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29/10/2015

curia.europa.eu/juris/celex.jsf?celex=62011CJ0068&lang1=it&type=NOT&ancre=

SENTENZADELLACORTE(PrimaSezione)
19dicembre2012(*)

InadempimentodiunoStatoAmbienteDirettiva1999/30/CEControllodellinquinamentoValori
limiteperleconcentrazionidiPM10nellariaambiente

NellacausaC68/11,
avente ad oggetto il ricorso per inadempimento, ai sensi dellarticolo 258 TFUE, proposto il 16 febbraio
2011,
Commissione europea, rappresentata da A. Alcover San Pedro e S. Mortoni, in qualit di agenti, con
domicilioelettoinLussemburgo,
ricorrente,
contro
Repubblica italiana, rappresentata da G. Palmieri, in qualit di agente, assistita da S. Varone, avvocato
delloStato,condomicilioelettoinLussemburgo,
convenuta,
LACORTE(PrimaSezione),
composta dal sig. A. Tizzano, presidente di sezione, dai sigg. M. Ilei, E. Levits, M. Safjan (relatore) e
dallasig.raM.Berger,giudici,
avvocatogenerale:sig.raE.Sharpston
cancelliere:sig.raA.Impellizzeri,amministratore
vistalafasescrittadelprocedimento,
vistaladecisione,adottatadopoaversentitolavvocatogenerale,digiudicarelacausasenzaconclusioni,
hapronunciatolaseguente

Sentenza

1 Con il suo ricorso, la Commissione europea chiede alla Corte di dichiarare che la Repubblica italiana,
avendo omesso di provvedere, per diversi anni consecutivi, affinch le concentrazioni di PM10 nellaria
ambientenonsuperassero,innumerosezoneeagglomeratisituatisulterritorioitaliano,ivalorilimitefissati
allarticolo 5, paragrafo 1, della direttiva 1999/30/CE del Consiglio, del 22 aprile 1999, concernente i valori
limitediqualitdellariaambienteperilbiossidodizolfo,ilbiossidodiazoto,gliossididiazoto,leparticelle
e il piombo (GU L 163, pag. 41), divenuto articolo 13, paragrafo 1, della direttiva 2008/50/CE del
Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 maggio 2008, relativa alla qualit dellaria ambiente e per
unariapipulitainEuropa(GUL152,pag.1),venutamenoagliobblighiadessaincombentiinforzadel
suddettoarticolo5.

Contestonormativo
Ladirettiva96/62/CE
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2Conformementeallarticolo11delladirettiva96/62/CEdelConsiglio,del27settembre1996,inmateriadi
valutazioneedigestionedellaqualitdellariaambiente(GUL296,pag.55),gliStatimembrisonotenutia
presentare alla Commissione relazioni annuali sul rispetto dei valori limite applicabili alle concentrazioni di
PM10.
3Aisensidellarticolo8ditaledirettiva:
1. Gli Stati membri elaborano lelenco delle zone e degli agglomerati in cui i livelli di uno o pi
inquinantisuperanoivalorilimiteoltreilmarginedisuperamento.
(...)
3.Nellezoneenegliagglomeratidicuialparagrafo1,gliStatimembriadottanomisureatteagarantire
lelaborazioneolattuazionediunpianoodiunprogrammacheconsentadiraggiungereilvalorelimiteentro
ilperiododitempostabilito.
Talepianooprogramma,darenderepubblico,deveriportarealmenoleinformazionidicuiallallegatoIV.
4. Nelle zone e negli agglomerati di cui al paragrafo 1 in cui il livello di pi inquinanti supera i valori
limite,gliStatimembripredispongonounpianointegratocheinteressituttigliinquinantiinquestione.
(...).
Ladirettiva1999/30
4 Le particelle PM10 sono definite, allarticolo 2, punto 11, della direttiva 1999/30, come le particelle che
penetrano attraverso un ingresso dimensionale selettivo con unefficienza di interruzione del 50% per un
diametroaerodinamicodi10m.
5Aisensidellarticolo5,paragrafo1,ditaledirettiva:
Gli Stati membri adottano le misure necessarie per garantire che le concentrazioni di particelle
PM10nellaria ambiente, valutate a norma dellarticolo 7, non superino i valori limite indicati nella sezione I
dellallegatoIIIadecorreredalledateiviindicate.
(...).
6Larticolo5,paragrafo4,dellacitatadirettivaaffermaquantosegue:
SeivalorilimiteperlePM10dicuiallasezioneIdellallegatoIIIsonosuperatiacausadiconcentrazionidi
PM10nellariaambientedovuteaeventinaturalienederivanoconcentrazionisignificativamentesuperioriai
normalilivellidi[fondooriginatida]fontinaturali,gliStatimembrineinformanolaCommissioneanormadel
paragrafo1dellarticolo11delladirettiva96/62/CE,fornendolenecessariegiustificazioniariprovadelfatto
cheilsuperamentodovutoaeventinaturali.Intalicasi,gliStatimembrisonoobbligatiadapplicarepiani
dazione a norma del paragrafo 3 dellarticolo 8 di detta direttiva soltanto dove i valori limite di cui alla
sezioneIdellallegatoIIIsonosuperatipercausediversedaglieventinaturali.
7 Al fine di garantire la protezione della salute umana, lallegato III della direttiva 1999/30 fissa due tipi di
limitiperleparticellePM10,distinguendoduefasi,lequalisonoalorovoltadiviseindueperiodi.Riguardo
ai periodi della fase 1, che si estende dal 1 gennaio 2005 al 31 dicembre 2009, da un lato, il valore
giornalierodi50g/m3nondeveesseresuperatopidi35volteperannocivilee,dallaltro,ilvaloreannuo
danonsuperaredi40g/m3.Perquantoconcerneiperiodidellafase2,apartiredal1gennaio2010,da
unlato,ilvaloregiornalierodanonsuperarepidi7volteperannociviledi50g/m3e,dallaltro,ilvalore
limiteannuodi20g/m3.
8AifinidellavalutazionedelleconcentrazionidiPM10previstaallarticolo7dellamedesimadirettiva,occorre
distingueretraunazonaeunagglomerato.
9Inforzadellarticolo2,punto8,delladirettiva1999/30,unazonadesignaunapartedelterritoriodegliStati
membridaessidelimitata.
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10 Larticolo 2, punto 9, di tale direttiva definisce agglomerato una zona con una concentrazione di
popolazione superiore a 250 000 abitanti o, allorch la concentrazione di popolazione pari o inferiore a
250 000 abitanti, una densit di popolazione per km2 tale da rendere necessarie per gli Stati membri la
valutazioneelagestionedellaqualitdellariaambiente.
11 Secondo larticolo 12 della citata direttiva, gli Stati membri dovevano adottare i provvedimenti legislativi,
regolamentariedamministrativinecessariperconformarsiallastessaentroil19luglio2001.
Ladirettiva2008/50
12 La direttiva 2008/50, entrata in vigore l11 giugno 2008, ha disposto, in virt del suo articolo 31,
labrogazione delle direttive 96/62 e 1999/30 a decorrere dall11 giugno 2010, fatti salvi gli obblighi degli
Statimembririguardantiiterminiperilrecepimentoelapplicazionediquesteultimedirettive.
13Larticolo13delladirettiva2008/50,rubricatoValorilimiteesogliediallarmeaifinidellaprotezionedella
saluteumana,stabilisce,alparagrafo1,quantosegue:
Gli Stati membri provvedono affinch i livelli di biossido di zolfo, PM10, piombo e monossido di carbonio
presenti nellaria ambiente non superino, nellinsieme delle loro zone e dei loro agglomerati, i valori limite
stabilitinellallegatoXI.
(...)
IlrispettoditalirequisitivalutatoanormadellallegatoIII.
I margini di tolleranza fissati nellallegato XI si applicano a norma dellarticolo 22, paragrafo 3 e
dellarticolo23,paragrafo1.
14 Bisogna constatare che lallegato XI della direttiva 2008/50 non ha modificato i valori limite fissati per le
particellePM10dallallegatoIIIdelladirettiva1999/30perlafase1.
15 Per contro, larticolo 22 della direttiva 2008/50 stabilisce norme relative alla proroga dei termini fissati per
conseguireivalorilimiteapplicabilialleconcentrazionidiPM10e, in particolare, le condizioni per la deroga
allobbligodiapplicarli.
16Aisensidellarticolo22diquestadirettiva:
1. Se in una determinata zona o agglomerato non possibile raggiungere i valori limite fissati per il
biossido dazoto o il benzene entro i termini di cui allallegato XI, uno Stato membro pu prorogare tale
terminedicinqueannialmassimoperlazonaolagglomeratoinquestione,acondizionechesiapredisposto
un piano per la qualit dellaria a norma dellarticolo 23 per la zona o per lagglomerato cui si intende
applicarelaproroga.DettopianoperlaqualitdellariaintegratodalleinformazionidicuiallallegatoXV,
puntoB,relativeagliinquinantiinquestioneedimostracomeivalorilimitesarannoconseguitientroilnuovo
termine.
2.SeinunadeterminatazonaoagglomeratononpossibileconformarsiaivalorilimiteperilPM10 di
cuiallallegatoXI,perlecaratteristichedidispersionespecifichedelsito,perlecondizioniclimaticheavverse
o per lapporto di inquinanti transfrontalieri, uno Stato membro non soggetto allobbligo di applicare tali
valori limite fino all11 giugno 2011 purch siano rispettate le condizioni di cui al paragrafo 1 e purch lo
Statomembrodimostrichesonostateadottatetuttelemisuredelcasoalivellonazionale,regionaleelocale
perrispettarelescadenze.
(...)
4. Gli Stati membri notificano alla Commissione i casi in cui ritengono applicabili i paragrafi 1 o 2 e le
comunicanoilpianoperlaqualitdellariadicuialparagrafo1,compresetutteleinformazioniutilidicuila
Commissione deve disporre per valutare se le condizioni pertinenti sono soddisfatte. In tale valutazione la
CommissionetienecontodeglieffettistimatisullaqualitdellariaambientenegliStatimembri,attualmente
e in futuro, delle misure adottate dagli Stati membri e degli effetti stimati sulla qualit dellaria ambiente
delleattualimisurecomunitarieedellemisurecomunitarieprevistechelaCommissioneproporr.
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Se la Commissione non solleva obiezioni entro nove mesi dalla data di ricevimento di tale notifica, le
condizioniperlapplicazionedeiparagrafi1o2sonoconsideratesoddisfatte.
In caso di obiezioni, la Commissione pu chiedere agli Stati membri di rettificare i piani per la qualit
dellariaoppuredipresentarnedinuovi.

Fattidicausaeprocedimentoprecontenzioso
17 In applicazione dellarticolo 11 della direttiva 96/62, la Repubblica italiana presentava alla Commissione
alcunerelazionirelativealrispettodeivalorilimiteapplicabilialleconcentrazionidiPM10 nellaria ambiente
perglianni20052007.
18 Nellesaminare tali relazioni, la Commissione rilevava il superamento dei suddetti valori limite, fissati nella
sezione I dellallegato III della direttiva 1999/30, per un lungo periodo, in numerose zone del territorio
italiano.
19 Con lettera del 30 giugno 2008, la Commissione informava la Repubblica italiana della sua intenzione di
avviare il procedimento previsto dallarticolo 226 CE nel caso in cui non avesse ricevuto, entro il 31 ottobre
2008,unistanzadiderogaanormadellarticolo22delladirettiva2008/50.
20 Con lettere del 3 e del 16 ottobre 2008, la Repubblica italiana informava la Commissione delle misure
programmateoadottatedaquattordiciregioniedadueprovinceautonomealfinedievitareilsuperamento
deivalorilimiteapplicabilialleconcentrazionidiPM10nellezonedilorocompetenza.
21 Non avendo ricevuto, alla data del 14 gennaio 2009, alcuna istanza di deroga da parte di tale Stato
membro,laCommissioneconcludevachelarticolo22delladirettiva2008/50nontrovavaapplicazione.
22Pertanto,ritenendochelaRepubblicaitaliananonavesserispettatogliobblighiadessaincombentiinforza
dellarticolo 5, paragrafo 1, della direttiva 1999/30, la Commissione, in data 2 febbraio 2009, inviava a tale
Statomembrounaletteradidiffida.Ataleletteraeraallegatounelencocheindicava55zoneeagglomerati
italiani nei quali i limiti giornalieri e/o annui applicabili alle concentrazioni di PM10 erano stati superati
duranteglianni2006e2007.
23Conletteredel1edel30aprile,del22ottobreedell11novembre2009,laRepubblicaitalianarispondeva
alla Commissione affermando di averle inviato, il 27 gennaio e il 5 maggio 2009, due istanze di deroga a
norma dellarticolo 22 della direttiva 2008/50, relative, luna, a 67 zone situate in 12 regioni e 2 province
autonome,e,laltra,a12zonesituateinaltre3regioni.
24 Dopo aver analizzato queste due istanze di deroga, la Commissione adottava due decisioni relative a tali
istanze,rispettivamenteil28settembre2009eil1febbraio2010.
25 Nella sua decisione del 28 settembre 2009, la Commissione formulava alcune obiezioni allistanza
presentata dalla Repubblica italiana il 27 gennaio 2009, relativamente a 62 delle 67 zone censite da
questultima e situate nelle Regioni dellEmiliaRomagna, del FriuliVenezia Giulia, del Lazio, della Liguria,
della Lombardia, delle Marche, dellUmbria, del Piemonte, della Toscana e del Veneto, nonch nella
ProvinciaautonomadiTrento.
26Nellasuadecisionedel1febbraio2010,laCommissioneformulavaalcuneobiezioniallistanzapresentata
dallaRepubblicaitalianail5maggio2009,relativamenteaundicidelledodicizonecensitedaquestultimae
situatenelleRegionidellaCampania,dellaPugliaedellaSicilia.
27 In seguito, tale Stato membro non presentava nuove istanze di deroga a norma dellarticolo 22 della
direttiva2008/50.
28 Considerato che la Repubblica italiana aveva superato i valori limite applicabili alle concentrazioni di
PM10nellaria ambiente per diversi anni consecutivi, in numerose zone del territorio italiano, la
Commissione, il 7 maggio 2010, adottava un parere motivato nel quale concludeva che la Repubblica
italiana non aveva rispettato gli obblighi ad essa incombenti in forza dellarticolo 5, paragrafo 1, della
direttiva 1999/30. La Commissione invitava pertanto tale Stato membro ad adottare i provvedimenti
necessari a conformarsi ai suoi obblighi entro un termine di due mesi decorrenti dalla notifica del suddetto
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parere.
29 Nella sua risposta del 6 luglio 2010, la Repubblica italiana faceva valere di aver elaborato una strategia
nazionale, che doveva tradursi nelladozione di un insieme di misure legislative e regolamentari, su scala
nazionale, nonch in linee guida relative ai settori di attivit maggiormente responsabili delle emissioni di
PM10e di sostanze inquinanti suscettibili di trasformarsi in PM10. La Repubblica italiana, inoltre, chiedeva
di tenere una riunione con i servizi della Commissione al fine di discutere delle misure legislative e
regolamentariprogrammate.TaleriunionesitenevaaBruxelles(Belgio)il26luglio2010.
30 Con lettera del 25 agosto 2010, la Repubblica italiana ammetteva che, alla scadenza del termine
assegnatoleperrisponderealpareremotivato,ivalorilimiteapplicabilialleconcentrazionidiPM10 nellaria
ambiente erano ancora superati in numerose zone e agglomerati italiani. Tale Stato membro trasmetteva
alla Commissione altre informazioni relative alle misure nazionali che sarebbero state adottate nellautunno
del 2010 e comunicate prima del mese di novembre 2010, accompagnate da una valutazione di impatto
riguardante le zone e gli agglomerati nei quali tali valori limite erano ancora superati, al fine di poter
beneficiarediunaderogaanormadellarticolo22delladirettiva2008/50.
31 In seguito, la Commissione non veniva informata delladozione di tali misure nazionali. Essa non riceveva
neanchevalutazionidiimpattoriguardantilezoneegliagglomeratiinteressati,nnuoveistanzediderogaa
normadellarticolo22delladirettiva2008/50.
32Allaluceditalifatti,laCommissioneproponevailpresentericorso.

Sulricorso
Argomentidelleparti
33Nelsuoricorso,laCommissionesostienechelerelazionipresentateanormadellarticolo11delladirettiva
96/62dallaRepubblicaitalianaperlanno2005epergliannisuccessivimostranolesistenzadisuperamenti
deivalorilimiteapplicabilialleconcentrazionidiPM10nellariaambienteperunlungoperiodoeinnumerose
zonedelterritorioitaliano.
34 Inoltre, secondo le informazioni trasmesse da tale Stato membro per lanno 2009, il superamento di tali
valori limite perdurerebbe in 70 zone situate nelle Regioni della Campania, dellEmiliaRomagna, del Friuli
Venezia Giulia, del Lazio, della Liguria, della Lombardia, delle Marche, dellUmbria, del Piemonte, della
Puglia,dellaSicilia,dellaToscanaedelVeneto,nonchnellaProvinciaautonomadiTrento.
35Ebbene,laRepubblicaitaliananonavrebbeadottatolemisurenecessarieperassicurareilrispettodeivalori
limite applicabili alle concentrazioni di PM10 e non avrebbe presentato nuove istanze di deroga a norma
dellarticolo22delladirettiva2008/50.
36LaRepubblicaitalianarilevacheleemissionidiPM10provengonosiadafontidiorigineantropica,comeil
riscaldamento,siadafontinaturali,comeivulcani,siadareazionichimichechesiproducononellatmosfera
tra gli inquinanti detti precursori. Le concentrazioni di PM10 nellaria ambiente sarebbero inoltre
fortemente influenzate dalle condizioni meteorologiche e dallentit del sollevamento delle particelle
depositatealsuolo.
37Essendostatorilevatoapartiredallanno2001ilsuperamentodeivalorilimiteapplicabilialleconcentrazioni
diPM10,leregioniitalianeavrebberoadottatoipianidicuiallarticolo8delladirettiva96/62alfinediridurre
leemissioniditaliparticelle.Talipianiavrebberoriguardatoprincipalmenteilsettoredeitrasporti.Inseguito,
altre misure sarebbero state adottate progressivamente a partire dallanno 2006 per quanto riguarda il
settorecivile,lagricolturaelallevamento.
38Anchesuscalanazionale,leautoritcompetentiavrebberoadottatomisureneisettoricivile,dellindustria,
dellagricolturaedeitrasportialfinediridurreleconcentrazionidiPM10nellariaambiente.
39Linsiemeditalidisposizioniavrebbecontribuitoadunnettomiglioramentodellaqualitdellariatralanno
1990 e lanno 2009, con una diminuzione del numero di giorni di superamento del valore limite giornaliero
per le particelle PM10. Tuttavia, tale miglioramento non sarebbe stato sufficiente per assicurare il rispetto
deivalorilimiteapplicabilialleconcentrazionidiPM10entroiterminiassegnati.
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40Ineffetti,secondolaRepubblicaitaliana,taleobiettivoeraimpossibiledaraggiungere.Perriuscirvi,sarebbe
stato necessario adottare misure drastiche sul piano economico e sociale e violare diritti e libert
fondamentali,qualilaliberacircolazionedellemerciedellepersone,liniziativaeconomicaprivataeildiritto
deicittadiniaiservizidipubblicautilit.
41 La Repubblica italiana ritiene che esistano almeno cinque ragioni per le quali i valori limite applicabili alle
concentrazioni di PM10 non sono stati rispettati entro i termini assegnati, cio: in primo luogo, la
complessit del fenomeno di formazione delle particelle PM10 in secondo luogo, linfluenza della
meteorologia sulle concentrazioni atmosferiche di PM10 in terzo luogo, linsufficiente conoscenza tecnica
del fenomeno della formazione delle particelle PM10 che ha indotto a fissare termini troppo brevi per il
rispettoditalivalorilimiteinquartoluogo,ilfattocheledifferentipolitichedellUnioneeuropeafinalizzatea
ridurreiprecursoridelleparticellePM10nonhannoprodottoirisultatiattesi,e,inquintoluogo,lassenzadi
coordinamento tra la politica dellUnione in materia di qualit dellaria e, in particolare, quella finalizzata a
ridurreigasaeffettoserra.
42Nellasuareplica,laCommissionerilevache,nellambitodelledirettive96/62,1999/30e2008/50,essapu
basarsi, per il controllo del rispetto dei valori limite applicabili alle concentrazioni di PM10, soltanto sui dati
presentatidalloStatomembroinquestione,ilqualestabiliscelezonedimisurazionedelleconcentrazionidi
PM10esifacaricodieffettuaretalimisurazioni.Inquestasituazione,ilfattochetalivalorilimitesianostati
superatiperdiversianniconsecutivi,innumerosezone,sarebbeperfettamentenotoallaRepubblicaitaliana.
43 Per quanto riguarda largomento relativo allesistenza di motivi di ordine generale che non avrebbero
permesso alla Repubblica italiana di rispettare i valori limite applicabili alle concentrazioni di PM10 entro i
termini assegnati, la Commissione ricorda che larticolo 22 della direttiva 2008/50 prevede, a certe
condizioni, una deroga allobbligo di applicare tali valori limite. Ebbene, la Repubblica italiana non avrebbe
presentato alcuna nuova istanza di deroga in seguito alle obiezioni formulate dalla Commissione nelle sue
decisionidel28settembre2009edel1febbraio2010.
44 Inoltre, nella sua decisione del 28 settembre 2009, la Commissione avrebbe affermato che largomento
relativoallemissionediPM10suscalamondialeecontinentalepuesserepresoinconsiderazionesoltanto
in alcune situazioni specifiche e non in via generale. Riguardo al bacino del Po, essa avrebbe sottolineato
che il contributo stimato dellinquinamento transfrontaliero nel bacino del Po non pu essere considerato
rappresentativoacausadellaparticolaresituazionegeograficadiquestazona(circondatadallemontagnee
dal mare). La Commissione rileva che il contributo transfrontaliero comunque dimportanza limitata in
questazona.
45 Allo stesso modo, nelle sue decisioni del 28 settembre 2009 e del 1 febbraio 2010, la Commissione
avrebbe rilevato lassenza di informazioni fornite dalla Repubblica italiana, ai sensi dellarticolo 20 della
direttiva 2008/50, in merito al contributo delle fonti naturali al superamento dei valori limite applicabili alle
concentrazioni di PM10 nelle zone in questione. Inoltre, la Repubblica italiana, pur avendo presentato alla
Commissione alcuni piani regionali, non le avrebbe ancora presentato un piano nazionale per la qualit
dellaria.
46Apropositodellargomentorelativoallanecessitdiadottaremisuredrastichesulpianoeconomicoesociale
e di violare diritti fondamentali, la Commissione rileva che nessuno Stato membro ha proposto ricorsi di
annullamentocontroledirettive1999/30e2008/50.
47 La Commissione aggiunge che la Repubblica italiana riconosce, nel suo controricorso, che i valori limite
applicabili alle concentrazioni di PM10 continuano a non essere rispettati e che tale situazione non sar
risoltaabreveoamediotermine.LaCommissionenededucechelasituazionedisuperamentoditalivalori
limitepresentauncaratterecostanteesistemico.
48 Pertanto, se la Corte si limitasse a constatare linadempimento per gli anni 20052007, tale sentenza non
avrebbe alcun effetto utile. Infatti, permanendo linadempimento, la Commissione sarebbe costretta a
proporre un nuovo ricorso per gli anni 20082010, e cos di seguito. Dunque, la Commissione chiede alla
Corte di pronunciarsi anche sulla situazione presente, dal momento che il ricorso riguarda il rispetto
continuativodelledirettive1999/30e2008/50.
GiudiziodellaCorte
49Inviapreliminareoccorrerilevareche,sebbenelaRepubblicaitaliananonabbiasollevatoalcunaeccezione
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di irricevibilit del presente ricorso, la Corte pu esaminare dufficio se ricorrano i presupposti previsti
dallarticolo 258 TFUE per la proposizione di un ricorso per inadempimento (v., in particolare, sentenze del
31 marzo 1992, Commissione/Italia, C362/90, Racc. pag. I2353, punto 8 del 26 gennaio 2012,
Commissione/Slovenia, C185/11, punto 28, e del 15 novembre 2012, Commissione/Portogallo, C34/11,
punto42).
50Intaleprospettiva,sideveverificareseilpareremotivatoeilricorsopresentinolecensureinmodocoerente
e preciso, cos da consentire alla Corte di conoscere esattamente la portata della violazione del diritto
dellUnione contestata, presupposto necessario affinch la Corte possa verificare lesistenza
dellinadempimento addotto (v., in tal senso, sentenze del 1 febbraio 2007, Commissione/Regno Unito, C
199/04,Racc.pag.I1221,punti20e21,nonchCommissione/Portogallo,cit.,punto43).
51Infatti,comerisultainparticolaredallarticolo38,paragrafo1,letterac),delregolamentodiproceduradella
Corte, nella versione in vigore alla data di presentazione del ricorso, e dalla giurisprudenza relativa a tale
disposizione, latto introduttivo del giudizio deve indicare loggetto della controversia e contenere
lesposizionesommariadeimotividedotti,etaliindicazionidevonoesseresufficientementechiareeprecise
per consentire alla parte convenuta di preparare la sua difesa e alla Corte di esercitare il suo controllo. Ne
discende che gli elementi essenziali di fatto e di diritto sui quali si fonda un ricorso devono emergere in
modo coerente e comprensibile dal testo dellatto introduttivo stesso e che le conclusioni di questultimo
devono essere formulate in modo inequivoco, al fine di evitare che la Corte statuisca ultra petita ovvero
ometta di pronunciarsi su una censura (v. sentenza Commissione/Portogallo, cit., punto 44 e la
giurisprudenzaivicitata).
52Nelcasodispecie,laCommissionenonprecisa,nnelleconclusionidelproprioattointroduttivodelgiudizio
nnellemotivazionidiquestultimo,glianniperiqualilinadempimentovienecontestato.Ineffetti,essasi
limita ad affermare che la Repubblica italiana ha superato i valori limite applicabili alle concentrazioni di
PM10 per diversi anni consecutivi. Essa sostiene che si tratta di un inadempimento attuale e che la
decisionedellaCortedeveriguardareilpresenteenonilpassato,senzaprecisareilperiodoinquestione.
53 Ci considerato, giocoforza constatare che la mancata indicazione di un elemento indispensabile del
contenuto dellatto introduttivo del giudizio, quale il periodo in cui la Repubblica italiana avrebbe violato,
secondo le affermazioni della Commissione, il diritto dellUnione, non risponde ai requisiti di coerenza, di
chiarezzaediprecisione(v.,intalsenso,sentenzaCommissione/Portogallo,cit.,punto47).
54Inoltre,laCommissionenonindicailperiodoprecisointeressatodallinadempimentocontestatoesiastiene,
per di pi, dal fornire prove pertinenti, sottolineando laconicamente che essa non ha alcun interesse ad
agire,nellapresentecausa,perotteneredallaCorteunapronunciasufattipassati,datocheessanontrae
alcun vantaggio da una sentenza che accerti una situazione passata. Cos, detta istituzione non solo viola
manifestamentegliobblighi,siaperlaCortesiapersstessa,chediscendonodallagiurisprudenzacitataai
punti50e51dellapresentesentenza,maneppuremettelaCorteincondizionediesercitareilsuocontrollo
sulpresentericorsoperinadempimento.
55 Occorre tuttavia rilevare che la verifica delle relazioni annuali presentate dalla Repubblica italiana e
riguardanti gli anni 20052007 ha mostrato che i valori limite applicabili alle concentrazioni di PM10 erano
stati superati in diverse zone e agglomerati. Sulla base di tali relazioni, la Commissione ha ritenuto che la
Repubblica italiana non avesse rispettato gli obblighi previsti dallarticolo 5, paragrafo 1, della direttiva
1999/30 per il fatto che, in 55 zone e agglomerati italiani, indicati in allegato alla diffida, i valori limite
giornalierie/oannuiapplicabilialleconcentrazionidiPM10eranostatisuperatineglianni2006e2007.
56 Da tali elementi si pu desumere che linadempimento degli obblighi previsti dallarticolo 5, paragrafo 1,
della direttiva 1999/30 si estende comunque sul periodo degli anni 2006 e 2007 e riguarda 55 zone e
agglomeratiitaliani.
57 Pertanto, il presente ricorso per inadempimento, nei limiti cos definiti, pu essere dichiarato ricevibile.
Viceversa, nella misura in cui esso riguarda lanno 2005 e il periodo successivo allanno 2007, detto ricorso
deveessererespintoinquantoirricevibile.
58 Quanto alla fondatezza del presente ricorso, va ricordato che la Repubblica italiana ammette, nelle sue
osservazioni, il superamento dei valori limite applicabili alle concentrazioni di PM10 nei limiti constatati al
punto56dellapresentesentenza.
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59LaRepubblicaitalianaaggiungechetalivalorilimitenonpotevanoessererispettatientroiterminiassegnati
dalla direttiva 1999/30 per almeno cinque ragioni, enunciate al punto 41 della presente sentenza. In tale
situazione,assicurareilrispettoditalivalorilimiteavrebbeimplicatoladozionedimisuredrastichesulpiano
economico e sociale, nonch la violazione di diritti e libert fondamentali, quali la libera circolazione delle
merciedellepersone,liniziativaeconomicaprivataeildirittodeicittadiniaiservizidipubblicautilit.
60 A questo proposito, occorre sottolineare che, in mancanza di modifica di una direttiva ad opera del
legislatoredellUnionealloscopodiprorogareiterminidiattuazione,gliStatimembrisonotenutiarispettare
iterminioriginariamentefissati.
61 Inoltre, occorre constatare che la Repubblica italiana non sostiene di aver domandato, in particolare,
lapplicazionedellarticolo5,paragrafo4,delladirettiva1999/30,riguardantelasituazioneincuiivalorilimite
applicabili alle concentrazioni di PM10 nellaria ambiente sono superati a causa di eventi naturali, i quali
dannoluogoaconcentrazionichesuperanonotevolmenteinormalilivellidifondooriginatidafontinaturali.
62 Orbene, il procedimento previsto dallarticolo 258 TFUE si basa sullaccertamento oggettivo
dellinosservanza da parte di uno Stato membro degli obblighi impostigli dal Trattato FUE o da un atto di
dirittoderivato(v.sentenzedel1marzo1983,Commissione/Belgio,301/81,Racc.pag.467,punto8,edel
4marzo2010,Commissione/Italia,C297/08,Racc.pag.I1749,punto81).
63Unavoltagiunti,comenellafattispecie,aunsiffattoaccertamento,irrilevantechelinadempimentoderivi
dalla volont dello Stato membro cui addebitabile, dalla negligenza di tale Stato, oppure dalle difficolt
tecniche cui questultimo abbia dovuto far fronte (sentenze del 1 ottobre 1998, Commissione/Spagna, C
71/97,Racc.pag.I5991,punto15,edel4marzo2010,Commissione/Italia,cit.,punto82).
64Inognicaso,unoStatomembrochesitroviadoverfarfronteadifficoltmomentaneamenteinsormontabili
che gli impediscono di conformarsi agli obblighi derivanti dal diritto dellUnione pu appellarsi a una
situazione di forza maggiore solo per il periodo necessario a porre rimedio a tali difficolt (v., in tal senso,
sentenzadel13dicembre2001,Commissione/Francia,C1/00,Racc.pag.I9989,punto131).
65 Invece, nel caso di specie, gli argomenti addotti dalla Repubblica italiana sono troppo generici e imprecisi
perpoterconfigurareuncasodiforzamaggiorechegiustifichiilmancatorispettodeivalorilimiteapplicabili
alleconcentrazionidiPM10nelle55zoneeagglomeratiitalianiconsideratidallaCommissione.
66Diconseguenza,sideveaccogliereilricorsoentroilimitiindicatialpunto56dellapresentesentenza.
67Allalucedelleconsiderazionisopraesposte,sidevedichiararechelaRepubblicaitaliana,avendoomessodi
provvedere,perglianni2006e2007,affinchleconcentrazionidiPM10nellariaambientenonsuperassero,
nelle 55 zone e agglomerati italiani considerati nella diffida della Commissione del 2 febbraio 2009, i valori
limite fissati allarticolo 5, paragrafo 1, della direttiva 1999/30, venuta meno agli obblighi ad essa
incombentiinforzaditaledisposizione.

Sullespese
68 Ai sensi dellarticolo 138, paragrafo 1, del regolamento di procedura, la parte soccombente condannata
alle spese se ne stata fatta domanda. Ai sensi dellarticolo 138, paragrafo 3, prima frase, dello stesso
regolamento,selepartisoccombonorispettivamentesuunoopicapi,lespesesonocompensate.
69 Nella presente controversia, si deve tener conto del fatto che laddebito della Commissione relativo al
mancato rispetto degli obblighi risultanti dallarticolo 5 della direttiva 1999/30, divenuto articolo 13 della
direttiva 2008/50, stato dichiarato irricevibile per quanto concerne lanno 2005 e il periodo successivo
allanno2007.
70 Di conseguenza, occorre condannare la Commissione e la Repubblica italiana a sopportare ciascuna le
propriespese.

Perquestimotivi,laCorte(PrimaSezione)dichiaraestatuisce:
1) La Repubblica italiana, avendo omesso di provvedere, per gli anni 2006 e 2007, affinch le
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concentrazioni di PM10 nellaria ambiente non superassero, nelle 55 zone e agglomerati


italianiconsideratinelladiffidadellaCommissioneeuropeadel2febbraio2009,ivalorilimite
fissati allarticolo 5, paragrafo 1, della direttiva 1999/30/CE del Consiglio, del 22 aprile 1999,
concernenteivalorilimitediqualitdellariaambienteperilbiossidodizolfo,ilbiossidodi
azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo, venuta meno agli obblighi ad essa
incombentiinforzaditaledisposizione.
2)Ilricorsorespintoquantoalresto.
3)LaCommissioneeuropeaelaRepubblicaitalianasopportanociascunalepropriespese.

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