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NELL'APOLOGETICA MAZDAICA1
ANTONIO
P ANAINO
Nel capitolo XV, 148-1492 del trattato apologetico zoroastriano Skandgumanig wizar "La soluzione decisiva dei dubbi", si trova una versione in pazand del "Padre Nostro". Questa opera, redatta nel IX
secolo d.C. da Mardan Farrox I Ohrmazddadan3, tramandata in
pahlavi dalla tradizione manoscritta per i primi V capitoli, mentre i
capitoli VI-XVI sono conservati solo nella redazione pazand. Si ha,
inoltre, una versione in sanscrito~ che risale a Neryosang, il dotto
parsi del XII secolo4 Il testo pahlavi-pazand fu inizialmente tradotto
da West (1885), ma pubblicato per la prima volta nell'originale (pahlavipazand pi la traduzione sanscrita) da Jamasp-Asana e West (1887, p.
66); successivamente Padre de Menasce (1945, pp. 220-221), ne offr
una pi moderna edizione con esclusione del testo sanscrito, che invece
era stato ripubblicato da Bharucha (1913, p. 52). Per quanto concerne
strettamente la versione del "Padre Nostro", l'unico studio specifico
invece quello di Casartelli (1900).
Il "Padre Nostro" inserito verso la fine di un lungo capitolo
1 Ringrazio i colleghi F. De Blois, Gh. Gnoli, Ph. Gignoux, D.N. MacKenzie, N.
Sims-Williams e W. Sundermann per le diverse e stimolanti riflessioni relative a
questo lavoro. Voglio rivolgere inoltre un particolare ringraziamento a Riccardo
Contini, per il suo preziosissimo aiuto nella lettura e trascrizione dei testi siriaci.
Ulteriori stimoli nella preparazione dell'articolo mi sono venuti dal compianto
Prof. Luigi Cagni, la cui scomparsa lascia un vuoto enorme non solo nel mondo
degli studi, ma in quello pi intimo degli affetti.
2 Cfr. WEST, E.W. 1885, p. 242; JAMASP-ASANA, H.J., WEST, E.W. 1887, p.
166 (testo piizand e testo sanscrito); BHARUCHA, Sh.J. 1913, p. 52; CASARTELLI,
L.Ch. 1900, pp. 253-254.
3 Cfr. DE MENASCE, P.J. 1945, pp. 11-13.
'BOYCE, M. 1979, pp. 168-169.
1938
Antonio Panaino
riiiatuuam aga~atu tauua zao~a si8iiatu yata suuarga~u uiti Z(lmeca ahmiikam a1niam
pratideuuahikam maibiio dazdi adiia iiaBii vaem ahmiikam aparii irJ ah xsamiimaha taBiiiuua
1939
1940
Antonio Panaino
cui tradizione, come ha indicato Voobus 14, parrebbe aver pesantemente influenzato la pi antica redazione siriaca del Vangelo damepharrese (ovverosia i Vangeli separati). Sarebbe peraltro fuorviante pensare che Mardan Farrox I Ohrmazddadan traducesse
direttamente e per la prima volta dal siriaco; egli attingeva
verisimilmente ad una tradizione medio-persiana dei Vangeli, in
uso presso la Chiesa di Persia 15, purtroppo perduta 16
Con grande affetto voglio pertanto dedicare alla memoria del
collega ed amico Luigi Cagni questo studio pi aggiornato sull'Oratio
Dominica nella sua redazione pazand, soggetto per il quale egli
aveva mostrato, in passate discussioni, un profondo interesse.
Per quanto concerne la terminologia utilizzata in pazand, essa
pu essere, almeno in parte, confrontata con quella attestata nei
1941
frammenti dei Salmi cristiani in medio-persiano di Bulayi:q17 Veniamo quindi al testo pazand:
(148) Inca goet ku: pidar-m(!,i pa asm(!,n, at bat saharyarI vat e bat
kam pa zamI cun pa asm(!,n. (149) aBam(!, 18 dah n(!,n i rozgarI a{3am(J. ma
bar o gum(!, garI.
"Egli (i.e. Ges) dice: 'Padre nostro che (sei) in cielo, [di]venga il
tuo regno e sia (fatta) la tua volont sulla terra come in cielo. E dacci
il pane quotidiano e non portarci al concepimento del dubbio"'.
ii-t?
24 Cfr. YHWWN- (baw-) nei Salmi mp., ove l'eterogramma usato (passim) solo
al presente (indicativo); si veda ivi, p. 44a.
25 Cfr. stld'l (sahryiir) "Sovrano, Re", nei Salmi mp. (passim); cfr. ivi, p. 61. Cfr. malakut
"regno dei cieli, mondo spirituale" nel Diatessaron persiano.
26 Cfr. 'yw (e) nei Salmi mp.; ivi, p. 32a.
1942
Antonio Panaino
kiim 27 pad zamig28 ciyon pad asmiin. u-miin dah 29 niin 30 I rozgiirig31 , umiin mii 32 bar33 034 gumiingarih.
[pdl-m'n ZY PWN 'sm'n AP-t YHWWN-'t stld'lyh AP-t 'yw
YHWWN-'t k'm PWN zmyk cygwn PWN 'sm'n AP-m'n YHBWN
LHMA Y lwcklyh AP-m'n AL YBLWN OL gwm'nklyh]
1943
porto anche al testo greco e latino. Cito pertanto il testo del Padre
Nostro siriaco (Matteo, VI,9-14 e Luca, XI,2-4) della Vetus Syra (ed.
Cureton) comparato con quello della Pesitta36 :
Vetus Syra (ms. Cureton) 37; Matteo, VI,9-14:
(9) 'bwn d-bsmy' ntqds smk (10) t't' mlkwtk w-nhwwn fibynyk b'r"
'yk d-bsmy' (11) w-ll;mn 'myn' dywm' hb-ln (12) wsbwq-ln l;wbyn 'ykn'
d'p 'nl;nn nsbwq l-l;ybyn (13) w-l' tytyn l-nsywn'. 'l' pfin mn bys'. mtl
d-dylk hy mlkwt' w-tsbwl;t' l-'lm 'lmyn 'myn.
"(9) Padre nostro che [sei] nei cieli, sia santificato il tuo nome,
(10) venga il tuo regno e sia (fatta) la tua volont in terra come in
cielo (11) e il nostro pane costante del giorno d a noi (12) e rimetti
a noi i nostri debiti come anche noi (li) rimettiamo ai nostri debitori
(13) e non portarci nella tentazione, ma allontanaci dal male, poich tuo il regno e la gloria nei secoli dei secoli, amen" 38
"(2) Padre nostro che [sei] nei cieli, sia santificato il tuo nome,
e venga il tuo regno, (3) e dacci il pane costante di ogni giorno (4)
36 Cfr. HEALEY, J.F. 1980, p. 17; si vedano anche !'ed. della Pesitta a cura della
British and Foreign Bible Society (senza data, p. 7); !'ed. del testo aramaico della
Pesitta (1986, p. 7); la ristampa dell'edizione 1870 del "Padre Nostro" in 250 lingue,
curata dalla Propaganda Fide, presenta diverse versioni dei testo siriaco (1995, pp.
72-83), tra le quali anche quelle siriaca moderna dei Caldei e Nestoriani del Curdistan
e dell'Iraq e quella dei Caldei e Nestoriani della Persia e della diaspora (1995, pp.
80-83, testi VIII e IX). Per il testo di Matteo nel Lezionario palestinese, dr. SMITH
LEWIS, A., GIBSON, M.D. 1899, pp. 130-131.
37 CURETON, W. 1858; KIRAZ, G.A. 1996, I, pp. 73-75.
38 Cfr. CURETON, W. 1858, pp. 8a-b: "Our Father which art in heaven, Hallowed
be thy name. Thy kingdom come. And be thy wills in earth, as in heaven. And our
bread constant of the day give us. And forgive us our debts, so that aiso we
forgive our debtors. And bring us not into temptation, but deliver us from the
evi!: Because thine is the kingdom, and the glory, for ever and ever. Amen".
39 CURETON, W. 1858; KIRAZ, G.A. 1996, III, pp. 220-221.
1944
Antonio Panaino
"(9) ... Pater noster qui [es] in coelo: santificetur nomen tuum.
(10) Veniat regnum tuum: fiat voluntas tua, sicut in coelo, etiam in
terra. (11) Da nobis panem indigentiae nostrae hodie. (12) Et dimitte
nobis debita nostra sicut etiam nos dimisimus debitoribus nostris.
(13) Et ne inducas nos in tentationem; sed eripe nos a malo. Quia
tuum est regnum, et potentia, et gloria, in seculum seculorum" 42
"(2) ... Pater noster qui [es] in coelo, Santificetur nomen tuum.
Veniat regnum tuum. Fiat voluntas tua, ut in coelis, etiam in terra.
(3) Da nobis panem egestatis nostrae quotidie. (4) Et remitte nobis
peccata nostra: nam etiam nos remittimus omnibus debitoribus nobis.
Et ne inducas nos in tentationem, sed serva nos a malo" 44
0 cfr. CURETON, W. 1858, p. 61b: "Our Father which art in heaven, hallowed
be thy name. And come thy kingdom. And give to us bread continuai of every
day. And forgive us our sins; and may we also forgive every one that is indebted
to us. And bring us not into temptation; but deliver us from evi!".
41 Un tentativo di ricostruzione della pronuncia caldea offerto per M. VI, 913, da HOBERMAN, R.D. 1997, p. 264. Ricordiamo che il testo della Pesitta
precedente alla scissione della comunit sira tra Giacobiti e Nestoriani e che quindi
fu accettato da entrambe le Chiese (dr. METZGER, B.M. 1977, p. 48).
42 PUSEY, Ph.E. 1901, pp. 45, 47.
3 Cfr. anche !'ed. della Pesitta a cura della British and Foreign Bible Society
(senza data, p. 94); !'ed. del testo aramaico della Pesitta (1986, p. 92).
44 PUSEY, Ph.E. 1901, p. 391.
1945
"Veniat regnum tuum: fiat voluntas tua, sicut in coelo, etiam in terra."
Luca, Xl, 2: .6Tw ~ ~aaLeia aou
C. w-t't' mlkwtk "e venga il tuo regno''.
P. t't' mlkwtk, nhw' ~by11k, 'yk d-bsmy' 'p b'r"
scr.
1946
Antonio Panaino
1947
51 Con accusativo della persona che prova tale desiderio (cfr. KENT, R.G. 1953,
179; BRANDENSTEIN, W., MAYRHOFER, M. 1964, p. 128).
52 Per altri passi paralleli cfr. KENT, R.G. 1953, p. 179a.
53 Cfr. HERZFELD, E. 1938, pp. 221-223.
54 Vedi CAD, $, s.v. ~ebu (= 1962, p. 120a). Cfr. MALBRAN-LABAT, F. 1994, p.
156: D.B., par. 43: libbii sa aniiku ~e-ba-a-[ka) ippussa "essi fanno esattamente quel
che io voglio".
55 Bibliografia e ulteriori annotazioni in HINZ, W., KOCH, H. 1987, I, p. 618.
56 KELLENS, J., PIRART, E. 1990, p. 230.
57 Tale eterogramma rifatto sulla forma di imperfetto 3a pers. sg. del v. aramaico
~by, yi~be (vedi GESENIUS, W. ed. 1975, p. 1109ab sub ~b'); cfr. NYBERG, H.S.
1974, p. 7.
58 Si veda anche nelle iscrizioni sasanidi, mpm. YCBH-t [kamed] "egli vuole"
(NPi 35), partico YCBH-t [kamed] (NPi 4); cfr. GIGNOUX, Ph. 1972, pp. 37a; 67a.
Sulle forme attestate nell'iscrizione di Paikuli, cfr. HUMBACH, H., SKJJERV0,
P.O. 1983, p. 133; vedi anche HOFTIJZER, J., JONGELING, K. 1995, Il, pp. 956-957
(sub ~bw).
59 Cfr. BROCKELMAN, N. 1895, p. 619a; ANDREAS(-BARR), F.C. 1933, pp. 23
[111), 44 [132).
1948
Antonio Panaino
der, inoltre, in pahlavi, l'uso del termine kiimag "volere, desiderio"60, nonch di nek'ih-kamag "dalla buona intenzione" (detto di
Ohrmazd) e di anag'ih-kamak "dall'intenzione malvagia" (di
Ahreman) 61 , etc. 62
Da notare l'inversione della sequenza "cielo/terra" 63 nella formula paz. pa zam'i cun pa asm{ln "in terra come in cielo" (registrata
anche nel testo sanscrito), rispetto a quella normalmente attestata
nelle versioni greche, latine e della Pesitta, nonch in quella
neopersiana del Diatessaron. Tale peculiarit del testo pazand non
dipende affatto da una semplice scelta stilistica, ma conferma pienamente l'antichit della versione in pahlavi, che deve essere certamente di epoca sasanide. Infatti il testo del Padre Nostro presentava due varianti 'testuali significative nella Vetus Syra Curetoniana,
le quali rimasero in uso almeno sino all'epoca di Giacomo di Edessa
(morto nel 708) e che, talvolta, ricorrono ancora oggi, come nota
Jammo (1979, p. 21), nell'ufficio ebdomadario. La prima, che troviamo anche in Giacomo di Sarug, contemporaneo di Narsai (V
secolo), recita infatti (C) w-nhwwn ~bynyk b'r" 'yk d-bsmy' "fiat
voluntas tua in terra sicut in caelo". Siccome la versione pi recente appartiene al testo tradotto dal vescovo Rabbula 64, probabilmente alla Scuola di Edessa, ove Narsai fu rettore, si dovrebbe dedurre
che la presente variante del testo pazand rifletta, attraverso la
recensione pahlavi, quella della redazione della Vetus Syra (C). La
stessa inversione si trova anche negli Atti di Tommaso65, che vengono utilizzati da Ortiz de Urbina 66 per la ricostruzione del
1949
Luca, Xl, 3:
1950
Antonio Panaino
1951
moua(a
1952
Antonio Panaino
Luca, C. w-1' t'ln 1-nsywn', 'I' p~n mn bys' "Non farci entrare in tentazione, ma liberaci dal male"
P. w-1' t'ln 1-nsywn' 'I' prwqyn mn bys'. "Et ne inducas nos in tentationem, sed serva nos a malo".
"(Da questo discorso () evidente che ... ) e (da) questo che la condizione del dubbio umano non (viene) da dio".
80 Vedi ORTIZ DE URBINA, I. 1967, pp. 42, 521 (secondo gli Acta Thomae, ed.
WRIGHT, W. 1871, p. 313).
1953
81 Vedi Giacomo, 1,13: "Nessuno, quando tentato, dica: 'Sono tentato da Dio';
perch Dio non pu essere tentato dal male e non tenta nessuno al male". Su
questo problema dr. CARMIGNAC, J. 1969, pp. 236-304; SCHNEIDER, W. apud
COENEN, L. et al. 1989, pp. 1850-1853.
82 SCHRMANN, H. 1994, pp. 110-111; SABUGAL, S. 1994, pp. 335-373.
83 Si pensi ad esempio al dibattito attuale, presente nella Chiesa Cattolica,
relativo alla nuova formulazione dell'Oratio Dominica in traduzione italiana, che
viene a modificare e chiarificare espressamente questo parte della preghiera.
84 Si veda SCHRMANN, H. 1994, p. 106 che ricorda come nell'Antico Testamento, "tentare" abbia spesso significato di "mettere alla prova".
1954
Antonio Panaino
1955
Non si pu comunque non apprezzare la raffinatezza della traduzione gumr;,gar"i, che deve essere inteso come "il concepimento
del dubbio". Tale spiegazione apre per un nuovo problema; il
pahl. gumiingar"ih, dell'originaria versione medio persiana, era frutto
di un fraintendimento dell'autore mazdeo oppure risale ad un'interpretazione corrente nella Chiesa di Persia? La versione siriaca,
adottata come testo di riferimento, dai Nestoriani non offre alcun
sostegno diretto alla seconda ipotesi, ma non si pu escludere che
tale scelta di traduzione fosse frutto di un'esegesi cristiana (e non
zoroastriana}, in cui il problema dell'interpretazione del versetto
"non indurci in tentazione" sarebbe stato risolto con una formula
palesemente esplicativa. D'altro canto l'importanza assoluta della
"scelta", soprattutto quella estrema e radicale tra "bene" e "male"
fu una costante dell'ambiente religioso iranico e mazdeo in cui
operavano i Cristiani, e dove il "dubbio" si poneva, secondo la
teologia zoroastriana, come un ostacolo ineliminabile da superarsi
individualmente in piena libert di coscienza. Viene quindi da pensare
che, in un contesto siffatto, i Cristiani di Persia abbiano preferito
rendere l'idea della tentazione come "dubbio", e pi precisamente
come "condizione di dubbio", che viene dal Maligno e di fronte al
quale si invoca l'aiuto di Dio, affinch offra il suo sostegno nel
difficile momento della "scelta". Una soluzione questa che piacque
all'esegeta zoroastriano, trovandolo pienamente concorde, salvo che
per la conclusione finale, relativa alla constatazione, in chiave
dualistica, dell'esistenza del principio antagonista.
Antonio Panaino
1956
Bibliografia
AA.VV., 1995
"Padre Nostro" nelle lingue di tutto il mondo. Edizione sulla base del
volume Oratio Dominica in CCL linguas versa. Tipografia di Propaganda Fide 1870, Casale Monferrato.
ANDREAS, F.C. 1910
1957
1958
Antonio Panaino
GERO, S. 1981
1959
Historique, Roma.
JEREMIAS, J. 1978
1960
Antonio Panaino
MESSINA, G. 1943
The New Covenant Commonly Called The New Testament. Pesitta Aramaic
1961
Antonio Panaino
1962
WEST, E.W. 1885
J.
1778