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anno 4
numero 26
marzo 2010
D onne meraviglio-
se ed uomini stupen-
di, ebbene sì! Mentre la
natura si risveglia e gli uccelli-
ni cinguettano e zefiro soffia e
menti (forse più meno che più)
ecco a voi il numero di aprile
del Ridotto.
Dopo il diluvio di pagine del
numero scorso speciale carne-
in questo numero
Cartoline dall’altra sponda
le giornate si allungano e tutti vale, torniamo ad una tiratura
sentono fremiti più o meno so- più limitata consona anche al- Avventura sul Rio Uruguai
piti risvegliarsi più o meno fre- le nostre forze inesorabilmente
declinanti, seppur lentamente Tarocchi: il Baratto
. Vi troverete un accenno
postumo di campagna L’ultima notte di Carnevale
elettorale: postumo
ma necessario. Poesia – Musica – Libri – Il Marinaio Johnny
E un raccon-
to post carne- L’Oroscopo della Strega Jurubeba
valizio del
nostro be- Risi e bisi
nea mato
priore, co-
me spes-
so in bili- pisce la fatica che fanno) e che stre a Firenze. Buona lettura. ◉
co tra so- non ci stancheremo mai di rin-
gno e re- graziare: Neno Brazil in canoa
altà (am- e cavallo lungo il Rio Uruguai;
bedue: il Michael Krondl a Innsbruck
racconto peri krapfen; Paolo Fiorin-
e il priore). do a Torre di Mosto con le
Ci sono le galline; e poi Valeria Bol-
c on s u et e gan con i circhi a Vene-
pagine che zia, Lucas Christ con la
i nostri ine- musica; Andrea Vita- il ridotto è una testata
stimabili colla- li con i Tarocchi; Ma- un po' abbronzata
boratori vergano ria Luisa Pavanini e anche registrata
assiduamente da con i gatti tra ar- non è una puttanata
ogni angolo del glo- te e storia; e l’oro- neanche una bischerata
bo terracqueo (e chi scopo della Stre- e men che meno una puttanata
si intende di geo- ga Jurubeba; e o una stupida vaccata
grafia, ma anche la visita ai mu- o un'emerita stronzata
di geometria, ca- sei e alle mo- o una brutta scivolata
stre (che piac- direi che è una trovata
ciono a lui) di una furbata
leggete e diffondete Colo de Fero;
e le avventu-
una genialata
un'impennata
« il ridotto » re calembouri- un'alzata
de i antichi stiche del Con-
sole Inconsola-
una ventata
non è mica una sbandata!
è divertente bile che, chissà
e anche perché è andato a
intelligente Casablanca in cerca
del Marinaio Johnny,
senza per altro trovar-
ilridotto@iantichi.org – www.iantichi.org lo perché non era lì. E tan-
te altre belle cosette tra cui
vogliamo segnalare infine un
articolo dedicato a Willibald
Holzinger, che ha ripreso a pie-
no regime la sua attività di ar-
tista e che vedremo presto a Ve-
nezia dopo le sue prossime mo-
pagina 2 marzo 2010 anno 4 numero 26 IL RIDOTTO venezia san marco 2677 campo san maurizio
Ricordi elettorali: «La Notte delle Elezioni» (o Erezioni, volendo e potendo) del 1. aprile 2005, ultimo giorno della campagna per le
amministrative di quell’anno, venne annullata per morte papale. Prevedeva la pubblica previsione dell’esito delle elezioni comunali
cittadine tramite la lettura dei bonigoli (ombelichi) dei candidati ad opera del professor Michael Von Bohrug (il grandissimo Michele
Cuginomichele Busetto). I bonigoli qui sopra in panoplia (uno ciascuno per gli undici competitori, più uno per eventuali candidati
dell’ultima ora) stampati su lucidi avrebbero dovuto essere proiettati su megaschermo in campo San Maurizio provocando ad arte l’ilarità
del pubblico. Al termine, o anche durante, I Antichi avrebbero servito a tutti i partecipanti ottime sardelle ai ferri con polenta, che pur
aquistate in grande copia (e squamate ed eviscerate) vennero pantagruelicamente banchettate in privato. La beffa elettorale, per ovvi e
inevitabili motivi di rispetto e lutto, non ci fu. E forse non sarà mai più.
Per i più curiosi un giochino: uno di questi non è un ombelico ma un’altra parte del corpo umano maschile o femminile; dovete trovarlo.
Mascheroni - Questi quattro mascheroni apotropaici in puro gusto tardo rinascimentale veneziano si trovano nel raggio di cento
metri da casa mia. Un tempo ce n’erano molti di più; ora, purtroppo, no. (foto David Vatovec).
Andiamo al Circo!
Chapiteaux galleggianti: il Circo Togni a Venezia II
E ravamo rimasti alla
parata, perché questo è
il nome da dare alla sfi-
lata che i protagonisti di un cir-
co, siano essi umani o anima-
di valeria bolgan
troupe di trapezisti nota come
Gli Angeli Volanti, accanto ad
altri sei Togni, tra i quali Cesa-
re, Oscar, Wioris e lo stesso Da-
rix. Quest’ultimo infine fu for-
li, fanno al loro arrivo in città; le pertiche libere e il funambo- nei numeri di cavalli in libertà. se l’attrattiva maggiore dello
il fatto stesso di vedere nella lismo per non tradire la prima Il secondo con i bianchi di Li- spettacolo veneziano. O forse
città galleggiante tigri, caval- delle tre anime di un circo che pizza in alta scuola faceva capo il nome leggendario aveva gio-
li, elefanti in piramide sul pon- si rispetti: l’acrobazia. La se- alla celebre dinastia dei Car- cato la sua buona parte; certo è
te degli Scalzi, cammelli a San conda, che fa capo alla clowne- rè. L’alta scuola è una discipli- che l’immagine colossale, sel-
Marco era cosa davvero insoli- rie, ossia alla capacità di ride- na nata alla fine dell’ottocento vaggia di Darix in abito da gla-
ta, anche se le cronache ricor- re sulle serie performance pre- e rispettata, ricercata, raffina- diatore tra dieci esemplari di ti-
dano che nell’agosto del 1910 sentate, offriva un cast di tut- ta dalle più rigorose dinastie di gri del Bengala e sei leoni rea-
li non deve essere stata un’im-
magine facilmente dimentica-
bile. Darix, la leggenda tra i fe-
lini, divenuto domatore per ca-
so in cinque giorni, nel settem-
bre del 1946 fu il solo esempio
umano ad entrare nell’univer-
so felino con la stessa elegan-
za di gesto con cui affrontava la
vita. Venezia fu da sempre una
meta per lui e vi riuscì proprio
in quell’estate del 1954 quan-
do, per ringraziare un pubbli-
co tanto affettuoso, decise di
proporre un numero fuori pro-
gramma, forse non sapendo
che quella prima ve-
neziana avrebbe
a Sant’Elena sbarcò il colos- to rispetto. Vi era il Trio dato i natali
so tedesco Krone e nel febbra- Cavallini (Luigi Ca- di una
io 1954 lo stesso teutonico in so- vallini, Pietro e
sta a Mestre, sfilava tra le cal- Peppino Ba-
li; se a tutto ciò si aggiunge, pe- laguer), come
rò, una riflessione sul soggetto intrattenimento
in questione, la rarità di un cir- tra un numero e
co a Venezia in epoca moder- l’altro a rivisitare le
na si assottiglia ulteriormente classiche gag, ed era-
sfiorando il concetto di unicità. no tra i gruppi di comi-
Già l’estate del ’54 fu la prima e ci cosiddetti cassettoni, sempre nel
unica lagunare da centro stori- tra i più rinomati, menzio- mondo. Al Circo c a r r ier a
co in tutta la storia dei Togni, nati dallo storico Cervellati, Nazionale di Darix Al- senza tem-
per uno spettacolo tradizional- accanto al celebre trio Fratel- bert e la moglie Violette Car- po al suo ere-
mente inteso. lini. Accanto ad essi la figura rè presentarono un numero di de più prezio-
Il Circo Togni di quell’estate di Wioris Togni, fratello di Da- estrema eleganza. Ma il caval- so: il primogenito Livio. A soli
prevedeva un programma che rix e figlio di Ercole, augusto di lo non fu certo il solo animale quattro anni, nella città lagu-
farebbe invidia perfino a qual- rinomato e indiscusso presti- presente in un circo che van- nare, accanto a papà Darix. ◉
che contemporaneo. Se fossi- gio. Come il padre, anche Wio- tava uno degli zoo viaggianti
mo noi a sfilare, ora, tra quegli ris, tra le numerose specialità più vasti d’Europa: scimpanzè,
artisti, riconosceremmo non di cui era padrone, non tradi- cammelli, cani, ma soprattut-
solo dei nomi, ma forse le mi- va nemmeno l’arte della comi- to elefanti e felini. I pachider-
gliori famiglie internazionali cità più popolare. La terza ani- mi che salutarono la città dal
suddivise per specialità. E al- ma del circo è quella equestre, ponte degli Scalzi avevano un
lora, ecco i numeri più classici che lo ricollega alle origini più papà prestigioso: si chiamava Sopra: altri momenti della sfilata
succedersi sopra ad una pista antiche e primordiali. L’utiliz- Ugo Miletti e in pochi purtrop- veneziana del Circo Togni nel luglio
di segatura. I trapezi oscillan- zo del cavallo venne affidato a po lo ricordano oggi come va- del 1954.
ti del Duo Loredani, i numeri due numeri. Il primo faceva ca- lente domatore di elefanti. I più Cartolina commemorativa del Circo
di alto equilibrismo dei fratel- po a Dolly Togni, altra figlia di lo immaginano a testa in giù, Krune per la tournée veneziana
li Martini, le performances al- Ercole, splendida cavallerizza, come uno dei tre porteurs della nell’agosto del 1910.
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venezia san marco 2677 campo san maurizio IL RIDOTTO marzo 2010 anno 4 numero 26 pagina 7
H a riaperto dopo un
restauro radicale, che
non è ancora finito, il
Museo di Storia Naturale di
Venezia. Uno dei musei più no-
Il nuovo Museo di Storia Naturale di Venezia
le spoglie un tempo polverose
e muffite risplendono e, grazie
all’abilità dei tecnici, sembrano
quasi finte, il che toglie il sento-
sono andato in visita, di luca colo de fero colferai professor de lettere a riposo re da Familgia Addams che un
ti ai veneziani, visto che ci han- tempo aveva la sezione. Parlia-
no portato alle elementari tut- mo anche di Giovanni Miani
ti quanti (anno dopo anno) e non solo gli esseri viventi (e gli nuova disposizione essi (i lasci- (Rovigo, 17 marzo 1810 – Nan-
dato che ha sede nel più stra- umani in particolar modo) ma ti) raccontano quindi come sia gazizi, novembre 1872) che fu
no dei palazzi sul Canal Gran- anche e di più come si sia mo- mutato il rapporto tra uomo e a Venezia cantante con voce di
de, il Fondaco dei Turchi biz- dificato nei secoli il
zarramente (è il minimo che
possiamo dire) restaurato nel
1860 . Che è un poco inquietan-
rapporto dell’uomo
con il mondo che
lo circonda. Il tut-
⓶
te ma è una sede perfetta per il to necessariamen-
museo. te dal punto di vista
Il risultato è notevole; secon- veneziano. Si co-
do il Procurator Grando, che è mincia con un per-
un appassionato di scienze de- corso cronologico,
vianti, addirittura entusia- dal brodo primor-
smante. Non avendo titoli per diale alla nascita
giudicare i restauri strutturali degli ominini. E si
diciamo che ci sono parsi fatti continua osservan-
bene: è tutto moderno ma sen- do come cultura e
za quell’aria tecnologica pro- natura si siano af-
vincialissima che caratteriz- frontate nella men-
za gran parte dell’architettura te dell’uomo (non
⓵ mondo, o natura se
volete. Prendiamo
il raccapriccian-
baritono, tecnico agrario, pe-
dagogo, studioso, rivoluzio-
nario con Daniele Manin e co-
te fondo del conte stretto all’esilio dagli austria-
Giuseppe De Rea- ci preferì poco a poco diventa-
li, che tra il 1898 e il re esploratore invece che esule,
1929 sterminò deci- cosa che lo porterà ad Atene e a
ne e decine e deci- Smirne e poi in Egitto (1859) al-
ne e decine e deci- la ricerca delle sorgenti del Ni-
ne di animali di tut- lo, arrivando fino in Uganda
te le razze forme e a meno di sessanta chilometri
dimensioni e li fe- dalla meta; ed infine(1871) da
ce impagliare in in- Khartoum fino in Congo, do-
combenti trofei; al- ve morì. Ebbene, diciamocela
la sua morte (senza senza giri di parole: come tut-
eredi diretti) gli ere- ti gli avventurieri del tempo,
di indiretti pensa- più che esplorare predava tutto
rono meglio di affi- quello che trovava, rivenden-
darli al museo. Ora dosi il meglio (se possibile) nel-
italica contemporanea.
È ammirevole la trasforma-
zione intenzionale del museo
bene, vien da dire).
Il problema più
grande che il nuovo
⓷
in quattro musei intrecciati, allestimento dove-
non tutti ancora totalmente di- va risolvere era l’in-
sponibili, che mostrano soprat- gombrante (e since-
tutto come si siano evoluti nel- ramente in due casi
la storia terribile) eredità
dei lasciti che si
sono succedu-
ti nei secoli fi-
no ad oggi e che
istituzional-
mente il mu-
seo deve con-
servare. Nella
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tata. A questa categoria appar- sale (periodico d’informazio- gati metaforicamente alla dol- austriaci arrivarono per la se-
tengono anche i krapfen tanto ne stampato a Firenze nel Set- cezza dei krapfen: «sei bella co- conda volta a Venezia (1814-
amati in Tirolo. tecento) il 7 aprile del 1790 Le- me un krapfen» era un otti- 1866), furono accolti – anche
L’origine del Krapfen proba- opoldo II d’Asburgo (prima mo complimento, all’epoca. E se a torto – come salvatori del-
bilmente risale al medioevo, granduca di Toscana e poi im- quando si entrava così intimi- la città al posto dei francesi. Si
nell’Europa centrale. in una ri- peratore del Sacro Romano Im- tà con una dama da poter con- sarebbe tentati di attribuire an-
cetta del 1531 troviamo un mix pero e anche re d’Italia) ave- dividere un krapfen, allora era che i bomboloni di all’influsso
di miele e vino, oltre agli usua- va distribuito al popolo tremi- tempo di farle la proposta. degli austriaci (in fin dei con-
li uova, farina e lievito. Da que- la libbre2 di prosciutto, tremila Non sembra esista traccia del ti Leopoldo II era granduca di
ste antiche ricette sembra ci ca- libbre di vitello arrosto, tremi- primo arrivo del krapfen a Ve- Toscana) ma anche qui non ho
pire che i krapfen fossero senza la pani e duemila krapfen dopo nezia. O almeno: io non sono altra prova che la somiglianza
ripieno. Al posto del ripieno c’è la cerimonia (molto cara agli riuscito a rintracciarlo. Presu- molto evidente della ricetta. ◉
qualche indicazione che fosse- austriaci) in cui l’imperatore e mibilmente è arrivato in cit-
ro immersi nel miele, o anche i rappresentati dei suoi domi- tà con l’occupazione austriaca
in una specie di crema di frut- ni si scambiavano reciproci vo- dopo la caduta della Repubbli- Note
1. dal tredicesimo secolo il termine Fa-
ta, ottenuta soprattutto da me- ti di fedeltà. Alquanto tirati, se ca e la cessione di Venezia dalla sching starebbe quasi per «ultima bevuta
le o prugne bollite lentamen- devo dirlo, ma gli Asburgo era- Francia all’Austria (1798-1804); veloce» prima della Quaresima.
2. una libbra è quasi mezzo chilo: 453,6
te senza l’aggiunta di zucche- no noti per essere piuttosto tac- anche se si può essere ragione- grammi; ma il peso varia secondo le epo-
ro fino ad una consistenza cre- cagni. E i krapfen non erano a volmente scettici sulla rapidità che e i luoghi.
mosa, un tempo pratica molto buon mercato. Venivano ven- con cui i veneziani si siano fat-
diffusa nell’Europa Centrale duti a uno o due Kreutzer sen- ti contagiare dalla moda tutta
e ancora oggi usuale nei paesi za ripieno e al doppio con il ri- austriaca del krapfen. E non mi
anglosassoni. In questo gli an- pieno. Il che significava un’ora stupirei affatto di scoprire che
tichi krapfen devono aver ras- o due di salario per un lavora- fosse già conosciuto in una cit-
somigliato moltissimo ai frit- tore dipendente dell’epoca. E tà che anche se in declino era www.spicehistory.net
ti mediorientali, o almeno ai quelli davvero buoni costava- pur sempre una metropoli co- traduzione e adattamento
luca colferai
sufgagnà le frittelle della festa no ancora di più. Si può giu- smopolita e incrocio di molte
ebraica di Channukkà (la festa dicare la qualità di un krap- culture, mode e novità. Come
delle luci) che si possono trova- fen dall’anello chiaro che cor- che sia, i veneziani non hanno
re anche al Ghetto di Venezia. re lungo il bordo. Il suo spesso- tardato molto ad abbandona-
Il ripieno sembra essere en- re vi indica che la pasta era leg- re eventuali riserve naziona-
trato nei krapfen solo dopo che gera abbastanza da non affon- liste e hanno adottato il krap- Nelle immagini, a pagina 18:
si furono diffusi nelle grandi dare nel grasso di cottura. Pre- fen come proprio. Non dimen- krapfen in una pasticceria di
città. A Vienna erano chiamati sto nacquero modi di dire le- tichiamo infine che quando gli Innsbruck; Pietro Leopoldo II
Faschingskrapfen a causa del- granduca di Toscana prima di
la loro stretta associazione con diventare imperatore del Sacro
il carnevale (detto appunto Fa- Romano Impero;
sching) anche se il loro consu- in questa pagina: l’imperatore
mo non era affatto limitato Francesco Giuseppe
solo al periodo carna- in gondola con
scialesco. Secon- l’imperatrice
do la Gazzet- Elisabetta
ta Univer- nel 1856.
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te tempo di preparare un arti- dos Padres, uno dei punti più al- no dell'altopiano, con le sue pa- fini di quattro paesi del Sud
colo sugli argomenti abituali ti del Brasile, con un'altitudine reti verticali di rocce basaltiche. America.
per Il Ridotto, ecco un racconto media di novecentocinquanta Anche l'altopiano Campo dos Seguendo il viaggio percor-
su questo grande fiume che na- metri sul livello del mare e pic- Padres è un patrimonio natura- so dalle acque, incontriamo va-
sce in Santa Catarina per sfo- chi oltre i milleottocento metri le di Santa Catarina in cui si ri- rie sorgenti, torrenti e cascate.
ciare nel vasto estuario del Rio (tra cui il punto più elevato abi- esce a mantenere un buon equi- Sfortunatamente abbiamo tro-
della Plata in direzione dell'At- tato in Brasile). In queste zone la librio tra un'attività turistica sa- vato anche vaste piantagioni di
lantico, al confine tra Urugay e vegetazione è composta quasi lutare e con un alto grado si sen- Pinus Elliotii, un pino a cresci-
Argentina. esclusivamente di graminacee sibilizzazione ambientale: il tu- ta rapida di origine nordameri-
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cana (tra Canada e Stati Uniti) Osmaro Weimer di ottantacin- Santa Catarina. te in quel periodo sono già state
coltivato per scopi commercia- que, detto Zio Male, gli ultimi Negli anni settanta il Rio costruite e la popolazione delle
li, ma la cui presenza, soprattut- testimoni viventi dei tempi sel- Uruguai iniziò ad essere sfrut- rive del fiume conosce e convi-
to in queste zone, è molto peri- vaggi della colonizzazione. Co- tato come valida alternati- ve ormai da anni con tutti i pro
colosa perché aumenta l’acidi- me noterete dai cognomi i co- va per la produzione di ener- e i contro delle conseguenze
tà del terreno inquinando irre- lonizzatori erano in gran parte gia elettrica. Nel suo percorso ambientali, culturali ed econo-
parabilmente le falde acquifere. italiani e tedeschi. verso occidente il fiume, defi- miche di questo tipo di svilup-
Per conoscere meglio il Rio Le pinete del Brasile meridio- nendo la frontiera tra gli stati po. L’ultima delle grandi dighe
Uruguai l’Istituto Ekko Brasil nale furono sfruttate intensiva- di Santa Catarina e Rio Grande entrerà in funzione a Chapecó
ha quindi organizzato una na- mente – il che significa per que- do Sul, si allarga e le sue rapi- (la Capital do Oeste) nel 2011. ◉
vigazione nelle sue acque per gli anni rase al suolo – a parti- de acque rallentano solo negli
cartografare e fotografare, con re dalla prima Guerra Mondia- enormi bacini artificiali del- continua...
l’aiuto delle immagini satelli- le fino agli anni settanta. Il ciclo le dighe idroelettriche di Bar-
tari, tutto il bacino catarinense
del fiume; per formare una ban-
ca dati utile per la pianificazio-
ne del turismo responsabile in
questa regione. In fin dei con-
ti il bacino dell’Uruguai occu-
pa una grande parte dello ter-
ritorio continentale dello stato
di Santa Catarina, e costituisce
un importantissimo patrimo-
nio vivente, sia per la gestione e
lo studio della biodiversità, che
per le sue attrattive naturali.
Il turismo d’avventura, la pe-
sca sportiva, il turismo equestre
e il turismo scientifico sono atti-
vità che lavorano dentro la na-
tura e promuovono – tra le al-
tre cose – la sua conservazione
come base per il loro sviluppo.
Il vecchio Uruguai offre un’al-
tra possibilità di turismo: la sua
storia.
Nella storia dello stato di San-
ta Catarina il Rio Uruguai fu la
strada per la consolidazione del
territorio nell’estremo occiden-
te. Usando la logica della loro
epoca, i primi coloni vivevano
sfruttando la foresta nativa, ab-
battendola e vendendola, usan-
do il fiume come mezzo di tra-
sporto per un’enorme quantità
di legname.
In quei tempi molte vite e mol-
te fortune furono create e di-
strutte nel gioco delle grandi
zattere che galleggiavano spin-
te dalla corrente del fiume. Le
zattere erano ottenute legan-
do insieme con corde vegetali
decine di tronchi calati nell’ac-
qua all’alzarsi del livello del fiu-
me e lasciati alla deriva per di- economico del legname era pe- ra Grande, Machadinho, Ita, La prima puntata del docu-
scendere fino a São Borja nel rò solo l’inizio. La ricchezza pro- Usina de Foz costruite nell’ul- mentario, della durata di una
Rio Grande do Sul e da lì fino dotta da questa attività, unita- timo quarto del novecento. quindicina di minuti e in lingua
all’Argentina. mente all’agricoltura e all’al- Erano gli anni del regime mi- portoghese, la trovate qui.
Abbiamo intervistato vecchi levamento, trasformò la re- litare e dominava la mentalità
zatterieri, il novantasettenne gione del bacino del Rio Uru- dello sviluppo ingegneristico e www.ekkobrasil.org.br
Italo David Lucca, Vitor Felchi- guai in una parte fondamenta- del dominio sulla natura. Mol- traduzione e adattamento
ner di settantasei anni e Silverio le dell’economia dello stato di te delle enormi dighe progetta- luca colferai
pagina 14 marzo 2010 anno 4 numero 26 IL RIDOTTO venezia san marco 2677 campo san maurizio
«Carissimi lettori
ed affezionati ascol-
tatori! Siamo qua!
Da sentire: il Requiem di Mozart annunciò una serie
frasi cantate da quat-
tro solisti che si uni-
Aprile! Primavera! di lucas christ con rudolf stainer & professor hainz rono in un intrecciato
Caldo! Musica! Tanta quartetto! E di nuovo...
musica! Tantissima mu- l’orchestra ritmata che fe-
sica! Tantissima bella mu- le.. di unico.. ma qui voglio pas- sarebbe rimasto per sempre ce da base al coro... cosa can-
sica! Tantissima bellissima sare la parola al mio amato col- scolpito nei ricordi... dal nul- tano? Qualche parola la capii…
musica! Eh si.. con la prima- lega, Rudolf Stainer, perché ci la iniziò una melodia dolce, ep- “maiestati”… “tremende”…
vera non si risvegliano solo le racconterà questo pezzo a mo- pure singhiozzante, un suono “salvami”.. poi di nuovo una
piante, gli alberi, i fiori, la na- do suo.. caro Rudolf, prego...» caldo ma triste, interrotto po- melodia dolcissima, un vio-
tura, ma anche le gioie musica- «Amici miei! Come state? co dopo da forti ottoni segui- loncello (ora lo so), che introdu-
li! Che meraviglie! Comunque, Ecco, come diceva il Profes- ti dall’ingresso di un coro che ce di nuovo il coro… “recorda-
tra le mille cose che andremo a sor, vi voglio raccontare questo si amalgamò tutto in un’unica re”. Fino ad un punto che fermò
sentire insieme durante questo brano, ma voglio raccontarve- cosa. Poi il tutto si placò fino a il respiro: ricordò un po’ l’ini-
solare mese, troveremo di tut- lo attraverso una storia: la mia quando sentii una voce ange- zio, ma cambiò dopo pochissi-
to, ogni gusto avrà la possibi-
lità di essere appagato! Ma vi
posso già ribadire che è un me-
se esclusivamente strumenta-
le. Dopo un inverno denso di
teatro, di opere travolgenti, di
sorprese, adesso ci possiamo
godere una panoplia di musi-
che sinfoniche e cameristiche,
la cui differenza alla fine non
è poi tanto percettibile in molti
casi, anzi oserei dire che la dif-
ferenza veramente impercetti-
bile! Chiaramente questo va-
le esclusivamente per le com-
posizioni di quelli che si meri-
tano veramente l’appellativo
di compositore! comunque sia,
oltre a sinfonie di Schumann,
sinfonie di Mahler (la quarta e
la nona!! Tanto Mahler!!) poemi
sinfonici esotici di Ravel e con-
trappunti orchestrali del ver-
satile Johann Sebastian Bach,
questo mese avremo modo di
sentire anche una serie di mu-
siche contemporanee, esegui-
te nell’ambito di una rassegna storia! Era tanto tempo fa.. ero lica di un soprano... e di nuo- mo… entrò il coro subito... pia-
giustamente chiamate “nuove piccolino, ancora vivevo nel- vo il coro... con l’orchestra... nissimo… sempre singhioz-
musiche d’Europa” visto che le lontane terre nordiche. Non un crescendo che finì collegan- zante.. non è qualcosa di sere-
sono tutti brani scritti da com- ricordo più nulla di quel perio- dosi senza pausa con una flui- no.. la prima parola.. “lacrimo-
positori di diversa provenienza do, se no poco o pochissimo.. ad dità espressiva alle parti che la sa”. Qui interruppi l’ascolto…
europea (9 aprile, sale apolli- eccezione di una sera. Era una seguirono, tale da non permet- bastava così.. mi ricordo che ri-
nee, Teatro la Fenice). Sicu- gelida notte di mezzo dicembre tere di pensare ad altro se non posi il disco nella custodia, e la
ramente un momento per farsi e mi capitò fra le mani un disco a quello che si stava udendo. guardai ancora per un po’ pen-
una piccola idea di cosa succe- nero che, se lo mettevo dentro Poi, finita la prima parte, iniziò sando a quello che conteneva.
de adesso nell’ambito musica- una scatola nera, essa lo faceva un cosa che pareva un dialogo Sulla copertina c’era scritto so-
le e sulla scena compositiva dei ruotare e da delle altre scatole fra voci e una serie strumenti, lo: “Wolfgang Amadeus Mo-
nostri giorni. Poi avremo mo- veniva fuori della musica. Ora sembrava che si rincorressero zart – Requiem”».
do di sentire dal vivo una me- so che si chiama giradischi, ma e si parlassero, che una fuggis-
raviglia (La Fenice 2 e 3 apri- allora no... comunque era un se rincorsa dall’altra. E poi un
le). Un pezzo di misteriosa bel- disco con una copertina vec- violento pezzo sempre col coro,
lezza. Una cosa straordinaria. chia con una figura di un vol- unito da una orchestra che in-
Anche se si tratta di una com- to con un una parrucca bian- cideva il suono con ritmi decisi Sopra: «Wolfgang Amadeus Mozart
posizione che è paragonabile ca che guardava pensieroso in fino a chiudere e interrompere dirige il suo Requiem dal letto di
ad una celebrità mondiale, co- basso... incuriosito dalla figu- nettamente il tutto, come qual- morte» incisione tratta dal dipinto
nosciuta da tutti, si tratta co- ra misi il disco nella scatola ne- cuno avesse urlato STOP!! E di Mihály Munkácsy (nome d’arte di
munque di qualcosa di specia- ra e la accesi. Quello che ne uscì poi... un trombone da solo che Michael von Lieb; 1844 – 1900).
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La figura del Bagatto, un pre- Un testimone oculare: Tommaso Garzoni liere che certamente non si sa-
stigiatore per eccellenza o abile rebbe seduto per mangiare con
imbonitore, è rappresentato nei Anche se non riguarda espressamente questo trionfo dal punto di vista ico- un oggetto così ingombrante,
Tarocchi Visconti Sforza da un nografico, penso sia interessante conoscere gli scritti seguenti che riporto a meno che questo non servis-
personaggio riccamente vesti- dall’opera Il Serraglio de gli stupori del mondo di Thomaso Garzoni da Bagna- se per fare, appunto, qualcosa
to, seduto ad un tavolo sul qua- cavallo, opera del 1585, e questo per tre motivi: il primo è per conoscere l’atteg- d’altro.
le compaiono diversi ogget- giamento che gli uomini del Rinascimento assumevano nei confronti dei gio- Il Medioevo sembrava mo-
ti, con in mano una bacchet- chi dei prestigiatori; il secondo perché appare la parola bagatteglieri in rife- strare sentimenti ambivalen-
ta, il tipico strumento adottato rimento appunto a coloro che svolgevano tale attività; il terzo infine per due ti nei confronti dei giocolieri
per questa professione (figura esempi che l’autore riporta di giochi di prestigio rinascimentali attuati con le (il termine prestigiatore, con-
1). Ritengo che le affermazioni carte. Il titolo completo dell’opera è Il serraglio de gli stupori del mondo, di To- trazione di prestidigitatore, è
che individuano in questa im- maso Garzoni da Bagnacauallo. Diuiso in diece appartamenti, secondo i vari, di estrazione moderna: 1835).
magine, come in quella presen- & ammirabili oggetti. Cioè di mostri, prodigii, prestigii, sorti, oracoli, sibille, so- Le loro esibizioni erano infatti
te nei Tarocchi d’Este (figura gni, curiosita astrologica, miracoli in genere, e marauiglie in spetie, narrate da’ generalmente gradite, ma i lo-
2), una tavola imbandita per un piu celebri scrittori, e descritte da’ piu famosi historici, e poeti, le quali talhora ro metodi vennero spesso con-
pasto non siano esatte, in con- occorrono, considerandosi la loro probabilita, ouero improbabilita, secondo la dannati specialmente da gen-
siderazione degli oggetti posti natura. Opera non meno dotta, che curiosa, cosi per theologi ... come per filoso- te di Chiesa e magistrati che a
sul tavolo e in mano al Bagatto fi ... arricchita di varie annotationi dal m.r.p.d. Bartolomeo Garzoni suo fratel- volte vietarono loro di esibir-
in quelli d’Este, e per il signifi- lo ... Con tre copiosissime tauole. I passi sotto riportati appartengono all’edizio- si in alcune città. Nel 1250, per
cato del termine Bagatella co- ne stampata a Venezia «appresso Ambrosio, et Bartolomeo Dei, fratelli. Alla li- esempio, Luigi XI vietò l’entra-
me sopra abbiamo evidenziato, braria dal San Marco, 1613». ta ad acrobati e prestigiatori in
cioè cosa di poco conto, il qua- diverse città francesi.
le, per estensione, accomuna- Incomincia l’Appartamento prestigioso del Serraglio Stuporoso Era quello un periodo molto
va nella medesima considera- Diviso in Varie Stanze confuso, in cui le superstizio-
zione coloro che si dedicavano STANZA PRIMA ni e le paure per l’occulto, per
a tale attività. Direi piuttosto le streghe e i per demoni erano
che la pietanza, il bicchiere e il Curiosissima certo, stuporosa, & senza dubbio desiderata da ogniuno è la ma- assai vive ed un uomo in grado
coltello presenti sul tavolo nel teria de’ prestigij; imperoche tutti bramano di satiar l’intelletto loro intendendo di tagliare e risanare un fazzo-
Tarocco Visconti Sforza si con- il modo, col quale si fanno infinite apparenze à gli occhi di questi, & di quell’al- letto di stoffa poteva facilmen-
notano come oggetti predispo- tro tanto meravigliose, che gli animi restano attoniti à un certo modo, & rimi- te essere accusato di essere in
sti dal prestigiatore per desta- rarle, però hora sono per affaticarmi per mostrar diligentemente la verità del- combutta con il diavolo.
re «meraviglia». Non si com- le cose tanto con brevità, quanto con distinzione nel modo più possibile in que- L’ incredulità che, per esem-
prenderebbe, fra l’altro, la pre- sto particolare (pag. 224). pio, il gioco dei bussolotti, il più
senza della bacchetta «magi- conosciuto e praticato in Euro-
ca» tenuta in mano dal gioco- Il suo inventore [del prestigio] (dice l’istesso [Pico della Mirandola]) fù Mer- pa fra quelli di prestigio pote-
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curio, et questo a mio credere intende se una fuori, et questo leva, che la prima estra- do dal mazzo delle carte tedesche die-
egli quanto al prestigio cattivo. Onde ne succedeva, che ta dicesse quel tanto, de in mano a un gentiluomo una car-
notisi, che varie sono le specie de pre- nel levar la car- ch’egli imaginato ta del seme di fiori e, togliendo la ma-
stigij; ci è una forte, che vien chiama- ta levava sem- si havea la cau- no. la fece apparire di picche. Mentre
ta apparenza, over prestigio Gioco- pre l’istessa, sasse fuori, se un’altra volta, e la cosa fu ancor più
latorio, il qual s’esercita a guisa della quasi che fos- non aspettas- sorprendente, diede due carte diver-
Comedia et da persone vili, come da se sforzato se la secon- se in mano a un altro, gliele fece chiu-
Ceratani et bagatteglieri, su le piazze, a estrahe- da, & appi- dere in petto dicendogli di pensare a
& su l’hosterie, et anco da persone no- re fuor gliando- qualcosa che avesse a che fare con lui,
bili.....(pag. 225) dal maz- si egli al- E infine gli propose un gioco, che se
zo quella la seconda, voleva che la carta estratta per prima
Solo il Cardano de’ tempi nostri Au- dove sog- cavò fuo- corrispondesse a quel che egli aveva
tore non ignobile ha scoperto qualche giunge ri la pri- pensato la tirasse fuori a meno che
cosa delle invenzioni di costoro nel (pag. 225). ma dipin- preferisse la seconda. Avendo egli de-
lib. De Mirabilibus & in diversi altri ta di quelle ciso per la seconda, tirò fuori la pri-
libri per essere stato huomo curioso Il qual picche, con ma del seme di picche con cui se l’era
di tutte le sorti di professioni. Nomina Gioco repu- le qua li se messa in petto, ma nel trarre fuori la
egli nel predetto lib. Francesco Som- tato dal Car- l’avea posta in seconda la trovò bianca con in mezzo
ma Napolitano nobile giovanetto di dano per pre- seno, & nel ca- delle lettere maiuscole che avevano a
22. anni molto virtuoso, & di tali ap- stigio humano, var la seconda la che fare con quel che aveva pensato,
parenze giocolatorie prattico fuor di & non Diabolico, trovò carta bianca cosicché quel gentiluomo arrossì per
modo: come quello (dice egli) che frà è stato fatto anco al- con lettere maiuscole lo scherzo»).
l’altre cose né giuochi di carte usati da
esso alla presenza solo di persone no-
la mia presenza dal genti-
lissimo Messer Abramo Colorni pre-
⓼ in mezzo, ch’erano applica-
bili almeno al suo pensiero, restando
bili, spargeva le carte sopra la tavo- detto, con infiniti altri di non minor quel Gentiluomo rosso per meravi-
la, & l’allargava, ò difendeva in muc- meraviglia pieni; come quando fuor glia di tal burla (pag. 226). (Traduzio-
chio, et comandava che fuor dal muc- delle carte Tedesche diede in mano ad ne in Italiano corrente:»Tale gioco
chio se ne prendesse una, & s’ascon- un Gentilhuomo una carta di fiore, & che è ritenuto dal Cardano ope-
desse, & indi preso il mazzo delle car- levando la mano la fece apparire una ra di prestidigitazione umana e
te, le meschiava , & indovinava pre- carta di Picche. E un’altra volta (che fu non diabolica, è stato fatto an- ⓷
cisamente qual era quella, ch’era re- cosa più stuporosa) diede le due carte che alla mia presenza dal gen-
stata ascosa: oltra diciò (ch’è maggior in mano a un altro diverse, & gliele fe- tilissimo Signor Abramo Co-
meraviglia) posta la carta nel mazzo, ce chiudere in seno, & poi imaginar- lorni menzionato preceden-
et deposto il mazzo da banda, coman- si qualche cosa di se degna, & all’ul- temente, assieme ad altri giochi
dava, che questi et quello ne levas- timo li propose un partito, che se vo- altrettanto stupefacenti: come quan-
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L a conquista romana
dell’Egitto nel 31 d. C.
portò i gatti a Roma dove
i felini si trovarono ad affron-
tare un concorrente inatteso:
Quando i gatti finivano al rogo
di maria luisa marilù pavanini zennaro
del demonio sulla terra e cosi si
giunse in Europa alla loro qua-
si totale estinzione. La conse-
guenza fu la proliferazione dei
topi nelle grandi città e la diffu-
la donnola, che uccideva i to- sione della peste. Per fortuna le
pi con un morso alla nuca co- ti dovevano m o m e nt o comunità religiose soprattut-
me i gatti, ma la vorace don- a g g i r a r si in cui l’effi- to i francescani lodavano tutti
nola non si accontentava dei anche nelle gie veniva gli animali e furono un rifugio
topi mangiava anche polli, le- città britan- bruciata. sicuro per i gatti. In un austero
pri, conigli e agnellini che l’uo- niche visto che uno di loro ha La festa però più dolorosa e manuale scritto nel duecento:
mo allevava. Così il gatto riuscì lasciato le sue impronte su al- fatale per questi animali era la Regola delle anacorete si vieta-
a vincere la sua rivale e si di- cune piastrelle messe ad asciu- vigilia di San Giovanni giorno va alle monache di tenere qual-
mostrò anche in grado di argi- gare all’aperto accanto un’offi- in cui venivano bruciati,le loro siasi animale eccetto i gatti.
nare le orde di topi che sempre cina a Silchester. ceneri raccolte e conservate co- I gatti si sono sempre distin-
più numerosi invasero l’Euro- Fu durante il Medioevo, che me portafortuna. Questa ceri- ti da tutti gli altri animali do-
pa provenienti dall’Asia e dal- la reputazione dei gatti su- monia re- mestici. Si muovono in silenzio
la Russia. bì un duro colpo. La sua veste stò in vo- e i loro movimenti sono impre-
La parola gatto deriva proba- di animale misterioso e indi- ga a Pa- vedibili ed estremamen-
bilmente dal latino catus usata pendente capace di conquista- te precisi : è molto dif-
da Marziale. In Grecia il gatto re con il suo sguardo enigma- ficile sentirli avvicina-
non ebbe mai un ruolo impor- tico contribuì a creare nei suoi
tante, perché non c’era un’eco- confronti un alone demoniaco.
nomia cerealicola. Lo trovia- Inoltre la propensione dei gat-
mo però rappresentato in un ri- ti all’intimità con coloro che
lievo della battaglia di Marato- amano e la loro abilità nell’ap-
na dove viene raffigurato men- parire e sparire senza dare al-
tre affronta un cane. cun segnale quadravano per-
Sebbene i felini appaiano oc- fettamente con l’ipotesi che
casionalmente sui vasi greci fossero demoni e così i loro
e nei mosaici romani le prime padroni.
raffigurazioni che attestano af- Ci si mise di mezzo anche
fetto nei loro confronti sono le- la Chiesa, che distinse gli ani-
gati a monumenti gallo-roma- mali in benefici e malefici. Tra
ni del III e IV sec. d. C., che rap- i primi ci sono: la colomba, il
presentano un bue, il cane e il cavallo, mentre
bambino che malefici risultavano: il serpen-
stringe a sé il te, il gatto e il lupo. Questo sim-
suo gattino. bolismo lo ritroviamo nelle raf-
Nel IV se- figurazioni delle chiese roma-
colo i gat- niche e gotiche in cui il gatto re e può sembrare che appaia-
non compare mai. Acquisì fa- rigi fino al 1648. no e scompaiano per magia. Ri-
ma di animale satanico per le A causa della loro presun- escono a vedere nella quasi to-
sue abitudini notturne e solita- ta familiarità con Satana i gat- tale oscurità e avvertono suo-
rie e per il ruolo che spesso eb- ti erano utilizzati per estorcere ni impercettibili per gli esseri
be nei riti satanici e nelle mes- concessioni al maligno e accu- umani, anche quando sembra-
se nere. Così per quattro secoli i sati di alleanza con i ministri no appisolati. Sono in grado di
gatti vennero perseguitati, tor- di Satana, nonché di presta- anticipare terremoti e violenti
turati e sacrificati, soprattutto i re le loro sembianze alle stre- temporali.
gatti neri. ghe e di essere i loro demoni La loro abitudine di fissar-
Questo accanimento nei loro assistenti. ci imperturbabili senza mo-
confronti è anche legato al loro La chiesa non condannò mai strare il minimo segno di
scarso valore monetario. I gatti la crudeltà verso gli animali in coinvolgimento emotivo, in-
erano alla portata di tutti senza quanto privi di libero arbitrio duce a sospettare che ci stia-
alcun costo e davano soddisfa- e senza speranza di vita eterna no sfidando o che ci scruti-
zione se sottoposti a sofferen- perché senz’anima come sen- no implacabilmente dentro. ◉
za fisica. tenziò San Tommaso nella sua
Nella civile Inghilterra molti Summa Theologiae (1265-74). 2 - continua ...
gatti furono infilzati vivi in un Inoltre siccome è l’uomo che ha
effigie del papa durante l’in- la supremazia sugli altri esse- Sopra: dettaglio da un mosaico
coronazione nel 1558 della ri animati, Dio ci permette di romano (Museo Archeologico
regina Elisabetta, in mo- trattarli come vogliamo. di Napoli); a sinistra: completo
do da produrre vivi- Nel 1233 papa Gregorio IX in- da strega per ballo in maschera,
di effetti sonori nel dicò il gatto come sembianza cromolitografia del 1884.
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reciòni? «Su questo ci puoi giura- Il sigaro imponente che fu- te. Guardava il mozzicone del
«Stai semplificando. Ma un re. Come puoi giurare sul fat- mava il Fondatore della Calza sigaro che galleggiava sicuro
po’, in effetti, è così». to che nei nostri cuori resti e re- in cima al ponte dell’Accade- in direzione della punta della
– Mhm. sterai sempre tu il nostro Gran- mia a quell’ora ancora deserto Salute.
«Che c’è?» de Priore!». si spense in silenzio. Paolo Za- «Tornerai a trovarci, Paolo?»
– Niente. Sto pensando... – Ti ho già avvertito, reciòn: ne Cope lo levò dalla bocca con – Chissà...
«A cosa?». non farmi commuovere di un gesto elegante, lo girò verso «Vieni l’anno prossimo. Fe-
– Non so se è un bene o un nuovo! Lo sai che non è da me! di sé, lo guardò con un’espres- steggeremo i trent’anni della
male. «Lo so». sione indifferente e lo gettò nel Compagnia de Calza, e ci pia-
«Questo non te lo so dire – In ogni caso se voi vi diver- canalasso con un ampio gesto cerebbe proprio... »
neanch’io. Ti posso solo dire tite così vuol dire che va bene della mano e del braccio attac- – Ci penserò, reciòn. Saluta-
che è andata così. Che è venu- così. Il nostro motto non era di- cato alla mano. Poi parlò anco- mi tutti.
ta così. È stato un istinto, forse vertire divertendosi? È ancora ra. Stavolta a voce molto bassa. I due Priori si abbracciaro-
un’evoluzione naturale, proba- quello? – Mi ha fatto piacere incon- no in mezzo al ponte dell’Ac-
bilmente inconscia, non so... di «Certo Paolo, è sempre quel- trarti di nuovo, reciòn. Ma cademia. Fu un abbraccio for-
sicuro non è stata una cosa de- lo, non lo abbiamo mai cambia- ora si è fatto davvero tardi. Mi te e lunghissimo. Senza alcu-
cisa a tavolino». to... » stanno aspettando. Devo an- na parola. Poi il Fondatore sva-
– Beh... se a voi va bene co- – Bravi rotti in culo! E non dare, Bob. nì in una nuvoletta azzurra che
sì, reciòn, va bene così anche cambiatelo mai, casso! Il Gran Prio- profumava di sigaro cubano. Il
per me. In fondo... non sono più re i n ca r ica Gran Priore in carica raccol-
io il Priore, no? Se anche nel- non disse nien- se le sue valigie mentre il cielo
la Compagnia de Calza han- dell'alba si colorava di una tin-
no vinto i reciòni, come hanno ta morbida. Reciòn, rimugina-
vinto nel mondo, vuol dire che va tra sé. Reciòn, non sono
doveva andare così. Quin- mai riuscito a capire il si-
di avanti così. Resteremo gnificato di questa pa-
comunque sempre uni- rola. Adesso il cie-
ci e inimitabili. Anche da lo si dipingeva di
reciòni. un rosa pallido. ◉
D a tempo immemora-
bile in occasione del-
la festa di San Marco,
di cui parleremo un’altra volta,
si usa offrire alla propria amata
Origini e leggende sul bocolo marciano
credi affida ad un soprag-
a suo tempo cresciu-
to sulla prima tomba
dell’Evangelista. Piantato
nel giardino della casa del ma-
rinaio Basilio, il roseto diviene
un bocciuolo di rosa rossa dal giunto eroe un boccio- il confine della proprietà divisa
lungo stelo detto appunto bo- lo di quel roseto affin- tra i due figli. Biblicamente av-
colo. Sulle origini di tanto do- ché lo porti in memo- versi i fratelli si odiano e danno
no dall’ineffabile simbolismo ria alla amata Ma- origine a due famiglie recipro-
sono note ipotesi leggendarie ria. L’eroe giun- camente e secolarmente osti-
e avventurosissime, di sangue ge a Venezia al- li se non nemiche. Quand’ecco
amore e fedeltà. la vigilia della fe- che il giorno di San Marco, di
Uno. Il contrastato amore sta di San Marco tra le foglie e gli esangui boc-
tra la nobildonna ed il trova- 25 aprile e con- cioli dell’antico roseto testimo-
tore. La disparità di censo divi- segna alla nobil- ne d’inveterato odio si occhieg-
de la nobile Maria e lo spianta- donna il bocciolo giano due giovani. Di sesso e di
to Tancredi, poeta. La fanciul- cangiato nel co- famiglie opposte. Nasce di col-
la annovera in famiglia dogi lore dal sangue po l’amore, il roseto tinge tutti i
e condottieri, tra cui dei terri- dell’amato. La suoi fiori di rosso, il giovine ne
bilissimi Orsi. Tancredi ha so- mattina seguen- dona uno alla giovine. Di lì a
lo delle rime. Il giovine par- te Maria vie- poco le nozze sanciscono la pa-
te quindi per la guerra in cer- ne trovata mor- ce tra le due avverse famiglie.
ca di gloria e bottino da porta- ta con il bocciolo Ricordiamo che è obbliga-
re in dote, più che alla sposa, al- rosso posato sul torio regalare il bocolo al-
la famiglia di lei. Dopo aspre e cuore. la propria amata anche se
valorose pugne per contro gli Due. A seguito non se lo merita. E non di-
infedeli di turno, quando tut- del rocambolesco menticate la mamma. ◉
to sembrava mettersi per il me- trafugamento delle
glio, ecco che Tancredi cade spoglie di San Mar-
inopitamente ferito a morte so- co ad un marinaio
pra un roseto di pallide rose ro- della Giudecca, chia- Nicholas Hilliard,
sa o bianche che si tingono di mato Basilio (non John- l giovine nel roseto
rosso con il suo sangue. Tan- ny), venne donato il roseto (c.1588,Victoria&AlbertMuseum,Londra)
pagina 24 marzo 2010 anno 4 numero 26 IL RIDOTTO venezia san marco 2677 campo san maurizio
E m ersion e r a pida ,
emersione rapida. Or-
dino implacabile e ma-
schiamente. E tiro la maniglia
rossa. Tuat tuaaaaaatttttt tuuu-
Romanzo d’appendice: puntata cinquedecima
Le avventure del Marinaio Johnny: allarme rosso
lonna di bianchissima spuma.
Dall’oblò di dritta posso ve-
dere i volti attoniti del Conso-
le Inconsolabile e del suo turpe
aguzzino don Francisco D’An-
uuuat fa la sirena. E la luce lam- di luca colo de fero colferai drea, il massacratore di Ma-
peggiante inizia giustamente racas; e gli sguardi ebeti del-
a lampeggiare: è di quelle vec- le ciurme a bordo degli sca-
chie, che girano, non di quelle Riassunto delle puntate precedenti fi, mentre ci vedono penetra-
stroboscopiche moderne che Grazie all’intervento drastico risoluto e perentorio del creatore re le sideree regioni della liber-
danno fastidio. Mi piace tan- i nostri eroi trovano finalmente una via d’uscita all’impasse tà. Beffati, inermi, impotenti,
tissimo. Qualche volta ho tira- delirante in cui si erano cacciati. Ma il tempo stringe: lo tsunami ci ammirano puntare verso gli
to la leva dell’Emersione Rapi- delle diciassette e trentacinque sta per arrivare... strati più alti dell’atmosfera.
da anche attraccato alla ban- Sono momenti bellissimi, in-
china del Porto delle Camelie, tensissimi, estasianti. Solo un
nell’Isola del Bouquet Perduto poco offuscati dal pensiero che
della Sposa Sconsolata, dove la se avessi dotato il Sommergibi-
filiale locale di CuginoMichele le Rapido ed Invisibile di un pa-
vende della Cachaça Bebede- io d’ali retrattili a scomparsa , o
ra di qualità decisamente supe- anche solo di un paracadute ad
riore. Così: solo per godermi lo eiezione– cosa cui mi accingo-
spettacolo. no ogni due o tre mesi, ma sen-
Dunque tiro la maniglia, il za seguito concreto – ecco, di-
computer di bordo con cal- ciamo: la fase immediatamente
da e sensuale voce femmini- successiva all’emersione rapida
le (per molte volte l’unica com- sarebbe come dire un poco me-
pagna della mia vita di rude Alla ricerca del Marinaio Johnny no rude. Ma non c’è mai tempo
sommergibilista solitario) an-
nuncia: «emersione rapida en-
tro tre secondi, tre...» e il ruggi-
to dell’aria compressa riempie
le casse di zavorra; «...due...» i
I n qualità di Console, fui incaricato dal Gran Priore di conse-
gnare un messaggio segretissimo ed indecifrabile al marina-
io Johnny avvistato in Marocco.
Presi la macchina volante e saltellante a molle Boing Boing
e, giunto sul posto,vidi una bianca casa, con grande intuizione ,
di fare niente, in queste avven-
ture forsennate. Neanche di ri-
dipingere lo scafo, santo cielo,
con la vernice antivegetativa,
che – come disse il Conte Emi-
pesci abissali ci guardano con il quasi subito capii di essere a Casablanca. le – ha proprio bisogno di un in-
loro solito stolido stupito sguar- Entrai nel souk della Medina (città vecchia) tra odori intensi di tervento di estetica depilatoria.
do orbo di pesce abissale sem- spezie profumatissime e profumi speziati, galline nude, appese E infatti la superficie marez-
pre infastiditi da qualsiasi no- semivive, frutta e verdura di tutti i tipi , babbucce coloratissime, zata e spumosa dell’oceano ci
vità di cui neppure si accorgo- di tajine, tchamir, zellij, musharabiya, nbail, rebab, hendire, kha- corre incontro forse più rapida-
no, tranne gli architeuthis che bia, harirta ,moghazni incredibili e tanto altro ancora…. mente di quanto prima la fug-
sono così scemi da volersi ac- All’improvviso un vociante assembramento di persone e cose, givamo nel nostro folle volo. E
coppiare con il mio sottomari- mi fece sussultare. C’era forse il Sommergibile Invisibile ? o il ma- il Principe Maurice e il Corsa-
no ogni volta che lo vedono a rinaio Johnny travestito da arabo che declamava: «Marocchine ro Rosa che, districatisi recipro-
tiro. «...tre.» Ed ecco: saliamo stupende e marocchini meravigliosi, ebbene sì» ecc.. ecc.?? camente, osservano l’immane
con un colpo di reni formida- Nulla di tutto ciò, la speranza svanì come il fumo caldo del bro- dall’oblò di sinistra piatta diste-
bile. Il Corsaro Rosa e il Princi- do che usciva dalla pentola su di un carretto di un venditore di s- sa acquorea su cui stiamo per
pe Maurice cadono uno sopra ciosi con annessi aranci trafitti da aghi di sicurezza occorrenti per impattare duramente ed emet-
l’altro in un groviglio di scarpi- estrarre il gustosissimo mollusco gasteropode polmonato. tono all’unisono uno squittio di
ne, trine, borsette, ciglia finte e In lontananza, sentii dei gridolini arabi ( erg, jebel, ghayta ) pro- spavento (irriproducibile). An-
merletti; e noto anche un appli- dotti dagli alter ego del Principe Maurice e del Corsaro Rosa che che i marinai della Pattuglia di
catore di botox rotolare sul pon- si provavano e riprovavano furiosamente jalabie e caffettani luc- pronto intervento del terribile
te, ma non saprei dire chi dei cicanti di strass e perline, su sete e pizzi rosa, discutendo animata- Don Antonio de Jarola, che da
due l’abbia perduto. mente per il costo con la strega Jurubeba. giorni ci danno inutilmente, la
La velocità aumenta, salia- Mi sembrava di essere al mercato di Rialto, ma molto, molto di caccia ci guardano con un mi-
mo sempre più in alto, sempre più, circondato da vu cumprà, ma molti, molti di meno. sto di stupore e maligna soddi-
più velocemente, precipitevo- Un marocchino mi confidò di aver visto qualche giorno addie- sfazione mentre precipitiamo
lissimevolmente. Dalle buie tro il Sommergibile a Suan Secondo…..ma …. pensai: «Cosa sono incontro al mare.
profondità oceaniche svettia- venuto a fare se poi l’Invisibile è in laguna dietro San Servolo “? Ma ecco! Puntuale ed inevita-
mo rapidissimi alla luce. Ed ec- Solo più tardi capii che si trattava di Hassuan II». bile lo tsunami delle diciasset-
co emergiamo sparati come un Fortunatamente, Silvy, ( si capisce dal nome) viandante romana te e trentacinque ci raccoglie
tappo di champagne su nell’al- ( i romani non mancano mai ) dai capelli rossi e occhi verdi, mi in- con delicata grazia inaspettata
to dei cieli. Ah, vertiginosis- dicò la strada araba da seguire. sulla punta della sua cresta. E
sima emozione di una rapida Arrabattandomi arrivai a Rabat , mentre travolge ogni altra co-
emersione! Sempre più su, ol- Nel frattempo i giardini di marzo si vestirono di nuovi colori. sa, dolcemente ci culla e ci so-
tre la liquida barriera, in cima continua... spinge sul suo cammino verso
ad un’erculea rombante co- l’Inconsolabile Console continua nel prossimo numero...
compagnia de calza «i antichi» venezia IL RIDOTTO – CALENDARIO 30124 san marco 2677 campo san maurizio
E
Gemelli – Alcune di-
scordie in famiglia ten-
deranno a sparire in
questo periodo. In que-
sto momento l’universo chiede se-
J bio questa è la migliore fase
dell’anno. La tua energia è
buona e molte cose piacevo-
li succederanno questo mese. Stai
attento alle opportunità che arriva-
renità e responsabilità e il tuo cuo- no una dietro l’altra. Le energie so-
re deve fare una scelta portando no ottime e tua creatività è al mas-
in questo delle considerazioni. Un simo. Approfitta queste vibrazio-
buon periodo dell’anno, approfit- ne per creare nuovi progetti di la-
ta questa fase per mettere le cose in voro che daranno risultati in poco
ordine. Un buon mese per comin- tempo. Use le nuove energie e non
ciare una buona terapia, è un mo- guardarti indietro.
mento di pulizia delle emozioni del
passato che non funzionano più. Sagittario – Le que-
F
Cancro – Le questio-
ni finanziarie che sono
state presenti duran-
te gli ultimi mesi pos-
K stioni domestiche sono
in evidenza. È un otti-
mo momento per picco-
le e grandi cambiamenti o anche
traslocare per una casa più gran-
D
sono rientrare in equilibrio. Man- ue nemici,Saturno e Urano, ti fanno pressione: Il primo de e più illuminata. Questo aiute-
tieni però quest’area ancora sopra vuole che le cose rimangano come stanno, l’altro vuole rà anche in un tuo cambiamento
controllo, perché ancora ci sono dei interno. Tuo cuore è più tranquil-
rischi di perdita con delle decisioni dei cambiamenti. Poi però entrerà Venere, la Dea che re- lo e sei più libero del passato, co-
precipitose. Passato e futuro torna- gna sul tuo segno, e ti porterà bellezza, equilibrio e possibilità af- minci a vedere tutto con un nuovo
no a lottare per la supremazia, spe- sguardo. Visibilità e successo ti por-
cialmente nel campo domestico e fettiva e le cose si calmeranno. Entri anche in una fase più roman- tano le energie che hai con te, sei in
familiare. Le strutture antiche de- tica. Arriveranno buone notizie nell’amore e nelle finanze. un momento irresistibile. Un mese
vono dare spazio al nuovo che en- Alcuni problemi domestici; ma finiranno e tutto tornerà alla positivo.
trerà nella tua vita volendo o non
volendo. Mese con lavoro, nuovi normalità. Preparatevi per cambiamenti interessanti, nuovi e li- Capricorno – Duran-
progetti, successo e visibilità.
Leone – Da questo me-
beratori. Buona fortuna.
Caratteristiche: persistente, paziente, materialista. Pianeta L te tutto il mese un co-
stante movimento dei
pianeti Plutone e Satur-
G se finalmente termi-
nano gli effetti di Mar-
te retrogrado che ha
pregiudicato i tuoi passi, decisio-
ne, progetti e anche l’amore. Avrai
reggente: Venere. Elemento: Terra. Pietra: Zaffiro. Colore: ro-
sa e azzurro.
no resterà presente. Il momento è
ottimo per gli affari, negoziazio-
ni, riunioni e anche viaggi. Le tue
emozioni passano per una specie di
temporali, ma finirà. Un mese buo-
un eccesso di energie che deve es- no per le riconciliazioni e dialoghi.
sere trasformato senza paura in de-
terminazione per i tuoi progetti. Sa- Acquario – È necessa-
ranno possibili dei lunghi viaggi, e
avrai voglia di vedere nuove cultu-
re. Con il nuovo anno astrale, una
nuova vita con più senso e buoni
progetti per il futuro.
A rio organizzare alcuni
sentimenti, valori e ca-
pire meglio le tue neces-
sita materiali. Non dimenticare che
l’energia segue il pensiero. Il mo-
mento è ottimo per le opportunità
Vergine – Hai un ecces- ma è necessaria una organizzazio-
H so di possibilità in que-
sto momento: devi solo
scegliere quello giusto
per te. Le finanze ancora passano
per un periodo di ristrutturazione
Piccolo rito di macumba detto simpatia buono per tutti.
b c
27 28 29 30 31
1
Festa del Lavoro
SAN GIUSEPPE
2
S. CESARE, S. ATANASIO
a. 5.05 – t. 19.09
a. 5.07 – t. 19.08 7.44 (tram.) – 23.30 (lev.)
07:00 -30 18:24 +20 00:12 +61 14:40 +38
13:45 +43 07:33 -25 18:45 +27
3
a. 5.04 – t. 19.10
4
S. FILIPPO, S. GIACOMO S. SILVANO, S. NEREO
a. 5.03 – t. 19.12
5
S. PELLEGRINO
a. 5.01 – t. 19.13
6
S. GIUDITTA MARTIRE
a. 5.00 – t. 19.14
7
S. FLAVIA , S. FULVIO
a. 4.59 – t. 19.15
8
S.DESIDERATO,S.VITTORE
a. 4.58 – t. 19.16
9
S.GREGORIO.,S.DUILIO
a. 4.57 – t. 19.17
8.44 (tram.) 0.09 (lev.) – 9.46 (tram.) 0.42 (lev.) – 10.48 (tram.) 1.10 (lev.) – 11.49 (tram.) 1.34 (lev.) – 12.49 (tram.) 1.56 (lev.) – 13.49 (tram.) 2.18 (lev.) – 14.49 (tram.)
00:26 +54 16:09 +36 00:27 +47 22:58 +40 03:47 +16 12:59 +01 03:29 +07 13:52 +01 03:40 -03 14:32 +01
08:09 -19 18:58 +33 08:54 -11 10:00 -05 20:02 +45 11:39 -00 20:15 +50 07:01 +19 20:31 +55 08:27 +25 20:48 +60 09:15 +31 21:08 +64
10 11 12 13 14 15 16
S. ANTONINO
a. 4.55 – t. 19.18
S. FABIO MARTIRE
a. 4.54 – t. 19.19
S. ROSSANA
a. 4.53 – t. 19.20
S. EMMA
a. 4.52 – t. 19.21
S. MATTIA AP.
a. 4.51 – t. 19.22
S. ACHILLE
a. 4.50 – t. 19.23
ASCENSIONE
a. 4.49 – t. 19.24
2.40 (lev.) – 15.51 (tram.) 3.04 (lev.) – 16.55 (tram.) 3.31 (lev.) – 18.01 (tram.) 4.02 (lev.) – 19.09 (tram.) 4.41 (lev.) – 20.17 (tram.) 5.28 (lev.) – 21.20 (tram.) 6.26 (lev.) – 22.16 (tram.)
03:58 -12 15:06 +02 04:21 -21 15:38 +03 04:47 -29 16:09 +04 05:15 -34 16:41 +07 05:46 -37 17:15 +10 06:19 -38 17:51 +15 06:55 -37 18:32 +20
09:53 +37 21:29 +69 10:28 +41 21:53 +73 11:03 +45 22:18 +75 11:39 +47 22:45 +76 12:17 +48 23:14 +74 12:59 +48 23:44 +70 13:46 +47
17 18 19 20 21 22 23
S. PASQUALE CONF.
a. 4.48 – t. 19.25
S. GIOVANNI I PAPA
a. 4.47 – t. 19.26
S. PIETRO DI M.
a. 4.46 – t. 19.27
S. BERNARDINO DA S. S.VITTORIO MARTIRE
a. 4.46 – t. 19.28 a. 4.45 – t. 19.29
S. RITA DA CASCIA
a. 4.44 – t. 19.30
PENTECOSTE
a. 4.43 – t. 19.31
7.31 (lev.) – 23.04 (tram.) 8.43 (lev.) – 23.44 (tram.) 9.57 (lev.) 0.17 (tram.) – 11.11 (lev.) 0.47 (tram.) – 12.24 (lev.) 1.14 (tram.) – 13.37 (lev.) 1.40 (tram.) – 14.49 (lev.)
00:16 +64 14:43 +46 00:51 +56 15:52 +46 01:33 +45 17:11 +49 02:39 +34 18:22 +54 01:16 +19 11:39 -07 02:15 +07 12:52 -03 02:56 -05 13:52 -01
07:35 -32 19:25 +25 08:20 -26 20:44 +30 09:14 -19 23:05 +29 10:21 -12 05:03 +25 19:15 +59 07:13 +26 19:58 +65 08:35 +31 20:35 +69
24 25 26 27 28 29 30
B.V.MARIAAUSILIATRICE S. BEDA , S. URBANO
a. 4.42 – t. 19.32
2.07 (tram.) – 16.01 (lev.)
a. 4.42 – t. 19.33
2.37 (tram.) – 17.13 (lev.)
S. FILIPPO NERI
a. 4.41 – t. 19.34
3.11 (tram.) – 18.23 (lev.)
S. AGOSTINO
a. 4.40 – t. 19.35
S. EMILIO M. , S. ERCOLE
a. 4.40 – t. 19.35
S. MASSIMINO
a. 4.39 – t. 19.36
3.51 (tram.) – 19.30 (lev.) 4.37 (tram.) – 20.30 (lev.) 5.31 (tram.) – 21.22 (lev.)
SS.TRINITÀ
a. 4.38 – t. 19.37
6.30 (tram.) – 22.05 (lev.)
03:33 -16 14:43 +02 04:07 -25 15:27 +05 04:41 -32 16:07 +09 05:14 -36 16:44 +14 05:46 -38 17:19 +18 06:18 -38 17:54 +23 06:50 -35 18:30 +27
09:33 +37 21:09 +72 10:23 +42 21:40 +73 11:08 +45 22:10 +73 11:50 +47 22:38 +72 12:33 +48 23:05 +68 13:15 +48 23:30 +64 14:00 +47 23:54 +59
31
VISITAZ. B.M.V.
a. 4.38 – t. 19.38
7.32 (tram.) – 22.40 (lev.)
1 2 3 4 5 6
07:22 -31 19:12 +31
14:47 +46
Giovanni Antonio Canal, detto il Canaletto (Venezia, 7 ottobre 1697 – Venezia, 19 aprile 1768) Capriccio (1743, olio su tela, 108 x 129,5 cm, Royal Collection, Windsor)
venezia san marco 2677 campo san maurizio IL RIDOTTO marzo 2010 anno 4 numero 26 pagina 27
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