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IL RIDOTTO

anno 4
numero 26
marzo 2010

ORGANO UFFICIALE DELLA COMPAGNIA DE CALZA I ANTICHI - BOLLETTINO MENSILE


venezia
san marco 2677
campo san maurizio

direttore Luca Colferai ♥ – divertirsi divertendo – ♥ priore Roberto Bianchin

D onne meraviglio-
se ed uomini stupen-
di, ebbene sì! Mentre la
natura si risveglia e gli uccelli-
ni cinguettano e zefiro soffia e
menti (forse più meno che più)
ecco a voi il numero di aprile
del Ridotto.
Dopo il diluvio di pagine del
numero scorso speciale carne-
in questo numero
Cartoline dall’altra sponda
le giornate si allungano e tutti vale, torniamo ad una tiratura
sentono fremiti più o meno so- più limitata consona anche al- Avventura sul Rio Uruguai
piti risvegliarsi più o meno fre- le nostre forze inesorabilmente
declinanti, seppur lentamente Tarocchi: il Baratto
. Vi troverete un accenno
postumo di campagna L’ultima notte di Carnevale
elettorale: postumo
ma necessario. Poesia – Musica – Libri – Il Marinaio Johnny
E un raccon-
to post carne- L’Oroscopo della Strega Jurubeba
valizio del
nostro be- Risi e bisi
nea mato
priore, co-
me spes-
so in bili- pisce la fatica che fanno) e che stre a Firenze. Buona lettura. ◉
co tra so- non ci stancheremo mai di rin-
gno e re- graziare: Neno Brazil in canoa
altà (am- e cavallo lungo il Rio Uruguai;
bedue: il Michael Krondl a Innsbruck
racconto peri krapfen; Paolo Fiorin-
e il priore). do a Torre di Mosto con le
Ci sono le galline; e poi Valeria Bol-
c on s u et e gan con i circhi a Vene-
pagine che zia, Lucas Christ con la
i nostri ine- musica; Andrea Vita- il ridotto è una testata
stimabili colla- li con i Tarocchi; Ma- un po' abbronzata
boratori vergano ria Luisa Pavanini e anche registrata
assiduamente da con i gatti tra ar- non è una puttanata
ogni angolo del glo- te e storia; e l’oro- neanche una bischerata
bo terracqueo (e chi scopo della Stre- e men che meno una puttanata
si intende di geo- ga Jurubeba; e o una stupida vaccata
grafia, ma anche la visita ai mu- o un'emerita stronzata
di geometria, ca- sei e alle mo- o una brutta scivolata
stre (che piac- direi che è una trovata
ciono a lui) di una furbata
leggete e diffondete Colo de Fero;
e le avventu-
una genialata
un'impennata
« il ridotto » re calembouri- un'alzata
de i antichi stiche del Con-
sole Inconsola-
una ventata
non è mica una sbandata!
è divertente bile che, chissà
e anche perché è andato a
intelligente Casablanca in cerca
del Marinaio Johnny,
senza per altro trovar-
ilridotto@iantichi.org – www.iantichi.org lo perché non era lì. E tan-
te altre belle cosette tra cui
vogliamo segnalare infine un
articolo dedicato a Willibald
Holzinger, che ha ripreso a pie-
no regime la sua attività di ar-
tista e che vedremo presto a Ve-
nezia dopo le sue prossime mo-
pagina 2 marzo 2010 anno 4 numero 26 IL RIDOTTO venezia san marco 2677 campo san maurizio

Ricordi elettorali: «La Notte delle Elezioni» (o Erezioni, volendo e potendo) del 1. aprile 2005, ultimo giorno della campagna per le
amministrative di quell’anno, venne annullata per morte papale. Prevedeva la pubblica previsione dell’esito delle elezioni comunali
cittadine tramite la lettura dei bonigoli (ombelichi) dei candidati ad opera del professor Michael Von Bohrug (il grandissimo Michele
Cuginomichele Busetto). I bonigoli qui sopra in panoplia (uno ciascuno per gli undici competitori, più uno per eventuali candidati
dell’ultima ora) stampati su lucidi avrebbero dovuto essere proiettati su megaschermo in campo San Maurizio provocando ad arte l’ilarità
del pubblico. Al termine, o anche durante, I Antichi avrebbero servito a tutti i partecipanti ottime sardelle ai ferri con polenta, che pur
aquistate in grande copia (e squamate ed eviscerate) vennero pantagruelicamente banchettate in privato. La beffa elettorale, per ovvi e
inevitabili motivi di rispetto e lutto, non ci fu. E forse non sarà mai più.
Per i più curiosi un giochino: uno di questi non è un ombelico ma un’altra parte del corpo umano maschile o femminile; dovete trovarlo.

Roberto Bianchin la storia e le spezie


NON RICORDO PIÙ NULLA venezia - amsterdam - lisbona

una girandola di racconti passato e presente


Quindici racconti, alcuni dei quali inedi-
un libro di michael krondl
RobeRto bianchin ti, altri pubblicati su quotidiani, riviste e in
vari volumi, tratteggiano in questo libro,
con pennellate a colori vivaci, il mondo
in inglese e in portoghese
Non ricordo più nulla onirico, surreale e magico, che ha già fatto
arditamente capolino nei romanzi di Ro-
berto Bianchin.
Autore di nicchia, minoritario per voca-
zione, sempre fedele al suo linguaggio
Racconti spiazzante attraversato da un’ironia surre-
ale in bilico fra il comico e il malinconico,
lo scrittore veneziano dà vita a una stupe-
facente galleria di personaggi folli e stra-
vaganti, poetici e romantici, che si muo-
vono sullo sfondo degli scenari a lui più
RobeRto bianchin – non RicoRdo più nulla

cari. Dal mondo della musica come ne «Il


batterista dei Navigli», a quello del circo
come in «Delia, l’acrobata dell’Alzaia» e
«L’uomo che moriva due volte al giorno»,
da quello degli spettacoli di Carnevale co-
me in «Non ricordo più nulla» e «Mi chia-
mi pure Casanova, Mister Bond», a quel-
lo dello sport come in «Sventolano ancora
le bandiere» e «Le partite incominciavano
in cucina».
Ma qui l’autore spazia anche oltre. Fino
a piombare nei temi culturali e in quel-
li di più stretta attualità, come in «Faccia
da schiaffi», «La mattina dei fogli parlan-
ti», «Nessuna fine mai». Per arrivare a de-
dicare un’attenzione tutta particolare alle
suggestioni che gli provengono dalla sua
città natale, la Serenissima Venezia, e dai
suoi molti problemi, visti sempre sotto la
lente d’ingrandimento di un’ironia sottile,
spesso dissacrante, che a volte si stempe-
ra nella nostalgia del tempo andato come
in «Ma che flash la vita» e ne «E i fantasmi
salirono dall’acqua dei canali», e altre vol-
te diventa invece perfida, e si trasforma in
sarcasmo, come in «La notte che crollò il
ponte di Calatrava», «Il mistero della diga
lunata», «Il giorno che Nando tornò a Ve-
neland».
Una girandola di invenzioni e colpi di sce-
na, sostenuti da una scrittura strepitosa,
e dipinti all’acquerello con i colori auda-
i antichi ci del burlesque.
i antichi editori
editori
venezia

di Enzo Rossi Ròiss


venezia

IN LIBRERIA! numero XIII - Ogni corpo di donna ha un’anima e racconta la sua


storia. Guardato con attenzione può dirci se è stato amato, accu- lo trovate su
I Antichi Editori – 20 € dito e ben accarezzato.
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venezia san marco 2677 campo san maurizio IL RIDOTTO marzo 2010 anno 4 numero 26 pagina 3

N egli ultimi gior-


ni di campagna elet-
torale abbiamo sco-
perto con raccapriccio che ad
amici, sostenitori e compagni
più diverse. Noi le rispettia-
mo tutte. Perciò ciascun com-
pagno de calza voterà, se riter-
rà di andare a votare, secon-
do le proprie inclinazioni, sen-
de calza arrivavano degli sms
da un «numero privato» non Falsi sms elettorali de I Antichi invitavano za alcuna indicazione di un ti-
po o dell'altro da parte del Gran
identificabile, con questa scrit-
ta: «Vuoi 5 anni di carnevale? a votare Brunetta: ma non era mica vero. Priore e degli organi dirigenti
dell'associazione. Perché que-
Vota Brunetta. Compagnia de
Calza I Antichi». Ci teniamo a
precisare, a scanso di equivo-
«Festa allo Sconfitto» giovedì 1 aprile sta è libertà. Perché questa è la
nostra civiltà.
La Compagnia de Calza non
ci, e pur non disprezzando inte- è mai stata e non è in vendita.
ramente la proposta di cinque La Compagnia de Calza rima-
anni filati di bagordi carneva- ne fiera e indomabile nella sua
leschi, che il mittente non era e assoluta indipendenza. Nella
non è e mai sarà la Compagnia sua splendida e civile anarchia.
de Calza «I Antichi». Si tratta Amata dal popolo, com'è sta-
di un falso di un qualche bur- to scritto, e temuta dai poten-
lone. Noi, adusi alle beffe, na- ti. Anche perché i politici (peg-
turalmente non ce la prendia- gio per loro) passano. La Com-
mo. Non ci indigniamo e non pagnia de Calza invece, ineso-
intendiamo denunciare nes- rabilmente, rimane.
suno. Semplicemente chiaria- In ogni caso, sempre fedeli al-
mo che la Compagnia de Calza la nostra vocazione di non re-
«I Antichi» non ha mai appog- stare insensibili al pianto dei
giato, o denigrato, alcuno dei perdenti e alla disperazio-
candidati a Sindaco di Venezia. ne degli ultimi, abbiamo deci-
Magari tutti, ma insieme. so, in segno di civiltà, di orga-
È lo stesso atteggiamento che nizzare una festa in onore del-
teniamo da ventinove anni, lo sconfitto dal voto di domeni-
cioè da quando esistiamo. La ca e lunedì. La festa si svolge-
stessa risposta l'abbiamo data, rà in campo San Maurizio al-
in tempi remoti e anche recenti, le ore 18 di giovedì 1 aprile. Ci
quando diversi partiti politici, saranno balli e canti, poesie e
anche di diverso orientamento, racconti, e vino a volontà dal-
ci avevano chiesto un appog- le botti di prosecco del «Vin dei
gio esplicito in cambio di posti Poeti» messe generosamente a
e prebende, finanziamenti e in- disposizione dalla Distilleria
carichi di gestione di vari even- culturalmente, o per disprezzo che non abbiamo mai voluto, e Bottega, sponsor storico degli
ti cittadini, tra cui il Carnevale, della politica. Il contrario. non vogliamo, piegare la Com- Antichi. Con la partecipazio-
giungendo fino a ipotizzare un Proprio perché abbiamo con- pagnia de Calza a pressioni e ne dell'orchestra «Vera Bum-
loro sostegno a un'eventuale li- siderazione e rispetto della po- sudditanze politiche in favo- ba» e del corpo di ballo en tra-
sta civica della Calza che i son- litica, pensiamo che la politica re dell'una o dell'altra parte in vesti di Priscilla Bonbon, a lun-
daggi accreditavano di alcune non vada fatta dai saltimban- competizione. Non abbiamo go tra le primedonne delle Fo-
migliaia di voti e di almeno un chi, pur avendo fatto, noi sal- mai sottomesso la Compa- lies Bergères. L'ingresso è li-
paio di consiglieri comunali. timbanchi, molti eventi che po- gnia de Calza a chicchessia, bero. Sempre in segno di
Come ha scritto il Gran Prio- tevano avere – e sicuramen- a nessun partito, a nessun civiltà, verrà comun-
re della Calza in un editoriale te avevano – un segno politi- potere. Tra i compagni de que invitato anche
nell'ultimo numero del nostro co e sociale preciso e ben indi- calza esistono, co- chi ha vinto. ◉
mensile «Il Ridotto», non ab- viduato. E come abbiamo ri- me in ogni
biamo mai accettato, noi che spetto per la politica, abbia- a s so c ia-
siamo un'associazione cultu- mo lo stesso rispetto per le opi- zione, le
rale senza scopo di lucro for- nioni politiche dei singoli idee po-
mata da liberi cittadini vene- compagni de calza. l it iche
ziani di venticinque famiglie di Che sono
ogni ceto sociale, di mescolar- molti ed
ci agli affari della politica citta- h a n no,
dina, come hanno fatto e fan- inevita-
no, con esiti peraltro sconfor- bi l men-
tanti, altri esponenti della vi- t e , m olt e
ta associativa e culturale della idee diver-
città. E non certo per qualun- se. È per
quismo, che non ci appartiene questo
pagina 4 marzo 2010 anno 4 numero 26 IL RIDOTTO venezia san marco 2677 campo san maurizio

Cartoline dall’altra sponda


da Capodistria david vatovec

Mascheroni - Questi quattro mascheroni apotropaici in puro gusto tardo rinascimentale veneziano si trovano nel raggio di cento
metri da casa mia. Un tempo ce n’erano molti di più; ora, purtroppo, no. (foto David Vatovec).

Dallo young pube all’old pub


Il primo ministro dell’Ulster (Ir-
landa del Nord) Peter Robinson,
Echi massmediatici te, alle candeline, ai ricordini e ai
souvenir di Padre Pio, si potevano
acquistare anche rilevanti quan-
si è autosospeso dall’incarico in
seguito allo scandalo scoppiato
.
a cura di bob r white e colo de fero tità di cocaina e di eroina. Lo han-
no scoperto i carabinieri. E c’è chi
per la relazione di sua moglie Iris, ha gridato allo scandalo. Niente
di anni 60 (sessanta), deputata del finisce su You Tube e il direttore a Venezia: tutti nudi in vaporetto. di più logico, invece. Elementa-
partito democratico unionista, dell’azienda (che chissà perché è re, addirittura: solo con un eleva-
con un aitante ragazzo di anni 19 incappato proprio in quel video) Lavori del casso to consumo di stupefacenti si rie-
(diciannove) di nome Kirk Mc- lo scopre e lo licenzia sostenendo Roberto e Marco, due operai me- scono a vedere le stimmate.
Cambley. Ma più del tradimento, che il suo comportamento (quel- talmeccanici del trevigiano licen-
pare abbia pesato il costo del me- lo di Giovanni, non del diretto- ziati dalla loro azienda, non si so- Rientro anticipato
desimo: 50mila sterline che l’an- re) «lede l’immagine dell’azien- no persi d’animo per essersi tro- Se dici che torni tra due giorni,
ziana first lady ha dato al suo gio- da». Avrebbe fatto meglio a cam- vati improvvisamente sulla stra- torna tra due giorni. Un giova-
vane amante come compenso per biargli mansioni trasformandolo da dopo tanti anni di duro lavo- ne marito lavoratore viaggian-
le sue prestazioni, allo scopo di in testimonial pubblicitario di de- ro in fabbrica, e hanno deciso di te è tornato anticipatamente nel-
aiutarlo a realizzare il suo sogno: tersivi al limone. Avrebbe sicura- aprire un sexy shop. Gli affari so- la sua casa a Tarquinia e l'ha tro-
aprire un pub in stile tradizionale. mente fatto affari d’oro. no andati subito bene. Difatti ne vata in grande confusione; con la
Dal giovane pube al vecchio pub. hanno aperto un secondo, poi un moglie nuda priva di sensi, a letto
Nudi in vaporetto terzo, adesso un quarto, e hanno con un'altra donna, e con altri due
Lady Limoncella Si chiama «No Pants Subway Ri- assunto quattro donne, anche lo- uomini entrambi nudi e in appa-
Di giorno impiegato e di notte de», si svolge a New York, ed è ro operaie e commesse che aveva- rente stato di grande prostrazio-
drag queen. Ma l’azienda per cui quello che i giornali definiscono no perso il posto di lavoro. Dico- ne. Sconvolto il signore chiama
lavora non gradisce e lo licenzia. come un curioso raduno. Si tratta no che in fondo non c’è molta dif- subito la polizia, ma apprende
È successo a Giovanni, un gio- di questo: in un giorno prefissato ferenza fra lo stare dietro il banco immediatamente all’arrivo delle
vane uomo di anni 34 (trenta- dell’anno si danno appuntamen- alla catena di montaggio e lo stare forze dell’ordine di aver scoperto
quattro) di Teramo, che durante to ogni anno via internet, e succe- dietro un bancone a vendere fal- solo i postumi di una festina a ba-
il giorno lavora nel punto vendi- de oramai da nove anni, miglia- li di gomma. Sono sempre lavori se di droghe e sesso. Che la moglie
ta di una catena commerciale di ia di appassionati che, per motivi del casso. aveva organizzato con un’amica e
prodotti per la casa, e di notte can- non meglio precisati, girano nel- due sconosciut incontrati casual-
ta e balla vestito da donna (con la metropolitana della metropo- Stimmate e coca mente durante la sua assenza. El-
successo, pare) nei locali della co- li americana, chi per andare al la- In un negozietto di articoli reli- la, a ragione, confidava nel rien-
sta abruzzese con il nome d’arte voro chi semplicemente a spasso, giosi di San Giovanni Rotondo tro annunciato, e non in quello
di Lady Limoncella. Nessuno si tutti rigorosamente in mutande. (Foggia) gestito dal signor Vin- anticipato. In più la polizia ha do-
accorge di nulla, finché un gior- Uomini e donne, vecchi e giova- cenzo Gemma di anni 42 (qua- vuto denunciarla per detenzione
no il video di una sua esibizione ni. Il prossimo passo, dicono, sarà rantadue), oltre alle immaginet- e spaccio di stupefacenti. ◉
venezia san marco 2677 campo san maurizio IL RIDOTTO marzo 2010 anno 4 numero 26 pagina 5

Andiamo al Circo!
Chapiteaux galleggianti: il Circo Togni a Venezia II
E ravamo rimasti alla
parata, perché questo è
il nome da dare alla sfi-
lata che i protagonisti di un cir-
co, siano essi umani o anima-
di valeria bolgan
troupe di trapezisti nota come
Gli Angeli Volanti, accanto ad
altri sei Togni, tra i quali Cesa-
re, Oscar, Wioris e lo stesso Da-
rix. Quest’ultimo infine fu for-
li, fanno al loro arrivo in città; le pertiche libere e il funambo- nei numeri di cavalli in libertà. se l’attrattiva maggiore dello
il fatto stesso di vedere nella lismo per non tradire la prima Il secondo con i bianchi di Li- spettacolo veneziano. O forse
città galleggiante tigri, caval- delle tre anime di un circo che pizza in alta scuola faceva capo il nome leggendario aveva gio-
li, elefanti in piramide sul pon- si rispetti: l’acrobazia. La se- alla celebre dinastia dei Car- cato la sua buona parte; certo è
te degli Scalzi, cammelli a San conda, che fa capo alla clowne- rè. L’alta scuola è una discipli- che l’immagine colossale, sel-
Marco era cosa davvero insoli- rie, ossia alla capacità di ride- na nata alla fine dell’ottocento vaggia di Darix in abito da gla-
ta, anche se le cronache ricor- re sulle serie performance pre- e rispettata, ricercata, raffina- diatore tra dieci esemplari di ti-
dano che nell’agosto del 1910 sentate, offriva un cast di tut- ta dalle più rigorose dinastie di gri del Bengala e sei leoni rea-
li non deve essere stata un’im-
magine facilmente dimentica-
bile. Darix, la leggenda tra i fe-
lini, divenuto domatore per ca-
so in cinque giorni, nel settem-
bre del 1946 fu il solo esempio
umano ad entrare nell’univer-
so felino con la stessa elegan-
za di gesto con cui affrontava la
vita. Venezia fu da sempre una
meta per lui e vi riuscì proprio
in quell’estate del 1954 quan-
do, per ringraziare un pubbli-
co tanto affettuoso, decise di
proporre un numero fuori pro-
gramma, forse non sapendo
che quella prima ve-
neziana avrebbe
a Sant’Elena sbarcò il colos- to rispetto. Vi era il Trio dato i natali
so tedesco Krone e nel febbra- Cavallini (Luigi Ca- di una
io 1954 lo stesso teutonico in so- vallini, Pietro e
sta a Mestre, sfilava tra le cal- Peppino Ba-
li; se a tutto ciò si aggiunge, pe- laguer), come
rò, una riflessione sul soggetto intrattenimento
in questione, la rarità di un cir- tra un numero e
co a Venezia in epoca moder- l’altro a rivisitare le
na si assottiglia ulteriormente classiche gag, ed era-
sfiorando il concetto di unicità. no tra i gruppi di comi-
Già l’estate del ’54 fu la prima e ci cosiddetti cassettoni, sempre nel
unica lagunare da centro stori- tra i più rinomati, menzio- mondo. Al Circo c a r r ier a
co in tutta la storia dei Togni, nati dallo storico Cervellati, Nazionale di Darix Al- senza tem-
per uno spettacolo tradizional- accanto al celebre trio Fratel- bert e la moglie Violette Car- po al suo ere-
mente inteso. lini. Accanto ad essi la figura rè presentarono un numero di de più prezio-
Il Circo Togni di quell’estate di Wioris Togni, fratello di Da- estrema eleganza. Ma il caval- so: il primogenito Livio. A soli
prevedeva un programma che rix e figlio di Ercole, augusto di lo non fu certo il solo animale quattro anni, nella città lagu-
farebbe invidia perfino a qual- rinomato e indiscusso presti- presente in un circo che van- nare, accanto a papà Darix. ◉
che contemporaneo. Se fossi- gio. Come il padre, anche Wio- tava uno degli zoo viaggianti
mo noi a sfilare, ora, tra quegli ris, tra le numerose specialità più vasti d’Europa: scimpanzè,
artisti, riconosceremmo non di cui era padrone, non tradi- cammelli, cani, ma soprattut-
solo dei nomi, ma forse le mi- va nemmeno l’arte della comi- to elefanti e felini. I pachider-
gliori famiglie internazionali cità più popolare. La terza ani- mi che salutarono la città dal
suddivise per specialità. E al- ma del circo è quella equestre, ponte degli Scalzi avevano un
lora, ecco i numeri più classici che lo ricollega alle origini più papà prestigioso: si chiamava Sopra: altri momenti della sfilata
succedersi sopra ad una pista antiche e primordiali. L’utiliz- Ugo Miletti e in pochi purtrop- veneziana del Circo Togni nel luglio
di segatura. I trapezi oscillan- zo del cavallo venne affidato a po lo ricordano oggi come va- del 1954.
ti del Duo Loredani, i numeri due numeri. Il primo faceva ca- lente domatore di elefanti. I più Cartolina commemorativa del Circo
di alto equilibrismo dei fratel- po a Dolly Togni, altra figlia di lo immaginano a testa in giù, Krune per la tournée veneziana
li Martini, le performances al- Ercole, splendida cavallerizza, come uno dei tre porteurs della nell’agosto del 1910.
pagina 6 marzo 2010 anno 4 numero 26 IL RIDOTTO venezia san marco 2677 campo san maurizio

A rtista tedesco tra-


piantato in Italia,
Willibald Holzinger,
per gli amici Willi, ha ripreso
in questi ultimi anni sul suo la-
Gli Artisti de I Antichi: il ritorno all’arte
di Willibald Holzinger
Italia, aveva aperto una galle-
ria dove organizzava varie per-
sonali dei suoi lavori: oltre ad
acquerelli e disegni a tecni-
ca mista anche sculture in ce-
voro creativo dopo averlo di ne- di luca colo de fero colferai professor de lettere a riposo mento e gioielli e piccole scul-
cessità lasciato da parte per le ture in argento (⓶ pendant di
solite noiose incombenze ma- collana in argento e pietre pre-
teriali della vita. ziose, 1966; ⓸ piccola scultura
Willi Holzinger (foto ⓵ e tiquariato. de a dipin- in argento, 1966, altezza 14 cm)
⓶) vive in Toscana, nei pressi Tra cui ov- gere nel suo Molte sue opere si trovano pre-
di Certaldo (che è vicino a Fi- vio, quello di studio e a scol- so collezionisti in Germania,
renze) in una piccola casa mol- San Maurizio. pire». Nato nel Italia, Danimarca, Svizzera e
to antica; all’orizzonte, oltre le Visto che ha deciso 1939 a Wuerzburg, Stati Uniti.
colline, si vedono le torri di San di andare in pensio- in Baviera, ha stu- Ora sta allestendo un gran-
Gimignano. Per anni ha fat- ne, «negli ultimi an- diato disegno; e scul- de Evento+Arte a Firenze,
to l‘antiquario spostandosi di ni lavora tantissimo – tura a Wiesbaden nella presso la galleria CasaForte,
continuo tra l’Italia e la Ger- ci scrive la moglie Gise- scuola diretta dall’arti- in programma il 10 aprile. Dal
mania nella vita un poco pica- la – la notte si sveglia, va sta Vincent Weber, disce- 24 aprile al 16 maggio sarà in
resca e ma molto faticosa dei in giro in cucina e dipinge, polo della Bauhaus. A Wie- esposizione una sua retrospet-
mercatini e delle fiere dell’an- dorme qualche ora e ripren-
⓶ sbaden, prima di trasferirsi in tiva presso il temporary shop

⓵ ⓷

⓹ ⓺
venezia san marco 2677 campo san maurizio IL RIDOTTO marzo 2010 anno 4 numero 26 pagina 7

(ah inutile anglismo) Aelleti-


me in via dei Bardi (sempre a
Firenze) a pochi passi dal Pon-
scano (olivo e cipresso) sem-
brano figure umane che scor-
rono l’una nell’altra, separate

te Vecchio. e unite da un movimento len-
Nelle opere di Willi – almeno to e continuo . Speriamo di ri-
per me, che non sono un criti- uscire a portare presto a Vene-
co d’arte – si vede tutta la sotti- zia non solo le opere di Willi-
le e divertita ironia giocosa che bald Holzinger, ma anche l’ar-
l’artista nasconde non troppo tista medesimo in persona, poi-
bene sotto il suo aspetto appa- ché è un uomo meraviglioso. ◉
rentemente da orso soli-
tario. Colori leggeri, se-
gni minuti si intreccia-
no e si aggrovigliano in ⓼
esseri curiosi, una spe-
cie di biologia del fan-
tastico, com pesci vo-
lanti, figure vagamen-
te antropomorfe, fio-
ri astri e paesaggi in
una serena inquietu-
dine (⓷ tecnica mi-
sta su carta, 32,5 x 42
cm, 2009; ⓹ olio su te-

la 70x50 cm, 2006; ⓺
olio su tela 70x54, 2005
collezione privata; ⓻
olio su tela 71x50 cm
2005; ⓼ tecnica mi-
sta su carta, 2009, col-
lezione privata; ⓽
olio su tela,61x84 cm
1965). Anche le scul-
ture, che negli ulti-
mi anni sono diven-
tate più grandi (⓫at-
torno al metro e mez-
zo) levigate nei tron-
chi degli alberi tipi-
ci del paesaggio to-


pagina 8 marzo 2010 anno 4 numero 26 IL RIDOTTO venezia san marco 2677 campo san maurizio

H a riaperto dopo un
restauro radicale, che
non è ancora finito, il
Museo di Storia Naturale di
Venezia. Uno dei musei più no-
Il nuovo Museo di Storia Naturale di Venezia
le spoglie un tempo polverose
e muffite risplendono e, grazie
all’abilità dei tecnici, sembrano
quasi finte, il che toglie il sento-
sono andato in visita, di luca colo de fero colferai professor de lettere a riposo re da Familgia Addams che un
ti ai veneziani, visto che ci han- tempo aveva la sezione. Parlia-
no portato alle elementari tut- mo anche di Giovanni Miani
ti quanti (anno dopo anno) e non solo gli esseri viventi (e gli nuova disposizione essi (i lasci- (Rovigo, 17 marzo 1810 – Nan-
dato che ha sede nel più stra- umani in particolar modo) ma ti) raccontano quindi come sia gazizi, novembre 1872) che fu
no dei palazzi sul Canal Gran- anche e di più come si sia mo- mutato il rapporto tra uomo e a Venezia cantante con voce di
de, il Fondaco dei Turchi biz- dificato nei secoli il
zarramente (è il minimo che
possiamo dire) restaurato nel
1860 . Che è un poco inquietan-
rapporto dell’uomo
con il mondo che
lo circonda. Il tut-

te ma è una sede perfetta per il to necessariamen-
museo. te dal punto di vista
Il risultato è notevole; secon- veneziano. Si co-
do il Procurator Grando, che è mincia con un per-
un appassionato di scienze de- corso cronologico,
vianti, addirittura entusia- dal brodo primor-
smante. Non avendo titoli per diale alla nascita
giudicare i restauri strutturali degli ominini. E si
diciamo che ci sono parsi fatti continua osservan-
bene: è tutto moderno ma sen- do come cultura e
za quell’aria tecnologica pro- natura si siano af-
vincialissima che caratteriz- frontate nella men-
za gran parte dell’architettura te dell’uomo (non

⓵ mondo, o natura se
volete. Prendiamo
il raccapriccian-
baritono, tecnico agrario, pe-
dagogo, studioso, rivoluzio-
nario con Daniele Manin e co-
te fondo del conte stretto all’esilio dagli austria-
Giuseppe De Rea- ci preferì poco a poco diventa-
li, che tra il 1898 e il re esploratore invece che esule,
1929 sterminò deci- cosa che lo porterà ad Atene e a
ne e decine e deci- Smirne e poi in Egitto (1859) al-
ne e decine e deci- la ricerca delle sorgenti del Ni-
ne di animali di tut- lo, arrivando fino in Uganda
te le razze forme e a meno di sessanta chilometri
dimensioni e li fe- dalla meta; ed infine(1871) da
ce impagliare in in- Khartoum fino in Congo, do-
combenti trofei; al- ve morì. Ebbene, diciamocela
la sua morte (senza senza giri di parole: come tut-
eredi diretti) gli ere- ti gli avventurieri del tempo,
di indiretti pensa- più che esplorare predava tutto
rono meglio di affi- quello che trovava, rivenden-
darli al museo. Ora dosi il meglio (se possibile) nel-

italica contemporanea.
È ammirevole la trasforma-
zione intenzionale del museo
bene, vien da dire).
Il problema più
grande che il nuovo

in quattro musei intrecciati, allestimento dove-
non tutti ancora totalmente di- va risolvere era l’in-
sponibili, che mostrano soprat- gombrante (e since-
tutto come si siano evoluti nel- ramente in due casi
la storia terribile) eredità
dei lasciti che si
sono succedu-
ti nei secoli fi-
no ad oggi e che
istituzional-
mente il mu-
seo deve con-
servare. Nella
venezia san marco 2677 campo san maurizio IL RIDOTTO marzo 2010 anno 4 numero 26 pagina 9

la continua speranza del colpo c e vo -


grosso. E la voracità onnivora le in-
del predone appare patetica- teres-
mente evidente. se. Fac-
Fantastica al contrario la ca- cia mo
mera delle meraviglie (wun- u n’ec-
derkammer, ja!) con basilisco cezio-
⓸e mummia di sirena (che in- ne per
vece è considerata basilisco ma la giu-
secondo me no), vitellini bici- sta pa-
piti ⓹, rostri di pesci sega, cor-
ni di unicorno, chimere e deli-
⓸ re nt e s i
dedicata
ri e altre tantissime delizie me- alla fal-
ravigliose che erano il vanto sificazio-
di scienziati del passato come
Ulisse Aldrovandi e che sono
⓹ ne dei re-
perti, spe-
all’origine della ricerca scien- c i a l m e n-
tifica moderna. C’è poi l’im- te dei fossili. Unico dato ne-
mane raccolta dei preparati zo- gativo: illuminazione e suo-
otomici di Enrico Filippo Trois ni. Troppo buio e troppo volu-
(1838–1918) abilissimo seziona- me: forse pensato per attirare
tore e imbalsamatore di orga-
ni interni ed esterni, titano del- Il Museo di Storia Naturale è
la tassidermia, con più di due- anche (e forse prima di tutto)
mila preparati zoologici di in- un ente di ricerca scientifica,
vertebrati e vertebrati, di cui è sede di una formidabile bi-
più della metà riguardano i blioteca di scienze naturali,
pesci dell’Adriatico. Citiamo offre servizi educativi a tutti
i cittadini, è dotato di un la-
qui a tal proposito la bellissi- boratorio di preparazioni bio-
ma sezione vivente (ma picco- logiche, e ospita e sostiene le
la, visitatela negli orari di mi- attività di numerose associa-
nore afflusso) dedicata alle te- zioni culturali. Potete trovare
gnùe (banchi rocciosi nel fon- interessanti informazioni nei
do dell’Adriatico) un ottima due siti (chi sa perché due) che
si intrecciano in rete:
occasione per vedere al natu-
rale e non sui banchi di Rialto http://www.msn.ve.it/index.
la ricca e bizzarra fauna del no- php
stro mare; c’è anche un gioco http://www.
per gli scolari che piace anche museiciviciveneziani.it/
agli adulti. Ultimo lascito, il più frame.
recente (1972-73) e il più cospi-
cuo scientificamente, nella sa-
la della spedizione scientifi- la debole attenzione dei prepu-
ca Ligabue con il grande sche- beri e puberi italici che, martel-
letro di dinosauro⓵, che fa la lati fin da neonati, hanno una
sua bella figura all’inizio del soglia del fastidio molto più al-
percorso ⓶⓷. Il quarto mu-
seo, quello dedicato alle strate-
⓺ ta della nostra. Ma la colonna
sonora e l’oscurità della pri-
gie della vita è ancora in alle- ma parte sono risultate deci-
stimento: la prima parte già in samente irritanti. Ah, e all’in-
funzione, una moderna ca- gresso non si capisce da che
mera delle meraviglie con parte si va (cioè: non io, ma
suoni e luci interattivi ⓺, gli altri sì): le vetrofanie a
ci è sembrata un po’ de- zampa di cocàl non sono
ludente (forse perché ab- comprensibili.
biamo giocato troppo a Il nuovo allestimento
un giochino per com- non è ancora completo:
puter molto darwinia- il futuro riserva sor-
no di cui non facciamo prese interessanti. Ov-
il nome perché non ci vio che tutti siete ob-
pagano per farlo). Non bligati ad almeno una
c’è spazio per citare tut- visita. Perché merita.
te le collezioni mino- E soprattutto i residen-
ri, di grandissimo e pia- ti che ci vanno a grati. ◉
pagina 10 marzo 2010 anno 4 numero 26 IL RIDOTTO venezia san marco 2677 campo san maurizio

S ono stato a Innsbruck


proprio negli ultimi gior-
ni dello scorso carnevale.
La festa qui è decisamente più
sotto tono che a Rio de Janeiro,
Dal mondo: il krapfen e la storia della frittella
dal nostro corrispondente a New York michael krondl
sciroppo di glucosio il cui no-
me significa «il bocconcino del
giudice» (diffusi dalla Turchia
fino alla Grecia), gli ispanofoni
di tutto il mondo hanno i chur-
o New Orleans, e decisamente ros, gli Olandesi le olie bollen
non ha il fasto un po’ pompo- colata e krapfen alla vaniglia, cie di sogno per i tempi anda- (palle all’olio, in Belgio smo-
so di Venezia. In Tirolo, di cui ma anche gli alcolici krapfen ti, quando per quaranta giorni utebollen, palle allo strutto)
dal Medioevo Innsbruck è uffi- all’eierlikor, liquore d’uovo a e quaranta notti sarebbero sta- che, secondo alcuni storici, più
cialmente o no capitale, il Gio- metà strada tra lo zabaglione e ti rigorosamente proibiti. L’ul- tardi sono diventate i donuts
vedì Grasso (detto Fasching1) il mitico vov (so che i miei letto- tima orgia di frittelle prima del americani di cui si ciba abi-
viene celebrato con una para- ri veneziani capiranno benis- digiuno quaresimale. tualmente il buon vecchio ca-
ta di cittadini beneducati na- simo). Come so che i venezia- Come qualsiasi sostenito- ro Homer Simpson, ma che so-
no spaventosamente simili al-
le fritole veneziane (uvetta
compresa). E ovviamen-
te non possiamo non ci-
tare le zeppole napoletane
servite a mezza quaresi-
ma nel giorno di San
Giuseppe (19 marzo,
consumisticamen-
te noto come festa
del papà) che prova-
no ancora una volta
quanta ragione aves-
se Martin Lutero nel
considerare il rispet-
to delle regole dei
cattolici italiani.
Approssiman-
do alla gran-
de, storica-
mente ci so-
no due modi
per friggere i
dolci. Nel ca-
so dei chur-
ros e almeno per
tutti quei fritti che
vanno sotto il no-
me di bignè in
Italia (dal francese
beignet), la pa-
sta è fatta me-
scolando la
farina dentro
scosti sotto maschere grotte- ni saranno ben poco stupiti di re di Homer Simpson l’acqua calda.
sche che sembrano uscite da sapere che anche in Austria il (doh!) sa bene le frittelle con il Ci potete trovare di frequente
un incubo di Hansel e Gretel. carnevale è il periodo dedicato buco e senza non sono patri- anche delle uova. C’è una ri-
I bambini invece si dividono ad abbuffarsi di pallina di pa- monio culturale esclusivo del cetta improntata a questa tec-
tra principesse (le fanciulle) e sta fritta più o meno lievitate, mondo cattolico, o al massi- nica nell’antico ricettario del
Power Rangers (un po’ tutti e dato che hanno anche loro la mo dell’Europa. Sono di certo cuoco romano Apicio. Barto-
due), o qualsiasi altra cosa gli giusta razione di frittelle pre- antiche come gli antichi Gre- lomeo Scappi, il maestro enci-
ingegneri del marketing della quaresimali, e per le stesse ra- ci, e ogni civiltà umana che si clopedico della cucina rinasci-
Disney abbiano scodellato per gioni della Cattolicissima Au- sia immaginata e impadroni- mentale, chiama una versio-
l’anno in corso. stria. I dolci fritti sono l’ultima ta della tecnica della frittura ha ne molto arricchita della stes-
Ma, ed è la cosa che ci im- trasgressione: dipendono dal la sua versione. In India ci so- sa cosa, con spezie varie, frit-
porta di più, l’imminente ar- grasso animale, burro chia- no dei grovigli di nastri tubu- telle alla veneziana. L’altro ti-
rivo della Quaresima è segna- rificato se ve la tirate tantissi- lari di pasta, iridescenti di zuc- po di dolci fritti, il cui gruppo
to da una gigantesca valanga mo, oppure del buon vecchio chero chiamati jalebi, gli Ara- a cui appartengono quelle che
veramente alpina di krapfen. strutto per la maggior parte bi hanno i Luqmat al qadi, del- oggi sono le fritole alla vene-
Krapfen ripieni di marmellata di noi. Grandissimi calderoni le frittelle grandi come palli- ziana, è sostanzialmente fat-
o di crema. Krapfen alla cioc- di strutto sfrigolante, una spe- ne da ping-pong imbevute di to con pasta di pane lievi-
venezia san marco 2677 campo san maurizio IL RIDOTTO marzo 2010 anno 4 numero 26 pagina 11

tata. A questa categoria appar- sale (periodico d’informazio- gati metaforicamente alla dol- austriaci arrivarono per la se-
tengono anche i krapfen tanto ne stampato a Firenze nel Set- cezza dei krapfen: «sei bella co- conda volta a Venezia (1814-
amati in Tirolo. tecento) il 7 aprile del 1790 Le- me un krapfen» era un otti- 1866), furono accolti – anche
L’origine del Krapfen proba- opoldo II d’Asburgo (prima mo complimento, all’epoca. E se a torto – come salvatori del-
bilmente risale al medioevo, granduca di Toscana e poi im- quando si entrava così intimi- la città al posto dei francesi. Si
nell’Europa centrale. in una ri- peratore del Sacro Romano Im- tà con una dama da poter con- sarebbe tentati di attribuire an-
cetta del 1531 troviamo un mix pero e anche re d’Italia) ave- dividere un krapfen, allora era che i bomboloni di all’influsso
di miele e vino, oltre agli usua- va distribuito al popolo tremi- tempo di farle la proposta. degli austriaci (in fin dei con-
li uova, farina e lievito. Da que- la libbre2 di prosciutto, tremila Non sembra esista traccia del ti Leopoldo II era granduca di
ste antiche ricette sembra ci ca- libbre di vitello arrosto, tremi- primo arrivo del krapfen a Ve- Toscana) ma anche qui non ho
pire che i krapfen fossero senza la pani e duemila krapfen dopo nezia. O almeno: io non sono altra prova che la somiglianza
ripieno. Al posto del ripieno c’è la cerimonia (molto cara agli riuscito a rintracciarlo. Presu- molto evidente della ricetta. ◉
qualche indicazione che fosse- austriaci) in cui l’imperatore e mibilmente è arrivato in cit-
ro immersi nel miele, o anche i rappresentati dei suoi domi- tà con l’occupazione austriaca
in una specie di crema di frut- ni si scambiavano reciproci vo- dopo la caduta della Repubbli- Note
1. dal tredicesimo secolo il termine Fa-
ta, ottenuta soprattutto da me- ti di fedeltà. Alquanto tirati, se ca e la cessione di Venezia dalla sching starebbe quasi per «ultima bevuta
le o prugne bollite lentamen- devo dirlo, ma gli Asburgo era- Francia all’Austria (1798-1804); veloce» prima della Quaresima.
2. una libbra è quasi mezzo chilo: 453,6
te senza l’aggiunta di zucche- no noti per essere piuttosto tac- anche se si può essere ragione- grammi; ma il peso varia secondo le epo-
ro fino ad una consistenza cre- cagni. E i krapfen non erano a volmente scettici sulla rapidità che e i luoghi.
mosa, un tempo pratica molto buon mercato. Venivano ven- con cui i veneziani si siano fat-
diffusa nell’Europa Centrale duti a uno o due Kreutzer sen- ti contagiare dalla moda tutta
e ancora oggi usuale nei paesi za ripieno e al doppio con il ri- austriaca del krapfen. E non mi
anglosassoni. In questo gli an- pieno. Il che significava un’ora stupirei affatto di scoprire che
tichi krapfen devono aver ras- o due di salario per un lavora- fosse già conosciuto in una cit-
somigliato moltissimo ai frit- tore dipendente dell’epoca. E tà che anche se in declino era www.spicehistory.net
ti mediorientali, o almeno ai quelli davvero buoni costava- pur sempre una metropoli co- traduzione e adattamento
luca colferai
sufgagnà le frittelle della festa no ancora di più. Si può giu- smopolita e incrocio di molte
ebraica di Channukkà (la festa dicare la qualità di un krap- culture, mode e novità. Come
delle luci) che si possono trova- fen dall’anello chiaro che cor- che sia, i veneziani non hanno
re anche al Ghetto di Venezia. re lungo il bordo. Il suo spesso- tardato molto ad abbandona-
Il ripieno sembra essere en- re vi indica che la pasta era leg- re eventuali riserve naziona-
trato nei krapfen solo dopo che gera abbastanza da non affon- liste e hanno adottato il krap- Nelle immagini, a pagina 18:
si furono diffusi nelle grandi dare nel grasso di cottura. Pre- fen come proprio. Non dimen- krapfen in una pasticceria di
città. A Vienna erano chiamati sto nacquero modi di dire le- tichiamo infine che quando gli Innsbruck; Pietro Leopoldo II
Faschingskrapfen a causa del- granduca di Toscana prima di
la loro stretta associazione con diventare imperatore del Sacro
il carnevale (detto appunto Fa- Romano Impero;
sching) anche se il loro consu- in questa pagina: l’imperatore
mo non era affatto limitato Francesco Giuseppe
solo al periodo carna- in gondola con
scialesco. Secon- l’imperatrice
do la Gazzet- Elisabetta
ta Univer- nel 1856.
pagina 12 marzo 2010 anno 4 numero 26 IL RIDOTTO venezia san marco 2677 campo san maurizio

N el mese di marzo ap-


pena concluso ho re-
gistrato, in collabora-
zione con la casa di produzio-
ne Cristal Broadcast (sempre di
Turismo sostenibile e avventura: Rio Uruguai
dal nostro corrispondente nell’Isola di Santa Catarina in Brasile neno brazil
rismo equeste. Ed è stato pro-
prio percorrendo a cavallo i bor-
di di questi precipizi che ho in-
contrato uno dei volatili più ma-
estosi, l'Urubu Reale.
Florianopolis), un programma Da milioni di anni queste
per la rete televisiva Rbs (un'af- Il racconto dell'Uruguai co- e ciò rende il terreno adattissi- enormi pareti di roccia ospita-
filiata della Rete Globo che tra- mincia in cielo, in mezzo al- mo ad assorbire l'acqua, proprio no l'urubu reale e lasciano scor-
smette negli stati di Santa Ca- le nuvole. Nuvole che si forma- come una spugna. rere l'acqua dal lato occidentale
tarina e Rio Grande do Sul) no lungo i bordi delle pareti dei La regione è tutta un susse- della Serra Geral, alimentando
sul turismo responsabile, nel monti detti Serra Geral Cata- guirsi di terreni estremamen- il Bacino del Guarani, una del-
grande Rio Uruguai. Così co- rinense, e che poi si stendono te allagati, di vette ripide e val- le maggiori riserve d'acqua dol-
me non c'è stato assolutamen- sull'immenso altopiano Campo li profonde, fino al grande scali- ce del pianeta si estende ai con-

te tempo di preparare un arti- dos Padres, uno dei punti più al- no dell'altopiano, con le sue pa- fini di quattro paesi del Sud
colo sugli argomenti abituali ti del Brasile, con un'altitudine reti verticali di rocce basaltiche. America.
per Il Ridotto, ecco un racconto media di novecentocinquanta Anche l'altopiano Campo dos Seguendo il viaggio percor-
su questo grande fiume che na- metri sul livello del mare e pic- Padres è un patrimonio natura- so dalle acque, incontriamo va-
sce in Santa Catarina per sfo- chi oltre i milleottocento metri le di Santa Catarina in cui si ri- rie sorgenti, torrenti e cascate.
ciare nel vasto estuario del Rio (tra cui il punto più elevato abi- esce a mantenere un buon equi- Sfortunatamente abbiamo tro-
della Plata in direzione dell'At- tato in Brasile). In queste zone la librio tra un'attività turistica sa- vato anche vaste piantagioni di
lantico, al confine tra Urugay e vegetazione è composta quasi lutare e con un alto grado si sen- Pinus Elliotii, un pino a cresci-
Argentina. esclusivamente di graminacee sibilizzazione ambientale: il tu- ta rapida di origine nordameri-
venezia san marco 2677 campo san maurizio IL RIDOTTO marzo 2010 anno 4 numero 26 pagina 13

cana (tra Canada e Stati Uniti) Osmaro Weimer di ottantacin- Santa Catarina. te in quel periodo sono già state
coltivato per scopi commercia- que, detto Zio Male, gli ultimi Negli anni settanta il Rio costruite e la popolazione delle
li, ma la cui presenza, soprattut- testimoni viventi dei tempi sel- Uruguai iniziò ad essere sfrut- rive del fiume conosce e convi-
to in queste zone, è molto peri- vaggi della colonizzazione. Co- tato come valida alternati- ve ormai da anni con tutti i pro
colosa perché aumenta l’acidi- me noterete dai cognomi i co- va per la produzione di ener- e i contro delle conseguenze
tà del terreno inquinando irre- lonizzatori erano in gran parte gia elettrica. Nel suo percorso ambientali, culturali ed econo-
parabilmente le falde acquifere. italiani e tedeschi. verso occidente il fiume, defi- miche di questo tipo di svilup-
Per conoscere meglio il Rio Le pinete del Brasile meridio- nendo la frontiera tra gli stati po. L’ultima delle grandi dighe
Uruguai l’Istituto Ekko Brasil nale furono sfruttate intensiva- di Santa Catarina e Rio Grande entrerà in funzione a Chapecó
ha quindi organizzato una na- mente – il che significa per que- do Sul, si allarga e le sue rapi- (la Capital do Oeste) nel 2011. ◉
vigazione nelle sue acque per gli anni rase al suolo – a parti- de acque rallentano solo negli
cartografare e fotografare, con re dalla prima Guerra Mondia- enormi bacini artificiali del- continua...
l’aiuto delle immagini satelli- le fino agli anni settanta. Il ciclo le dighe idroelettriche di Bar-
tari, tutto il bacino catarinense
del fiume; per formare una ban-
ca dati utile per la pianificazio-
ne del turismo responsabile in
questa regione. In fin dei con-
ti il bacino dell’Uruguai occu-
pa una grande parte dello ter-
ritorio continentale dello stato
di Santa Catarina, e costituisce
un importantissimo patrimo-
nio vivente, sia per la gestione e
lo studio della biodiversità, che
per le sue attrattive naturali.
Il turismo d’avventura, la pe-
sca sportiva, il turismo equestre
e il turismo scientifico sono atti-
vità che lavorano dentro la na-
tura e promuovono – tra le al-
tre cose – la sua conservazione
come base per il loro sviluppo.
Il vecchio Uruguai offre un’al-
tra possibilità di turismo: la sua
storia.
Nella storia dello stato di San-
ta Catarina il Rio Uruguai fu la
strada per la consolidazione del
territorio nell’estremo occiden-
te. Usando la logica della loro
epoca, i primi coloni vivevano
sfruttando la foresta nativa, ab-
battendola e vendendola, usan-
do il fiume come mezzo di tra-
sporto per un’enorme quantità
di legname.
In quei tempi molte vite e mol-
te fortune furono create e di-
strutte nel gioco delle grandi
zattere che galleggiavano spin-
te dalla corrente del fiume. Le
zattere erano ottenute legan-
do insieme con corde vegetali
decine di tronchi calati nell’ac-
qua all’alzarsi del livello del fiu-
me e lasciati alla deriva per di- economico del legname era pe- ra Grande, Machadinho, Ita, La prima puntata del docu-
scendere fino a São Borja nel rò solo l’inizio. La ricchezza pro- Usina de Foz costruite nell’ul- mentario, della durata di una
Rio Grande do Sul e da lì fino dotta da questa attività, unita- timo quarto del novecento. quindicina di minuti e in lingua
all’Argentina. mente all’agricoltura e all’al- Erano gli anni del regime mi- portoghese, la trovate qui.
Abbiamo intervistato vecchi levamento, trasformò la re- litare e dominava la mentalità
zatterieri, il novantasettenne gione del bacino del Rio Uru- dello sviluppo ingegneristico e www.ekkobrasil.org.br
Italo David Lucca, Vitor Felchi- guai in una parte fondamenta- del dominio sulla natura. Mol- traduzione e adattamento
ner di settantasei anni e Silverio le dell’economia dello stato di te delle enormi dighe progetta- luca colferai
pagina 14 marzo 2010 anno 4 numero 26 IL RIDOTTO venezia san marco 2677 campo san maurizio

B ussano alla por-


ta. Col becco. Apro,
mi guardano, entra-
no e iniziano a curiosare nel-
Cronache dal contado.
Dove anche la miseria è un lusso.
quando si tratta di cose serie
come la produttività, tanto più
d’ un pollaio, meglio evitare di
perder tempo a fantasticare.
la cantina.
Sono le due gallinelle nuove
appena arrivate. Il pollaio ri-
Bestie e cristiani: una vita da gallina Conosco i miei polli, disse il
saggio. Ovvio che anche per le
galline la vita sia come la scala
coperto da grandi reti secondo dal nostro corrispondente a Torre di Mosto paolo fiorindo d’un pollaio: una scaletta a pio-
normativa, e il grande cortile li corta, sporca e, quando si ca-
non gli bastano più. Una delle de, si cade... in pentola.
due ha fatto il suo primo uovo, ste potranno avere vita lunga, terdetti a pulirsi dagli sghinzi. E sa pure mettere in crisi (la
piccolino ma tosto. fare le uova, in ca- Tremendi, i veneziani. E gallina), così, ingenuamente e
quella volta che si tirò il col- sovrappensiero, come se nulla
lo alla vecchia gallina per far- fosse insomma, trame e ordi-
ne brodo e carne, la povera be- ti complicatissimi e sofisticati
stia, già spennata, ebbe un ri- elaborati nel corso di millenni
gurgito di vita, s’alzò tosto dal- da menti sottilissime di filosofi
la tavola e col collo ritorto ri- tanto celebrati quanto incapaci
so cova- tornò nel pollaio deponendo di cuocere un uovo nel tegami-
re e senz’al- immediatamente, dopo anni, no: infatti lei, la bestiola pen-
tro godere del- un bell’uovo. Già, certe volte, nuta, con quel popò di cervel-
le attenzioni del- per fare il proprio dovere uno letto semi-inutile che si ritro-
la padrona, mentre dev’essere proprio preso per il
per i maschi sarà più collo!
dura in ogni senso. A poco più d’un mese il pul-
I capponi, a Venezia, era- cino viene liberato, in seguito
no cibo per i nobi- entra in età “produttiva” ma a
li (mentre il pe- quattro-cinque anni la galli-
sce era roba da po-
veri). Negli ultimi seco-
li della Serenissima si racconta
È il suo mestiere, mangiare d’un terribile scherzo: si pren-
il pastone, scavare per trova- deva un cappone, lo si stordi-
re qualche lombrico, cattura- va tuffandogli il capo in un bic-
re al volo i moscerini, becchet- chiere di grappa, lo si spenna-
tare qua e là ingoiando i sasso- va e lo si serviva su un piatto di
lini che poi diverranno scorza portata opportunamente de- na ormai non fa più uova, e vi- va (e senz’alcuna alfabetizza-
calcarea dell’uovo, seminare corato di salse, intingoli e go- vrebbe anche il doppio, pove- zione manco superficiale), rie-
la camomilla ingoiando i semi losessi vari. Calcolando bene retta, se la sua sorte non fos- sce lo stesso a produrre l’ogget-
qua e cagandoli di là, fare l’uo- i tempi, il primo che lo infilza- se così crudele e prevedesse to di perfezione divina che im-
vo anche per tre giorni di fi- va col piròn lo faceva rinvenire, un minimo di diritti tu- paccia il filosofo: l’uovo. E non
la, esplorare i dintorni del pol- e la povera bestia scattava co- telati. E conta po- con la mente, no. Senza alcu-
laio, invitare a pranzo merli e me una molla lascian- co la questione del na consapevole irriveren-
passeri, rotolarsi nella sabbia o do i commensali in- cervello piccolo: za, col culo. ◉
nel terriccio polveroso, lasciare
impronte nel fango e, relazio-
ni personali col gallo a parte,
commentare il tutto con qual-
che sonoro coccodé.
Gallina vecchia fa buon bro-
do, nel senso che quando va in
menopausa e non depone più
le viene tirato il collo e amen,
senza funerale.
Il gallo (la gallina maschio)
invece no, mangia a ufo e in-
fastidisce le galline, per cui o
gli si tira il collo da giovane o si
cappona. E il problema è capire
subito di che sesso è il pulcino:
segreto che conoscono ormai
solo in pochi. Gli si soffia sul
culetto: quelle che fanno la pel-
le d’oca sono femmine. Que-
venezia san marco 2677 campo san maurizio IL RIDOTTO marzo 2010 anno 4 numero 26 pagina 15

«Carissimi lettori
ed affezionati ascol-
tatori! Siamo qua!
Da sentire: il Requiem di Mozart annunciò una serie
frasi cantate da quat-
tro solisti che si uni-
Aprile! Primavera! di lucas christ con rudolf stainer & professor hainz rono in un intrecciato
Caldo! Musica! Tanta quartetto! E di nuovo...
musica! Tantissima mu- l’orchestra ritmata che fe-
sica! Tantissima bella mu- le.. di unico.. ma qui voglio pas- sarebbe rimasto per sempre ce da base al coro... cosa can-
sica! Tantissima bellissima sare la parola al mio amato col- scolpito nei ricordi... dal nul- tano? Qualche parola la capii…
musica! Eh si.. con la prima- lega, Rudolf Stainer, perché ci la iniziò una melodia dolce, ep- “maiestati”… “tremende”…
vera non si risvegliano solo le racconterà questo pezzo a mo- pure singhiozzante, un suono “salvami”.. poi di nuovo una
piante, gli alberi, i fiori, la na- do suo.. caro Rudolf, prego...» caldo ma triste, interrotto po- melodia dolcissima, un vio-
tura, ma anche le gioie musica- «Amici miei! Come state? co dopo da forti ottoni segui- loncello (ora lo so), che introdu-
li! Che meraviglie! Comunque, Ecco, come diceva il Profes- ti dall’ingresso di un coro che ce di nuovo il coro… “recorda-
tra le mille cose che andremo a sor, vi voglio raccontare questo si amalgamò tutto in un’unica re”. Fino ad un punto che fermò
sentire insieme durante questo brano, ma voglio raccontarve- cosa. Poi il tutto si placò fino a il respiro: ricordò un po’ l’ini-
solare mese, troveremo di tut- lo attraverso una storia: la mia quando sentii una voce ange- zio, ma cambiò dopo pochissi-
to, ogni gusto avrà la possibi-
lità di essere appagato! Ma vi
posso già ribadire che è un me-
se esclusivamente strumenta-
le. Dopo un inverno denso di
teatro, di opere travolgenti, di
sorprese, adesso ci possiamo
godere una panoplia di musi-
che sinfoniche e cameristiche,
la cui differenza alla fine non
è poi tanto percettibile in molti
casi, anzi oserei dire che la dif-
ferenza veramente impercetti-
bile! Chiaramente questo va-
le esclusivamente per le com-
posizioni di quelli che si meri-
tano veramente l’appellativo
di compositore! comunque sia,
oltre a sinfonie di Schumann,
sinfonie di Mahler (la quarta e
la nona!! Tanto Mahler!!) poemi
sinfonici esotici di Ravel e con-
trappunti orchestrali del ver-
satile Johann Sebastian Bach,
questo mese avremo modo di
sentire anche una serie di mu-
siche contemporanee, esegui-
te nell’ambito di una rassegna storia! Era tanto tempo fa.. ero lica di un soprano... e di nuo- mo… entrò il coro subito... pia-
giustamente chiamate “nuove piccolino, ancora vivevo nel- vo il coro... con l’orchestra... nissimo… sempre singhioz-
musiche d’Europa” visto che le lontane terre nordiche. Non un crescendo che finì collegan- zante.. non è qualcosa di sere-
sono tutti brani scritti da com- ricordo più nulla di quel perio- dosi senza pausa con una flui- no.. la prima parola.. “lacrimo-
positori di diversa provenienza do, se no poco o pochissimo.. ad dità espressiva alle parti che la sa”. Qui interruppi l’ascolto…
europea (9 aprile, sale apolli- eccezione di una sera. Era una seguirono, tale da non permet- bastava così.. mi ricordo che ri-
nee, Teatro la Fenice). Sicu- gelida notte di mezzo dicembre tere di pensare ad altro se non posi il disco nella custodia, e la
ramente un momento per farsi e mi capitò fra le mani un disco a quello che si stava udendo. guardai ancora per un po’ pen-
una piccola idea di cosa succe- nero che, se lo mettevo dentro Poi, finita la prima parte, iniziò sando a quello che conteneva.
de adesso nell’ambito musica- una scatola nera, essa lo faceva un cosa che pareva un dialogo Sulla copertina c’era scritto so-
le e sulla scena compositiva dei ruotare e da delle altre scatole fra voci e una serie strumenti, lo: “Wolfgang Amadeus Mo-
nostri giorni. Poi avremo mo- veniva fuori della musica. Ora sembrava che si rincorressero zart – Requiem”».
do di sentire dal vivo una me- so che si chiama giradischi, ma e si parlassero, che una fuggis-
raviglia (La Fenice 2 e 3 apri- allora no... comunque era un se rincorsa dall’altra. E poi un
le). Un pezzo di misteriosa bel- disco con una copertina vec- violento pezzo sempre col coro,
lezza. Una cosa straordinaria. chia con una figura di un vol- unito da una orchestra che in-
Anche se si tratta di una com- to con un una parrucca bian- cideva il suono con ritmi decisi Sopra: «Wolfgang Amadeus Mozart
posizione che è paragonabile ca che guardava pensieroso in fino a chiudere e interrompere dirige il suo Requiem dal letto di
ad una celebrità mondiale, co- basso... incuriosito dalla figu- nettamente il tutto, come qual- morte» incisione tratta dal dipinto
nosciuta da tutti, si tratta co- ra misi il disco nella scatola ne- cuno avesse urlato STOP!! E di Mihály Munkácsy (nome d’arte di
munque di qualcosa di specia- ra e la accesi. Quello che ne uscì poi... un trombone da solo che Michael von Lieb; 1844 – 1900).
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L’anonimo monaco autore


del Sermones de Ludo chiama
questo Trionfo con il termine
Iconologia: «Il bagatto» secondo dei Tarocchi anzi non potea giungere / Più
a tempo. Venga, venga pur, che
acconciomi / Son con la tasca,
El Bagatella definendolo «est a cura di andrea vitali presidente dell’associazione culturale «Le Tarot» et un giuoco apparecchioli / Di
omnium inferior» (è l’inferiore bagatelle, il più bello e mirabile
di tutti), a significare la sua mi- / Che si vedesse mai» (Atto IV,
nima valenza nell’uso ludico, tati da diversi autori italiani nandosi senza misura alla cra- Scena II).
valutazione che coin- fra cui l’Aretino, l’Ariosto, e pula con chiunque fosse dispo- Il Vasari riferendosi al pittore
cideva con il Vasari. nibile; Guicciardino e Alardo Giovannantonio detto «Il Sod-
Così scrive il primo di non uscirono mai dal castello doma da Verzelli», chiamato
questi nell’Astolfeida, avito di Montalbano senza che anche Mattaccio, dice fra l’al-
Opera delettevole da questo fosse immediatamen- tro di lui: «Ma egli ebbe sempre
leggere che contiene te conquistato dai nemici; Ma- l’animo alle baie e lavorò a ca-
la Vita e Fatti de tut- lagigi fu negromante e presti- pricci, di niuna cosa maggior-
ti li Paladini di Fran- giatore e cambiò fattezze e vol- mente curandosi che di vestire
cia e di dove nacque to come fecero Iaco e Muccio, pomposamente, portando giu-
la casa di Magan- anch’essi maestri di imbrogli, boni di brocato, cappe tutte fre-
za e chi fu Gano e i quali a Roma attraverso l’in- giate di tela d’oro, cuffioni ric-
di che genti condi- ganno spogliarono i malcapi- chissimi, collane, et altre simi-
zione fu la sua Ge- tati dalla testa i piedi, compre- li bagatelle e cose da buffoni e
nologia cosa bel- so il loro cappuccio). cantanbanchi» (Giorgio Vasa-
lissima d’Amo- La Cassaria fu scritta inizial- ri, Le Vite dei più eccellenti pit-
re e gran Bata- mente in prosa dall’Ariosto nel tori, scultori e architetti, 1550).
glie di Orlan- 1508 che la tradusse successi- Nel dialetto milanese la pa-
do e di Rinal- vamente in versi tra il 1528 e rola bàgát significa chiacchie-
do: «Vivian il 1529. Il suo titolo si deve ad rone e l’espressione scart bàgát
v iv a c h i a- una cassa che si trova al cen- fare un lungo discorso, come
va a scroc- tro dell’intrigo narrato. L’azio- quelli che intraprendevano i
co in corte, ne si svolge nella città greca di prestigiatori medievali (ma an-
/ con tutti Metellino ed è alimentata so- che quelli di oggi) per incanta-
alzando prattutto dalle trovate d i re il pubblico.
il fianco due servi astuti, Volpi-
no e Fulcio. Questi so-
no i versi che l’Ariosto
mette in bocca a Vol-
pino in riferimento
⓵ al nostro termine:
«Anzi l’ora è sen-
za dubbio / Più
presta che ‘l bi-
a corpo sciolto; / Guicciardo, sogno e il de-
Alardo mai uscir le porte / di siderio / No-
il personaggio rappresentato, Montalban, che no li fussi tolto; stro non era:
un «bagattegliere», considera- / mastro di spirti e bagatelle a
to di infimo sta- sorte / fu Malagi-
to, una persona gi, e cangiò for-
vile. ma e volto, / co-
Bagatella è una me fean mastro
parola italiana antica, Iaco e mastro Muc-
ancora utilizzata ai cio / in Roma trar-
nostri giorni, che re’ ognun fino
significa «cosa al cappuccio»
di poco conto». (Canto Primo,
Possiede inoltre 24). (Vivian vi-
altri due signifi- vacchiava a
cati: gioco di pre- scrocco pres-
stigio - di bus- so la corte
solotti ed abbando-
inganno - e
frode. Tale
espressione
fu utilizzata
nei tre signi- ⓶
ficati sopraci- ⓹
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La figura del Bagatto, un pre- Un testimone oculare: Tommaso Garzoni liere che certamente non si sa-
stigiatore per eccellenza o abile rebbe seduto per mangiare con
imbonitore, è rappresentato nei Anche se non riguarda espressamente questo trionfo dal punto di vista ico- un oggetto così ingombrante,
Tarocchi Visconti Sforza da un nografico, penso sia interessante conoscere gli scritti seguenti che riporto a meno che questo non servis-
personaggio riccamente vesti- dall’opera Il Serraglio de gli stupori del mondo di Thomaso Garzoni da Bagna- se per fare, appunto, qualcosa
to, seduto ad un tavolo sul qua- cavallo, opera del 1585, e questo per tre motivi: il primo è per conoscere l’atteg- d’altro.
le compaiono diversi ogget- giamento che gli uomini del Rinascimento assumevano nei confronti dei gio- Il Medioevo sembrava mo-
ti, con in mano una bacchet- chi dei prestigiatori; il secondo perché appare la parola bagatteglieri in rife- strare sentimenti ambivalen-
ta, il tipico strumento adottato rimento appunto a coloro che svolgevano tale attività; il terzo infine per due ti nei confronti dei giocolieri
per questa professione (figura esempi che l’autore riporta di giochi di prestigio rinascimentali attuati con le (il termine prestigiatore, con-
1). Ritengo che le affermazioni carte. Il titolo completo dell’opera è Il serraglio de gli stupori del mondo, di To- trazione di prestidigitatore, è
che individuano in questa im- maso Garzoni da Bagnacauallo. Diuiso in diece appartamenti, secondo i vari, di estrazione moderna: 1835).
magine, come in quella presen- & ammirabili oggetti. Cioè di mostri, prodigii, prestigii, sorti, oracoli, sibille, so- Le loro esibizioni erano infatti
te nei Tarocchi d’Este (figura gni, curiosita astrologica, miracoli in genere, e marauiglie in spetie, narrate da’ generalmente gradite, ma i lo-
2), una tavola imbandita per un piu celebri scrittori, e descritte da’ piu famosi historici, e poeti, le quali talhora ro metodi vennero spesso con-
pasto non siano esatte, in con- occorrono, considerandosi la loro probabilita, ouero improbabilita, secondo la dannati specialmente da gen-
siderazione degli oggetti posti natura. Opera non meno dotta, che curiosa, cosi per theologi ... come per filoso- te di Chiesa e magistrati che a
sul tavolo e in mano al Bagatto fi ... arricchita di varie annotationi dal m.r.p.d. Bartolomeo Garzoni suo fratel- volte vietarono loro di esibir-
in quelli d’Este, e per il signifi- lo ... Con tre copiosissime tauole. I passi sotto riportati appartengono all’edizio- si in alcune città. Nel 1250, per
cato del termine Bagatella co- ne stampata a Venezia «appresso Ambrosio, et Bartolomeo Dei, fratelli. Alla li- esempio, Luigi XI vietò l’entra-
me sopra abbiamo evidenziato, braria dal San Marco, 1613». ta ad acrobati e prestigiatori in
cioè cosa di poco conto, il qua- diverse città francesi.
le, per estensione, accomuna- Incomincia l’Appartamento prestigioso del Serraglio Stuporoso Era quello un periodo molto
va nella medesima considera- Diviso in Varie Stanze confuso, in cui le superstizio-
zione coloro che si dedicavano STANZA PRIMA ni e le paure per l’occulto, per
a tale attività. Direi piuttosto le streghe e i per demoni erano
che la pietanza, il bicchiere e il Curiosissima certo, stuporosa, & senza dubbio desiderata da ogniuno è la ma- assai vive ed un uomo in grado
coltello presenti sul tavolo nel teria de’ prestigij; imperoche tutti bramano di satiar l’intelletto loro intendendo di tagliare e risanare un fazzo-
Tarocco Visconti Sforza si con- il modo, col quale si fanno infinite apparenze à gli occhi di questi, & di quell’al- letto di stoffa poteva facilmen-
notano come oggetti predispo- tro tanto meravigliose, che gli animi restano attoniti à un certo modo, & rimi- te essere accusato di essere in
sti dal prestigiatore per desta- rarle, però hora sono per affaticarmi per mostrar diligentemente la verità del- combutta con il diavolo.
re «meraviglia». Non si com- le cose tanto con brevità, quanto con distinzione nel modo più possibile in que- L’ incredulità che, per esem-
prenderebbe, fra l’altro, la pre- sto particolare (pag. 224). pio, il gioco dei bussolotti, il più
senza della bacchetta «magi- conosciuto e praticato in Euro-
ca» tenuta in mano dal gioco- Il suo inventore [del prestigio] (dice l’istesso [Pico della Mirandola]) fù Mer- pa fra quelli di prestigio pote-
pagina 18 marzo 2010 anno 4 numero 26 IL RIDOTTO venezia san marco 2677 campo san maurizio

va destare, si evince za dover ricorrere


dall’atteggiamen-
to stupefatto di-
⓻ a questo proposito
a profonde impli-
pinto nel viso di un cazioni di carattere
astante (figura 3) filosofico.
nell’opera di Bosch Dobbiamo infine
Il prestigiatore (fi- ricordare che l’at-
gura 4). tività dei giocolieri
Un giocoliere con era considerata fra
il tipico berretto quelle protette dal-
da giullare si tro- la Luna, come ritro-
va invece nella car- viamo in una mi-
ta Rosenwald (fi- niatura del Codice
gura 5), mentre ri- de Sphaera (figura
tengo possibile cre- 7 - I Figli della Lu-
are una connessio- na, cod. est, lat. 209,
ne fra i valori pro- sec. XV) presente
fessionali espressi presso la Biblioteca
in termini di abili- Estense di Mode-
tà dal giocoliere con na e in un’incisione
quelli dell’Artixan, della serie dei Pia-
che troviamo nella neti del Mittelalter-
terza carta dei Ta- liches Hausbuch (Il
rocchi del Mante- Libro della Casa)
gna (figura 6), iden- ⓺ sempre dello stes-
tificato da Hind co- so secolo (figura 8 -
me un orefice, sen- I Figli della Luna). ◉

curio, et questo a mio credere intende se una fuori, et questo leva, che la prima estra- do dal mazzo delle carte tedesche die-
egli quanto al prestigio cattivo. Onde ne succedeva, che ta dicesse quel tanto, de in mano a un gentiluomo una car-
notisi, che varie sono le specie de pre- nel levar la car- ch’egli imaginato ta del seme di fiori e, togliendo la ma-
stigij; ci è una forte, che vien chiama- ta levava sem- si havea la cau- no. la fece apparire di picche. Mentre
ta apparenza, over prestigio Gioco- pre l’istessa, sasse fuori, se un’altra volta, e la cosa fu ancor più
latorio, il qual s’esercita a guisa della quasi che fos- non aspettas- sorprendente, diede due carte diver-
Comedia et da persone vili, come da se sforzato se la secon- se in mano a un altro, gliele fece chiu-
Ceratani et bagatteglieri, su le piazze, a estrahe- da, & appi- dere in petto dicendogli di pensare a
& su l’hosterie, et anco da persone no- re fuor gliando- qualcosa che avesse a che fare con lui,
bili.....(pag. 225) dal maz- si egli al- E infine gli propose un gioco, che se
zo quella la seconda, voleva che la carta estratta per prima
Solo il Cardano de’ tempi nostri Au- dove sog- cavò fuo- corrispondesse a quel che egli aveva
tore non ignobile ha scoperto qualche giunge ri la pri- pensato la tirasse fuori a meno che
cosa delle invenzioni di costoro nel (pag. 225). ma dipin- preferisse la seconda. Avendo egli de-
lib. De Mirabilibus & in diversi altri ta di quelle ciso per la seconda, tirò fuori la pri-
libri per essere stato huomo curioso Il qual picche, con ma del seme di picche con cui se l’era
di tutte le sorti di professioni. Nomina Gioco repu- le qua li se messa in petto, ma nel trarre fuori la
egli nel predetto lib. Francesco Som- tato dal Car- l’avea posta in seconda la trovò bianca con in mezzo
ma Napolitano nobile giovanetto di dano per pre- seno, & nel ca- delle lettere maiuscole che avevano a
22. anni molto virtuoso, & di tali ap- stigio humano, var la seconda la che fare con quel che aveva pensato,
parenze giocolatorie prattico fuor di & non Diabolico, trovò carta bianca cosicché quel gentiluomo arrossì per
modo: come quello (dice egli) che frà è stato fatto anco al- con lettere maiuscole lo scherzo»).
l’altre cose né giuochi di carte usati da
esso alla presenza solo di persone no-
la mia presenza dal genti-
lissimo Messer Abramo Colorni pre-
⓼ in mezzo, ch’erano applica-
bili almeno al suo pensiero, restando
bili, spargeva le carte sopra la tavo- detto, con infiniti altri di non minor quel Gentiluomo rosso per meravi-
la, & l’allargava, ò difendeva in muc- meraviglia pieni; come quando fuor glia di tal burla (pag. 226). (Traduzio-
chio, et comandava che fuor dal muc- delle carte Tedesche diede in mano ad ne in Italiano corrente:»Tale gioco
chio se ne prendesse una, & s’ascon- un Gentilhuomo una carta di fiore, & che è ritenuto dal Cardano ope-
desse, & indi preso il mazzo delle car- levando la mano la fece apparire una ra di prestidigitazione umana e
te, le meschiava , & indovinava pre- carta di Picche. E un’altra volta (che fu non diabolica, è stato fatto an- ⓷
cisamente qual era quella, ch’era re- cosa più stuporosa) diede le due carte che alla mia presenza dal gen-
stata ascosa: oltra diciò (ch’è maggior in mano a un altro diverse, & gliele fe- tilissimo Signor Abramo Co-
meraviglia) posta la carta nel mazzo, ce chiudere in seno, & poi imaginar- lorni menzionato preceden-
et deposto il mazzo da banda, coman- si qualche cosa di se degna, & all’ul- temente, assieme ad altri giochi
dava, che questi et quello ne levas- timo li propose un partito, che se vo- altrettanto stupefacenti: come quan-
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L a conquista romana
dell’Egitto nel 31 d. C.
portò i gatti a Roma dove
i felini si trovarono ad affron-
tare un concorrente inatteso:
Quando i gatti finivano al rogo
di maria luisa marilù pavanini zennaro
del demonio sulla terra e cosi si
giunse in Europa alla loro qua-
si totale estinzione. La conse-
guenza fu la proliferazione dei
topi nelle grandi città e la diffu-
la donnola, che uccideva i to- sione della peste. Per fortuna le
pi con un morso alla nuca co- ti dovevano m o m e nt o comunità religiose soprattut-
me i gatti, ma la vorace don- a g g i r a r si in cui l’effi- to i francescani lodavano tutti
nola non si accontentava dei anche nelle gie veniva gli animali e furono un rifugio
topi mangiava anche polli, le- città britan- bruciata. sicuro per i gatti. In un austero
pri, conigli e agnellini che l’uo- niche visto che uno di loro ha La festa però più dolorosa e manuale scritto nel duecento:
mo allevava. Così il gatto riuscì lasciato le sue impronte su al- fatale per questi animali era la Regola delle anacorete si vieta-
a vincere la sua rivale e si di- cune piastrelle messe ad asciu- vigilia di San Giovanni giorno va alle monache di tenere qual-
mostrò anche in grado di argi- gare all’aperto accanto un’offi- in cui venivano bruciati,le loro siasi animale eccetto i gatti.
nare le orde di topi che sempre cina a Silchester. ceneri raccolte e conservate co- I gatti si sono sempre distin-
più numerosi invasero l’Euro- Fu durante il Medioevo, che me portafortuna. Questa ceri- ti da tutti gli altri animali do-
pa provenienti dall’Asia e dal- la reputazione dei gatti su- monia re- mestici. Si muovono in silenzio
la Russia. bì un duro colpo. La sua veste stò in vo- e i loro movimenti sono impre-
La parola gatto deriva proba- di animale misterioso e indi- ga a Pa- vedibili ed estremamen-
bilmente dal latino catus usata pendente capace di conquista- te precisi : è molto dif-
da Marziale. In Grecia il gatto re con il suo sguardo enigma- ficile sentirli avvicina-
non ebbe mai un ruolo impor- tico contribuì a creare nei suoi
tante, perché non c’era un’eco- confronti un alone demoniaco.
nomia cerealicola. Lo trovia- Inoltre la propensione dei gat-
mo però rappresentato in un ri- ti all’intimità con coloro che
lievo della battaglia di Marato- amano e la loro abilità nell’ap-
na dove viene raffigurato men- parire e sparire senza dare al-
tre affronta un cane. cun segnale quadravano per-
Sebbene i felini appaiano oc- fettamente con l’ipotesi che
casionalmente sui vasi greci fossero demoni e così i loro
e nei mosaici romani le prime padroni.
raffigurazioni che attestano af- Ci si mise di mezzo anche
fetto nei loro confronti sono le- la Chiesa, che distinse gli ani-
gati a monumenti gallo-roma- mali in benefici e malefici. Tra
ni del III e IV sec. d. C., che rap- i primi ci sono: la colomba, il
presentano un bue, il cane e il cavallo, mentre
bambino che malefici risultavano: il serpen-
stringe a sé il te, il gatto e il lupo. Questo sim-
suo gattino. bolismo lo ritroviamo nelle raf-
Nel IV se- figurazioni delle chiese roma-
colo i gat- niche e gotiche in cui il gatto re e può sembrare che appaia-
non compare mai. Acquisì fa- rigi fino al 1648. no e scompaiano per magia. Ri-
ma di animale satanico per le A causa della loro presun- escono a vedere nella quasi to-
sue abitudini notturne e solita- ta familiarità con Satana i gat- tale oscurità e avvertono suo-
rie e per il ruolo che spesso eb- ti erano utilizzati per estorcere ni impercettibili per gli esseri
be nei riti satanici e nelle mes- concessioni al maligno e accu- umani, anche quando sembra-
se nere. Così per quattro secoli i sati di alleanza con i ministri no appisolati. Sono in grado di
gatti vennero perseguitati, tor- di Satana, nonché di presta- anticipare terremoti e violenti
turati e sacrificati, soprattutto i re le loro sembianze alle stre- temporali.
gatti neri. ghe e di essere i loro demoni La loro abitudine di fissar-
Questo accanimento nei loro assistenti. ci imperturbabili senza mo-
confronti è anche legato al loro La chiesa non condannò mai strare il minimo segno di
scarso valore monetario. I gatti la crudeltà verso gli animali in coinvolgimento emotivo, in-
erano alla portata di tutti senza quanto privi di libero arbitrio duce a sospettare che ci stia-
alcun costo e davano soddisfa- e senza speranza di vita eterna no sfidando o che ci scruti-
zione se sottoposti a sofferen- perché senz’anima come sen- no implacabilmente dentro. ◉
za fisica. tenziò San Tommaso nella sua
Nella civile Inghilterra molti Summa Theologiae (1265-74). 2 - continua ...
gatti furono infilzati vivi in un Inoltre siccome è l’uomo che ha
effigie del papa durante l’in- la supremazia sugli altri esse- Sopra: dettaglio da un mosaico
coronazione nel 1558 della ri animati, Dio ci permette di romano (Museo Archeologico
regina Elisabetta, in mo- trattarli come vogliamo. di Napoli); a sinistra: completo
do da produrre vivi- Nel 1233 papa Gregorio IX in- da strega per ballo in maschera,
di effetti sonori nel dicò il gatto come sembianza cromolitografia del 1884.
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I l giorno di San Marco, così


vuole la tradizione, al doge
si servivano i risi e bisi. Og-
gi la cosa può sembrare bizzar-
ra, vista la smisurata abbon-
A Tavola con I Antichi: risi e bisi, san Marco
di luca colo de fero colferai
la Turchia e del Libano (senza
arrivare fino al riso alla canto-
nese che si sembra un po' esa-
gerato come legame). La prepa-
razione è lineare: un soffritto di
danza di piselli, freschi, snuda- cipolla, con pan-
ti, congelati, inscatolati, secca- novesimo e del primo Ventesi- qui, après avoir soupé, et cetta, nel quale
ti e anche frantumati. Ma nei mo secolo, che se ne cibavano bien suopé, trouvent
tempi andati non era affatto grandemente, prima dell’av- des pois chez elles
così, soprattutto se erano pri- vento del pisello in scato- avant de coucher, au
mizie. Un po’ di storia chiarirà la (metà dell’Ottocento) e pri- risque d’une indige-
il perché e ci darà il destro per ma dell’invenzione del pisello stion, C’est une mode,
raccontare in breve le curiose congelato (circa 1910). È il pisel- un fureur». Sono i petit
avventure del pisello. lo da campo, seccato, ad essere pois, i piselli raccolti pri-
Originario dell’Asia, forse la base della nota sopa de spe- ma di diventare grandi.
il primo legume ad essere do- zai io zuppa di spezzati. Sessant’anni dopo, nell’or-
mesticato, circa nell’ottomila Nel Cinquecento si diffuse to del convento agosti-
a. C., il pisello è stato coltivato rapidamente la versione ram- niano di Brno, Gregor
dall’età del Bronzo nelle valli picante da orto (hortense, ap- Mendel, un monaco ti-
svizzere e in Asia Minore. Si è punto) cui siamo abituati: un mido ma preciso, spe-
diffuso verso oriente, divenen- pisello più dolce, più verde e rimentava per un de-
do indispensabile prima alla soprattutto molto buono, for- cennio incroci sui pi-
cucina indiana (dove lo chia- se l’ingrediente necessario, as- selli fondando misco-
marono paisa) e poi alla cucina sieme al riso di cui in questo se- nosciuto al tempo la
cinese, dove giunse nel VII se- colo s’inizia la coltivazione in scienza genetica.
colo d. C. e venne chiamato hu grande scala, per il piatto doga-
tou (il legume straniero). le noto come risi e bisi. Il pisello Risi e bisi o anche
Il pisello selvatico, oltre ad es- da orto scatenò una moda se- bisi e risi
sere molto piccolo, ha una par- colare che raggiunse il suo api- La classica antica ri-
ticolarità genetica che lo ren- ce alla fine del Seicento quan- cetta era diffusa in tut-
de inadatto all’alimentazione: do furoreggiò la smania di ti i territori dominati dal-
quando giunge a maturazione, mangiare piselli piccoli e cru- la Serenissima e le vestigia di
il pisello esplode il suo baccello, di. Soprattutto le dame di cor- quest'antica usanza rimango-
schizzando tutt’intorno i suoi te ne andavano pazze: Mada- no nelle tracce evidenti di risi e vengono fatti appassire an-
semi. Un processo indispen- me de Maintenon, moglie se- bisi o rizi e bizi nei menù di tut- che i piselli estratti dal loro
sabile alla procreazione della greta di Luigi XIV, scrive il 16 te le città dell’Adriatico orien- baccello, nella proporzione
pianta del pisello, ma alquan- maggio 1696: «Il y a des dames tale, della Grecia e persino del- consigliata di un terzo di ri-
to negativo per un agricoltore, so e due terzi di piselli monda-
soprattutto se primitivo. Fortu- PUBBLICITÀ MASCHERATA PUBBLICITÀ MASCHERATA PUBBLICITÀ MASCHERATA ti. Si aggiunge quindi il riso, e
natamente esiste una mutazio- si allunga con il brodo portando
ne genetica piuttosto frequente Bevi queo che ti vol: il Vino dei Poeti rosè a cottura il riso. Potete sceglie-
che inibisce il gene che fa esplo- re il modo che preferite per ag-
dere il baccello al momento op- Il Limoncino alla Grappa è il le feste pasquali dopo la fugas- giungere il brodo: tutto subito o
portuno. Sebbene ciò per un pi- limoncello della Distilleria sa) nei cocktail e nel gelato. un poco alla volta. In questo ca-
sello significhi una sicura ed Bottega, che viene prodot- La preparazione delle so però sarebbe meglio un tut-
immediata estinzione, per gli to con le scorze dei succosi scorze e la loro infusione in to subito perché la consisten-
agricoltori preistorici fu un in- limoni di Sicilia coltivati al una soluzione alcolica, per za finale deve essere più liqui-
vito ad iniziare la coltivazione. naturale, raccolti e selezio- il tempo necessario, per- da che densa. Basta così: ap-
Sotto le attente cure del conta- nati nei migliori agrume- mette all’alcol e alla grap- pena serviti nel piatto una ma-
dino, con il passare dei secoli le ti dell’isola. Nell’infusio- pa di estrarre gli oli es- cinata di pepe. Se volete strac-
dimensioni del pisello aumen- ne viene utilizzata una senziali dalle bucce degli ciarla, usate i baccelli dei pisel-
tarono fino a decuplicarsi. E le percentuale di grappa agrumi. All’infuso così li e fateli bollire nel brodo de-
varietà crebbero di numero. veneta che valorizza e ottenuto viene aggiun- stinato alla cottura del risot-
Fino al Sedicesimo secolo la arricchisce questo li- to zucchero, in fun- to, passate ovviamente e furio-
varietà normalmente usata fu quore dalla spicca- zione del grado di samente il tutto al passaverdu-
la cosiddetta arvense (da cam- ta personalità me- dolcezza e corposità re e avrete così un bel brodo gu-
po) che si coltiva anche oggi in diterranea. I tren- che si vuol conferi- stoso e di una deliziosa tonali-
lunghi e bassi filari per forag- ta gradi alcolici ne re al liquore. Per ot- tà di verde. Per avere una mi-
gio ed è usata per i piselli sec- fanno un prodot- tenere un prodot- nestra e non un risotto di ri-
chi. Proprio questo fu il cibo to non impegna- to di buona quali- si e bisi mettete nel soffritto di
povero delle plebi del Medio- tivo, da bere fred- tà vanno scelti dei cipolla e pancetta e piselli tut-
evo, quand’ancora non erano do. Può essere con- limoni che non ab- to il brodo, portate ad ebolli-
giunti dal Nuovo Mondo i fa- sumato come dige- biano subito trat- zione e solo allora aggiungete
gioli, e dei proletari del Dician- stivo (perfetto per tamenti pesticidi. ◉ il riso portandolo a cottura. ◉
venezia san marco 2677 campo san maurizio IL RIDOTTO marzo 2010 anno 4 numero 26 pagina 21

L’ ultima notte di Car-


nevale il Gran Priore
della Calza tornava a
casa dopo l’allegra cena socia-
le degli Antichi che si era pro-
L’ultima notte di carnevale
.
cronaca onirica di roberto bob r white bianchin gran priore de i antichi
rizio... troppe sensazioni, trop-
pi ricordi... capisci? – L’uomo
con il cappello con le corna fece
una lunga pausa.
«Certo... »
tratta fino a tarda ora tra sto- – Com’è andata?
rie e libagioni, a conclusione un’altrettanto curiosa calza- va qualcosa di imponente che «Bene, molto bene».
dell’ennesimo successo del Fe- maglia dai colori leggermen- sembrava un sigaro. Soffiava il – Mi fa piacere. È stata un’in-
stival Internazionale di Poesia te stinti ma simili a quelli del- fumo lentamente che formava venzione geniale quella del Fe-
Erotica «Baffo–Zancopè» feli- la Calza. Indossava una pesan- degli anelli oltre la spalletta del stival di Poesia Erotica.
cemente giunto, con la sua di- te giubba di velluto rosso stret- ponte. «Già. L’avevamo pensato
ciottesima edizione, alla mag- ta in vita e punteggiata da fregi Il Gran Priore rimase immo- quando ancora tu... voglio di-
giore età. dorati e decorazioni di qualche bile a guardarlo. Aveva avuto re, l’avevamo progettato insie-
Stava faticosamente trasci- misterioso ordine cavalleresco come un presentimento. An- me, prima che... »
nando sui gradini del ponte che lì per lì non riuscì a decifra- che l’uomo con il cappello con – Sì, sì, certo, ricordo perfet-
dell’Accademia i suoi valigio- re. Vide invece benissimo che le corna lo guardò. Non dis- tamente. Volevo dire che siete
ni rosa contenenti gli abiti di in mezzo al petto, appesa a una se niente. Anche il Gran Prio- stati molto bravi, direi eroici,
scena, tra cui quello di Gior- catena d’oro sopra un’elegan- re non disse niente. Però gli ad andare avanti, a continua-
gio Baffo, il testone del Baf- te camicia di raso rosso vene- sembrò di riconoscerlo, ades- re a farlo per tutti questi anni...
fo, la maschera del Baffo, i li- ziano annodata al collo da fet- so. Anche l’uomo con il cap- e a dedicarmelo, poi...
bri del Baffo, quando, giunto tuccine gialle e viola, portava pello con le corna lo riconob- «A te e a Baffo».
quasi a metà del ponte, si fermò la medaglia d’oro della Com- be. Gli sorrise. Forse lo stava – Certo, certo, a me e a Baf-
un attimo per riprendere fiato. pagnia de Calza. Sulle spalle aspettando. fo, ah ah! Giusto. Molto giusto,
Stava borbottando non so che aveva un ampio mantello ros- – Com’è andato il Festival? casso!
allorché si avvide, con la coda so anch’esso, intorno al petto – chiese con una voce quieta, Il Fondatore della Compa-
dell’occhio, della presenza di un’antica corazza in ferro bat- che sembrava venire da mol- gnia de Calza «I Antichi» e
qualcuno sul ponte a quell’ora tuto con la testa di un leone in- to lontano, l’uomo con il cap- Gran Priore della stessa dal
deserto. Voltò il capo lenta- cisa nel mezzo e in alto a destra pello con le corna. Stava guar- 1980 al 1992, Paolo Emanue-
mente, con precauzione, e no- il foro di una pallottola, e in te- dando altrove, l’acqua del Ca- le Zancopè detto Zane Cope,
tò quello che gli sembrò un cu- sta un bizzarro cappello di cuo- nal Grande era del colore soffiò un’altra poderosa bocca-
rioso personaggio fermo giu- io e pelo fatto a punta da cui dell’inchiostro. ta di fumo verso il Canal Gran-
sto a metà del ponte, appoggia- spuntavano due inquietanti e «Ma tu... tu sei... » disse con de, lato San Marco. Seguì un si-
to mollemente con la schie- gigantesche corna una voce spezzata dalla sor- lenzio profondo. Fatto di ricor-
na alla spalletta del me- di osso in stile presa e dall’emozione il Gran di, significati e parole non det-
desimo, lato San vichingo. Era Priore, lasciando la presa dei te. Nessuno guardò l’orologio
Tomà. bellissimo. Il valigioni rosa che ruzzolaro- e gli occhi dell’altro. Poi rico-
Aguzzò la vi- Gran Priore no indietro qualche gradino minciò a parlare il Gran Prio-
sta e mise a fuo- notò che por- più giù con un rumore di letti re in carica. La sua voce era un
co i contorni tava la barba, disfatti. fruscio di seta antica.
sfuocati. Era un aveva un paio – Certo – rispose pacato l’uo- «Ma tu... »
signore robusto, di occhialet- mo con il cappello con le corna – Sì ?
non molto alto, di ti tondi cer- – pensavi forse di sbagliarti? «Co... come stai?»
una certa età. Por- chiati d’oro, Potevi confondermi con qual- – Non mi lamento. Cosa vuoi,
tava dei curiosi cal- e f u m a- cun altro? mio caro... .diciamo che resi-
zari di cuoio alti «No, no... certo che non po- sto. Resisto eroicamente. Per
al polpaccio, e trei... è che... » farfugliò quanto si può, ben s’intende...
imbarazzato il Gran «Perché, non ti trattano bene
Priore. lì dove stai adesso?»
– È che non me – Oh, se è per quello mi trat-
la sono proprio tano benissimo. Ma non è
sentita di tor- questo...
nare in cam- «E cosa, allora?»
po San Mau- – È che, come puoi immagi-
nare, non è proprio la stessa co-
sa, non è più la stessa cosa, non
può più esserlo, non potrà mai
più esserlo...
«Mi rendo conto. Nulla è più
uguale a prima, vero?»
– Già.
«Ma ti lasciano almeno fare
qualche spettacolo? Qualche
festa?»
– Sì, ogni tanto, ma dopo un
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po’ mi scasso i cojoni. re qualcosa di importante, por-


«Questo ti succedeva anche tandola nel mondo, facendola
quando eri qui» entrare nei templi della cultu-
– Ora è diverso. Qui è tut- ra, alla Fenice, al Festival del-
to così etereo, impalpabile, so- la Biennale Teatro. E se noi sia-
gnante. Soft. Troppo soft, og- mo ancora qui, se la Compa-
gi si dice così, vero? Beh, a me gnia de Calza esiste ancora, è
tutto quello che è soft, dopo un grazie a te!».
po’ mi spacca i cojoni. Mi man- – No sta farme comòver, nuovi compagni
cano le emozioni forti. Quelle reciòn... – de calza, anche gio-
che voi ogni tanto ancora vi- «Solo verità, Paolo, solo vani... »
vete. Le storie de la carne, de verità» – Mi piacerebbe conoscerli.
quell’umor che sta tra le gam- – Ma dimmi, piutto- «Li conoscerai».
be, come dici quando fai il Baf- sto: esistono ancora altre – E fate sempre gli stessi spet-
fo. Sì, non lo nego, ogni tanto compagnie de calza? tacoli? Le stesse feste?
mi prende un po’ di nostalgia. «No, Paolo, sono mor- «Qualche volta sì qualche
«Beh, non ti preoccupare... te tutte... siamo rimasti volta no».
tra un po’ di tempo ti verremo solo noi... » – In che senso?
tutti a trovare. Tutti, proprio – Peccato. «Nel senso
tutti, eh! Vedrai se non è co- «Già». che qualco-
sì. Arriveremo tutti, con i no- – E il Carnevale, com’è? sa abbiamo
stri costumi, e ti verremo a te- «Si è degradato, Paolo, i ve- cambiato, Pa-
nere per sempre compagnia. Ti neziani l’hanno abbandona- olo. Gli an-
va?» Il Gran Priore, senza dar- to, è diventato uno specchietto ni pas-
lo a vedere, fece un vigoroso per turisti, non è più lo stesso di sano
gesto scaramantico. quando c’eri tu... »
– Siete invecchiati anche voi, – Proprio quello che mi han-
eh, rotti in culo! – sibilò mali- no detto...
gno il Fondatore. Una specie di «Come? Se ne parla anche
sorriso che sembrava un ghi- lì?»
gno gli era spuntato tra il fu- – Solo i vecchi,
mo del sigaro all’angolo sini- ogni tanto...
stro della bocca. pensa che mi
«Già. Siamo invecchiati, sì, hanno persino
siamo invecchiati porcaputta- chiesto di torna-
na! E ogni tanto questo ci pe- re, per occuparmene di (peg-
sa. Anzi, ci pesa sempre di più. nuovo... – gio per
Specie quando ci tira di meno. «Paolo! Sarebbe loro) ma
Però continuiamo, Paolo, non bellissimo!!!» fanno dan-
so perché ma continuiamo. Al- – Ma non so se potrò. Ci so- ni, si evolvono i
meno ancora per un po’. Finché no già tante cose da fare qui... costumi, cambia-
ce la facciamo. Non so ancora E poi bisogna sempre vedere se no i gusti e le mode, e an-
per quanto... » mi danno il permesso. «E c’è anche Zanzorzi, Paolo, che noi non siamo più gli stes-
Il Fondatore si fece improvvi- «Sono così severi?» tuo figlio. Oggi guida i giova- si. Siamo uguali ma siamo
samente serio. – No, non troppo. Ma i per- ni antichi. Presto sarà il nuovo diversi».
– Siete stati molto bravi a non messi, come puoi intui- Priore... » – Non capisco.
mollare in tutti questi anni. So- re, li danno solo per casi – Mi fai commuovere di nuo- «Voglio dire che sempre più
no orgoglioso di voi, rotti in eccezionali... vo, reciòn. E com’è, dimmi, spesso, specie negli ultimi an-
culo!. «Ma questo lo è!» com’è? Mi assomiglia? – ni, abbiamo sostituito i nostri
«L’abbiamo fatto anche per – Lo dici tu. Qui mica ragio- «Ti assomiglia in un modo classici clangori guerreschi
te, testa de casso! L’abbiamo nano così. impressionante, Paolo, in tutti di un tempo, il tintinnar delle
fatto in tuo nome. Per onora- «Capisco». i sensi. Certe volte sembra pro- spade, i cozzi di elmi, corazze
re la tua memoria. Per non di- – C’è ancora Luca? prio di rivedere te... » e soldataglie, con paesaggi più
sperdere quello che avevi co- «Come no! È la colonna por- – Peggio per voi. lievi, avventure soavi, canzon-
struito col tuo genio. Non di- tante della Compagnia». «Emile e Mafalda, invece... » cine maliziose, abiti rosa palli-
menticare che se la Calza l’hai – Meno male. E Aldo e la Ni- – Lo so, lo so. Li ho incontra- do, ciprie, lustrini, unghie lac-
inventata tu, è anche per me- ce? E Gianni e Daniela ? E la ti qui. Abbiamo anche fatto dei cate, piume svolazzanti e boa
rito tuo che noi ci siamo fini- Sandra ? progetti... quando arrivi te ne di struzzo... praticamente sia-
ti dentro e non ce ne siamo più «Ci sono, ci sono, Paolo. Ci parlo... Il Gran Priore, senza mo passati dai campi di batta-
andati, è per merito tuo che ci sono ancora». darlo a vedere, fece un altro vi- glia al fru–fru del tabarin»
siamo conosciuti, che siamo – Magnifico. E Jurubeba? goroso gesto scaramantico. – Vuoi dire che avete trasfor-
diventati amici, che abbiamo «Certo. Anche lei». «Però se ne sono aggiunti al- mato la mia indomita e guer-
fatto crescere la Calza in tutti – Mi avevano detto anche tri. In questi anni che ti sei as- resca compagnia de calza in
questi anni facendola diventa- questo. Amici brasiliani... sentato, sono arrivati parecchi una debosciata compagnia di
venezia san marco 2677 campo san maurizio IL RIDOTTO marzo 2010 anno 4 numero 26 pagina 23

reciòni? «Su questo ci puoi giura- Il sigaro imponente che fu- te. Guardava il mozzicone del
«Stai semplificando. Ma un re. Come puoi giurare sul fat- mava il Fondatore della Calza sigaro che galleggiava sicuro
po’, in effetti, è così». to che nei nostri cuori resti e re- in cima al ponte dell’Accade- in direzione della punta della
– Mhm. sterai sempre tu il nostro Gran- mia a quell’ora ancora deserto Salute.
«Che c’è?» de Priore!». si spense in silenzio. Paolo Za- «Tornerai a trovarci, Paolo?»
– Niente. Sto pensando... – Ti ho già avvertito, reciòn: ne Cope lo levò dalla bocca con – Chissà...
«A cosa?». non farmi commuovere di un gesto elegante, lo girò verso «Vieni l’anno prossimo. Fe-
– Non so se è un bene o un nuovo! Lo sai che non è da me! di sé, lo guardò con un’espres- steggeremo i trent’anni della
male. «Lo so». sione indifferente e lo gettò nel Compagnia de Calza, e ci pia-
«Questo non te lo so dire – In ogni caso se voi vi diver- canalasso con un ampio gesto cerebbe proprio... »
neanch’io. Ti posso solo dire tite così vuol dire che va bene della mano e del braccio attac- – Ci penserò, reciòn. Saluta-
che è andata così. Che è venu- così. Il nostro motto non era di- cato alla mano. Poi parlò anco- mi tutti.
ta così. È stato un istinto, forse vertire divertendosi? È ancora ra. Stavolta a voce molto bassa. I due Priori si abbracciaro-
un’evoluzione naturale, proba- quello? – Mi ha fatto piacere incon- no in mezzo al ponte dell’Ac-
bilmente inconscia, non so... di «Certo Paolo, è sempre quel- trarti di nuovo, reciòn. Ma cademia. Fu un abbraccio for-
sicuro non è stata una cosa de- lo, non lo abbiamo mai cambia- ora si è fatto davvero tardi. Mi te e lunghissimo. Senza alcu-
cisa a tavolino». to... » stanno aspettando. Devo an- na parola. Poi il Fondatore sva-
– Beh... se a voi va bene co- – Bravi rotti in culo! E non dare, Bob. nì in una nuvoletta azzurra che
sì, reciòn, va bene così anche cambiatelo mai, casso! Il Gran Prio- profumava di sigaro cubano. Il
per me. In fondo... non sono più re i n ca r ica Gran Priore in carica raccol-
io il Priore, no? Se anche nel- non disse nien- se le sue valigie mentre il cielo
la Compagnia de Calza han- dell'alba si colorava di una tin-
no vinto i reciòni, come hanno ta morbida. Reciòn, rimugina-
vinto nel mondo, vuol dire che va tra sé. Reciòn, non sono
doveva andare così. Quin- mai riuscito a capire il si-
di avanti così. Resteremo gnificato di questa pa-
comunque sempre uni- rola. Adesso il cie-
ci e inimitabili. Anche da lo si dipingeva di
reciòni. un rosa pallido. ◉

D a tempo immemora-
bile in occasione del-
la festa di San Marco,
di cui parleremo un’altra volta,
si usa offrire alla propria amata
Origini e leggende sul bocolo marciano
credi affida ad un soprag-
a suo tempo cresciu-
to sulla prima tomba
dell’Evangelista. Piantato
nel giardino della casa del ma-
rinaio Basilio, il roseto diviene
un bocciuolo di rosa rossa dal giunto eroe un boccio- il confine della proprietà divisa
lungo stelo detto appunto bo- lo di quel roseto affin- tra i due figli. Biblicamente av-
colo. Sulle origini di tanto do- ché lo porti in memo- versi i fratelli si odiano e danno
no dall’ineffabile simbolismo ria alla amata Ma- origine a due famiglie recipro-
sono note ipotesi leggendarie ria. L’eroe giun- camente e secolarmente osti-
e avventurosissime, di sangue ge a Venezia al- li se non nemiche. Quand’ecco
amore e fedeltà. la vigilia della fe- che il giorno di San Marco, di
Uno. Il contrastato amore sta di San Marco tra le foglie e gli esangui boc-
tra la nobildonna ed il trova- 25 aprile e con- cioli dell’antico roseto testimo-
tore. La disparità di censo divi- segna alla nobil- ne d’inveterato odio si occhieg-
de la nobile Maria e lo spianta- donna il bocciolo giano due giovani. Di sesso e di
to Tancredi, poeta. La fanciul- cangiato nel co- famiglie opposte. Nasce di col-
la annovera in famiglia dogi lore dal sangue po l’amore, il roseto tinge tutti i
e condottieri, tra cui dei terri- dell’amato. La suoi fiori di rosso, il giovine ne
bilissimi Orsi. Tancredi ha so- mattina seguen- dona uno alla giovine. Di lì a
lo delle rime. Il giovine par- te Maria vie- poco le nozze sanciscono la pa-
te quindi per la guerra in cer- ne trovata mor- ce tra le due avverse famiglie.
ca di gloria e bottino da porta- ta con il bocciolo Ricordiamo che è obbliga-
re in dote, più che alla sposa, al- rosso posato sul torio regalare il bocolo al-
la famiglia di lei. Dopo aspre e cuore. la propria amata anche se
valorose pugne per contro gli Due. A seguito non se lo merita. E non di-
infedeli di turno, quando tut- del rocambolesco menticate la mamma. ◉
to sembrava mettersi per il me- trafugamento delle
glio, ecco che Tancredi cade spoglie di San Mar-
inopitamente ferito a morte so- co ad un marinaio
pra un roseto di pallide rose ro- della Giudecca, chia- Nicholas Hilliard,
sa o bianche che si tingono di mato Basilio (non John- l giovine nel roseto
rosso con il suo sangue. Tan- ny), venne donato il roseto (c.1588,Victoria&AlbertMuseum,Londra)
pagina 24 marzo 2010 anno 4 numero 26 IL RIDOTTO venezia san marco 2677 campo san maurizio

E m ersion e r a pida ,
emersione rapida. Or-
dino implacabile e ma-
schiamente. E tiro la maniglia
rossa. Tuat tuaaaaaatttttt tuuu-
Romanzo d’appendice: puntata cinquedecima
Le avventure del Marinaio Johnny: allarme rosso
lonna di bianchissima spuma.
Dall’oblò di dritta posso ve-
dere i volti attoniti del Conso-
le Inconsolabile e del suo turpe
aguzzino don Francisco D’An-
uuuat fa la sirena. E la luce lam- di luca colo de fero colferai drea, il massacratore di Ma-
peggiante inizia giustamente racas; e gli sguardi ebeti del-
a lampeggiare: è di quelle vec- le ciurme a bordo degli sca-
chie, che girano, non di quelle Riassunto delle puntate precedenti fi, mentre ci vedono penetra-
stroboscopiche moderne che Grazie all’intervento drastico risoluto e perentorio del creatore re le sideree regioni della liber-
danno fastidio. Mi piace tan- i nostri eroi trovano finalmente una via d’uscita all’impasse tà. Beffati, inermi, impotenti,
tissimo. Qualche volta ho tira- delirante in cui si erano cacciati. Ma il tempo stringe: lo tsunami ci ammirano puntare verso gli
to la leva dell’Emersione Rapi- delle diciassette e trentacinque sta per arrivare... strati più alti dell’atmosfera.
da anche attraccato alla ban- Sono momenti bellissimi, in-
china del Porto delle Camelie, tensissimi, estasianti. Solo un
nell’Isola del Bouquet Perduto poco offuscati dal pensiero che
della Sposa Sconsolata, dove la se avessi dotato il Sommergibi-
filiale locale di CuginoMichele le Rapido ed Invisibile di un pa-
vende della Cachaça Bebede- io d’ali retrattili a scomparsa , o
ra di qualità decisamente supe- anche solo di un paracadute ad
riore. Così: solo per godermi lo eiezione– cosa cui mi accingo-
spettacolo. no ogni due o tre mesi, ma sen-
Dunque tiro la maniglia, il za seguito concreto – ecco, di-
computer di bordo con cal- ciamo: la fase immediatamente
da e sensuale voce femmini- successiva all’emersione rapida
le (per molte volte l’unica com- sarebbe come dire un poco me-
pagna della mia vita di rude Alla ricerca del Marinaio Johnny no rude. Ma non c’è mai tempo
sommergibilista solitario) an-
nuncia: «emersione rapida en-
tro tre secondi, tre...» e il ruggi-
to dell’aria compressa riempie
le casse di zavorra; «...due...» i
I n qualità di Console, fui incaricato dal Gran Priore di conse-
gnare un messaggio segretissimo ed indecifrabile al marina-
io Johnny avvistato in Marocco.
Presi la macchina volante e saltellante a molle Boing Boing
e, giunto sul posto,vidi una bianca casa, con grande intuizione ,
di fare niente, in queste avven-
ture forsennate. Neanche di ri-
dipingere lo scafo, santo cielo,
con la vernice antivegetativa,
che – come disse il Conte Emi-
pesci abissali ci guardano con il quasi subito capii di essere a Casablanca. le – ha proprio bisogno di un in-
loro solito stolido stupito sguar- Entrai nel souk della Medina (città vecchia) tra odori intensi di tervento di estetica depilatoria.
do orbo di pesce abissale sem- spezie profumatissime e profumi speziati, galline nude, appese E infatti la superficie marez-
pre infastiditi da qualsiasi no- semivive, frutta e verdura di tutti i tipi , babbucce coloratissime, zata e spumosa dell’oceano ci
vità di cui neppure si accorgo- di tajine, tchamir, zellij, musharabiya, nbail, rebab, hendire, kha- corre incontro forse più rapida-
no, tranne gli architeuthis che bia, harirta ,moghazni incredibili e tanto altro ancora…. mente di quanto prima la fug-
sono così scemi da volersi ac- All’improvviso un vociante assembramento di persone e cose, givamo nel nostro folle volo. E
coppiare con il mio sottomari- mi fece sussultare. C’era forse il Sommergibile Invisibile ? o il ma- il Principe Maurice e il Corsa-
no ogni volta che lo vedono a rinaio Johnny travestito da arabo che declamava: «Marocchine ro Rosa che, districatisi recipro-
tiro. «...tre.» Ed ecco: saliamo stupende e marocchini meravigliosi, ebbene sì» ecc.. ecc.?? camente, osservano l’immane
con un colpo di reni formida- Nulla di tutto ciò, la speranza svanì come il fumo caldo del bro- dall’oblò di sinistra piatta diste-
bile. Il Corsaro Rosa e il Princi- do che usciva dalla pentola su di un carretto di un venditore di s- sa acquorea su cui stiamo per
pe Maurice cadono uno sopra ciosi con annessi aranci trafitti da aghi di sicurezza occorrenti per impattare duramente ed emet-
l’altro in un groviglio di scarpi- estrarre il gustosissimo mollusco gasteropode polmonato. tono all’unisono uno squittio di
ne, trine, borsette, ciglia finte e In lontananza, sentii dei gridolini arabi ( erg, jebel, ghayta ) pro- spavento (irriproducibile). An-
merletti; e noto anche un appli- dotti dagli alter ego del Principe Maurice e del Corsaro Rosa che che i marinai della Pattuglia di
catore di botox rotolare sul pon- si provavano e riprovavano furiosamente jalabie e caffettani luc- pronto intervento del terribile
te, ma non saprei dire chi dei cicanti di strass e perline, su sete e pizzi rosa, discutendo animata- Don Antonio de Jarola, che da
due l’abbia perduto. mente per il costo con la strega Jurubeba. giorni ci danno inutilmente, la
La velocità aumenta, salia- Mi sembrava di essere al mercato di Rialto, ma molto, molto di caccia ci guardano con un mi-
mo sempre più in alto, sempre più, circondato da vu cumprà, ma molti, molti di meno. sto di stupore e maligna soddi-
più velocemente, precipitevo- Un marocchino mi confidò di aver visto qualche giorno addie- sfazione mentre precipitiamo
lissimevolmente. Dalle buie tro il Sommergibile a Suan Secondo…..ma …. pensai: «Cosa sono incontro al mare.
profondità oceaniche svettia- venuto a fare se poi l’Invisibile è in laguna dietro San Servolo “? Ma ecco! Puntuale ed inevita-
mo rapidissimi alla luce. Ed ec- Solo più tardi capii che si trattava di Hassuan II». bile lo tsunami delle diciasset-
co emergiamo sparati come un Fortunatamente, Silvy, ( si capisce dal nome) viandante romana te e trentacinque ci raccoglie
tappo di champagne su nell’al- ( i romani non mancano mai ) dai capelli rossi e occhi verdi, mi in- con delicata grazia inaspettata
to dei cieli. Ah, vertiginosis- dicò la strada araba da seguire. sulla punta della sua cresta. E
sima emozione di una rapida Arrabattandomi arrivai a Rabat , mentre travolge ogni altra co-
emersione! Sempre più su, ol- Nel frattempo i giardini di marzo si vestirono di nuovi colori. sa, dolcemente ci culla e ci so-
tre la liquida barriera, in cima continua... spinge sul suo cammino verso
ad un’erculea rombante co- l’Inconsolabile Console continua nel prossimo numero...
compagnia de calza «i antichi» venezia IL RIDOTTO – CALENDARIO 30124 san marco 2677 campo san maurizio

L’Oroscopo del mese: febbraio 2010


a cura di strega jurubeba

Ariete – Questo è un TORO Bilancia – Tutto torna a

D mese importante per te,


perché Marte tuo reg-
gente, che era retrogra-
do da dicembre torna con il movi-
mento diretto, portando soluzio-
dal 21 aprile al 21 maggio
I funzionare bene. I proget-
ti in ritardo, i piani che si
erano fermati negli ulti-
mi tempi saranno rivoluzionati. In
breve riuscirai a vedere con chia-
ni e risposte importanti che tanto rezza nella tua mente le soluzio-
aspettavi. Esci da un momento di ni giuste da prendere. Il mese pro-
crisi e riflessione ed entri con il pie- mette cambiamenti e novità nei
de giusto nel nuovo astrale. L’anno rapporti personali o commerciali.
guidato da Venere, amante indi- L’amore resta in questo periodo un
menticabile del tuo reggente, pro- po’ nell’aria. Per tutto aprile il me-
mette molte novità nell’amore e se è buono.
nelle finanze.
Scorpione – Senza dub-

E
Gemelli – Alcune di-
scordie in famiglia ten-
deranno a sparire in
questo periodo. In que-
sto momento l’universo chiede se-
J bio questa è la migliore fase
dell’anno. La tua energia è
buona e molte cose piacevo-
li succederanno questo mese. Stai
attento alle opportunità che arriva-
renità e responsabilità e il tuo cuo- no una dietro l’altra. Le energie so-
re deve fare una scelta portando no ottime e tua creatività è al mas-
in questo delle considerazioni. Un simo. Approfitta queste vibrazio-
buon periodo dell’anno, approfit- ne per creare nuovi progetti di la-
ta questa fase per mettere le cose in voro che daranno risultati in poco
ordine. Un buon mese per comin- tempo. Use le nuove energie e non
ciare una buona terapia, è un mo- guardarti indietro.
mento di pulizia delle emozioni del
passato che non funzionano più. Sagittario – Le que-

F
Cancro – Le questio-
ni finanziarie che sono
state presenti duran-
te gli ultimi mesi pos-
K stioni domestiche sono
in evidenza. È un otti-
mo momento per picco-
le e grandi cambiamenti o anche
traslocare per una casa più gran-

D
sono rientrare in equilibrio. Man- ue nemici,Saturno e Urano, ti fanno pressione: Il primo de e più illuminata. Questo aiute-
tieni però quest’area ancora sopra vuole che le cose rimangano come stanno, l’altro vuole rà anche in un tuo cambiamento
controllo, perché ancora ci sono dei interno. Tuo cuore è più tranquil-
rischi di perdita con delle decisioni dei cambiamenti. Poi però entrerà Venere, la Dea che re- lo e sei più libero del passato, co-
precipitose. Passato e futuro torna- gna sul tuo segno, e ti porterà bellezza, equilibrio e possibilità af- minci a vedere tutto con un nuovo
no a lottare per la supremazia, spe- sguardo. Visibilità e successo ti por-
cialmente nel campo domestico e fettiva e le cose si calmeranno. Entri anche in una fase più roman- tano le energie che hai con te, sei in
familiare. Le strutture antiche de- tica. Arriveranno buone notizie nell’amore e nelle finanze. un momento irresistibile. Un mese
vono dare spazio al nuovo che en- Alcuni problemi domestici; ma finiranno e tutto tornerà alla positivo.
trerà nella tua vita volendo o non
volendo. Mese con lavoro, nuovi normalità. Preparatevi per cambiamenti interessanti, nuovi e li- Capricorno – Duran-
progetti, successo e visibilità.
Leone – Da questo me-
beratori. Buona fortuna.
Caratteristiche: persistente, paziente, materialista. Pianeta L te tutto il mese un co-
stante movimento dei
pianeti Plutone e Satur-

G se finalmente termi-
nano gli effetti di Mar-
te retrogrado che ha
pregiudicato i tuoi passi, decisio-
ne, progetti e anche l’amore. Avrai
reggente: Venere. Elemento: Terra. Pietra: Zaffiro. Colore: ro-
sa e azzurro.
no resterà presente. Il momento è
ottimo per gli affari, negoziazio-
ni, riunioni e anche viaggi. Le tue
emozioni passano per una specie di
temporali, ma finirà. Un mese buo-
un eccesso di energie che deve es- no per le riconciliazioni e dialoghi.
sere trasformato senza paura in de-
terminazione per i tuoi progetti. Sa- Acquario – È necessa-
ranno possibili dei lunghi viaggi, e
avrai voglia di vedere nuove cultu-
re. Con il nuovo anno astrale, una
nuova vita con più senso e buoni
progetti per il futuro.
A rio organizzare alcuni
sentimenti, valori e ca-
pire meglio le tue neces-
sita materiali. Non dimenticare che
l’energia segue il pensiero. Il mo-
mento è ottimo per le opportunità
Vergine – Hai un ecces- ma è necessaria una organizzazio-

H so di possibilità in que-
sto momento: devi solo
scegliere quello giusto
per te. Le finanze ancora passano
per un periodo di ristrutturazione
Piccolo rito di macumba detto simpatia buono per tutti.

Per attirare la prosperità in casa:


ne mentale. In amore, lascia da par-
te il convenzionale, approfitta di
questo momento per aprire le por-
te del tuo cuore.
e alcune difficoltà saranno presenti Pesci – I pianeti che so-
nei prossimi mesi. Rivedi i rapporto
con i soldi e con il mondo materia-
le. Il tuo campo di energia è molto
aperto, devi stare attento con la sa-
lute. Mantieni una buona dieta e fai
Nella Luna crescente e di giovedì dopo una fumigazione della
casa, fai un bagno e metti un vestito pulito. Prendi un piatto
nuovo e accendi in mezzo una candela di sette giorni. Intorno
alla candela metti otto monete e copri con miele. Lasciaci
B no nel tuo segno, Sole,
Giove, Venere, Urano e
Mercurio ti portano tut-
ti i benefici e la possibilità di cam-
biamenti positivi aprendoti le porte
esercizi moderati. accanto un bicchiere di acqua pulita. Chiamando gli dei, per il successo. Tenta di focalizzare
i tuoi obiettivi per non perdere tem-
spargi cannella in tutti angoli della casa, chiedendo sempre po. Metti i piedi per terra. Questo è
prosperità e abbondanza. Ripetere dopo un mese. un periodo ottimo per l’amore e an-
che per le cose materiali.
compagnia de calza «i antichi» venezia IL RIDOTTO DE I ANTICHI 30124 san marco 2677 campo san maurizio

b c

magio mmx Gemelli


Toro
21 aprile 21 maggio
20 maggio 21 giugno

luni marti mercore zioba venere sabo domenega

27 28 29 30 31


1
Festa del Lavoro
SAN GIUSEPPE
2
S. CESARE, S. ATANASIO
a. 5.05 – t. 19.09
a. 5.07 – t. 19.08 7.44 (tram.) – 23.30 (lev.)
07:00 -30 18:24 +20 00:12 +61 14:40 +38
13:45 +43 07:33 -25 18:45 +27

3
a. 5.04 – t. 19.10
4
S. FILIPPO, S. GIACOMO S. SILVANO, S. NEREO
a. 5.03 – t. 19.12
5
S. PELLEGRINO
a. 5.01 – t. 19.13
6
S. GIUDITTA MARTIRE
a. 5.00 – t. 19.14
7
S. FLAVIA , S. FULVIO
a. 4.59 – t. 19.15
8
S.DESIDERATO,S.VITTORE
a. 4.58 – t. 19.16
9
S.GREGORIO.,S.DUILIO
a. 4.57 – t. 19.17
8.44 (tram.) 0.09 (lev.) – 9.46 (tram.) 0.42 (lev.) – 10.48 (tram.) 1.10 (lev.) – 11.49 (tram.) 1.34 (lev.) – 12.49 (tram.) 1.56 (lev.) – 13.49 (tram.) 2.18 (lev.) – 14.49 (tram.)
00:26 +54 16:09 +36 00:27 +47 22:58 +40 03:47 +16 12:59 +01 03:29 +07 13:52 +01 03:40 -03 14:32 +01
08:09 -19 18:58 +33 08:54 -11 10:00 -05 20:02 +45 11:39 -00 20:15 +50 07:01 +19 20:31 +55 08:27 +25 20:48 +60 09:15 +31 21:08 +64

10 11 12 13 14 15 16
S. ANTONINO
a. 4.55 – t. 19.18
S. FABIO MARTIRE
a. 4.54 – t. 19.19
S. ROSSANA
a. 4.53 – t. 19.20
S. EMMA
a. 4.52 – t. 19.21
S. MATTIA AP.
a. 4.51 – t. 19.22
S. ACHILLE
a. 4.50 – t. 19.23
ASCENSIONE
a. 4.49 – t. 19.24
2.40 (lev.) – 15.51 (tram.) 3.04 (lev.) – 16.55 (tram.) 3.31 (lev.) – 18.01 (tram.) 4.02 (lev.) – 19.09 (tram.) 4.41 (lev.) – 20.17 (tram.) 5.28 (lev.) – 21.20 (tram.) 6.26 (lev.) – 22.16 (tram.)
03:58 -12 15:06 +02 04:21 -21 15:38 +03 04:47 -29 16:09 +04 05:15 -34 16:41 +07 05:46 -37 17:15 +10 06:19 -38 17:51 +15 06:55 -37 18:32 +20
09:53 +37 21:29 +69 10:28 +41 21:53 +73 11:03 +45 22:18 +75 11:39 +47 22:45 +76 12:17 +48 23:14 +74 12:59 +48 23:44 +70 13:46 +47

17 18 19 20 21 22 23
S. PASQUALE CONF.
a. 4.48 – t. 19.25
S. GIOVANNI I PAPA
a. 4.47 – t. 19.26
S. PIETRO DI M.
a. 4.46 – t. 19.27
S. BERNARDINO DA S. S.VITTORIO MARTIRE
a. 4.46 – t. 19.28 a. 4.45 – t. 19.29
S. RITA DA CASCIA
a. 4.44 – t. 19.30
PENTECOSTE
a. 4.43 – t. 19.31
7.31 (lev.) – 23.04 (tram.) 8.43 (lev.) – 23.44 (tram.) 9.57 (lev.) 0.17 (tram.) – 11.11 (lev.) 0.47 (tram.) – 12.24 (lev.) 1.14 (tram.) – 13.37 (lev.) 1.40 (tram.) – 14.49 (lev.)
00:16 +64 14:43 +46 00:51 +56 15:52 +46 01:33 +45 17:11 +49 02:39 +34 18:22 +54 01:16 +19 11:39 -07 02:15 +07 12:52 -03 02:56 -05 13:52 -01
07:35 -32 19:25 +25 08:20 -26 20:44 +30 09:14 -19 23:05 +29 10:21 -12 05:03 +25 19:15 +59 07:13 +26 19:58 +65 08:35 +31 20:35 +69

24 25 26 27 28 29 30
B.V.MARIAAUSILIATRICE S. BEDA , S. URBANO
a. 4.42 – t. 19.32
2.07 (tram.) – 16.01 (lev.)
a. 4.42 – t. 19.33
2.37 (tram.) – 17.13 (lev.)
S. FILIPPO NERI
a. 4.41 – t. 19.34
3.11 (tram.) – 18.23 (lev.)
S. AGOSTINO
a. 4.40 – t. 19.35
S. EMILIO M. , S. ERCOLE
a. 4.40 – t. 19.35
S. MASSIMINO
a. 4.39 – t. 19.36
3.51 (tram.) – 19.30 (lev.) 4.37 (tram.) – 20.30 (lev.) 5.31 (tram.) – 21.22 (lev.)
SS.TRINITÀ
a. 4.38 – t. 19.37
6.30 (tram.) – 22.05 (lev.)
03:33 -16 14:43 +02 04:07 -25 15:27 +05 04:41 -32 16:07 +09 05:14 -36 16:44 +14 05:46 -38 17:19 +18 06:18 -38 17:54 +23 06:50 -35 18:30 +27
09:33 +37 21:09 +72 10:23 +42 21:40 +73 11:08 +45 22:10 +73 11:50 +47 22:38 +72 12:33 +48 23:05 +68 13:15 +48 23:30 +64 14:00 +47 23:54 +59

31
VISITAZ. B.M.V.
a. 4.38 – t. 19.38
7.32 (tram.) – 22.40 (lev.)
1 2 3 4 5 6
07:22 -31 19:12 +31
14:47 +46

Giovanni Antonio Canal, detto il Canaletto (Venezia, 7 ottobre 1697 – Venezia, 19 aprile 1768) Capriccio (1743, olio su tela, 108 x 129,5 cm, Royal Collection, Windsor)
venezia san marco 2677 campo san maurizio IL RIDOTTO marzo 2010 anno 4 numero 26 pagina 27

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Paolo Fiorindo EFFETTI DE «IL RIDOTTO»SUL LETTORE


ENZO ROSSI RÒISS
Bissa bògoea
Una fiaba nera, una tragica storia d'amore,
un racconto teatrale orrido e inquieto.
Calembour ...one ROISS POEMI DOPING
La zingarELLA MarcELLA con la sorELLA MirELLA, CANZONIERE
versò dalla mastELLA alla padELLA,
pezzetti di mortadELLA,
fece una pastELLA di mozzarELLA in una scodELLA,
travasò la porcELLA novELLA con gallinELLA e vitELLA.
Aggiunse cannELLA e besciamELLA
alla tagliatELLA nella bacinELLA.
Quindi con budELLA e cervELLA
di coccinELLA a bassa fiammELLA e
del tonno maruzzELLA di BrisighELLA,
condì nella catinELLA,
con NutELLA e citronELLA
la frittELLA paffuttELLA.
Risultato: cagarELLA.
L’Inconsolabile Console
Ritorna il mito dell’anguana, creatura
acquatica del bestiario pagano che
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«I Antichi»
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Carlo Bullo, Sebastiano Casellati, Bruno Dolcetta, Alessandro Burbank,
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