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Tra post capitalismo e

Quarta via , non


perdiamo la rotta.
..
un post per
Rosso Malpelo
Luglio, 2015

The Guardian, nella rubrica dedicata ai libri, ha pubblicato, il 17/07 scorso, un lungo estratto dallultimo
lavoro di Paul Mason Post-capitalism a guide to our future (titolo che dovrebbe uscire anche in italiano per
il Saggiatore). Mason un giornalista inglese (Bbc Channel 4) ed ritenuto un esperto sia di questioni
economiche che di filosofia.
Pu essere utile sapere che Il manifesto (22/07/15) ha pubblicato una sua intervista, rilasciata a F. Coin, sulla
situazione greca e, in coda, lautore ha risposto anche ad alcune domande sulle questioni sollevate dal libro
in uscita.
Il contenuto del lungo post pubblicato dal quotidiano britannico mi apparso subito interessante, sin dal
titolo che mi ha incuriosito The end of capitalism has begun.
La frequentazione di Mason, da inviato, degli scenari di crisi internazionali (vedi da ultimo la Grecia) sembra
stia alla base dello sforzo compiuto per disegnare uno scenario o, se vogliamo, una specie di road map
alternativa, che dovrebbe segnare la strada per lassalto al cielo di una Sinistra che si trova, in questo primo
scorcio del XXI secolo, a collezionare una sconfitta dietro laltra.
Pur dovendo ammettere che nel piatto panorama generale lesercizio di Mason risulta da stimolo, quando
siamo arrivati sino in fondo nella lettura, sforzandoci di capire sia la lingua (mio limite) che la futuristica
costruzione politico economica, siamo rimasti col dubbio che la prospettiva indicata come post capitalista,
per indicare la nuova rotta alla Sinistra in affanno, sia in realt una sorta di Quarta via (dopo la Terza via,
quella sdoganata da Tony Blair, anni 90, per intenderci, rivelatasi un disastro per tutta la classe lavoratrice
anglosassone) riverniciata da un progetto (im)possibile di superamento del capitalismo dallinterno, e tutto
ci a partire da alcune suggestioni marxiane.
Il presupposto, diciamolo, abbastanza simile a tutti quelli che hanno vagheggiato e vagheggiano di
Sinistra senza socialismo: le ricette tradizionali della Sinistra hanno fallito e la recente sconfitta di
Syriza/Tsipras nella trattativa con lUe, della coda avvelenata dellesito del referendum greco, sono l a
dimostrarcelo in tutta la loro drammaticit.
Instead over the past 25 years it has been the lefts project that has
collapsed.

The

market

destroyed

the

plan;

individualism

replaced

collectivism and solidarity; the hugely expanded workforce of the world


looks like a proletariat, but no longer thinks or behaves as it once
did.

Larticolo del cui titolo accattivante abbiamo detto (The end of capitalism has begun) si compone in realt di
due parti la prima svolge unanalisi storico economica che potrebbe prefigurare, in modo classico,
unuscita simile, come dicevamo, a quella Terza via blairiana che tende a salvare in blocco il capitalismo,
ad abbracciarlo, e a fare finta di innovarlo. Un qualcosa di simile al renzismo, anche se questultimo non
altro che un succedaneo, una riduzione a burletta di quello che fu il New Labour di stampo anglosassone e
che sembra somigliare sempre di pi ad unimitazione del programma liberista dellaccoppiata Reagan
Thatcher.
La seconda parte si fa pi complicata (e anche pi seria, a mio parere). Si vuole disegnare un modello della
societ a venire partendo dal cambiamento di alcune dimensioni della sfera sociale e antropologica
fondamentali: la condivisione delle informazioni, il superamento della propriet intellettuale, e una nuova
interpretazione del valore di scambio delle merci secondo i principi del capitalismo cognitivo, per poi
passare ad una non ben individuata trasformazione dei modi di produzione in cui i rapporti tra capitale e
lavoro non vengono nemmeno lontanamente accennati. Non una menzione allansia di profitto in una societ
post, pre o capitalistica tout court e al modo di tenerla sotto controllo, n al reale superamento delle
ineguaglianze. Una teoria che viene fatta risalire al Marx dei Grundrisse (magari anche a proposito), e che
finisce per somigliare anche, a prima vista, a certe menate del M5s.
Siccome mi parso ne valesse la pena ho cercato di svolgere unanalisi critica dellarticolo in questione,
perch credo che roba del genere ne circoli gi e ne circoler ancor di pi nellavvenire.
Lindividualismo ha trionfato e il proletariato, come classe e quindi come soggetto politico, stato sostituito
dalla somma degli individui, nellaccezione hobbesiana spinoziana di moltitudine.
E vabbu. Fin qui ci siamo.
C una via alternativa attraverso la quale tentare di superare lineluttabilit capitalismo, le sue conseguenze
in termini di disgregazione sociale, impoverimento, ingiustizie globali?

Lautore dellarticolo ritiene che la nuova via risieda nelle possibilit offerte dalle nuove tecnologie e da una
sotterranea attivit che si nasconde nelle pieghe e negli anfratti delle realt socio economiche dellOccidente,
preda degli spasmi e delle contrazioni del finanzcapitalismo.
Il superamento del capitalismo dovrebbe avvenire attraverso qualcosa di estremamente dinamico, qualcosa
che gi esiste allinterno del sistema e che dovrebbe riformare leconomia attraverso nuovi valori e
comportamenti. E ovvio, comunque, che la cosa non ha nulla a che vedere con il socialismo (ecco appunto
la Terza o Quarta via che rispunta) tant che si ricade nel solito giochino del post: post ideologico, post
capitalistico, etc.

It will be abolished by creating something more dynamic that exists, at


first, almost unseen within the old system, but which will break through,
reshaping the economy around new values and behaviours.

La premessa di questanalisi abbastanza consueta. Quali sono dunque i caratteri della rivoluzione
tecnologica in atto? Riduzione della necessit di lavoro e indebolimento della connessione lavoro salario.
Costruzione di nuovi giganteschi monopoli. E poi, collateralmente : uso globale delle informazioni, saperi,
conoscenze e produzione, in contemporanea, di nuovi ambiti cooperativistici, volontaristici, gratuiti.
Lesempio paradigmatico che riporta lautore Wikipedia.
Parallel currencies, time banks, cooperatives and self-managed spaces
have proliferated, barely noticed by the economics profession, and often
as a direct result of the shattering of the old structures in the post2008 crisis.
Un modello di nuova economia che leconomia tradizionale non considera affatto: gestione del tempo libero,
cooperazione alternativa, servizi gratuiti o semi/gratuiti basati sul volontariato o sulla sussistenza.
They exist because they trade, however haltingly and inefficiently, in
the currency of postcapitalism: free time, networked activity and free
stuff.
E poi nuove forme di propriet, nuove forme di autofinanziamento, tutta la questione dei commons (beni
comuni), un modello che genericamente e parzialmente potrebbe rientrare nella definizione di sharing
economy.
Tutto ci, secondo lautore, potrebbe costituire il salto di qualit, lembrione del passaggio ad una nuova
epoca, simile al passaggio storico - economico che contrassegn il superamento del feudalesimo.
In ci ciascuno di noi potrebbe intravedere subito lintima contraddizione e sollevare lovvio interrogativo:
ma cosa ci ha guadagnato lumanit in quel passaggio se il risultato stato lorrore economico del
capitalismo, lo sfruttamento pianificato, lespandersi delle tecnologie belliche, il colonialismo,
limperialismo, e via dicendo?
Per lautore sembra che il sistema capitalistico possa essere trasformato se solo tutte quelle realt nuove che
si agitano sottotraccia, diventassero patrimonio dei governi e delle societ capitalistiche avanzate come

processo generale di trasformazione da definire - con accento eufemistico bottom up e non top down.
Cio come processo che parta dal basso e che riesca a conquistare i meccanismi generali di governo della
politica e delleconomia.
Una visione che definirei ingenua se non fosse che mi appare come un tentativo di annacquare, assorbire,
deviare e conglomerare, movimenti che non hanno alcuna intenzione di migliorare il capitalismo e credono
nel conflitto come possibilit reale di abbattimento del capitalismo mescolandoli a realt che si muovono in
una dimensione filantropica, soggetti costretti dalla crisi a ricavare mezzi di sussistenza senza alcuna istanza
di tipo sociale o politico, mondi sommersi ciascuno a modo loro, come stato detto, senza che, in atto, si
condivida la frontiera univoca della coscienza di classe prima e della lotta di classe poi.
Se non parliamo di sfruttati e sfruttatori a fronte del fenomeno capitalista di che cavolo stiamo parlando? Di
una nuova forma di proudhonismo mutualistico?
Quel che certo che negli stati dellEuropa occidentale lo stato sociale un sistema in liquidazione e il
mutualismo alla Proudhon sembra proprio un espediente da apprendisti stregoni inadatto a dare risposte
concrete, sul piano generale, al devastante impoverimento delle popolazioni sia dentro che fuori i confini
delle fortezze occidentali. Modelli che il sistema capitalistico ha rigettato, triturandoli nel gorgo delle
recessioni e delle contrazioni planetarie delle possibilit di espansione del capitalismo. Lunica ricetta che
viene fuori da quel sistema la coppia austerit tagli dei servizi sociali, ossia consolidamento delle
ricchezze (attraverso i mercati finanziari e il debito) di chi gi pi ricco e pauperizzazione illimitata di tutti
gli strati socialmente ed economicamente subalterni.
Il nostro autore, concorda, circa la gravit dei disastri procuratici dal neoliberismo rimpiangendo lepoca
doro in cui il capitalismo aveva capacit di innovazione:
Il neoliberismo, poi, si trasformato in un sistema programmato per
infliggere guasti catastrofici ricorrenti. Peggio ancora, si rotto il
modello

bicentenario

economica

spinge

del

capitalismo

inesorabilmente

industriale

verso

nuove

in

forme

cui
di

una

crisi

innovazione

tecnologica a beneficio di tutti.


Ammette quindi, il nostro autore, che il capitalismo stato costretto, in epoche precedenti, dalle lotte dei
lavoratori ad andare in direzioni diverse da quelle che non fossero le scorciatoie del brutale taglio dei salari
in periodi di crisi.

Oggi, e qui bisogna concordare, non c sicuramente quella pressione esercitata dalla classe lavoratrice in
passato. Non c in modo progressivo e significativo, socialmente e politicamente. E questo uno dei fattori
dirimenti dellattuale prevalere della forza centripeta e centrifuga, al contempo, del capitalismo.

ci

fronte

del

cambiamento

tecnologico

che

non

richiede

di

aumentare

necessariamente la domanda di nuove fasce di consumatori e ancor meno di


reimpiegare la vecchia forza lavoro in nuove attivit.
Anzi, a parere dellautore, ci che sembra acuire il fenomeno lincapacit delle nuove classi dirigenti di
creare forme di lavoro ad alto contenuto tecnologico attraverso le quali tentare di intravedere nuovi orizzonti.
Nella parte che segue lautore descrive lo scenario secondo il quale potrebbe/dovrebbe prodursi una fase di
superamento del capitalismo, quanto meno nelle forme finora stabilite.
Si in unepoca permeata dalla information technology ma non se ne coglie i nocciolo. Si punta tutto su un
vecchio modo di concepire il business, non si intravede, stando alla metafora riportata nellarticolo, il
potenziale contenuto in un aereo che vola. Linsieme dei sistemi elettronici fortemente basati sulla
elaborazione di dati, dalla prenotazione di un biglietto al volo stesso, i viaggiatori con i loro tablet,
linterscambio globale, fisico ed elettronico, delle informazioni. Ci che vediamo lo stesso aereo che
vedevamo volare allepoca di James Bond.
Allo stesso modo si valutano i contenuti economici, in termini, ossia, riduttivamente convenzionali. Si d
estrema importanza alla propriet intellettuale non considerando una nuova forma di contabilit che tenga
in considerazione, dietro ad alcune forme di espressione sociale, di impresa ma anche di attivit cosiddette
no - profit, dei benefici non economici il cui valore di scambio per pu essere estremamente significativo.
Il grande progresso tecnologico dei primi anni del 21 secolo, consiste
non solo di nuovi oggetti e processi, ma di cose vecchie rifatte con
intelligenza. Il contenuto di conoscenza dei prodotti sta diventando pi
prezioso delle cose fisiche utilizzate per produrli. Ma un valore
misurato come utilit generica, non come valore di scambio o valore
strutturale. Nel 1990 economisti e tecnici hanno cominciato ad avere lo
stesso pensiero in una volta: che questo nuovo ruolo della societ dell
informazione potesse essere la creazione di una nuova era, una sorta
di"terzo" capitalismo - cos diverso come il capitalismo industriale lo
era dai

mercanti di schiavi del 17 e 18 . Hanno dovuto tribolare per

descrivere le dinamiche del nuovo capitalismo "cognitivo". E ci per una


ragione. Le dinamiche sono profondamente non-capitaliste.

Un passaggio storico va registrato ed quello avvenuto durante e dopo la seconda guerra mondiale.
Lacquisizione del dato di fatto, sancito dalle varie legislazioni, riguardante i diritti della propriet
intellettuale. Il mondo dell e business si muove nella stessa direzione, ossia in modo obsoleto; tuttavia
deve essere evidente, e lo , che tutto ci che prodotto nel mondo dellinformation technology pu essere
replicato a costo zero o quasi.
() all mainstream economics proceeds from a condition of scarcity, yet
the most dynamic force in our modern world is abundant and, as hippy
genius Stewart Brand once put it, wants to be free.
C uno sforzo, un impegno di lunga lena, per il monopolio delle informazioni. Economisti e guru si sono
sforzati per costruire un quadro di riferimento per comprendere le dinamiche di uneconomia basata su un
surplus di informazione che, in atto, come se lo si volesse trattenere dentro un recinto.
Questo quadro di riferimento, secondo lautore, gi stato tratteggiato da Karl Marx nel 1858. Lautore
riporta la sua analisi, al fine di ridarle fiato, dentro il concentrato teoretico (quattordici pagine) che
costituisce il brano di K. Marx denominato Il frammento sulle macchine (facilmente reperibile in rete come
tratto da: Lineamenti fondamentali della critica delleconomia politica, Nuova Italia 1968-70, vol. II, pgg.
389-411). Da notare che la prima traduzione italiana venne pubblicata nel 1964 nei Quaderni rossi di
Panzieri e Tronti. Non a caso il frammento in questione divenne infatti uno dei testi esoterici (cit. Costanzo
Preve) delloperaismo italiano.
I punti salienti dellanalisi marxiana coinciderebbero con le osservazioni di ordine generale svolte dallautore
laddove si afferma, in primo luogo, il ruolo primario della conoscenza nel sistema produttivo. Senza
lapplicazione delle facolt intellettuali non ci pu essere progresso scientifico n tecnologia. Lanalisi di
partenza si fonda sulla constatazione che la macchina si inserisce nei modi di produzione sostituendo il
medium, ossia lo strumento di lavoro, posto tra il lavoro delloperaio e la materia grezza. Lautomazione fa s
che sia loperaio a divenire medium, assumendo un ruolo terziario nel processo di produzione. Un ruolo di
vigilanza e controllo della produzione in cui gli elementi di conoscenza ed informazione intellettuale si
concentrano sublimando qualsiasi forma di lavoro materiale (il lavoro vivo nel lessico marxiano). In questo
caso lorganizzazione delle informazioni, il lavoro cognitivo, fornisce un contributo prevalente rispetto al
lavoro dei macchinari.
Il capitale, sostiene Marx, si esprime nella sua pienezza asservendo tutte le forze produttive e tra esse anche
la scienza. Il pieno sviluppo del capitale si ha, inoltre, quando il capitale fisso (quella parte che pu riferirsi
agli impianti, agli edifici o anche alle infrastrutture di rete, in contrapposizione al capitale circolante) si
presenta di fronte al lavoro, allinterno del processo produttivo, come macchina.

Se si considera uno dei fulcri del discorso marxiano, la teoria dello sfruttamento a partire dalla sottrazione
del tempo di vita alluomo, allinterno delle dinamiche capitale lavoro, a fronte della comparsa della
nozione di general intellect e del diverso ruolo che loperaio potrebbe assumere in un contesto produttivo
sempre pi automatizzato, sembra che il baricentro possa spostarsi dalla dinamica conflittuale tipica salario
profitto al problema di ordine pi generale di chi controlla il potere della conoscenza.
Scienza, tecnologia, automazione, esautorazione del lavoro vivo e del ruolo diretto delloperaio nel processo
produttivo, ruolo prevalente delle macchine nel processo di produzione. Questo il contesto di connotazione
dellindustrializzazione del processo produttivo e dello sviluppo capitalistico.
Marx ritiene per che queste relazioni che connotano il processo produttivo non costituiscano () il
rapporto sociale di produzione ultimo e pi adeguato per limpiego delle macchine (K. Marx, Frammento,
pg. 394).
Nel processo produttivo la comparsa delle macchine reca con s una riformulazione dellunit di tempo come
unico parametro di misurazione del lavoro, creando quella subalternit del lavoro vivo al lavoro scientifico
generale, cosa a cui prima si faceva cenno. Tale produttivit generale, rigenerata nel senso descritto, pu
produrre non una riformulazione ma, come afferma Marx, (una) dissoluzione come forma dominante della
produzione (e del capitale).
Il brano di Marx, nella sua brevit, per lintensit delle conclusioni e per le prospettive, che restano l un po
sospese, davvero diventato un testo esoterico. Il contenuto del frammento dei Grundrisse si prestato nel
tempo a diverse interpretazioni, una fra tutte quella di giustificare il passaggio diretto dal capitalismo al
comunismo attraverso la liberazione dalla schiavit del lavoro materiale garantito, virtualmente, dalle
potenzialit della tecnica e dellautomazione. Laltro aspetto saliente sono le teorie sul rifiuto del lavoro
propugnate prima da Potere Operaio e poi ,nella seconda met degli anni settanta, nellarea dellAutonomia
operaia. Infine lo sviluppo del concetto di general intellect approfondito da Paolo Virno nellanalisi del
postfordismo e qui ripreso da Paul Mason per dare peso e forza alla sua teoria (il debito nei confronti di
Virno viene onestamente riconosciuto da Mason nellintervista rilasciata a il manifesto di cui si detto
allinizio di questo post).
Scrive Virno, peraltro, che () quelle pagine scritte sotto lincalzare di impellenti impegni politici, sono
racchiuse riflessioni sulle tendenze di fondo dello sviluppo capitalistico che non possibile rintracciare in
altri luoghi dellopera marxiana e che, anzi, suonano alternative alle formule consuete. 1

PAOLO VIRNO, General intellect, in Lessico postfordista: dizionario di idee della mutazione a cura di Adelino
Zanini,Ubaldo Ladini, pg. 146 e segg.

E nel concetto di general intellect elaborato nel Frammento da Marx, intorno alla prima met dell 800,
che Mason individua la base della sua prospettiva : Marx immaginava che le informazioni
sarebbero state memorizzate e condivise in qualcosa chiamato "general
intellect"

unintelligenza

condivisa,

in

cui

tutti

. In

breve,

collettiva

ogni

aggiornamento

aveva

immaginato

possa

qualcosa

planetaria
andare
di

socialmente
beneficio

simile

di

all'economia

dell'informazione in cui viviamo.


Per Marx il general intellect il cuore della scienza e della conoscenza umana a servizio del sistema
produttivo, il frutto pi maturo del capitalismo, la capacit scientifica oggettivata: Lo sviluppo del capitale
fisso mostra fino a quale grado il sapere sociale generale, knowledge, diventato forza produttiva
immediata, e quindi le condizioni del processo vitale stesso della societ sono passate sotto il controllo del
general intellect, e rimodellate in conformit ad esso; (K. Marx, Frammento, cit. pg.403).
Pu essere utile a capire il nocciolo della questione riprendere un ragionamento di Virno che, a me sembra, il
fondamento di quello che poi Mason afferma:
Nel Frammento la crisi del capitalismo non pi imputata alle sproporzioni insite in un modo di
produzione realmente basato sul tempo di lavoro erogato dai singoli (non pi imputata, dunque, agli
squilibri connessi alla piena vigenza della legge del valore, per esempio alla caduta del saggio di profitto).
Viene in primo piano, piuttosto la contraddizione lacerante tra un processo produttivo, che ormai fa leva
direttamente e esclusivamente sulla scienza, e ununit di misura della ricchezza ancora coincidente con la
quantit di lavoro incorporata nei prodotti. Il progressivo allargarsi di questa forbice conduce, secondo
Marx, al crollo della produzione basata sul valore di scambio e, quindi, al comunismo. 2
E evidente che la linearit, o se vogliamo, la semplificazione del ragionamento di Virno estrapolando
frammento dal frammento se da un lato ci aiuta a capire il significato delle proposizioni dallaltro induce,
paradossalmente, in errore. Lipotesi di studio di Marx (tale ) si concepisce date certe condizioni e viceversa
non si concepisce se non si tengono in debito conto le contraddizioni della concretezza del processo
costitutivo del general intellect nella realt storica quindi non il solo piano ipotetico, esercizio che Virno
svolge e di cui Mason invece a me pare faccia a meno.
Mason come se si sforzasse di vedere solo un aspetto della realt : Oggi la societ intera
una fabbrica. Tutti noi partecipiamo alla creazione e ricreazione dei
marchi, norme e istituzioni che ci circondano. Allo stesso tempo, le
griglie di comunicazione vitali per il lavoro di tutti i giorni e il
profitto vanno di pari passo con la conoscenza condivisa e con forme di
malcontento generalizzato. Oggi la rete - come il laboratorio di 200
anni fa - che "non pu essere tacitata o dispersa".
2

PAOLO VIRNO, Ibidem

La rete come il luogo delezione della produzione e raccolta delle idee su base mondiale, potenzialmente
sempre disponibile, linverarsi del general intellect , lo strumento in mano ad un nuovo modello di essere
umano the educated and connected human being.
Insomma, secondo Mason, siamo di fronte ad una forma di trasformazione epocale che, come detto prima,
segna un cambiamento simile a quello che dal feudalesimo condusse alla rivoluzione industriale e che
conformemente allipotesi marxiana potrebbe segnare, attraverso il potenziale inarrestabile della conoscenza
condivisa, il passaggio in cui si determina la fine del valore di scambio secondo le misurazioni classiche
delleconomia con la conseguente esautorazione della legge di mercato e lo svuotamento del sistema
capitalistico.
Questo modello di trasformazione che dovrebbe essere in qualche modo guidato da un soggetto politico
orizzontale la cui forma per non viene chiarita Mason lo denomina (con scarsa fantasia) Project Zero:
()

perch

suoi

obiettivi

sono

un

sistema

zero

emissioni

di

carbonio-energia; la produzione di macchine, prodotti e servizi con zero


costi marginali; e la riduzione del tempo di lavoro necessario il pi
vicino possibile allo zero.
La grande contraddizione del nostro tempo per Mason, assorbito com dalla questione Occidentale, tra la
grande abbondanza di beni e di informazioni e i monopoli: rete e gerarchie. Che ci possa essere, nellepoca
contemporanea, una diade orizzontale/verticale fuor di dubbio ma quella che permane nella storia quella
di sempre Liberi e schiavi, patrizi e plebei, baroni e servi della gleba, membri delle corporazioni e garzoni,
in breve oppressori e oppressi () (K. Marx, Manifesto del partito comunista, Einaudi, 1974, pg. 100).
Resta inoltre la straordinaria intuizione marxiana del general intellect la cui evidenza relegata alla semplice
constatazione della realt ed alla grande questione aperta di ripartire da una nuova grande battaglia del lavoro
e per il lavoro, del lavoro cognitivo e precario, dellindividuazione di un nuovo fronte unitario che riparta dai
segnali di conflitto diffuso presenti globalmente e trasversalmente.
Quello che resta infidamente nebuloso laffermazione di Mason circa la direzione di chi dovrebbe farsi
supporter del post capitalismo:
() to build alternatives within the system; to use governmantal power
in a radical and disruptive way; and to direct all actions towards the
transitino not the defence of random elements of the old system.
La prospettiva di cambiamento dallinterno

(to

build

alternatives

within

the

system) un deja vu che riporta alla mente tutte le battaglie interne della Sinistra tra fine 800 e 900
(massimalisti e riformisti, socialisti e comunisti, etc.) e non sembra affatto che la battaglia per la difesa dei
diritti conquistati (the defence of random elements of the old system) nel corso dei

10

decenni passati sia una battaglia di retroguardia. Anzi, proprio quello che ci vogliono far credere. E il
momento di rilanciare laffermazione storica che i diritti del lavoro e lo Stato sociale sono parte delle
conquiste umane, sono frontiera dei diritti umani, n pi n meno che materia di pertinenza dellevoluzione
culturale e biologica della specie Homo sapiens . O qualcuno pensa che combattere lo schiavismo sia roba
superata?
Luglio, 2015

Rosso Malpelo

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