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Palmiro Togliatti

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Palmiro Togliatti
Togliatti.jpg
Segretario generale del
Partito Comunista Italiano
Durata mandato

1927 - 1934

1938 - 21 agosto 1964


Predecessore

Antonio Gramsci

Successore

Luigi Longo

Ministro di Grazia e Giustizia del Regno d'Italia


Durata mandato

21 giugno 1945

1 luglio 1946
Predecessore

Umberto Tupini

Successore
Italiana)

Fausto Gullo (Ministro di Grazia e Giustizia della Repubblica

Vicepresidente del Consiglio dei Ministri del Regno d'Italia


Durata mandato

12 dicembre 1944

21 giugno 1945
Predecessore

Giuseppe Spataro

Successore

Pietro Nenni

Dati generali
Partito politico Partito Socialista Italiano (1914-21),
Partito Comunista Italiano (1921-64)
Titolo di studio Laurea in giurisprudenza

Alma mater

Universit degli Studi di Torino

Professione

giornalista, dirigente politico

Firma

Firma di Palmiro Togliatti

on. Palmiro Michele Nicola Togliatti


Bandiera italiana

Assemblea costituente

Luogo nascita Genova


Data nascita

26 marzo 1893

Luogo morte

Jalta

Data morte

21 agosto 1964

Titolo di studio Laurea in Giurisprudenza


Professione

giornalista

Partito

Partito Comunista Italiano

Gruppo

Comunista

Circoscrizione Collegio Unico Nazionale


Pagina istituzionale
on. Palmiro Michele Nicola Togliatti
Bandiera italiana

Parlamento italiano

Camera dei deputati


Palmiro Michele Nicola Togliatti
Luogo nascita Genova
Data nascita

26 marzo 1893

Luogo morte

Jalta

Data morte

21 agosto 1964

Titolo di studio Laurea in Giurisprudenza

Professione
Partito

Partito Comunista Italiano

Legislatura
Gruppo

Giornalista, funzionario di partito

I, II, III, IV

Comunista

Coalizione Col Partito Socialista Italiano fino al 1963


Collegio

Torino, Roma

Pagina istituzionale
Palmiro Michele Nicola Togliatti (Genova, 26 marzo 1893 Jalta, 21 agosto
1964) stato un politico e antifascista italiano, leader storico del Partito
Comunista Italiano. Nel 1930 prese la cittadinanza sovietica[1][2].

Fu uno dei membri fondatori del Partito Comunista d'Italia e, dal 1927 fino
alla morte, segretario e capo indiscusso del Partito Comunista Italiano (con
un'interruzione dal 1934 al 1938), del quale era stato il rappresentante
all'interno del Comintern (di qui, per le sue capacit di mediatore fra le
varie anime del partito, lo pseudonimo di giurista del Comintern
attribuitogli da Lev Trotsky[3]), l'organizzazione internazionale dei partiti
comunisti. Anche di questo organismo Togliatti fu uno degli esponenti pi
rappresentativi e, dopo che esso fu sciolto nel 1943 e sostituito dal
Cominform nel 1947, rifiut la carica di segretario generale, offertagli
direttamente da Stalin nel 1951, preferendo restare alla testa del partito in
Italia e cominciando a nutrire dei dubbi sulla politica del leader sovietico,
fatto che gli far approvare in pieno la linea di Nikita Kruscev al XX
congresso del PCUS (1956).[4]

Dal 1944 al 1945 ricopr la carica di vice Presidente del Consiglio e dal 1945
al 1946 quella di Ministro di Grazia e Giustizia nei governi che ressero
l'Italia dopo la caduta del fascismo. Membro dell'Assemblea Costituente,
dopo le elezioni politiche del 1948 guid il partito all'opposizione rispetto ai
vari governi che si succedettero sotto la guida della Democrazia Cristiana,
proponendo la "via italiana al socialismo", cio la realizzazione del progetto

comunista tramite la democrazia, ripudiando l'uso della violenza e


applicando la Costituzione italiana in ogni sua parte.[5]

Sopravvissuto ad un attentato nel 1948, Togliatti mor nel 1964, durante un


periodo di vacanza che stava trascorrendo in Crimea sul Mar Nero,
nell'allora Unione Sovietica.

Indice

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1 Biografia
1.1 Le origini familiari e gli studi
1.2 L'inizio dell'attivit politica
1.2.1 L'Ordine Nuovo
1.2.2 La fondazione del Partito comunista
1.3 L'avvento del fascismo
1.3.1 La Conferenza di Como
1.3.2 Il Congresso di Lione
1.4 A Mosca, in Svizzera e a Parigi
1.4.1 La lettera di Gramsci
1.5 Alla guida del Partito comunista
1.6 Gli anni trenta e la Guerra Civile spagnola
1.7 Il ritorno in Italia
1.8 Le elezioni del 1948 e l'attentato
1.9 Dopo la sconfitta del Fronte
1.10 La "via italiana al socialismo"
1.11 La morte

2 I rapporti Cina-URSS
3 Aspetti controversi
3.1 L'Unione Sovietica e il PCUS
3.2 Tito e la Jugoslavia
4 Vita privata
5 Togliatti nella cultura di massa
5.1 Intitolazioni
5.2 Musica
5.3 Cinema e televisione
5.4 Arte
6 Opere
6.1 Curatele e traduzioni
7 Note
8 Bibliografia
9 Voci correlate
10 Altri progetti
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Le origini familiari e gli studi[modifica | modifica wikitesto]
Palmiro Togliatti nacque da una famiglia di origini piemontesi. Il padre
Antonio nacque nel 1852 a Coassolo, in provincia di Torino. La famiglia
avrebbe voluto destinarlo alla carriera ecclesiastica ma Antonio, dopo il
seminario a Giaveno, non volle prendere i voti e si trasfer a Torino, si
diplom maestro e dopo un periodo d'insegnamento si impieg dapprima
come istitutore e poi come contabile nell'amministrazione dei Convitti
nazionali del Regno, sposando una maestra elementare torinese, Teresa
Viale, che divenne la figura centrale della famiglia.[6]

Il lavoro del padre costrinse i Togliatti a frequenti spostamenti in diverse


citt. La madre dovette lasciare l'insegnamento per occuparsi
esclusivamente della famiglia che intanto andava crescendo: il primogenito
Eugenio nacque a Orbassano nel 1890, Maria Cristina e Palmiro a Genova,
nella casa di via Albergo dei Poveri 9, rispettivamente nel 1892 e nel 1893,
mentre l'ultimo figlio Enrico nacque a Torino nel 1900. Il nome Palmiro gli
venne dato perch nato nel giorno della Domenica delle Palme. I genitori
erano infatti religiosi senza che questo fosse vissuto dal giovane Togliatti
come un'imposizione: Per abitudine si andava a messa tutte le domeniche,
ma non sentii mai il problema religioso con troppa intensit.[7]

Nel 1897, a Novara, dove intanto la famiglia si era trasferita, Palmiro


frequent insieme con la sorella[8] la prima elementare, ma prosegu gli
studi a Torino; poi, dal 1902 fu a Sondrio, dove consegu la licenza
ginnasiale, e dal 1908 frequent il Liceo classico Azuni di Sassari, dove
risult con la sorella il migliore dell'Istituto, ottenendo cos entrambi la
licenza d'onore , che li esonerava dall'obbligo di sostenere l'esame finale di
maturit.[9]

Il padre Antonio, malato di cancro, si era intanto dovuto ricoverare in


ospedale a Torino, morendovi il 21 gennaio 1911: la famiglia, gi di
condizioni modeste, cadde in serie ristrettezze economiche. Trasferita la
famiglia nell'estate del 1911 nella casa torinese di Lungodora Firenze 55, la
madre Teresa si diede a lavorare di cucito mentre Eugenio, studente
dell'ultimo anno di matematica, dava lezioni private, unitamente a Palmiro e
Maria Cristina, che pure studiavano per superare il concorso con il quale il
Collegio Carlo Alberto metteva a disposizione 65 borse di studio di 70 lire
mensili per frequentare l'Universit di Torino. Nell'ottobre 1911 entrambi
superarono gli esami: Palmiro si classific secondo e Maria Cristina
undicesima: al nono posto figur un giovane venuto dalla Sardegna,
Antonio Gramsci, futuro compagno di Togliatti nelle lotte politiche. Gramsci
s'iscrisse, come Maria Cristina, alla facolt di lettere, mentre Palmiro, che
avrebbe voluto seguire i corsi di filosofia, per decisione dei familiari dovette
iscriversi alla Facolt di giurisprudenza.

Togliatti negli anni venti


Non chiaro il preciso percorso intellettuale del giovane Togliatti: nel clima
culturale di quegli anni stavano ormai prevalendo sul vecchio positivismo le
correnti neo-idealistiche che andavano dal magistero di Benedetto Croce
fino alle espressioni pi esasperate di nazionalismo e di spiritualismo. Se a
queste ultime Togliatti dichiarer sempre di essere rimasto estraneo,
certo che Benedetto Croce soprattutto, e poi La Voce di Giuseppe Prezzolini,
Gaetano Salvemini e Romain Rolland ebbero non poca parte sulla sua
formazione giovanile, mentre il primo accostamento al marxismo sarebbe
avvenuto soprattutto tramite gli scritti del Labriola. Ma due furono gli
elementi decisivi che portarono Togliatti al socialismo marxista: l'amicizia di
Gramsci e la concreta realt sociale torinese, che vedeva allora lo sviluppo
di un forte e organizzato movimento operaio.[10]

Togliatti s'iscrisse al Partito socialista nel 1914, anche se non frequent la


vita di partito per diversi anni, e allo scoppio della prima guerra mondiale si
dichiar favorevole all'intervento dell'Italia a fianco dell'Intesa,[11] secondo
una considerazione politica, presente anche se minoritaria fra gli stessi
socialisti, che portava a distinguere fra la guerra imperialista e le giuste
rivendicazioni nazionali contro i vecchi imperialismi. Non ritenevano giusto
che alcune province italiane rimanessero sotto il dominio di uno Stato
straniero, per di pi reazionario .[12]

Dopo un brillante percorso di studi concluso con la media del 30, Togliatti si
laure nel novembre 1915 con la tesi Il regime doganale delle colonie,
discussa con Luigi Einaudi. Seguendo la sua primitiva inclinazione, s'iscrisse
anche alla facolt di Lettere e Filosofia, ma la guerra prima e l'attivit
politica poi gli impedirono di conseguire la seconda laurea. Infatti, pur
riformato per la forte miopia, nel 1915 si arruol volontario nella Croce
Rossa, prestando servizio in diversi ospedali, anche al fronte. Nel frattempo,
le necessit belliche indussero i Comandi militari a rivedere i criteri di

arruolamento, cos che nel 1916 Togliatti fu dichiarato "abile e


arruolato"[13]; fu cos assegnato in forza al 54 Reggimento Fanteria per
poi passare, su sua richiesta, al 2 Reggimento Alpini. Nel 1917 fu
ammesso al corso allievi ufficiali di Caserta che super senza per ottenere
la nomina a ufficiale a causa di una grave pleurite intervenuta nel
frattempo: caporal maggiore alla sanit, nel dicembre del 1918, allo
scadere di una lunga licenza, fu congedato.[14]

L'inizio dell'attivit politica[modifica | modifica wikitesto]


L'Ordine Nuovo[modifica | modifica wikitesto]

Il primo numero de L'Ordine Nuovo


A Torino, Togliatti insegn diritto ed economia in un Istituto privato e
collabor come cronista nel quotidiano socialista Avanti!: s'impegn anche
nell'attivit politica delle sezioni del Partito e tenne il suo primo comizio a
Savigliano.

Nel 1919 il Partito socialista era in piena espansione di consensi elettorali,


particolarmente nel capoluogo piemontese, dove lo sviluppo industriale
aveva creato un forte nucleo operaio. Dopo il successo della Rivoluzione
russa i giovani socialisti torinesi, Gramsci in testa, avevano avvertito che, di
fronte all'inerzia dei dirigenti socialisti nazionali parte dei quali ritenevano
che la rivoluzione socialista sarebbe avvenuta ineluttabilmente per forza
propria, mentre altri consideravano strategica una politica esclusivamente
riformista - quello torinese poteva essere un laboratorio politico dove
sviluppare le premesse di una rivoluzione italiana, per conseguire la quale
occorreva per un'azione diretta allo scopo. Per dare voce a tali esigenze,
per comprendere i nuovi, enormi problemi creati dalla guerra e dalle
rivoluzioni che si sviluppavano in Europa e per fare i conti con la cultura
italiana contemporanea, Gramsci, Tasca, Terracini e Togliatti fondarono il
settimanale L'Ordine Nuovo, il cui primo numero usc il 1 maggio 1919.

Togliatti vi tenne la rubrica culturale La battaglia delle idee, con articoli


spesso polemici: ne fecero le spese il gi ammirato Prezzolini, ora giudicato
un moralista, un maestro di scuola, predestinato alla sterilit, lo scrittore
Piero Jahier, cui rimprover il dilettantismo politico e Piero Gobetti, un
predicatore del rinnovamento morale del mondo, un ragazzo d'ingegno
s, ma dal frasario nuvoloso che dovrebbe dare l'illusione della
profondit.[15] La recensione al libro Polemica liberale del noto giornalista
Missiroli gli diede occasione, dopo aver riconosciuto i meriti storici dei
principi liberali, di denunciare i limiti del liberalismo politico italiano,
movimento di un'aristocrazia intellettuale e non riscossa di sane e forti
energie sociali, rispetto al quale il socialismo pu diventare il vero
liberatore del paese nostro.[16]

Amadeo Bordiga
Da giugno, sotto l'impulso di Gramsci, il settimanale mut interessi e
contenuti: meno rassegne culturali e pi attenzione alle forme di
organizzazione che il movimento operaio italiano si stava dando, sulla
scorta dell'esperienza russa dei Soviet come di quella tedesca dei
Revolutionre Obleute e degli Arbeiterrte austriaci: la creazione dei
Consigli operai. La commissione di fabbrica giudicata da L'Ordine Nuovo
non solo un organo di democrazia operaia ma anche il nucleo di un futuro
potere proletario, l'ordinatrice di fatto e di diritto di tutto il regime di
produzione e di scambio.[17]

Le valutazioni positive de L'Ordine Nuovo contrastavano con le posizioni


critiche, per diversi motivi svolte al riguardo tanto dai sindacalisti della
Camera del Lavoro che rimproverano di anarchismo quegli operai
quanto da Amadeo Bordiga, che dalla rivista Soviet accusava l'iniziativa di
economicismo: il proletariato non pu emanciparsi sul terreno dei
rapporti economici mentre il capitalismo detiene, con lo Stato, il potere
politico.[18]

Togliatti nel periodo della collaborazione a L'Ordine Nuovo


Il movimento dei Consigli continu a svilupparsi, insieme all'estensione dei
conflitti sindacali, delle serrate e delle occupazioni delle fabbriche, e gli
ordinovisti, come del resto la FIOM, appoggiarono l'occupazione della FIAT,
avvenuta il 1 settembre 1920 a seguito della serrata industriale, che fu
imitata da quasi tutte le fabbriche della citt, e la gestione della produzione
attivata dai Consigli operai in assenza dei tecnici e dei dirigenti della
fabbrica. Togliatti, che in luglio aveva assunto la carica di segretario della
Sezione socialista torinese, era convinto che la dittatura proletaria fosse
attuabile perch era realizzata la sua fondamentale premessa storica: il
prevalere del proletariato industriale e rivoluzionario nella vita del paese, e
l'imporsi della sua ideologia di conquista a tutte le categorie di
lavoratori.[19]

La fondazione del Partito comunista[modifica | modifica wikitesto]


L'occupazione ebbe termine il 26 settembre con un compromesso tra la
propriet e gli operai favorito da Giolitti. Di fronte all'inerzia del Partito
socialista gli ordinovisti si convinsero che il destino della rivoluzione
socialista dipende soprattutto dalla esistenza di un partito che sia
veramente un partito comunista,[20] e la Sezione torinese decise a grande
maggioranza di costituirsi in frazione comunista, partecipando con Gramsci
al Convegno di Imola che il 29 novembre sanc ufficialmente la frazione
comunista del Partito socialista, che vedeva in Amadeo Bordiga il suo leader
pi prestigioso. Il 15 gennaio 1921 si apr a Livorno il XVII Congresso
socialista e il giorno 21 la minoranza comunista si costituiva in partito, il
Partito comunista d'Italia: degli ordinovisti, erano presenti a Livorno
Gramsci e Terracini, mentre Togliatti era rimasto a Torino a dirigere
L'Ordine Nuovo, ora divenuto quotidiano.

Da tempo erano iniziate le violenze delle squadre fasciste nell'indifferenza


delle forze dell'ordine, che privilegiavano la sorveglianza dei comunisti. Il
fascismo giudicato la parte peggiore della borghesia italiana, quella che

non ha mai fatto l'abitudine a una scuola di pensiero, quella che classe
dominante unicamente per una specie di diritto di ereditariet; ma non
possiede alcuna delle qualit che occorrono ai dirigenti di uno Stato.[21]

Saluta l'opposizione alle violenze fasciste di Firenze del marzo 1921


scrivendo che il proletariato non deve mai dare esempio di vilt [...]
meglio, cento volte meglio, lasciare cinquanta morti sul lastrico di una citt
che tollerare senza reazione la violenza e l'offesa, e di fronte all'incendio
della Camera del Lavoro di Torino, avvenuto senza incontrare opposizione,
scrive il 4 maggio 1921: Quando ti pentirai, o popolo, di quello che non hai
fatto, di quello che non hai ancora saputo fare, di quello di cui gli avversari
tuoi hanno dovuto farti la scuola? ... Ma non rallegratevi, borghesi:
nell'animo del popolo d'Italia maturano propositi. E non parole, non canti,
ma fuoco e cenere d'incendi, e secco scoppiettare di fucilate li fan
maturare.[22] Mentre Gramsci rimase a Torino a dirigere L'Ordine Nuovo,
alla fine dell'estate del 1921 Togliatti venne mandato a Roma, citt dei
trafficanti e dei burocrati, citt del popolo eroico e generoso e della
borghesia vile e parassita,[23] come redattore-capo del quotidiano Il
Comunista, diretto dal deputato Luigi Repossi, che inizi le pubblicazioni
l'11 ottobre: percepiva 1.500 lire al mese e alloggiava in una pensione di
via Giovanni Lanza 152; continu tuttavia a collaborare anche al quotidiano
torinese, telefonando alla sera le proprie corrispondenze. A Roma si
stampava anche Compagna, diretta da Giuseppe Berti: fra le redattrici vi
era la torinese Rita Montagnana, sorella di Mario, un altro redattore de
L'Ordine Nuovo, e tra Rita e Togliatti nacque qualche tempo dopo una
relazione che sfocer nel matrimonio, celebrato nel Municipio di Torino il 27
aprile 1924.

Tessera del PCd'I del 1921

Mario Montagnana

Il III Congresso dell'Internazionale Comunista, nel giugno del 1921, di


fronte all'esaurirsi della spinta rivoluzionaria in Europa, aveva stabilito la
nuova tattica che i partiti comunisti nazionali avrebbero dovuto seguire:
quella di un fronte unico con i partiti socialisti per opporsi alla montante
reazione della destra. Tuttavia il Partito comunista d'Italia si oppose a
quell'indirizzo e nel suo II Congresso, tenuto a Roma nel marzo del 1922,
Bordiga e Terracini, per la maggioranza dei congressisti, ribadirono nelle
loro tesi il rifiuto a ogni accordo con i socialisti, sottovalutarono il pericolo
fascista e previdero uno sbocco socialdemocratico alla crisi italiana: restava
operante solo l'intesa con i socialisti sul piano sindacale.[24] Gramsci e
Togliatti, che entr a far parte del Comitato Centrale, si allinearono con la
maggioranza di Bordiga, pur non condividendo l'opposizione alle direttive
del Comintern, perch temevano una frattura, se non una scissione nel
partito.[25]

Il 5 ottobre, commentando la conclusione del XIX Congresso socialista,


Togliatti scrisse su L'Ordine Nuovo che l'espulsione dal PSI dei riformisti di
Turati rappresentava un segnale positivo per il riavvicinamento dei due
partiti,[26] un concetto ribadito il 12 ottobre, in un discorso tenuto al
Comitato centrale del Partito.[27]

L'avvento del fascismo[modifica | modifica wikitesto]


Il 28 ottobre 1922, in coincidenza con la marcia su Roma, una squadra
fascista penetr nella tipografia dove si stampava Il Comunista: vi era
anche Togliatti, che riusc a fuggire. Il quotidiano cess le pubblicazioni il 31
ottobre, con un ultimo appello all'attivit illegale. A Torino, ci aveva pensato
il 29 ottobre il questore Benedetto Norcia a chiudere provvisoriamente
L'Ordine Nuovo, imitato dal collega di Trieste che aveva sospeso le
pubblicazioni dell'altro quotidiano comunista Il Lavoratore.

Minimizzava intanto, come la maggioranza del gruppo dirigente del Partito,


il significato politico dell'avvento dei fascisti al governo: non hanno
profondamente modificato la situazione interna italiana [...] il governo

fascista, che la dittatura della borghesia, non avr interesse di liberarsi di


alcuno dei tradizionali pregiudizi democratici.[28]

Togliatti ritorn a Torino dove, 7 novembre, tenne un comizio in


celebrazione dell'anniversario della Rivoluzione russa; nel dicembre
successivo Torino fu sconvolta dalla strage del 18 dicembre, quando gli
squadristi comandati dal console della Milizia Piero Brandimarte devastarono
la Camera del Lavoro e la sede de L'Ordine Nuovo, uccidendo 22 persone.
Dopo questo avvenimento Togliatti si distacc dall'attivit politica, per
motivi non chiariti: per una malattia,[29] per una crisi sentimentale,[30]
per paura delle rappresaglie fasciste o forse perch per Togliatti la politica
era arte di governo, non milizia rivoluzionaria. Forse gli si present in quella
e in altre occasioni il problema se dovesse veramente abbandonare i suoi
studi per dedicarsi unicamente alla politica.[31] Non fu nemmeno coinvolto
dall'ondata di arresti ordinati nel febbraio del 1923 da Mussolini: oltre ai
delegati comunisti di ritorno dal IV Congresso dell'Internazionale, che aveva
imposto la fusione dei partiti socialista e comunista, furono arrestati pi di
5.000 dirigenti comunisti di vario livello;[32] tra le maggiori personalit,
sfuggirono all'arresto, a parte Gramsci, rimasto a Mosca, e Tasca, che si
trovava in Svizzera, soltanto Terracini, Camilla Ravera e lo stesso Togliatti.

Camilla Ravera
L'operazione poliziesca coordinata da De Bono era del tutto illegale e infatti
tutti furono prosciolti in istruttoria o assolti alla fine dell'anno nel processo,
ma raggiunse lo scopo di allontanare dal Partito i militanti meno decisi e di
sconvolgere l'organizzazione, costringendola all'illegalit. In aprile Togliatti
riprese i contatti con il Partito, entrando a far parte del Comitato esecutivo:
assunto lo pseudonimo di Paolo Palmi, si trasfer nella nuova sede
clandestina costituita ad Angera, sul Lago Maggiore.

Mauro Scoccimarro
Erano i giorni in cui l'Internazionale, con un atto d'imperio, aveva imposto
al Partito italiano la formazione di un nuovo esecutivo costituito da tre
esponenti della maggioranza di sinistra, Togliatti, Scoccimarro e
Fortichiari,[33] e da due della minoranza di destra, Angelo Tasca e
Giuseppe Vota, con il compito di portare ad effetto la fusione con la frazione
del Partito socialista aderente all'Internazionale,[34] guidata da Giacinto
Menotti Serrati. Togliatti, ancora legato a Bordiga, il quale era nettamente
contrario all'operazione, esitava, dichiarandosi disposto ad accettare la
carica a condizione di sviluppare una polemica aperta con l'Internazionale
e con la minoranza del partito e denunciando a Gramsci quello che
riteneva essere il tentativo, da parte della minoranza, di liquidare
l'esperienza del movimento politico proletario che ha portato alla creazione
del partito comunista.[35]

Una posizione, questa, giudicata un grave errore da Gramsci, il quale


considerava una iattura la contrapposizione del debole Partito italiano con
l'Internazionale. L'operazione della fusione non and in porto. La frazione
socialista favorevole all'unificazione con i comunisti fu radiata dal PSI
nell'agosto del 1923. Allo stesso tempo Gramsci s'impegnava a costituire
nel Partito una maggioranza di centro, cercando di attrarre a s gli elementi
dell'attuale maggioranza di sinistra per isolare tanto Bordiga (considerato
un dottrinario che condannava il Partito all'immobilismo) che la destra di
Tasca (che intendeva, secondo Gramsci, liquidare nel Partito ogni
prospettiva rivoluzionaria) in modo da mantenere la fisionomia del Partito
nato a Livorno senza rompere con l'Internazionale comunista. Togliatti fin
con l'allinearsi alla strategia di Gramsci, pur con quelle esitazioni che
sembravano essere una tipica espressione del suo carattere.[36]

In Italia la stampa comunista era bersagliata da sequestri motivati dai


prefetti con la sua attivit antinazionale o per l'istigazione all'odio di
classe: nell'agosto del 1923 Togliatti fond il settimanale Lo Stato
operaio a Milano, dove si trovava quando, il 21 settembre, venne arrestato
insieme con Tasca, Vota, Leonetti, Gennari, Mario Montagnana, Teresa Noce

e Caterina Piccolato.[37] Denunciati per complotto contro la sicurezza


dello Stato, furono assolti in istruttoria dopo tre mesi di carcere preventivo
passati a San Vittore.

Nell'agosto del 1923 Mussolini fece approvare dal Parlamento una nuova
legge elettorale, la legge Acerbo, che assegnava i due terzi dei seggi alla
lista che avesse superato il 25% dei voti. Togliatti scrisse che il fascismo
vuole, conquistato il potere, disperdere gli aggregati proletari, impedire una
loro unificazione su qualsiasi terreno e provocare invece una unificazione
attorno a s dei gruppi politici borghesi[38]: il 6 aprile 1924, le elezioni
confermarono il blocco borghese intorno al listone mussoliniano che
raccolse il 66,2% dei voti e 375 seggi. L'Alleanza per l'unit proletaria, la
lista unitaria di comunisti e socialisti terzini, ottenne il 3,8% e 19
deputati, tra i quali Gramsci che cos, apparentemente protetto
dall'immunit parlamentare, pot rientrare in Italia: Togliatti non era
candidato, mentre Bordiga, bench sollecitato, aveva rifiutato di presentarsi
alle elezioni. Il risultato elettorale ottenuto, bench oggettivamente
modesto, fu accolto dal Partito con soddisfazione, essendo stato superiore
al previsto e vicino a quello ottenuto dagli altri due partiti socialisti.

La Conferenza di Como[modifica | modifica wikitesto]


Il chiarimento interno al Partito si tenne nella conferenza clandestina
convocata nella met di maggio presso Como, nella quale le tre correnti
presentarono ciascuna una propria relazione. Togliatti, per il centro,
criticando la concezione bordighiana del partito come un'organizzazione di
quadri rivoluzionari isolata dalle masse,[39] sostenne che quello comunista
doveva essere s il Partito della dittatura del proletariato, ma la dittatura
del proletariato sar una parola d'ordine solo nel momento in cui saremo
riusciti a trascinare dietro di noi, a porre sul terreno della lotta per la
conquista del potere le grandi masse della popolazione lavoratrice e non
solo l'avanguardia che oggi raccolta nei nostri Partiti. Per giungere a quel
momento bisogna saper costruire tutta una catena storica attraverso i suoi
successivi anelli e quindi saper lanciare delle parole d'ordine adattate alla
situazione in cui ci troviamo e ai rapporti di forze reali che troviamo

dinnanzi a noi.[40] Tuttavia i delegati del convegno si espressero ancora in


larga maggioranza a favore della sinistra di Bordiga.

Vladimir Lenin
Alla fine del mese Togliatti, Bordiga, Grieco, Tasca e altri quattordici
delegati italiani, partirono per Mosca per partecipare al V Congresso
dell'Internazionale, il primo tenuto dopo la morte di Lenin, convocato per il
17 giugno 1924. Il tema della relazione svolta da Zinov'ev era incentrato
sulla necessit di combattere tanto le deviazioni di sinistra quanto
soprattutto di destra presenti in diversi Partiti comunisti. Ritenendo che vi
fossero prospettive rivoluzionarie a medio termine, la risoluzione finale
dell'Internazionale dichiarava che era necessario non farsi irretire da
alleanze con i partiti socialdemocratici: per l'Italia, attraversata da una
grave crisi politica a seguito del delitto Matteotti, il compito del Partito
comunista era: 1) abbattere il fascismo; 2) scartare dalla scena politica
[...] i partiti d'opposizione costituzionale e riformista; 3) riunire dietro di s
le masse operaie e contadine per un'azione di classe mirante alla conquista
del potere.[41]

Nel suo intervento sulla situazione politica italiana, Togliatti, che aveva
assunto lo pseudonimo di Ercoli, rilevata l'impossibilit dei partiti di
sinistra di condurre da soli la lotta contro il fascismo, aveva invece
sostenuto la necessit di isolare i fascisti dai loro temporanei alleati,
facendone per un periodo transitorio [...] degli alleati della classe operaia, e
di utilizzare tutte le fessure esistenti nell'insieme dei raggruppamenti
borghesi e semiborghesi, per favorire contemporaneamente il processo di
disgregazione di questo blocco.[42] Stante il rifiuto della sinistra di
assumere cariche, vennero eletti al Comitato esecutivo del PCd'I Gramsci (il
quale dall'agosto fu investito anche della nuova carica di segretario
generale del Partito),[43], Togliatti (dallo stesso periodo responsabile anche
del settore agitazione e propaganda), Scoccimarro, Mers e Maffi.

Durante la crisi del regime fascista nella seconda met del 1924, il Partito
comunista aument il numero dei suoi iscritti e la diffusione della sua
stampa, ma non riusc a incidere sulla crisi: la proposta della creazione di
un "antiparlamento" fu respinta sia dai socialisti che dalle altre forze
aventiniane che temevano il radicalismo rivoluzionario dell'iniziativa. Il
nullismo[44] dell'Aventino si concret nel manifesto dell'11 novembre
che chiedeva l'intervento di un re il quale era in realt solidale con lo stesso
Regime: i comunisti decisero allora di rientrare in parlamento e, dopo il
discorso di Mussolini del 3 gennaio 1925, la repressione, mai cessata nei
confronti dei comunisti, si estese anche alle altre opposizioni. Il 3 aprile
Togliatti venne arrestato con cinque capi d'imputazione, tra i quali quello di
far sorgere in armi gli abitanti del Regno contro i poteri dello Stato.
Anche questa volta, essendo intervenuta un'amnistia, non si arriv al
processo e il 29 luglio venne scarcerato: pot cos conoscere il figlio Aldo,
nato durante la detenzione. Un successivo mandato di cattura, emesso in
settembre, non ebbe effetto perch Togliatti, rientrato nella clandestinit,
riusc a far perdere le proprie tracce.

Togliatti e altri dirigenti comunisti alla riunione del Comintern


Il Congresso di Lione[modifica | modifica wikitesto]
Nell'autunno si tennero clandestinamente i Congressi provinciali di partito:
Gramsci, appoggiato da Togliatti e dagli altri esponenti del centro e della
destra, vi svolse un'intensa attivit allo scopo di strappare alla sinistra il
controllo delle Federazioni in vista del III Congresso nazionale da tenersi a
Lione. Qui, dal 20 gennaio 1926 vennero presentate e discusse le tesi
congressuali, che secondo Paolo Spriano sono il prodotto pi maturo dello
sviluppo teorico leninista di Gramsci e di Togliatti.[45]

Il fascismo viene visto in queste tesi come un'espressione della politica


tradizionale delle classi dirigenti italiane, e della lotta del capitalismo contro
la classe operaia che ha la sua base sociale nella piccola borghesia urbana
e in una nuova borghesia agraria. Rispetto al tradizionale programma di

conservazione e di reazione della classe politica italiana, fatta di accordi e di


compromessi, il fascismo ha inteso realizzare una unit organica di tutte le
forze della borghesia in un solo organismo politico sotto il controllo di una
unica centrale che dovrebbe dirigere insieme il partito, il governo e lo
Stato. Destinato, per le sue stesse premesse, a svolgere un'aggressiva
politica imperialistica, nel campo economico agisce come strumento di una
oligarchia industriale e agraria per accentrare nelle mani del capitalismo il
controllo di tutte le ricchezze del paese. Ci non pu fare a meno di
provocare un malcontento nella piccola borghesia la quale, con l'avvento del
fascismo, credeva giunta l'era del suo dominio.

Era questo un primo elemento di contraddizione nel blocco reazionario


creato dal fascismo, al di fuori del quale restavano altri centri di opposizione
borghese, come il gruppo giolittiano. Questo gruppo si collega a una
sezione della borghesia industriale e, con un programma di riformismo
laburista, esercita influenza sopra strati di operai e piccoli borghesi.

Inserire il proletariato come terzo elemento della lotta politica italiana e


l'alleanza tra la classe operaia del Nord e il proletariato agricolo del Sud,
sempre per le tesi congressuali, era la condizione per la creazione di
prospettive rivoluzionarie nel paese. Occorreva per che il Partito fosse in
costante contatto con la classe operaia e per questo doveva
bolscevizzarsi, ossia organizzarsi sullo stesso luogo di lavoro, creandovi
cellule comuniste, senza per questo essere un partito di soli operai: la
classe operaia e il suo partito non possono fare a meno degli intellettuali e
devono essere in grado di raccogliere e guidare tutti gli elementi che per
una via o per un'altra sono spinti alla rivolta contro il capitalismo, come i
contadini, possibile tramite politico tra il proletariato e le classi rurali. Si
trattava della conferma della necessit di sviluppare un partito di massa.

Il Congresso si concluse il 26 gennaio: le Tesi di Gramsci e Togliatti


raccolsero pi del 90% dei consensi dei delegati e la sinistra di Bordiga
perdette il controllo del Partito. Gramsci fu confermato segretario generale,

mentre Togliatti fu confermato all'Esecutivo, all'Ufficio di segreteria e al


Comitato centrale.[46] Contro l'esito del Congresso la corrente di sinistra
present ricorso che fu respinto dall'Internazionale.[47]

A Mosca, in Svizzera e a Parigi[modifica | modifica wikitesto]


Il 10 febbraio 1926 Togliatti lasci l'Italia con la moglie e il figlio per Mosca,
essendo stato nominato capo della delegazione[48] del Partito italiano per il
VI Plenum dell'Internazionale comunista: certamente non immaginava che
sarebbe rientrato in Italia soltanto diciotto anni dopo. Nel precedente
dicembre, nel Partito russo era avvenuto uno scontro interno tra i maggiori
dirigenti: quasi emarginato Trockij, erano stati Zinov'ev e Kamenev ad
attaccare Bucharin e Stalin, contestando loro l'impossibilit di costruire il
socialismo nella sola Russia, ma erano rimasti in minoranza.
L'Internazionale aveva concordato di non affrontare i problemi interni del
Partito russo, ma Bordiga aveva insistito e, dopo uno scontro con Stalin,
nella seduta del Plenum critic il predominio esercitato dal Partito russo e la
politica di bolscevizzazione dei Partiti comunisti.

Nel suo discorso del 25 febbraio, Togliatti attacc Bordiga, accusandolo di


aver portato il Partito italiano sull'orlo della distruzione, difese l'attuale
politica del gruppo dirigente italiano, volta a individuare e approfondire gli
eventuali contrasti del blocco reazionario al potere in Italia e manifest
dubbi sulle possibilit - avanzate dalla relazione di Zinov'ev - di svolte
rivoluzionarie in Europa. Togliatti, al termine del Plenum, venne eletto
all'Esecutivo dell'Internazionale con Stalin, Zinov'ev, Bucharin, Trockij,
Thlmann, Kuusinen, Manuil'skij e altri.[49]

La lettera di Gramsci[modifica | modifica wikitesto]


Dall'estate del 1926 Trockij, Zinov'ev, Kamenev, Radek, Antonov-Ovseenko
ed altri dirigenti bolscevichi tentarono un'ultima opposizione contro la
maggioranza capeggiata da Stalin, vista come una pericolosa autocrazia,
costituendosi apertamente in frazione comunista di sinistra. Conducendo

un'agitazione tra gli stessi operai, criticarono il burocratismo e la mancanza


di democrazia interna nel Partito, la persistenza di gravi sperequazioni
sociali a favore dei contadini proprietari, avvantaggiati dalla NEP a danno
degli operai, la rinuncia a una politica rivoluzionaria all'esterno (ne era un
esempio la recente collaborazione con le laburiste Trade Unions in
Inghilterra) e l'intenzione di costruire il socialismo nella sola Russia, da loro
giudicata fonte di degenerazione di tutto il processo rivoluzionario.

Antonio Gramsci
Il dibattito nel Comitato centrale russo port alla riaffermazione della
politica seguita da Stalin e alla condanna della frazione trockista e
all'esclusione di Zinov'ev dall'Ufficio politico. L'eco del conflitto tra i maggiori
dirigenti comunisti russi giunse anche in Italia, dibattuto dagli stessi
giornali[50] i quali, elogiando la prudenza di Stalin, videro nella sua
politica la fine della rivoluzione comunista e la sua trasformazione in
rivoluzione borghese, insieme con lo sviluppo di un capitalismo di stato.

Gramsci, dalle colonne de L'Unit, difese la politica economica seguita in


URSS che, se pur creava privilegi tra le classi, era necessaria alla creazione
di quell'accumulazione primitiva che doveva essere la premessa
dell'industrializzazione del Paese. A nome del Partito, Gramsci scrisse probabilmente il 14 ottobre - anche una lettera indirizzata al Comitato
Centrale del Partito sovietico; in essa lamentava il pericoloso scontro
politico in corso, che rischiava di produrre una scissione nel gruppo
dirigente leninista dagli effetti gravi e imprevedibili, elogiava i meriti
rivoluzionari di Zinov'ev, Trockij e Kamenev, ma appoggiava la linea politica
della maggioranza, che per veniva invitata, nel condurre la sua lotta, a non
oltrepassare certi limiti che sono superiori a tutte le democrazie formali.
Nella lettera si indicava anche il rischio di annullare la funzione dirigente
che il Partito comunista dell'URSS aveva conquistato per impulso di Lenin.

La lettera giunse a Mosca il 16 ottobre, quando l'opposizione aveva


dichiarato di rinunciare a ogni attivit frazionistica, anche se il 18 ottobre la
pubblicazione sul New York Times del cosiddetto Testamento di Lenin
(contenente serie critiche a Stalin), provoc a partire dal 23 ottobre un
nuovo durissimo scontro nel Partito sovietico. Per intanto Togliatti,
d'accordo con Bucharin e Manuil'ski, decise di non inoltrare la lettera al
Comitato Centrale, spiegando i motivi all'Ufficio politico del Partito italiano
e, pi diffusamente, in una lettera a Gramsci del 18 ottobre, in cui
affermava che quando si d'accordo con la linea del CC, il miglior modo di
contribuire a superare la crisi di esprimere la propria adesione a questa
linea; ricordava inoltre che probabilmente d'ora in poi l'unit della
vecchia guardia leninista non sar pi o sar assai difficilmente realizzata in
modo continuo, ma che non tanto l'unit del gruppo dirigente (che poi
non mai stata cos assoluta) che ha fatto del partito russo l'organizzatore
e il propulsore del movimento rivoluzionario mondiale del dopoguerra,
quanto piuttosto il fatto che il partito russo ha portato la classe operaia a
conquistare il potere. La lettera di Gramsci, nel giudizio di Togliatti,
avrebbe fornito argomenti e giustificazioni alla polemica della sinistra.

L'Ufficio politico del Partito italiano accett la decisione di Togliatti, ma


Gramsci, risentito, replic con una lettera personale a Togliatti il 26 ottobre,
accusandolo di burocratismo e dispiacendosi sinceramente che la nostra
lettera non sia stata capita da te [...] la nostra lettera era tutta una
requisitoria contro le opposizioni. L'arresto di Gramsci, avvenuto l'8
novembre e la successiva detenzione prolungatasi tutta la vita, posero
forzosamente fine alla discussione.[51]

Alla guida del Partito comunista[modifica | modifica wikitesto]


Dopo l'attentato di Bologna del 31 ottobre 1926, Mussolini decise di
eliminare le ultime parvenze di democrazia e la sera dell'8 novembre 1926,
in violazione dell'immunit parlamentare[52], furono arrestati tutti i
deputati comunisti, tranne Grieco, Bendini e Gennari, che sfuggirono alla
cattura; la repressione poliziesca, estesa alle altre forze di opposizione,

prosegu per due giorni facendo un migliaio di arresti, accompagnata dalle


violenze delle squadre fasciste che provocarono una dozzina di morti.[53]

Iosif Stalin
L'organizzazione del Partito fu cos sconvolta e tutti i suoi militanti
entrarono in clandestinit: Camilla Ravera dirigeva il Centro interno
clandestino del Partito, operante a Genova, a Mosca si decise la costituzione
di un Centro estero a Parigi (dove si sarebbe stampata la rivista teorica Lo
Stato operaio), guidato da Togliatti, mentre a Luigi Longo veniva affidata
la Federazione giovanile. Formalmente Gramsci rimaneva il segretario, ma
di fatto la guida del Partito veniva affidata a Togliatti, che pure rimaneva
membro dell'Esecutivo del Comintern: come ricord in seguito Ignazio
Silone, la successione di Togliatti a Gramsci naturale, la sua preminenza
un dato di fatto [...] nessuno poteva stargli alla pari. Aveva un suo modo
di ascoltare a lungo, ma quando prendeva la parola era come se leggesse,
veniva fuori la lunga riflessione, sapeva collegare fatti apparentemente
secondari a cui nessuno di noi aveva pensato.[54]

Togliatti e Silone dovettero recarsi nel maggio del 1927 a Mosca, dove era
convocato l'VIII Plenum dell'Internazionale: la svolta a destra del
Comintern, rappresentata dalla politica del fronte unico con le
socialdemocrazie non aveva dato alcun frutto e la frazione di Trockij aveva
buoni motivi per alimentare la polemica anti-staliniana, specie dopo l'esito
disastroso dell'alleanza dei comunisti cinesi con il Kuomintang, voluta da
Stalin, lo scioglimento dell'accordo sindacale tra sindacati comunisti e Trade
Unions in Inghilterra, paese che aveva rotto le relazioni diplomatiche con
l'URSS e dove una parte dei conservatori, guidati Churchill, voleva giungere
alla guerra. La maggioranza dell'Esecutivo aveva preparato una risoluzione
di condanna di Trockij sulla base di un documento di quest'ultimo, del quale
non si dava tuttavia conto, e pretendeva che i delegati l'approvassero senza
venirne a conoscenza. L'opposizione italiana, alla quale si unirono i
rappresentanti francesi e svizzeri, fece ritirare la risoluzione.[55]

Pur opponendosi a sanzioni contro la frazione di Trockij, Togliatti ne


rigettava la linea politica e quando Trockij e Zinov'ev, avendo manifestato
pubblicamente il loro dissenso tra la popolazione, il 14 novembre vennero
espulsi dal Partito russo come controrivoluzionari, appoggi la decisione
come inevitabile, scrivendo che essi, avendo negato la possibilit della
costruzione del socialismo in Russia, si erano messi contro tutta la storia
politica scaturita dalla Rivoluzione.[56]

Il fallimento della strategia delle intese con le socialdemocrazie produsse


una nuova svolta a sinistra dell'Internazionale, solo parzialmente accolta
da Togliatti, che nel suo Rapporto sulla situazione internazionale tenuto nel
gennaio del 1928 alla II Conferenza organizzativa del PCI qualific la
socialdemocrazia un partito della borghesia il quale conserva una base tra
gli operai, difende in seno alla classe operaia l'ideologia della borghesia e si
sforza di arrestare gli sviluppi dell'ideologia rivoluzionaria,[57] ma si
oppose al fatto che la CGL, ricostituita illegalmente in Italia dai comunisti
dopo il suo scioglimento decretato dai dirigenti riformisti, rompesse i legami
con la Federazione sindacale internazionale di Amsterdam, controllata dai
socialisti.

Gastone Sozzi
Rifiutata l'assunzione della direzione dell'Ufficio dell'Internazionale aperto a
Berlino, Togliatti diresse il Centro estero del Partito, gi costituito a Parigi e
trasferito nel 1927 a Lugano e poi, nel 1928, a Basilea. Contrast
l'insofferenza dei giovani comunisti, come Longo, Secchia e D'Onofrio, che
ritenevano che la lotta al fascismo, con la scomparsa delle altre opposizioni
democratiche italiane, dovesse essere radicalizzata proponendo, contro il
fascismo, l'obiettivo dell'immediato passaggio al socialismo. Togliatti
spiegava che per abbattere il fascismo con un'azione rivoluzionaria
occorreva una saldatura tra operai e contadini che nella situazione italiana
non esisteva affatto, e che se non esistevano pi organizzazioni antifasciste

borghesi, continuava a esistere una piccola borghesia che poteva essere


conquistata all'antifascismo con una politica di rivendicazioni democratiche.
Di qui, la necessit di indicare obiettivi politici intermedi, come il ripristino
delle libert civili soppresse dal fascismo: assumere queste iniziative non
voleva dire rinunciare al socialismo, ma significava conquistare l'egemonia
nella lotta antifascista.[58]

Lev Trockij
Si preoccup anche di rendere pi "facili" gli articoli della rivista teorica Lo
Stato Operaio, e cur l'istruzione teorica e pratica dei giovani militanti, da
mandare in Italia per l'azione clandestina: uno di essi, Gastone Sozzi, che
doveva costituire un nucleo comunista all'interno delle forze armate, venne
subito arrestato a Milano nel novembre del 1928 e mor in carcere a seguito
delle torture subite.

Il 17 luglio 1928 si apr a Mosca il VI Congresso del Comintern, preceduto


dalla consueta lotta interna fra i dirigenti del PCUS: ora i dissidenti
comprendevano, oltre Kamenev e Zinov'ev, anche il "destro" Bucharin, che
accusava Stalin di mettere a rischio la Rivoluzione e di essere un intrigante
senza principi, capace di tutto pur di conservare il potere.[59] Da parte
sua, Stalin intendeva attuare una svolta a sinistra per mettere in difficolt la
destra del Partito sovietico dove, gi indebolita la corrente di sinistra,
avrebbe potuto cos assumere il ruolo di dominatore unico: il tema del
Congresso divenne la lotta che i Partiti comunisti avrebbero dovuto
condurre contro la socialdemocrazia e le analogie esistenti tra questa e il
fascismo.

Nel suo discorso, Togliatti rifiut tale assimilazione: il fascismo come


movimento di massa, un movimento di piccola e media borghesia, dominato
dalla grande borghesia e dagli agrari, che non ha basi in un'organizzazione
tradizionale della classe operaia, mentre la socialdemocrazia un

movimento che ha una base operaia e piccolo-borghese e trae la sua forza


principalmente da un'organizzazione che riconosciuta da grandi masse
operaie come l'organizzazione tradizionale della loro classe. Ci non toglie
che la socialdemocrazia possa attuare metodi fascisti - come era avvenuto
in Germania - e perseguire una cosciente politica imperialistica, come
dimostrava il recente Congresso socialista di Bruxelles che, favorevole al
buon colonialismo, visto come presunta fonte di progresso per i paesi
sfruttati, dava una copertura ideologica all'imperialismo.

Togliatti attacc anche il sistema in vigore in altri Partiti comunisti, nei quali
il dibattito politico si svolgeva spesso in oscure lotte intestine e le
discussioni si concludevano con condanne, misure disciplinari ed espulsioni:
un sano centro dirigente, sostenne, si forma attraverso il dibattito aperto e
il lavoro comune, e non con il metodo della lotta senza princpi e dei
compromessi tra gruppi diversi [...] non possiamo chiudere gli occhi che
fenomeni simili si presentano oggi.[60]

Ma la lotta interna al PCUS continuava: in settembre Bucharin critic, nelle


sue Note di un economista, l'accelerazione dell'industrializzazione, voluta
dalla maggioranza staliniana, che comprometteva, a suo dire, il necessario
equilibrio tra industria ed economia. Lo scontro prosegu in dicembre in
seno all'Internazionale, dove il delegato italiano Tasca difese apertamente
Bucharin, arrivando a una violenta polemica con Stalin, malgrado le
raccomandazioni di Togliatti di non lasciarsi trascinare, in alcun modo,
sopra il terreno ardente e malsicuro della lotta di un gruppo contro
l'altro.[61] Nelle riunioni del Comitato Centrale del PCI, che si tennero dal
23 febbraio al 2 marzo del 1929 a Parigi, a motivo dell'espulsione dei
comunisti italiani decretata dalle autorit svizzere, Tasca condusse una
critica a fondo dei dirigenti russi, della loro politica interna ed estera, e della
funzione dell'Internazionale, senza indicare tuttavia alcun tipo di
prospettiva alternativa per il Partito italiano.[62] Le posizioni di Tasca
furono considerate opportunistiche, ma le sue dimissioni dall'Ufficio
politico furono respinte. I riflessi della lotta intestina nell'Internazionale

portarono, nel marzo 1930, all'espulsione di Bordiga dal P.C.d'I., evento in


cui Togliatti recit un ruolo di primo piano.[63][64]

Gli anni trenta e la Guerra Civile spagnola[modifica | modifica wikitesto]


Dal 1934 Togliatti si stabil definitivamente a Mosca dove, ospitato con
moglie e figlio in un palazzo governativo - la Lubjanka - insieme ad altri
fuoriusciti, riusc in breve tempo a distinguersi per capacit organizzative e
fedelt al partito. Nel 1935 (anno delle prime purghe staliniane) divenne
uno dei massimi dirigenti dell'Internazionale Comunista, tanto che nel 1936
venne inviato come massimo rappresentate dell'Internazionale stessa in
Spagna allo scoppio della Guerra civile spagnola, dove rimase sino al 1939,
coordinando la lotta contro il franchismo e gli altri partiti non stalinisti
(vedasi tra gli altri Omaggio alla Catalogna di George Orwell)[65][66][67].
Nel 1939 scapp dalla Spagna ormai persa e si rifugi nuovamente in
Unione Sovietica.

Il ritorno in Italia[modifica | modifica wikitesto]


Convocata domani unAssemblea nazionale costituente, proporremo al
popolo di fare dellItalia una repubblica democratica, con una Costituzione la
quale garantisca a tutti gli italiani tutte le libert: la libert di pensiero e
quella di parola; la libert di stampa, di associazione e di riunione; la libert
di religione e di culto; e la libert della piccola e media propriet di
svilupparsi senza essere schiacciata dai gruppi () del capitale
monopolistico. Questo vuol dire - prosegue - che non proporremo affatto un
regime il quale si basi sulla esistenza o sul dominio di un solo partito. In
unItalia democratica e progressiva vi dovranno essere e vi saranno diversi
partiti (); noi proporremo per che questi partiti, o almeno quelli che ()
hanno un programma democratico e nazionale, mantengano la loro unit
per far fronte a ogni tentativo di rinascita del fascismo.
(Palmiro Togliatti, Discorso di Napoli dell'11 aprile 1944)
Togliatti rientr in Italia dall'URSS, dopo lo sbarco degli alleati in Sicilia e
l'armistizio di Cassibile dell'8 settembre 1943, ricomparendo a Napoli

ancora sotto il falso nome di "compagno Ercoli". Immediatamente attu


quella che rimase famosa come la "svolta di Salerno", con la quale il PCI
antepose la lotta antifascista alla deposizione della Monarchia, entrando con
gli altri partiti del CLN nel secondo governo guidato da Pietro Badoglio. Pare
assodato che la svolta fosse stata presa in accordo coi voleri di Stalin, cos
come risult in seguito dall'analisi degli archivi di Mosca[68][69][70].

Dopo la liberazione di Roma (giugno 1944) Togliatti Ministro senza


portafoglio di quello presieduto dal socialista riformista Ivanoe Bonomi. Nel
secondo governo Bonomi invece Vice Presidente del Consiglio; in quello
successivo, presieduto da Ferruccio Parri (21 giugno 1945) Ministro di
Grazia e Giustizia, cos come lo sar nel primo Governo guidato da Alcide
De Gasperi (10 dicembre 1945). Fu Togliatti, a seguito di una decisione
collegiale del Governo Italiano presa in nome della riconciliazione tra
italiani, ad emanare l'amnistia per tutti coloro che dopo l'8 settembre si
erano macchiati di reati politici (cosiddetta "amnistia Togliatti"). Nel
secondo Governo De Gasperi, 1946, Togliatti non ricopr pi alcun incarico,
pur restando il PCI sostenitore del governo con tre ministri. Nel terzo
Governo De Gasperi, 1947, il Partito Comunista fu escluso da ogni carica.
Togliatti, nell'immediato dopoguerra, fu eletto all'Assemblea Costituente e
successivamente a deputato fin dalla prima legislatura.

Gi nel dopoguerra Togliatti cominci un lento distacco dall'URSS stalinista,


che pure in pubblico difendeva senza esitazioni, tanto da rifiutare
personalmente l'offerta di Stalin di assumere la guida del Cominform nel
1951: come riferito da Nilde Iotti, dopo un incontro caratterizzato da
freddezza e irritazione del politico georgiano nei confronti dell'italiano,
Togliatti lasci definitivamente Mosca: Arrivando a Vienna, di ritorno
dall'Unione Sovietica, si lasci andare: Finalmente liberi!.[4]

Le elezioni del 1948 e l'attentato[modifica | modifica wikitesto]

Togliatti in ospedale con il chirurgo Valdoni


Il 18 aprile 1948, le prime elezioni politiche della storia della repubblica
sancirono la vittoria della Democrazia Cristiana e dei suoi alleati e la
sconfitta del fronte delle sinistre (Partito Comunista e Partito Socialista),
dopo una campagna elettorale molto combattuta.[71]

Alle 11.30 del 14 luglio 1948 Togliatti sub un attentato: fu colpito da


tre[72] colpi di pistola sparati a distanza ravvicinata mentre usciva da
Montecitorio in compagnia di Nilde Iotti (giovane membro del Pci eletta alla
Costituente, con la quale aveva intrecciato una relazione nel 1946, quando
la Iotti aveva 26 anni).[71]

L'autore dell'attentato era Antonio Pallante, un giovane esaltato[73],


studente di giurisprudenza[73], fortemente anticomunista e simpatizzante
del qualunquismo, spaventato dagli effetti che la politica filo-sovietica del
"Migliore" (come ormai Togliatti iniziava ad esser soprannominato
ironicamente dai suoi avversari) avrebbe potuto avere sul Paese.[71][73] I
proiettili di tipo scadente e con capacit limitata di penetrazione (a ci si
deve la sopravvivenza di Togliatti[74]), sparati da una vecchia pistola
calibro 38 (ancora in buono stato, a differenza di quanto detto da molti
storici che ne parlarono come di un ferrovecchio[74]), secondo i resoconti
colpirono il leader del PCI alla nuca e alla schiena, mentre una terza
pallottola, si disse all'epoca, sfior la testa del politico; in realt, come
risulta dalla perizia balistica e medica resa nota dopo 60 anni, nel 2008, un
proiettile colp Togliatti alla nuca, ma non sfond la calotta cranica,
schiacciandosi sullapofisi occipitale e rimbalzando sul selciato, poich non
era incamiciata con l'usuale lega di rame e zinco e perch in essa non era
presente antimonio, utilizzato per indurire il piombo.[74] In tal caso il
proiettile avrebbe potuto ferire mortalmente Togliatti.[74] Gli altri due colpi
esplosi da Pallante invece non furono letali poich colpirono lemitorace
sinistro, scheggiando una costola del leader comunista e provocando
lacerazioni nei polmoni, facilmente guaribili in un paio di mesi, come
avverr; il pericolo per il capo del PCI fu il possibile dissanguamento, nei
minuti successivi.[74] Ricoverato d'urgenza, Togliatti fu operato con

successo dal chirurgo Pietro Valdoni.[71] Pallante fu arrestato subito dai


carabinieri di Montecitorio, ai quali non oppose resistenza, e condannato poi
a 13 anni e 8 mesi di carcere, poi ridotti e 10 anni e 8 mesi e infine
amnistiati per la met (usc nel 1953 dopo cinque anni di reclusione).

Poche ore dopo il ferimento si verificarono incidenti in diverse localit fra le


quali Roma, La Spezia, Abbadia San Salvatore; nel corso di violentissime
manifestazioni di protesta si registrarono alcuni morti a Napoli, Genova,
Livorno e Taranto. Genova reag con forse maggiore tempestivit ed
impegno, sia per la forte presenza comunista fra la sua popolazione, sia
perch a molti non era sfuggito il ricordo sentimentale di un Togliatti
genovese (anche se emigrato subito dopo la nascita in Sardegna e poi
vissuto a Torino ed in gran parte in Russia)[75].

Gli operai della FIAT di Torino sequestrarono nel suo ufficio l'amministratore
delegato Vittorio Valletta. Buona parte dei telefoni pubblici smisero di
funzionare e si blocc la circolazione ferroviaria. Il democristiano Mario
Scelba, ministro dell'interno, impart disposizioni ai prefetti per vietare ogni
forma di manifestazione, e l'intero paese sembr sull'orlo della guerra civile.
Gli accordi di Yalta e la presenza di truppe americane sul territorio italiano
sconsigliavano un'insurrezione armata.[71] Nelle ore in cui si attendeva
l'esito dell'intervento chirurgico, si diffusero le pi diverse voci sullo stato di
salute di Togliatti: circol anche la notizia della morte del segretario
comunista[71], e si disse che Togliatti era rimasto vittima della "reazione
fascista" come Giacomo Matteotti nel 1924.[76]

Il clima politico del paese era caldissimo: soltanto due mesi prima, si era
consumata la sconfitta del Fronte.[71] Il bilancio, nella sola giornata del 14
luglio, fu di 14 morti e centinaia di feriti. Negli scontri perirono dieci
manifestanti e quattro agenti di Pubblica Sicurezza[77][78]. Nei due giorni
successivi all'attentato, si conteranno altri 16 morti e circa 600 feriti[79]. Il
Paese torner lentamente alla normalit[80]. L'operazione, infatti, riusc a
salvare Togliatti. Fu proprio il dirigente del Partito Comunista Italiano ad

imporre ai membri pi importanti della direzione del PCI, Secchia e Longo,


di sedare gli animi e fermare la rivolta. Secondo alcuni, se Togliatti fosse
morto si sarebbe rischiata una nuova guerra civile, come quella greca (dove
i comunisti uscirono sconfitti).[74]

La possibile insurrezione di massa dei militanti comunisti si arrest davanti


all'ordine di Togliatti di "stare calmi" e di "non fare pazzie".[71] A detta di
alcuni giornali si ritenne che avesse contribuito a moderare gli animi anche
l'inaspettata vittoria di Gino Bartali al Tour de France. Intervistato anni
dopo da "Epoca", in realt Bartali sment decisamente la connessione tra i
due eventi, rammentando di essere stato raggiunto da una comunicazione
telefonica del Presidente del Consiglio, De Gasperi, il quale aveva voluto
molto pi modestamente sincerarsi se il corridore sarebbe stato in grado di
aggiudicarsi la tappa dell'indomani (15 luglio 1948).[71]

Dopo la sconfitta del Fronte[modifica | modifica wikitesto]

Togliatti a comizio
Sotto la sua segreteria, il PCI divenne il pi grande partito comunista
europeo tra quelli non al potere, il pi importante politicamente del mondo
occidentale anche se non raggiunse mai un consenso elettorale tale da
conquistare il primato tra le forze politiche nazionali. I due maggiori
successi elettorali vennero raggiunti soltanto anni dopo, sotto la segreteria
di Enrico Berlinguer: il picco massimo di consensi in occasione delle elezioni
politiche del 1976 (34,4% alla Camera dei deputati) e il sorpasso ai danni
della DC (33,3% contro 33,0%) alle elezioni del Parlamento europeo del
1984, attribuibile in larga misura alla generale commozione per la recente
scomparsa del segretario generale del PCI.

La sua azione, decisiva per il radicamento del PCI nella societ italiana ma
altrettanto risoluta nel difendere l'URSS ad ogni costo, divenne pi
autonoma dopo la morte di Stalin nel 1953, commemorato da Togliatti con

le seguenti parole: Giuseppe Stalin un gigante del pensiero, un gigante


dell'azione. Col suo nome verr chiamato un secolo intero, il pi
drammatico forse, certo il pi denso di eventi decisivi della storia faticosa e
gloriosa del genere umano.[81]

Alle elezioni di quell'anno il PCI ottenne il 22,6% dei voti. Man mano che in
URSS il nuovo segretario del partito promuoveva la sua linea innovatrice,
facendo pace con Tito e denunciando i crimini di Stalin, secondo un'opinione
diffusa negli ultimi anni Togliatti assunse una linea a lui ostile, che sarebbe
stata abilmente camuffata come ricerca di una "via nazionale" al socialismo.
Allo scoppio della rivoluzione ungherese (ottobre 1956), Togliatti tenne a
bada il dissenso ed emargin gli stalinisti pi irriducibili, incalzando al
tempo stesso i dirigenti del PCUS affinch schiacciassero il "fascismo" che
secondo lui era risorto in terra ungherese. In quell'occasione, Togliatti,
convinto che fosse in corso una "reazione fascista-clericale" in Ungheria,
vot a favore della decisione presa dal regime fantoccio di Budapest,
sottoposta alla consultazione dei principali partiti comunisti al potere, di
mettere a morte Imre Nagy, il comunista che aveva guidato la rivoluzione
dell'anno prima e il cui carattere democratico e pluralista nessuno studioso
mette in dubbio[82].

Togliatti in una rara immagine a colori


Al contempo, l'azione di rinnovamento svolta da Togliatti in Italia dal marzo
1956 in avanti prese le mosse dal XX Congresso del PCUS e dalle riforme
avviate da Chruscev, di cui Togliatti dichiar ripetutamente di condividere
l'impostazione, critica nei confronti di Stalin:

Stalin divulg tesi esagerate e false, fu vittima di una prospettiva quasi


disperata di persecuzione senza fine, di una diffidenza generale e continua,
del sospetto in tutte le direzioni.
(Togliatti sul "rapporto Kruscev"[83])

La "via italiana al socialismo"[modifica | modifica wikitesto]


Noi siamo democratici in quanto siamo non soltanto antifascisti, ma
socialisti e comunisti. Tra democrazia e socialismo non c contraddizione.
(Palmiro Togliatti[84])
Togliatti lanci quindi la "via italiana al socialismo", che consisteva in una
presenza convinta nelle istituzioni rappresentative, abbandonando ogni
scorciatoia rivoluzionaria, e al tempo stesso mirava ad accompagnare
l'azione istituzionale con l'estensione delle lotte sociali e sindacali. La
proposta togliattiana, gi elaborata dal 1943 in poi, prevedeva una lunga
marcia nelle istituzioni parlamentari per trasformarle progressivamente in
senso socialista, accettando per i principi costituzionali votati anche dai
comunisti e conquistando pacificamente il consenso degli elettori. Si
trattava di una profonda modifica del leninismo, affine al revisionismo del
marxismo, che suscit molte resistenze nei paesi socialisti e anche in URSS.

Togliatti e Nilde Iotti


Citando anche lo stesso Karl Marx[85], Togliatti cerc anche di persuadere i
sovietici ad adottare una visione pi flessibile del leninismo, ma la sua
proposta fu respinta alla Conferenza di Mosca del novembre-dicembre 1957.

Nel frattempo Togliatti ordinava l'estromissione dal partito delle componenti


rivoluzionarie e oltranziste che non si adeguavano agli ordini della Direzione
del partito, facenti capo alla figura di Pietro Secchia. Sempre nell'ottica di
attuare un deciso repulisti del partito dagli elementi indesiderati, scomodi
od ipercritici l'VIII congresso segna la liquidazione dell'ala "di destra" del
partito, nelle persone di Fabrizio Onofri e Antonio Giolitti. Se l'eliminazione
politica di Onofri poca cosa, per Giolitti il "Migliore" deve attuare una
tattica pi cauta. Molti comunisti lasceranno il PCI per aderire al PSI (Loris
Fortuna, lo stesso Giolitti).

Spalleggiato da Luigi Longo, Togliatti controbatte affannosamente alle


richieste di effettiva libert di opinione e discussione nel partito e alla
solidariet espressa nei confronti della rivolta popolare in Ungheria da parte
di Giolitti. Quest'ultimo costretto comunque a lasciare il partito non
trovando eco alle sue parole nel blocco granitico del PCI, che perde cos una
personalit politica e un intellettuale di primissimo piano tra la generazione
dei politici "nuovi". Segna inoltre l'incrinarsi di una lunghissima fase che
aveva visto gli intellettuali e la cultura italiana identificarsi nel PCI, in una
sua identificazione con le forze pi dinamiche e innovative del Paese (ruolo
guida che sar assunto di l a poco dal centro-sinistra dei primi anni 60').

Sar solo nei suoi ultimi anni che Togliatti, coerentemente col suo percorso,
esprimer critiche anche severe all'esperienza sovietica, ad esempio nel
Memoriale di Yalta, uno scritto pubblicato dal partito poco dopo la morte di
Togliatti, e affermando cos definitivamente il diritto all'autonomia da Mosca
del comunismo italiano.[86]

La morte[modifica | modifica wikitesto]


Alle elezioni del 1963 il PCI ottenne il 25,3% dei voti in entrambe le
Camere, fallendo tuttavia l'assalto alla maggioranza relativa.

Togliatti, che considerava l'allievo Enrico Berlinguer come il suo "delfino"


(ossia il suo erede politico), nell'estate del 1964 si rec a Jalta, localit della
Crimea, in URSS, sul mar Nero per trascorrere una breve vacanza con la
compagna Nilde Iotti[87], subito dopo un viaggio a Mosca dove aveva
discusso con Brenev (allora numero due del Cremlino, ma che stava per
deporre Chruv, che Togliatti cercava inutilmente, in quei giorni, di
incontrare personalmente) circa l'opportunit di una conferenza
internazionale comunista per ricucire i rapporti con la Cina di Mao Zedong,
deteriorati da Chruv. Mentre si trovava nella cittadina sovietica, Togliatti
venne colpito da un grave ictus e da una successiva emorragia cerebrale,
non riprendendo pi conoscenza: mor alcuni giorni dopo nello stesso luogo.
Aveva 72 anni.[87]

Il 25 agosto 1964, a Roma, si tennero i funerali, con una presenza stimata


di un milione di persone.[88].

In suo onore, alla sua morte la citt russa di Stavropol-sul-Volga venne, su


ordine del Comitato Centrale sovietico, rinominata Togliatti. Togliatti
sepolto nel cimitero del Verano, a Roma, accanto ad altri dirigenti del PCI e
dove verr tumulata anche Nilde Iotti, morta nel 1999.[89]

I rapporti Cina-URSS[modifica | modifica wikitesto]


Le ricerche condotte sugli archivi del PCI dimostrano che Togliatti stava da
alcuni mesi combattendo coi sovietici per impedire la conferenza
internazionale che avrebbe dovuto condannare la Cina. Togliatti temeva
fortemente la rottura del movimento comunista in due tronconi e fece di
tutto per ottenere la cancellazione della conferenza. La documentazione e le
testimonianze di Nilde Iotti e di Boffa, il corrispondente de L'Unit a Mosca,
sono concordi nel dire che Togliatti polemizz con Breznev e Ponomariov,
che invece volevano la condanna dei cinesi. Il Memoriale di Yalta, il
documento che Togliatti aveva appena finito di scrivere quando fu colto
dall'emorragia cerebrale, criticava la politica estera sovietica e il modo di
impostare i rapporti coi cinesi, ma al tempo stesso ribadiva la fede del PCI
nel socialismo.

Aspetti controversi[modifica | modifica wikitesto]


L'Unione Sovietica e il PCUS[modifica | modifica wikitesto]

Palmiro Togliatti
Alla morte di Stalin, Togliatti lo commemor alla Camera dei deputati il 6
marzo 1953 affermando che Giuseppe Stalin un gigante del pensiero,
un gigante dell'azione. Col suo nome verr chiamato un secolo intero, il pi

drammatico forse, certo il pi denso di eventi decisivi della storia faticosa e


gloriosa del genere umano [...][90] per poi adeguarsi alle conclusioni del
XX Congresso del PCUS che sanc la destalinizzazione, dichiarando[91]:
Stalin divulg tesi esagerate e false, fu vittima di una prospettiva quasi
disperata di persecuzione senza fine, di una diffidenza generale e continua,
del sospetto in tutte le direzioni.
Nel febbraio 1992, durante la campagna elettorale per le imminenti elezioni
politiche, lo storico togliattista Franco Andreucci pubblic sul settimanale
Panorama lo stralcio di una lettera di Togliatti proveniente dagli archivi del
Comintern di Mosca. In risposta a una lettera del dirigente comunista
Vincenzo Bianco che chiedeva d'intercedere presso le autorit sovietiche per
evitare la morte dei prigionieri italiani in Russia, il 15 febbraio 1943 Togliatti
aveva tra l'altro scritto: Io non sostengo affatto che i prigionieri si debbano
sopprimere, tanto pi che possiamo servircene per ottenere certi risultati in
un altro modo[92], alludendo al possibile ruolo dei sopravvissuti come
testimoni della disfatta dell'aggressione fascista all'Urss o come acquisiti
alla militanza comunista.
Nella versione falsificata da Andreucci il passo diventava: Io non sostengo
affatto che i prigionieri si debbano assassinare, tanto pi che possiamo
ottenere certi risultati in altro modo, dove si fa apparire che per Togliatti
fosse un bene far morire, qualunque fosse il modo, i soldati spediti dal
fascismo in Russia[93].
Un altro passo della lettera, dove Togliatti aveva scritto: Quanto pi
largamente penetrer nel popolo la convinzione che aggressione contro altri
paesi significa rovina e morte per il proprio, significa rovina e morte per
ogni cittadino individualmente preso, tanto meglio sar per l'avvenire
d'Italia, sostenendo cos che l'Italia, fatta consapevole della rovina
rappresentata da una politica d'imperialismo guerresco, dovesse scegliere
per l'avvenire una politica di pace e non di aggressione, diveniva nella
manipolazione di Andreucci: Quanto pi largamente penetrer nel popolo
la convinzione che aggressione e il destino individualmente preso di tante
famiglie tragico, tanto meglio sar per l'avvenire d'Italia, dove il passo
completamente inventato il destino individualmente preso di tante famiglie
tragico, sopprimeva ogni riferimento alla politica imperialista fin l
seguita dall'Italia fascista per alludere a un generico e inevitabile destino di

morte riservato agli Italiani. Altre parole della lettera erano equivocate, tra i
quali un vecchio Hegel, divenuto un grottesco divino Hegel[94].
La falsificazione fu scoperta dieci giorni dopo: Andreucci si dimise
dall'incarico di consulente rivestito nella casa editrice Il Ponte alle Grazie
che, a causa della perdita di credibilit subita[95], in breve sub un crollo di
vendite e fu assorbita nel 1993 dalle Edizioni Salani. Il risultato politico
dell'operazione era comunque in parte raggiunto: l'attacco a Togliatti, oltre
ad influire sul risultato delle elezioni, serv anche a mettere fuori gioco Nilde
Iotti da una possibile elezione alla Presidenza della Repubblica.[96]
Nel corso del 1956, dopo il XX Congresso del PCUS, Togliatti critic il modo
in cui Chruv condusse la critica al "culto della personalit" di Stalin. In
un'intervista sulla rivista Nuovi argomenti propose in modo molto cauto e
per certi versi ambiguo una revisione pi profonda della storia dell'URSS,
secondo cui andavano cercate nel PCUS degli anni venti le radici di squilibri
manifestatisi con la pianificazione guidata da Stalin. Al tempo stesso rimase
nell'alveo dei fedeli di Mosca e condann la rivolta di Pozna e quella di
Budapest nel 1956, ritenendole pericolose per la stabilit e le prospettive
del socialismo. Vide per negli errori dei partiti al potere le cause delle
rivolte, criticando la tesi secondo cui esse avessero matrici "esterne" al
socialismo.
A partire dalla sollecitazione lanciata nell'ottobre 1986 dallo storico
magiaro-francese Franois Fejto, sono stati trovati i documenti inediti che
comprovano al di l di ogni ragionevole dubbio l'accusa che egli abbia
sollecitato l'intervento armato sovietico contro la rivoluzione ungherese[97].
Inoltre nel 1957 alla I Conferenza mondiale dei partiti comunisti tenuta a
Mosca egli vot, insieme agli altri leader comunisti a favore della condanna
a morte dell'ex presidente del Consiglio ungherese Imre Nagy e del
generale Pal Maleter, ministro della Difesa, arrestati con due diverse
imboscate l'anno prima dalle truppe sovietiche d'occupazione,
rispettivamente il 3-11 nel quartier generale sovietico di Tokol e il 22-11
appena uscito dall'ambasciata jugoslava con il salvacondotto del governo
Kadr, con l'accusa di aver aperto la strada alla controrivoluzione
fascista.[98]. Un comunista insospettabile come Pietro Ingrao ha
recentemente testimoniato[99] la soddisfazione di Togliatti per l'avvenuta
invasione della ribelle Ungheria. Di fronte ad un addolorato Ingrao, che gli

confidava di non dormire la notte, il segretario gli confid invece di "aver


bevuto un bicchiere di vino rosso in pi" quella sera del 4 novembre 1956.
Nel corso del XVI Congresso del Partito comunista dell'Unione Sovietica,
tenutosi a Mosca nel 1930, dalla pag. 185 del resoconto stenografico
emerge questa dichiarazione di Palmiro Togliatti: per me motivo di
particolare orgoglio aver rinunciato alla cittadinanza italiana perch come
italiano mi sentivo un miserabile mandolinista e nulla pi. Come cittadino
sovietico sento di valere dieci volte pi del migliore italiano.[100]
Tito e la Jugoslavia[modifica | modifica wikitesto]
Significativo anche il rapporto con Tito e la gestione della questione
triestina, che mostra un atteggiamento ondivago nei confronti del capo di
Stato jugoslavo e invece una completa sintonia con Mosca[101][102][103]:

tra il 1945 ed il 1948 il PCI esalta Tito, che definisce il nuovo Garibaldi, e
solidarizza con lui fino ad appoggiare le sue pretese sulla Venezia Giulia. Il 7
novembre 1946 Palmiro Togliatti va a Belgrado e rilascia a L'Unit la
seguente dichiarazione: Desideravo da tempo recarmi dal Maresciallo Tito
per esprimergli la nostra schietta e profonda ammirazione[104];
tra il 1948 ed il 1956, dopo la condanna del Cominform, il PCI si allinea
immediatamente e L'Unit del 29 giugno 1948 pubblica: La direzione del
Partito Comunista Italiano, udito il rapporto dei compagni Togliatti e
Secchia, esprime all'unanimit la propria approvazione completa e senza
riserve delle decisioni del Cominform[105] Durante questo periodo Tito
viene criticato in modo assai veemente dal PCI, e i seguaci del maresciallo
chiamati spregiativamente titini[106];
nel 1956, Khruv si reca a Belgrado, e riabilita Tito affermando:
deploriamo ci che avvenuto e respingiamo tutti gli errori accumulati in
questo periodo...: Il PCI si adegua nuovamente ed in occasione di un nuovo
viaggio di Palmiro Togliatti a Belgrado, L'Unit del 28 maggio 1956 pubblica
un'intervista in cui il segretario afferma: (...) Scopo della mia visita a
Belgrado di riannodare relazioni regolari con i comunisti jugoslavi dopo la
grave frattura provocata dall'erronea decisione del Cominform (...).

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]


Togliatti si spos nel 1924 con Rita Montagnana, collega di partito. Nel 1925
nacque il figlio Aldo (29 luglio 1925-9 luglio 2011), sofferente di
schizofrenia con spunti autistici[107]; dopo la morte della madre venne
rinchiuso in un ospedale psichiatrico, dove visse per tutta la vita.[108]

Togliatti lasci la moglie nel 1948 per Nilde Iotti, giovane deputata del PCI,
e questo fatto suscit scalpore, anche nel partito (all'epoca abbastanza
conservatore a livello morale); Togliatti era sposato solo civilmente e non
poteva quindi ottenere l'annullamento del matrimonio (ammesso solo nei
matrimoni religiosi), mentre il divorzio non era ancora possibile in Italia.
Avrebbe potuto ottenerlo all'estero, magari in URSS, e registrarlo in
Italia[senza fonte], ma non lo fece. Successivamente, nonostante non
fossero sposati, Togliatti e Iotti chiesero e ottennero - grazie ad un
regolamento particolare della Camera dei deputati per i conviventi more
uxorio[senza fonte] - di poter adottare e dare il cognome Togliatti ad una
bambina orfana: Marisa Malagoli, sorella minore di uno dei sei operai
rimasti uccisi in scontri con le forze dell'ordine il 9 gennaio 1950, a Modena,
nel corso di una manifestazione operaia. Marisa Malagoli Togliatti diverr
poi una psichiatra[109].

Togliatti nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

Francobollo sovietico commemorativo di Togliatti


Intitolazioni[modifica | modifica wikitesto]
In Russia esiste una citt chiamata Togliatti (). Fu l'unica citt che
assunse il nome di un dirigente comunista dell'occidente (quello precedente
era Stavropol'-na-Volge). Ha resistito ai cambiamenti toponomastici
avvenuti negli anni novanta e ancora oggi mantiene il nome attribuitole nel
1964 in onore del politico italiano. In Italia erroneamente nota come
Togliattigrad.

Musica[modifica | modifica wikitesto]


I CCCP Fedeli alla linea, band punk rock italiana, hanno citato Togliatti nel
titolo del loro album d'esordio 1964-1985 Affinit-divergenze fra il
compagno Togliatti e noi del conseguimento della maggiore et. Il titolo
una citazione del libro Le divergenze tra il compagno Togliatti e noi, opera
di alcuni membri del Comitato Centrale del Partito comunista cinese.
L'attentato a Togliatti (1948), canzone popolare nota anche come Le ore
undici il 14 luglio, il cui testo probabilmente opera del cantastorie Marino
Piazza[110] che la incider nel 1963[111]; verr ripresa anche da
Francesco De Gregori e Giovanna Marini, nell'album Il fischio del vapore
(2002)
Albana per Togliatti, canzone di Claudio Lolli
Cinema e televisione[modifica | modifica wikitesto]
L'Italia con Togliatti (1964), documentario di Francesco Maselli
I sovversivi (1967) di Paolo e Vittorio Taviani, si apre con la scena dei
funerali di Togliatti
De Gasperi, l'uomo della speranza (2005) di Liliana Cavani; interpretato da
Andrea Tidona
Pane e libert - Giuseppe Di Vittorio (2008) di Alberto Negrin; interpretato
da Massimo Wertmuller
Arte[modifica | modifica wikitesto]
Il quadro I funerali di Togliatti (1972) di Renato Guttuso una
rappresentazione in parte reale e in parte allegorica delle esequie del leader
comunista: accanto e intorno alla bara di Togliatti sono presenti operai con
bandiere rosse e varie figure della storia del comunismo, come Lenin
(raffigurato ben cinque volte), Stalin, Lev Trotskij, Jean-Paul Sartre, Simone
de Beauvoir, Karl Marx, Elio Vittorini, Enrico Berlinguer, Guttuso stesso, Pier
Paolo Pasolini, Luigi Longo, Giancarlo Pajetta, Antonio Gramsci e Angela
Davis.

Opere[modifica | modifica wikitesto]


Gramsci, capo della classe operaia italiana, Parigi, Edizioni italiane di
coltura, 1938.
Discorsi agli italiani, come Mario Correnti, Mosca, Edizioni in lingue
straniere, 1943.
Avanti, verso la democrazia! Discorso pronunciato alla Conferenza
provinciale della Federazione romana del Partito comunista italiano il 24
settembre 1944, Roma, l'Unit, 1944.
L'Italia e la guerra contro la Germania hitleriana, come Mario Ercoli, Mosca,
Edizioni in lingue estere, 1944.
I compiti del Partito nella situazione attuale, Roma, l'Unit, 1945.
La pace per l'Italia, Roma, l'Unita, 1945.
Politica comunista. (discorsi dall'aprile 1944 all'agosto 1945), Roma, l'Unita,
1945.
Rinnovare l'Italia, Roma, l'Unit, 1946.
Tre minacce alla democrazia italiana, Roma, Rinascita, 1948.
Linea d'una politica, Milano, Milano-Sera, 1948.
Pace o guerra, Milano, Milano-Sera, 1949.
Gramsci, Milano, Milano-Sera, 1949.
Discorsi ai giovani italiani, Roma, Giovent nuova, 1953.
La lotta dei comunisti per la libert, la pace, il socialismo, Roma, Edizioni di
cultura sociale, 1955.
Il XX Congresso del P.C.U.S., Roma, Editori Riuniti, 1956.
La via italiana al socialismo, Roma, Editori Riuniti, 1956; 1964.
Il Partito comunista italiano, Milano, Nuova Accademia, 1958.
Discorsi alla Costituente, Roma, Editori Riuniti, 1958.

Il governo di Salerno, in Trent'anni di storia italiana, 1915-1945.


Dall'antifascismo alla Resistenza, Torino, Einaudi, 1961.
La formazione del gruppo dirigente del Partito comunista italiano nel
1923-1924, Roma, Editori Riuniti, 1962.
Problemi del movimento operaio internazionale (1956-1961), Roma, Editori
Riuniti, 1962.
Momenti della storia d'Italia, Roma, Editori Riuniti, 1963.
Sul movimento operaio internazionale, Roma, Editori Riuniti, 1964.
La via italiana al socialismo, Roma, Editori Riuniti, 1964.
Il partito, Roma, Editori Riuniti, 1964.
L'emancipazione femminile, Roma, Editori Riuniti, 1965.
Comunisti e cattolici, Roma, Editori Riuniti, 1966.
Opere
1: 1917-1926, a cura di Ernesto Ragionieri, Roma, Editori Riuniti, 1967.
2: 1926-1929, a cura di Ernesto Ragionieri, Roma, Editori Riuniti, 1972.
3: 1929-1935, 2 tomi, a cura di Ernesto Ragionieri, Roma, Editori Riuniti,
1973.
4: 1935-1944, 2 tomi, a cura di Franco Andreucci e Paolo Spriano, Roma,
Editori Riuniti, 1979.
5: 1944-1955, a cura di Luciano Gruppi, Roma, Editori Riuniti, 1984. ISBN
88-359-2736-6.
6: 1956-1964, a cura di Luciano Gruppi, Roma, Editori Riuniti, 1984. ISBN
88-359-2778-1.
Lezioni sul fascismo, Roma, Editori Riuniti, 1970.
Discorsi ai giovani, Roma, Editori Riuniti, 1971.
Togliatti editorialista. 1962-1964, Roma, Editori Riuniti, 1971.
Il Partito. Scritti e discorsi, Edizioni Stampa e Propaganda del PCI, 1973.

La questione dei ceti medi, Roma, Editori Riuniti, 1973.


La politica culturale, Roma, Editori Riuniti, 1974.
Comunisti, socialisti, cattolici, Roma, Editori Riuniti, 1974.
Politica nazionale e Emilia rossa, Roma, Editori Riuniti, 1974.
Opere scelte, Roma, Editori Riuniti, 1974.
Da radio Milano-libert, Roma, Editori Riuniti, 1974.
Scritti sul centrosinistra 1958-1961, Firenze, CLUSF, 1975.
Scritti sul centrosinistra 1962-1964, Firenze, CLUSF, 1975.
I corsivi di Roderigo. Interventi politico-culturali dal 1944 al 1964, scelti da
Ottavio Cecchi, Giovanni Leone, Giuseppe Vacca, Bari, De Donato, 1976.
Discorsi parlamentari
1, 1946-1951, Roma, Camera dei Deputati, 1984.
2, 1952-1964, Roma, Camera dei Deputati, 1984.
Per la Sicilia. Scritti e discorsi, Verona, Edizioni del Paniere/P. Milani, 1985.
Il memoriale di Yalta, Palermo, Sellerio, 1988.
Rapporto sul fascismo, Roma, Datanews, 1995. ISBN 88-7981-054-5.
Scritti su Gramsci, Roma, Editori Riuniti, 2001. ISBN 88-359-5018-X.
Sul fascismo, Roma-Bari, Laterza, 2004. ISBN 88-420-7379-2.
Il mistero dell'universo, lettera a Salvatore Collura, marzo 1954, in
"Belfagor", n. 361, 31 gennaio 2006.
Corso sugli avversari. Le lezioni sul fascismo, Torino, Einaudi, 2010. ISBN
978-88-06-20085-5.
La guerra di posizione in Italia. Epistolario 1944-1964, Torino, Einaudi,
2014. ISBN 978-88-06-22049-5.
La politica nel pensiero e nell'azione. Scritti e discorsi 1917-1964, Milano,
Bompiani Il pensiero occidentale, 2014. ISBN 978-88-452-7750-4.

Il rinnovamento democratico del paese, Roma, Castelvecchi, 2014. ISBN


978-88-6826-212-9.
Scritti scelti (1944-1964), Milano, Edizioni Punto Rosso, 2014. ISBN
978-88-8351-182-0.
Togliatti internazionalista. Antologia degli scritti 1926-1944, Roma,
Bordeaux, 2014. ISBN 978-88-97236-53-5.
Togliatti e la democrazia. Scritti scelti, Roma, Bordeaux, 2014. ISBN
978-88-97236-54-2.
Curatele e traduzioni[modifica | modifica wikitesto]
Stalin, Questioni del leninismo, 2 tomi, Roma, l'Unit, 1945.
Carlo Marx e Federico Engels, Il 1848 in Germania e in Francia, Roma,
l'Unit, 1946.
Karl Marx e Friedrich Engels, Manifesto del Partito comunista, Roma,
Rinascita, 1947.
Karl Marx, Il 18 brumaio di Luigi Bonaparte, Roma, Rinascita, 1947.
Karl Marx, La guerra civile in Francia, Roma, Rinascita, 1947.
Lenin, Carlo Marx, Roma, Rinascita, 1947.
Karl Marx e Friedrich Engels, Il partito e l'Internazionale, Roma, Rinascita,
1948.
Karl Marx e Friedrich Engels, Rivoluzione e controrivoluzione in Germania,
Roma, Rinascita, 1949.
Voltaire, Trattato sulla tolleranza, Milano, Cooperativa del Libro Popolare,
1949.
Karl Marx, Le lotte di classe in Francia dal 1848 al 1850, Roma, Rinascita,
1950.
Friedrich Engels, Ludovico Feuerbach e il punto d'approdo della filosofia
classica tedesca, Roma, Rinascita, 1950.
Stalin, Sul progetto di Costituzione dell'URSS, Roma, Rinascita, 1951.

Stalin, Il marxismo e la linguistica, Roma, Rinascita, 1952.


Trenta anni di vita e lotte del P.C.I., Roma, Rinascita, 1952.
Karl Marx, Lavoro salariato e capitale, Roma, Rinascita, 1955.
Karl Marx, Salario, prezzo e profitto, Roma, Rinascita, 1955.
Anche se non accreditato, Togliatti ha curato la prima pubblicazione de I
quaderni del carcere di Antonio Gramsci:

I quaderni dal carcere


Il materialismo storico e la filosofia di Benedetto Croce, Torino, Einaudi,
1948.
Gli intellettuali e l'organizzazione della cultura, Torino, Einaudi, 1948.
Il Risorgimento, Torino, Einaudi, 1949.
Note sul Machiavelli sulla politica e sullo stato moderno, Torino, Einaudi,
1949.
Letteratura e vita nazionale, Torino, Einaudi, 1950.
Passato e presente, Torino, Einaudi, 1951.
Note[modifica | modifica wikitesto]
^ I rapporti fra Togliatti e Stalin
^ Francesco Perfetti, Togliatti, il cinismo di un mito, ne Il Tempo,
27/05/2014 06:06
^ Giorgio Bocca, Togliatti: Capitolo VI; La scoperta della Russia - La lettera
di Gramsci. Pagina 133. Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. per La Biblioteca
di Repubblica, 2005.
^ a b E Togliatti a Mosca disse: No, compagno Stalin
^ Caduto il fascismo, si pose il problema di costruire una societ nuova e,
per la parte stessa che in quella caduta ebbero la classe operaia e le forze
democratiche, poterono essere conquistate alcune posizioni di valore

fondamentale, punti di arrivo di un grande processo di rinnovamento che ad


un certo momento venne arrestato, ma punti di partenza per la nostra
azione successiva. Queste posizioni sono, essenzialmente, la Costituzione
democratica e repubblicana dello Stato, i principi in essa affermati e quindi
lorganizzazione di una democrazia la quale, se dovesse effettivamente
cor-rispondere a ci che la Costituzione dice, gi sarebbe una democrazia di
ti-po nuovo, diverso (...) dalle democrazie capitalistiche di tipo tradizionale.
Di qui noi abbiamo derivato lorientamento generale della nostra lotta
politica, che stata una lotta democratica per lapplicazione della
Costituzione re-pubblicana nei suoi principi politici e nei suoi principi
economici, per lattuazione, cio, di quelle riforme che, in modo pi o meno
esplicito, essa indica. Linea politica, quindi, di conseguente sviluppo
democratico e di sviluppo nella direzione del socialismo attraverso
lattuazione di riforme di struttura previste dalla Costituzione stessa
(Palmiro Togliatti, La via italiana al socialismo, rapporto al CC del PCI, 24
giugno 1956, in preparazione dellVIII Congresso. Il testo presente sia nel
citato vol. VI delle Opere di Togliatti a cura di L. Gruppi, sia nel volume di
Opere scelte, a cura di G. Santomassimo.
^ P. Togliatti, intervista a Noi donne, 20 agosto 1964.
^ P. Togliatti, intervista a Noi donne, cit.
^ Avendo anticipato di un anno l'inizio degli studi.
^ G. M. Cerchi, Togliatti studente a Sassari nel 1908; Togliatti inedito, in
Rinascita sarda, 1-15 aprile 1971 e A. Agosti, Togliatti, 2003, p. 6.
^ A. Agosti, cit., pp. 10-11.
^ Il fratello Eugenio afferm che Togliatti e Gramsci erano entrambi
ipercritici nei confronti dell'atteggiamento neutralista del governo e
duramente antigiolittiani , in G. Bocca, Palmiro Togliatti, p. 32.
^ Battista Santhi, militante socialista e poi comunista, in G. Bocca, cit., p.
34.
^ Dizione formale allora in uso per l'esito positivo della visita di leva.
^ G. Bocca, cit., pp. 37-40.

^ P. Togliatti, Opere, I, pp. 28-72.


^ P. Togliatti, Opere, I, pp. 63-67.
^ P. Togliatti, Opere, I, p. 108.
^ A. Agosti, cit., p. 22; sul problema generale cfr. F. De Felice, Serrati,
Bordiga, Gramsci e il problema della rivoluzione in Italia. 1919-1920, 1971.
^ P. Togliatti, Opere, I, p. 273
^ P. Togliatti, Avanti!, 10 ottobre 1920.
^ P. Togliatti, Opere, I, pp. 279-280.
^ A. Agosti, Palmiro Togliatti, cit., p. 37.
^ P. Togliatti, Opere, I, p. 303.
^ P. Spriano, Storia del Partito comunista italiano, 1990, I, 10, pp.
178-183.
^ Al Congresso di Roma, votando, sia pure a titolo consultivo, le tesi che
l'Internazionale comunista ha disapprovate, abbiamo aperto una crisi
internazionale per evitare una crisi interna che avrebbe avuto conseguenze
ben pi gravi: Togliatti al V Congresso dell'Internazionale comunista, 25
giugno 1924, in P. Spriano, cit., p. 189.
^ P. Togliatti, Dopo la scissione, in L'Ordine Nuovo, 5 ottobre 1922.
^ P. Spriano, cit., p. 217.
^ A. Agosti, 1996, p. 44.
^ P. Togliatti, La formazione del gruppo dirigente del Partito comunista
italiano nel 1923-1924, 1974, p. 52.
^ Con la fidanzata di allora, Elda Banchetti: cfr. T. Noce, Rivoluzionaria
professionale, 1974, p. 53.
^ Cos Camilla Ravera, in G. Bocca, cit., p. 86. Anche Maria Cristina
Togliatti testimonia la volont del fratello di riprendere gli studi di filosofia
all'Universit, ivi, p. 78, mentre Andrea Viglongo, dopo la sua espulsione dal
Partito, insinu una sua mancanza di coraggio, ivi, p. 79.

^ Lettera di Terracini alla Federazione italiana comunista negli Stati Uniti,


13 febbraio 1923, in Paolo Spriano, cit., I, 18, p. 262.
^ Togliatti a Scoccimarro accetteranno la carica, non Fortichiari, che sar
sostituito da Egidio Gennari: cfr. P. Spriano, cit., I, 19, p. 287.
^ Per questo motivo chiamata terzina
^ Lettera a Gramsci e a Scoccimarro, 16 luglio 1923.
^ Togliatti non sa decidersi, com'era un po' sempre nelle sue abitudini: la
personalit vigorosa di Amadeo lo ha fortemente colpito: lettera di
Gramsci a Leonetti, 28 gennaio 1924, e Piero Gobetti scrive della sua
inquietudine, che pare cinismo inesorabile e tirannico ed indecisione, che
fu giudicato equivoco e forse soltanto un ipercriticismo invano
combattuto, in La Rivoluzione liberale (1924), 1998, p. 136.
^ Curiosa la nota informativa su Togliatti dell'anonimo delatore della
polizia: il despota del Part. Com. d'Italia. Unico e assoluto Membro del
Comitato Esecutivo [...] Tutto era nelle sue mani. Denaro, ordini, cifrari,
ecc. Lo segnalai ripetutamente ma sempre riusc a sfuggire [...] Degli
arrestati odierni il pi scaltro e il pi agguerrito. Lo conosco perfettamente
da molti anni e posso affermare e fargli l'onore di riconoscerlo come il pi
furbo dei comunisti italiani: in Archivio Centrale dello Stato, Ministero
dell'Interno, Direzione Generale di PS, 1923, K 1 b 68.
^ P. Togliatti, Dopo la riforma elettorale, in Lo Stato operaio, 16 agosto
1923.
^ Gi Gramsci aveva giudicato il Partito comunista di Bordiga qualcosa di
campato in aria che si sviluppa in s e per s e che le masse
raggiungeranno quando la situazione sar propizia, Lettera a Togliatti e
Terracini, 9 febbraio 1924, in P. Togliatti, La formazione, cit., p. 195.
^ Paolo Spriano, cit., I, 19, p. 359
^ Lo Stato operaio, Il programma d'azione del PCI, 21 agosto 1924.
^ Citato in A. Agosti, Togliatti, pp. 65-66.
^ P. Spriano, cit., I, 24, p. 401.

^ Cos definito da Gramsci su L'Unit del 12 novembre 1924.


^ P. Spriano, cit., I, 29, p. 497.
^ Sul Congresso di Lione, cfr. P. Spriano, cit., I, 30, pp. 498-513.
^ Partito Comunista d'Italia, Ufficio Politico, da 'L'Unit' del 30 aprile 1926,
Avanti Barbari!
^ Comprendente Grieco, Gennari, Roveda, Berti e altri cinque. Bordiga era
giunto a Mosca direttamente da Lione: cfr. P. Spriano, II, 1, p. 9.
^ P. Spriano, cit., II, pp. 10-17
^ Sia quelli fascisti che i superstiti quotidiani liberali
^ Sulla questione della lettera di Gramsci, cfr. P. Spriano, Storia, cit., II, 3,
pp. 51-56; A. Agosti, Togliatti, pp. 86-90.
^ Spettante a norma dell'art. 45 dello Statuto Albertino
^ P. Spriano, Storia, cit., II, 4, pp. 65-70.
^ Ignazio Silone in G. Bocca, cit., 7, p. 136.
^ G. Bocca, cit., pp. 138-144.
^ Lo Stato operaio, Rottura necessaria, I, 9-10, novembre-dicembre
1927.
^ P. Togliatti, Opere, II, pp. 287-328.
^ A. Agosti, Togliatti, pp. 104-108.
^ Secondo una relazione di Tasca: cfr. P. Spriano, Storia, cit., II, 9, p. 169.
^ Sul VI Congresso dell'Internazionale, cfr. P. Spriano, Storia, cit., II, 9; G.
Bocca, Togliatti, 8, pp. 152-160; A. Agosti, Togliatti, pp. 111-117.
^ Lettera del 6 ottobre 1928: cfr. A. Agosti, Togliatti, p. 119.
^ A. Agosti, Togliatti, cit., p. 122.
^ Risoluzione per la espulsione di Amadeo Bordiga, da Lo Stato Operaio,
anno IV, n. 3, marzo 1930, Avanti Barbari!

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pp. 142-46
^ Da L'Unit, 15 marzo 1956.
^ Togliatti e la Costituzione
^ Marx sostenne, in un discorso ad Amsterdam nel 1872 che gli operai
dovessero s prendere il potere politico per fondare la nuova organizzazione
del lavoro, altrimenti mai avrebbero visto lavvento del regno dei cieli in
questo mondo. Ma, aggiungeva, non abbiamo affatto preteso che per
arrivare a questo scopo i mezzi fossero dappertutto identici. Conosciamo
quale importanza abbiano le istituzioni, i costumi, le tradizioni di vari
Paesi, e perci riteneva che nei Paesi pi avanzati i lavoratori possono
raggiungere il loro scopo pacificamente
^ Il Memoriale di Yalta, l'ultima battaglia
^ a b La morte di Palmiro Togliatti. Il leader del partito comunista si spegne
a Yalta
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^ Lettera di Togliatti del 30 ottobre 1956 al CC del PCUS pubblicata su La
Stampa l'11 settembre 1996. Riportata anche in: Csaba Bekes, Malcom
Byrne, Janos M. Rainer (eds.), The 1956 Hungarian Revolution: A History in
Documents, Central European University Press, Budapest-New York 2002,
p. 294; Adriano Guerra, Comunismi e Comunisti, Dedalo, Bari 2005, pp.
190-91; Federigo Argentieri Ungheria 1956. La rivoluzione calunniata,
Marsilio, Venezia 2006, pp. 135-36. La pi recente e documentata biografia
togliattiana, quella di Agosti citata in Bibliografia, riedita nel 2003, quindi
dopo la pubblicazione della citata lettera, nelle pagine 450-56 dedicate agli
avvenimenti ungheresi, la ignora, riportando per un brano di una lettera
pensosa e dubitativa, quanto inefficace sul piano pratico, del 29 ottobre
all'editore Giulio Einaudi. Quindi molto significativo che la sera del 30
ottobre, quando nella direzione del PCI Togliatti enuncia il celebre principio:
"Si sta con la propria parte anche quando questa sbaglia", egli ha gi scritto
ai sovietici, all'insaputa di tutti gli altri dirigenti.
^ La condanna a morte sarebbe stata sancita l'anno successivo, alla
Conferenza mondiale dei partiti comunisti, e non certo solo colpa di
Togliatti, ma soprattutto di pressioni della Cina. Ma ci che affermato
dallo stesso Kadr in un verbale di riunione del CC del POSU, il partito
comunista ungherese, del 29 novembre 1957, pubblicato dall'Archivio
Nazionale Ungherese di Budapest nel 1997 in volume coi verbali del CC del
POSU del biennio 1957-58, tradotto da Argentieri in Federigo
ArgentieriUngheria 1956, op. cit., pp. 142-46, testimonia ampiamente
l'accusa secondo cui Togliatti avrebbe ottenuto di spostare quelle
ingombranti esecuzioni capitali a dopo le elezioni politiche italiane del 25
maggio 1958, perch il PCI non ne fosse troppo danneggiato, come gi
riportato sopra. Infatti esse furono eseguite il 16 giugno 1958.
^ la Repubblica, 15 febbraio 1996
^ Citato in: Paolo Granzotto, tratto da Il Giornale del 1 maggio 2002.
Riportato il 21 febbraio 2007.
^ Diego De Castro, La questione di Trieste: l'azione politica e diplomatica
italiana dal 1943 al 1954, Volume 2, LINT, 1981, p. 58.

^ Sandro Fontana, La grande menzogna: come una minoranza arrivata al


potere, Marsilio, 2001, p. 62.
^ Pietro Neglie, La stagione del disgelo: il Vaticano, l'Unione Sovietica e la
politica di centro sinistra in Italia, 1958-1963, Cantagalli, 2009, pp. 18 e
34.
^ L'Unit, 7 novembre 1946, citato anche in Aldo G. Ricci, Verbali del
Consiglio dei ministri: Governo de Gasperi, 13 luglio 1946-2 febbraio 1947,
Archivio Centrale dello Stato, p. 661.
^ Diego De Castro, La questione di Trieste: l'azione politica e diplomatica
italiana dal 1943 al 1954, LINT, 1981, p. 780.
^ Treccani, Vocabolario OnLine, voce titino, Titino in Vocabolario Treccani
^ Addio ad Aldo Togliatti figlio infelice del Migliore su repubblica.it
^ Morto il figlio di Togliatti e Rita Montagnana
^ Sei morti e cinquanta feriti
^ L'attentato a Togliatti - Il Deposito
^ googlrbooks.it
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
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