 0 0
(; +) ! 0 1
(+ ;) ! 1 0
(+ +) ! 1 1
138
Se quantizziamo in questa maniera, si puo` trovare una semplice via per esprimere analiticamente il segnale risultante:
xQ =
n V
X
i=1
Dove
2i ai = V
ai = +1
;1
n a
X
i
i
i=1 2
1
0
n b
X
j
x~Q =
Ancora
j
j =1 2
bj = +1
;1
1
0
I bit
II bit
1/2
1/2
1
1/4
1/4 1/4
1
1/4
F IGURA 5
Sono equiprobabili anche i bj ? Basta eseguire un semplice calcolo:
= 12
P (bj = 0) = 1 ; P (bj = 1) =
= 12
139
Ora che sappiamo che sia gli ai che i bj sono equiprobabili, possiamo calcolare
il rumore che viene introdotto dal canale:
ne = x~Q ; xQ =
n b
n
X
j ; V X ai =
=V
2j
2i
=V
Se ne deduce che:
n2e = V 2
j =1
n b
X
i=1
i ; ai
2i
i=1
"X
n b ; a #2
i
i
=
i
i=1 2
n
n b ;a
X
ai X
j
j
= V 2 bi ;
i
j =
2
2
i=1
j =1
n X
n
X
=V2
(bi ; ai )(bj ; aj ) 2i1+j
i=1 j =1
Poiche:
(bi ; ai )(bj ; aj ) = bi bj ; ai bj ; aj bi + ai aj
Basta calcolare i vari addendi, ricordando che i bj e gli aj sono scorrelati:
(1
1
bi bj = 2 (+1) (+1) + 2 (;1) (;1) = 1 i = j
bi bj
i=
6 j
Siccome i bi sono a media nulla:
bi = 12 1 + 12 (;1)
Si ha che:
bi bj = 1 i = j
0 i 6= j
Le stesse propriet`a statistiche sono applicabili agli ai , quindi possiamo esprimere il tutto nel seguente modo:
bi bj = i;j
ai aj = i;j
140
i = j allora
ai bi =(9 + 1) (+1) 21 (1 ; p) +
(;1) (;1) 12 (1 ; p) +
(+1) (;1) 12 p +
(;1) (+1) 12 p = 1 ; 2p
altrimenti
ai bj = ai bj = 0
Ripercorrendo a rovescio i passi finora compiuti, abbiamo:
S
S
N OUT = n2q + n2e =
V2
= V 2 4 3 2 M 2 ;1 =
3M 2 + 3 pV M 2
2
= 1 + 4pM
(M 2 ; 1)
141
S
S =
=
2
N OUT nq + n2e
= n2 1 n2 =
q
e
S + S
= 1 1 1
S + S
n2q
n2e
S
S kS
=
N OUT n2q n2e
(151)
S minore) secondo la
Come e` ovvio prevale il rumore piu` forte (cio`e il rapporto N
curva rappresentata in figura 6. Puo` essere interessante calcolare la soglia p :
( SN )
dB
( SN )
( SN )
48dB
;
p*
S
F IGURA 6. Il rapporto N
dB al variare della probabilit`a derrore:
se questa e` sufficientemente bassa prevale nq , che e` di norma trascurabile e, comunque, costante. Se si supera la soglia p , e` la ne a
prevalere, e le prestazioni del sistema crollano. E` rappresentato il
caso M = 256 e n = 8.
S
= NS
N q
n2q = n2e
Da cui si ricava p :
(152)
4 p V 2 M 2 ; 1 = 1 V 2
3
M2
3 M2
p = 4(M 21 ; 1)
p 4M1 2 = 22n1+2
( SN )
142
n1
dB
n2
aumento
bit
n3
p*1
p*2
p*3
Cerchiamo di ovviare alla non uniformit`a: l` si trover`a anche la soluzione al problema della non stazionariet`a. Supponiamo che la dinamica teorica del segnale
x(t) non sia V , ma che in realt`a sia sempre
con Vin < V . Il risultato e` che impieghiamo male i bit a disposizione, riducendo
S :
il rapporto N
q
;
S
V2
3in2 =
=
V
N q 3M 2
2
= VVin M < M 2
= 109 V , allora
2
SN = 10 log10 VVin =
Lespressione in deciBel e` :
S
V 2
in
143
E` necessario dunque introdurre un blocco aggiuntivo a monte del quantizzatore che rimappi gli intervalli, come si vede in figura 8. A questo punto i i
yc
xi
xc
i
xc
yc
F IGURA 8
sono funzione del valore xc . Se sono sufficientemente ridotti, si puo` approssimare
la curva ad una unica spezzata, ricavando la relazione
2
dy
M
dx xc 2i i
Da cui si ottiene
i = M2 dx
dy
(153)
xc 2i
Calcoliamo ora la n2q senza supporre che la distribuzione fx (x) sia uniforme:
n2q = (x ; xq )2 =
=
=
Z +1
;1
(x ; xq )2 fx(x)dx =
M Z xi + 2i
X
i=1 xi ; 2i
(x ; xi )2 fx(x)dx
f i
si puo` pensare che f 0, cio`e che non vari allinterno dellintervallo, come si
vede dalla figura 9. In tal caso si puo` estrarre la fx dallintegrale:
144
Approssimazione
F IGURA 9
n2q
=
=
M
X
i=1
M
X
i=1
M
X
i=1
fx (xi )
Z xi+ 2i
xi ; 2i
(x ; xi )2 dx =
fx (xi ) 12i =
3
pi 12i
fx (xi )i = pi
Si noti che nel caso esaminato nel paragrafo 2, lapprossimazione coincide con
il risultato esatto, perche la distribuzione e` costante globalmente; come riprova, i
due risultati sono identici. Ricordando la (153) si ottiene
Con M
!2
M
X
1
dx
n2q = 3M 2 pi dy
x2i
i=1
! 1, si ha il passaggio al continuo:
n2q = 3M1 2
Poiche
x2 =
Si ottiene
2
fx(x) dx
dy dx
;1
Z +1
Z +1
;1
fx(x)x2 dx
R +1 f (x)x2 dx
;1 x
N q = 1 2 R +1 fx(x) dx 2 dx
3M ;1
dy
;
Il nostro obiettivo e` la costanza del rapporto S : se pero`
S
dx = Kx
dy
N q
Si ottiene
S
145
R +1 f (x)x2 dx
x
3M 2
=
R;1
+1 f (x)K 2 x2 dx K 2
N q = 3M1 2 ;1 x
y = K1 ln x + C
Se x < 0, si puo` adottare la curva di figura 10, che pero` non e` invertibile, dunque
ci possono essere ambiguit`a a livello del ricevitore.
F IGURA 10
Una possibile soluzione consiste nel raccordare le due curve come mostrato
nella figura 11.
F IGURA 11
146
Esistono di fatto due differenti standard per raccordare le curve: uno statuitense ed uno europeo:
+ jxj)
(USA) ) y = ln(1
ln(1 + )
8 Ajxj
>
< 1+ln A jxj 6 A1
(Europa) ) y =
>
: 1+ln
Ajxj 1
1+ln A A < jxj 6 1
jxj 6 1
sebbene si sia cercato di rendere, per ragioni di mercato, questi due standard il
piu` incompatibili possibile, le distorsioni causate da ricevitore e trasmettitore che
S e` :
usano i due diversi standard, sono trascurabili. Il rapporto N
q
S
;
N q = 6; 02n +
= 4; 77 ; 20 log10 ln(1 + )
= 4; 77 ; 20 log10 (1 + ln A)
(Sistema )
(Sistema A)
APPENDICE A
f (x) A(x ; x0 ) = Af (x ; x0 )
Questa propriet`a puo` essere sfruttata per eseguire agevolmente calcoli con
funzioni trigonometriche. Per prima cosa, pero,
` bisogna introdurre le due funzioni
s(x) = 2j sin x
c(x) = 2 cos x
F IGURA 1
Il calcolo mediante s(x) e c(x) nel dominio delle frequenze si dimostra particolarmente agevole, infatti il prodotto di due funzioni trigonometriche, che normalmente e` piuttosto faticoso, diventa una convoluzione di delta.
Come esempio si puo` cercare unespressione equivalente a
Q = sin A cos B
1 Adattato da: Mencuccini, Silvestrini, Fisica II (Liguori Editore).
2 Per delta di forza A e fase x di intende
.
A(x)
147
148
Per prima cosa bisogna ricondurre tutto ad una funzione di s(x) e c(x)
B-A
B+A
F IGURA 2
Non e` difficile individuare due coppie di delta in configurazione simile a quella della trasformata di s(x), dunque, per la linearit`a della trasformata di Fourier
Q = 41j s(A)c(B ) =
sin(11x) = cos(7x)
149
Qui c`e un problema aggiuntivo: se si passa direttamente a s(x) e c(x), lespressione che si ottiene e` in parte immaginaria, ma c`e un espediente:
7x
9x+ /4
11x+ /2
2x+ /4
F IGURA 3
x = =36 + k=9
x = =8 + k=2
sin A2 = 12 (1 ; cos A)
r
A
cos = 1 (1 + cos A)
2
150
sin2 A = 21 [1 ; cos(2A)]
sin3 A = 14 [3 sin A ; sin(3A)]
cos2 A = 12 [cos(2A) + 1]
cos3 A = 14 [cos(3A) + 3 cos A]
151
APPENDICE B
Formulario
1. Teoria dellInformazione
Pag. 8, eq. (1) Entropia di una sorgente:
H =;
N
X
j =1
pj log2 pj
pj = 21j
8j < N
2. Analisi di Segnali
Pag. 13, eq. (3) Potenza normalizzata:
2
Pdu = (Zout iout )iout = 4VZout
out
Zb
a
(t) (t)dt = 0
Zb
a
Ki =
Zb
a
ji j2 dt = Ei
Ew =
152
N
X
j =0
jaj j2
153
n=
p1T ej2nf0 t
0
cn = T1
Z a+T0
0 a
w(t) =
w(t)e;jn!0 t dt
+1
X
n=;1
cn ejn!0 t
Pag. 24, eq. (16) Propriet`a dei coefficienti per una funzione reale:
w(t) = c0 + 2
+1
X
n=1
+1
X
n=1
+1
1 Z a+T0 jw(t)j2 dt = X
jcn j2
T0 a
n=;1
W (f ) = F [w(t)] =
Z +1
;1
w(t)e;j2ft dt
w(t) = F ;1 [W (f )] =
Z +1
;1
W (f )ej2ft df
Pag. 25, eq. (21) Trasformata di Fourier nel dominio della pusazione:
W (! ) =
Z +1
;1
w(t)e;j!t dt
Pag. 25, eq. (22) Antitrasformata di Fourier nel dominio della pulsazione:
Z +1
1
W (!)ej!t d!
w(t) = 2
;1
154
W (f ) =
Z +1
;1
Z +1
;1
Z +1
;1
w1 (t)w2 (t)dt =
Z +1
;1
W1 (f )W2 (f )df
Ffw(t)g =
+1
X
n=;1
cn (f ; nf0 )
W (f ) = f0
+1
X
m=;1
(f ; mf0 )
+1
X
m=;1
e;j2fmT0 = f0
+1
X
m=;1
(f ; mf0)
cn = WT (nf0 )f0
Ew (f ) = jW1 (f )j2
Pw (f ) = T !lim+1 jWTT(f )j
Pw (f ) = FfRw ( )g
Rw ( ) = w (t) w(t + )
7. CODICI DI LINEA
155
Pag. 34, eq. (42) Densit`a spettrale di potenza nota la Serie di Fourier:
Pw (f ) =
+1
X
n=;1
5. Processi Casuali
Pag. 35, eq. (43) Media temporale:
Z + T2
; T2
x(t)dt
h i2
x(t) = !lim
+1 Rx ( )
Pag. 40, eq. (52) Densit`a spettrale alluscita di un sistema lineare invariante:
Py (f ) = H (f )2 Px(f )
H (f )= C
\H (f ) = ;2fTd
fc > 2B
7. Codici di Linea
Pag. 51, eq. (59) Densit`a spettrale di una trasmissione dotata di funzione di autocorrelazione R:
"
+1
2
X
Px(f ) = jF (Tf )j R(0) + 2 R(k) cos(k!Ts)
s
k=1
"
+1
2 2 2 X
j
F
(
f
)
j
n
Px(f ) = T + T
f;T
s
s n=;1
s
156
= B R=2
00
= B R=2
00
=l
max = l = log2 1 + NS
Pag. 57, eq. (63) Massima efficienza con segnalazione NRZ antipodale multilivello:
P ja s(t ; nT )j
Dp = n6=0 jan s(t0 )j s
0 0
Pag. 59, eq. (64) Distorsione di picco in una segnalazione NRZ antipodale:
P s(t ; nT )
Dp = n6=0 s(t0 ) 0 6 12
0
DE2 =
s(t0 ; tTs ) = C n = 0
0 n 6= 0
Pag. 64, eq. (71) Primo criterio di Nyquist:
+1
1 X
Ts k=;1 S (f ; kfs ) = C
8
>
<11 h
i jf j < f1
j
f
j;
f
1
S (f ) = > 2 1 + cos 2f
f1 < jf j < B
:0
jf j > B
f , B ; f0 = f0 ; f1
r , ff
0
1
D = T = 2f0
s
B = f0 + f = D2 (1 + r)
157
Pag. 67, eq. (73) Calcolo dei coefficienti del filtro trasversale:
+N
X
bn wc [(k ; n)Ts ] = 1 k = 0
0 k 6= 0
n=;N
9. Rumore
Pag. 71, eq. (77) Densit`a spettrale di potenza della tensione derrore:
Pv (f ) 2RTK
Pd (f ) = KT
2
Te = T0 (F ; 1)
n
Y
i=1
gi jW
Pag. 78, eq. (82) Cifra di rumore totale di una catena di doppi bipoli:
12
Pag. 78, eq. (83) Temperatura equivalente totale di una catena di doppi bipoli:
Te = T1 + Tg 2 + gTg3 + + g TN g
1
1 2
1
N
10. Filtro Adattato
HRX (f ) = k PS ((ff )) e;j!t0
n
Pag. 83, eq. (90) Rapporto segnale rumore alluscita del filtro adattato:
S
2
N o = N0 Es
Pag. 84, eq. (91) F.d.t. filtro adattato in presenza di rumore gaussiano bianco:
H (f ) = N2k S (f )e;j2ft0
0
2
k
h(t) = N s (t0 ; t)
0
158
e;px2
x
x>4
Pag. 88, eq. (94) Probabilit`a derrore di un sistema NRZ in caso di soglia ottima:
Pag. 90, eq. (96) Probabilit`a derrore sul bit di un sistema a M livelli con codifica
Gray:
Pag. 95, eq. (98) Calcolo della densit`a spettrale di un segnale modulato nota quella del
suo inviluppo complesso:
Pv (f ) = 14 Pg (f ; fc) + Pg (f + fc )
g(t) = Am(t)
h = 2
Pag. 101, eq. (105) Condizione di non sovrapposizione delle sottobande per lFSK:
jf2 ; f1 j > 2R
Pag. 101, eq. (106) Segnalazione FSK con due oscillatori indipendenti:
v(t) = A1 cos(2f1 + 1 )
A2 cos(2f2 + 2 )
Pag. 101, eq. (107) Segnalazione FSK con VCO:
Z +1
;1
m()d
159
g(t) = Aej(t)
(t) = Df
Z +1
;1
m()d
B = log2RM
2
Pag. 106, eq. (110) Densit`a spettrale per tutte le segnalazioni M-PSK:
(fTs )
Pg (f ) = Es sin(fT
)2
s
fT ) 2
s
Pg (f ) = C sin(fT
s
C=
Es
R +1 sin2(fTs)
Ts ;1
2 f 2 Ts2
8
>
<xn(t) = yn(t) = 0
R ( ) = R ( )
>
:Rxxyn( ) = ;Rynyx( )
A
p
4 N0 B
rE
Pag. 113, eq. (123) Probabilit`a derrore per lOOK con demodulatore coerente:
P (e) = 12 erfc
= 21 erfc 4Ns
0
B e` la banda unilatera del segnale non modulato, vd. figura 1 a pagina 109.
160
rE !
s
8
<Pb(e)
:Ps(e)
2N0
r
2
q
= 12 erfc 2ENb0
q
= 12 erfc 4ENs0
Pag. 120, eq. (133) Probabilit`a derrore nellOOK con demodulatore incoerente4 :
1 ; NEb
Ps (e) = Pb (e) 2 e
8
<Ps (e) 6 erfc 2pd2
:Pb (e) log12 M Ps (ey)
Pag. 129, eq. (139) Probabilit`a derrore nel FSK con demodulatore coerente:
Psj (e) 6
M 1
X
2
ii=1
6=j
iadjj
erfc
dij =2
p
2N
nr = 1 ; P1(RIT )
Pag. 132, eq. (146) Probabilit`a derrore di un bit in un pacchetto dotato di codice di
parit`a:
Pb (e) P (e) K2
3 Il parametro
vale NE0b .
4 Si suppone che
S
N
161
x2c (t) = M 2 6n dB
n2q (t)
x2q (t)
= M2 ; 1
n2q (t)
S
Pag. 141, eq. (151) Rapporto segnale rumore in una trasmissione PCM:
S kS
=
N OUT n2q n2e
p = 4(M 21 ; 1)