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dellestetica
Giovanna Annunziata
giovanna_annunziata@fastwebnet.it
Introduzione
allestetica
Lezione 1
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Baumgarten:
estetica
analogus
rationis
B. ritiene, come Leibniz, che i dati della sensibilit siano inferiori a quelli
dellintelletto, perch la conoscenza che riceviamo dai sensi oscura e
confusa;
In antitesi con Leibniz, per egli conferisce allestetica una dimensione
autonoma: diversamente dalla conoscenza intellettuale, quella sensibile
non verte sulluniversale astratto ma sul particolare concreto. Perci
essa analogo della ragione in un altro ambito
Essa connaturata allo spirito umano, come dimostra la naturale
inclinazione delluomo verso la bellezza sensibile e artistica
La conoscenza estetica, sebbene inferiore a quella intellettuale (e questo
gli stato rimproverato dal Croce che non lo ha mai considerato pari a
Vico, bench Baumgarten per primo abbia adottato il termine in senso
moderno e abbia ampiamente suggestionato Kant), per una
conoscenza perfetta: cognitio sensitiva perfecta, la definisce
Questo uno stacco assoluto dal passato: questa una grandissima
novit apportata da Baumgarten grazie al quale per la prima volta viene
conferita allestetica lo statuto di disciplina autonoma
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Confusione
b)
c)
d)
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Il contributo di Kant:
lestetica trascendentale
* Trascendentale = Kant definisce col termine Trascendentale la riflessione filosofica sugli elementi A PRIORI, NON
EMPIRICI, della conoscenza umana: sono dunque trascendentali
non1 le intuizioni pure o le categorie ma solo le
Lezione
discipline filosofiche relative ad esse, e cio rispettivamente lestetica trascendentale e la logica trascendentale.
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Compiacimento
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Concludendo
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Arte e bellezza, dunque, non hanno a che fare con la verit: perch la bellezza
apparenza (cio riguarda non gi la costituzione degli oggetti bens la nostra
reazione soggettiva allatto di percepirli), e larte un gioco (cio esprime il
libero e armonico esercizio delle facolt indipendentemente dal loro essere dirette
ad uno scopo)
Il tema dellarte e della bellezza richiama il pi generale problema filosofico della
conoscenza al di l della dicotomia tra mondo sensibile e mondo intelligibile,
fra necessit e libert
Esiste una terza facolt - quella del giudizio (in posizione intermedia fra intelletto
e ragione) - capace di pensare un particolare come contenuto delluniversale
(sussumere il caso particolare dall universale > giudizio determinante; o
cercando di trovare un universale per un caso particolare > giudizio riflettente)
Giudizio estetico, in rapporto col sentimento di piacere e dispiacere, cio un
giudizio di gusto, soggettivo ma teso a fare appello al senso comune
estetico, fondato cio su una universalit soggettiva: il principio di finalit
immediato, cio immediatamente la forma delloggetto appare in sintonia con le
aspettative del soggetto
Giudizio teleologico: giudizio che riflette sul finalismo della natura, quello in cui
il principio della finalit mediato dal suo stesso concetto, cio il concetto di fine
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Come la regola oggettiva del giudizio determinante, cos anche il principio soggettivo del
giudizio riflettente a priori, ha carattere di universalit, si svolge secondo necessit:
risponde cio a quella finalit che non ha bisogno di scopo, che essa stessa bisogno puro,
assoluto
La bellezza lespressione di questa finalit senza scopo, di questa universalit senza
concetto, piacere senza interesse: in quanto non ha a che fare n con uno scopo, n con
un concetto, n con un interesse, ma unicamente con la soddisfazione del bisogno di
armonizzare la spontaneit dellimmaginazione e la legalit dellintelletto, essa si manifesta
attraverso il libero gioco delle facolt
in questo senso che, nella contemplazione della bellezza, risiede la possibilit di un
accordo tra il mondo naturale e il mondo della libert: lo svela larte, operando come la
natura, lo attesta la bellezza, che lascia apparire al soggetto conoscente i fenomeni attraverso
il suo bisogno di unit, armonia, ordine
I romantici, certamente forzando ma cogliendo bene il senso della riflessione kantiana,
diranno: lapparenza estetica che svela il senso delle cose
Filo conduttore della Critica del giudizio nel polarismo fra natura e libert di cui K. segnala
il punto di massima convergenza nella (1) dottrina del genio (innata predisposizione
mediante cui la natura d regola allarte: i prodotti artistici sono belli quando hanno
lapparenza della natura); quello di massima divergenza nella (2) teoria del sublime (natura e
libert non in accordo provocano un sentimento di pena e sgomento: tuttavia la natura,
malgrado spaventi luomo, si mostra a lui che comunque pu comprenderne alcune forme)
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Testi di riferimento
E. Franzini/ M. Mazzocut-Mis, Breve storia
dellestetica, Mondadori, 2006 (1 ed. 2003)
S. Givone, Storia dellestetica, Economica Laterza,
2008 (1998)
M. Perniola, Lestetica del Novecento, Il Mulino,
1997
C. Gily, Tchne, Scripta Web, Napoli 2007
E. Panofsky, Idea. Contributo alla storia dellestetica
(1924), Bollati Boringhieri, Torino 2006
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