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Jacopetti D Notizie dalla Grecia: panico ma non troppo.

NOTIZIE DALLA GRECIA: PANICO MA NON TROPPO.


di Diego Jacopetti
30 giu 2015

Diego Jacopetti, tra i fondatori di Rete MMT, da un anno vive in Grecia insieme alla moglie. Gli
abbiamo chiesto di darci informazioni dirette sul clima di questi giorni.
Da sostenitore convinto della MMT osservo levoluzione della crisi economica in questo paese,
vivendone la realt quotidiana e senza, soprattutto, quelle intermediazioni giornalistiche che
spesso mi capita di leggere nei giornali italiani. Non voglio soffermarmi sui motivi che hanno
spinto il Governo Tsipras ad indire un referendum sulle proposte della Troika. Il documento
presentato dalle istituzioni europee e dal FMI stato infatti pubblicato online sabato sera, e i
suoi contenuti autoritari di puro fanatismo neoliberalista, imposti con sadica perseveranza,
sono per fortuna adesso sotto gli occhi di tutti: sono la prova scritta della volont delle
istituzioni di vedere il popolo greco ridotto alla miseria pi totale.
altrettanto evidente che la scelta della Grecia di promuovere il referendum, rappresenta di
fatto un atto di ribellione democratica inconcepibile per i tecnocrati europei, che
francamente ha preso tutti noi controtempo. Scopro cos che la Costituzione greca permette alla
maggioranza assoluta del Parlamento di chiedere ai propri cittadini, oltre che referendum
abrogativi di leggi esistenti, anche pareri vincolanti in tema di trattati e rapporti con gli stati
esteri. Ed ci che avvenuto esattamente nella notte di sabato sera quando, con il voto di 178
parlamentari su 300, il Governo Tsipras ha ottenuto la maggioranza necessaria ad indire questo
referendum. In Italia, purtroppo, tali strumenti di democrazia diretta sono di fatto o disattesi
nei contenuti o addirittura inesistenti, come nel caso dei rapporti con gli stati esteri.
Ma come vive il popolo greco gli ultimi sviluppi della crisi? Sicuramente non bene, inutile
negarlo. In pochi giorni sono stati presi dassalto gli sportelli ATM delle banche, cos come si
sono formate delle code dai benzinai per il rifornimento del carburante. Tuttavia, anche questi
fatti incontestabili vanno osservati con attenzione. Come spesso accade in queste situazioni,
infatti, vi sono persone pi facilmente suggestionabili che credono di poter salvare i propri
risparmi prelevandoli dal conto corrente per poi metterli sotto il materasso. Cos come vi sono, e
vi saranno sempre, persone che corrono a fare la spesa o il pieno di benzina, confondendo una
crisi monetaria con lembargo dei beni di prima necessit. Per quanto poi riguarda le immagini
di code interminabili agli sportelli automatici, la realt non come sembra. Ci che vedo
quotidianamente con i miei occhi (visto che prelevo anchio il denaro contante per vivere in
Grecia) sono piuttosto piccole code formate da correntisti che si possono contare sulle dita di
una mano. Anche il disagio dei turisti stranieri di restare senza contante in realt limitato ai
soli sportelli dei grandi aeroporti. Per quanto riguarda la benzina o i generi alimentari,
francamente non mi mai capitato di trovare degli scaffali vuoti in un supermercato!
La verit che in Grecia dunque, ad oggi, non mancano n il denaro contante, n i beni di prima
necessit. Le scene di panico sono dovute allinformazione, anche nazionale, che, nonostante la
vittoria di Tsipras alle ultime elezioni di gennaio, ancora appartiene a quellarea
filoeuropeista (Pasok e Neo Democratia in primis) e che da 40 anni domina la Grecia. Se a questa
disinformazione aggiungiamo anche un comune sentimento di abbandono da parte dellEuropa,
intesa come ideale di modernit e come appartenenza culturale, facile comprendere come vi
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siano alcuni greci che temono un isolamento dal mondo occidentale. Da non sottovalutare infatti
il diverso percorso storico della Grecia rispetto gli altri paesi europei, un percorso difficile che
solo con la liberazione dal dominio turco ha riavvicinato questo paese al continente europeo, e
pi generalmente al mondo occidentale.
Tuttavia, e forse proprio grazie a questa mentalit indipendente ai confini con il mondo
orientale, non vedo nel popolo greco quella rassegnazione cos diffusa ormai in Italia, quel senso
di ineluttabilit delle cose quando si parla di euro. Esiste anche in Grecia, naturalmente, la
paura di fare un salto nel vuoto abbandonando leuro, ma vi altres la consapevolezza che
ulteriori tagli o ulteriori tasse non siano pi sopportabili, e che pertanto sia meglio cambiare
impostazione di fondo con scelte anche drastiche, purch non si tocchino ancora una volta le
pensioni o la spesa sociale. In altre parole, latteggiamento del greco medio di fronte alla crisi
non mai ideologicamente unilaterale, anzi manifesta una certa concretezza razionale che gi
di per s dona un po di speranza per eventuali altri ulteriori sviluppi democratici, nel resto
dellEuropa ancora finora assenti.
In tale contesto, deve essere interpretata la scelta del Ministro dellEconomia Varoufakis di
chiudere le banche nazionali per lintera settimana. Considerati infatti i prelievi degli ultimi
giorni (700 milioni di euro solo nella giornata di sabato), in breve tempo si sarebbero svuotate
tutte le casse per il denaro contante. Ma anche in questo caso la situazione deve essere
contestualizzata. Ci che i giornali europei non raccontano che i pensionati, per scelta del
governo, hanno diritto in questa settimana a prelevare interamente la propria pensione in circa
400 succursali delle principali banche greche, cos come possono essere prelevati da tutti i
correntisti contanti fino a 60 euro al giorno, da ogni sportello bancario automatico. E cos a
seguire altre misure dettate dalla necessit di tutelare un minimo di ordine.
In Grecia largomento delluscita dalleuro ancora un tab, ed per tale motivo, credo, che
Syrisa non abbia mai voluto apertamente parlare di uscita dalleuro.
La strada ancora lunga e solo i risultati di domenica prossima ci diranno come si evolveranno le
cose, e soprattutto in quale direzione: se verso un cambio di governo in caso di vittoria dei SI
alle misure imposte dalla Troika, o se verso unuscita quasi certa dalleuro in caso di vittoria dei
NO e, in questultimo caso, in quale direzione verr orientata la politica economica di questo
paese, se verso una riduzione del debito pubblico, o se invece finalmente verso unespansione
del deficit di bilancio statale, magari adottando politiche di piena occupazione come avvenuto
in Argentina con piano Jefes. Solo il tempo lo potr dire. Ma una cosa certa. Qualcosa si sta
muovendo. E da come reagiscono i Mercati e le istituzioni europee, colgo nel referendum di
domenica prossima pi una loro paura di vedersi crollare il sistema antidemocratico dellUnione
Europea da loro delineato, che una reale minaccia per il popolo greco. Con la speranza che tutto
ci possa finalmente dare vita ad un moto di ribellione democratica in tutta Europa e aprire le
porte ad un nuovo pensiero economico, la MMT.

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