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Ānanda significa Beatitudine. Solo con la Divina Benedizione la parola Ānanda dona la
capacità di esperire la Beatitudine. Benedizione e Beatitudine vanno insieme.
“Ā” sta per ĀTMA – la Realtà interiore; “NANDA” significa i figli, la discendenza.
Dunque, “la figlia della Realtà”, “ciò che nasce dalla Realtà”. Questo enfatizza la vostra
origine che è la Realtà immutevole, l’Assoluto Parabrahma. Parabrahma è la nostra dimora
originale.
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Non c’è Kartha - Karma – Kriya
Tutte queste triplici distinzioni, le Triputi, compaiono solo nel mondo della relatività. Non c’è
distinzione in Samādhi, lo stato Superconscio.
Tempo fa, Swami ci chiese: “Sapete cos’è Nara?” La risposta che di regola viene alla mente
è: “Nara significa Uomo.” La parola Nara deriva dal concetto di “nervi”. L’uomo è un
fascio di nervi. Questo è il modo convenzionale di intendere. Uomo è l’essere umano, che
possiede il massimo numero di nervi. Quando parlammo di 72.000 nervi, Swami ci corresse:
7.200.000 nervi! Nara inoltre deriva da Nīram, acqua. Il corpo umano è per la massima
parte costituito da acqua. Circa il 99% del corpo ha come fondamento l’acqua. Swami ci
corresse. “No. Non siete solo nervi ed acqua, voi siete molto di più, voi siete “NA” cioè “No
o Non” più “RA”, cioè “che viene distrutto” (è l’Agni Bījam, la sillaba-seme del dio del
Fuoco); “NA-RA” significa dunque “Quella entità che non può essere bruciata”, vale a dire,
l’Ātma. L’unica entità indistruttibile nel Cosmo è l’Ātma. Nara significa anche Avināshi,
Indistruttibile. In termini spirituali, sia Nara che Nārāyana hanno lo stesso significato.
Swami enfatizza sempre il Principio Divino.
Jala, l’acqua, è jada, non viva. Jada Prakriti è la natura primeva non cosciente, eterna,
destinata a durare oltre il Tempo. Noi siamo divini. Abbiamo origine nella Divinità. E la
realizzazione di quell’origine è lo scopo della vita.
Dunque, la parola Ānanda non è un termine qualificante. Essa non qualifica la moltiplicità
degli aspetti del BRAHMAN. Non è soltanto una tra diverse caratteristiche esteriori. È la
caratteristica intrinseca, la qualità più intima, la Svarūpa, cioè la forma innata. Voi vivete
nella Beatitudine. Beatitudine è Dio, Divinità. Voi siete sostenuti da tale Beatitudine. Se
qualcuno è felice, voi non gli andate a chiedere: “Come mai sei felice?” perché la felicità è il
nostro stato naturale.
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A Kodaikanal, una volta domandammo a Swami, “Come possiamo comprendere il tuo divino
mistero, Swami?” Swami rispose: “Voi non potete comprendere (ingl.: understand); dovreste
stare sotto di Me (stand under) così a lungo che le vostre gambe cederebbero!”- “Swami,
possiamo fare esperienza di Te?” – “No, perché l’esperienza è relativa, limitata. Non potete
avere un’esperienza completa; esperire è come sperimentare, è speri-mentazione. Tutte le
esperienze con Swami, per esempio, le Sue materializzazioni, i Suoi miracoli, sono speri-
mentazioni. Voi coltivate l’esperienza nella mente; mentazione è limitata alla mente.
Mentazione è un atto mentale. Swami non può essere raggiunto dalla mente”.
“Swami, se non possiamo capirti, se sei oltre la nostra capacità di esperienza, allora, come
possiamo afferrare il Mistero Divino?” Egli rise. “Esso è Ānanda – enjoying, end-joy, end in
joy! (godimento, gioia conclusiva, concludere nella gioia! – Swami lo disse in Inglese)
Perché dimentichiamo la nostra origine? Ci sono tre ragioni: ahamkāra, ego, moha,
attaccamento, e kāma, desiderio. Ego è una limitazione autoimpostaci. Esso sorge a causa dei
vāsana, impressioni and impronte che sorgono da centinaia e migliaia di vite trascorse.
Bandha, attaccamento, è la radice della parola inglese “Bond”, legame. Esso ci limita,
annebbia il nostro pensiero. La soluzione è il distacco dalle faccende terrene attraverso il
silenzio interiore, dove risiede il nostro essere interiore. Mamatvam, il senso di desiderare
oggetti, di possedere, è la terza ragione. L’identità egoica ci è necessaria per operare nel
mondo. Corpo, mente ed intelletto costituiscono l’attrezzatura fornitaci, come una barca per
attraversare l’oceano del Samsāra, il mondo con le sue sofferenze. Quando avete traversato le
acque, abbandonate la barca.
Dheho devālayah prokthat – Il corpo è il tempio di Dio. Jīvo dhevah sanātanah – Il Jīvātma è
il Parabrahma. Swami fa un collegamento tra l’Inglese ed il Sanscrito, e traduce AYAM
ĀTMA BRAHMA come “IO SONO ĀTMA BRAHMA!”. Sono il Supremo, la Divinità
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onnipervadente. BRAHMAN non è né vicino né lontano, Egli è in te. Egli è te. Anche tu sei un
Avatār! - dice Baba.
L’inno vedico Purusha Shūktam afferma la Tripādhvibhūti; l’intero Universo visibile è solo i
Suoi piedi. C’è un’immensità invisibile oltre ad esso. L’intera Prakriti, la Natura, ne è solo
una piccola parte. Dio è ben oltre. Tutto questo cosmo, i milioni di galassie, sono solo una
minuta particella del Virāt Purusha.
Noi evolviamo dal più grossolano al più sottile, e poi all’ancor più sottile ed oltre, fino alla
regione della Beatitudine Divina. “Beatitudine” è il Kosha, l’involucro, più interno. Il
processo di indagine circa i cinque involucri che avvolgono il nostro Essere interiore rivela la
Verità essenziale. L’Annamaya Kosha, involucro fisico, è l’apparato corporeo; è l’involucro
più grossolano. Il Prānamaya Kosha, involucro dei cinque soffi vitali, vitalizza, mantiene e
nutre il sistema corporeo. Il Manomaya Kosha, involucro mentale, opera il processo di
pensiero e contropensiero. Il Vijñānamaya Kosha, involucro Super Intellectuale, è la capacità
di ragionare e discriminare. Nischayātmika Buddhih è Ānandamaya Kosha, è l’essenza più
recondita; è il supporto della coscienza Brahmica. Beatitudine è Amore in perpetua
espansione.
Vairāgya ed Abhyāsa, distacco e pratica costante, sono il mezzo attraverso il quale evadere
dalla coscienza “del corpo”. Abbandonando le qualità di Rāga and Dhvesha, attrazione ed
avversione, abbandonando Samyoga e Viyoga, accostamento e separazione, possiamo
raggiungere il punto di equanimità. Advaitha Dharshanā Jñānam, la Visione Non-duale è
vera saggezza.
Moksha, Libertà o Liberazione, è definita da Swami come Moha Kshaya, il cadere di tutti gli
attaccamenti. Liberatevi da tutti gli attaccamenti. Staccatevi dai vostri desideri, dai vostri
legami. Sgonfiate il vostro ego. Abbassate la testa. Offrite tutto ciò che fate al Signore.
Bhakti è il sentiero più facile, dice Swami. Bhakti, Prapatthi and Sharanāgathi, devozione,
aspirazione intensa e resa completa è il percorso dolce e sicuro per raggiungere la Divinità.
OM TAT SAT
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