You are on page 1of 4

Universit`

a di Torino
Scuola di Scienze della Natura
Corso di Laurea in Matematica
A.A. 2014-15

ANALISI MATEMATICA 1
PROVA SCRITTA DEL 22/6/2015
CORREZIONE

I candidati che sostengono lesonero sono tenuti a svolgere gli esercizi 1, 2, 4.


I candidati che sostengono la prova completa da 15 cfu sono tenuti a svolgere gli esercizi 1, 2, 4, 5.
I candidati che sostengono la prova completa da 12 cfu sono tenuti a svolgere gli esercizi 1, 3, 5, 6.
Es. 1 (a) Sia > 0. Determinare la soluzione y del problema di Cauchy

x y2
0
y =
,
x2

y(1) = .
(b) Verificare che se < (2 ln 2 1)1 allora il dominio di definizione di y `e (, 2).
(c) Sia h C 1 (R, R) tale che h(0) = 0 e h(t) > 0 per t 6= 0. Siano > 0 e y la soluzione del problema di
Cauchy

x h(y)
0
y =
,
x2
y(1) = .
Assumendo che y sia definita in ] , 1], si studi la monotonia di y , si calcoli limx y (x) e se ne
tracci un grafico approssimativo.
2

xy
ammette y = 0 come unica soluzione costante ed
(a) Osserviamo che lequazione differenziale y 0 = x2
essendo > 0 deduciamo dal Teorema di esistenza e unicit`a locali che la soluzione y `e positiva sul
suo dominio di definizione. Integriamo ora lequazione separando le variabili e tenendo conto del dato
iniziale:
Z x
Z x 0
t
y (t)
dt
=
dt,
2 (t)
y
t

2
1
1
ovvero
Z y (x)
dy
x
= [t + 2 ln |t 2|]1 .
y2

Deduciamo che, essendo il dato iniziale in x0 = 1, certamente lintervallo massimale di definizione `e


contenuto in (, 2) (in x = 2 il logaritmo non `e definito), pertanto

1
1
+ = x + 2 ln(2 x) 1
y (x)

e quindi


1
y (x) =
+ 1 x 2 ln(2 x)

1
.

(b) y `e definita quando f (x) := 1 + 1 x 2 ln(2 x) 6= 0. La funzione f , definita su (, 2) diverge a


+ agli estremi del suo dominio e presenta un punto di minimo in x = 0. Poiche f (0) = 1 + 1 2 ln 2
deduciamo che se f (0) > 0, ovvero se < (2 ln 2 1)1 , allora y `e definita su (, 2).
(c) Come nel punto (a), la soluzione y si mantiene strettamente positiva sul suo intervallo di definizione
in quanto non pu`
o intersecare la soluzione costante y = 0 per il Teorema di esistenza e unicit`
a locali.
Per studiare la monotonia di y dobbiamo studiare il segno della sua derivata prima, ovvero, essendo h
x
strettamente positiva, il segno di x2
. Assumendo che y sia definita su (, 1], possiamo concludere
che essa `e crescente su (, 0) e decrescente su (0, 1); in x = 0 la soluzione ha un punto di massimo.
Per la monotonia di y e per la sua limitatezza (dal basso) abbiamo che limx y (x) = ` 0, ovvero
y presenta un asintoto orizzontale a . Abbiamo, per la continuit`a di h, che
lim y0 (x) = h(`)

ovvero tale limite esiste. Il Teorema dellasintoto impone quindi che h(`) = 0, ovvero, per le ipotesi sulla
funzione h, ` = 0.

Es. 2 Sia data la serie di funzioni

+ 
X

2 sin x

n

(a) Determinare linsieme I di convergenza della serie e la sua somma.


(b) Sia [a, b] I. Vi `e convergenza uniforme in [a, b]?
(c) Vi `e convergenza uniforme in I?

P+
(a) Ponendo t := 2 sin x possiamo trasformare la serie data nella serie di potenze 1 tn , che converge
se e solo se |t| < 1. Questa condizione, riportata nella variabile x, diventa

2
2

< sin x <


2
2
quindi


[

+ k, + k .
4
4
kZ

Inoltre su I la somma della serie risulta essere s(x) = 2 sin x(1 2 sin x)1 .

(b) Sia [a,P


b] I. Allora esiste (0, 1), dipendente da [a, b], tale che | 2 sin x| , per ogni x [a, b].
+ n
Poich 1 converge, allora, per il Criterio di Weierstrass, la serie di partenza converge uniformente
in [a, b].
I=

(c) Utilizziamo la definizione e consideriamo la differenza tra la ridotta m-esima della serie e la sua somma,
ovvero:

m

X
2 sin x ( 2 sin x)m+1

n

( 2 sin x)
.
=


1 2 sin x
1 2 sin x
n=1

Poich`e lestremo superiore su I di questa quantit`a `e +, il suo limite per m + non `e nullo e la
convergenza non `e uniforme su I.
Es. 3 Determinare i valori del parametro > 0 per i quali converge lintegrale impoprio
Z +
2x
dx.
x
3 x
0
La funzione integranda

f (x) =

2
3

x

1
,
x

presenta un asintoto verticale quando x 0+ , pertanto lintegrale da studiare non `e solo improprio in quanto
il dominio di integrazione non `e limitato, ma risulta anche improrio in x = 0.
Spezziamo lintegrale nel modo seguente (il punto x = 1 `e del tutto arbitrario)
Z
0

2x
dx =
3x x

Z
0

2x
dx +
3x x

Z
1

2x
dx
3x x

e stabiliamo per quali valori del parametro entrambi gli integrali sono convergenti. Per studiare la convergenza del primo integrale osserviamo che f (x) `e asintotica a x quando x 0, pertanto abbiamo
convergenza se e solo se (0, 1).
Concentriamoci ora sul secondo integrale, limitandoci a considerare (0, 1). Se 2/3 1 (ovvero se
log3 2) allora f (x) x ; pertanto, per il Criterio del confronte, lintegrale risulta essere divergente. Se
invece > log3 2 allora f (x) < (2/3 )x che ha integrale convergente su (1, +); pertanto anche il nostro
integrale in questo caso `e convergente.
Conclusione: lintegrale da studiare `e convergente se e solo se (log3 2, 1).

Es. 4 Determinarne il dominio di definizione, I, della funzione


Z x
et

dt.
G(x) =
3
1 t t + 2
Calcolare i limiti di G agli estremi di I. Stabilire in quali punti di I la funzione G risulta essere derivabile e
studiarne la monotonia. Prestare particolare attenzione alla presenza di punti di non derivabilit`a .
t

e
La funzione integranda g(t) := t
`e definita su R \ {2, 0} e x = 2 e x = 0 sono degli asintoti verticali.
3
t+2
La funzione G `e pertanto certamente definita su (2, 0). Notiamo che

1 1
g(t)
,
3
2t

t0

quindi
0

Z
lim G(x) =

x0

g(t) dt =
1

e il dominio di G non risulta essere ulteriormente estendibile a destra (per esserlo infatti sia
Rx
g(t)dt dovrebbero essere convergenti). Invece
0
1 1
g(t)
,
2 3t+2

R0
1

g(t)dt che

t 2

pertanto esiste finito


Z

lim G(x) =

g(t) dt =: `,

x2+

e abbiamo G(2) = `. Possiamo inoltre definire G anche per ogni valore x 2 ponendo
Z x
G(x) = ` +
g(t) dt
2

(osserviamo che anche il secondo integrale risulta essere finito per ogni valore di x fissato).
Possiamo dunque asserire che I = (, 0) e che G `e continua su tale dominio. Per calcolare limx G(x)
`e sufficiente notare che
1
0 < g(t) 4/3 , t ,
t
e applicare il Teorema del confronto per dedurre che G presenta un asintoto orizzontale a .
La funzione G `e derivabile laddove g `e continua, pertanto in I \ {2} e in questi punti si ha che
G0 (x) =

ex

.
x3x+2

Si deduce allora facilmente che G `e decrescente in (2, 0), crescente in (, 2).


In x = 2 la funzione presenta una cuspide, infatti
lim G0 (x) = + e

x2

lim G0 (x) = .

x2+

Es. 5 Al variare di a [0, +) calcolare il limite


lim

x0+

log(1 + x2 ) x sin x
.
xa

Il limite presenta una forma indeterminata. Ricordando gli sviluppi di McLaurin delle funzioni log(1 + t) e
sin t abbiamo che quando x 0
x4
log(1 + x2 ) = x2
+ o(x5 )
2
x4
x sin x = x2
+ o(x5 )
6
quindi
4
x3 + o(x5 )
log(1 + x2 ) x sin x
1
lim
= lim+
= lim+ x4a .
xa
xa
3 x0
x0+
x0
Concludiamo che se a < 4 il limite `e nullo, se a = 4 vale 31 , se a > 4 `e .

Es. 6 Determinare, per ogni valore di > 0, il numero di radici non nulle dellequazione

xe x = 1.

Consideriamo la funzione

f (x) = xe x ,
e osserviamo che f assume valori positivi se e solo se x > 0. Volendo determinare il numero di intersezioni
del grafico di f con la retta y = 1, possiamo limitarci a studiamo tale funzione su (0, +). Abbiamo
lim f (x) = +,

x0+

lim f (x) = +.

x+

Studiamo ora la monotonia di f calcolando




f 0 (x) = 1
ex .
x
Deduciamo che x = `e un punto di minimo, in cui la funzione vale e. Concludiamo quindi che:
1. se = e1 , lequazione ha una soluzione;
2. se > e1 , lequazione non ammette soluzione;
3. se < e1 , lequazione ha due soluzioni.

You might also like