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Keen S Perch il surplus permanente un modello fiscale di povert

Perch il surplus permanente un modello fiscale di povert


di Steve Keen

http://www.businessspectator.com.au/article/2014/5/5/economy/why-permanent-budgetsurplus-poor-fiscal-model
La settimana scorsa dimostravo come in Australia il rapporto debito pubblico/PIL non affatto
preoccupante se paragonato al resto del mondo. Siamo di poco sotto al 12%, mentre i paesi
OECD hanno rapporti del 50% e oltre.
E questa potrebbe essere una delle ragioni per cui leconomia australiana relativamente forte.
Ho dimostrato anche che la maggior parte delle nazioni non sono aziende caratterizzate da una
posizione finanziaria netta negativa (passivit superiori alle attivit); situazione questa che
presentano le imprese avviate sulla strada verso la bancarotta.
Magari sar proprio cos: la maggior parte dei paesi si stanno dirigendo verso la bancarotta. Il
che, dopo tutto, riflette il tono allarmistico della Commissione Nazionale di Audit in merito al
fatto che il trend del debito pubblico australiano crescer, alzandosi dal 12 al 16% rispetto al
PIL, nel cosiddetto scenario business as usual.
Allora, dovremo chiederci, come si prendono le decisioni?
Si sa, gli economisti sviluppano modelli: testano varie ipotetiche situazioni e vedono cosa
succede. Devo ammetterlo, sono assolutamente contro il modo con cui il mainstream sviluppa i
propri modelli. Poggiano su assunzioni folli, come quella che ho fatto notare a Robert Barro la
scorsa settimana (due settimane fa, ndr), secondo cui la gente fa lasciti per permettere ai loro
parenti lontani di pagare le tasse: Una rete di trasferimenti intergenerazionali rende
lindividuo parte di una famiglia allargata che va avanti indefinitamente. In questo sistema, le
famiglie capitalizzano l'intero insieme di imposte future, e quindi pianificano efficacemente su
un orizzonte infinito
Questo nonsense, un nonsense pari allazione di mettere un coniglio immaginario in una buca
immaginaria, quindi aspettarsi un applauso quando il coniglio tirato fuori dalla buca da una
mano immaginaria e invisibile.
Preferisco invece dire la mia in modo ragionato, sulla base del mondo monetario che viviamo
nella realt, e vedere cosa succede quando determinate misure economiche vengono fatte
variare. Per questo motivo ho sviluppato il programma open-source Minsky.
Lho usato per modellare in maniera semplice uneconomia di puro credito, nella quale le sole
banche emettono denaro e il settore governativo si finanzia prendendo a prestito la moneta
dalla propria banca centrale. Potete scaricare il modello qui.
Il mondo reale certamente molto pi complicato di questo semplice modello, che comunque
pu essere arricchito di particolari; comunque per il momento sar utile per confrontare tre
situazioni: un governo che fa il pareggio di bilancio; un governo che fa un surplus permanente
dell1% su PIL; e un governo che opera un deficit permanente, sempre dell1%.
Il modello dispone di controlli che consentono di variare spesa pubblica e tassazione in
percentuale sul PIL, di decidere quanto velocemente le banche concedono prestiti (pi piccolo
il numero pi velocemente prestano) e quanto veloci sono i debitori privati a rimborsarli.
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Le impostazioni predefinite sono: spesa pubblica e tassazione al 24% del PIL (in questo modo il
bilancio del governo resta in equilibrio); i prestiti bancari privati raddoppiano ogni 7 anni e i
rimborsi raddoppiano ogni 12 anni, cosicch il livello di denaro derivante dal credito bancario
cresce nel tempo.
Con tali impostazioni predefinite si ottiene il risultato mostrato in Figura 1. Il PIL cresce nel
tempo, il disavanzo pubblico sempre zero, e il debito pubblico in rapporto al PIL scende dal
suo livello iniziale del 50% a zero. Il debito privato aumenta da zero al 50%, e l si stabilizza.
Tutto sembra Hunky Dory (disco di David Bowie, ndr).

FIGURA 1
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Cerchiamo adesso di migliorare le cose: vediamo che succede se la spese pubblica scende al 23%
e le tasse restano al 24% in modo tale che lo Stato realizzer un 1% di surplus permanente
(Figura 2)

FIGURA 2
Ooops! Il Governo va in attivo (come in Svezia o Finlandia) ma il PIL collassa, e il debito privato,
inizialmente pi basso, sale in maniera esponenziale. Cos che andato storto?
Eseguendo un surplus permanente dell1% su PIL, il governo toglie dalla circolazione ogni anno
l'1% del valore della massa monetaria rispetto al PIL. Se questazione non viene bilanciata dalle
banche private con maggiori prestiti, l'economia va a secco di denaro. Solo se le banche fanno
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veramente decollare il loro tasso di prestito (e i debitori rallentano il loro tasso di rimborso),
allora il livello di denaro nell'economia continua a crescere.
La Figura 3 mostra come questo potrebbe accadere; anzich raddoppiare ogni 7 anni, il prestito
bancario raddoppia ogni 5 anni. Piuttosto che avvenire ogni 12 anni, il rimborso avviene ogni 14.
Una crescita pi rapida dellindebitamento privato contrasta il surplus governativo permanente,
e il PIL continua a crescere. Il debito pubblico scende e alla fine diventa negativo, cos il
governo ha pure una posizione patrimoniale netta positiva. Ma ci ha leffetto di ottenere un pi
alto indebitamento privato, pi alto anche del caso in cui il governo opera il pareggio di bilancio
(Figura 1).

FIGURA 3
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Che dire allora dello scenario che la Commissione Nazionale di Audit sta cercando di evitare, nel
quale il governo ha deficit permanente di (diciamo) l1% del PIL?
Questa situazione mostrata in Figura 4; il PIL continua a crescere, il debito pubblico si
stabilizza a circa il 14% del PIL, e il debito privato inferiore sia al caso in cui il governo operi il
pareggio di bilancio, sia al caso in cui operi un surplus di bilancio pubblico con dallaltra parte
un elevato credito privato.

FIGURA 4

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Sembra chiaro allora che la corretta analogia per il governo non lazienda, ma piuttosto una
banca.
Sia le banche private che i governi possono infatti creare denaro; le prime prestando, i secondi
operando dei deficit. Se vogliamo proprio insistere sul fatto che il governo debba riprendersi il
denaro dall'economia anno dopo anno realizzando un surplus, allora le banche dovranno
compensare, altrimenti la moneta in giro per leconomia se ne andr.
Ma come si sono comportate le banche quando erano in prima linea? La crisi finanziaria globale
la risposta pi adatta a questa domanda.
In questo semplice modello, il credito bancario sostiene gli investimenti genuini, come la
costruzione di fabbriche che generano reddito che a sua volta consente ai prestiti di essere
rimborsati.
Invece nel mondo reale le banche hanno prestato denaro principalmente per finanziare la
speculazione sui prezzi, vedi la bolla dot.com e il fiasco dei sub-prime. Ed questo che ha
aperto la porta alla caduta del rapporto debito/PIL. Addirittura per un po di tempo i governi
passavano sotto i riflettori come "buoni manager aziendali", dal momento che il loro debito,
ossia quello pubblico, calava.
E la meritata punizione stata quindi un crescente livello di indebitamento privato, che alla fine
ha smesso di crescere quando gli schemi Ponzi che finanziava hanno mostrato il proprio aspetto
secondario. Successivamente il debito pubblico aumentato, arginando il calo del debito privato
che stava privando leconomia di moneta (Figura 5).

FIGURA 5
LAustralia evit la recessione durante la crisi perch il debito privato continuava a crescere, ma
trend simili a quelli appena descritti sono evidenti (Figura 6)

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FIGURA 6
Allora, quale mondo preferibile? Uno in cui la crescita monetaria dipende esclusivamente dalle
bolle sui prezzi delle attivit finanziate del credito privato, o magari un altro, nel quale la
crescita deriva anche dalla spesa pubblica sul welfare e sulle infrastrutture? E ora che si
pongano questioni serie sulla spesa pubblica, anzich rimanere a sentire le mitiche
argomentazioni accampate l dai politici, che pensano ancora erroneamente che il governo
debba funzionare come unazienda.
[traduzione a cura di Marco Medici]

(*) Steve Keen (1953) ha insegnato Economia e Finanza presso University of Western Sydney,
Australia, e di recente ha iniziato a collaborare con la Kingston University, School of Economics,
History and Politics. Premiato nel 2010 con Revere Award from the Real World Economics Review
per le sue previsioni riguardo la crisi finanziaria del 2007. Postkeynesiano, il suo approccio
critico verso il mainstream si basa principalmente su Keynes, Minsky, Sraffa, Schumpeter. Il suo
blog http://www.debtdeflation.com/blogs/
Steve Keen tra gli economisti sostenitori dell'appello degli studenti di economia per il
pluralismo nell'insegnamento in economia.

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