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Camillo Ruini

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Camillo Ruini
cardinale di Santa Romana
Chiesa
Ruini.jpg
Coat of arms of Camillo
Ruini.svg
Veritas liberabit nos
Titolo Cardinale presbitero di
Sant'Agnese fuori le mura

Incarichi attuali Vicario


generale emerito di Sua
Santit per la diocesi di
Roma
Presidente del Comitato
scientifico della Fondazione
Vaticana Joseph Ratzinger
Nato 19 febbraio 1931 (84
anni) a Sassuolo
Ordinato presbitero 8
dicembre 1954
dall'arcivescovo Luigi Traglia
(poi cardinale)

Consacrato vescovo29
giugno 1983 dal vescovo
Gilberto Baroni
Elevato arcivescovo 17
gennaio 1991 da papa
Giovanni Paolo II
Creato cardinale 28 giugno
1991 da papa Giovanni Paolo
II
Camillo Ruini (Sassuolo, 19
febbraio 1931) un cardinale
e arcivescovo cattolico
italiano. stato cardinale

vicario del pontefice per la


diocesi di Roma e arciprete
della basilica papale di San
Giovanni in Laterano dal 1
luglio 1991 al 27 giugno
2008; era stato pro-vicario
dal 17 gennaio dello stesso
anno. stato inoltre
presidente della Conferenza
Episcopale Italiana (CEI) dal
7 marzo 1991 alla stessa
data del 2007 e presidente
della Conferenza episcopale
Laziale.

Attualmente ricopre la carica


di presidente del comitato
scientifico della Fondazione
Joseph Ratzinger. Ha
ricoperto, fino al dicembre
2012, la carica di presidente
della Commissione
internazionale di inchiesta su
Meugorje e, fino al 31
gennaio 2013, quella di
presidente del Progetto
culturale della Chiesa
italiana.

Indice

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1 Biografia
2 Prese di posizione e
pensiero
2.1 Il caso Welby
3 Onorificenze
4 Genealogia episcopale
4.1 Successione apostolica
5 Note
6 Bibliografia
7 Altri progetti

8 Collegamenti esterni
Biografia[modifica | modifica
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Ha ottenuto la licenza in
filosofia e teologia presso la
Pontificia Universit
Gregoriana a Roma dove
stato alunno dell'Almo
collegio Capranica. Ordinato
sacerdote l'8 dicembre 1954
dal futuro cardinale Luigi
Traglia, allora arcivescovo
vicegerente. Rientrato nella
diocesi di nascita nel 1957,

ha insegnato filosofia presso


il seminario diocesano e,
successivamente e in tempi
diversi, teologia dogmatica
presso lo Studio Teologico
Interdiocesano di
Modena-Reggio
Emilia-Carpi-Guastalla e
presso lo Studio Teologico
Accademico Bolognese.
All'insegnamento ha
affiancato altri incarichi
diocesani tra i quali quello di

assistente diocesano dei


Laureati Cattolici e di
delegato vescovile per
l'Azione Cattolica. Papa
Giovanni Paolo II lo ha
nominato vescovo ausiliare
per le diocesi di Reggio
Emilia e Guastalla
(successivamente riunite
nell'attuale unica diocesi di
Reggio Emilia-Guastalla)
assegnandoli la sede titolare
di Nepte il 16 maggio 1983.

stato ordinato vescovo il 29


giugno successivo da
monsignor Gilberto Baroni. Il
28 giugno 1986 stato
nominato Segretario
Generale della Conferenza
Episcopale Italiana da
Giovanni Paolo II. Il 17
gennaio 1991 stato
nominato pro-vicario
generale per la diocesi di
Roma in attesa di divenirne
vicario il 1 luglio 1991 dopo
la creazione a cardinale

avvenuta nel concistoro del


28 giugno 1991, del Titolo di
Sant'Agnese fuori le mura.
Nel frattempo, il 7 marzo
1991, Giovanni Paolo II lo
aveva nominato anche
Presidente della Conferenza
Episcopale Italiana, incarico
nel quale sar confermato
per i successivi quinquenni il
7 marzo 1996, il 6 marzo
2001 e il 14 febbraio 2006 da
papa Benedetto XVI con la

formula "donec aliter


provideatur" (cio: "fino a
che non venga disposto
diversamente", ovvero fino
alla nomina di un
successore). Il 7 marzo 2007
il Papa ha accettato le sue
dimissioni per raggiunti limiti
di et chiamando monsignor
Angelo Bagnasco a sostituirlo
alla guida dei vescovi italiani
dopo sedici anni.

Il 21 giugno 2008 ha
annunciato in San Giovanni
in Laterano durante la messa
per i suoi 25 anni di
episcopato il ritiro per
raggiunti limiti di et, dopo
17 anni di servizio, anche
dall'incarico di Vicario del
Papa per la Diocesi di Roma,
nel quale stato sostituito
dal cardinale Agostino Vallini.
Il 17 marzo 2010 stato
nominato presidente della
Commissione internazionale

di inchiesta su Meugorje.[1]
Il 19 febbraio 2011, avendo
raggiunto l'et di 80 anni,
diviene cardinale non
elettore.
Prese di posizione e
pensiero[modifica | modifica
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Benedetto XVI con il
cardinale Camillo Ruini

Ruini ha sostenuto nella


Chiesa cattolica italiana la
necessit di una presenza
della Chiesa e dei cattolici nel
mondo della cultura, da
realizzare attraverso il
Progetto culturale della
Chiesa italiana. Specialmente
con l'avvento del nuovo
millennio, ha delineato un
modo alternativo di intendere
la missione della Chiesa
cattolica nella societ di cui
parte (quella italiana),

alimentando il dibattito
politico su argomenti come la
difesa dei diritti umani e del
diritto alla vita.
Alcune componenti, laiche e
non, del mondo politico
italiano, pur giudicando
pertinente alla missione
ecclesiastica l'interesse per
questi argomenti, hanno
contestato la parzialit e la
pretesa di universalit di
alcune esternazioni del

cardinale, ritenendo che su


certi argomenti il messaggio
della Chiesa non debba
entrare nello specifico della
legislazione di uno stato
sovrano, ma limitarsi a
indicazioni di carattere
generale, senza imporre per
legge le prescrizioni di
un'ideologia particolare.
Nel 2005, in occasione dei
referendum abrogativi della
legge 40 sulla fecondazione

medicalmente assistita e la
ricerca scientifica sulle cellule
staminali, si fece portavoce
dell'istanza ufficiale della CEI
invitando i cattolici a non
presentarsi alle urne con lo
scopo di non raggiungere il
quorum del 50%, in difesa
del diritto alla vita. Il gesto
venne letto in maniera
eterogenea dal mondo
politico: per i promotori del
referendum fu
un'inaccettabile ingerenza

della Chiesa cattolica nel


mondo politico, a lei
estraneo, per altri invece, un
legittimo parere di
un'importante personalit
pubblica.
Ruini fu anche denunciato dal
ginecologo Severino Antinori,
sulla base di una normativa
che condanna fino a tre anni
di reclusione chi incita
all'astensione, ma la
denuncia fu subito archiviata,

in quanto le parole di Ruini


avevano solo il valore di
un'indicazione. Il referendum
fall poich non raggiunse il
quorum: si rec alle urne
soltanto un quarto degli
elettori. Il cardinale Ruini,
incalzato dai giornalisti,
afferm il giorno dopo
l'annuncio dei risultati:
Sono favorevolmente
colpito dalla maturit del
popolo italiano. In
quell'occasione la Chiesa e i

partiti politici contrari al


referendum non
caldeggiarono la scelta del no
confidando in un pi sicuro
astensionismo.
Nel settembre 2005 venne
aspramente contestato e
criticato da un gruppo di
studenti del collettivo Farfalle
Rosse, che interruppero
lanciando slogan ed
esponendo striscioni (Libero
amore in libero Stato,

Siamo tutti omosessuali,


Vogliamo fare Pacs in avanti
nei diritti), una cerimonia
privata della Fondazione
Liberal del parlamentare di
Forza Italia, Ferdinando
Adornato, nel quale veniva
elargito un premio al
cardinale: da questa
contestazione presero le
distanze quasi tutti gli
esponenti del mondo politico,
anche quelli critici verso le

opinioni ed i comportamenti
di Ruini.
Pi volte il Vicario del Papa si
detto contrario al
riconoscimento giuridico delle
coppie omosessuali e delle
coppie di fatto (PACS), in
linea con la Dottrina cattolica
tradizionale e con il pensiero
espresso da tutti i papi che
hanno trattato tali
argomenti. Ruini ritiene che
l'introduzione di queste

normative
comprometterebbe
gravemente il valore e le
funzioni della famiglia
legittima fondata sul
matrimonio e il rispetto che
si deve alla vita umana dal
concepimento al suo termine
naturale". Il cardinale ha
anche criticato l'approvazione
da parte dell'Unione europea
di una risoluzione che
sollecita una equiparazione
dei diritti delle coppie

omosessuali con quelli delle


vere e legittime famiglie.
Conforta il fatto - ha
commentato - che gran parte
degli europarlamentari
italiani si opposta a tale
risoluzione.
Il caso Welby[modifica |
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La decisione del Vicariato di
Roma di negare le esequie
religiose a Piergiorgio Welby

ha dato origine ad un
dibattito nell'opinione
pubblica. Questi, da anni
ammalato di distrofia
muscolare, aveva
manifestato pubblicamente la
richiesta che venisse sospeso
ci che egli considerava
accanimento terapeutico nei
suoi confronti. Il Vicariato di
Roma ha inteso prendere
questa decisione perch tali
richieste erano state fatte
pubblicamente e ribadite pi

volte, pertanto non era pi


possibile presumere quella
mancanza di piena
avvertenza e di deliberato
consenso che consente, in
altri casi, di concedere le
esequie ecclesiastiche anche
a chi pone fine alla propria
vita. In una nota si cos
espresso:
In merito alla richiesta di
esequie ecclesiastiche per il
defunto dott. Piergiorgio

Welby, il Vicariato di Roma


precisa di non aver potuto
concedere tali esequie
perch, a differenza dai casi
di suicidio nei quali si
presume la mancanza delle
condizioni di piena
avvertenza e deliberato
consenso, era nota, in
quanto ripetutamente e
pubblicamente affermata, la
volont del dott. Welby di
porre fine alla propria vita,
ci che contrasta con la

dottrina cattolica (vedi il


Catechismo della Chiesa
Cattolica, nn. 2276-2283;
2324-2325). Non vengono
meno per la preghiera della
Chiesa per l'eterna salvezza
del defunto e la
partecipazione al dolore dei
congiunti.[2]
Al riguardo, il cardinal Ruini
ha parlato di:

sofferta decisione [...] nella


consapevolezza di arrecare
purtroppo dolore e
turbamento ai familiari e a
tante altre persone, anche
credenti, mosse da
sentimenti di umana piet e
solidariet verso chi soffre,
sebbene forse meno
consapevoli del valore di ogni
vita umana, di cui nemmeno
la persona del malato pu
disporre

Onorificenze[modifica |
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Cavaliere di gran croce
dell'Ordine al merito della
Repubblica italiana - nastrino
per uniforme ordinaria
Cavaliere di gran croce
dell'Ordine al merito della
Repubblica italiana
Di iniziativa del Presidente
della Repubblica
Roma, 13 giugno 2005[3]

Genealogia
episcopale[modifica |
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Cardinale Scipione Rebiba
Cardinale Giulio Antonio
Santori
Cardinale Girolamo Bernerio,
O.P.
Arcivescovo Galeazzo
Sanvitale
Cardinale Ludovico Ludovisi
Cardinale Luigi Caetani
Cardinale Ulderico Carpegna

Cardinale Paluzzo Paluzzi


Altieri degli Albertoni
Papa Benedetto XIII, O.P.
Papa Benedetto XIV
Papa Clemente XIII
Cardinale Bernardino Giraud
Cardinale Alessandro Mattei
Cardinale Pietro Francesco
Galleffi
Cardinale Giacomo Filippo
Fransoni
Cardinale Carlo Sacconi

Cardinale Edward Henry


Howard
Cardinale Mariano Rampolla
del Tindaro
Cardinale Gennaro Granito
Pignatelli di Belmonte
Cardinale Pietro Boetto, S.J.
Cardinale Giuseppe Siri
Cardinale Giacomo Lercaro
Vescovo Gilberto Baroni
Cardinale Camillo Ruini

Successione
apostolica[modifica |
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Arcivescovo Cesare Nosiglia
Vescovo Armando Brambilla
Vescovo Luciano Monari
Vescovo Vincenzo Apicella
Arcivescovo Luigi Conti
Arcivescovo Benvenuto Italo
Castellani
Arcivescovo Luigi Moretti
Arcivescovo Rino Fisichella

Vescovo Francesco Lambiasi


Arcivescovo Vincenzo Paglia
Arcivescovo Francesco
Marinelli
Arcivescovo Tommaso
Valentinetti
Cardinale Giuseppe Betori
Vescovo Paolo Schiavon
Vescovo Lorenzo Loppa
Vescovo Pietro Maria
Fragnelli
Vescovo Ernesto Mandara

Vescovo Domenico Sigalini


Vescovo Benedetto Tuzia
Arcivescovo Ignazio Sanna
Vescovo Domenico Mogavero
Vescovo Claudio Giuliodori
Vescovo Romano Rossi
Vescovo Mauro Parmeggiani
Vescovo Antonio Staglian
Note[modifica | modifica
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^ Notizia sul Bollettino della


Sala Stampa della Santa
Sede
^ Agenzia SIR: 'Funerali
Welby: Vicariato di Roma,
perch non sono possibili le
"esequie ecclesiastiche"'
^ Sito web del Quirinale:
dettaglio decorato.

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