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IL GATTO NELLA STORIA DELL'ARTE

Lamore per i gatti antichissimo e risale gi alle prime civilt conosciute.


Per gli Egizi, questi assunsero persino un valore divino: la dea Bastet, era
impersonata proprio dal gatto. La statua bronzea del Gatto di Gayer - Anderson,
conservata al British Museum di Londra, ben testimonia questo attaccamento votivo
del popolo egizio al gatto: in una posa regale ed austera, la dea gatta Bastet, munita di
orecchini pendenti e anello al naso doro, longilinea ed anatomicamente perfetta,
osserva - quasi supervisiona - quelli che erano gli abitanti della struttura in cui fu
rinvenuta.
La dea Bastet rappresentava la femminilit e la fecondit e veniva venerata per avere
un parto sereno e un puerpuerio senza rischi, per cui spesso veniva rappresentata
come una gatta o una donna con testa di gatto - e dei gattini.

Il gatto era spesso rappresentato anche in affreschi, papiri e dipinti funerari nella sua
fondamentale funzione di cacciatore.

Presso gli antichi Greci e Romani, il gatto perde di quella divinit acquisita con gli
Egizi, per ridimensionarsi a semplice animale domestico.
Nelle rappresentazioni greche il gatto appare dapprima come un animale raro, quasi
una curiosit da esibire ed spesso tenuto al guinzaglio; solo successivamente si
affermer come animale domestico e comparir sulle spalle o in braccio ai padroni.

Presso i Romani il gatto aveva il compito principale di cacciare topi.


Nel mosaico romano dello Xenia con soggetto di gatto, proveniente dalla Casa del
Fauno di Pompei e conservato al Museo Archeologico di Napoli, ben si evidenzia la
spensieratezza del gatto, intento ad agguantare un uccello. strabiliante la resa
precisa dellanimale domestico nel suo manto striato e nellazione della cattura: gli
occhi sgranati, le zampe posteriori indietro per darsi lo slancio e quella anteriore
sinistra sul collo delluccello.

Un altro mosaico raffigurante un gatto rossiccio si trova nella Cattedrale di Otranto.


Esso fa parte di un ciclo che decora interamente il pavimento delledificio religioso,
voluto nel 1163-1165 dal vescovo della citt ed eseguito dal monaco Pantaleone.
Lesecuzione del Gatto di Otranto perde quella perfezione raggiunta con i romani e
dimenticata a seguito delle orde barbariche, a vantaggio di una resa pi semplicistica
e stilizzata. Lanimale stato in alcuni punti umanizzato: le zampette sembrano
mani, gli occhi sembrano quelli di un uomo, addirittura su due zampe indossa un
paio di calzature.

Durante il Medioevo il gatto viene raffigurato in dipinti e miniature in una duplice


veste: da un lato come linvidiabile ed imperturbabile animale domestico, geloso
custode del proprio benessere;

dallaltro, come lanimale notturno, inafferrabile, feroce e inquietante, considerato


incarnazione del maligno, associato agli eretici e alle streghe.

Andando avanti nel tempo, il gatto viene raffigurato nei primi dipinti darte sacra:
sono ricorrenti cane e gatto in lotta sotto il tavolo dellUltima Cena.

Girolamo Romanino, Ultima cena, Santa Giustina, Padova

Giuseppe Vermiglio, Lultima cena, 1622

Il gatto diventa sempre pi presente nei dipinti degli artisti, soprattutto quelli di
stampo religioso. Ne sono esempio le diverse madonne, talvolta rinominate della
gatta per via della presenza dellanimale.
Una gatta che non sempre il soggetto protagonista del quadro o ben visibile nella
composizione, ma che, per via di un particolare atteggiamento o di una particolare
curiosit trasmessa, diviene il punto dattenzione.

Nella Madonna della gatta di Giulio Romano, conservata a Capodimonte, la scena


complessa, perch si apre a diversi ambienti di un edificio abitativo e vede protagonisti
una Sacra Famiglia con SantAnna in primo piano assieme alla Vergine, il Bambino e il
San Giovannino, e Giuseppe ben visibile in un'altra stanza, attraverso una porta
aperta. Tutto sembra tranquillo e appartenente ad un mondo che non ci riguarda e di
cui siamo solo passivi spettatori, se non fosse per il gatto ai piedi della Vergine, in
basso sulla destra, che fissandoci con uno sguardo scettico e profondo, ci coinvolge
completamente nella scena.

Nella Madonna della Gatta di Federico Barocci, invece, lambiente raccontato


molto pi colloquiale e scenico. Quello che nel primo dipinto era il ruolo della gatta,
adesso del San Giovannino, mentre proprio la gatta ha un ruolo di protagonista,
trovandosi al centro della tela, stesa nel suo splendido manto grigio, in contrasto con il
tessuto rosa della Madonna. una gatta consapevole di essere la padrona degli
ambienti in cui abita, amata dagli altri coinquilini e ormai abituata alla presenza di
tutte quelle persone.

Nella sua Annunciazione di Recanati, invece, Lorenzo Lotto rappresenta tutto da


racconto del Vangelo: Maria serena riceve larcangelo annunciante la buona novella
con la supervisione di Dio, ma particolare la reazione del gatto accanto allArcangelo,
che, spaventato visibilmente dal suo arrivo, non riconoscendone lentit fugge a zampe
levate guardandosi indietro.

Anche Leonardo da Vinci dedic al gatto diversi suoi schizzi e studi.

A cavallo tra il XVIII e XIX secolo il celebre Francisco Goya ritrae Don Manuel Osorio
De Zuniga, figlio del Conte di Altamira, ragazzino intento a giocare con una gazza. Da
dietro le sue spalle tre gatti con gli occhi spalancati seguono la scena pronti ad
avventarsi sul volatile.

Goya amava molto i gatti, e nel suo dipinto degli anni 80 del Settecento,
raffigura due gatti intenti a litigare tra loro. Gli atteggiamenti dei due felini irati
raccontano uno studio mirato del pittore: la schiena esageratamente arcuata, le zampe
irte, il muso spalancato con denti in bella vista, quasi si potesse sentire il miagolio
fastidioso, lo sguardo sbarrato che avvisa dellaggressione pronta per essere sferrata.

Nel corso della storia dellarte moltissimi pittori rappresentano il gatto nella sua
quotidianit o in una ritrattistica a tema che raffigura personaggi di spicco della
societ del loro tempo, o semplici modelli, posare con il gatto in grembo o tra le
braccia.
La Dama con il gatto di Francesco Bacchiacca, del 1525, ritratta quasi di profilo,
con lo sguardo ammiccante verso lo spettatore, consapevole della propria bellezza e
della meraviglia dei propri abiti e dei propri gioielli. Il gatto che tiene tra le braccia
dimostra la stessa sensualit della sua padrona, accavallando le zampette quasi come
se fosse stato educato a farlo, smuovendo leggermente la testolina verso un lato e
guardando con occhi sornioni anchesso lo spettatore.

Bacchiacca, Ritratto di giovane donna che tiene un gatto

Donat Donatien, Ritratto di dama


con abito di taffet blu e un gatto, 1741

Marguerite Gerard, Il gatto dangora

Marguerite Gerard, La dama con la sua gatta

Edouard Manet nella sua Olympia, rappresenta un gatto nero che si erge sul letto
della donna sensuale. In questopera, che dest molto scandalo all'epoca perch vi
rappresentata una prostituta nuda distesa su un letto, ritratto anche un gatto nero

ai suoi piedi colto a stiracchiarsi, irritato da quanto gli sta accadendo intorno: la sua
posa sullattenti, con il posteriore ben pi sollevato della zona anteriore, gli occhi
aperti, la coda in alto e il pelo rizzato.

Altra opera di Manet dove presente un gatto La femme au Chat dove dipinta sua
moglie con il gatto di famiglia, Zizi, in braccio. Zizi fu ritratto molte volte dall'artista, e
appare anche in alcuni suoi acquerelli.

Pierre Auguste Renoir, uno dei massimi esponenti dell'Impressionismo, dedica molte
delle sue opere a fanciulle con un gatto.
In Julie Manet con il gatto, del 1887, racconta di una ragazza, unadolescente, che
nella dolcezza del suo volto sereno mostra piacevolezza ad accarezzare il gatto tigrato
che ha tra le braccia; gatto che ricambia la sensazione positiva, abbandonandosi in
smorfie di piacere.

Renoir, Donna con gatto

Pierre-Auguste Renoir, Ragazza e gatto

Pierre-Auguste Renoir, Ragazza dormiente con un gatto

Pierre-Auguste Renoir, Gatto dormiente

Giovanni Boldini, Ragazza con gatto nero in braccio, 1885.

Nicola Marschall, Giovane ragazza con gatto

Franois Aim Louis Domoulin, Autoritratto

Franz von Lenbach, Ritratto di bambina con gatto

Theophile-Emmanuel Duverger, Migliori amici

Flix Schlesinger, Due bambini con gatto in stalla

Leon Bazille Perrault, Il suo preferito

Mary Cassat, Bambini che giocano con un gatto

Mary Cassat, Sara che tiene un gatto

Augustin Thodule Ribot, Il cuoco e il gatto

Jean Baptiste Perronneau, Ritratto di Magdaleine Pinceloup de la Grange

Johann Zoffany, Ritratto di Sophia Dumergue che tiene un gatto

Hans Asper, Ritratto di Cleophea Holzhalb

Ritratto di Malers Franz Pforr di Friedrich Overbeck

August Alleb, Donna anziana al focolare

Pierre Belleuse Carrier, Giovane ballerina che tiene un gatto

Marcus Stone, La fine della storia

John William Godward, Ozio

Nikolai Kornilievich Bodarevsky, La figlioletta con il gatto

Lilla Cabot Perry, Donna con Gatto

Hans Baldung, Donna con Gatto (probabile Allegoria della Musica)

George Dunlop, Il suo primo posto

Henritte Ronner-Knip, Lezioni di Pittura

++

Henriette-Ronner-Knip , Gatto

Henriette-Ronner-Knip, Aprole Douner

Henriette-Ronner-Knip, Studi sul gatto che si sveglia

Jean Jacques Bacilier, Gatto d'Angora

Arthur Heyer, Gatto Angora

Al gatto dedicano attenzione anche tantissimi illustri artisti di fine 800 inizio 900
come Georges Seraut

Henri Matisse

Paul Gauguin

Paul Gauguin, Mimi e il suo gatto

Paul Gauguin, Eiaha Ohipa

Pauln Gauguin, Fiori e gatti

Vincent Van Gogh

Gustave Klimt

Gustave Klimt, Gatti

Arrivando al 900, Pablo Picasso rappresenta diversi gatti

Pablo Picasso, Donna con Gatto

nel suo Gatto che divora un uccello del 1939, racconta di un animale che si lascia
andare al suo istinto bestiale, che, ben saldo al suolo con i lunghissimi artigli, squarta
un uccello, affamato pi che mai.

Dora Maar e il suo gatto

Dei gatti appaiono anche nelle opere di Joan Mir

Mir, La fattoria

Mir, Il carnevale di Arlecchino

e Paul Klee

Paul Klee, Gatto e uccello

Del 900 possiamo paragonare due opere:

Theophile Alexandre Steinlen,


Toune du Chat Noir,

Gatto nero di Ernst Ludwig Kirchner

Il gatto deTourne du Chat Noir, ha uno sguardo malizioso, aiutato dallandamento


verticale delle sopracciglia finissime, dal pelo irto e dagli artigli rifiniti; il gatto nero di
Kirchner invece, nelle sue forme un po pi burrose e nella dolcezza del suo sguardo
dai tratti mistici, ricorda molto la statua egizia di Gayer-Anderson.
Con Marc Chagall invece, assistiamo allesatto contrario: lumanizzazione del gatto.
In Parigi dalla finestra, il gatto, allesatto centro della composizione, mostra un viso
ed una malinconia di stampo umano, quasi come fosse una nuova creatura mitologica
contemporanea, che mischi i sentimenti delluomo alla natura indipendente del gatto.

Fra i tanti autoritratti della pittrice messicana Frida Kahlo ve ne uno dove un gatto
nero con gli occhi spalancati posato sulla spalla dell'artista.

Andy Warhol si dedic ad alcuni straordinari gatti colorati e si divert a ritrarre il


gatto Sam, colorandogli il manto e gli occhi di diverse tinte. Nella serie omonima, si
pu ravvisare come lo stesso gatto passi dal rosa acceso allarancio ed i suoi occhi si
colorino di viola, giallo e rosso.

Anche Botero inserisce dei gatti nelle proprie opere, gatti abbondanti ed in posa come
i loro padroni.

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