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Corso di Laurea:

Insegnamento:
n Lezione:
Titolo:

INGEGNERIA CIVILE E AMBIENTALE


Meccanica delle strutture
9
Schematizzazione delle azioni applicate alle strutture

FACOLT DI INGEGNERIA

LEZIONE 9 Schematizzazione delle azioni applicate alle


strutture.
Nucleo
tematico

Lez.

Contenuto

Schematizzazione delle azioni applicate alle strutture: carichi


concentrati,
carichi
distribuiti,
variazioni
termiche,
spostamenti impressi.

Come introdotto nella prima lezione, nella meccanica delle strutture si


affronta il problema della determinazione degli effetti sulle strutture
della azioni applicate ad esse. Le azioni pi frequenti sono:
-

forze applicate e carichi distribuiti;


variazioni termiche;
spostamenti impressi;
accelerazioni.

La determinazione delle azioni da considerare agenti su una struttura,


o meglio sullo schema (sul modello) di una struttura e della loro entit,
nelle diverse circostanze sar oggetto di ampie trattazioni nei corsi
successivi e coinvolge, oltre ad aspetti meccanici, anche
considerazioni sulla sicurezza attesa, nonch considerazioni sociali ed
economiche. In questo corso vengono unicamente presentati alcuni
tipi di azioni e viene descritto il modo con cui queste vengono
schematizzate.
Si prescinde quindi dallentit e dalle cause delle azioni e si
presentano unicamente le relative schematizzazioni.
Forze applicate o carichi concentrati
Per schematizzare la presenza di forze applicate in porzioni di
limitata estensione di una struttura si considerano applicate in alcuni
punti di questa forze o coppie, talvolta dette anche carichi concentrati.
Questi carichi hanno evidentemente la dimensione di una forza nel
caso delle forze e di una forza per una lunghezza nel caso delle
coppie e solitamente si misurno in kN ed in kNm, rispettivamente. Un
esempio tipico dellutilizzo di questa schematizzazione quello delle
travi dei ponti che sono soggette ai pesi dei veicoli che ne percorrono
limpalcato (figura 9.1).
P: peso del mezzo

P
A

F1
A

F2

F1+ F2 = P

Figura 9.1.
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Si osserva che lapplicazione di una forza costituisce in ogni caso una


schematizzazione delle condizioni reali in quanto il carico
effettivamente applicato sempre distribuito su una porzione finita
della struttura. La rappresentazione di un carico come una forza
agente in un punto conduce a risultati che sono evidentemente tanto
pi attendibili quanto pi la porzione caricata piccola rispetto alle
dimensioni della struttura. poi evidente che la forza che si considera
per schematizzare un carico applicato su una piccola porzione di
struttura deve essere equivalente al carico effettivamente applicato,
cio deve avere la stessa risultante e lo stesso momento risultante di
questo rispetto a qualunque punto.
Nellesempio di figura 9.1 i pesi dei veicoli sono effettivamente
applicati in corrispondenza di una porzione di struttura (larea di
impronta dei pneumatici) che piccola rispetto alle dimensioni della
struttura.
Un altro esempio frequente dellutilizzo di questa
schematizzazione relativo alle strutture che sono soggette alle
reazioni vincolari di altre strutture collegate (figura 9.2).

P
F

P
F
Nodo A
A

Figura 9.2.

Anche in questo caso le forze nono sono realmente concentrate in un


solo punto ma distribuite in una zona dipendente dalle dimensioni
degli elementi collegati e dal tipo di collegamento.
Carichi distribuiti
Per schematizzare la presenza di forze ripartite in ampie zone
di una struttura si considerano ad essa applicati i carichi distribuiti. Per
definire un carico distribuito su un elemento trave necessario
definire preliminarmente unascissa curvilinea s in modo che ad ogni
valore di s resti associato un punto dellasse della trave, e quindi una
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sua sezione trasversale. Nel caso di travi rettilinee la scelta pi ovvia


quella di considerare un asse z lungo lasse (figura 9.3) in modo cha
ad ogni z resti associato un punto dellasse. Un carico distribuito poi
descritto analiticamente da una funzione

qz = qz (z )

(9.1)

che associa alla generica ascissa z il carico per unit di lunghezza


qz(z) agente nel punto identificato da z.
qz(z)
z
z=0

z = z1

z = z2
R

qz(z)
z
z=0

z = z1

zR

z = z2

Figura 9.3.

Questo carico ha quindi la dimensione del rapporto tra una forza ed


una lunghezza e solitamente si misura in kN/m.
Con riferimento alla figura 9.3, la risultante un carico distribuito
qz(z) applicato tra le ascisse z1 e z2 ha risultante di modulo
z2

R = qz (z )dz

(9.2)

z1

e retta di azione parallela alla direzione del carico e passante per


lascissa
z

1 2
zR = qz (z ) z dz
R z1

(9.3)

In altre parole, il sistema costituito dalle infinite forze infinitesime


qz(z)dz equivalente (nel senso che ha la stessa risultante e lo
stesso momento risultante rispetto a qualunque punto del piano) al
sistema costituito dalla sola forza R avente modulo R, retta di azione
passante per lascissa zR e parallela alla direzione del carico e verso
uguale a quello del carico. Evidentemente il modulo R della risultante
rappresentato dallarea sottesa dal grafico di qz(z) tra le ascisse z1 e
z2. Si osserva che la (9.3) equivalente alla
z2

R zR = qz (z ) z dz

(9.4)

z1

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ed chiaro che impone luguaglianza tra il momento di R ed il


momento risultante delle infinite forze infinitesime qz(z)dz rispetto
allorigine del riferimento assunto (z = 0).
Le forme pi utilizzate per il carico distribuito qz(z) sono le
seguenti.
Carico costante
In questo caso la funzione qz(z) costante: ad ogni ascissa z
applicato lo stesso carico per unit di lunghezza (figura 9.4a). In
simboli

qz (z ) = q

(9.5)

essendo q costante; in questo caso chiaro che la risultante del


carico tra le ascisse z1 e z2 data dal prodotto dellintensit del carico
per lestensione della zona caricata:

R = q (z 2 z1 )

(9.6)

ed ha retta di azione passante per il punto medio della zona caricata


(figura 9.4a):
zR =

z1 + z 2
2

(9.7)

Carico variabile linearmente


In questo caso (figura 9.4b) la funzione qz(z) rappresentata
da una retta che ha equazione del tipo:
qz (z ) = q1 +

q2 q1
(z z1 )
z 2 z1

(9.8)

essendo q1 e q2 i valori del carico alle ascisse z1 e z2, rispettivamente.


Ovviamente la risultante del carico tra le ascisse z1 e z2 data da
R=

(q1 + q2 ) (z 2 z1 )
2

(9.9)

ed ha retta di azione passante per il punto di ascissa (figura 9.4b)

z R = z1 +

2 (z 2 z1 ) q1 q2 q1
+

q1 + q2 2
3

(9.10)

Come caso particolare di carico variabile linearmente ha una certa


importanza il caso di carico triangolare, le cui caratteristiche si
ottengono dalle (9.8) - (9.10) ponendo q1 = 0, cio (figura 9.4c)

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qz (z ) =

qf
(z z1 )
z 2 z1
(z z1 )
R = qf 2
2
2
zR = z1 + (z 2 z1 )
3

(9.11)

avendo posto q2 = qf.


R

(a)
qz(z)
q
z=0

z = z1

z
z

zR

z = z2

(z2 - z1)/2

(z2 - z1)/2
R

(b)
qz(z)

q1

q1
z=0

z = z1

z
z

zR

z = z2
R

(c)

qf

qz(z)

z
z=0

z = z1

zR

z
2(z2 - z1)/3

z = z2
(z2 - z1)/3

Figura 9.4.

La schematizzazione con carico uniformemente distribuito


viene utilizzata in moltissime circostanze, ad esempio per il peso
proprio delle travi a sezione costante, per i carichi permanenti e
variabili sulle travi degli edifici, per i carichi permanenti sugli impalcati
dei ponti, per lazione del vento nel caso di per strutture non molto alte
e per lazione della neve sulle coperture (figura 9.5a). Ad esempio gli
effetti del peso proprio di una trave di materiale il cui peso specifico
e la cui sezione trasversale ha area A si valutano applicando il carico
uniforme:
q = A

(9.12)

essendo q il peso di un tratto di trave di lunghezza unitaria.


La schematizzazione con carico variabile linearmente viene
utilizzata soprattutto per le spinte del terreno sulle opere di sostegno e
per la pressione esercitata dai liquidi sulle pareti che li contengono
(figura 9.5b), ma anche per le travi cantonali nelle coperture a
padiglione.
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(a)

q
vento

R = qL
A

q = bh
H/2

R = qH

L/2

L/2

Sezione A-A

H/2
(b)

(c)
q1
2H/3
R = qH/2
H/3

R = (q1+q2)H/2

qf
q2

Figura 9.5.

Si osserva che anche nel caso di travi rettilinee non


necessariamente lascissa z giace sullasse della trave. tipico il caso
delle travi di copertura inclinate soggette a carichi verticali (pesi degli
elementi strutturali e carichi gravitazionali in genere). Per
rappresentare questa circostanza si usa di solito una delle due
schematizzazioni di figura 9.6 che sono del tutto equivalenti. Nel primo
(figura 9.6a) il carico riferito allunit di lunghezza della trave; nel
secondo (figura 9.6b e c) il carico riferito allunit di lunghezza della
proiezione sullorizzontale.

(a)

(b)
q1

qz(z) = q1

q2
qz(z) = q2

z
L

Lcos

Lcos

Figura 9.6.

Ovviamente le due rappresentazioni sono equivalenti a patto che sia


q2 =

q1
cos

(9.13)

Sar mostrato nelle sessioni di studio un esempio relativo ad


una trave con asse non rettilineo.

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Si ricorda infine che le Equazioni Cardinali della Statica


coinvolgono solo la risultante delle forze applicate e quindi ai fini della
scrittura di queste equazioni non ha alcuna influenza la forma della
distribuzione di carico, ma solo lentit e la posizione della risultante.
Sar pi chiaro nel seguito che la forma della distribuzione di carico
influenza invece le sollecitazioni e gli spostamenti degli elementi
strutturali cui applicato.
Variazioni termiche
noto che le variazioni di temperatura producono variazioni di
volume dei materiali. quindi chiaro che in una struttura soggetta ad
una variazione di temperatura si hanno spostamenti di alcuni punti.
Nel caso in cui la struttura vincolata in modo da impedire o limitare
questi spostamenti si producono reazioni vincolari e conseguenti stati
di sollecitazione negli elementi strutturali. Relativamente alle travi si
considerano, in genere, variazioni di temperatura lineari del tipo
rappresentato in figura 9.7a.
T1

(a)
A
A

(b)

T1

T2

TP
G

Tm

L
T2
sezione trasversale

Tm

y
G

L+L
(c)

Tm - T1

Tm

Tm - T1

R
y

T2 - Tm

G
T2 - Tm

Figura 9.7.

La simbologia di figura 9.7a significa che rispetto al tempo della


costruzione della struttura la temperatura di un lembo della trave
aumentata di T1, la temperatura dellaltro lembo aumentata di T2,
mentre la temperatura del generico punto P aumentata di TP
valutabile considerando un andamento lineare tra T1 e T2.
Si osserva che una variazione lineare di temperatura tipo quella
di figura 9.7a pu sempre essere considerata come la somma di una
variazione uniforme di temperatura (figura 9.7b)
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T2 T1
y
(9.14)
h
di entit pari al valore che la variazione assegnata assume nel
baricentro e di una variazione lineare con valore nullo nel baricentro
della sezione, talvolta detta a farfalla (figura 9.7c). Nella (9.14)
indicata con y la distanza del baricentro G della sezione dal lembo
superiore.
Tm = T1 +

Per la valutazione degli effetti delle variazioni di temperatura


necessario conoscere il coefficiente di dilatazione termica lineare del
materiale di cui lelemento soggetto alla variazione di temperatura
costituito. Questo parametro il rapporto tra lallungamento di una
barra e la lunghezza iniziale della stessa per effetto di una variazione
di temperatura unitaria. Il coefficiente di dilatazione termica lineare ha
la dimensione dellinverso della temperatura e di solito si misura in
C-1. Frequentemente il coefficiente di dilatazione termica lineare si
indica con .
Per una trave non vincolata la variazione di temperatura
uniforme Tm produce la variazione di lunghezza
L = Tm L

(9.15)

rimanendo la trave rettilinea (figura 9.7.b). Nella (9.15) il


coefficiente di dilatazione termica lineare del materiale di cui la trave
costituita ed L la lunghezza iniziale della trave.
Per la stessa trave una variazione di temperatura a farfalla
produce una deformazione che vede lasse della trave assumere
forma circolare con raggio
R=

h
(T2 T1 )

(9.16)

essendo h laltezza della sezione della trave (figura 9.7.b).


Al denominatore della (9.16) presente la differenza di
temperatura tra i due lembi. Chiamando T questa differenza di
temperatura la (9.17) pu riscriversi come
R=

h
T

(9.17)

Questo giustifica il fatto che per indicare una variazione termica a


farfalla (con valore nullo in corrispondenza del baricentro) si usa
sovente anche la simbologia di figura 9.8.
T

Figura 9.8.
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Spostamenti impressi
A partire da una configurazione iniziale, pu accadere che ad
alcuni punti di una struttura siano assegnati certi spostamenti.
Dipendentemente dalla configurazione dei vincoli cui la struttura
soggetta questi spostamenti possono produrre reazioni vincolari ed
uno stato di sollecitazione negli elementi strutturali. Sono tipici i casi di
figura 9.9 in cui (ad esempio a causa di spostamenti del terreno) un
punto di contatto con il terreno subisce uno spostamento assegnato.
In alcuni casi (come ad esempio quelli di figura 9.9) questo produce
deformazioni ed uno stato di sollecitazione degli elementi strutturali.

Figura 9.9.

Un altro caso frequente relativo allassemblaggio degli elementi


strutturali. Ad esempio nel caso di figura 9.10 gli estremi A e B delle
aste 1 e 2 sono posti a distanza d; lelemento di collegamento 3 ha
lunghezza L < d. In questo caso per realizzare il collegamento
necessario imprimere lo spostamento relativo
= dL

(9.18)

tra gli estremi A e B, il che produce deformazioni e sollecitazioni nelle


aste.
1

1 + 2 = = d - L

Figura 9.10.

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LEZIONE 9 Sessione di studio 1


Schematizzazione delle azioni applicate alle strutture.
descritto nel seguito un esempio relativo ai carichi distribuiti.
Esempio 9.1
Sulla trave rettilinea di figura 9.11 avente sezione di area A =
0.15 m2 sono applicati, oltre al peso proprio, il carico uniforme qn ed il
carico uniforme qw. Siano = 25 kN/m3 il peso specifico del materiale
di cui la trave costituita, qn = 0.8 kN/m e qw = 0.2 kN/m. Si determini
il carico distribuito orizzontale ed il carico distribuito verticale applicati
in totale.

qn

qw

L
Lcos

Figura 9.11.

La risultante del carico qn verticale ed ha modulo

R n = qn L cos = 3.759kN

(e.1.1)

essendo qn distribuito uniformemente sulla lunghezza Lcos


Il peso della trave una forza verticale di modulo
R tr = A L = 18.750kN

(e.1.2)

essendo AL il volume della trave.


La risultante del carico qw inclinata di rispetto alla verticale ed ha
modulo

R w = qw L = 1.000 kN

(e.1.3)

Le sue componenti in direzione verticale ed orizzontale sono (figura


9.12)

R wv = R w cos = 0.940 kN

R wh = R w sin = 0.342 kN

(e.1.4)

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La forza totale applicata alla struttura in direzione verticale quindi


R v = R tr + Rn + R wh = 23.448 kN

(e.1.5)

mentre la forza totale applicata alla trave in direzione orizzontale

Rh = R wh = 0.342 kN
qwL cos

(e.1.6)

qwL

qw

qwLsin

L
Lcos

Figura 9.12.

Questi risultati saranno utili per controllo di quelli ottenuti nel seguito.
Il carico uniformemente distribuito dovuto al peso proprio della
trave si determina applicando la (9.12) ed
q tr = A = 3.75

kN
m

(e.1.7)

Questo carico riferito allunit di lunghezza di trave e pertanto deve


essere rappresentato riferendolo ad unascissa s coincidente con
lasse della trave (figura 9.13). Il carico qn invece riferito allunit di
lunghezza della proiezione orizzontale della trave e quindi allasse z di
figura 9.13. Per determinare il carico distribuito totale non quindi
possibile sommare i valori numerici di qtr e qn in quanto questi sono
distribuiti su lunghezze diverse (il carico qw non pu evidentemente
essere sommato a questi in quanto ha anche diversa direzione).
Scegliendo di riferire tutti i carichi allunit di lunghezza della
proiezione sullorizzontale si considera lascissa z di figura 9.13.
Coerentemente il carico dovuto al peso proprio si determina con la
con la (9.13) ed

qtrz =

qtr
kN
= 3.991
cos
m

(e.1.8)

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s
qtr

Figura 9.13.

Si noti come questo valore numerico sia superiore a qtr dato dalla
(e.1.7) in quanto quello rappresenta il carico relativo ad un metro di
trave mentre questo rappresenta il carico relativo ad un metro di
proiezione di trave (figura 9.14), al quale corrisponde evidentemente
un lunghezza di trave superiore.
s
qtr

z
s

qtrz

Figura 9.14.

Il carico qw ha direzione ortogonale allasse della trave e quindi ha una


componente in direzione verticale ed una componente in direzione
orizzontale che sono
qwv = qw cos = 0.188

kN
m

qwh = qw sin = 0.068

kN
m

(e.1.9)

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Questi carichi sono riferiti allunit di lunghezza della trave e possono


rappresentarsi come in figura 9.15.
s
qw

qwv1 m

qwh
qw1 m

s
qwv

qh1 m

Figura 9.15.

Riferendo questi carichi allunit di lunghezza della proiezione della


trave, e quindi allasse z si ha:

qwvz =

qwv
kN
= 0.200
cos
m

qwhz =

qwh
kN
= 0.073
cos
m

(e.1.10)

Questi carichi possono rappresentarsi come in figura 9.16.


A questo punto possibile determinare il totale carico distribuito
verticale sommando i contributi del peso proprio, di qn e di qw, e cio
qtrz, qwvz e qn avendo tutti questi carichi la direzione verticale ed
essendo calcolati rispetto allo stesso riferimento (figura 9.17). Si ha
kN
qvtz = qtrz + qwvz + qn = 4.991
m

(e.1.11)

Il carico distribuito orizzontale, riferito allunit di lunghezza della


proiezione invece qwhz gi determinato.
Le risultanti dei carichi verticali ed orizzontali devono essere calcolate
considerando la lunghezza della proiezione sullorizzontale della trave
e valgono (figura 9.17)
R v = qvt L cos = 23.448 kN Rh = qwhz L cos = 0.342kN (e.1.12)
Questo risultato lo stesso determinato preliminarmente con la (e.1.5)
e con la (e.1.6).
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qwh

s
qwv

s
qwvz
qwhz

Figura 9.16.

qn

qwz
qwz

qtrz

Lcos

Figura 9.17.

Scegliendo invece unascissa s coincidente con lasse della


trave necessario, prima di sommare i carichi, che siano tutti riferiti a
questa e quindi tutti espressi considerando lunit di lunghezza di
trave. Relativamente al carico qn si ha (figura 9.18)

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Meccanica delle strutture
9
Schematizzazione delle azioni applicate alle strutture

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qns = qn cos = 0.752

kN
m

(e.1.13)

mentre i carichi qw e qtr sono gi riferiti allascissa s.

qn

qns

Figura 9.18.

Con questo riferimento il totale carico distribuito verticale quindi


(figura 9.19)
qvts = qtr + qwv + qns = 4.690

kN
m

(e.1.14)

mentre il carico distribuito orizzontale riferito allunit di lunghezza di


trave il valore qwh gi determinato.
In questo caso le risultanti dei carichi verticali ed orizzontali devono
essere calcolate considerando la lunghezza effettiva della trave e
valgono (figura 9.19)
R v = qvst L = 23.448 kN

Rh = qwh L = 0.342kN

(e.1.15)

Anche questo risultato lo stesso determinato preliminarmente con la


(e.1.5) e con la (e.1.6).

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qns
qwh
qwv
s
qtr

Lcos

Figura 9.19.

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LEZIONE 9 Sessione di studio 2


Schematizzazione delle azioni applicate alle strutture.
descritto nel seguito un ulteriore esempio relativo ai carichi
distribuiti.
Esempio 9.2
Si consideri larco semicircolare avente sezione rettangolare di
figura 9.20.

h
b
Sezione
trasversale

2R

Figura 9.20.

Larco soggetto al peso proprio ed al peso del rinfianco, cio


del materiale posto tra lestradosso ed un piano orizzontale passante
per la sezione di chiave. Siano
b = 0.5 m
h = 0.2 m
= 25 kN/m3
r = 18 kN/m3
R=3m

la larghezza della sezione;


laltezza della sezione;
il peso specifico del materiale che costituisce
larco;
il peso specifico del materiale che costituisce il
rinfianco;
il raggio dellasse dellarco.

Si determini il carico totale distribuito sulla struttura.


La risultante dei carichi applicati, che verticale, pu essere
determinata sommando il peso totale della trave e quello del materiale
di rinfianco. Il peso totale della trave
R tr = bh R = 23.562

kN
m

(e.2.1)

essendo bh R il volume della trave.


Il peso del rinfianco

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2 R 2
b r = 34.756 kN
Rr = 2R
2
m

(e.2.2)

essendo
2 R 2
b
2R

(e.2.3)

il volume del rinfianco, calcolato in via approssimata supponendo che


questo sia esteso fino allasse della trave semicircolare invece che
fino al suo estradosso; questa approssimazione sar ritenuta
applicabile anche nel seguito. La forza totale applicata alla struttura
quindi
R t = R tr + Rr = 58.327 kN

(e.2.4)

Questo risultato sar utile per controllo di quelli ottenuti nel seguito.
Il carico per unit di lunghezza della trave semicircolare si
determina con la (9.12) ed
qtr = A = 2.50

kN
m

(e.2.5)

essendo
A = b h = 0 .1 m 2

(e.2.6)

larea della sezione trasversale.


Questo carico relativo alla lunghezza unitaria dellasse dellarco e
pertanto deve essere considerato riferito ad unascissa curvilinea s
coincidente con lasse della trave semicircolare, come rappresentato
in figura 9.21. Si pone lorigine dellascissa curvilinea s nel baricentro
della sezione di chiave.

qtr
s=0
s

2R

Figura 9.21.
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Relativamente al carico distribuito costituito dal rinfianco conviene


invece riferirsi allo schema di figura 9.22 in cui si considera un asse di
riferimento z orizzontale passante per il centro dellasse semicircolare
della trave; si pone lorigine dellasse z nel centro dellasse della trave.
In questo modo ad ogni ascissa z resta associata una sezione della
trave come mostrato in figura 9.22.

s=0

h(z)
s

z
z=0

2R

Figura 9.22.

Sulla sezione z presente unaltezza di rinfianco data da

h(z ) = R R 2 z 2

(e.2.7)

il cui peso per unit di lunghezza dellasse z


qrz (z ) = r b h(z ) = r b R R 2 z 2

(e.2.8)

in cui il pedice z ricorda che questa espressione riferita allunit di


lunghezza dellasse z. Questo carico pu rappresentarsi in uno dei
due modi equivalenti di figura 9.23 (nelle rappresentazioni a e b di
figura 9.23 il carico rappresentato con un diverso fattore di scala).
Prima di sommare i carichi qr e qtr necessario riferirli alla stessa
ascissa. Ad ogni z resta associato un punto dellasse della trave come
mostrato in figura 9.22; la stessa sezione pu essere identificata da
un opportuno valore dellascissa curvilinea s. Le considerazioni
geometriche di figura 9.22 mostrano che s e z identificano la stessa
sezione se soddisfano
z(s ) = R sin

s
R

(e.2.9)

cio ad ogni ascissa curvilinea s resta associata unascissa z = z(s) in


modo che s e z identifichino la stessa sezione. Relativamente alla
(e.2.9) si osservi che vale la relazione

s =R

quindi

s
R

(e.2.10)

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essendo langolo rappresentato in figura 9.22.


qr(z)

(a)

z
z=0

qr(z)

(b)

z
z=0

2R

Figura 9.23.

Equivalentemente ad ogni ascissa z resta associata unascissa


curvilinea s = s(z) in modo che s e z identifichino la stessa sezione. La
funzione s(z) si ottiene evidentemente invertendo la (e.2.9), cio
z
s(z ) = R a sin
R

(e.2.11)

Chiamando qrs(s) la funzione che descrive il carico del rinfianco


rispetto allascissa curvilinea s ed avendo chiamato qrz(z) quella che
descrive lo stesso carico rispetto allasse z la risultante del carico qr
applicato tra un certo punto P ed un punto generico identificato
equivalentemente da unascissa curvilinea s o da unascissa z(s) ,
applicando la (9.2)
z (s )

q (s)ds = q (z )dz
rs

sP

rz

(e.2.12)

zP

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essendo sP e zP i valori di s e di z che identificano il punto P dellasse.


Derivando ambo i membri della (e.2.12) rispetto ad s si ha (si ricordino
il teorema fondamentale del calcolo integrale e la regola di
derivazione delle funzioni composte)
z (s )
d z (s )

d
= q (z )dz d z(s )
(
)
qrs (s ) =
q
z
dz
rz
dz z rz
ds
ds zP

(e.2.13)

e cio
qrs (s ) = qrz (z(s ))

d
z(s )
ds

(e.2.14)

Derivando la (e.2.9) si ha
d
s
z(s) = cos
dz
R

(e.2.15)

Tenendo conto della (e.2.8) e della (e.2.15) il carico del rinfianco si


esprime rispetto ad s con la funzione
qrs (s ) = r b R R 2 z(s )

cos s

(e.2.16)

tenendo conto poi della (e.2.9) si ha


2

s
s
qrs (s) = r b R R 2 R sin cos
R
R

(e.2.17)

che dopo semplici passaggi diventa


s
s

qrs (s) = r b R 1 cos cos


R
R

(e.2.18)

Il carico qrs(s) si rappresenta come in figura 9.24. Si osservi che


questo carico ha valore nullo per s = 0, come giusto che sia non
essendo presente rinfianco sulla sezione di chiave.
qrs(s)
s=0
s

2R

Figura 9.24.
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Riferiti allascissa curvilinea s i carichi distribuiti sono rappresentati in


figura 9.25a.

qtr

qrs(s)
s=0
s
(a)

qts(s)

s=0
s

(b)

2R

Figura 9.25.

Il carico totale
s
s

qts (s) = qrs (s) + qtr = r b R 1 cos cos + A


R
R

(e.2.19)

e pu rappresentarsi come in figura 9.25b.


La risultante di questo carico
Rt =

R
2

s
s
r b R 1 cos cos + A ds
R
R

(e.2.20)

essendo s0 = -R/2 ed sf = R/2 i valori di s che identificano le sezioni


terminali della trave semicircolare considerata. Sviluppando i calcoli si
ha
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R t = r b R2 2 +
2
+ A R = 34.765 + 23.562 = 58.327 kN

(e.2.21)

Si ottiene quindi lo stesso valore determinato con la (e.2.4).


La (e.2.17) avrebbe potuto ottenersi considerando la risultante del
carico qrz relativa ad un tratto infinitesimo dz, cio qrz(z)dz. Questa
deve essere uguale alla risultante qrs(s)ds del carico qrs nel tratto
infinitesimo di ascissa curvilinea ds corrispondente al tratto dz (figura
9.26.).
qrzdz = qrsds
s=0

ds
s

ds

dz

z
dz
2R

Figura 9.26.

Deve cio aversi

qrz (z )dz = qrs (s )ds

(e.2.22)

Essendo dz e ds infinitesimi il tratto ds pu considerarsi sulla tangente


allasse nel punto identificato da s. Risulta quindi (figura 9.26)
s
dz = cos ds = cos ds
R

(e.2.23)

da cui
s
qrz (z )cos ds = qrs (s)ds
R

(e.2.24)

dalla quale si ottiene la (e.2.17).


Volendo invece riferire tutti i carichi distribuiti allasse z
necessario esprimere il peso proprio rispetto allasse z. Sia qtrz(z) la
funzione che descrive il carico qtr rispetto allascissa z.
Anche in questo caso si pu imporre che la risultante del carico qtr tra
un certo punto P dellasse ed un punto generico identificato
equivalentemente da unascissa z o da unaascissa curvilinea s(z) sia
la stessa considerando qtr e qtrz(z), cio

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qtr (s(z ) sP ) = qtrz (z )dz

(e.2.25)

zP

essendo ancora sP e zP i valori di s e di z che identificano il punto P


dellasse. Derivando ambo i membri della (e.2.25) rispetto a z si
ottiene
d
[qtr (s(z) sP )]= qtrz (z)
dz

(e.2.26)

e quindi
qtrz (z ) = qtr

d
[
(s(z ) sP )] d s(z )
ds
dz

(e.2.27)

infine, sviluppando i calcoli

qtrz (z ) = qtr

(e.2.28)

R2 z2

Questo carico rappresentato, insieme a qr(z) dato dalla (e.2.8), in


figura 9.27.
qtr(z)

qr(z)

z
z=0

2R

Figura 9.27.

Naturalmente anche in questo caso la risultante del carico applicato


R

R t = qtr
R

+ r b R R 2 z 2 dz

R z
R

(e.2.29)

che sviluppando i calcoli conduce allo stesso risultato ottenuto con la


(e.2.4).
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LEZIONE 9 Sessione di studio 3


Schematizzazione delle azioni applicate alle strutture.
Sono proposti due esercizi la cui soluzione lasciata al lettore.
Esercizio 9.1
Relativamente alla trave di figura 9.28 si determini il carico
distribuito in direzione ortogonale allasse ed il carico distribuito nella
direzione delasse. Si riferiscano questi carichi ad unascissa z
coincidente con lasse della trave.
Sia L = 2 m; qb = 5 kN/m; qa = 2.5 kN/m,

qa
qb

3L

Figura 9.28.

Esercizio 9.2
Relativamente
allarco
semicircolare
avente
sezione
rettangolare di figura 9.29 soggetto al peso proprio ed al carico qa si
determini il carico distribuito totale e lo si riferisca ad unascissa
curvilinea s coincidente con lasse della trave semicircolare.
Siano
b = 0.4 m
h = 0.3 m
= 18 kN/m3
qa = 50 kN/m
R=2m

la larghezza della sezione;


laltezza della sezione;
il peso specifico del materiale che costituisce
larco;
il carico applicato;
il raggio dellasse dellarco.

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qa

h
b
Sezione
trasversale

2R

Figura 9.29.

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