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LA SETTIMANA SANTA A SCORDIA

Per chi ancora non lo sapesse, la Settimana Santa è quella settimana che parte dalla Domenica delle palme e
culmina con la Santa Pasqua, è in pratica la VI settimana di Quaresima. Essa a Scordia, è solennizzata con
dei riti belli e suggestivi, sia folcloristicamente che religiosamente. Infatti, essa inizia la Domenica delle
Palme, e già ci sono grandi festeggiamenti in tutte e quattro le parrocchie. E’ bello vedere tutte le comunità
con un ramo di ulivo in mano ad acclamare Gesù, nel suo ingresso a Gerusalemme [Il giorno seguente, la
gran folla che era venuta per la festa, udito che Gesù era a Gerusalemme, prese dei rami di palme ed uscì
gridando “Osanna al Figlio di David! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna al
Redentore!”. Giovanni 12,12-13].
I riti continuano poi il Mercoledì Santo, con la processione del Cristo alla Colonna, ossia il Cristo flagellato
nel Getsemani. Il simulacro è datato 1739, e si narra che sia stato costruito da un ignoto artista siciliano, con
il legno di un ciliegio che cresceva all’interno della silva (=giardino) del Convento di Scordia. Esso è posto
su un percolo processionale a raggiera, ai quattro angoli della base sono posti quattro angioletti decorativi
dorati, ciascuno portante un simbolo della passione: la corona di spine, i chiodi, la Croce e le lance. Questo
rito è un momento di incontro per tutti i cittadini di Scordia, che lasciano le proprie case per recarsi in Chiesa
a vedere “a nisciuta do’ Signuri”, e magari, se esistono malcontenti tra una persona e l’altra, in questo
giorno, molti scordiensi, ne approfittano per scambiarsi un abbraccio o un bacio o un gesto di pace. Questo
rito è vissuto con fede e devozione dai cittadini, che sono numerosi anche durante la funebre e lenta
processione, che successivamente sosterà all’interno della Chiesa di S. Rocco, dove i parroci delle quattro
Comunità Parrocchiali locali, predicheranno il racconto della passione di Cristo, intervallandola al canto
“Sono stati i miei peccati, Gesù mio perdon pietà!”. Quando questo affascinante racconto sarà concluso, il
simulacro effettuerà l’uscita dalla Chiesa e proseguirà per via Travia fino alla Chiesa del Convento, dove
entrerà. Lì, per devozione, sarà acceso un tradizionale “pagghiaru” (=falò) dai confrati della Confraternita
dell’Immacoltata (“I Blu”). Dopo il suo ingresso, la gente, con silenzio e devozione, si ritira nella propria
casa o veglia i preghiera all’interno della Chiesa per venerare il Cristo.
I riti poi continuano il Venerdì Santo, giorno della Passione del Signore. Essa comincia nel primo
pomeriggio, solitamente e per tradizione liturgica nell’Ora nona (= 15.00-16.00 circa), con il tradizionale
Giro de’trissanti o La cerca di Gesù. Questo rito consiste nella processione dei Tre Santi (Maria SS.ma
addolorata, Maria di Magdala (o Maria Magdalena) e S. Giovanni apostolo), fino ad arrivare e concludersi
nella Chiesa del Purgatorio, dove sarà pronta la croce e comincerà il rito chiamato tradizionalmente “A misa
e a scinnuta â cruci”, nel quale sarà escosto il Cristo morto sulla croce e, dopo un sobrio spettacolo
pirotecnico, avrà inizio la “Meditazione delle Sette Parole del Cristo Crocifisso”. Queste “Sette Parole” sono
le sette frasi che Gesù ha pronunciato durante la salita con la croce al Calvario. Alla conclusione di queste
prediche, ha inizio la processione del Cristo morto, accompagnato dai Tre Santi. Essi poi, all’arrivo in Piazza
Regina Margherita, hanno l’onore di ascoltare l’esecuzione bandistica del “Populo Meo”, una marcia funebre
composta dal M° Trichini. In P.zza Umberto, anche loro entrano nella Chiesa Madre, dove v engono
meditate dai quattro parroci le “Sette Prediche”, delle meditazioni simili alle precedenti. Oltrepassata la
Piazza, i simulacri raggiungono la loro Chiesa immersi in un devozionale silenzio, fino all’ingresso in
Chiesa. L’unico “rumore” che si sente durante la salita è il ritmo dei passi dei porta Signuri e il battito della
grossa chiave che individua i tempi di fermata. Inoltre, sul sacrato, viene intonato dal coro “San Domenico
Savio” il “Populo Meo”, questa volta, però, cantato. I momenti di devozione, poi, riprendono la notte
dell’indomani con la Veglia Pasquale nella Notte Santa (Veglia in Resurrectione Domini) e la Domenica di
Pasqua, con la Messa del Precetto Pasquale nella Chiesa di S. Rocco e a seguire la sfilata a festa dei confrati,
che stavolta hanno mutato i loro stendardi dal nero ai colori delle confraternite, ossia: Rosso quelli del SS.mo
Crocifisso, Bianco quelli del SS.mo Sacramento e Blu quelli di Maria SS.ma Immacolata. Ma anche nelle
altre Parrocchie si individua il mistero pasquale, con la celebrazione della Santa Messa. La sera, sul sacrato
di S. Rocco, c’è la cosiddetta “Ffacciata i Santu Roccu”, ossia un momento di gioia comune, di scambio
degli auguri di una santa Pasqua, che viene fatto sacro e mostrato al Signore ancora di più con la presenza del
nostro avvocato, del nostro patrono: San Rocco.
Si concludono così le celebrazioni della Settimana Santa a Scordia.

Francesco Amato
_________FOTO_________

L’uscita del Cristo alla Colonna


Primo piano del ligneo simulacro
Un momento della Processione
I Tre Santi in un momento della Cerca di Gesù
A Misa ‘n cruci di Gesù
Il ligneo simulacro del Cristo morto giacente sul
cataletto processionale.
Un momento della processione del Cristo Morto
ed i Tre Santi.
La Processione del Precetto Pasquale delle
Confraternite.

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