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Leredit latina

La maggior parte delle parole italiane sono arrivate nella lingua continuando parole
ereditate dal fondo lessicale latino per via diretta , trasformandosi lungo i secoli e
semplificandosi con lusura fino a dar vita alle attuali lingue romanze.
Litaliano considerata la lingua pi vicina allantico latino , con il maggior bagaglio di
testimonianze romane\di latinit , una lingua rimasta quasi inalterata dal Due-Trecento
fino ad oggi , se si compara con il francese , per esempio, in cui i mutamenti fonetici ha
reso un testo in francese antico quasi indescifrabile .
Queste parole , che risalgono per tradizione ininterrotta al latino , cio il popolo non ha
mai smesso di usarle da secoli , vengono chiamate voci ereditarie . Riportiamo alcuni
esempi : lat. diurnum it. Giorno ; lat. Mundum it. Mondo ; lat. Filium it. Figlio ; lat.
Familiam it. Famiglia ; lat. Patrem it. Padre . Notiamo qui una predilezione delle
parole italiane, e romanze in generale , per la forma dei casi obliqui delle voci latine.
Nei secoli a venire , la lingua italiana ha conosciuto un secondo contatto con la latinit ,
questa volta per via indiretta , riportando allattualit , dal serbatoio linguistico , voci
latine inalterate dal tempo e conservatrici della fonetica e morfologia dellet romana .
Abbiamo visto sopra che il lat Filium diventa it. Figlio. Troviamo , per , un it. filiale ,
che , al seguire le trasformazioni fonetiche sofferte da it. Figlio sarebbe dovuto diventare
* figliale . Ci si spiega con lintervento dei dotti che hanno riportato ed introdotto in
italiano parole latine , per per via scritta . Queste vengono chiamate voci dotte, cio
parole entrate nellitaliano scritto , rimanendo cos allinfuori dellazione del tempo e
della pressione dei parlanti . Non significa , per , che siano solo usate dai letterati , esse
sono entrate , con il tempo , anche nel vocabolario delle persone di modesta cultura .
Abbiamo cominciato con affermare il dominio del latino sul lessico ereditario della
lingua italiana . Non si sono fatti studi che dimostrino con procenti e numeri quanto il
latino abbia conservato il suo lessico nelle lingue romanze , ci che sarebbe troppo
faticoso ed impegnativo , per , il linguista Paolo Zolli ha condotto due ricerche ,
registrate nel libro Come nascono le parole italiane , che stanno a testimoniare ci
detto prima .
Partendo dal Lessico di frequenza della lingua italiana contemporanea di Umberta
Bortolini , Carlo Tagliavini e Antonio Zampolli , Zolli ha indagato letimilogia dei primi
cento sostantivi pi frequenti del parlare . Si e`dimostrato cos , che solo 5 parole non
appertengono al lessico latino : ragazzo ,con la variante ragazza - di origine araba ,
guerra parola germanica , bisogno e bambino - cognizioni infantili.
Per la seconda verifica , si sono presi in esame i primi 50 aggettivi ritrovati in una
cronaca sul Corriere dell sera del 5 febbraio 1988. Risalenti ad unaltra etimologia di
quella latina , si sono incontrati 7 aggettivi : piccolo - di etimilogia incerta , ricco e
troppo- di origine germanica , frettoloso-derivato da fretta la cui etimologia non stata
accertata , isolato, riconoscibile e semideserto- derivate da parole italiane, a loro volta di
origine latina , ed allarmante - arrivato nella lingua attraverso il francese , per di origine
latina.

I doppioni etimologici - definizione


Continuando il discorso di prima ed entrando un p di pi nei particolari , si possono
individuare alcuni casi eccezionali che si allontanano alquando dalle categorie
summenzionate per in fatto che non seguono pienamente la trafila ereditaria .
Il primo caso quello in cui individuiamo due , raramente , pi di due parole diverse nel
significato e nella forma che risalgono , per , alla stessa voce latina .
Il secondo caso riguarda le famiglie di parole provenienti dal latino che si sono disperse
nella lingua italiana tanto da non poter essere individuate come apparentate ad un primo
contatto .
Dato che il presente lavoro non si propone di studiare in profondit tutti i fenomeni che
hanno portato al passaggio dal latino verso le lingue romanze , ci che sarebbe un lavoro
arduo che inpiegherebbe pi preparazione nel campo ma anche pi tempo e spazio di cui
non disponiamo , ci soffermeremo a trattare il primo caso , pi conosciuto sotto il nome
di allotropia .
Il fenomeno dei doppioni o degli allotropi si potrebbe definire , in linea di massima ,
come coesistenza di due vocaboli che sono distinti dal punto di vista fonetico pero
etimologicamente apparentati . Incontriamo il fenomeno anche nelle altre lingue romanze
, in francese sotto il nome di doublets , ricalcato poi in spagnolo dobletes, in inglese si
chiamano doublets , in rumeno dublete.
Il nome di allotropo , termine ripreso dalla fisica e dalla chimica , stato cognato da Ugo
Angelo Canello nellarticolo del 1878 Gli allotropi italiani, in "Archivio Glottologico
Italiano" . Con questo nome intendeva un insieme di due elementi lessicali che hanno la
stessa origine , e nel contempo, ogni singola parola della coppia .
Il fenomemo stato definito in molte forme , con termini diversi a seconda della lingua
in cui veniva trattato largomento , per differiva anche da un linguista ad un altro ci che
ha reso un p ambigua ed imprecisa la nozione . Dalle moltiplicit di denominazioni
alternative , negli studi italiani in merito , si considerano come sinonimi i termini di
allotropo e doppione .
Analizzando tutti i lavori in merito e tutte le definizioni che si sono proposte , si possono
individuare delle caratteristiche essenziali che stanno alla base dellallotropia .
L allotropia un fenomeno che riguarda esclusivamente le lingue romanze in quanto tra
esse e il latino si stabilisce un dupplice rapporto che favorisce lapparizione dei
doppioni : di continuatrici dirette dell'eredit romana e nello stesso tempo di acquisitrici
di latinit per vita dotta .
I termini che fanno parte di unallopropia sono , generalmente , due , con uno statuto
etimologico diverso . Esistono , tuttavia , casi eccezionali con serie di pi di due termini ,
accettabili come allotropi da linguisti come U.A.Canello, P.Zolli, M. Fogarasi ed altri .
Ricordiamo solo alcune triadi che possono essere considerate modello di combinazioni

delle voci latine :


a) voce dotta e due esiti popolari (come in radiu(m)> radio - raggio - razzo o in
copula(m) > copula - coppia - gubbia);
b) voce dotta, voce semidotta e voce ereditaria (come in spiculu(m)> spiculo spigolo - spicchio; musculu(m)>muscolo - moscolo - mussolo);
c) due voci dotte e un esito popolare (come in libra(m)> libra - libbra - lira).
Un caso a parte lo rappresenta la parola latina fabula(m) che in italiano ha
conosciuto quattro esiti diversi : fabula (vd) - favola (vsd) - fiaba (ve) e fola (ve).
La mancanza di una definizione precisa e criteri esatti di individualizazzione , i veri
doppioni come causa - cosa, medio - mezzo, area - aia, firmare fermare; plebe
pieve , per citare alcuni , vengono mischiati con varianti fonetiche (denaro - danaro;
ufficio uffizio); lessicali (cecero cigno); regionali (andare ann);
stilistiche(domani dimane) ; cronologiche (cera -ciera ) della stessa parola .
Le voci dotte come presito linguistico
Abbiamo definito i latinismi come parole reintrodotte della lingua italiana dai dotti , per
via scritta , mantenendo cos una forma molto pi vicina al modello latino . Incontriamo
in tutte le lingue romanze questo processo di assimilazione dei latinismi per trafila dotta ,
il che avvicina sempre di pi le lingue tra di esse , rivelando la loro radice comune latina .
Le parole dotte potrebbero rientrare nella categoria pi vasta dei prestiti linguistici , come
risultato del processo di interferenza linguistica che porta allapparizione delle forme
neologiche . Tuttavia si dovrebbero fare alcune chiarificazioni che fanno s che i latinismi
non seguino tutti i criteri che portano allidentificazione di una parola come prestito .
Per primo vorrei accennare al fatto che i latinismi non appaiono nella lingua accoglinte in
seguito ad un periodo di bilinguismo tra due diverse comunit n di contatto tra due
popoli . La loro apparizione pu essere considerata come conseguenza di ci che
Tagliavini chiamava superstrato culturale latino , sempre esistito nella coscienza dei
parlanti .
Sempre riferendosi alla condizione essenziale che favorisce lapparizione dei prestiti ,
Giacomo Devoto sosteneva lesistenza di un certo tipo di bilinguisto che lui chiam
bilinguismo inconscio , per distinguerlo dal bilinguismo consapevole verificatosi con il
periodo carolingio . Il bilinguismo inconscio nasce nel periodo in cui le lingue romanze
cominciarono a separarsi dal latino ed a formare entit diverse , un periodo di confusione
linguistica in cui i parlanti non si rendevano ancora conto di parlare unaltra lingua .
Unaltro linguista , Marcello Durante , infirma la tesi sul bilingusimo inconscio
sostenento che i parlanti della Romnia fossero coscienti della situazione di diglassia sin
dai primi segni della sua comparsa . Si usava, volutamente , il latino come lingua ufficiale
, nei lavori scritti , mentre come lingua di conversazione familiare veniva adoperato il
volgare . I due linguaggi sono pi difficili da separare nettamente in italiano dato che essi

non sono mai stati percepiti come due entit opposte , a differenza di ci che era
successo nelle altre lingue romanze .
Continuando il discorso dei prestiti dotti o dei latinismi, come si vuol chiamarli , la loro
presenza si per primo fatta notare nelle comunit ristrette ed isolate dei monasteri , delle
scuole , delle corti . Con il diffondersi delle universit , a partire dal Duecento , i
latinismi hanno toccato il cerchio pi ampio degli eruditi : poeti, filosofi, teologi, letterati,
grammatici , traduttori , scienziati .
Entrando in questo ambito culturale , i prestiti hanno avuto la fortuna di essere adoperati
in scritti letterari , filosofici, teologici , normativi , scientifici portando cos alla loro
prima attestazione come parole italiane . In seguito , sono apparsi i cosiddetti latinismi
dautore , quelle parole attestate presso un singolo autore o unopera precisa , come ben
osservava Louis Bloomfield . il caso delle parole introdotte nella lingua italiana con gli
scritti letterari delle tre corone , Dante , Petrarca e Boccaccio oppure con i lavori
scientifici di Galileo Galilei .
Il latino scritto , a parte il ruolo importante di modello per le nuove voci dotte , ha
funzionato anche come trafila di penetrazione , nellitaliano , delle voci di origine greca o
araba , le quali , perfettamente acclimatate dal latino , vengono considerate , nelle lingue
romanze che le hanno accolte , sempre dei prestiti latini .
Un caso particolare si registrato con i prestiti che , ommettendo quelli riportati alla luce
dai dotti e quelli arrivati per trafila latina , sono stati accolti nelle lingue romanze per via
di unaltra lingua , in pi dei casi , sempre neolatina . Un ruolo primeggiante lo occupa il
francese , come via di accesso dei vocaboli dotti nelle altre lingue romanze , per tutto il
Settecento e lOttocento .
Vorremmo accennare qui ad una situazione particolare . Si tratta del rumeno , lingua s
neolatina , per con una storia e una cultura del tutto diversa dalle sue sorelle lingue
romanze . Nonostante le barriere geografiche , storiche e culturali che la separa dalla
Romnia occidentale , la lingua rumena ha conosciuto un numero significate di parole
proveninti soprattutto dal francese , ma anche dallitaliano o dal tedesco. Le prime parole
prese in prestito dallitaliano sono stati prestiti di necessit destinati a riempire i vuoti del
vocabolario autoctono . Riportiamo qui alcuni esempi : it. romanzo rom. roman ; it.
novella rom. novel ; it. stagione rom. stagiune , it. stanza rom. stan , it. giro
rom. gir , con modifiche anche nel significato .
I fattori generanti il prestito
La necessit di accettare un prestito nella propria lingua viene avvertita per primo quando
si ha bisogno di una nuova nozione per definire un oggetto , un concetto inesistente nella
lingua accogliente . Questo il caso dei prestiti di necessit ricordati prima , che vengono
ad arricchire il lessico carente nella lingua che gli adotta .
A favorire lafflusso di termini latini nelle lingue romanze stato soprattutto il gran
prestigio di cui godeva il latino presso tutte le nuove parlate che si affermavano in tutta

lEuropa . Lungo i secoli , i vocaboli latini hanno conosciuto periodi di grande attivit
linguistica alternati con periodi di sosta , periodi di vivido apprezzamento o di rigetto ,
sono stati accolti nel linguaggio di tutti i giorni o sono rimasti delle sottigliezze poetiche .
I primi vocaboli dotti a penetrare litaliano sono stati accertati nei lavori di scienza ,
filosofia oppure teologia diventando terminologie specifiche della matematica ,
dellalchimia , della giurisprudenza , della medicina , della scolastica .
Nel periodo rinascimentale si afferma sempre di pi il letterato la cui vocazione era
quella di riportare alla luce il periodo glorioso della storia antica romana e con esso anche
di ravvivare il latino classico . uno dei periodi di gloria della lingua latina in cui si
avvertono i primi prestiti di lusso sotto la forma di parole latineggianti che aiutino i poeti
ad arrivare alla perfezione dei testi classici .
Il Cinquecento porta con s un nuovo interesse per il volgare concentrato nella
questione della lingua , un dibattito intorno a quale lingua usare nella letteratura .
Modello della nuova letteratura lo diventa la lingua dei trecentisti Dante , Petrarca e
Boccaccio , le cui prime regole sono racchiuse da Pietro Bembo in Prose della volgar
lingua , libro considerato tra le prime grammatiche .
Il latino attira di nuovo linteresse dei letterati del Seicento per poi essere dimenticato per
tutto il Settecento , il Secolo dei Lumi , in cui lattenzione si sposta verso lEuropa . Si
afferma uno spirito cosmopolita che mira a conoscere il mondo , a viaggiare per scopi
culturali , a far scambi di esperienze con gli altri letterati e scienziati del mondo . Grazie a
questi intensi scambi culturali , le lingue europee diventano importanti trafile per le
lingue meno sviluppate e ricche lessicalmente .
Avendo alle spalle un tragitto millenare , oggi si penserebbe che il latino , come fonte di
nuovi prestiti , fosse scomparso , dimenticato del tempo , per si ha la sorpresa di
costatare quanto duratura e significativa sia ancora la sua presenza . vero che non si
imprestano pi parole , per incontriamo tracce di latinit negli elementi di composizione
dotta che aiutano alla formazione di nouvi vocaboli . (es.....)
Da come si pu osservare dalla breve rievocazione storica , gli atteggiamenti rispetto al
latino sono variati a seconda delle epoche , delle preferenze linguistiche , delle correnti
culturali .

I pseudolatinismi
La forma che un latinismo ha preso nella lingua accogliente dipende molto dal modo in
qui stato introdotto dal parlante . Alcuni , avendo poca dimestichezza con il latino , li
hanno deformati : it. stormento per "strumento", it. plebesciti col senso di "plebei" . In
altri casi , le parole latine sono state trascritte esattamente , senza essere assimilati ,
oppure sono state spiegate con parole della propria lingua per fare che il loro senso sia
facilmente riconoscibile .
Altri invece hanno fatto ricorso a calchi o li hanno parafrasati : it. savi di ragione per

iurisconsulti , rum. asemenea laturat per echilateral, soresc per solar.


A volte , per , il parlate , nonostante il vasto repertorio di scelta , preferisce inventare
una parola che riecheggi un latinismo : fr. critrium introdotto da J.J.Rousseau, ingl.
marginalia, it. facsimile, famedio . Queste parole vengono chiamate pseudolatinismi .
..............
Concluzioni
Si osservata la tendenza dellitaliano di adattare i prestiti latini nelle molteplici varianti
che le parole assumono nella lingua accogliente . Stranamente , questa tendenza si
oppone al fenomeno di conservazione delle voci latine che individuiamo nelle altre lingue
romanze .
Abbiamo notato , inoltre , ricostruendo la storia linguistica dellitaliano , che i latinismi si
sono conservati specialmente per motivi di metrica e di prosodia , incoraggiati dalla
cultura e il gusto per la letteratura classica .

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