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IL FOGLIO

DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: VIA VICTOR HUGO, 1 - 20123 - MILANO

ANNO I NUMERO 19

Nella tana del pool

DAmbrosio spiega
che Craxi finanziava
la politica (non se stesso)
Per il vice di Borrelli, le indagini non
hanno provato la corruzione
personale del leader socialista

Fair play con Berlusconi


Milano. La molla di Bettino Craxi non
era larricchimento personale, ma la politica. Lo diceva lui stesso, nei convegni, che
bisognava finanziare il partito. Quella era
unItalia di apparati e scenografie politiche
costose, lo ricordiamo tutti. Finch non ci
sia la prova di una corruzione personale, e
non c, un dovere dare a Craxi quel che
di Craxi, ma niente di pi.
Gerardo DAmbrosio, il procuratore aggiunto di Milano, si fa storico delle inchieste. Che vuole, io faccio parte di una generazione di magistrati che ha vissuto la Liberazione dal fascismo, che ha amato le libert riconquistate, si trovata a fronteggiare le stragi come Piazza Fontana, la tragedia del terrorismo, processoni come quello di Roberto Calvi e alla fine, con il nuovo
codice alla mano, con la possibilit di indagare differendo linformazione di garanzia,
con il lavoro in pool e tutto il resto, lo smantellamento di un intero sistema politico... se
non fossimo capaci noi di senso della storia,
di senso del limite, sarebbe un guaio.
Il 17 febbraio di quattro anni fa voi arrestate Mario Chiesa, il
5 luglio Craxi parl
alla Camera e disse
che i finanziamenti illegali alla politica
non erano un mistero
per nessuno, coinvolgevano tutti i partiti e
costituivano un problema da risolvere
con equilibrio, senza
consentire una ondata giustizialista pericolosa per la democrazia. Fu un discorso onesto. Mi dissi: GERARDO DAMBROSIO
Questo ha capito tutto, e siccome io non ho alcun odio per i partiti e per le istituzioni democratiche, sperai
che ci si mettesse su quella strada. Ma per
risolvere il problema nella giustizia bisognava tenere conto del principio dellineluttabilit del giudizio e delle pene (Cesare
Beccaria) ed eliminare i presupposti del sistema corruttivo, che era un costo morale
non meno che economico, troppo alto. Bisognava riscrivere tutto il capitolo del finanziamento della politica, fermo alla legge
dell81, inadeguata. Bisognava che i partiti
facessero un passo indietro dalloccupazione dello Stato e rivedere a fondo il meccanismo degli appalti. Non se ne fece nulla. I
partiti cominciarono ad alimentare un caos
di accuse e controaccuse reciproche, la logica che si afferm fu quella delle guardie
e dei ladri, con il tentativo di bloccare la
giustizia e sottrarsi ad essa. Fino a un certo
punto Craxi, che aveva capito e che avrebbe favorito forse una soluzione seria, fu vittima di questo meccanismo perverso, con i
partiti che volevano approfittare delle disgrazie altrui, poi innesc un processo di
autodifesa disperata e scelse la strada sbagliata della delegittimazione della magistratura.
A molti parso che le inchieste fossero
squilibrate, con preferenze e pregiudizi.
Non vero. Lo nego. Il Pci-Pds aveva un
cuore finanziario diverso da quello degli altri, basta leggere il libro di Gianni Cervetti,
Loro di Mosca. E per la partecipazione,
che pure ci fu, al sistema italiano, noi abbiamo perseguito i Renato Pollini, i Marcello Stefanini, i Primo Greganti.... S, ma
non siete mai risaliti, come accaduto per
tutti gli altri partiti, dagli amministratori al
vertice politico. Perch non abbiamo avuto le prove. Punto e basta. Ci sta provando
Carlo Nordio, ora, ma non mi sembra che
abbia ottenuto risultati superiori ai nostri.
Lei dice le prove, io leggo le confessioni.
Che vuole che le dica, certo che se Vincenzo Balzamo fosse sopravvissuto e ci
avesse detto che la responsabilit dei finanziamenti illegali era sua e solo sua, noi
non avremmo potuto procedere, almeno
non nel modo in cui abbiamo fatto, contro
Bettino Craxi. Le inchieste sono fatte di
queste cose.
E solo un processo di primo grado
Il processo a Silvio Berlusconi stato limitato, per decisione del Tribunale giudicante, alle imputazioni. Voi lo avevate esteso in modo tale da prefigurare, secondo la
difesa, un processone allazienda Fininvest.
Ma no. Laccusa irrobustisce pi che pu il
suo dossier. La decisione del Tribunale pu
essere pi o meno gradita, ma il processo
resta sulla strada tracciata e per noi quella
non concussione. Comunque, mi faccia dire che sarebbe un errore usare il processo
per delegittimare il candidato Berlusconi.
E solo un procedimento di primo grado, e
Berlusconi ha fatto benissimo a chiedere
che non fosse sospeso. Secondo Paolo Ielo le tangenti si pagano ancora e la tariffa
salita dal 10 al 30 per cento... Detto con
amicizia, mi sembra un valutazione infondata. Non abbiamo segnali di questo tipo.
La collusione politica-imprese saltata. I
corrotti ci saranno sempre. Forse Ielo pensava alla corruzione comune.

quotidiano

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DIRETTORE GIULIANO FERRARA

La Giornata
* * *
In Italia

* * *
Nel mondo

DI PIETRO PROSCIOLTO ieri sera


dal Gip di Brescia perch i fatti non
sussistono. Lex magistrato era accusato dai sostituti procuratori Fabio Salamone e Silvio Bonfigli di abuso di atti
di ufficio, a favore di una societ costituita da suoi ex collaboratori, e di concussione, per il progetto di informatizzazione degli uffici giudiziari. E una
decisione che si commenta da sola, ha
detto con soddisfazione Massimo Di
Noia, lavvocato di Antonio Di Pietro.
Nei prossimi giorni, lex pm di Mani Pulite comparir ancora davanti al gip
bresciano: il 26 febbraio (come indagato per concussione, ma parte lesa per il
presunto complotto che lo avrebbe indotto alle dimissioni) e il 6 marzo (vicenda Lombardia Informatica).

LE AUTORITA MUSSULMANE DI
MOSTAR SI DIMETTONO, per protesta
contro laccordo sulla riunificazione
della citt sancito settimana scorsa a
Roma. Gli islamici lamentano che i
croati non abbiano ancora rimosso i
propri posti di blocco e abbiano altres
boicottato la polizia mista che avrebbe dovuto entrare in funzione nei giorni scorsi. Secondo voci non ancora confermate anche lamministratore europeo di Mostar, Hans Koschinik, si sarebbe dimesso.
A complicare la situazione nella ex
Jugoslavia, il premier bosniaco musul mano Alija Izetbegovic stato ricove rato in ospedale per un infarto. Le sue
condizioni sarebbero gravi.

* * *

Il presidente americano Bill Clinton


ha chiesto al Congresso uno stanziamento di 820 milioni di dollari (1.300
miliardi di lire) per sostenere loperazione del contingente di pace in Bosnia.

Il centrosinistra vincerebbe le elezioni soltanto con un patto di doppia


desistenza con Rifondazione comunista e Lega. Lo sostiene una ricerca delluniversit La Sapienza di Roma.
LAbacus segnala il centrosinistra in
testa di lieve misura (51% contro 49%),
sempre dando per scontate le desisten ze di Lega e Rifondazione. (La veridi cit dei sondaggi controversa. Se in fedeli nuocciono gravemente alla for mazione di unopinione corretta, ndr).

* * *

LIri d via libera al piano del presidente dellAlitalia Renato Riverso, che
non prevede tagli ma agisce sui costi.
LIstituto di via Veneto ha nomina to Domenico Cempella amministrato re delegato di Alitalia.

* * *

Rinvio a giudizio per Benetton disposto ieri dal gip di Milano Roberto
Pellicano. Luciano Benetton accusato di concorso in bancarotta fraudolenta per il crack Fiorucci del 1989.

* * *

In calo la produzione industriale a


febbraio dello 0,8 % rispetto al mese di
gennaio. Lo afferma unindagine della
Confindustria.
Assolombarda, in una lettera invia ta alla presidenza del Consiglio, chiede
una manovra di bilancio prima del ver tice della Ue, che riduca sensibilmen te il disavanzo previsto per il 1996.

* * *

Unintesa da circa 8 mila miliardi


stata firmata ieri fra le Fs e la Regione
Lazio. Laccordo prevede un programma sullalta velocit e una serie di migliorie sulla rete locale.

* * *

Borsa di Milano. Lindice Mibtel di


ieri 9.440 (+0,08%). La lira ha guadagnato 5,15 punti sul dollaro (1.569,75) e
1,31 sul marco (1.081,25).

La situazione
Sembra che Lamberto Dini abbia maturato la convinzione che il suo schierarsi per
uno dei due poli avrebbe ripercussioni negative per lui. Massimo DAlema affetta una
certa sicurezza e conta sullaffiliazione del
presidente del Consiglio alla coalizione di
centrosinistra (ne ha parlato in unintervista
a Panorama). Ma potrebbe ricevere una delusione, senza che peraltro i suoi avversari
del Polo possano farsi soverchie illusioni su
una decisione contraria. Con una scelta di
campo sarebbe difficile per Dini comporre
una squadra sua, e mettere allincasso un
anno in cui, tra alti e bassi, i tecnici hanno
tuttavia costruito uno spazio. Nicola Piepoli, mago dei sondaggi, avrebbe assicurato
Dini che una lista intestata al suo nome,
composta di personalit del centro, potrebbe aspirare a una percentuale alta, molto
superiore al 4 per cento necessario per ottenere seggi nella quota proporzionale. Infatti gli osservatori pi accreditati sostengono che Dini ha gi un nome per la sua lista, Rinascimento, che il simbolo un giglio fiorentino, che tra i finanziatori sarebbe gi stato arruolato il magnate del cinema
e di Telemontecarlo, Vittorio Cecchi Gori.
Questa lista, secondo voci autorevoli che
non sono una notizia confermata, comprenderebbe molti tecnici e si presenterebbe
solo nella quota proporzionale. Appunto.

* * *

* * *

Nuove carte sul Whitewater e nuovi


problemi per i Clinton. Solo ieri sono
state consegnate alla commissione del
Senato presieduta da Alphonse dAmato altre cento pagine di appunti che
alle precedenti richieste di acquisizione sarebbero sfuggite per errore.
Larrivo dei nuovi documenti po trebbe far ottenere alla commissione un
rinnovo del mandato dinchiesta, che
scade il 29 febbraio e che la Casa Bian ca non gradirebbe.

* * *

Dieci miliardi di dollari alla Russia


dal Fondo monetario internazionale.
Lingente linea di credito, ha annunciato a Mosca il presidente del Fmi Michel
Camdessus, per subordinata al parere positivo del comitato direttivo del
Fondo. Uneventuale decisione contraria metterebbe a repentaglio la possibilit per Boris Eltsin di proseguire con
il piano di riforme, e conseguentemente la sua possibilit di essere rieletto.

* * *

Pil in crescita oltre le previsioni per


la Gran Bretagna. La variazione, calcolata sullultimo trimestre del 95, del
0,1% annuo: 1,9 contro una stima del
1,8%. Lincremento legato soprattutto
alla ripresa del settore edilizio, che
promette di crescere anche nel 96.

* * *

Il gasdotto che attraversa Cecenia e


Daghestan, il cui controllo uno dei
principali motivi di contesa tra i separatisti ceceni e la Russia, stato fatto
esplodere dai guerriglieri.

* * *

Assassinato ad Algeri un alto commissario del ministero dello Sport e


della Giovent, Mahfoud Bouzerde, di
42 anni. Luomo stato aggredito in casa dai terroristi islamici.

* * *

LIrak sta producendo missili a lunga


gittata con testate chimiche e batteriologiche. Il sospetto, allindomani del
fallimento della trattativa fra lOnu e
Bagdad per la rimozione dellembargo
petrolifero, stato avanzato dagli ispettori delle Nazioni Unite dopo il ritrovamento di giroscopi di fabbricazione
russa in grado di guidare gli ordigni.

* * *

I caccia israeliani bombardano da


due giorni le postazioni degli hezbollah
filo-iraniani nel sud del Libano, unico
fronte attivo, attualmente, del conflitto
arabo-israeliano.

* * *

Lambasciatore turco ad Atene stato


richiamato dal governo di Ankara per
un ampio riesame dei rapporti tra i
due paesi dopo la crisi nellEgeo.
Il premier greco Costas Simitis, in vi sita a Bonn, ha dichiarato che il suo
paese cercher di ostacolare laccordo
di unione doganale tra la Turchia
e lUnione Europea.
Questo numero stato chiuso in redazione alle 22,15

OGGI NEL FOGLIO QUOTIDIANO

CARO ROMANO, CARO SILVIO


DUE LETTERE IMBARAZZANTI
SE VAI CON LA LEGA ti sono contro, dice Massimo Chiaventi, del
Pds. Antonio Martino a Berlusconi:
Torna liberale
(pagina 2)

ELEZIONI, LA SINISTRA non pu

farcela, ma in grado di impedire


al Polo di vincere. Le previsioni di
Gianni Pilo
(pagina 2)

LA FRANCIA SCEGLIE lesercito


di mestiere, duecento anni dopo
linvenzione giacobina della coscrizione obbligatoria
(pagina 3)

Gerusalemme indivisa

Lo status della Citt Santa


arma elettorale del Likud
Il Governo di Peres ammette di aver
avuto colloqui segreti con lOlp
Gerusalemme. La decisione del ministro
degli Esteri tedesco Klaus Kinkel di rinviare la sua visita ufficiale in Israele una
mossa elettorale a favore di Shimon Peres e
di Yasser Arafat che ha poco a che vedere,
nellimmediato, con il futuro di Gerusalemme. Ci non significa che la questione della
Citt Santa abbia perso di importanza o sia
stata in qualche modo decisa. Tuttaltro. Ma
poich lopposizione nazionalista (Likud) ha
fatto del futuro di Gerusalemme il suo cavallo di battaglia per le elezioni del 29 maggio, i governi stranieri che si augurano una
vittoria di Peres - e desiderano non nuocere
ad Arafat - non hanno interesse ad imbarazzare entrambi con visite che potrebbero essere sfruttate dai loro avversari. La stragrande maggioranza degli elettori crede che
Gerusalemme debba restare citt indivisa e
capitale dIsraele. Peres si formalmente
impegnato a difendere questa posizione. Si
rende tuttavia conto che quando lo statuto
di Gerusalemme verr discusso - come prevedono gli accordi con i palestinesi - qualche concessione ad Arafat - che vuole una
parte di Gerusalemme come capitale del
suo futuro stato - occorrer farla.
Discretamente, due docenti universitari
israeliani che avevano in passato aperto la
strada agli incontri segreti di Oslo con contatti personali, stanno ora facendo la stessa
cosa, a titolo puramente privato ed accademico in varie localit europee. Lo scopo
di esaminare con colleghi palestinesi possibili formule di compromesso su Gerusalemme. Laccusa lanciata dal leader del
Likud, Benjamin Netanyahu, a Peres di aver
gi deciso in pectore la divisione di Gerusalemme ha suscitato scalpore. Ha nuociuto
- ingiustamente - alla sua immagine anche
perch la proposta del Likud di garantire
con una legge speciale lisraelianit di Gerusalemme stata respinta dal governo. E
ieri il sottosegretario Yossi Beilin ha ammesso, incalzato dalla stampa, che colloqui
segreti con lOlp per lo Stato palestinese si
sono effettivamente svolti.
Arrivata a segno la prima bordata sparata dal Likud, era necessario per il governo
prendere contromisure. Il ministro della sicurezza interna Moshe Shahal, si affrettato ad annunciare che in futuro nessuna delegazione ufficiale straniera sarebbe stata
autorizzata a rendere visita alla Orient House - lufficio palestinese per gli affari di Gerusalemme - in cui Arafat e il Likud vedono,
giustamente, la struttura embrionale della
presenza politica palestinese nella Citt
Santa. Presenza che numerosi ministri degli
Esteri occidentali - inclusi quelli della
troika europea guidati da Susanna Agnelli avevano implicitamente riconosciuto recandosi allOrient House, nonostante le obiezioni del governo israeliano, prima della decisione di anticipare le elezioni.
Venire a Gerusalemme accettando la
proibizione israeliana di visitare lOrient
House, significherebbe ora colpire il prestigio di Arafat; andarci, colpire quello di Peres. Da qui la decisione del ministro degli
Esteri tedesco di rimandare la sua visita a
dopo le elezioni, evitando salomonicamente
di lasciarsi coinvolgere nella campagna
elettorale. La quale sar decisa anche dalla
capacit di Arafat - legato a Peres da un
cordone ombelicale di interessi comuni di appoggiarlo contro il Likud. Ci dipender da due fattori su cui Arafat ha influenza ma non controllo assoluto: il voto degli
arabi israeliani in favore di un sicuro sostegno a Peres e la prevenzione di attentati dei
fondamentalisti islamici. Se questi fossero
portati clamorosamente e sanguinosamente
a buon fine nel corso della campagna elettorale, favorirebbero lopposizione e potrebbero riportare il Likud al potere.

VENERD 23 FEBBRAIO 1996 - L.1000

Mercato On Line
Ristrutturazioni e sfide stellari
tra computer, tv e altri
business globali
TURBOLENZA SUL MERCATO ON LINE
IN USA, innescata da Internet
Tutti i maggiori servizi on-line esistenti
negli Stati Uniti attraversano da qualche
mese una fase di profonda riorganizzazione
e di revisione strategica innescata dalla rapida e potente espansione di Internet. Tre
di essi hanno annunciato, in settimana,
profondi mutamenti azionari o finanziari.
Compuserve, il secondo per numero di abbonati (4,3 milioni a fine gennaio), verr posto sul mercato da H&R Block, la societ di
consulenza fiscale che ne controlla il 100%,
gi a partire da aprile: ci sar unofferta
pubblica relativa al 20% delle azioni, mentre nel giro di un anno il resto del capitale
sar distribuito tra gli azionisti di H&R. La
societ ha registrato fino a ora un andamento brillante, ma la crescente abitudine
del pubblico ad utilizzare Internet per la ricerca di informazioni (scavalcando i fornitori specializzati a pagamento come Compuserve) pu creare qualche problema nel
futuro prossimo (come testimoniano i due
tagli di prezzo attuati a settembre e dicembre e il conseguente calo degli utili scesi
del 48%, a 22 milioni di dollari). Ci spiega
forse la decisione di monetizzare rapidamente gli incrementi di valore borsistico segnati negli ultimi tempi.
Prodigy, che il terzo servizio on-line per
numero di abbonati (1,4 milioni) abbandonato da uno dei due fondatori, Sears Roebuck, uno dei giganti della grande distribuzione, che ha annunciato la messa in vendita del suo 50% (il prezzo che si dice richiesto: 500 milioni di dollari). Il mancato decollo del servizio, le prospettive deboli di
fronte al mutamento del mercato, la dimensione degli investimenti (oltre un miliardo
di dollari finora) spiegano la decisione. Laltro socio IBM e non ha fatto commenti.
Microsoft Network (700.000 abbonati) finora ha dato a Bill Gates pi grane legali
che soddisfazioni non riuscendo per adesso
a posizionarsi in modo chiaro: ora Gates lha
inserito in una Divisione Interactive Media che dovr ripensare la strategia di vendita dei servizi riferibili a Internet e pi in
generale lofferta di prodotti di informazione e entertainment al consumatore finale.
Quanto al leader di mercato, America On
Line (7 milioni di abbonati, di cui 5 milioni
in Usa), gi dallanno scorso ha avviato investimenti cospicui per lacquisizione di
contenuti: con finanziamenti nellordine dei
100/200 milioni di dollari permette a piccoli
operatori di lanciare nuovi servizi di cui si
riserva lesclusiva (e la parte preponderante dei ricavi). In questo modo AOL arricchisce la sua funzione: non solo centro di smistamento verso data-bases gi esistenti e
raggiungibili anche per altre vie, ma fornitore di contenuti esclusivi.
ALTRE 98 TELEVISIONI IN EUROPA ,s econdo i dati dellOsservatorio di Strasburgo
Continua a espandersi il mercato televisivo in Europa: secondo i dati raccolti dallOsservatorio Europeo dellAudiovisivo di
Strasburgo, nel 1995 sono stati lanciati 98
nuovi canali televisivi e sono aumentati gli
abbonati alle reti diffuse via cavo (+11,5%
nei 15 Paesi dellUe). Anche la pubblicit
in espansione: tuttavia il fattore principale
di crescita laumento dei canali diffusi via
satellite (nel 1995 ha debuttato la tecnologia
digitale).
SFIDE SATELLITARI NEL MERCATO USA
DELLA TV (5 milioni e mezzo di utenti)
Il mercato americano della televisione
via satellite (5,5 milioni di abitazioni raggiunte nel 1996) attira competitori colossali. Bassi costi di distribuzione, investimenti limitati, grande capacit di trasmissione
sono i vantaggi della nuova tecnologia: di
recente AT&T ha acquistato il 2,5% del
principale operatore, Direct Tv (controllata da General Motors), valutando la societ
(198 canali; 1.250.000 abbonati) sulla base di
5,5 miliardi di dollari. News Corp (Fox,
BSkyB) e MCI (seconda societ Usa della telefonia a lunga distanza) hanno acquisito
allasta per 682 milioni di dollari la licenza
di un nuovo servizio e ora cercano di accordarsi con una societ dotata di satellite
per iniziare subito le trasmissioni (il lancio
di un satellite proprio li obbligherebbe ad
attendere fino a fine 1997). Il partner pi
probabile Primestar, un consorzio gi
operativo che disporr di due satelliti entro lanno ma non potr utilizzarli mancandogli la licenza (ha perso lasta). Il principale azionista di Primestar TCI, il maggiore gestore di sistemi via cavo negli Usa
(12 milioni di abbonati), che ha gi una lunga tradizione di accordi con Murdoch: opera con News sia in una impresa di distribuzione via satellite in America Latina sia in
una tv cavo sportiva americana di prossimo
lancio (contro il canale leader controllato
da Disney). Laccordo consentirebbe di ridurre i costi di gestione e di aumentare gli
investimenti sui contenuti in modo da
rafforzare la capacit di competizione con
Direct Tv. Nel cielo volteggia uno scontro
tra giganti.
EMI DIVORZIA: NUOVO MATRIMONIO
forse in vista per il gigante fonografico
Emi, uno dei cinque grandi dellindustria
fonografica, non sar pi inglobata in una
stessa societ insieme con Thorn (noleggio
televisivo) e potr concentrare tutte le sue
energie sulla musica.

Crisi alla Fiat

Il benservito a Garuzzo
mette nei guai la prima
industria italiana
Industrialisti contro finanzieri tra
deposizioni giudiziarie e accuse
personali. Romiti e linchiesta

Cantarella e i tecnocrati
Torino. Dietro il caso Garuzzo c, come
purtroppo succede ormai nella vita civile
del Paese, lombra di verbali e confessioni
alla procura della Repubblica di Torino. Ieri lopinione pubblica italiana ha appreso
dal giornale americano Herald Tribune che
il numero tre della Fiat, Giorgio Garuzzo,
era stato licenziato in tronco e se ne andava
protestando. Cera stato un segnale in questo senso gi a met dicembre, quando il
presidente della Fiat, Gianni Agnelli, aveva
annunciato le sue dimissioni. Allora era stato il Financial Times a raccogliere le voci
che indicavano in Garuzzo la prossima testa
che sarebbe saltata.
La caduta del titolo Fiat in Borsa, il tono
molto cauto del portavoce della societ
(Non intendiamo rispondere, lazionista ha
preso una decisione nella consapevolezza
che il dottor Paolo Cantarella, il prossimo
amministratore delegato, ha le caratteristiche professionali pi appropriate), e la
previsione di eliminare addirittura la carica del direttore generale sono tutti segnali
che la sostituzione dellavvocato Gianni
Agnelli alla presidenza della Fiat avviene
in un clima molto pi
agitato del previsto.
Il fantasma
del caso Ghidella
Lo scontro nella
azienda serio: riemergono anche i fantasmi del recente passato. Vittorio Ghidella, amministratore
delegato della Fiat
auto, allontanato alla
CESARE ROMITI
fine degli anni Ottanta, ha ricordato in sede giudiziaria lo scontro sul rapporto tra
Fiat e Ford, e ha detto di essere stato liquidato non tanto da Cesare Romiti quanto, direttamente, da Enrico Cuccia. E altri particolari, che non fanno parte della documentazione in nostro possesso, racconta Ghidella sul ruolo che Mediobanca ha avuto nel
far riacquisire le quote libiche da parte della Fiat. Garuzzo spiega il suo scontro con
Romiti come lo scontro tra un industrialista,
che ha rilanciato lIveco, ristrutturato la
Fiat auto e cos via, e un finanziere, che non
ha mai avuto unidea originale per ci che
riguarda la produzione.
Paolo Cantarella nellassumere il ruolo di
amministratore delegato si fa forte dei recenti successi dei modelli proposti e si circonda di tecnocrati estranei alle cordate di
quelli che vengono definiti amici di Umberto Agnelli, spesso anche definiti industrialisti, e dei romitiani: Roberto Testore,
che ha preso il posto di Cantarella, e Paolo
Marinsek che ha preso il posto di Testore,
sono due tecnocrati puri, uomini della Comau, la societ che sovraintende i processi
di automazione industriale del gruppo.
Ma baster la robusta cordata tecnocratica, baster lautorevole copertura, che rimane, del senatore a vita Agnelli? La scommessa della stabilit poggia sulla capacit
di reggere del prossimo presidente, Romiti:
e in questa scommessa una parte del gioco
si svolge, appunto, sulle scene giudiziarie.
Diversi dirigenti Fiat, da Antonio Mosconi,
gi dirigente della Fiat Impresit e della Toro, a Clemente Signoroni, gi della direzione finanziaria della Fiat, da Ghidella a Garuzzo hanno dichiarato ai magistrati che Romiti aveva un controllo articolato su tutti i
flussi finanziari dellimpero Fiat, non solo
della holding ma anche delle controllate. La
difesa di Romiti su questi temi molto ferma: si tratta di dichiarazioni di dirigenti allontanati dal gruppo e che esprimono forme
di risentimento. Per poter aver pi particolari bisogner aspettare ludienza preliminare del Gup (giudice delludienza preliminare) fissata per il 5 marzo.
Il silenzio degli avvocati
Prima difficile sapere di pi anche perch i difensori, da Vittorio Chiusano, lavvocato storico del gruppo Fiat, ad Andrea Galasso, difensore di Ghidella e Signoroni, si
rifiutano, da noi richiesti, di precisare materie riguardanti risultanze processuali. Ma
il ritratto della mitica signora Carbonatto,
segretaria storica della Fiat daVittorio Valletta a Romiti, addetta a disbrigare tutte le
faccende irrituali, imbarazza il gruppo. E il
licenziamento di Garuzzo, dopo la sua testimonianza presso la procura di Torino, conferma lasprezza dello scontro. La linea di
Cesare Romiti, che aveva puntato a distinguere la sua Fiat dal complesso sistema economico politico cresciuto in questo Paese, e
che si basava su una tregua con le procure
della Repubblica, aveva ottenuto dei successi: presso la madre di Mani pulite, la procura di Milano, gli interrogatori di dirigenti
Fiat da parte di magistrati come Antonio Di
Pietro erano stati assai meno incalzanti di
quelli riservati ad altre imprese e soggetti
di indagine. Ma ora questa costruzione difensiva sembra vacillare, mentre la stampa
internazionale solleva un caso scomodo.

ANNO I NUMERO 19 - PAG 2

IL FOGLIO QUOTIDIANO

VENERD 23 FEBBARIO 1996

VOTO D I SCAMBIO 1

SONDAGGIO

Silvio, rimembri ancora quando eri liberale?

Gianni Pilo dice che la sinistra non pu farcela


ma in grado di impedire al Polo di vincere

ANTONIO MARTINO SCRIVEALSUO LEADER: TORNAALLA CHIAREZZADEL 1994


Caro Onorevole Berlusconi,
vorrei chiarire a quali condizioni sono
disposto ad impegnarmi nell'imminente
campagna elettorale con lo stesso entusiasmo con cui lo feci nel 1994, in quella epica avventura che cambi la storia del nostro Paese. Anzitutto, deve essere chiaro
che il nostro obiettivo non battere la sinistra - quella solo una necessaria precondizione - n quello di dare all'Italia un
governo stabile, che certamente desiderabile ma solo a condizione che faccia le
cose giuste. La prima condizione per assicurarti l'appoggio convinto mio e di molti
milioni di italiani che vengano chiariti in
modo inequivocabile i nostri obiettivi.
Procedure trasparenti per le candidature
Il nostro programma deve essere chiaro,
concreto, coerente, credibile e calendarizzato. Dobbiamo mettere nero su bianco,
con impegno vincolante, cosa intendiamo
fare, come pensiamo di farlo ed in che tempi lo faremo, se gli elettori ce ne daranno
mandato. Per fugare ogni ambiguit sulle
intenzioni nostre e dei nostri alleati, quel
programma deve essere solennemente sottoscritto da tutte le forze del Polo delle libert.
Inoltre, nel 1994 compisti il miracolo
(uso il termine senza retorica) di inventarti un movimento ed una coalizione che offrirono agli elettori la possibilit di scegliere fra due alternative e vincemmo le
elezioni. Il movimento da te inventato, tuttavia, risentiva della fretta con cui era stato messo in piedi; in particolare, le candidature vennero scelte senza una procedura trasparente. Non si poteva fare altrimenti non c'era tempo. N quel metodo
produsse necessariamente risultati spregevoli: i parlamentari di Forza Italia sono
migliori di quanto vogliano far credere i
nostri avversari. Tuttavia, necessario che
ora la scelta dei candidati venga fatta in
modo pi trasparente di quanto non accadde allora. Dobbiamo offrire agli elettori una indicazione chiara delle procedure
seguite nella scelta dei candidati, in caso
contrario saremmo esposti all'accusa, che
non verrebbe soltanto dai nostri avversari,
di scarsa democraticit interna e di partito-azienda.
Se farai queste due cose, se cio offrirai
con buon anticipo agli elettori una indicazione inequivoca circa il nostro programma e la selezione dei nostri candidati,
avrai realizzato le condizioni minime per
vincere le elezioni. Per potere contare sul
mio impegno tuttavia, dovrai fare anche
qualcos'altro.
Dovrai dare, in concreto al programma
da sottoporre agli elettori l'ispirazione che
ci fece vincere nel 1994: quelle nostre idee
furono il centro del dibattito elettorale e ci

guadagnarono il consenso della gente. Dal


nostro programma deve risultare senza
ombra di incertezza che noi vogliamo un'Italia pi libera, dove maggiore sia lo spazio offerto alle iniziative private, volontarie spontanee, che hanno prodotto e continuano a produrre la ricchezza di questo
paese. Un'Italia radicalmente diversa da
quella che vogliono i nostri avversari e che
stata il prodotto tipico degli anni del
consociativismo, un'Italia meno oppressa da una fiscalit penalizzante ed ingiustificata, meno vincolata da pastoie burocratiche controproducenti. Un'Italia in cui

spesa pubblica come strumento per l'acquisizione del consenso elettorale.


Dobbiamo riscoprire l'ottimismo del 1994
ed indicare la via dello sviluppo e dell'occupazione contro il partito reazionario rassegnato alla recessione. Questo dobbiamo
all'Italia tutta, ma in particolare al Mezzogiorno che continua a versare in condizioni
di ristagno disperato. E ancora, dobbiamo
riformare la struttura di governo e la finanza locale, non per apparire federalisti, ma
per dotare l'Italia di quel sistema di contrappesi fra Stato ed enti locali che pu tutelare efficacemente le nostre libert.

Dobbiamo dire con concretezza


cosa vogliamo, ma anche come e
quando lo realizzeremo. Dobbiamo
selezionare con trasparenza i nostri
candidati. Dobbiamo infine proporre
con coraggio la riforma tributaria

Pi mercato anche nello Stato sociale


Infine, dobbiamo avere il coraggio di affrontare la riforma dellassistenzialismo di
Stato in un'ottica liberale e liberalizzante,
il che significa passare dal welfare universale - in cui lo Stato prende da quasi tutti,
anche dai meno abbienti, con la pretesa di
dare quasi a tutti, anche ai benestanti - ad
un welfare mirato agli interessi di coloro
che hanno veramente bisogno. Invece di
dare poco a tutti, anche a chi non ha bisogno dobbiamo dare molto a chi ha davvero

sia maggiore la libert di scelta delle famiglie e delle imprese, minore il peso della
politica.
In concreto questo implica che il risanamento della finanza pubblica deve essere
perseguito ad un livello minore di spesa
pubblica e fiscalit e che, quindi si deve ridurre il livello della spesa pubblica e la
sua crescita, senza inasprimenti fiscali.
Dobbiamo quindi simultaneamente proporre una radicale riforma tributaria - come quella del 1994, che tanto successo ha
avuto in America - ed una dei meccanismi di spesa pubblica. Dobbiamo impegnarci a porre termine all'utilizzo della

bisogno di aiuto. Dobbiamo inoltre proporre che la fornitura di servizi sia, per quanto possibile, affidata alla concorrenza ed al
mercato, non ad inefficienti monopoli statali. E questo in tutte le aree dello Stato sociale - nella scuola, nella sanit e nella previdenza.
Se avrai il coraggio di fare tutto ci, potrai fare affidamento sul mio impegno e sul
mio entusiasmo ma soprattutto sull'impegno e sull'entusiasmo degli elettori italiani
che non mancheranno di premiarci col loro voto.
Antonio Martino
deputato di Forza Italia

VOTO D I SCAMBIO 2

LETTERE

Caro Romano, se vai con


la Lega noi ti saremo contro

I vecchi comizi di unItalia pi schietta


Signor direttore - Seguo con interesse e
simpatia, pur militando in campo progressista, il quotidiano da lei diretto. Fin dal
primo numero la sua lettura si aggiunta
a quella dei principali quotidiani nazionali. Ho apprezzato molti articoli ma non ho
gradito il tono pieno di livore di Ruggero
Guarini nel pezzo Meglio la tv dei comizi,
ecc.. Sono abbastanza tollerante e professo le mie idee senza fanatismo ma mi sia
consentito rimpiangere i comizi almeno
per due motivi: il rimpianto per unItalia
pi semplice e pi schietta accompagnato
al ricordo della mia giovent.
Non intendo demonizzare la televisione: mi basta non guardarla. Dissento dalla
chiusura di Guarini (... ai bei tempi in cui
il comizio in piazza era il massimo luogo
della partecipazione politica, i lettori di
giornali erano quattro gatti, mentre oggi
che c la tv sono almeno quarantaquatto)
al quale rivolgo linvito a volermi cortesemente dimostrare come rispetto a quarantanni fa i lettori di giornali siano decuplicati. In che modo? Forse per sfuggire
alla televisione?
Filippo Giannini, Roma

Caro Romano, durante le feste natalizie i cittadini di Mantova hanno avuto la


sgradevole sorpresa di veder sfilare per
le vie del centro gruppi di leghisti con
fiaccole e cartelli. Bersaglio della manifestazione erano le centinaia di giovani
disoccupati meridionali che avevano fatto regolare domanda per partecipare ad
un pubblico concorso bandito dalla amministrazione provinciale mantovana a
reggenza leghista.
Lo squallore umano prima che politico
di queste allegre fiaccolate finalmente
riuscito a scuotere lopinione pubblica,
fino ad allora cloroformizzata dalla linea
ufficiale dei principali partiti che avevano, per pura convenienza, sempre trattato
i leghisti mantovani alla stregua di discoli, di monellacci. Stavolta no, il segno si
era passato ed anche le forze politiche, di
fronte alla reazione sdegnata di singoli
cittadini che avevano assistito allinquietante sfilata, aveva dovuto ufficialmente
prendere posizione.
Intanto, comunque, alcuni esponenti
del Pds facevano circolare pagelle di
comportamento dei dirigenti leghisti in
base alle quali poter distinguere tra buoni (Petrini, Maroni) e cattivi (Boso, Bagherio). Il tutto in omaggio al verbo del segretario nazionale per cui la Lega altro non
sarebbe che una costola della sinistra
(sic).
Si cos formato, sulla spinta emotiva,
un comitato per la difesa della storia e
dellimmagine di Mantova come citt civi-

le, aperta, solidale da contrappore a quella chiusa, retriva rappresentata dalla capitale leghista nonch sede del parlamento del Nord. Tutti i democratici da destra a sinistra hanno aderito allappello,
meno il Partito democratico della sinistra
e il Partito popolare italiano. Vergogna.
E tutto per un possibile, ipotetico patto
di desistenza? Ma ne valeva e ne vale poi
veramente la pena?
Mantova democratica ha ormai operato
un rigetto totale della cultura leghista, del
delirio secessionista e di fronte ad un patto fra lUlivo e la Lega sapr reagire di
conseguenza. Ho motivi fondati di ritenere che questa risposta democratica non si
limiter alla citt di Mantova. Credo che
nellintera Padania non si leveranno solo
gride manzoniane di sdegno, ma ci saranno comportamenti politici adeguati alla
gravit del fatto.
Lunit nazionale un valore e non una
variabile dipendente e non consente perci di giocare sulla distinzione tra area di
governo (Ulivo) ed elettorale (Ulivo + Lega + Rifondazione comunista).
Se per lUlivo cos non , se valori fondamentali e fondanti della nostra vita democratica possono diventare oggetto di
scambio, lascio volentieri a te, Romano, a
Massimo DAlema e agli altri la responsabilit di avere svuotato la politica fino ad
immeschinirla. In quel caso io non ci sar
e credo mi trover in buona ed abbondante compagnia.
Massimo Chiaventi

IL FOGLIO quotidiano
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NUMERO VERDE:

OGGI - Al sud molto nuvoloso con


piogge e temporali. Nevicate abbondanti in Abruzzo, Molise, sull'Appennino calabro-lucano-campano. Sereno o poco
nuvoloso su Piemonte, Liguria e Lombardia. Nuvoloso sul settore orientale.
DOMANI - Su tutte le regioni sereno
o poco nuvoloso. Foschie dense ed isolati banchi di nebbia sulle zone pianeggianti del nord e del centro.

I sondaggi strumenti seri di verifica


Signor direttore - Concordo con Il Foglio
sulla validit e sulluso dei sondaggi. E
una posizione che li difende ma che mette
in guardia contro i falsi e contro i pericoli
di sopravvalutazioni e sottovalutazioni dei
risultati. Indispensabili, per, tre considerazioni. Essi permettono di registrare e affrontare i cambiamenti tempestivamente:
in Italia sono arrivati con quarantanni di
ritardo dagli Usa, che li scoprirono negli
anni 30. Linteresse della gente per i sondaggi risponde allesigenza di semplificare i concetti: aiutano la societ ad autorispecchiarsi. La crisi della forma partito ha
privato i vertici del flusso di informazioni
dal basso utilissimo per modificare le strategie e oggi sostituito dai sondaggi che rivitalizzano la dialettica interna dei partiti.
Quindi perch ci ostina a sminuirne il
valore? Non sarebbe pi corretto prenderserla con quelle (poche) societ di ricerca
che lavorano male o con quei media che li
usano indebitamente come strumenti di
formazione del consenso?
Mario Martucci, Milano
Usate Internet contro lastensionismo
Signor direttore - Temo che alle prossime elezioni del 21 aprile aumenti la percentuale del partito dei non votanti e delle schede bianche. Affinch ci non accada o se ne riducano le conseguenze sarebbe bene che tutti contribuissimo (in particolare i mezzi di comunicazione) a svelenire la campagna elettorale e a sollecitare
la partecipazione al voto. Voi cosa ne pensate? Cosa ne pensano i fruitori di Internet?Perch non lanciate in rete questa domanda?
Antonio Soldati, Roma

Milano. In ogni democrazia che si rispetti prima o poi ci si conta. In Italia successo poi - esordisce il signore dei numeri
di Forza Italia - ma finalmente successo.
Gianni Pilo ci riceve nel suo studio milanese della Diakron, il tavolo una foresta
di biglietti e grafici con i dati di sondaggi
incrociati e sovrapposti. La cosa molto
pi complicata di quanto noi si pensasse. In
fondo siamo venuti con una domanda semplice semplice: chi vincer le elezioni. Se la
sente lonorevole Pilo, che settimanalmente fornisce scenari elettorali a Silvio Berlusconi, di sbilanciarsi e dirci come stanno
realmente le cose. Pilo fa emergere dai foglietti due fascicoli: Sono lo scenario numero 49 e numero 50, gli ultimi due realizzati. Da qui risulta evidente una cosa: il Polo pu forse vincere le elezioni, la sinistra
non pu vincerle, pu solo tentare di non
farle vincere a Berlusconi. Ci allunga i
due blocchi cartacei e ci invita a far di conto. Il primo scenario (secondo la numerazione Diakron il quarantanovesimo) prospetta la composizione della Camera dei
deputati nel caso in cui lUlivo non faccia i
patti di desistenza con la Lega, quelli con
Rifondazione comunista vengono dati per
assodati. In questo scenario i 630 seggi di
deputato verrebbero cos ripartiti: 335 al
Polo, 273 al centro sinistra, 13 alla Lega, nove ad altri schieramenti.
E una proiezione semplificata - avverte
Pilo - ci possono essere oscillazioni di 5/10
seggi, ma se si guarda al secondo prospetto, quello che prevede i patti di desistenza
anche con la Lega si capir il perch della
mia affermazione.
Guardiamolo lo scenario numero 50. Polo 292 seggi, centro sinistra 273, Lega 55, Altri 10. Ci guadagna solo la Lega, ci perde il
Polo, la sinistra non aumenta di un seggio
il suo risultato il commento del presidente della Diakron. E una prospettiva
poco allegra, che ci consegna allingovernabilit, e, sotto certi aspetti, ottimista per
il centro sinistra. Ci spieghi quali certi
aspetti e quale ottimismo. Si tratta di una
previsione che non tien conto dellinaffidabilit dellelettorato leghista, notoriamente
meno conosciuto e meno controllato dellelettorato del Pds. Mi spiego. Abbiamo valutato che lUlivo non possa cedere pi di
45/50 collegi uninominali alla Lega, e pensiamo che faranno molta fatica a trovarli,
ma non sappiamo, e non riusciamo a valutare, cosa succeder quando gli elettori leghisti non troveranno il loro simbolo sulla
scheda, quanti saranno realmente disposti
a votar un candidato di sinistra?. LUlivo
non corre lo stesso rischio con Rifondazione? Con Rifondazione comunista c pi
compatibilit, soprattutto nei collegi del
Sud. In altre zone, soprattutto dove il candidato sar leghista, potrebbero erodere

voti anche loro presentandosi da soli.


Scusi onorevole, tutta questione di liste
e di desistenza? No, le nostre indagini cercano di scavare un po pi in profondit a
cogliere anche i processi di autoidentificazione e di riconoscimento di appartenenza.
Oggi, molto pi di due anni fa, gli italiani
tendono a identificarsi in unarea genericamente di destra e in una, altrettanto generica, di sinistra. La favola della tendenza
al centro della maggioranza degli italiani
non trova nessun riscontro. Ma quello destra sinistra, che resta lasse portante in baLa veridicit dei sondaggi controversa.
Se infedeli nuocciono gravemente
alla formazione di unopinione corretta.

se al quale si pronuncia circa il 47 per cento degli elettori, non lunica polarizzazione. Ce n unaltra che noi abbiamo schematizzato in moderatismo borghese-estremismo rabbioso. Ognuno di questi quattro
poli non caratterizzato da un progetto positivo, ma da unavversione ricorrente come
maggioritaria nelle risposte ai quesiti del
sondaggio. Ci dica. Nella destra prevale
lavversione agli ambientalisti che chiedono di chiudere le fabbriche che inquinano,
facendo cos perdere posti di lavoro. La sinistra si qualifica per una fortissimma fede

abortista. I moderati non sopportano gli


operai che scioperano per la sicurezza del
lavoro nelle piccole aziende. E gli estremisti rabbiosi? I rabbiosi esultano alla notizia che un magistrato ha tenuto in carcere un politico innocente per estorcergli una
confessione. Era innocente, ma era un politico.
Non un quadro che nobiliti la lotta politica. Due anni fa la campagna elettorale
fu senza esclusione di colpi, ma un identico sondaggio sullasse principale destra-sinistra aveva come valori qualificanti il liberismo e lo stato sociale. Si fatto unidea dei motivi di questo cambiamento?
Un anno di non politica. Se si guardano i
generici orientamenti di voto si vede che il
centro destra viene scelto da circa il 29 per
cento degli italiani, il centro sinistra dal
circa il 30 per cento, ma gli indecisi, quelli
orientati a votare scheda bianca o ad annullare il voto sono il 38 per cento. La depressione di molti elettori dovrebbe far riflettere anche in Forza Italia ed indurre
molti ad evitare di scimmiottare atteggiamenti pentapartitici.

ANNO I NUMERO 19 - PAG 3

EDITORIALI
Una furbata che non funziona
L

a tecnica elettorale della desistenza


funziona, e non benissimo, quando
si tengono due turni elettorali. Al primo turno tutti portano le loro bandiere.
Nel centrosinistra, per esempio, avremmo candidati dellUlivo, del Pds, di
Rifondazione, popolari e leghisti. Ciascuno corre per s, si impegna, spende
denari, mobilita il suo pubblico di riferimento, i suoi attivisti, e investe nella
battaglia il suo credito politico per
piazzarsi al meglio. Poi, quando si vede
chi meglio piazzato in vista di un secondo turno, si sceglie il cavallo vincente dopo una robusta e credibile contrattazione. I peggio piazzati desistono
e tornano a casa. A quel punto gli elettori sono mobilitati, e a motore caldo i
leader prendono la loro bandiera e la
portano in battaglia nel campo dellalleato. Anche cos una bella fetta percentuale di voti si perde per strada,
perch la gente non ha voglia di votare
per qualcuno che non ha scelto e con
cui non ha un consolidato rapporto politico.
Ma quando le elezioni sono a un turno solo, con laggravante italiana di un
bipolarismo imperfetto (una sinistra,
una destra, e poi molti che aspirano a
considerarsi centro e che sono insofferenti delle leadership dei rispettivi poli), lo scenario cambia. A quattro settimane dal voto un gruppo di partiti si

spartisce i collegi e decide che in un


certo numero di essi correr un candidato, mettiamo, della Lega. Gli elettori
del Pds, i popolari, i laico-socialisti, i
cani sciolti di sinistra, i comunisti di
Rifondazione si troverebbero di fronte
a una scelta compiuta a freddo, fondata sullaritmetica e lontana dalle sane e
dalle insane passioni della politica. A
me, elettore popolare del Veneto, sarebbe negata nel mio collegio la possibilit di battermi per la mia bandiera e
dovrei correre appresso alla bandiera
di un altro, senza neanche poter sperare, come invece avviene con il sistema
a due turni, in una affermazione al primo turno, in un mercato politico in cui
i voti che conquisto al primo turno
avranno un peso nella scelta finale.
Niente. Mi resterebbe soltanto la scelta amara, di ripiego, di fare da galoppino per un candidato che non conosco,
che non ho scelto e il cui quadro di valori non il mio. Se poi, come annunciato, Rifondazione decidesse di correre comunque nei collegi in cui in atto
un patto di desistenza con la Lega, la
soluzione sarebbe non debole ma disastrosa per i desistenti. Tutti si affannano a spiegare perch questa storia della desistenza ambigua sul piano della fedelt ai programmi e alle esigenze
di credibilit di una coalizione. Ma c
di pi: semplicemente, non funziona.

Allez enfants, cambia la Grande Arme


Allez enfants, sciogliete i battaglioni,
la patria non ha pi bisogno di voi. Tutti a casa, dunque. Il presidente Jacques
Chirac ha annunciato ieri sera la fine
del servizio di leva obbligatorio e lingresso della Francia nellera dellesercito professionale.
La riduzione delleffettivo dellesercito di terra sar drastica. I primi reggimenti saranno sciolti a partire del
1997. La Francia dovr cos ridurre la
sua presenza militare in Germania, in
Africa e nelle ultime poussires dempire, i territori doltre mare. Uomo
pragmatico, il leader francese ha preso
atto di una realt che da tempo era sotto gli occhi di tutti. Il problema sera gi
posto durante i due settennati di
Franois Mitterrand. Ma nella tradizione e nella cultura socialista la diffidenza verso lesercito di mestiere sempre
stata forte: per la sinistra la coscrizione
obbligatoria resta una garanzia di democrazia, un argine contro tentazioni
golpiste. Chirac invece ha seguito in
pieno la revisione strategica suggerita
dallo stato maggiore. Gli scenari della
guerra sono mutati da quando caduto
il muro di Berlino. Come ha detto il capo di stato maggiore dellesercito, il generale Amde Monchal, si allonta-

nato il rischio di guerra in Europa occidentale dove si sta affermando al


contrario la volont di costruire una
difesa comune. Sono dunque altre le
minacce potenziali per la Francia. Per
farvi fronte, basta il servizio di sicurezza nazionale che sar gestito dalla gendarmeria, alle dipendenze del ministero della difesa. I giovani saranno formati a questo oppure avviati ai vari servizi civili di cooperazione con i paesi in
via di sviluppo. Di tutta la struttura militare convenzionale, solo la Far stata impiegata in missione. E la Forza
dintervento rapido utilizzata nel Ciad,
in Libano e adesso in Bosnia. Non pi
di 10 mila uomini, per lo pi paracadutisti e fanteria di marina, tutti volontari e ben pagati. Il governo ha anche annunciato la ristrutturazione del complesso militare-industriale: la privatizzazione della Thomson e la fusione delle due principali industrie aereonautiche, Dassault e Aerospaziale. Dallalleanza nascer il primo polo europeo e
il quarto mondiale. Le istituzioni francesi permettono, in qualche ora, di gettare le basi della difesa nazionale per
il prossimo millennio, rovesciando
unimpostazione inventata da Napoleone. Un vero scandalo, nest-ce pas?

Il paniere elettorale dei tecnici


A

gennaio linflazione avrebbe avuto


un calo repentino: prevista al 6 o al
6,1% tendenziale invece risultata del
5,5% annuo. Il calo sarebbe assai consistente, se fosse vero; cio se non fosse
in gran parte effetto di una modifica
del paniere di riferimento che lascia
molti dubbi sulla sua fedelt allaumento reale del costo della vita. Questi
dati manipolati servono per al governo tecnico per annunciare ai sindacati,
convocati per loccasione, che non c
pi bisogno di alcuna manovra correttiva, come richiesto dalla Banca dItalia
e dagli esperti, compreso Massimo Riva, che solo laltra sera intimava a Silvio Berlusconi di accettare unaltra
stangata per il bene dellItalia.
Invece di una manovra economica il
governo dei tecnici sembra interessato
a varare una manovra politica: per evitare troppi guai con la maggioranza di
centrosinistra bisogna ancora una volta piegare alle esigenze dei sindacati la
realt economica. Limminenza delle
elezioni infatti ha portato lesperto finanziario del Pds, Vincenzo Visco, a
sconsigliare come inopportune mano-

vre in questa fase ed il governo tecnico


non ha avuto, per forza maggiore, gran
che da obiettare.
Soltanto due settimane fa sembrava
invece che fosse indispensabile prorogare il mandato del governo perch potesse anticipare la finanziaria in vista
di un indifferibile aggancio allEuropa.
Ora il paniere miracoloso risolve tutto,
limpervio sentiero di montagna per il
quale bisognava arrampicarsi per raggiungere i criteri di Maastricht diventato unautostrada tutta in discesa.
E bastato togliere la trippa e le sigarette dal paniere per fare il miracolo?
Oppure le drammatizzazioni precedenti erano fondate sulla speranza di prolungare lemergenza in nome della quale perpetuare il governo tecnico? Tra le
disillusioni di questo anno di inganni,
resisteva forse lidea della autonomia
del tecnico. I governi svincolati dai
partiti, si diceva, non praticano le cattive abitudini della politica. Ma anche la
convinzione che i tecnici si sarebbero
sottratti alle tradizionali manipolazioni
ottimistiche del quadro economico in
vista delle elezioni venuta meno.

IL FOGLIO QUOTIDIANO

VENERD 23 FEBBRAIO 1996

Cambia la guerra, la Francia sceglie un esercito di mestiere


DIETROLA SVOLTA, RAGIONI STRATEGICO-MILITARI E IMPERATIVIDI BILANCIO. LINDUSTRIADELLE ARMIIN DIFFICOLT
Parigi. Quel giorno Edouard Balladur si
sent preso in giro, Franois Lotard denunci il pericolo populista, i socialisti
gridarono allo scandalo e il grillo parlante
Alain Minc accus Jacques Chirac di essere al di fuori del cerchio della ragione.
Che cosa mai aveva detto quel giorno di un
anno fa il candidato presidenziale Chirac
per scandalizzare in un colpo solo il primo
ministro gollista, il ministro della Difesa liberale, le sinistre e il pi loquace tra gli intellettuali? Aveva promesso la fine del servizio militare obbligatorio. Ieri Chirac - nel
frattempo entrato allEliseo - ha mantenuto la promessa. Ha riunito il Consiglio della difesa e in serata si materializzato sui
teleschermi per annunciare ai connazionali la rivoluzione militare.
Perch puntare su un esercito professionale? Due le ragioni: cambiato il mondo
e sono cambiate le esigenze di bilancio.
Che sia cambiato il mondo sotto gli occhi
di tutti. Fino al termine degli anni 80, lo
schema del pericolo era basato sullipotesi
di unaggressione convenzionale (carri armati) dallEst, a cui i Paesi dellEuropa occidentale e le truppe americane nel Vecchio continente avrebbero dovuto resistere
abbastanza a lungo da permettere alla Nato di riorganizzarsi e di replicare con mezzi appropriati. Dunque servivano eserciti
massicci anche se non necessariamente
bene addestrati. Adesso lo scenario quello di un possibile impiego in ogni parte del
mondo di forze relativamente poco numerose, ma altamente addestrate. E cos, dallesercito di leva si passa a quello professionale.
Laltro imperativo dipende dal bilancio.

Il deputato gollista Patrick Balkany ha fatto


i conti. Fondare la difesa nazionale su forze armate professionali e metter fine alla leva obbligatoria - dice - consente risparmi
annui compresi tra i 2 e gli 8 miliardi di
franchi, ossia allincirca tra i 600 e i 2.500

al Senato e nel corso della primavera il ministro della Difesa Charles Millon presenter il disegno di legge sullinsieme della
programmazione militare per il periodo
1997 - 2002. Insomma la Francia sta rivedendo completamente le sue scelte in que-

I nuovi scenari geopolitici impongono forze militari relativamente


poco numerose ma altamente addestrate. Unico punto fermo resta la
dissuasione nucleare. Il controverso caso del costosissimo caccia Rafale
miliardi di lire. Il deputato ha tenuto presente tutto quanto, compresi gli indennizzi
da fornire ai comuni che ospitano oggi il
maggior numero di soldati di leva.
La Francia vuole ridurre il suo deficit
pubblico e su questo non c lombra dun
dubbio. Per farlo ha varato la riforma sanitaria e adesso sta lanciandosi su quella delle forze armate. Gli effettivi dellesercito di
terra continueranno a diminuire. Trentanni fa erano 368 mila, oggi sono 268 mila e
nei prossimi anni si dimezzeranno. Secondo Balkany le forze di terra reclutate su base professionale (ed evidentemente volontaria) avranno tra i 130 e i 135 mila uomini
(compresi i dipendenti civili dellesercito).
Gli effettivi della marina scenderanno dagli attuali 70 mila a quota 53 mila e quelli
dellaeronautica si ridurranno da 93 a 80
mila.
Questi orientamenti faranno parte del
rapporto sulle forze armate, che il governo
presenter in Parlamento ai primi di marzo.
Nei giorni 19 e 20 marzo ci sar un dibattito
al riguardo sia allAssemblea nazionale sia

sto campo. Lunico punto fermo - assolutamente fermo - la scommessa sulla dissuasione nucleare, che resta il fondamento di
tutta la dottrina nazionale della sicurezza.
Limperativo della riduzione del deficit
della finanza pubblica (oggi superiore al 4
per cento del Prodotto interno lordo e destinato a scendere lanno prossimo sotto il
3 per cento in omaggio ai principi di Maastricht per lingresso nellUnione monetaria) impone anche un robusto taglio delle
spese per gli armamenti. Taglio tanto pi
doloroso perch in questi anni lexport militare francese sensibilmente calato e
dunque non possibile compensare i minori acquisti nazionali con le vendite allestero. Lesempio classico il Mirage 2005 di
Dassault, concepito solo per i mercati stranieri, ma venduto quasi per niente.
Il vero pomo della discordia tra governo
e industria aeronautica il caccia Rafale,
rivelatosi enormemente pi costoso del
previsto. Intanto gli altri grandi Paesi europei (Gran Bretagna, Germania, Italia e
Spagna) sono a loro volta impegnati nel co-

stosissimo concorrente Eurofighter (il cui


programma procede a rilento), i russi - pur
di rastrellare valuta pregiata - fanno saldi
da capogiro e gli americani - avendo livelli
di produzione senza paragoni - possono
permettersi condizioni di vendita vantaggiose per il cliente. Il Rafale non avr dunque acquirenti al di fuori della Francia e il
costo unitario del velivolo sar un ceffone
al contribuente.
Il caccia - i cui primi esemplari saranno
consegnati questanno alla Marina e costituiranno il vanto della portaerei non ancora operativa, Charles De Gaulle - oggetto
di una polemica durissima allinterno stesso delle forze armate. Lasciare inalterato
quel programma significa sacrificare il resto degli approvvigionamenti militari. Ne
vale la pena? A rispondere senza alcun
dubbio di s sono Dassault, Thomson (elettrica) e gli altri costruttori del Rafale, che
si sono offerti sui quotidiani una pagina intera di pubblicit per vantare di fronte al
cittadino-contribuente i meriti del caccia
come se fosse unutilitaria. Ma Dassault e
Thomson stanno a loro volta per cambiare
pelle perch il governo ha deciso di nazionalizzare la prima e di privatizzare la seconda. Dassault verr fusa col gruppo pubblico Aerospatiale per poi entrare in un
gioco europeo di partecipazioni incrociate
(allo scopo di rafforzare le intese del vecchio continente in contrapposizione con
lindustria aeronautica e militare americana). Thomson sar privatizzata entro lanno. Anche nellambito di questa operazione sar probabilmente attuato uno scambio di partecipazioni con altri gruppi francesi (si parla di Alcatel) ed europei.

Gli amici americani seduti al tavolo delle privatizzazioni


LINTENSO GIRODI RELAZIONI, PER NULLA NASCOSTE, DICUI POLITICI E IMPRENDITORINON RIESCONO A FARE A MENO
Roma. In un paese deregolato come gli
Stati Uniti, l'idea stessa che i rapporti d'affari e di potere debbano essere costretti sotS ECONDODITREARTICOLI

to la nobile forca della mediazione politica,


semplicemente aberrante. Perch la politica a nascere dagli interessi, piuttosto che
viceversa. Nell'Italia confessionale e super-regolata, invece, si lascia sopravvivere
la convinzione che tutto quanto non passi
per il pubblico puzzi un po. Che puzzi di losco o comunque di sospetto. Pessima convinzione, pur se bisogna ammettere che,
qua e l, qualche esalazione si avverte. Sotto la crosta dell'apparenza, comunque, non
c' italiano potente che non coltivi un rapporto privato col suo spicchio d'America.
Come per la Lettera rubata di Poe, di cui
nessuno s'era accorto che giacesse in bella
vista sulla scrivania, neanche qui c' niente
da rubare: basta buttare un occhio e si
scoprir che (quasi) tutto squadernato davanti a noi.
Il sottile confine tra informazione e affari
Il Presidente dell'Istituto affari internazionali, Cesare Merlini, ha gli occhi azzurri
e l'innocenza di un bimbo quando ti assicura: Il Consiglio per le relazioni tra Italia e
Stati Uniti fatto dagli uomini del business,
ma non orientato al business. Come se
l'impalpabile confine tra l'informazione e
gli affari diventasse dimprovviso robusto e
invalicabile. Cos, tra un paio di settimane,
quando il maggior esperto di telecomunicazioni della Casa Bianca, Gregory Simon, arriver a Torino ospite di quel Consiglio per
le relazioni Italia-Usa di cui parla il professor Merlini, sar interessante capire se la
speculazione pura, il piacere per il sapere,
verranno inquinati dalla prosaica immanenza dell'affare Stet. Si pu escludere fin
d'ora, comunque, che i due presidenti, Giovanni Agnelli e David Rockefeller, o anche
i due chairman, Marco Tronchetti Provera
(italiano, Pirelli) e Paolo Fresco (italo-americano, General Electric), vogliano trasformare quella nobile sede in un posto dove si
firmano contratti. L'atmosfera, ingentilita
dalla presenza di intellettuali come Umberto Eco e Arrigo Levi, rafforzata dalle robuste presenze di Giuliano Amato, Arthur
Schlesinger o Henry Kissinger non potr essere troppo diversa da quella che si respichiuso in s come in una corazza,
Sielotta
per vivere senza distrarsi:
cos lo descrive Primo Levi, in Se questo
un uomo. Paul Steinberg ha aspettato
50 anni, prima di confermare che le cose
erano andate proprio cos. Nelle sue memorie da Auschwitz - Chroniques dailleurs, appena pubblicato in Francia - usa
quasi le stesse parole: Mi ero chiuso in
un guscio mobilitando tutte le energie per
sopravvivere. In questa testimonianza
dallinferno dei lager, laccento non sulla barbarie degli aguzzini, ma sulla sopravvivenza. Saul Steinberg cerca soprattutto di capire come riuscito a cavarsela.
I ribelli e i sentimentali, spiega, erano i
primi a cedere. Ci voleva piuttosto una
personalit non strutturata, elastica e cedevole come quella di un contorsionista: a
questo Steinberg deve la sua salvezza. E a
un manualetto di chimica, comprato per
caso e imparato a memoria in una notte.
Riuscir cos a farsi arruolare in laboratorio, a fianco di Levi (che invece era un
chimico per davvero) e a scansare le
corves pi pesanti, a farsi ricoverare in
infermeria ogni volta che al campo si selezionano i prigionieri da avviare alle camere a gas.
Quando viene deportato, Steinberg sta
per compiere 17 anni. Parla 4 lingue, tra cui
il tedesco. Sono due punti a suo favore, ma
non bastano. Scavando nei ricordi infantili,
ne estrae un certa attitudine a mentire, una
forma di mitomania che gli consentiva, da

rava nell'incontro di Napoli dell'ottobre


scorso. Contatti, relazioni, consuetudini ribadite sottovoce.
Nella metropoli partenopea, il Consiglio
per le relazioni Italia-Usa aveva dato la parola alle giovani promesse di una parte e
dell'altra, signori rigorosamente under 40.
Intorno al grande tavolo, per discutere di

legami con la scuola di Chicago e col


Brookings Institution. Antonio Martino con
i liberalconservatori dell'Heritage foundation. Ma Lamberto Dini, letteralmente, galoppa nella prateria americana. Forse per
questo che in Germania non lo amano troppo e chi, il professor Buttiglione, il quale a
Berlino va spesso, l'ha scaricato. Le privatizzazioni italiane stanno producendo pe-

Sulle due sponde delloceano, le colazioni di lavoro di Lamberto Dini nei


posti giusti con le persone giuste. I rapporti di Gianni Agnelli e di Romano
Prodi con la Goldman Sachs. Chi sono i tre brillanti professori liberalspiritualisti che fanno innervosire le fondazioni culturali Italia-Usa

Cooperazione nel Mediterraneo con i loro omologhi americani erano stati chiamati
tra gli altri Franco Bernab (Eni), Corrado
Passera (Olivetti), Giovanni Battista Amendola (Stet). Altre volte ancora era toccato ad
Alessandro Benetton, Aldo Fumagalli (Confindustria) e Davide Grof (Bnl). Idealmente
presenti, due giovani connazionali che stanno facendo carriera lontano da casa: Lucio
Stanca, diventato capo della Ibm Europa e
Elio Catania, ex Ibm Italia, ora responsabile per tutta L'America Latina.
Lamberto? E cos convincente...
I giovani, dicevamo, scalpitano. I pi maturi, invece, vivono di amicizie posate come
il vino buono. Giuliano Amato coltiva i suoi

LIBRI
Paul Steinberg
CHRONIQUES DAILLEURS
190 pp. Ramsay, F.F. 92
bambino, di rifugiarsi in un mondo tutto
suo. E solo un passo del libro, un accenno
di sfuggita, ma forse la chiave sta proprio
qui. Nel saper recitare freddamente, con
lintenzione di suscitare piet. Se nera accorto anche Primo Levi: Non c anima indurita su cui il ragazzo non riesca a far
breccia, se ci si mette seriamente.
Parlare di piet in un campo di sterminio pu sembrare assurdo. Ma non il solo particolare che distingue queste Chroniques dailleurs dallormai vastissima
letteratura sullolocausto. Il libro una testimonianza autobiografica, che per ha
qualche punto in comune con le rielaborazioni di questa esperienza in forma di
romanzo. Quando leggiamo che, grazie ai
supplementi di cibo, Steinberg rimette su
qualche chilo dopo essersi ridotto quasi a
uno scheletro, la memoria va a un romanzo dello scrittore inglese Martin Amis, La
freccia del tempo (Mondadori). Amis racconta i campi di sterminio allincontrario,

danno tra Agnelli e Kissinger nellesclusivo


Le Cirque di New York, quello che diede
il via al governo tecnico. Oscar Luigi Scalfaro si indispett molto di una simile lettura
degli avvenimenti. Fatto sta che gli amici
americani del presidente della Fiat portano Lamberto in palma di mano. Paolo Fresco, General Electric, interrogato, risponde
invariabilmente: Il governo Dini sta facendo un ottimo lavoro. Larry Summers, sottosegretario al Tesoro, ha manifestato la stessa opinione. Robert Rubin, superiore di
Summers, come sopra. Lloyd Bentsen, titolare di un gigantesco studio di consulenza
in Texas, idem. Ma l'amico del cuore, Dini
ottimo, apprezzato, brillante, convincente,
Robert D. Hormats, cinquantatreenne vicepresidente della Goldman Sachs International, il signore che orienta i pi potenti
mutual fund statunitensi. Affermare che Dini molto amato dai finanzieri della Goldman, e viceversa, non per nulla azzardato.

santi litigi. Se il dottor Dini ha appetito, per


esempio, pranza con le persone giuste al ristorante La maison blanche di Washington, con Michel Camdessus, direttore del
Fondo monetario internazionale. Al New
York Stock Exchange con il presidente della J.P.Morgan e con John Chalsty, amministratore della finanziaria Donaldson Lufkin
Jennette. E gli uomini a cui Dini non arriva
da solo, gli vengono messi a disposizione,
qualcuno insinua spinti sotto il naso, dal finanziere Mario DUrso, sottosegretario nel
suo governo, impareggiabile conoscitore di
Wall Street, fedelissimo dell'avvocato
Agnelli e membro anch'egli del Consiglio
per le relazioni tra Italia e Usa.
E' stato scritto che fu un pranzo di capo-

Da advisor finanziario a leader dellUlivo


Per una curiosa coincidenza, la Goldman
Sachs occupa un posto di primissimo piano
anche nel cuore del professor Romano Prodi. La potente banca d'affari americana, di
cui Prodi stato per lungo tempo advisor,
consulente, specializzata, tra l'altro nella
privatizzazione di grandi aziende. Fu la
Goldman Sachs, per esempio, a curare la
privatizzazione del Credit per lIri quando il
professore era al vertice dell'istituto. E fu
sempre la Goldman, insieme alla Merril
Lynch e alla Shearson Lehman una delle tre
merchant bank a cui il governo Ciampi affid le consulenze per le privatizzazioni dei
colossi di stato. Se l'avvocato Agnelli, presidente del Consiglio per le relazioni tra Italia e Usa, dichiara ora pubblicamente che il
candidato professor Prodi uomo affidabile e desperienza, sa quello che dice. Ovviamente, da quando sceso in campo per palazzo Chigi, Prodi si dimesso dal suo incarico di advisor della Goldman. Anche se, il
17 aprile 1995, la banca inseriva ancora il
suo nome tra quelli dei propri consulenti
europei, elogiandoli cos: Ognuno di loro ha
lavorato intimamente con il nostro gruppo
durante vari anni. Essi lavorano molto e con
ponderazione e spesso fanno sacrifici personali a nostro beneficio... C da credere
che un rapporto cos intenso non potr essere rovinato dalla politica.

invertendo la direzione del tempo: si entra


moribondi e si esce in forze, si arriva sdentati e c chi provvede a rimetterti in bocca i denti doro. Un mondo alla rovescia,
una fabbrica di salute e di vita invece che
di morte. Allo stesso modo, contro ogni nostra aspettativa, Steinberg riesce a migliorare le sue condizioni di vita al campo, e
ottiene qualche litro di broda in pi, che
poi divide con i compagni di sventura.
Steinberg decide di mettersi a scrivere
quando ormai ha raggiunto let della pensione. Prima ha cercato con tutte le sue
forze di ricostruirsi una vita normale: famiglia, figli, un lavoro che lo ha portato
spesso anche in Germania. Per anni evita
come la peste le testimonianze, le cronache, i film sui campi di sterminio. Nel 50,
quando Se questo un uomo viene pubblicato sulla rivista di Sartre, Les Temps
modernes, gli d solo unocchiata veloce.
Al punto da non accorgersi che Levi,
quando descrive i suoi compagni di prigionia, parla anche di lui. Gli ci vorr una
seconda lettura, per rendersene conto. Eppure per quanti sforzi faccia, la sua memoria non conserva di Levi neppure il pi
pallido ricordo. Probabilmente, non lo
avevo considerato una conoscenza utile,
commenta. Con la stessa sincerit Steinberg rievoca episodi anche pi crudeli
della sua vita da deportato. Non ha affatto
intenzione di cancellarli. Ma nello stesso
tempo non riesce a sentirsi colpevole per
essere stato tanto attaccato alla vita.

La cena romana della Fondazione Adenauer


Marted 13 febbraio al ristorante Toul
di Roma, si svolta, come riferimmo giorni
fa, un'importante e privatissima cena offerta dalla Fondazione Adenauer, il nobile
braccio culturale della Cdu tedesca. Argomento di discussione, tra gli altri: le privatizzazioni italiane. Al tavolo erano seduti
Rocco Buttiglione, Ennio Presutti (presidente dellAssolombarda), Giulio Tremonti
(ex ministro delle Finanze), Paolo Savona
(ex ministro dell'Industria) e Giuseppe Guarino (ex ministro delle Finanze). Una sorta
di neonascente Consiglio per le relazioni
tra Italia e Germania. Quando il Buttiglione
tedesco va negli Usa, e ci va spesso, ha un
appuntamento obbligato con tre professori:
Michael Novak, autore di Capitalismo e
cattolicesimo, George Wegel, che ha scritto L'ultima rivoluzione e Richard John
Neuhaus. Se chiedete a Leonardo Mondadori quale sia, oltreoceano, il milieu culturale pi vivace, pi attento all'Italia, insomma, il pi importante canale di idee tra loro e noi, vi risponder senza pensarci sopra:
Il think-tank cattolico che ruota intorno ai
tre liberal-spiritualisti: Novak, Wegel e
Neuhaus. Furono loro i giovani ideologi
che negli anni 80 saldarono l'alleanza tra
la presidenza Reagan e il papato di Giovanni Paolo II. Temuti dai vecchi dorotei, invisi alla sinistra democristiana, frequentati
da Francesco Cossiga, Novak e i suoi colleghi, intelligenti come sono, vengono visti come fumo negli occhi da tutte la fondazioni
culturali Italia-Usa.

ANNO I NUMERO 19 - PAG 4

IL FOGLIO QUOTIDIANO

VENERD 23 FEBBRAIO 1996

Bossi una canaglia, ma simpatica. I suoi torti non cancellano i suoi meriti. Purtroppo
Signor direttore - Nel dirigere le sceneggiate di cui al tempo stesso produttore e
regista, Umberto Bossi adotta linguaggi e
comportamenti inaccettabili, ispira la propria azione ad una dichiarata violenza e
punta esplicitamente a destabilizzare il
quadro politico ai fini della secessione, reato, questultimo, penalmente perseguibile.
Per queste semplici ragioni, nessuno dovrebbe accettare il dialogo e tutti, riconoscendone la comprovata inaffidabilit e pericolosit, dovrebbero concordemente decretarne lisolamento. Al contrario, il senatore Umberto Bossi, forse ancor pi di Antonio Di Pietro, risulta essere luomo politico pi corteggiato e vezzeggiato e, a dispet-

to degli spernacchiamenti, degli insulti e


degli sputi che sistematicamente rovescia
sulle istituzioni e sulla Costituzione repubblicana, egli continua a essere considerato
e ricevuto con tutti gli onori al Quirinale dal
presidente della Repubblica, che delle istituzioni e della Costituzione dovrebbe essere strenuo difensore, garante e custode supremo. A me pare che la nostra fatiscente
classe politica, zappa alla mano, scavi alacremente la fossa in cui troveranno sepoltura le nostre libere ma fragili istituzioni.
Giovanni Bertei, La Spezia
Il primo impulso, signor Bertei, di darle
semplicemente ragione. Nessuno dei meriti ori -

ginari della Lega pu assolvere il suo leader per


le successive incarnazioni, rozzamente secessio niste, che egli ha dato allorganizzazione. Quan do la grottesca caricatura del Parlamento in scenata a Mantova fece le sue prime prove, le
persone assennate (poche) di questo Paese han no provato un moto di repulsione. Il Guardasi gilli, Filippo Mancuso, port in Consiglio dei mi nistri il suo allarme e il suo monito a proposito
di un reato penale, quello di attentato allunit
dello Stato, che non ha bisogno, per essere do verosamente perseguito, di realizzarsi nei fatti
(cos come per il tentato omicidio non c biso gno del morto). Non fu ascoltato, anzi si cerc di
irridere alla sua denuncia. Cos non sono stati
ascoltati quanti hanno denunciato per tempo la

grossolanit dellagitazione leghista contro gli


stranieri in patria, gli immigrati cosiddetti ex tracomunitari, o anche, come testimonia oggi
Massimo Chiaventi in una lettera a Romano
Prodi (vedi pagina 2), contro i cittadini italiani
nati nel Mezzogiorno. Per fare la corte a Bossi i
principi, che come diceva Leo Longanesi sono
flessibili, si sono piegati un po dappertutto (mol to anche a sinistra) alla pi piccola ragion di
partito. Le pare dunque, signor Bertei, che sia
possibile dissentire dalle cose che Lei dice a pro posito delle degenerazioni indipendentiste e xe nofobe della Lega Nord e del suo fondatore?
Eppure Bossi quel che si dice una simpa tica canaglia. Il leader leghista ha un tratto
ruspante e appassionato che non tollera un ri -

fiuto fatto di assoluti e di pura indignazione.


Si pu e si deve procedere senza di lui, soprat tutto finch gioca la sua carta antisistema
con una tendenza allazzardo antidemocrati co e antinazionale, ma senza di lui sarebbe
difficile scrivere una seria storia della crisi del la Prima Repubblica e del parto faticoso,
tuttora in corso, della Seconda Repubblica.
Sul fisco ha avuto ragione lui. Sullo statali smo clientelare pure. Sul fatto che il nordismo
debba essere il vettore di una riforma federa lista dello Stato anche. Le sue scorribande lin guistiche mettono a nudo tante ipocrisie vel lutate di molti suoi avversari. I torti che ha
maturato in tutto il resto non cancel lano i suoi meriti. Purtroppo.

I misteri di Bogot
Il Presidente Ernesto Sampr di
nuovo sotto accusa per presunti
finanziamenti dai narcos
Bogot. Parlando ad una funzione religiosa per le 480 persone attualmente sequestrate in Colombia, il presidente Ernesto Sampr ha dichiarato che, entro marzo,
chieder una modifica alla costituzione per
poter reintrodurre nel paese la pena di
morte. Un annuncio che ha prodotto un notevole scalpore, anche perch a farlo un
liberale, che alla guida di una delle democrazie pi antiche del Sudamerica, in
cui la pena capitale non c pi dal 1910. Ma
un motivo quantomeno tattico, forse, c. A
marzo Bill Clinton dovr certificare una lista dei paesi centroamericani impegnati
nella lotta al narcotraffico, con i quali intrattenere buoni rapporti economici. Se il
nome della Colombia non fosse inserito, sarebbe un disastro.
Lidea di riportare in auge la pena di
morte, inoltre, per Sampr anche un modo per mettersi in luce come grande oppositore della criminalit, che in Colombia significa soprattutto narcotraffico. E il Presidente ne ha ben donde. I problemi legati al
commercio di droga lo affliggono infatti da
tempo anche sul fronte interno. Laltro ieri
il Parlamento colombiano ha deciso che il
Presidente dovr essere di nuovo posto sotto inchiesta con laccusa di aver finanziato
con narcodollari la propria campagna elettorale. La decisione segue un analogo pronunciamento della Corte Suprema, e riapre
un caso gi chiuso nel dicembre scorso con
un non luogo a procedere.
Questa volta, ad inguaiare Sampr stato il suo ex collaboratore nonch ex ministro della difesa Fernando Botero, figlio del
famoso pittore. Il quale ha affermato che il
leader, contrariamente a quanto finora
emerso, era a conoscenza della dubbia provenienza del denaro incriminato. Botero,
che aveva diretto la campagna elettorale di
Sampr, per quella stessa storia finito in
carcere. Il presidente, pur accusando il suo
ex collaboratore di mentire per tirarsi fuori dai non pochi impicci, ha comunque ammesso a mezza bocca che s, probabilmente
non di tutto il denaro pervenuto era stata
controllata lorigine.
Il paese dei Cartelli
Sembrerebbe un caso chiaro. In realt, la
questione molto pi intricata. Anche perch non semplice stabilire se collusioni
tra il Presidente colombiano e la mafia della cocaina esistano davvero.
La Colombia, va ricordato, non una
grande produttrice di droghe, che provengono invece soprattutto dagli altopiani peruviani e boliviani. Per la sua posizione
geografica, per da sempre il grande punto di smistamento delle ricchezze andine.
Al tempo della Colonia era loro degli Incas
a giungere dalle Ande e ad essere inviato
verso la Spagna, adesso la coca che da
qui prende il volo verso i consumatori europei e nordamericani. I cartelli colombiani hanno sfruttato questa rendita strategica per inserirsi nel processo produttivo, al punto che oggi ne controllano il mercato. Comprano direttamente le foglie di
coca dai contadini delle Ande, la trasformano in laboratori situati soprattutto in
Amazzonia dunque sempre al di fuori dei
confini di Bogot e infine ne controllano
la vendita sui mercati europei e statunitensi.
Il paese , per molti versi, un luogo di
passaggio e il legame tra narcotraffico ed
economia del paese non cos diretto come
si potrebbe credere. Negli ultimi decenni la
Colombia ha avuto il tasso di crescita pi alto dellAmerica Latina dopo quello del Cile. E facile collegare il boom alla nuova imprenditorialit criminale legata alla droga,
ma non del tutto vero. Dal 1967 al 70 leconomia del paese aveva gi iniziato a svilupparsi senza il narcotraffico, e dal 90, invece, lespansione del traffico illegale si accompagnato ad una crescente depressione
delleconomia. Lingente afflusso di valuta
estera sporca, provocando una sopravvalutazione del peso, ha aiutato a pagare il debito internazionale, ma ha per danneggiato pesantemente le esportazioni. Infine, poich i narcos privilegiano gli investimenti
speculativi, anche la capacit produttiva
del paese ha perso colpi.
Denaro sporco e colpi bassi
Il denaro dei narcos in Colombia, comunque, circola in abbondanza. Come circola in abbondanza nei sistemi bancari statunitense e svizzero. Che qualcosa finisca
anche nelle campagne elettorali, dunque,
pi che probabile. Ma da qui a sostenere
una collusione tra Sampr e i narcos ne
passa. Sampr, comunque, un uomo che
porta ancora in corpo quattro pallottole ricevute in un agguato dei trafficanti. E dopo
la sua elezione la lotta ai cartelli non ha conosciuto un momento di tregua. Il merito di
aver smantellato il Cartello di Medelln va
al suo predecessore Gaviria, ma stato con
Sampr che sono finiti in carcere i dirigenti del Cartello di Cali.
La circostanza, in teoria, non prova nulla.
Molti osservatori, in passato, hanno avuto il
sospetto che dietro lo spettacolare smantellamento del Cartello di Medelln vi fosse
stata la sotterranea collaborazione degli uomini di Cali, interessati a sbarazzarsi della
concorrenza, e che le autorit non avessero
guardato tanto per il sottile, pur di procurarsi qualche facile benemerenza agli occhi
esigenti del governo di Washington. Ma il
discorso pu essere anche rovesciato. Tutti,
in Colombia, ricordano il dramma di Rodrigo Lara Bonilla, il ministro della giustizia, che aveva ricevuto finanziamenti da Pablo Escobar senza conoscerne la provenienza. Quando lo scopr e denunci tutto, i
narcos cercarono di screditarlo, diffondendo ad arte prove su una sua collusione con
i cartelli. Neanche in questo modo riuscirono a fermarlo, e lo fecero uccidere.
Anche il caso Sampr iniziato con un
sospetto passaggio di notizie alla stampa
dal Cartello di Cali.

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