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IL FOGLIO

Redazione e Amministrazione: L.go Corsia Dei Servi 3 - 20122 Milano. Tel 02/771295.1

ANNO XII NUMERO 32

Lallarmista un medico francese laico e abortista: Didier Sicard


volontariamente la parte del guastafeste
al gran ballo della tecnoscienza. Lo studioso che in una lunga intervista sul Monde
del 4 febbraio ha spiegato perch la diagnosi prenatale generalizzata si sia trasformata in nefasto strumento eugenetico,
non infatti nuovo a sortite che lo mettono in contrasto con chi vede nella medicalizzazione a oltranza della gravidanza, della nascita, di tutta lesistenza, una tendenza non solo irresistibile ma anche altamente desiderabile. Bioetico non dogmatico, Sicard spiega infatti, appena ne ha
loccasione, che la medicina non la salute e che scienza non significa padronanza del vivente.
Gi a capo del servizio di medicina interna dellospedale Cochin di Parigi, Sicard da giovane ha lavorato con i malati di
lebbra, ed stato tra i primi, in Francia, a
occuparsi di Aids. Ha poi insegnato medi-

cina nel Laos, dove si trasfer per qualche


tempo con moglie e tre figlie. Laggi, racconta, nel contatto quotidiano con la religiosit buddista riuscito a recuperare le
proprie radici protestanti. Lugonotto liberale Sicard appartiene infatti al filone
del protestantesimo francese che da Blaise Pascal arriva fino al filosofo Paul Ricoeur e al teologo Jacques Ellul. Gli proviene da l limpronta di rigore, di severit
e di eleganza intellettuale, oltre alla grande attenzione allumano. La quale si traduce in grande amore per la letteratura, la filosofia, la poesia, larte. Quando lavorava
al Cochin, ha lottato per portare mostre tra
le mura dellospedale, a dire qualcosa di
indicibile attraverso il discorso scientifico,
di cui sentiva lurgenza di far partecipi i
pazienti. Ma lattenzione allumano, per Sicard, significa soprattutto inquietudine perenne e allarme per gli attacchi che allumano sono portati, compresi quelli sferrati a fin di bene da una scienza che si pretende onnipotente.
(segue nellinserto IV)

Per Bellieni presto nasceranno solo i sopravvissuti alla diagnosi prenatale

na persona della caratura culturale e


morale di Didier Sicard ha mostrato a
quale livello di obbligatoriet sia arrivato
lo screening prenatale. Il neonatologo
Carlo Bellieni, membro corrispondente
della Pontificia accademia della vita, denuncia labisso che passa fra la diagnosi
prenatale non invasiva e quella che scivola nelleugenetica, come ha spiegato in
unintervista al Monde il decano dei bioeticisti francese, Didier Sicard. La prima
serve a curare, la seconda a selezionare
ci dice Bellieni. Nel 2005 la rivista Trends
in biotechnology ha pubblicato un articolo in cui si spiegava lo spettro della diagnosi prenatale selettiva in Francia. E due
giorni fa sul sito della Bbc si parlava delleccesso di ecografie in Inghilterra. E in
corso un allarme mondiale sulla pervasivit subliminale della selezione prenatale. E molti si domandano se questo centra
col fatto che le donne italiane eseguono in
media sei ecografie in gravidanza, pi del
doppio di quelle previste dalle linee gui-

da. Senza considerare il numero altissimo


di amniocentesi con i loro possibili rischi.
E cos vasto il fenomeno dellingerenza
nei segreti del feto per fini che non sono
nellinteresse del feto stesso, che nel 1989
lOrganizzazione mondiale della sanit ha
tracciato le linee per una tutela della privacy prenatale.
Il fenomeno corre su un doppio binario.
Da un lato la paura dei medici per le ritorsioni giudiziarie. Nel 2000 in Francia scioperarono i radiografisti dopo la denuncia
di un disabile per esser nato malato dato
che per la mancata diagnosi non era stato
possibile abortire. Dallaltro lato si sta imponendo lidea del bambino perfetto: la
perfezione come mito della societ postmoderna, secondo il Journal of Medical
Ethics, sta alla base delleugenetica prenatale. Sicard parla del fatto che se la madre
ritiene che una certa patologia costituisca
un danno per la sua salute, allora acquista
automaticamente il diritto di interrompere
la gravidanza.
(segue nellinserto IV)

Sesso della prole la carte, lo chiamano bilanciamento familiare


o chiamano bilanciamento familiare,
un modo costoso e moderno per essere
L
quasi sicuri di avere un figlio maschio, se lo
si desidera, o femmina, se si impazzisce per
il rosa. E la scelta del sesso, ed lultimo dibattito etico lanciato dal New York Times,
che ha chiesto anche lopinione dei lettori in
proposito. La scelta del sesso ovviamente
possibile solo con la fecondazione assistita,
e serve la diagnosi preimpianto: si sceglie
lembrione maschio, o femmina, si scartano
o si congelano gli altri. Eugenetica? S, perch ci si sceglie la famiglia che si vuole, non
pi solo sana, anche perfettamente variegata. Si rideva volentieri in faccia a chi diceva
che la diagnosi preimpianto apriva la strada agli occhi blu e ai capelli biondi in provetta, ora i medici americani raccontano
che soddisfano volentieri le volont monetizzabili di genitori decisi ad avere un maschietto. Sono i desideri dei pazienti ha
detto Jamie Grifo, direttore del centro di
fertilit della New York University chi siamo noi per decidere, per rifiutare, per gio-

care a Dio? Ho una notizia per voi: non cambieremo lequilibrio di genere nel mondo.
Abbiamo una manciata di richieste ogni anno, e le accontentiamo. Spiega che si oppone al test sugli embrioni solo per la scelta
del sesso, ma se bisogna gi fare lo screening sugli embrioni per motivi medici, tanto vale regalare una femmina, se i pazienti
la desiderano. Tanto vale. Per ventimila dollari sarebbe scortese non includere anche
la scelta del sesso. Preferiamo farlo come
bilanciamento familiare ha spiegato il
dottor Jeffrey M. Steinberg, che sta per
aprire a Manhattan la sua quarta clinica
che offre la scelta del sesso ma non abbiamo mai mandato via qualcuno che arriva e
dice: voglio che il mio primo figlio sia un
maschio o una femmina. Se tutti dicessero
che vogliono prima il maschio forse avremmo titubato, ma cinquanta e cinquanta.
La scelta riproduttiva una cosa molto personale: se non danneggia nessuno noi semplicemente andiamo avanti e diamo loro
quello che vogliono.
(segue nellinserto IV)

Una giornata europea contro leugenetica


La denuncia di Sicard contro la mostrificazione medica della generazione, e noi

idier Sicard, presidente del Comitato di bioetica francese e grande


medico, ha detto al Monde che il XXI
secolo si apre in Francia con il rischio
di una generale deriva eugenetica,
usando concetti e trattando dati allo
stesso identico modo scelto da questo
giornale, ormai da anni, per discutere
criticamente la nuova ideologia del ciclo della nascita, della vita e della morte. Per lessenziale, la pratica della
diagnosi prenatale tende alla soppressione e non alla cura. Cromosomi e geni, che sono il tratto identitario della
persona umana alla sua origine, sono
ormai considerati agenti patogeni infettivi che la medicina deve sradicare.
Non un costume medico, una ideologia resa possibile dalla tecnica, peggio, unossessione che induce al pi
crudele ostracismo verso coloro che
non accettano la proposta [eugenetica]
avanzata dalla scienza e sostenuta dalla legge. La diagnosi prenatale quasi obbligatoria, riguarda ormai la
quasi totalit delle gravidanze, e insomma la Francia costruisce passo dopo passo una politica sanitaria che flirta ogni giorno di pi con leugenetica.
La Germania pi prudente, afferma
Sicard, perch ha conosciuto il nazismo
e la sua sperimentazione sullumano,
ha esperienza del dove possano condurre imprese di esclusione di gruppi
umani dalla citt fondate su criteri culturali, biologici, etnici.
La coincidenza di questa denuncia

Poste Italiane Sped. in Abbonamento Postale - DL 353/2003 Conv. L.46/2004 Art. 1, c. 1, DBC MILANO

MERCOLED 7 FEBBRAIO 2007 - 1

DIRETTORE GIULIANO FERRARA

FIGLI FABBRICATI, LALLARME


on la prima volta che Didier Sicard,
il medico francese dal 1998 a capo
N
del Comitato consultivo di etica, si sceglie

quotidiano

con la nostra impressionante. La questione non riguarda soltanto lo statuto


personale oggettivo dellembrione, problema considerato laterale da Sicard e
centrale da noi, ma il sapere che cosa
vogliamo costruire per noi stessi come
societ umana che ci consenta di rispettarci. Chi siamo noi nel momento
in cui decidiamo di escludere il tale o
il talaltro, dun tratto e in maniera
pressoch sistematica, dalla vita?. E
una domanda malinconica e pressante,
laica fin nelle sue radici e insieme attenta alla dimensione religiosa dellesistenza, qualunque cosa questa espressione voglia significare. Lallarme di
questo autorevole medico, che alla testa dellautorit bioetica di una grande
nazione europea, spazza via le banalizzazioni alle quali siamo abituati dai
tempi del referendum sulla fecondazione artificiale, le battaglie di cartapesta
tra clericali e laicisti, lindifferenza etica spacciata per progressismo scientifico, evoluzionismo selettivo e neodarwinista in marcia trionfale verso un non
si sa dove. E restituisce un senso anche
alla ormai sgangherata battaglia politicista intorno alla famiglia, allamore e
alla sessualit umana. Linquietudine
di Sicard per un pensiero unico dominante che si realizza irrevocabilmente nella scelta illusoria del figlio sano,
del figlio come prodotto fabbricato secondo il desiderio, anche la nostra. A
quando una giornata europea
contro la deriva eugenetica?

La Giornata
* * *
In Italia

* * *
Nel mondo

DALEMA SU KABUL: INTERVENTO


INOPPORTUNO. WASHINGTON REPLICA.
Ieri il ministro degli Esteri, Massimo DAlema, ha scritto una lettera per esprimere
sorpresa e disapprovazione ai sei ambasciatori di Stati Uniti, Regno Unito, Canada,
Australia, Paesi Bassi e Romania accreditati a Roma che nel fine settimana hanno fatto appello allItalia per una maggiore unit
sul fronte afghano. Il ministro ha spiegato
che lintervento pubblico dei sei diplomati-

ATTENTATO SUICIDA ALLAEROPORTO DI ISLAMABAD, CINQUE FERITI. Ieri


unauto con a bordo un attentatore suicida
entrata nel parcheggio dello scalo internazionale della capitale del Pakistan ed
esplosa, causando almeno cinque feriti tra i
responsabili della sicurezza e la morte del
terrorista. Ha sparato contro i nostri uomini e poi si fatto saltare in aria, ha riferito
un ufficiale.
Da Ankara il presidente Musharraf ha
rilanciato, durante un colloquio con il premier turco Erdogan, la proposta di un
gruppo di paesi islamici per la soluzione del
conflitto mediorientale.

LA CONTINUIT DISCONTINUA. EQUILIBRI LESSICALI DI PRODI SULLA POLITICA ESTERA. PAROLE


CHIARE DA WASHINGTON (editoriale pagina tre)

ci si presta a essere interpretato come uninopportuna interferenza esterna nel corso


di un processo decisionale su una materia
che e resta di esclusiva competenza del
governo e del Parlamento. A poche ore del
vertice di maggioranza sulla politica estera
convocato da Romano Prodi arrivata la replica degli Stati Uniti: la lettera firmata dallambasciatore Spogli pienamente in linea con ci che dellAfghanistan pensa
lAmministrazione Bush. Secondo le prime
indiscrezioni, al vertice Prodi avrebbe cercato di tranquillizzare la sinistra radicale sulla discontinuit della politica estera
italiana con il precedente esecutivo.
Lex ministro degli Esteri, Gianfranco Fini, ha definito irrituale, imbarazzata e stizzita la risposta del governo ai sei ambasciatori. Casini: LItalia rischia di essere ai
margini della politica estera mondiale.

* * *

La Lega calcio chiede di giocare domenica


con stadi a porte aperte. Il patron dellInter,
Massimo Moratti: La decisione di tornare
subito a giocare stata presa per la gente e
non per gli interessi delle societ. Il Consiglio dei ministri varer oggi il pacchetto di
provvedimenti sullordine pubblico presentato in Parlamento dal ministro dellInterno, Giuliano Amato, che prevede partite
senza pubblico negli impianti non a norma
con il decreto Pisanu, cio quasi tutti.
Amato: Il valore della vita umana e il
diritto alla serenit valgono di pi degli interessi economici.

* * *

Sulle pensioni bozza comune dei sindacati.


Cgil, Cisl e Uil hanno firmato ieri un documento unitario. I sindacati sono pronti a
tenere conto del graduale e volontario innalzamento dellet pensionabile, ma contrari alla revisione dei coefficienti di calcolo. Il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani: Tratteremo con il governo soltanto se
presenter una chiara proposta unica.

* * *

Chiesto il rinvio a giudizio per Pollari. Il


procuratore aggiunto di Milano, Ferdinando Pomarici, ha parlato di esplicita autorizzazione al rapimento di Abu Omar.

* * *

Oro italiano nel super G. Ai mondiali di


sci alpino di Are (Svezia), lazzurro Patrick
Staudacher il nuovo campione mondiale.

* * *

Borsa di Milano. Mibtel -0,10 per cento.


Leuro chiude a 1,2 sul dollaro.

* * *

Incontro tra Fatah e Hamas alla Mecca. Si


aperta ieri la due giorni di colloqui tra i
vertici delle fazioni palestinesi nel tentativo di creare un governo di unit nazionale
e fermare le violenze nella Striscia di Gaza.
Articolo a pagina tre

* * *

Rapito un diplomatico iraniano in Iraq.


Secondo il ministero degli Esteri di Teheran, il numero due della rappresentanza a
Baghdad, Sharafi, stato catturato da uomini armati, che operano sotto la supervisione delle forze americane in Iraq. Il comando statunitese e iracheno hanno negato ogni
coinvolgimento. Le autorit americane hanno trasmesso al premier Maliki un dossier
con accuse a carico di un deputato sciita, Jamal Jaafar Mohammed, il quale avrebbe
partecipato agli attentanti contro le ambasciate statunitense e francese in Kuwait nel
1983 e che oggi lavorerebbe come infltrato
di Teheran.
Il Sun ha pubblicato le immagini di un
filmato che riprendeva un caccia bombardiere americano che apriva il fuoco in Iraq
contro un blindato inglese.

* * *

Nasce il comando americano per lAfrica.


Il presidente degli Stati Uniti Bush ha approvato il piano del Pentagono per la creazione del Comando militare per lAfrica. Lo
ha annunciato ieri il ministro della Difesa
Gates. Liniziativa fa parte della strategia
americana della lotta al terrorismo nel continente, ancora pi importante dopo lavanzata di al Qaida nel Corno dAfrica.
In Somalia le Corti islamiche hanno attaccato la residenza del presidente Ahmed.

* * *

Olmert nomina il ministro della Giustizia.


E Daniel Friedman, noto per aver spesso
criticato il sistema giudiziario israeliano,
non senza scatenare polemiche.
Ieri Israele ha dato il via ai lavori per la
costruzione di una rampa alla spianata
delle moschee di Gerusalemme. Proteste
dal mondo arabo. Il Jihad islamico ha lanciato Qassam nel Negev.

* * *

LIran chiede le prove dello sterminio degli ebrei nella Seconda guerra mondiale.
Ieri la Fondazione internazionale dellOlocausto ha chiesto a Germania, Austria e Polonia di inviare documenti che confermino
lesistenza della soluzione finale.
Questo numero stato chiuso in redazione alle 21

Cresce il fronte anti Bazoli


Ordine sparso, obiettivo comune. Draghi e Profumo attaccano la governance
IntesaSanpaolo. Capitalia apre a Botin (anche) in chiave Generali. Fininvest
muove su Mediobanca, principale azionista di Trieste. Il ruolo di Bollor
Roma. Le forze intenzionate a contrastare
il superattivismo di Giovanni Bazoli crescono
in nome del pluralismo del sistema economico e finanziario in fase di lenta ristrutturazione. Dunque, Mario Draghi al Forex di Torino
ha espresso perplessit sulla cosiddetta governance duale, sperimentata per prima da
IntesaSanpaolo, e ha spiegato che le fusioni
bancarie devono far lievitare la concorrenza.
Le osservazioni di Draghi sono state immediatamente raccolte da Alessandro Profumo,
capo di Unicredit, principale concorrente di
IntesaSanpaolo. La sensazione che una parte dei giocatori in campo si vada coalizzando
in un variegato fronte con un obiettivo comune: fermare la manovra a tenaglia Prodi-Bazoli. Ma un fronte che sta cercando di trovare ordine al suo interno e non facile, perch
sotto il cielo del sistema economico e finanziario si intrecciano trame complicate e alleanze a geometria molto variabile. Vediamo
le ultime. Innanzitutto si muovono due importanti entit: il Santander di Emilio Botin e
Silvio Berlusconi, direttamente con Fininvest e indirettamente con Ennio Doris.
Botin in uscita da IntesaSanpaolo (e con
rapporti usurati con i vertici della superbanca) ha manifestato interesse per Capitalia, annunciando di avere acquisito una partecipazione sotto il due per cento. Linteressamento
di Botin a Capitalia non una novit. Per Cesare Geronzi la partecipazione di Santander
un riconoscimento da parte del mercato, nonch un avvertimento nei confronti di Abn Amro maggior azionista individuale di Capitalia
con una quota del 7,7 per cento. Ma c anche
un altro elemento da considerare. La mossa di
Santander ha un significato anche rispetto alla partita Generali e alle azioni future di Profumo. Botin ha una quota in Generali sua figlia Ana siede in Cda cos come Capitalia e
Unicredit. Da un punto di vista degli equilibri
interni dunque il rafforzamento di Botin nella

partita consente a Capitalia di solleticare Unicredit nella prospettiva di un eventuale (e logico) matrimonio tra Roma e Milano. Il risultato di una tale unione sarebbe blindare le Generali, sottraendole alle mire di Bazoli che sta
cercando di rafforzarsi su Trieste.
Ma ci sono due incognite. Una, i francesi
alleati di Capitalia in Mediobanca (azionista
di riferimento di Generali) che non vogliono
perdere centralit. E ieri Vincent Bollor ha
detto: Botin entrato in Capitalia su mia sollecitazione. Capitalia deve restare indipendente. La seconda incognita la solita. Che
far davvero Profumo. Gli osservatori fanno
notare un elemento nelle dichiarazioni di
due giorni fa: ancorch sia sempre stato contro la governance duale non la prima volta che si esprime la scelta di tornare a parlarne cos a ridosso di Draghi significa che ha
scelto di venire allo scoperto.
In tutto ci si guardano intorno e cominciano a muoversi anche le forze che fanno capo
a Silvio Berlusconi. Secondo quanto riferito
dal Sole 24 Ore, Fininvest starebbe pensando
di rafforzare fino allun per cento la propria
posizione in Mediobanca e un incremento
della partecipazione della merchant bank sarebbe in programma anche per Ennio Doris,
numero uno di Mediolanum, storico alleato
della famiglia Berlusconi. Il rafforzamento
delle posizioni in Mediobanca sarebbe fatto
con lintenzione di costituire un nucleo nel
patto di sindacato che scade il prossimo primo luglio. In questo modo si determinerebbe
un pacchetto significativo che andrebbe a
consolidare le posizioni di Capitalia e Unicredit e a disfare i giochi di Bazoli. Naturalmente per completare un simile quadro bisogna tenere conto dello scenario politico sullo
sfondo. C chi nota che il fronte antibazoliano si comincia a manifestare proprio in concomitanza con le difficolt del governo. Forse non una coincidenza.

Scambio delle parti

Lettere afghane

Hillary e Obama invocano Dio,


invece la retrograda cricca di Bush
si affida ai laici McCain e Giuliani

Per Prodi e DAlema c stata una


piccola inopportuna interferenza
Rice insiste: Liniziativa di Bush

Roma. A poche ore dal vertice serale di


maggioranza, il ministro degli Esteri Massimo DAlema (per iscritto) e il premier Romano Prodi (a voce) intervengono sul dossier afghano e, per proteggersi dalla sinistra massimalista, attaccano la lettera-appello dei sei
alleati perch lItalia resti in Afghanistan. Si
dicono sorpresi per linterferenza inopportuna. Parole pesantissime, che hanno ispirato limmediata risposta del portavoce di
Condoleezza Rice, Sean McCormack, energico nel sostenere liniziativa del proprio ambasciatore a Roma. La comunicazione di
Spogli pienamente coerente con quello
che hanno pi volte ribadito il presidente
Bush e il segretario di stato. La tesi di DAlema che la lettera ricevuta sabato dallItalia deve essere stata giudicata irrituale
da tutti gli altri paesi che hanno soldati in
Afghanistan, che sono trentasei e non sei.
Se non fosse stata irrituale nota il ministro
lavrebbero firmata tutti. Il dipartimento
di stato americano ha evitato di ricordare a
DAlema che, tra i paesi non firmatari, la
Lettonia schiera a
Kabul nove soldati, lIslanda ne
ha venti, lAzerbaijan trentatr,
lAlbania ventidue,
lIrlanda sette, Austria e Svizzera quattro a testa. Mentre il premier romeno
Calin Popescu Tariceanu si dissociato dal suo ambasciatore in Italia, Washington ha voluto invece confermare che
la lettera non uniniziativa estemporanea,
come dimostrano anche i tempi serratissimi
delle repliche americane alle proteste dellItalia. N a Prodi n a DAlema era difficile comprendere la mossa irrituale delle
sei nazioni, che sopportano i costi pi pesanti e subiscono le perdite maggiori contro i talebani.
(segue a pagina quattro)

io c e sta a sinistra. I candidati alla Casa Bianca 2008 pii e religiosi


sono Hillary Clinton e Barack Obama,
esponenti principali di un partito democratico pi tendenza Binetti che Fassino. I due concorrenti laici e divorziati
sono i repubblicani John McCain e
Rudy Giuliani, sui quali pesa il non possumus delle organizzazioni cristianoevangeliche e prima o poi anche di Marcello Pera. McCain d di fuori di testa
agli evangelici, calorosamente ricambiato. Giuliani favorevole al diritto di
interrompere la gravidanza (credo nel
diritto di scelta della donna), difende
la sentenza liberalizzatrice dellaborto
Roe contro Wade (a questo punto un
precedente), si diverte a travestirsi da
donna durante le parate dellorgoglio
omosessuale al Village, stato a lungo
ospite di una coppia pacsata gay nei mesi del divorzio e da sindaco di
New York ha regolamentato le
unioni civili come neanche nelle
mozioni della Rosa nel Pugno.
Laltra sera, allanchorman
della Fox preoccupato per
laccoglienza nel mondo conservatore delle sue posizioni
sullaborto, Giuliani ha risposto: Ci
saranno sempre cose su cui non si
daccordo e quindi ci saranno anche
persone che non ti voteranno. Bisogna
farsene una ragione.
Obama non potrebbe farsela questa
ragione, tantomeno Hillary. Obama famoso per aver chiesto al mondo politico
di sinistra di non abbandonare la religione e per aver inaugurato una forma
di progressismo compassionevole che
gli fa condurre battaglie politiche insieme con il candidato della destra religiosa Sam Brownback. E sbagliato chiedere ai credenti di lasciare la propria
religione fuori dalla porta prima di entrare nellarena pubblica ha detto
Obama in un discorso sulla religione
che ha fatto parlare i circoli politici di
Washington Abramo Lincoln, Martin
Luther King e la maggioranza dei grandi riformatori americani non erano soltanto motivati dalla loro fede, ma hanno
anche usato il linguaggio religioso per
sostenere le loro cause.
Quando lex first lady faceva catechismo
Non solo convenienza politica, ha
spiegato ieri il settimanale Newsweek
svelando che le radici religiose di Hillary Clinton non sono affatto posticce,
ma risalgono al suo tredicesimo anno di
et e allincontro col reverendo metodista Don Jones. I giornali amici si dilungano sui tempi in cui lex first lady insegnava catechismo gi in Arkansas, sulle
frequentazioni delle sessioni di preghiera mattutina al Senato, sullimpegno nella campagna dinformazione per
lastinenza come misura preventiva dellaborto. Stiamo parlando di Hillary,
non di George W. Bush e nemmeno di
quel Karl Rove accusato da un ex alto
funzionario della Casa Bianca di aver
preso in giro gli evangelici e di chiamarli segretamente quei matti.
Il reverendo Jones, frequente ospite
dei Clinton alla Casa Bianca, racconta
invece ai giornali liberal i tempi in cui
la giovane Hillary gli chiedeva di approfondire i passi biblici e le lodi al Signore. La paladina del progressismo
americano, secondo il suo confessore, si
fida delle potenzialit delluomo, ma
consapevole dei limiti dellessere umano. Hillary crede sul serio nella dottrina del peccato originale, mentre il suo
possibile avversario della destra retrograda si diverte a travestirsi da Marilyn.

I ragazzi di Petraeus
Arriva il nuovo capo della sicurezza
in Iraq. Squadra di esperti con
PhD. Crisi diplomatica con lIran
Baghdad. I ragazzi di Petraeus ieri sono
arrivati a Baghdad. E iniziata la nuova fase
del processo di stabilizzazione dellIraq, guidata dal generale David Petraeus e dal suo
gruppo di esperti colonnelli e generali con
PhD in economia, antropologia, scienze politiche e strategie militari nei migliori atenei dAmerica cui si aggiungeranno i
21.500 soldati in pi voluti dal presidente
americano George W. Bush. Ad accoglierli
cera il generale sciita Abboud Gambar,
scelto dal governo iracheno (con molte pressioni da Washington, visto che la prima scelta dellesecutivo di Nouri al Maliki era un
altro ufficiale) per gestire il piano di sicurezza di Baghdad insieme con le forze americane. I due vice di Gambar sono gi stati
dislocati sulle rive del fiume Tigri per coordinare i soldati da assegnare alle nove sezioni in cui stata divisa la capitale irachena per portare a termine il progetto di sicurezza quartiere per quartiere che alla base della missione di Petraeus. I lavori sono
andati un po a rilento nelle ultime settimane, come ha ammesso lo stesso premier Maliki, il quale aveva fatto approvare in Parlamento un piano per la sicurezza che per
non stato implementato nei tempi previsti.
Rivolto ai generali iracheni, il capo del governo ha detto: Finite in fretta i preparativi, cos non deluderemo gli iracheni. Negli
ultimi giorni ci sono stati almeno duecento
morti e puntualmente sono arrivate le critiche cui ha dato voce il New York Times
contro le modalit di questa nuova fase che,
colpendo le milizie sciite, avrebbe favorito
loffensiva dei terroristi sunniti. Ma ieri a tener banco stata lennesima crisi diplomatica con lIran.
(segue a pagina quattro)

Facciamo come gli inglesi, facciamo come gli


inglesi. Uuh s, facciamo
come gli inglesi. Due cose avevano di buono gli
inglesi, le cravatte regimental, e a sputtanarle
ci ha pensato Luca Cordero di Montezemolo, e il culto di Winston Churchill, il cui
posto stato preso ora da una specie di
Natalia Aspesi di lass. In ogni caso. Se
siete disposti a mangiare di merda, a farvi
la permanente come la signora Thatcher,
a consumare sei o sette pasti al giorno, come diceva di loro la Buonanima, ma senza
ingrassare senn Tony Blair sincazza. E se
siete disposti a: prendere gli statali e trattarli come minatori, prendere i minatori e
trattarli come a Guantanamo, bere la birra invece del vino, il t al posto dellespresso, a essere perfidi come Albione, a
farvi il piercing sulla bombetta, a coltivare le rose del giardino raccontando quanti zulu le vostre truppe hanno spanzato oggi, a correre tutto il giorno dietro una volpe come scemi senza manco poterla accoppare alla fine e, cosa che non guasta, se
sapete linglese, allora tanto vale che lasciate il calcio pi o meno com e che vi
buttiate sul cricket.

ANNO XII NUMERO 32 - PAG 2

Consigli ai borsisti
Se volete arricchirvi giocando
con le azioni, non ascoltate mai
i telegiornali americani
olete arricchirvi con la Borsa? Non
ascoltate i telegiornali. Non sto scherV
zando. E da sempre una delle leggi pi ferree dellinformazione negli Stati Uniti che
THE RIGHT MAN

le notizie di economia siano trattate in modo positivo sotto i presidenti democratici e


in modo negativo sotto quelli repubblicani.
Il Media Research Center ha pubblicato
un resoconto su questa incongruenza. Nel
1996, Bill Clinton si era candidato per la seconda volta alla presidenza. Leconomia statunitense era andata bene durante lanno: il
tasso di disoccupazione era sceso al 5,2 per
cento, linflazione era sotto controllo al 3
per cento e la crescita globale era al 2,2 per
cento. E sulla stampa si potevano leggere
tutte queste buone notizie: secondo lo studio del Mrc, l85 per cento dei principali articoli relativi a tematiche economiche nellestate del 1996 era positivo. Otto anni dopo, George W. Bush si era anchegli candidato per la seconda volta alla presidenza. Rispetto al 1996, nel 2004 leconomia statunitense era andata molto meglio, con un tasso
di crescita del 3,9 per cento, mentre i livelli
di disoccupazione e inflazione erano rimasti quasi inalterati. Eppure, questa volta, il
77 per cento di tutte le principali notizie
mediatiche sullargomento era negativo.
(Lintero articolo disponibile su www.mediaresearch.org/realitycheck/2004/fax200410
20.asp.). A partire dal periodo delle elezioni, lostruzionismo delle cattive notizie
continuato: articoli sulla bolla delledilizia
abitativa, avvertimenti circa crolli imminenti del dollaro americano, eccetera. Leconomista John Makin ha eseguito qualche
interessante calcolo sulle conseguenze delleuforia degli anni Novanta e del persistente pessimismo degli anni attorno al 2000
(lintero articolo disponibile su
www.aei.org/publications/pubID.25523/pub_
detail.asp). Essendo proprio lui leconomista che aveva previsto con la maggior precisione il crollo del mercato giapponese della fine degli anni Ottanta, senzaltro merita
attenzione quando emette delle valutazioni. Makin sottolinea che i fattori che normalmente determinano i prezzi del mercato azionario dipendono dagli utili e dai tassi di interesse previsti dalle grandi aziende. Pi alti sono i guadagni previsti, pi
bassi saranno i tassi di interesse e pi elevati saranno i prezzi delle quote aziendali.
In base a questo, gli economisti calcolano
un prezzo equo di mercato delle azioni,
una sorta di valore base attorno al quale
prevedono di svolgere le negoziazioni. Tra
il 1998 e il 2000, lindice S&P 500 stato contrattato a un 60-80 per cento al di sopra del
prezzo equo di mercato: pare che gli investitori abbiano commesso lerrore di fidarsi dei pr di Bill Clinton. Solo nel 2000, il titolo-indice S&P scese da quasi 1600 nel mese di marzo a 1300 verso la fine dellanno,
per toccare infine il fondo a meno di 800
nellautunno 2002.
Con i democratici aumenta lottimismo
Poi inizi il recupero. Gli investitori che
non si fidavano della Cbs e del New York
Times notarono laumento di utili delle
aziende e le diminuzioni dei tassi di interesse, e cominciarono a comprare, spingendo lindice S&P oltre 1400 alla fine del 2006.
Tuttavia, Makin sostiene che anche a 1400,
lindice S&P resta almeno del 20 per cento
al di sotto del suo valore equo di mercato: [Se] i titoli quotati tra i 500 dellS&P
fossero attualmente valutati secondo la media che hanno avuto negli ultimi ventanni,
oggi lindice sarebbe a 1.775 e non a 1.420.
Tuttavia, non prendetelo come un consiglio
di acquisto, perch ora, dopo le elezioni del
2006, alcuni veri motivi di preoccupazione
si sono materializzati. Il nuovo Congresso
democratico si impegnato in una serie di
misure che mirano a far crescere il costo
del lavoro pi rapidamente della produttivit, con conseguenze negative per i profitti aziendali. Se la manovra riesce, la redditivit ne risentirebbe e i prezzi delle azioni
calerebbero. Eppure, stranamente, proprio
in questo momento di massima preoccupazione, la stampa, che stata negativa per
cos tanto tempo, sta assumendo di nuovo
toni positivi. Il 31 gennaio, Andrew Taylor,
giornalista della Associated Press, ha inviato un articolo da Washington che iniziava allegramente cos: Il Parlamento ha approvato un decreto di spesa di 463,5 miliardi di dollari che copre circa un sesto del bilancio federale; cos, i democratici cancelleranno il disastro finanziario ereditato dai
repubblicani. In questo caso, cancellare
il disastro finanziario significa aggiungere
decine di miliardi di dollari di spesa federale al budget. I risultati economici potrebbero essere terrificanti. Ma potete contarci:
la stampa ne parler con entusiasmo.
David Frum
(tradizione Studio Brindani)

PREGHIERA
di Camillo Langone

Chi ancora non lo ha fatto


vada a vedere La cena per
farli conoscere, elogio subliminale della
paternit irresponsabile. Il film di Pupi
Avati arriva dopo The Queen di
Stephen Frears, inno esoterico alla monarchia, e Lamico di famiglia di Paolo
Sorrentino, celebrazione clandestina del
peccato originale. Il cinema europeo non
pu permettersi di essere esplicito: controllato a vista dai commissari di salute
pubblica che siedono nei comitati preposti alle sovvenzioni. Una sceneggiatura dichiaratamente ostile agli anticoncezionali non sopravviverebbe al veleno di Natalia Aspesi. Ci vuole il passo felpato di Pupi, capace di mostrare senza dire: se Abatantuono fosse stato meno sconsiderato
non sarebbero nate Vanessa Incontrada,
Violante Placido e Ines Sastre.

IL FOGLIO QUOTIDIANO

MERCOLED 7 FEBBRAIO 2007

ANCORA PAROLE IDEOLOGICHE E VIOLENTE (E QUALCHE SAGGEZZA)

Scalzone, in fondo, il migliore dei cattivi maestri


N

on che proprio fosse indispensabile,


questo tour in camper di Oreste Scalzone, su e gi per la penisola, un rito da decostruire, come dice, alla ricerca di compagni, di lapidi e di contraddizioni altrui. Come riconosce lui stesso, sono un pessimo
maestro, che forse come dire cattivo
maestro, o forse no. Ma fa lo stesso. Perch
va bene che si fatto 27 anni di latitanza (o
di esilio, questioni di punti di vista), ma in
poche ore ha alluvionato giornali e agenzie
con dichiarazioni su dichiarazioni, da Reggio Emilia (intesa: morti di) in avanti, ha
detto di tutto e di pi, ha scandalizzato e ha
stupito. Ma almeno, Scalzone ha questo che
parecchi della fighetteria che fu rivoluzionaria durante linfelice stagione sovversiva
neanche si sognano: che pu scandalizzare
i suoi stessi compagni e pu stupire, persino positivamente, i suoi stessi avversari. E
tale e quale a trentanni fa, Scalzone, e magari va per le strade di unItalia che pensa
come quella di trentanni fa. Ma con la sua
fisarmonica, il suo cappelluccio, la sciarpo-

na rossa, le serenate davanti al carcere per


i suoi amici in cella, mostra a volte una quasi surreale forma di innocenza che lo porta a diventare sovversivo verso un piccolo
mondo che ma poi chiss se cos da lui
si aspetta tuttaltro. Ieri, per esempio, ha
parlato della manifestazione contro la base
Usa di Vicenza. Ma non ha tromboneggiato,
come certi che adesso si godono lo scranno
parlamentare. Se va a finire a sassate, sono
sincero, la cosa non mi impressiona pi di
tanto. Per se qualcuno si mette a bruciare
una bandiera americana, solo perch americana, io sar tra quelli che landranno a
spegnere, cos come contester cori idioti
del tipo 10-100-1000 Nassiriyah. Sono cose
che non hanno niente di rivoluzionario perch sono mosse da risentimento. Ecco, non
che il cattivo maestro si sia fatto buono, ma
alla faccia di certi opportunisti istituzionalmente titolati, qualcosa di pi, e di pi vero,
ha saputo dire. Cos come ha aperto un fronte nientemeno che sulla pericolosit dellodio di classe con il compagno poeta Edoar-

do Sanguineti, definito senza tanti giri di parole demagogo volgare e irresponsabile.


Che magari tutto si poteva aspettare, ma che
il tormentone sulla contestata dichiarazione
dovesse arrivare da un ex latitante, forse
non lo aveva messo in conto. Lascia perdere ha consigliato ieri al candidato sindaco
di Rifondazione a Genova, peraltro durante
una conferenza stampa organizzata da Liberazione Se dici che sei contro ogni tipo di
violenza fammi la cortesia di lasciare a casa lodio di classe. Perci, se non ci fosse
dietro la tragedia degli anni di piombo, di
tante vittime innocenti, di una violenza che
mai sembra del tutto finita, sarebbe a dir
poco divertente il contrappasso che tocca a
tanti ex rivoluzionari: il fiato sul collo, e su
certi temi persino pi giudizioso del loro dire e non dire, di un compagno al quale possono rimproverare molto, ma n il tradimento della causa n lopportunismo conveniente. Vabb, certo che Scalzone parla di
rivoluzione, figurarsi che voleva vedere Prospero Gallinari per senza fare il furbetto

sulla tragedia di Moro che marchia Gallinari: Se lui un assassino, allo stesso modo lo
sono anchio e la serenata per Paolo
Persichetti, estradato da Parigi anni fa e in
carcere a Viterbo. E pure il Pci responsabile dei morti di Reggio Emilia, gi gi fino a
Veltroni e DAlema che ne fanno parte oggi. Ma tutto questo, in fondo, era quello che
si aspettava e quello che non stupisce. Un
sessantenne che da decenni proclama la rivoluzione con annessi e connessi, feroci e
ingiusti, sangue e parole la rivoluzione riprova a fare. Pi inutilmente dellaltra volta, ma pazienza. La meraviglia il fronte
scalzoniano a sinistra, non tanto con lex Pci,
quello cera pure trentanni o quarantanni
fa, ma con i compagni che volevano dare
lassalto al cielo o quelli che oggi magari vorrebbero dare lassalto ai poliziotti. Con felice metafora, ha detto Scalzone: La ricreazione finita. Sar come la spina nella zampa di un cane. Cattivo maestro, senza dubbio, che per non se la tira. Diciamo: il migliore dei cattivi maestri. (sdm)

PRESENTAZIONE COL CRONOMETRO PER LA MOZIONE DI FASSINO

Per il Partito democratico un palco surreale e tempi contingentati


Roma. La presentazione della mozione
Fassino per il IV congresso dei Ds fissata
per le 17. Due ore dopo, a piazza Santi Apostoli, dovrebbe cominciare il vertice di maggioranza sulla politica estera. Alle cinque
meno un quarto il pubblico ha gi riempito la
sala del teatro Capranica. Il resto dirottato
verso il loggione. Prendendo posto in piccionaia, alcuni militanti della sinistra giovanile
se ne lamentano, ma una ragazza li zittisce subito. Indica il palco e sentenzia: Sempre meglio qua che l sopra. L sopra sarebbe sul
palco. Dodici sedie su cui vanno ad accomodarsi i molti partecipanti al dibattito. E alle
loro spalle, su un piano rialzato, venti ragazzi appollaiati l da almeno venti minuti. Silenziosi e impassibili. I giovani. Buona sera
esordisce Lucia Annunziata alle cinque e un
quarto vorrei sottolineare il carattere inusuale, informale di questa presentazione.
Una scelta non casuale. Sul palco ci sono
tutti, a partire da Piero Fassino, Massimo
DAlema e Walter Veltroni. I primi due, in
teoria, esattamente unora e quaranticinque
minuti dopo dovrebbero trovarsi a Santi Apostoli. Non abbiamo molto tempo prosegue
la conduttrice Ho promesso. Fassino ha la
parola. Piero poi gestir il resto. Il tempo
un problema serio. Per consentire ai parlamentari diessini di presenziare, al Senato
saltata la conferenza dei capigruppo che

avrebbe dovuto discutere il ddl sul blocco degli sfratti. Suscitando non poche proteste.
Piero Fassino prende la parole e spiega
che proceder per titoli, daltronde il testo
della mozione stato distribuito allingresso.
Nella parte dedicata al Pd, i titoli sono questi: Un partito per chi nel 2010 avr venti anni (capitolo 6); Un partito delle pari opportunit (capitolo 7); Un partito laico (capitolo 8); Un partito della democrazia (capitolo 9); Un partito del lavoro (capitolo 10);
Un partito del sapere, dellintraprendere,
dello sviluppo sostenibile (capitolo 11). Un
partito della cittadinanza e della solidariet. Ma quello che pi di ogni altra cosa
sta a cuore a Fassino, come dimostra il taglio aperto di questa presentazione-dibattito, con intellettuali come Adriano Sofri e Salvatore Veca, con il capogruppo dellUlivo (e
dirigente della Margherita) Dario Franceschini, contrastare il luogo comune secondo cui il Pd si esaurirebbe nella fusione
Ds-Margherita, rispondere allaccusa rivolta
ai partiti di mostrarsi chiusi alla societ, ai
giovani e al nuovo. Lintroduzione del segretario termina alle 18 in punto. Lucia Annunziata riprende la parola: Considerato che
per qualcuno qui le 19 sono come la mezzanotte per Cenerentola. I presenti, compresi lAnnunziata e Fassino, sono dodici. Per
chiudere entro le 19 dovrebbero parlare tre

minuti a testa. Daltra parte, alla notizia del


vertice di maggioranza, luned i Ds non avevano nascosto lirritazione: Vorr dire che
comincer un po pi tardi. E cos sar. Walter Veltroni dice quello che ripete da tempo:
La nostra democrazia pu andare in crisi

pausa ammesso che non lo sia gi pausa


per difetto di decisione. Dunque ben venga
il Partito democratico, ma vengano anche le
riforme istituzionali. Il momento rivelatore
della serata, per, arriva dopo. Quando parla Ottaviano Del Turco. Per spiegare come

lui, socialista dello Sdi, guarda al Partito democratico, utilizza la metafora di febbraio.
E lo fa cos: Trentanni fa, a febbraio, Luciano Lama fu cacciato dalluniversit di Roma. Parte un timido applauso, ma Del
Turco lo blocca sul nascere: Non fate applausi ambigui. E chiarisce: Sono sicuro
che il vostro applauso era per Luciano Lama. Applaudono tutti, compresi Adriano Sofri e Lucia Annunziata, che quellepisodio ha
ricordato da poco, nel suo libro sul 77. Un
po meno convinti, o forse solo spaesati, i giovani diessini sopra di loro, comandati a restarsene l in silenzio, in esposizione. A testimoniare quanto il processo di costruzione
del Pd susciti entusiasmo nelle nuove generazioni. Lo spettatore osserva cos quel palco surreale, con i protagonisti degli scontri di
allora che rievocano Del Turco gi arrivato ancora pi indietro, ora sta citando Pasolini e Valle Giulia sovrastati dai silenziosi
giovani militanti di oggi. E pensando a quei
silenziosi ragazzi l sopra, e ai contestatori del 77 l sotto, viene da chiedersi se sar
mai possibile una ragionevole e democratica
via di mezzo. Noi viviamo un tempo di passioni tristi, dice Massimo DAlema, citando
il titolo di un recente libro. E dice che questa una ragione in pi per andare avanti. Il
vertice di maggioranza, a Santi Apostoli, comincia alle otto meno un quarto.

TRASFORMATE IN PIZZERIE, MA SI SFRATTA SOLO CIO CHE E VUOTO

LEuropa caccia Dio dalle chiese, anche se in alcune non ci mai entrato
Europa sfratta Dio da casa sua. Questa
lestrema sintesi di un articolo di NewL
sweek, primario settimanale Usa, che racconta la triste sorte di tante chiese del vecchissimo continente. Tutto comincia a
Clitheroe, Inghilterra del nord, dove la cappella metodista in disuso diventer moschea. E prosegue nella diocesi di Essen,
Germania, dove cento chiese cento sono destinate alla chiusura. Larticolista si sofferma su un certo numero di edifici sacri trasformati in pizzerie e ristoranti perfino a Roma, riporta i sospiri di alcune anime belle
sparse fra Berlino e Praga, evidenzia qualche piccolo segnale in direzione contraria
(gli emigranti polacchi che affollano le chiese di Dublino) ma nemmeno il pi ottimista
degli umani potrebbe sorridere alla fine
della lettura. Siamo dalle parti di George
Weigel, il teologo cattolico che in La Cattedrale e il Cubo (Notre-Dame e lArche de la
Dfense) spiega, con dovizia di numeri e di

fatti, come allombra della prima lEuropa


campi e come sotto il secondo lEuropa crepi. Io siccome non voglio suicidarmi domattina (ho tante cose belle da fare) mi sono fatto venire in mente due contromisure semplici e veloci: 1) aprire le chiese ai movimenti;
2) riconsacrarle. Potrei anche dilungarmi
sulla questione protestante (la cappella che
diventer moschea appartiene a quella stanca eresia) ma a che scopo? Lasciare che i
morti seppelliscano i morti linsegnamento pi antidecadente del Maestro e di antidecadenza in questo tempo c molto bisogno. Lutero trad la chiesa fondata da Cristo
perch scandalizzato dalla vendita delle indulgenze, ma le indulgenze non si vendono
pi da secoli eppure le gerarchie luterane e
paraluterane non si sono ancora schiodate
da l, logico che i fedeli abbandonino al loro
destino vecchie mummie che hanno sostituito la fede in Dio con quella verso i propri
puntigli. Chiusa la parentesi vengo al punto

primo, le chiese ai movimenti. Gli elementi


pi vitali del cristianesimo italiano sono Comunione e liberazione, i Focolarini e i Neocatecumenali. Rispondono direttamente al
Papa e perci i vescovi ne sono gelosi e li
ostacolano in tutti i modi. Ad esempio negando le chiese per le funzioni: che diventino pizzerie, piuttosto. Tettamanzi ha spinto
Cielle lontano dagli occhi lontano dal cuore, in estrema periferia, questo mentre a Milano le chiese del centro si riempiono di ragnatele anzich di fedeli. Il vescovo di Parma, che non voglio nemmeno nominare perch temo che cecit e inettitudine siano
contagiose, tiene i ciellini extra moenia, e
chi se ne frega direte voi, il fatto che a Parma solo Cielle in grado di mettere in piedi un coro come liturgia comanda. Con questa politica suicida il Duomo diventato
una landa desolata per turisti e tutte le
chiese monumentali sono quasi sempre
chiuse e quasi sempre mute (salvo qualche

chitarra sferragliante e scordata la domenica). Eccomi quindi al punto due, riconsacrare le chiese. I primi a profanarle sono stati
i preti: candele elettriche, sedie da dibattito al festival dellUnit (quando la liturgia
esige panche con inginocchiatoi), luci troppo forti, altari moderni piazzati a cavolo,
cartelli ovunque. Ci sono basiliche medievali fuori e puro junkspace dentro. Per non
parlare dei casi in cui lo stile junkspace comincia dallesterno e penso ai bianchi aborti di Meier e seguaci, chiese senza campanili e senza croci dove impossibile sfrattare
Dio perch Dio non ci mai entrato. Questo
il punto: si sfratta solo ci che vuoto. Per
salvare le chiese e quindi le citt che si sono formate intorno a esse non bisogna appellarsi alle sovrintendenze (buone quelle)
o elemosinare lattenzione dei politici (peggio che andar di notte), bisogna accendere
ceri e organizzare cori.
Camillo Langone

FACCIA IL PREMIO NOBEL, IL GIUBILATO, IL MARITO

Ho un sogno, mi piacerebbe che Dario Fo si dimettesse da se stesso


H

o un sogno. Mi piacerebbe che Dario Fo


si dimettesse da se stesso,
davvero mi piacerebbe
molto. Vorrei che lo facesse per il suo stesso bene.
Dimostrando cos un briciolo
damor proprio, e anche dalCONFORMISMI

truismo. Non facile da spiegare, ma luomo, luomo pubblico parole forti, lo so


non si regge pi neppure un po. Mi piacerebbe insomma, e lo dico con partecipazione, addirittura da bibliofilo custode di ben
due volumi in edizione militante del suo
teatro politico, Compagni senza censura,
primo e secondo tomo (Gabriele Mazzotta
editore), acquistati quando frequentavo la
sede di Servire il popolo, nel 1971; davvero
sarei un uomo risolto se quello decidesse
finalmente di censurarsi in prima persona
almeno un po, non tantissimo, soltanto un
briciolo, senza bisogno di suppliche esterne, petizioni pubbliche o marce di protesta.
Mi piacerebbe insomma che il grande uomo, il professionista facesse nella vita soltanto il Premio Nobel, il giubilato, o anche,
perch non c nulla di male, il marito, il
principe consorte, il Presidentesso, un
mestiere, intendiamoci, che luomo svolge
gi egregiamente, dove comunque alla perfezione non c limite.
Una stretta di mano qua e l, le dediche
suoi frontespizi, gli spettacoli, le pitture, la
comparsata da Cochi e Renato finalmente
riuniti, la chiacchierata possibilmente sobria con laltrettanto Fabio Fazio, quanto
al resto mi piacerebbe che tacesse il pi
possibile. Per il suo stesso bene, e perfino
per il mio bene, come dono a un ex ragazzo che di lui ricorda sia lalto sia il basso
voltaggio politico: e cio, tanto la rubrica
di bon ton che la coppia Fo & Rame ten-

ne sul Venerd negli anni Ottanta, quanto


certe simulazioni scenico-politiche del
periodo pi turgido della contestazione
(ovvero lirruzione in teatro del falso poliziotto, anche lui un attore del collettivo
Nuova scena, che minaccia di portare il
capocomico in questura, e allora ecco Fo
che, fieramente, con profilo da commissario del popolo sul treno piombato della rivoluzione, dice al pubblico fremente:
Compagni, non accettiamo provocazioni,

cantiamo tutti insieme lInternazionale


sollevando il pugno chiuso!). Davvero un
arduo spareggio fra il lato A e il lato B della sua avventura pubblica.
Sia chiaro, non parlo da prevenuto,
tuttaltro, luomo lo rammento perfino con
il suo Mistero buffo al teatro Dante della mia citt, maglione nero grondante generosit, mentre esprime apprezzamento
e solidariet alla mia scuola occupata, da
impegnato disponibile. Non finita: quan-

do infatti gli dettero il Nobel, sullUnit


uscirono due doverosi commenti: uno pro
e uno contro. Quello pro, lo scrissi io, e a
fronte alta. Senza timore alcuno, anzi, con
viva soddisfazione, pensando a quelli, i titolati, che gridavano allusurpatore. Ma a
tutto c comunque un limite. In quella
stessa occasione, mentre il Male titolava
con crudelt tautologica, Dario Fo vince
il Nobel, Franca Rame invece no, per
quel mio pezzo spudoratamente agiografico conquistai perfino una cazziata telefonica di Laura Betti che urlava cos: Come
hai potuto? Pier Paolo lo disprezzava! Tu
lo sai cosa scrive di lui? No, che non lo sapevo, e lei, la vedova Betti pazza furente,
sempre in linea, si precipit a leggermi il
pensiero, uscito postumo, di suo marito sul
nostro grande attore: Quanto allex repubblichino Dario Fo, non si pu immaginare niente di pi brutto dei suoi testi
scritti. Per un lungo periodo, sempre colpa di quel mio encomio, la Betti smise perfino di invitarmi a cena, negandomi cos le
sue polpette al sugo, cibo nel quale era
maestra assoluta.
Ciononostante, affidandomi al Galileo
di Brecht, non abiurai. Pensavo: Dario dora in poi si dar una regolata, far soltanto
il giubilato, sar soltanto un marito, un
principe consorte, un Presidentesso premuroso, tutto casa e Franca, s, che lo far.
Non lo ha fatto. N pensa proprio di farlo
adesso che gi trascorso un bel po di
tempo. Anzi, implacabile, si appresta a scagliarci addosso un libro-intervista scritto
per Guanda con Giuseppina Manin, luomo
insomma non conosce davvero censura,
luomo anzi sta tornando a noi pi Fo che
mai, oltre il lato A e il lato B della sua storia, e il succo del discorso sempre pi
esemplare e ad ampio spettro: Dario Fo
vittima dei comunisti remix.
Fulvio Abbate

Calcio in archivio
Per capire che quella di Raciti era
una morte annunciata il cronista
yankee invita a guardare YouTube
sattamente come accade con il cibo,
ognuno ha gusti e abitudini propri in
E
quanto a consumo di informazioni. Quelli
che hanno scoperto le nuove prelibatezze (e
WILL TELL

porcate) di Internet sembrano essere suddivisi in due tipologie di consumatori: quelli


che seguono una curiosit del momento, e
navigano da unofferta allaltra, e altri che
viaggiano in modo molto pi mirato. E lo
stesso accade con il cyber supermercato di
pi recente concezione: YouTube. Io tendo a
rientrare nella seconda categoria, quella del
navigatore mirato. E lo stesso faccio con YouTube, evitando quasi sempre i link che sono
pubblicizzati nella home page: il video delluomo che tiene 75 palline da ping-pong in
bocca o il filmato dellultima inondazione in
Cina. Questo non per dire che non perdo
tempo anchio come il navigatore istintivo,
anzi. Magari non con lultima inondazione in
Cina, ma tentando per mezzora di trovare le
immagini dellinondazione che c stata in
California dieci anni fa e che mi sono beccato anchio, questo s. Non mi interessano le
palline da ping-pong, ma la mia ricerchina
quotidiana di clip mai viste di Borat non me
la perdo. In genere definisco blogger e navigatori in stile libero come appartenenti alla
categoria dellamatoriale, mentre considero
il mio girovagare per la rete una parte della
mia esperienza professionale. Mah
Le mie cosiddette ricerche mirate sono
solo tentativi di illudermi che sono io a controllare linformazione, mentre naturalmente linformazione che controlla me.
Eppure, questo pezzo di vecchia carta
stampata non sarebbe stato prodotto senza
YouTube. E cominciato tutto con diversi
amici romani che mi hanno chiesto di scrivere qualcosa per gli americani sulla morte
di Filippo Raciti. Distinto ero partito negativo. Certo, cera la tragedia umana di questo
dipendente pubblico padre di due figli, morto per quanto di pi lontano ci sia da un motivo. Ma avevo gi avuto la mia esperienza
con questo argomento. Dal 1999 al 2001 ho
commentato notizie sportive per la Associated Press, con lingrato compito di parlare di
tutte le partite nello stesso articolo. Era
qualcosa che si faceva molto meglio non nello stadio, ma in ufficio, con Minuto per minuto alla radio e con un rapido zapping col
telecomando del televisore. Ma dopo aver
buttato gi un lungo pezzo riassuntivo di
tutte le partite della Serie A, il mio lavoro
non era ancora finito: dovevo visionare tutte le registrazioni italiane alla ricerca di notizie di incidenti tra tifosi avvenuti dentro o
fuori lo stadio e, praticamente senza alcuna
eccezione, bisognava anche fare il giro della violenza, ovvero rivedere il tutto alla ricerca di episodi di violenza. Da quando vivo al ritmo dello sport, la situazione solo
peggiorata, ossia chiunque abbia seguito il
calcio con assiduit (da tifoso, giocatore, dirigente, funzionario pubblico o cronista) sa
che quella di Raciti era una morte annunciata. Per avere delle istantanee di questa
tragedia potrei andare su YouTube alla ricerca di un video. Per ora ci sono solo quelle riprese dallelicottero che passano in tv,
ma potremmo metterci alla ricerca di altre
immagini e trovare tranquillamente altre riprese fatte dai tifosi stessi o dalla polizia sul
campo. Perlopi questi scontri sono tutti
uguali: assomigliano tutti alla violenza per
le strade che si vista a Genova e ad altri
scontri tra no global o anarchici e la polizia.
In un certo senso, sapere che esistono rivoltosi sia politici che apolitici ci ricorda che
non c altro che una sete nichilista di violenza in entrambi. In ogni caso, YouTube
pieno di questa roba classica da schifo,
che arriva sicuramente anche da chi vuole
glorificare la violenza in nome di qualche
causa politica o squadra di calcio. Ma dovrebbe servire anche a ricordare a tutti gli
altri che queste violenze in una societ democratica devono essere sistematicamente
e rapidamente sradicate.
Lincredibile derby romano del 2004
Un pezzo di video che cercavo ma non sono riuscito a trovare riprendeva un momento di apparente calma, che tuttavia simboleggiava la pacificazione alla Chamberlain
che regna in tutto il mondo del calcio nei
confronti di queste bande organizzate di
tifosi responsabili di alimentare la violenza.
Fu durante il derby Roma-Lazio del 2004,
quando gli ultras scesero in campo e negoziarono con i capitani e con larbitro linterruzione della partita perch era corsa falsa
voce che un tifoso fosse rimasto ucciso in alcuni scontri con la polizia. Mandare migliaia
di poliziotti negli stadi e farli viaggiare insieme a questi malviventi durante le trasferte
una pazzia. E il fatto che la si perpetri da
anni una cosa indecente. Che Raciti non ci
sia pi una tragedia. Gli hooligans sono i
terroristi dello sport e, in quanto tali, non si
dovrebbe negoziare niente con loro. E i tifosi non violenti, i giocatori e il management
devono capire che questa passione nazionale non un motivo valido per perdere vite o
bruciare risorse pubbliche. Altrimenti, detta in termini pi crudi: nei prossimi mesi il
pubblico potr vedere solo un sacco di belle vecchie partite su YouTube.
Jeff Israely
(traduzione Studio Brindani)

PICCOLA POSTA
di Adriano Sofri

Io smetterei di chiedere a
scrittrici e scrittori: Perch
scrivi? Ormai non c da
aspettarsene niente di buono. Gi scrivono, e volete che vi
dicano anche perch? Mi aspetterei di
pi dalla domanda fatta a tutti gli altri:
Perch non scrivi? (Magari anche tirandogli addosso un martello). Se se ne trovasse uno capace di rispondere davvero,
ecco scoperto un promettente autore.

ANNO XII NUMERO 32 - PAG 3

EDITORIALI
La continuit discontinua
Equilibri lessicali di Prodi sulla politica estera. Parole chiare da Washington

l presidente del Consiglio Romano


Prodi ha voluto riunire il vertice dellUnione sulla politica estera prima di
partire per lIndia, ma questa scelta
non sembra essere stata particolarmente apprezzata dai suoi alleati. Il
ministro degli Esteri Massimo DAlema
ha spiegato di essere stato convocato,
ed arrivato con unora di ritardo. Il
Guardasigilli Clemente Mastella non
lha aspettato, dice, a causa di uninfluenza, e se ne andato a casa facendo sibillinamente gli auguri per le votazioni al Senato. Il vicepremier Francesco Rutelli, che invece dallinfluenza
appena guarito, se ne andato prima
per un impegno televisivo, ma ha assicurato la stesura di una dichiarazione
comune alla fine del vertice, ancora in
corso mentre scriviamo. La sinistra antagonista, che non voleva essere messa
sul banco degli imputati per la sua dissidenza sulla base americana di Vicenza aveva chiesto che il vertice discutesse di tutto, ma non ha ottenuto ci
che voleva. In questo andirivieni di ministri la dichiarazione di Romano Prodi, siamo una squadra che vince se ci
passiamo la palla apparsa un po

surreale. Quando poi si vantato, riferendosi alla politica estera, di aver


cambiato passo a testa alta sembrato pi un istruttore di ginnastica che
un premier. Il fatto che una svogliata
riunione di esponenti della maggioranza pu servire a Prodi per sostenere che c accordo sulla continuit discontinua della nostra politica estera,
ma non risolve nessun problema, n
quello dellirritazione americana (ribadita dal portavoce del Dipartimento
di stato che ha dichiarato che la lettera firmata dallambasciatore Spogli
pienamente in linea con ci che
hanno affermato sullAfghanistan il
presidente George W. Bush, il segretario di stato Condoleezza Rice e il capo
del Pentagono Robert Gates), n quello della dissidenza a sinistra. Tra dieci giorni si terr la manifestazione indetta da tre partiti della maggioranza
per protestare contro la decisione di
Prodi su Vicenza. Un mese dopo si voter in Parlamento sul rifinanziamento della missione in Afghanistan. E l
che si vedr quanto contano le frasi
contorte dei comunicati su una politica estera che non c.

Bush insiste, meno tasse pi crescita


I democratici vogliono eliminare le riduzioni fiscali. Ecco perch sbagliano

l bilancio che George Bush ha presentato al Congresso destinato a


suscitare molte discussioni sul lato
della spesa, in quanto prevede unespansione rilevante delle spese militari e un relativo contenimento delle
spese sociali, civili e dinteresse economico. Ci, oltre a questioni di principio, comporta anche il conflitto con
gli interessi particolari di molti membri del Parlamento e delle relative
lobby, in particolare quelle agricole e
sanitarie. Ma la questione che fa maggiormente discutere quella del programma sul lato delle entrate. Infatti
Bush prevede una crescita del 30 per
cento delle entrate fiscali entro il 2012,
anno in cui il bilancio federale dovrebbe presentare, anzich un defict
contenuto, un modesto avanzo. Vi chi
contesta questa stima, che comporta
unentrata di 3,3 migliaia di miliardi
(trilioni) di dollari sostenendo che essa sopravvalutata di 150 miliardi,
cio quasi del 5 per cento. Il punto
centrale sta nel fatto che Bush chiede
di far diventare permanenti le riduzioni delle imposte sul reddito, che riguardano specialmente i redditi medi

e alti e i guadagni di capitale. Sgravi


che scadono nel 2010. E sulla base di
tali riduzioni fiscali che Bush prevede
quella crescita del prodotto nazionale,
che lopposizione democratica reputa
troppo rosea. I democratici vorrebbero farli decadere, in particolare per gli
alti redditi e per i guadagni di capitale. Aumentando le imposte, i democratici, o almeno una parte di essi, pensano di poter rendere maggiormente
plausibile la stima della crescita delle
entrate da ora al 2012 effettuata da Bush. E, in tal modo, pensano di poter
fruire di uno spazio per accrescere le
spese sociali e civili e di contentare
qualche loro lobby, con un contenimento di quelle militari. Ma si tratta di
una tesi azzardata. Infatti la previsione di crescita economica sostenuta,
fatta dalla Casa Bianca, dipende in
larga misura dalla prospettiva di imposte contenute. Aumentando le imposte sui redditi e i guadagni di capitale
si ridurrebbe lo sviluppo economico. E
le entrate invece che accrescersi si ridurrebbero. Sono i ribassi fiscali che
in questi anni hanno fatto crescere in
modo grandioso lAmerica.

Pallone e castigo
Velleit moralistiche e realt. Quanto pu durare la serrata degli stadi?

meno dun capolavoro di concordia, qualunque decisione esca


fuori oggi dal Consiglio dei ministri
non baster a pacificare le parti in
causa che litigano sul pallone insanguinato dal poliziotto morto a Catania. Dagli incontri parasindacali che
si sono rincorsi ieri prima i vertici
della Lega, poi della Figc, quindi tutti al Viminale da Amato e dalla Melandri promanava un senso di fatica
perfino nel ricercare un lessico comune. Le societ sportive continuano
a reclamare porte aperte negli stadi
per i tifosi buoni, che per fortuna esistono ancora e sono la maggioranza
sulla quale si regge il sistema pallonaro. Ma non si pu dire che coincidano sempre con gli abbonati ai quali i presidenti dei club vorrebbero garantire lingresso. Il governo come
anticipava ieri il ministro Amato inviter la politica a resistere alle
pressioni del calcio, ed una dichiarazione di principio che non impedir di oscillare tra una severit
integrale, al momento dovuta, e la
tentazione di recuperare un principio di realt finora abbastanza disatteso. Sta bene, semmai, ricominciare

con le partite ma facendole disputare dentro stadi pi o meno militarizzati, forse gi domenica prossima, e
senza dover temere le brigate di ultras in trasferta. Ma quanto potr durare? E poi la serrata degli impianti
giudicati fino a ieri passabili, imposta da un giorno allaltro, non ha un
retrogusto genericamente punitivo?
Lopinione pi attendibile al riguardo non sar probabilmente quella
del cinico e quasi dimissionato Matarrese, il vecchio-nuovo presidente
di una Lega che non riesce a riformarsi perch affollata di dirigenti
la cui forza non commisurata al clamore dei rispettivi urlacci.
Ma anche i ministri prodiani, assistiti
da quel commissario straordinario
sempre stupefatto che Pancalli, corrono ancora il rischio di consegnarsi
allinadeguatezza gi esibita nel lasciare inapplicata la sostanza della
legge Pisanu (calibrata pi sulla prevenzione che non sulle porte daccesso alle curve). Sappiamo tutti che c
unemergenza, ma intestardirsi in una
velleit moralistica e ultracensoria,
sopra tutto se poi non si in grado di
onorarla, peggio del far nulla.

IL FOGLIO QUOTIDIANO

MERCOLED 7 FEBBRAIO 2007

A Washington una mozione contraria al taglio di fondi alle truppe imbarazza i democratici, costretti a unonorevole sconfitta

Il Senato non ha i numeri per dire di no al piano di Bush in Iraq


Milano. Non ci sar nessuna risoluzione del Senato di Washington contro il nuovo piano di Bush per lIraq, almeno per
ora. La risicata maggioranza del Partito democratico, ottenuta alla elezioni di met mandato lo scorso novembre, ha perso sonoramente la prima importante battaglia congressuale
con il partito di Bush proprio sulla questione pi importante e pi cara agli elettori di sinistra: lIraq. Non c stato lannunciato rompete le righe dei senatori repubblicani, nemmeno da parte di quei senatori apertamente contrari allinvio delle 21.500 truppe in Iraq. Soltanto due conservatori
hanno votato con i democratici, a fronte di un democratico
che ha votato con i repubblicani. Le complicate regole di Capitol Hill hanno portato i leader dei due partiti a uno scontro procedurale che, nelle parole di John Dickerson di Slate, somigliano a uno scioglilingua: Prima che i senatori potessero dibattere sul piano di Bush hanno dovuto dibattere
del dibattito in s. Per andare avanti con questo dibattito i
senatori hanno dibattuto lordine di dibattimento del dibattito. Dopo tutto questo dibattito, il Senato ha deciso di non
dibattere nulla. Senza dimenticare che, se anche si fossero
messi daccordo, le risoluzioni in votazione non sarebbero
state comunque vincolanti per il presidente.
E successo che il democratico Harry Reid voleva che si
discutesse, quindi che si votasse, soltanto la mozione bipar-

tisan Warner-Nelson (luno repubblicano, laltro democratico) contraria allinvio delle truppe, ma si opposto alla richiesta del leader repubblicano, Mitch McConnell, di consentire un voto anche sullaltra mozione bipartisan McCainLieberman (luno repubblicano, laltro democratico eletto
da indipendente) favorevole alla nuova strategia bushiana
ma legata a precisi impegni che il governo iracheno avrebbe dovuto rispettare. McConnell voleva, inoltre, che le mozioni fossero approvate a maggioranza qualificata, 60 voti,
e che si discutesse anche una terza mozione, quella del repubblicano Judd Gregg, secondo cui il Congresso non pu
tagliare i fondi ai soldati gi presenti sul campo di battaglia. Per superare lopposizione procedurale dei repubblicani, esattamente come nella scorsa legislatura accadeva a
parti rovesciate, i democratici avrebbero dovuto raccogliere 60 voti, ma ne hanno ottenuti soltanto 49, perdendo il loro senatore Lieberman e convincendo soltando due repubblicani, Olympia Snowe e Norm Coleman, due conservatori che nel 2008 saranno impegnati in una difficile campagna di rielezione in stati liberal o spaccati a met. Lo stesso primo firmatario della mozione cara ai democratici,
John Warner, ha votato contro la scelta democratica di forzare il voto soltanto sulla sua risoluzione, escludendo le altre. La stessa cosa ha fatto laltro grande oppositore di Bu-

sh dentro il Partito repubblicano, Chuck Hagel. Alla fine


anche il leader democratico Reid ha votato contro la sua
stessa mozione anti-ostruzionismo, ma in questo caso adoperando uno stratagemma che gli consentir di riaprire la
questione quanto prima. La partita, infatti, non ancora
chiusa, anche se la non decisione del Senato di luned sera potrebbe convincere la Speaker della Camera, Nancy
Pelosi, a non far votare sullIraq nemmeno lHouse of Representatives. Nelle prossime settimane il tema Iraq sar
comunque allordine del giorno, visto che il Congresso dovr approvare la richiesta della Casa Bianca di finanziamento della nuova strategia irachena.
Difficile, in questo caso, che i democratici si possano
prendere una rivincita e bloccare i fondi ai soldati del generale David Petraeus, nel frattempo gi insediatisi in Iraq.
Del resto la scelta dei democratici di forzare il voto sulla
propria risoluzione e di escludere le altre due nasceva dal
timore che la terza mozione, quella di Judd Gregg contro il
taglio dei soldi per i soldati in battaglia, potesse essere lunica capace di ottenere i 60 voti necessari per essere approvata. Se i democratici avessero accettato di votare anche la
risoluzione Gregg avrebbero regalato una grande vittoria a
Bush. Rifiutando di votarla, hanno comunque evitato al
presidente una sconfitta.

Re Abdullah modera i colloqui di unit nazionale nei Territori e prepara un summit a marzo. Allerta ai confini di Israele

Riad fa parlare Hamas e Fatah e lavora a un Quartetto arabo


Gerusalemme. Le delegazioni di Hamas e
Fatah sono da ieri in Arabia Saudita, nella
citt santa della Mecca, per una due giorni
di negoziati sulla costituzione di un governo
di unit nazionale, dopo mesi di scontri armati tra palestinesi. Lincontro coordinato
dal re saudita Abdullah, che ha ricordato alle parti i loro obblighi davanti a Dio e a tutto il mondo islamico. Con il presidente Abu
Mazen ci sono alti funzionari del suo partito
Fatah e il suo uomo forte a Gaza, Mohammed Dahlan, detestato da Hamas. Con il premier Ismail Haniye c il ministro degli Esteri, Mahmoud Zahar, e il leader di Hamas in
esilio a Damasco, Khaled Meshaal, nei panni del mediatore. Le due delegazioni sono
ottimiste su un accordo finale, che per Abu
Mazen lunica soluzione per evitare la
guerra civile. I giornali hanno gi iniziato il
totoministri. Haniye resterebbe premier, a
Salam Fayyad, vicino al rais, andrebbe il mi-

nistero dellEconomia. A Ziad Abu Amar, indipendente, ex membro di Fatah ma vicino


a Hamas, gli Esteri. Incerta ancora la poltrona dellInterno. Nella conta finale Hamas
avrebbe nove seggi, sei Fatah, tre gli indipendenti e quattro a fazioni terze.
Lennesima tregua siglata nella Striscia di
Gaza sembra tenere, dopo che negli scontri
sono morte decine di palestinesi. Come spesso accaduto, la calma apparente coincide
con il riaccendersi di operazioni volte a colpire Israele. Domenica il premier israeliano, Ehud Olmert, ha dato lapprovazione alla costruzione di un sistema anti Qassam per
la citt di Sderot, anche se il ministro della
Difesa, Amir Peretz, ha ammesso il ritardo:
sar pronto fra pi di due anni. E intanto
due razzi ieri hanno colpito il Negev. Le polemiche sulla leadership non si sono fermate, anche perch ieri il premier ha nominato a ministro della Giustizia Daniel Fried-

man, molto criticato in Israele. Ma la preoccupazione di un attacco imminente elevata. Ieri due sospetti terroristi palestinesi sono stati arrestati a Nablus, in Cisgiordania.
Secondo Tsahal stavano pianificando attentati contro Israele. Pochi giorni fa, Eilat, sul
mar Rosso, stata colpita da un attacco suicida del Jihad islamico: lobiettivo, ha fatto
sapere il gruppo, ricompattare i palestinesi contro Gerusalemme. Lintelligence teme
che lazione possa avere un seguito Secondo
il capo dello Shin Bet, Yuval Diskin, 279 possibili attentatori sono stati fermati nel 2006.
In una conferenza stampa luned ha detto
che Hamas sta approfittando della confusa
situazione interna per costruire nuovi tunnel tra Gaza e lEgitto almeno cinque per
il contrabbando darmi e il passaggio di terroristi. Nel 2006, 28 tonnellate desplosivo sarebbero entrate nel Territorio, assieme a 14
mila fucili, munizioni e missili anti carro.

LEgitto, ha ribadito Diskin, fa troppo poco


per stabilizzare la Striscia di Gaza.
Alla Mecca, Hamas e Fatah, cercheranno
di arrivare a un compromesso su un governo
che nessuna delle due fazioni sembra da
mesi volere. Israele pronto ad accettarlo
soltanto con la garanzia di un riconoscimento della sua esistenza da parte di Hamas. Dopo lincontro, funzionari di Fatah voleranno
a Washington, per colloqui con il segretario
di stato, Condoleezza Rice, che arriver in
medio oriente il 19 febbraio. Attorno a questa data lei, Olmert e Abu Mazen dovrebbero sedersi a un tavolo. Il giornale Maariv
parla di un mega summit cui parteciperebbero anche paesi arabi sunniti moderati,
una specie di Quartetto arabo. Un incontro preparatorio in attesa del vertice di marzo della Lega araba, dove ci si aspetta che
Riad ripresenti, nuovamente ma con pi forza, liniziativa del 2002.

In Egitto cresce linfluenza del gruppo islamista e Mubarak non riesce a contrastarla. Gli effetti sulla crisi palestinese

Soldi ed esibizioni di forza. Loffensiva dei Fratelli musulmani


Il Cairo. Il presidente egiziano Hosni Mubarak sta cercando di rinforzare il suo ruolo sulla scena internazionale
compattando il fronte sunnita in chiave anti iraniana. on ha
pi lappeal di un tempo. Ma il ruolo di gran mediatore nella crisi palestinese si sta riducendo, per due motivi: la crisi a Gaza e loffensiva continua dei Fratelli musulmani affiliati a Hamas. Il capo dellintelligence israeliana ha detto che lEgitto non sta facendo abbastanza per controllare
la frontiera con la Striscia di Gaza, da cui passano soldi e
armamenti. Ancora domenica Mubarak rilanciava lipotesi
di unit nazionale tra le fazioni palestinesi e la possibilit
di un rilascio immediato del caporale israeliano Shalit, rapito nel giugno dello scorso anno, ma alle parole non sono
seguiti i fatti. Hamas non accoglie le richieste del rais egiziano anche perch il governo del Cairo ha iniziato una
campagna di arresti contro i Fratelli musulmani. Secondo
il Memri, nel dicembre scorso cinquanta studenti legati al
gruppo islamista hanno marciato incappucciati e vestiti di
nero davanti allUniversit al Azhar. Durante la manifestazione, i militanti hanno dato prova della loro conoscenza
delle arti marziali esibendosi in minacciose mosse di karate e il ministro per gli Affari parlamentari, Mufid
Shihab, ha dichiarato che il governo attaccher con il pugno di ferro chiunque voglia stabilire un califfato islamico

nel paese. Lesibizione da parte degli studenti ha fatto per


preoccupare gli alti ufficiali del governo egiziano: nei salotti del Cairo da mesi si parla dellesistenza di una milizia armata dei Fratelli musulmani. Lo scorso agosto la Guida suprema del movimento, Muhammad Mahdi Akef, aveva dichiarato di aver la capacit di inviare in Libano migliaia di
combattenti per battere Israele. Il quotidiano saudita
Asharq al Awsat ha riportato lo scorso giugno le preoccupazioni del primo ministro, Ahmad Nazif, che diceva di essere venuto a conoscenza della presenza di unorganizzazione militare segreta dei Fratelli musulmani.
Il governo egiziano cerca nuove strategie di attacco. I
giornali del paese hanno infatti iniziato a scrivere editoriali contro il movimento per influenzare lopinione pubblica. Il direttore di al Gomhouria, Muhammad Ali
Ibrahim, ha condannato la natura fascista dei Fratelli musulmani: Le magliette nere indossate dai ragazzi durante
la manifestazione e la dimostrazione di forza sono legate
storicamente al fascismo, al nazismo e allestremismo ha
detto Ibrahim Sembra che la Fratellanza si sia ispirata
al passato per esprimersi al suo meglio. L11 gennaio, Mubarak ha mostrato forti preoccupazioni per lattuale crisi:
il rais ha dichiarato che il gruppo rappresenta una minaccia per la sicurezza dellEgitto e che il paese sar presto

isolato dal mondo se il movimento diventer pi influente nel paese. Se questo trend continuer ha detto molti scapperanno via con i soldi, gli investimenti stranieri saranno fermati e la disoccupazione aumenter. La Guida
suprema del gruppo ha immediatamente risposto di non
essere un pericolo per lEgitto: Se gli investitori scappano ha replicato colpa della dittatura e della corruzione. La societ civile egiziana ha applaudito le parole di
Akef: buona parte dellopposizione laica e liberale a Mubarak si schierata con i Fratelli musulmani. Persino
Saad Eddin Ibrahim, attivista per i diritti umani, stanco
della dittatura ventennale del rais, non nasconde di preferire il gruppo islamista a Mubarak. Nelle ultime settimane, Mubarak ha arrestato imprenditori e bloccato i conti
correnti di numerosi uomini daffari vicini ai Fratelli musulmani, nel tentativo di fermare i finanziamenti al gruppo. Il generale egiziano Fouad Allam ha per dichiarato
ad Asharq al Awsat che queste misure sono inutili: E stata superata la fase in cui possibile prosciugare le risorse economiche della Fratellanza. Il movimento ha entrate
multimiliardarie in Europa e nei paesi africani. Forte di
questa ascesa, Hamas non pi disposto a sottostare ai voleri di Mubarak, che non riesce pi ad avere influenza nella crisi palestinese.

Il mercato azionario cinese salito del 130 per cento in un anno. Il governo lavora a un atterraggio morbido delleconomia

La Borsa di Shanghai recupera due punti, ma teme la bolla


Londra. Dopo cinque sedute di forte flessione, con un calo complessivo di oltre undici punti percentuali, ieri arrivato il recupero: +2,3 per cento in chiusura. La Borsa
di Shanghai tira il fiato ma resta la preoccupazione di fondo per le ragioni di questa
brusca frenata. Gli investitori guardano con
nervosismo a tutti i segnali provenienti da
Pechino per valutare se il mercato azionario cinese sia in preda ad una bolla speculativa destinata prima o poi a scoppiare con
conseguenze, oggi, inevitabili per tutti i
mercati finanziari mondiali. Atteggiamento
reso ancora pi giustificato dai livelli raggiunti dallindice di Shanghai che dopo un
130 per cento di rialzo nel 2006 sta dando le
vertigini a molti. Daltra parte la risalita di
Shanghai stata accompagnata lanno scorso da un rialzo del 34 per cento della sorella maggiore, la Borsa di Honk Kong. I conti
delle aziende cinesi sbarcate in Borsa min vecchio luogo comune, duro a morire, vuole che gli italiani non brillino
U
per virt militari. Ma anche nelle pagine
pi cupe, tra le scelleratezze degli alti comandi e limpreparazione delle masse, rifulgono individualit eccezionali, veri
eroi presto per accantonati e dimenticati, in quanto parlare di guerra in Italia
non sta bene. Cos tutti conoscono i Gonzaga, gli antichi signori di Mantova, con la
loro lunga progenie di diplomatici, letterati, santi, ecclesiastici e guerrieri, ma pochi sanno che al ramo di Vescovato della
famiglia sono appartenute anche due leggende militari del nostro Novecento.
Il padre, generale principe Maurizio
Gonzaga (1861-1938), marchese del Vodice,
comandante della invitta 53 Divisione di
fanteria della Grande guerra, ben presto
ribattezzata dagli inviati al fronte la Ferrea, solita andare allattacco sotto le note della Marcia reale, dellInno a Garibaldi e dellInno di Mameli. E il figlio, generale Ferrante Gonzaga (1889-1943), capo di
Stato maggiore della Divisione Acqui

gliorano. Tuttavia sono in molti a pensare


che il rialzo degli ultimi mesi sia stato eccessivo di fronte alle reali capacit di crescita del sistema. Lo pensa anche Cheng
Siwei, vicepresidente del Congresso del popolo ed economista molto ascoltato nel giro
finanziario della capitale. Alcuni giorni fa
ha affermato che il prezzo delle azioni sopravvalutato, aggiungendo che gli investitori dovrebbero essere preoccupati. Quando
il mercato sale ha detto gli investitori
agiscono in maniera irrazionale. Tutti credono di poter guadagnare ma molti finiranno per perdere. E gli analisti spiegano:
meglio una correzione piuttosto che un crollo improvviso, anche perch governo e Banca centrale potrebbero presto iniziare ad
adottare politiche restrittive per limitare
lafflusso di capitali verso la Borsa.
Daltra parte il problema del rallentamento della Borsa rispecchia la sfida pi

LIBRI
Luciano Garibaldi
MAURIZIO & FERRANTE GONZAGA
Ares, 168 pp., euro 15
(quella poi immolatasi a Cefalonia) e comandante della 222 Divisione costiera di
stanza a Salerno durante la Seconda guerra mondiale. Capaci di collezionare dodici medaglie al valore: due doro e tre dargento il primo; una doro, due dargento,
due di bronzo e due croci al merito di
guerra il secondo.
Alle loro gesta lo storico Luciano Garibaldi dedica ora un affettuoso libro, mettendo in risalto lumanit dei protagonisti.
Se generali come Cadorna e Capello non
guardano alle perdite, Maurizio Gonza-

ampia che la dirigenza cinese sta affrontando, riportare la crescita economica del paese verso ritmi pi sostenibili. Ancora nel
quarto trimestre 2006 il pil salito di oltre
il dieci per cento: il governo vuole evitare
uno stop brusco, quando inevitabilmente la
domanda di beni cinesi si raffredder. Le
misure finora adottate, dallaumento dei
tassi di interesse ai maggiori oneri di riserva per le banche che prestano denaro, hanno avuto effetti limitati, ma la necessit di
limitare il flusso di investimenti verso il
paese resta una priorit.
E bene poi ricordare che la Cina si sta
impegnando anche sul fronte ecologico, per
porre rimedio ad una situazione disastrosa.
Lenfasi andata ancora una volta sugli investimenti: il vicegovernatore della Banca
centrale, Wu Xiaoling, ha annunciato nuove norme ambientali, ma anche un maggiore controllo sulla crescita degli stabilimenga, ferito cinque volte, con un guanto nero di cuoio al posto della mano destra e
limmancabile sigaretta tra le labbra, guida in prima fila i suoi uomini che lo seguono ovunque, dalla Libia alle Alpi, tanto che persino la rotta di Caporetto gli rimane estranea. Se mentre lItalia collassa
i pi non sanno che fare, Ferrante Gonzaga ha chiari i suoi doveri: Vivo e combatto, scrive il 3 settembre 1943 alla sorella
Maria, per i miei bambini cui, con la memoria di nostro padre, vorrei lasciare anche qualche cosa fatta da me Rester al
mio posto fino allultimo.
Una fine che arriva cos presto unora
dopo il drammatico annuncio della resa
diramato per radio, alle 19,45 dell8 settembre, dal maresciallo Badoglio da
renderlo la prima vittima della guerra di
Liberazione. Ucciso da un soldato tedesco
della scorta del maggiore barone Udo
Von Alvensleben, per essersi rifiutato di
consegnare le armi. Perch, come grida
con la Beretta in pugno, un Gonzaga non
si arrende mai.

ti industriali. Lobiettivo quello di limitare il consumo di energia da parte del sistema produttivo, anche per evitare di importare inflazione insieme alle fonti energetiche (come il petrolio). Infine va tenuto conto di un ultimo fattore, quello valutario.
Molti vedono proprio nel 2007 lanno in cui
si arriver ad una maggiore liberalizzazione delle contrattazioni sulla valuta cinese,
lo yuan, ancora sostanzialmente ancorata
al dollaro. La liberalizzazione favorir lapprezzamento dello yuan, come chiesto da
molti governi occidentali, rendendo relativamente meno competitive le merci cinesi.
Le ultime dichiarazioni del segretario al
Tesoro americano, Henry Paulson, hanno
segnalato una linea pi morbida dopo gli
appelli perentori dei mesi scorsi. Una strategia che, dicono gli esperti di psicologia cinese, potrebbe pagare e portare alla libera
fluttuazione della divisa in tempi brevi.

OGGI Nord: nuvolosit irregolare con


locali piogge su Liguria, bassa Lombardia ed Alessandrino. Centro: nuvolosit
irregolare su tutti i settori compatta sul
versante tirrenico. Sud: da nuvoloso a
molto nuvoloso sul Tirreno, con piogge
e rovesci sparsi su Campania, Sicilia e
su parte della Calabria.
DOMANI Nord: nuvoloso o coperto
con rovesci sparsi a partire dal tardo
pomeriggio e dalla Liguria. Centro: irregolare sul settore tirrenico con deboli piogge su Toscana e Lazio. Sud: nuvoloso sul settore tirrenico con piogge su
Campania e coste calabresi.

ANNO XII NUMERO 32 - PAG 4

IL FOGLIO QUOTIDIANO

MERCOLED 7 FEBBRAIO 2007

Sex-polls, il maschio italiano poco vivace, la femmina molto: che vorr dire?
Al direttore - LUnione Europea Calcio ha
dichiarato oggi che per il calcio italiano sono
quattro le stagioni problematiche: primavera,
estate, autunno e inverno.
Gianni Boncompagni

di votare contro il suo stesso operato per nascondere il fatto che la sua maggioranza non
lo approverebbe. Irrituale in Europa un governo che si regge su una sinistra comunista.
Federico Punzi, Roma

Al direttore - Lettere esplosive a Londra, la


condanna di DAlema: Uniniziativa irrituale.
Maurizio Crippa

Al direttore - Due sono oggi le grandi passioni della nostra sinistra radicale. La prima
quel gagliardo senso dello stato che le permette di trovare normale, anzi esaltante, che esso
non riesca n a proteggere la vita dei suoi sbirri n a castigare i loro eroici assassini (effettivi
e/o virtuali), e che anzi giudichi indispensabile
dedicare loro piazze, strade, targhe, monumenti, salette istituzionali, celebrazioni, film apologetici e cos via glorificando, trovando altres
necessario che ai loro magnanimi ideali venga
inoltre assicurata in Parlamento una degna
rappresentanza ufficiale. Laltra quel soave

Al direttore - E vero, bisogna ammettere che


liniziativa dei sei ambasciatori della Nato
irrituale. Ma di fronte a una situazione irrituale come quella italiana ragionevole ricorrere a mezzi irrituali. E, in un sistema parlamentare, che un governo in politica estera non
abbia una maggioranza, o ne abbia una diversa da quella uscita dalle urne, molto irrituale. Irrituale che un governo indichi al Senato

sentimento umanitario e misericordioso che le


impone di battersi tenacemente per labolizione
della pena di morte. Non saranno, queste due
passioni, due espressioni opposte e complementari della nota superiorit intellettuale e morale dellhomo sinistrorsus nellra del comunismo risorto dalle sue ceneri splendidamente patibolari e concentrazionarie?
Ruggero Guarini

Alta Societ
New York Fashion Show. Modelle ghiacciate tirano lalba al bar del Gramercy
Park. La vodka nei piccoli bicchieri di cristallo a temperatura ambiente,
come nella vecchia Santa Russia.

Al direttore - Lintervista di Meotti al grande


studioso iraniano Vali Nasr aveva qualcosa di
ferino e di agghiacciante. Piena solo di pragmatismi, necessit, compromessi, interessi e molto
sangue. Cosa hanno gli sciiti di tanto speciale
da far parlare Nasr di rivoluzione religiosa dopo linvasione irachena del 2003?
Stefano Venturi, via web
Al direttore - Un anno fa unindagine statistica annunciava che i maschi italiani erano gli
ultimi in Europa nel fare sesso, in questi giorni
unaltra indagine dice che le italiane sono le
prime. Tre ipotesi: 1) le due indagini hanno il
grande pregio di dimostrare la poca o nulla affidabilit di sondaggi e inchieste statistiche; 2)
le italiane fanno sesso tra loro; 3) questo solo
uno dei benefici effetti del governo Prodi.
Emiliano Ronzoni, Milano

Al direttore - Le basi Usa non sono le basi


Nato. Il vostro lettore Gianluca Del Zoppo, ieri,
si scagliato contro Sergio Romano perch questultimo considera le basi Usa come una lesione della sovranit nazionale, e cita la base Nato di Vicenza che invece una base Usa. Non
affatto una differenza da poco, e personalmente posso convenire con Sergio Romano senza per forza meritare, come pure scritto, la tessera ad honorem di Rifondazione comunista.
Filippo Facci
Romano ha il pregio di pensare prima di
scrivere e di scrivere precisamente quello
che pensa. Ma secondo me siamo ormai
molto al di l della questione delle basi Usa
in Italia. E che stiamo mettendo a rischio
una politica estera vecchia senza
che ce ne sia una nuova.

Anomalia afghana
Le contraddizioni della missione
anti talebani dove tutti sono
presenti ma pochi combattono
Nessun inglese combatte con questintensit dal tempo della
guerra di Corea, dicono i par britannici
schierati nella provincia meridionale di
Helmand, dove la calma relativa garantita per ora soltanto dal gelo invernale e dai
bombardieri americani. Ma la primavera si
sta avvicinando. Ogni giorno i giornali inglesi raccontano nuovi, violenti capitoli delle operazioni di guerra in corso. Cos limbarazzo italiano per la public diplomacy
e per le pressioni indebite come le definisce DAlema degli alleati non che il
riflesso dellanomalia della missione afghana, dove ci sono contingenti che combattono quotidianamente e contingenti a cui i rispettivi governi hanno imposto di restare
nella provincia di Kabul, quella pi centrale e sicura, dove i talebani arrivano a colpire soltanto con sporadiche incursioni. Oggi
Berlino annuncer linvio di sei aerei Tornado, con la clausola per che non siano
usati per bombardare, ma soltanto come ricognitori. Sar unaltra cosa difficile da
spiegare ai seimila inglesi schierati nel
sud, e ai loro commilitoni stranieri. Non
meraviglia che il premier britannico, Tony
Blair, al vertice Nato di Riga dello scorso
novembre, abbia implorato maggiore flessibilit nellimpiego dei soldati, perch non
possiamo permetterci che lAfghanistan cada di nuovo in mano ai talebani. Fino a oggi rimasto inascoltato. E ancora ieri Prodi ha s confermato che il contingente italiano rester in Afghanistan, ma sar
rafforzato soltanto limpegno civile. E questo malgrado domenica scorsa il comando
delle truppe Nato in Afghanistan sia passato al generale americano Dan McNeill, che
non intende aspettare la riscossa di primavera dei talebani e che ha gi fatto sapere
che vuole chiamare in battaglia se sar
necessario anche i circa settemila soldati
italiani, francesi, tedeschi e spagnoli, sfidando i caveat dei governi europei.

(segue dalla prima pagina)

Operazione Baghdad
LIran accusa gli Stati Uniti di aver
rapito un suo diplomatico.
I piani dei ragazzi di Petraeus
(segue dalla prima pagina) Alcuni uomini armati
con uniformi dellesercito iracheno hanno
rapito un diplomatico iraniano a Baghdad.
Il sequestro sarebbe stato fatto domenica,
ma lemittente al Arabiya ne ha parlato per
la prima volta ieri e la notizia stata confermata dal ministero degli Esteri di Teheran,
che ha accusato gli Stati Uniti a nome del
governo: il diplomatico Jalal Sharafi, numero due dellambasciata iraniana a Baghdad,
stato catturato da uomini armati che operano sotto la supervisione delle forze americane in Iraq. Secondo le prime indiscrezioni, alcuni soldati iracheni avrebbero inseguito i rapitori scoprendo che si trattava
di uomini del ministero dellInterno di Baghdad. Le forze americane e irachene hanno smentito ogni coinvolgimento, ma le tensioni restano alte: nelle ultime settimane si
intensificata loffensiva americana nei
confronti dellingerenza di Teheran in Iraq,
come annunciato da Bush.
Lobiettivo del piano di Petraeus infatti sicurezza a Baghdad, e attacco ai terroristi sunniti e alle milizie sciite, soprattutto quelle di Moqtada al Sadr, foraggiate
dallIran. In questi giorni due fedeli del
leader dellEsercito del Mahdi barricato
a Najaf sono stati uccisi e continua la fuga da sadr City di molti miliziani. Gli equilibri stanno cambiando, e proprio di questo si dovranno occupare i ragazzi di Petraeus. Oltre al piano militare, necessario ricostruire il tessuto sociale a Baghdad
e in tutto lIraq. Per questo il consigliere
per leconomia, il colonnello Michael Meese, ha pronto un piano di coordinamento
tra sicurezza e ricostruzione, mentre il generale-antropologo David Kilcullen studia
un progetto sociale di controterrorismo.
I punti di riferimento sono lesperienza di
successo di Petraeus a Mosul e quella del
capo della strategia di Petraeus, il colonnello H.R. McMaster, a Tall Afar, liberata
dai terroristi nel 2006.

INNAMORATO FISSO
DI MAURIZIO MILANI

Ieri si spaccato lo stabilimento della Tavor a Ragusa. Non abbiamo divulgato la notizia ai nostri
clienti. Basta che si rompe unanta del comodino
per gettarli nello sconforto, figuriamoci se vengono a sapere che manca il
Tavor. Provvisorio abbiamo fatto delle pastiglie esterne uguali al Tavorone, dentro
cera la mollica di pane. Sai che abbiamo
avuto solo due reclami e non riguardavano lefficacia del prodotto ma il fatto che
il commesso della Esselunga era stato
maleducato nellincartarlo.
Variazione sul tema
Ieri si spaccato lo stabilimento della
Tavor a Catanzaro. Siamo andati gi il
mio amico e io per metterci una pezza. Il
padrone dello stabilimento: Non me la
sento pi di aggiustarlo, sono stufo di conflitti sindacali, devo adeguarmi alle normative sulla sicurezza. Io: Non faccia
cos, Cavaliere!. Lui: No, basta. Ha
preso e fatto domanda in Ferrovia. Adesso vediamo, non detto che lo prendano,
ha gi 52 anni. Poi sono pi quelli che lasciano a casa che quelli che assumono.
Poi un uomo abituato a un tenore di vita
cos alto come lui come, con barca e settimana a St. Moritz, come fa ad arrangiarsi
con 1.300 euro al mese?

ANNO XII NUMERO 32 - PAG I

IL FOGLIO QUOTIDIANO

MERCOLED 7 FEBBRAIO 2007

UN FOGLIN SPORTIVO
Rolling Stoner
LAntonio Cassano del MotoGp
studia da Capirossi per
non finire come Cassano

il Cassano delle moto. Sulle spalle del


giovane Casey Stoner, ventunanni, siede la scimmia delleterna promessa. Come il
giocatore del Real Madrid il pilota australiano non riesce a scrollarsela. La sua classe in
pista la sfoggia solo a tratti. E dire che lanno
scorso la partenza in MotoGp era stata impressionante. In sella ad una Honda non ufficiale, dopo aver saltato per infortunio i test
invernali, conquist la pole position in Qatar
al secondo gran premio della sua vita. La gara dopo, in Turchia, duell per la vittoria fino
allultima curva con Marco Melandri. Poi il
vuoto. Linsostenibile leggerezza dellessere e
le cento capriole sulla pista. Le continue cadute gli costano lirriverente soprannome di
Rolling Stoner. Nel campionato 2007 avr
loccasione per scacciare lo scimpanz e zittire i detrattori. La Ducati lha scelto per sostituire uno spento Sete Gibernau e affiancare il senatore Loris Capirossi. Vogliamo essere tra i protagonisti del mondiale, piazzando tutti e due i nostri piloti, tra i primi cinque
della classifica, proclama Livio Suppo, responsabile corse dellazienda di Borgo Panigale. Stoner arrivato nel grande circo del
motomondiale con la referenza di Mick
Doohan, il pi grande centauro dellera pre
Valentino, commenta Guido Meda, commentatore sportivo di Mediaset. Su di lui cerano
grandi attese, veniva visto come il nuovo fuoriclasse australiano. Una scuola che ha dato
lustro a questo sport. Piloti tenaci con la visione romantica del motociclismo. Appena
arrivato Casey ha iniziato a correre come un
matto, rotolando spesso per terra. Di lui si dice che butta sempre il cuore oltre lostacolo.
Spesso, per, anche la moto. Nonostante le
tante cadute Stoner questestate stato al
centro di trattative di mercato, grazie anche
allingaggio contenuto. Inizialmente sembrava dovesse approdare alla Yamaha, con la benedizione di Valentino Rossi, poi ha chiuso
con la Ducati. Una scelta che ha stupito gli
addetti ai lavori. Finora la casa italiana aveva puntato su piloti navigati. Lo facevamo
perch eravamo al debutto in MotoGp e non
potevamo sommare linesperienza della casa
con quella dei piloti spiega Suppo Ora siamo al quinto campionato e possiamo davvero
permetterci di puntare su un emergente.
La Ducati e i ruzzoloni
Il centauro australiano questanno sembra
aver acquistato un maggior self-control. Probabilmente dovuto al matrimonio con la giovanissima Adriana, diciotto anni. Lo scorso
anno, lei, minorenne, non poteva seguirlo in
giro per il mondo, cos lui faceva la spola ogni
settimana tra Europa e Australia, con inevitabili ripercussioni sui risultati in pista. Ora
hanno acquistato casa a Montecarlo e si sono
attrezzati con un camper per i fine settimana
di lavoro. Sar un caso, ma nei primi quattro
test invernali Stoner non mai caduto. Ed
gi una notizia. Al suo compagno di squadra
Capirossi, il giovane pilota riconosce il ruolo
di guida. Un po come faceva Cassano con
Totti, ai tempi della Roma. Probabilmente
Loris ci si rivede commenta Suppo Anche
lui appena arrivato in 500 era un po irruente
e matur grazie ai consigli del campione del
mondo Mick Doohan, che gli fece da chioccia. Proprio lex iridato ora scommette sul
talento del connazionale Casey. La prima volta che si incontrato con Capirossi nella sede della Ducati, Stoner si presentato con un
poster e un modellino di moto del compagno
di squadra, chiedendo di autografarli. Ha
ancora lingenuit e la purezza del bambino,
afferma Suppo che prima di ingaggiarlo ha
ottenuto il consenso del pilota bolognese.
Considerando i numeri da circo che ogni
gara esibisce Capirossi, con staccate e derapate dallenigmatico equilibrio, qualcuno ha
pensato che la Ducati non fosse proprio la
moto ideale per un habitu dei ruzzoloni come laustraliano. In realt lidea della Ducati come moto difficile da ammaestrare un
luogo comune commenta Guido Meda E
Capirossi che la guida in maniera cos originale ed efficace. Nel campionato 2007 comunque si ricomincer da zero per il cambiamento di alcune regole. Le cilindrate dei motori sono state ridimensionate da 999 centimetri cubici a 800 e le gomme che si potranno utilizzare in un fine settimana saranno 31
e non pi illimitate. Questultimo aspetto penalizzer i piloti Michelin (Rossi, Hayden, Pedrosa) che negli anni scorsi potevano contare
sulla possibilit di pneumatici fabbricati il
sabato dallazienda francese, sullesperienza
di come era andato il primo giorno di qualifica del venerd. Ad avvantaggiarsene i clienti
Bridgestone, Ducati in primis.

ULTIMO STADIO

Adesso che c
scappato un nuovo
morto c una fatica
ulteriore da sostenere: non aggiungere stupidit a stupidit. Come? Per esempio evitando di moraleggiare su Catania raffigurandola come lingresso di un nuovo inferno sociale, fumante di violenza come lEtna che la sovrasta. Perch qualcuno ci sta
gi provando e con ogni probabilit lo
stesso che un giorno non lontano, con identica e stolida enfasi, aveva rappresentato
la citt etnea come un mondo fichissimo e
pieno di giovani per bene e di locali alla
moda dove suonano i gruppi musicali pi
promettenti della scena italiana. Un piccolo paradiso o una grande eccezione e
via a salire nella scala emotiva della semplificazione un po bigotta. Non era quella
la vera Catania come non lo questa nella
quale morto un poliziotto. I delinquenti
che lo hanno ammazzato cerano da prima,
come c da sempre uno stato che parla di
prevenzione quando non sa pi reprimere.
di Alessandro Giuli

Il Super Bowl del crocerossino senza pantaloni


dolce la notte del figlio di pap. Sotto la
pioggia anche meglio: fa pi uomo per
E
lui che in fondo per tutti sempre stato un ragazzino. Finalmente Peyton: a trentanni lanello. Dicevano che non era necessario vincere un Super Bowl per essere consacrato alla
storia del football americano. In fondo a Dan
Marino era gi successo: il pi forte, il migliore, il campione, ma senza il sigillo. Manning
cresciuto con il mito di Dan, ma non mai
stato daccordo: un padre quarterback di lusso, uninfanzia passata a cercare di diventare
un giocatore, una giovinezza trascorsa a inseguire un sogno, una carriera da star a caccia
dellultima partita della stagione, del successo, della gloria. So di aver fatto tanto, ma
senza Super Bowl la mia vita sar incompleta. Ora alza il pugno destro, gli passano un
pallone dargento: miglior giocatore della
partita. Sa che non ha giocato il pi bel match della vita, ha perso palloni e lanciato cos
e cos: 274 yard sono un buon risultato, non il
massimo. Ho fatto di meglio, ha detto ai microfoni di Cbs. Ma quello che contava era altro. Vincere. Allora lo prende quel pallone,
lo porta su, lo mostra al mondo. Ha vinto, Peyton. Il pi forte, il pi pagato, il pi bravo.
Amato e odiato. Manning il giocatore con la
faccia da ragazzo un po tonto della provincia
americana, ma con un computer nel cervello:
il braccio un estensione del suo pc personale, esegue il comando pi velocemente che
pu. Lancio verso il touch-down.
A Miami ha vinto lui, il figlio di Archie
Manning, star dei New Orleans Saints negli
anni Settanta. Ed l sul Mississippi che cominciata la corsa di Peyton: il 24 marzo 1976,
nella stanza accanto a quella dove due giorni
prima era nata lattrice Reese Witherspoon.
Forse non toccava a lui essere il fenomeno di
famiglia: lalbum delle fotografie mostra il
fratello Cooper con lovale in mano, il casco
in testa e lo schema in mente. Peyton laccompagna, lo segue, lo imita. Ci litiga pure. Le immagini le ha mostrate Cbs nel pre-partita del
Super Bowl: il video Super8 dellinfanzia in
casa Manning con pap che insegna ai tre figli come si passa quando stai per essere placcato da una montagna di centocinquanta chili. Peyton spunta alla fine, cresciuto nellombra di Cooper che avrebbe dovuto fare il ricevitore, se la stenosi spinale non avesse bloccato la carriera quando era al college. Il fratello piccolo ha fatto quello che Cooper non
ha potuto: alluniversit del Tennessee diventato un giovane campione, ha lanciato per
migliaia di yard, portando a punti decine di
compagni. Leader, perch cos gli avevano insegnato a essere. La chiamata tra i professionisti nel 1998: prima scelta degli Indianapolis
Colts. Cera la storia che laspettava: a 22 an-

Peyton Manning, al centro, il quarterback di Indianapolis (foto Reuters). A destra El Nio Sergio Garcia
ni dicevano tutti che era un predestinato. Nel
nome del padre e del fratello. E stata una
maledizione, per. La maledizione di Manning, hanno scritto, detto e ripetuto: miglior
giocatore nel 2003, nel 2004, nel 2005. Mai una
vittoria vera, per. Nel tentativo di spiegare
linspiegabile, lAmerica ha raccontato del

blocco psicologico di Peyton il fratello fortunato di uno sfortunato. Sbaglia le partite importanti e decisive perch non riesce a convincersi del fatto che possa trionfare sapendo che Cooper non ha mai potuto. Allora
Manning diventato un caso. Popolare perch incarna lo spirito dello sport, perch par-

la delle truppe in Iraq e in Afghanistan chiedendo al paese di pregare per loro, ma criticato perch considerato un eroe a met: buono fino a un passo dal traguardo. Lanno scorso la rete Espn lo inser nel programma Top
5 reason you cant blame: Per lincapacit
di vincere ogni grande partita.
Ecco perch questanno era lui il protagonista: alla storia, il 41 Super Bowl passer
per il diluvio, per Prince che canta Purple
rain sotto lacquazzone, per la prima volta
di un coach afroamericano, ma soprattutto
per la vittoria di Manning. Perch nellattesa
del trionfo, Peyton diventato lo sportivo pi
seguito dAmerica. Cinquanta e cinquanta:
gli Stati Uniti divisi tra chi sperava che un
giorno ce lavrebbe fatta, e chi voleva che
non ci riuscisse. Tanti detrattori innervositi
dal suo essere un raccomandato, figlio di
un padre celebre, cresciuto in una famiglia
che lha protetto e poi ha portato un altro ragazzo tra i professionisti del football: il fratello piccolo Eli, oggi quarterback dei New
York Giants. Detestato, Peyton: perch era
bravo, perch era perfetto, perch costruito
per diventare qualcuno. Nel 1996, lo coinvolsero anche in un miniscandalo. Alla fine di
un allenamento, mentre era negli spogliatoi,
gli caddero i pantaloni. Di fronte a lui cera
lassistente del preparatore atletico delluniversit del Tennessee, Jamie Ann Naughright. La donna denunci il college solo nel
2003, quando Manning era un fenomeno ricco e celebre. Linchiesta appur che non cera stato alcun riferimento sessuale.
Amato, Peyton: perch laltra met dellAmerica si sempre riconosciuta in lui e avrebbe voluto vivere la sua vita da privilegiato. E
una faccia comune, potrebbe essere chiunque, per questo vale 37,5 milioni di dollari di
contratto, compresi i diritti dimmagine, per
questo Mastercard, Sprint, Direct tv, Gatorade, la Croce Rossa americana, lhanno voluto
come testimonial. Con quel volto banale ti
pu convincere a spendere i soldi con la carta di credito o a farti iscrivere alle unit di
soccorso che intervengono durante i disastri
ambientali. Poi Peyton ha sposato una compagna del college, Ashley Thompson. Americano medio che gioca col padre e il fratello
nel giardino di casa e se non la palla ovale,
allora il canestro oppure la mazza da baseball. Limpressione che d quella del ragazzo che sarebbe riuscito in qualsiasi sport.
Perch era portato e perch s impegnato.
Time non voleva che Manning vincesse il Super Bowl. Non voleva perch per un altro anno il football avrebbe avuto uno scopo oltre il
risultato. La storia da seguire c gi: basterebbe una finale Indianapolis Colts-New
York Giants. Manning contro Manning.

Il Rex di Chicago e la grande sconfitta del patto generazionale


iovono rane a Miami sugli Orsi dellIllinois. La Magnolia dei Bears di Chicago
P
per non redime. Slava i sogni di gloria del
coach di colore Lovie Smith, dellidolo dei
tifosi il linebacker Brian Urlacher, delluomo di linea di difesa Tank Johnson che gioca la finalissima con il permesso del giudice, dopo larresto per possesso illegale di armi. Ma soprattutto bagna la sconfitta del giovane Rex Grossman, 26 anni. Sotto una pioggia incessante il quarterback di Chicago ha
annegato la sua voglia di riscatto. Anelava
la rivincita dopo aver subito per una stagione giudizi impietosi e irridenti. Gli addetti
ai lavori lavevano definito il peggior regista
approdato in una finale di Super Bowl. Non
ha retto la pressione psicologica della partita della vita. Niente rivincita, ed ora le critiche si fanno pi severe.
Di fronte Rex aveva il suo alter ego, Payton Manning. Entrambi figli darte di quarterback. Anche se, rispetto a quella dellavversario, la sua una famiglia meno celebre. Il nonno Rex Daniel Grossman I ha gio-

cato negli anni Quaranta proprio con i Colts,


che allepoca erano la squadra di Baltimora e non di Indianapolis. Il padre, Rex Daniel Grossman II, gioc con buoni risultati,
sempre come qb, nelluniversit di Notre
Dame. Nellalbero di famiglia anche due zii,
ex giocatori professionisti.
Per il regista di Chicago la partita con i
Colts si intrecciava inoltre con alcuni passaggi della sua storia. Grossman nativo di
Indianapolis, dove ancora risiede nei periodi di vacanza dal football. Tornava poi a
giocare in Florida dove si era messo in evidenza come quarterback della locale universit. Al sole di Miami gioc talmente bene da meritarsi la chiamata, come prima
scelta, da parte di Chicago. Tutto perfetto,
a parte il finale.
E dire che meglio i Bears non potevano
iniziare il match. Pronti, via e touchdown.
La meta pi veloce della storia del Super
Bowl viene segnata dopo pochi secondi, direttamente sul ritorno del kick off. Lazione
che inaugura tutte le partite di football

americano. Novantadue yards corse tutte di


un fiato da Devin Hester. Rex il vantaggio
se lo gusta dalla panchina. Sulle azioni di
kick return gioca il cosiddetto special team.
Dieci giocatori imponenti che devono fare
da scudo alla corsa del rapido ritornatore.
Il quarterback qui non contemplato. Nel
possesso palla successivo di Indianapolis,
il rivale Manning si fa subito intercettare.
Per Grossman sembrano schiudersi le porte dellOlimpo. Ma il sogno dura poco. La
squadra dellIllinois resta in vantaggio solo
per il primo quarto che si chiude quattordici a sei con una meta allo scadere su passaggio di Rex. Sar per lultimo touchdown per gli Orsi. La seconda frazione
tutta per Indianapolis, con un parziale di
10-0. Dopo lintervallo contraddistinto dalla Purple Rain cantata da Prince sotto un
acquazzone, va in onda lincubo di Grossman. La rimonta iniziata alla fine del primo tempo da parte dei Colts lha demoralizzato. Del resto lui celebre per essere un
buon condottiero con vento di poppa, ma

perde sovente la bussola quando soffia di


bolina. In una manciata di minuti colleziona due passaggi intercettati e due fumbles,
le palle perse per i duri contatti degli avversari. Anche i passaggi completati si rivelano sempre di scarso respiro. Un quarterback si giudica sulla capacit di saper scannerizzare velocemente il campo, leggendo i
movimenti delle difese e le tracce dei ricevitori che cercano di smarcarsi. Le scelte
fatte da Rex in quelle frazioni di secondo
sono parse sempre titubanti. Alla fine della partita i palloni regalati a Indianapolis
sono stati sette. Tutti da addebitare al regista della squadra.
La brutta prestazione di Grossman una
sconfitta anche per Lovie Smith. Il capoallenatore di colore di Chicago durante la
stagione era stato spesso criticato per aver
puntato sul giovane Rex. In molti chiedevano lavvicendamento con lesperto Brian
Griese, trentadue anni, gia quarterback dei
Denver Broncos e una presenza nel Pro
Bowl del 2000.

Le orecchie ricucite del Barone di Catania e le mischie che non sono risse
o zio aveva una gamba spezzata. Ginocchio
e menisco e rugby mai pi, dicevano gli alL
tri. Andrea era l e lo guardava. Sei un pilone,
tu sei un pilone, gli diceva lo zio. Andrea aveva appena iniziato a
giocare a Catania. A
diciassette anni la
Nazionale minore,
ora quella maggiore,
sabato scorso ancora
il Sei Nazioni. Lo zio
aveva ricominciato
subito con il rugby
perch il rugby, ripeteva lo zio, non ha
tempo da perdere
con i menischi e con
le gambe spezzate.
Passano pochi anni, lo zio smette, dei due Lo
Cicero resta soltanto il nipote. Resta Andrea,
e non poco.
Andrea Lo Cicero, ora, ha trentanni, uno
dei rugbisti pi famosi dItalia, non ama il Super Bowl e sabato scorso ha perso con la Nazionale la prima gara dellanno. Ma capita, nel
rugby capita spesso, allItalia capita un po
troppo spesso, per mai un fischio, mai una
contestazione. Si gioca, poi si perde, ma non si
protesta. A fine gara, nel rugby, si applaude, si
esulta, si piange, poi i tifosi bevono insieme
con i poliziotti, gli italiani con i francesi, i
francesi con gli scozzesi, i catanesi con i palermitani. Niente risse in campo e niente risse
fuori. La rissa, se proprio arriva, sul prato si
chiama mischia. Il rugby cos, non come il
calcio. Se giochi a rugby non cambi squadra
perch tua moglie ti dice tesoro andiamo a
Londra i nostri figli devono imparare linglese, oppure tesoro andiamo a Milano, con tutte quelle sfilate, oppure, amore mio andiamo
a Madrid, sai che shopping che si fa laggi.
Nel rugby un po diverso. Chi gioca a rugby

pensa a qual il posto migliore dove prenderne di pi, pensa a qual il posto migliore
dove trovare una mischia, dove correre in
meta, dove potersi fasciare un orecchio,
stringere i denti, testa bassa, palla laterale,
passaggio, scatto, meta, altro che shopping.
La differenza con il calcio tutta qui. Pensi al gol pi bello, al pi grande di tutti, a
quello che ha fatto la storia e pensi a Maradona contro lInghilterra, pensi a George
Weah contro il Verona, pensi a Ronaldo con
il Barcellona, al colpo di testa di Pel, a Zidane nella finale di Champions; pensi a un
gol e pensi a un giocatore, ma soltanto a uno,
soltanto a lui. Si dice: ricordi quel gol di Maradona? Non si dice: ricordi quel gol dellArgentina. Pensi al gol e pensi al goleador.
Pensi alla meta e pensi alla squadra, al passaggio, al placcaggio, palla a destra, poi a sinistra, uno, due, tre, ancora placcaggio, mischia, scatto laterale, pochi secondi e palla
in meta, altro che touchdown. Pensi alla
squadra non al giocatore, pensi agli scatti
non allo scatto, alle azioni, non allazione.
Pensi a Gareth Edwards, ai Barbarians e
pensi agli All Blacks, non a un solo All
Blacks. Pensi ad Andrea Lo Cicero, il Barone come lo chiama Paolo Cecinelli nel libro
dedicato proprio al pilone catanese (Baldini
Castoldi Dalai, 17.50 euro), pensi a lui ma
non puoi non pensare anche allItalia, allo
Stadio Flaminio, alla squadra, allo spogliatoio, ai denti spezzati, le orecchie maciullate, la mischia, i caschetti, le orecchie ricucite dal chirurgo. Come quelle di Andrea.
Andrea Lo Cicero non ha una faccia da attore e non ha un fisico per posare su cavalli
bianchi della Disney, come ha fatto David
Beckham non appena arrivato negli Stati
Uniti. Andrea Lo Cicero un rugbista e basta. Usa la dentiera, usa il caschetto ma non
usa le protezioni. Perch, dice lui, gli uomi-

ni fanno cos. Il rugby, dice, non football


americano, non calcio. Quando fai una mischia devi sentirlo lavversario. Ci devi essere tu, il tuo petto, la maglietta e i muscoli di
chi ti sta davanti. Le imbottiture non servono, il materasso non serve. Se prendi un calcio quel calcio devi sentirlo bene, devi sentirlo dentro lo stomaco. Dice Lo Cicero: In
una rissa si entra con la testa, il tuo avversario deve capire che il suo pomeriggio brutto
appena cominciato. Le imbottiture a cosa
servono? Servono a far finta di non aver paura. I pugni arrivano sempre e tu non sai mai
dove arrivano prima. Devi accettarli perch
poi finisce l. Poi si discute, ma senza risse.
Palla o avversario, mischia o meta, poi una
chiara piccola per tutti, grazie.
Il rugby non Super Bowl, non calcio;
non ci sono tanti soldi e fino al 1996 i soldi
non cerano proprio. Ora i soldi ci sono, Andrea Lo Cicero non ne guadagna pochi, ha girato lEuropa, gioca da dieci anni in Nazionale, ha giocato sette volte il Sei Nazioni e
due volte la Coppa del mondo. Nel 1999 la
sua prima volta contro gli All Blacks, che
guai a dire che sono come il Brasile per il
calcio, gli All Blacks sono gli All Blacks perch il Brasile ha la samba e gli All Blacks
hanno lHaka e lHaka gli All Blacks non
la ballano per divertirsi, lHaka il ballo
della distruzione, della morte dellavversario. Andrea ci gioca con gli All Blacks, prima
partita 101 a 3, seconda 53 a 23. Va in meta
anche Lo Cicero, Lo Cicero va in meta quasi
sempre, andato in meta anche sabato scorso con la Francia, magari andr in meta anche sabato contro lInghilterra. Va in meta
lui, ma la meta che si ricorda quella dellItalia, non di Lo Cicero.
Nel rugby capita che si giochi anche una,
due volte alla settimana. Si gioca tanto ma
non c nessuno che si lamenta, nessuno che

dice non ho tempo di allenarmi, non ho tempo per preparare la partita. Nel rugby giochi e non hai paura di essere squalificato,
non esci prima dalla partita perch mister,
ho una fitta alla coscia.
I quindici anni di Andrea Lo Cicero eccoli
qui: cinquantacinque punti in testa, ventuno
solo a un orecchio, sei dita spezzate, quattro
costole rotte, un gomito uscito fuori, spalle
lussate, una clavicola rotta, distorsioni, collaterale, sublussazione al ginocchio, ma Lo Cicero non ha mai chiesto un cambio. Una volta sola ha chiesto di non giocare, ma non era
un cambio. E successo tre anni fa. Andrea
era depresso. Giocava al Tolosa, si rompe un
ginocchio come lo zio, come lo zio torna a giocare, arriva fino alla fine della stagione, nuovo contratto, poi la depressione. Per un po,
dice, basta rugby. Poi arriva la chiamata in
Nazionale, lui va, il Tolosa non vuole, la Nazionale dice non ti preoccupare, Lo Cicero
non si preoccupa, la Nazionale non risolve il
problema, il Tolosa lo caccia, Lo Cicero gioca, entra in depressione. Poi ritorna. Ritorna
e gioca proprio l, la sua prima gara la rigioca in Francia. Il pubblico lo applaude, nessun fischio. Ora Andrea guarito. Gioca allAquila dopo essere stato a Catania, in Francia, a Roma. E un pilone, un uomo di mischia, lancia i compagni, ma va anche in meta. Come Gareth Edwards, che giocava nei
Barbarians, una squadra non come le altre.
Nei Barbarians non si pu chiedere di entrare, non ci sono contratti e neanche ingaggi;
linvito arriva per posta e non ricevi un euro.
E solo un onore, devi essere bravo, potente
ma non diventi ricco. Devi essere solo bravo,
non c bisogno che tu vada sui cavalli bianchi. I Barbarians sono stati fondati nel 1890,
da allora sono arrivati pi o meno duemila
giocatori, da 25 paesi. Li chiamano i baabaas. Lo Cicero ci gioca da tre mesi.

El Nin del golf


Il vero rivale di Tiger Woods
spagnolo, gira in Ferrari, e conosce
molto bene la moglie di Tiger
dellanno anche questa volta
Tiger Woods. Una settimana fa, alla
Isualsargolfista
prima gara del 2007, il Buick Invitational in California, il fenomeno americano ha
iniziato la stagione come aveva concluso
quella precedente: vincendo. Non fosse stato per le quindici ore di fuso orario e due
bogey alla dieci e alla undici dellultimo giro, Tiger avrebbe fatto il bis questo fine settimana al Dubai Desert Classic. Negli Emirati Arabi Uniti, dove aveva gi vinto lo
scorso anno, Woods si dovuto accontentare del terzo posto, due colpi indietro rispetto allo svedese Henrik Stenson, nonostante
una rimonta mozzafiato con quattro birdie
nelle ultime sei buche. E stata una delle
peggiori settimane di put da lungo tempo,
ha spiegato Woods: Vado a casa e cerco di
riuscire a capire perch. Comunque, i 150
mila dollari di premio di questa settimana
si aggiungono ai 936 mila di quella precedente e ai quasi dieci milioni incassati nel
2006. Da quando diventato professionista,
Tiger ha accumulato 66.648.324 dollari di
vincite ufficiali e Golf Digest tra le pi importanti riviste golfistiche annuncia il superamento dei 100 milioni entro il 2008. Poi
ci sono gli ingaggi e i tour promozionali, la
Nike e le altre sponsorizzazioni, il merchandising e i libri, i videogiochi e i siti Internet.
Nel 2010 limpresa Tiger Woods avr valicato secondo Golf Digest la soglia del miliardo di dollari di giro
daffari. Vera
macchina da
golf la sua
alimentazione sul campo
a base di
pillole di glucosio e integratori Tiger sembra
inarrestabile. Gi ora i
bookmaker
pagano solo
undici dollari per otto puntati su di lui al
prossimo major, il Masters di Augusta del 5
aprile. Alcuni analisti temono che lassenza
di rivali provochi il crollo della passione
per lo sport pi amato dagli americani. Occorre un antagonista o almeno una spalla.
Le mazze dellanti-divo e Martina Hingis
Paradossalmente, dallEuropa che potrebbe venire lanti-Tiger. Tra i giocatori
americani non c nessuno tanto spettacolare come Woods. Le sue origini il padre
un po afro-americano, un po cinese e reduce del Vietnam, la madre mezza thailandese, un quarto cinese, un altro quarto
olandese, che ogni anno gli confeziona una
tigre di peluche per coprire il suo drive
la sua storia bambino prodigio allet di
tre anni che nel 1978 giocava contro Bob
Hope nel Mike Douglas Show e la sua
carriera dodici major e 43 open vinti lo
rendono unico e irripetibile. Ma in comune con i suoi colleghi statunitensi Tiger ha
quella freddezza che, finiti i tempi dei
duelli adrenalinici tra Jack Nicklaus e
Tom Watson, rischia di provocare pi sbadigli che entusiasmi. Per contro, i golfisti
europei, pi bonaccioni e cicciottelli, sono
capaci di esaltazioni, passioni e foghe che
alimentano lo spettacolo e attirano il pubblico. Perfino uno scozzese come Colin
Montgomerie riesce a emozionare con i
suoi colpi dira. Ma se sono mediterranei,
meglio. Come il nostro Costantino Rocca
che commosse e entusiasm decine di milioni di spettatori con quel put imbucato
da 18 metri alla diciotto dellOld Corse di
St. Andrews nel 1995. O come lo spagnolo
Severiano Ballesteros, primo europeo a
vincere il Masters nel 1980, dopo aver cominciato a giocare sulla spiaggia di casa.
Rocca e Ballesteros rappresentano il
passato e per scovare lantiTiger occorre
cercare dati anagrafici pi recenti. Gli
italiani sperano nei fratelli Molinari
Francesco arrivato quarantottesimo al
Desert Classic, mentre Edoardo si battuto per il titolo al Club Columbia Masters di Bogot e alla fine lo ha vinto e
gli spagnoli hanno Sergio Garcia, fuori al
taglio a Dubai. Bambino prodigio come
Tiger, El Nio ha cominciato allet di
tre anni e trascorso buona parte della
sua carriera professionistica nella top
ten mondiale. Ma Garcia ha vinto poco
dodici open e nessuno dei quattro principali tornei, tanto da essere soprannominato il migliore golfista che non vincer mai un major. Belloccio, probabile
futuro sposo della figlia di Greg Norman,
ex fidanzato della tennista Martina Hingis, El Nio ama divertirsi, guida molto
veloce una Ferrari 360 ed tutto il contrario di Woods: Non potrei isolarmi in
una bolla, io e le mie mazze sul campo
pratica: questo non mi renderebbe felice. Ma, sul campo, Garcia marca stretto
Tiger. Appena passato professionista nel
1999, lo tallon al Pga Championship, entrando nel cuore degli americani dopo
una corsa allimpazzata per vedere dovera finita la pallina colpita a occhi chiusi
dietro il tronco di un albero. Negli scontri diretti della Ryder Cup, Garcia ha battuto Woods tre volte e il suo impressionante record di quattordici match play
vinti, tre pareggiati e tre persi, ha permesso allEuropa di battere gli Usa nelle
ultime tre edizioni. Senza dimenticare
Elin Nordegren con cui Garcia ammette
di essere uscito per qualche drink nel
2001. Allora ero giovane, spiega sornione El Nio, e oggi Elin la biondissima e
svedese moglie di Tiger.

ANNO XII NUMERO 32 - PAG II

IL FOGLIO QUOTIDIANO

MERCOLED 7 FEBBRAIO 2007

Giulio Tremonti - Le immagini di queste pagine sono foto Ansa

di

Marco Ferrante

uned a Washington Giulio Tremonti ha presieduto un convegno internazionale dellAspen Institute sullenergia sicura e la sfida per un futuro sostenibile, chiuso dal capo della banca
mondiale Paul Wolfowitz. La questione
ambientale uno dei temi su cui Tremonti ritiene che si riorganizzer la polarizzazione delle forze politiche nei
prossimi anni. Pensa che per le forze di
destra lambiente sar una delle occasioni per elaborare una visione politica. In una lunga conversazione con il
Foglio, in cui si analizzano alcuni
aspetti del tremontismo dalla critica
alla globalizzazione allanalisi dello stato criminogeno Tremonti spiega alcune posizioni, la sua azione di governo,
ragiona sullandamento della spesa
pubblica nella scorsa legislatura. Difende la sua posizione antiglobal fatta
di dazi e quote europee e di lotta alle
regole suicide che lEuropa fabbrica
contro se stessa. Nega, invece, di essere
mai stato interventista in economia, dice che quella del colbertismo una vulgata, e spiega, per esempio, che la Cassa depositi e prestiti serviva solo come
strumento tecnico per avviare il processo di privatizzazione di alcune partecipazioni dello stato e per finanziare
opere pubbliche. Dalla Cassa depositi
e prestiti nasce il fondo infrastrutturale F2I, avviato lo scorso anno, di cui si
discute in questi giorni. Tremonti spiega che la cultura del nuovo intervento
pubblico attribuita dagli osservatori a
Romano Prodi fuori dallo schema
da lui immaginato quando era ministro.
La conversazione con Tremonti parte da una domanda. I suoi interventi, i
libri, le interviste, suscitano una questione: che cos Tremonti, un liberale,
un liberal socialista, altro ancora? Dice: E una domanda evidentemente
basata su categorie novecentesche, e
tuttavia essendo nato nel Novecento rispondo: liberale. Ma essendo nato liberale e avendo una qualche esperienza empirica del mercato non faccio

Il mercato non assenza di


regole, non solo spiriti animali,
basato sulla parit di condizioni e
sulla proporzionalit delle situazioni
gli errori di chi non nato liberale e
non conosce il mercato. Il mercato non
assenza di regole, non solo spiriti
animali ottimali, basato sulle regole,
sulla parit delle condizioni, sulla proporzionalit delle situazioni. Il mercato non esclude, ma spesso anzi presuppone anche le ragioni generali dellinteresse pubblico. Per esempio, c nellassetto mondiale del mercato lo squilibrio tra aree del mondo che hanno
troppe regole (e che in modo suicida
ne applicano di sempre nuove, unilateralmente) e aree del mondo che hanno zero regole. Voglio ricordare che le
regole utili sono un investimento, quelle inutili ora tanto di moda in Europa
sono invece un costo che spiazza. In
questi termini la parit delle regole
non mi sembra contro i principi liberali o contro il mercato. Direi loppo-

sto. Tremonti ha coniato il termine


mercatismo un anno e mezzo fa, in un
libro intitolato Rischi fatali. Definisce cos lespressione: Il mercatismo
il trasferimento nel campo del mercato e dellapplicazione alle meccaniche di sviluppo del mercato di unideologia dogmatica e assoluta. Continua: Tanto erano dogmatici i comunisti quando erano comunisti, cos sono
dogmatici oggi avendo trasferito i loro
penati da Mosca a Londra e a Bruxelles. Cio: il mercatismo non n una
variante del liberalismo n una variante del comunismo, un modo di
pensare e agire. E come se la cultura
comunista avesse depositato un uovo
nella cultura liberale.
A volte i suoi ragionamenti entrano
in frizione con lo schema dellottimismo liberale classico. In Rischi fatali
c un passaggio in cui sembra paventare la supremazia di un uomo costruito sullunica misura del consumo, e laffermazione di un mondo dove i vecchi
simboli civili e morali sono sostituiti
dalle icone e dalle immagini commerciali. Per cui i jeans e le scarpe sono
una divisa e le divise un sostituto dellanima, per cui il turismo sublima lavventura umana e la musica metallica
spiritualizza lesistente, i concerti la comunit. Una visione che appare tradizionalista. O altermondialista.
Le mutazioni intervenute nella
struttura dellesistente e la cascata di
fenomeni che accelera dopo il big bang
del 1989, tutto ci ha una dinamica
strutturale che si definisce in scala sui
grandi numeri, sulle curve storiche.
Non tutta la realt sta nel pil, cos come non tutto quello che nuovo per
definizione positivo. Fermare la globalizzazione impossibile, ma distruggere lidentit folle. Sul lungo periodo
troveranno equilibrio pezzi di passato
e di presente. Non crede che nella declinazione occidentale del sentimento
antiglobalizzazione vi sia un elemento
nostalgico di estetismo dei ricchi?
Certo si vedono in giro forme di radicalizzazione estetica fondamentalista,
ma sono essenzialmente presenti a sinistra, vecchi cashmire e Relais & Chateau. Ci premesso, credo che la vera
nostalgia del tempo andato, che va dalle tradizioni alle stagioni, fortemente
interclassista, e ciascuno di noi, dunque, un po la vive.
Le mutazioni in atto condizionano le
categorie politiche novecentesche. Tremonti ritiene che la destra abbia un
vantaggio rispetto alla sinistra. Dice:
Se la realt cambia anche la politica
deve cambiare. Se la politica resta ferma, prima o poi sar la realt a venire
a cambiarla. Il Novecento ha avuto una
altissima intensit ideologica, ma finito. Si apre una nuova fase ideologica
che si basa sul reset delle vecchie ideologie. E una fase che apre una prospettiva di crisi a sinistra e offre una chance di successo alla destra. A sinistra la
crisi evidente, non solo nel pensiero
debole, ma soprattutto nella crisi del
governismo. Per governismo intendo lidentificazione della politica con la spesa pubblica: governo per spendere,
spendo dunque governo. Nellultimo
mezzo secolo la sinistra si identificata con il governo, e il governo si identificato con la spesa pubblica fatta in

GIULIO TREMONTI nato a Sondrio nel 1947. Ha fatto il liceo classico Piazzi di
Sondrio, lo stesso di Palmiro Togliatti e Francesco Forte. Luniversit lha fatta a Pavia, in uno dei quattro collegi storici della citt, Ghisleri, Cairoli, Borromeo e Fraccaro. Il suo era il Fraccaro. Studi giuricidi, per la tesi ha frequentato lIstituto di finanza fondato da Benvenuto Griziotti, che aveva come caratteristica una posizione
culturale intermedia tra economia e diritto: quel tipo di formazione definita dagli inglesi cultura istituzionale. Nella sostanza, un misto di visione politica e di concreta
capacit tecnica, una tradizione che in Italia non si formata solo a Pavia: va da Enrico Cuccia, a Guido Carli, da Bruno Visentini a Beniamino Andreatta fino a Giuliano Amato. Il maestro di Tremonti fu Gian Antonio Micheli che era succeduto a Calamandrei nella cattedra di Diritto processuale civile a Firenze.
I collegi di Pavia sono istituzione complessa, fabbrica di classe dirigente, con un
elemento elitario: lo studio viene considerato, cio, fattore di promozione personale
e di progresso. Tremonti, di famiglia liberale, si avvicina alle idee socialiste dopo luniversit, durante il servizio militare prestato come soldato semplice. Nella prima
met degli anni Settanta, ventisettenne, diventa professore universitario. Alla fine
degli anni Settanta comincia a fare attivit professionale, in una societ di consulenza e revisione internazionale dove impara leconomia moderna. A partire dagli anni Ottanta si avvicina alla politica. Comincia a collaborare per il Corriere della Sera
chiamato da Piero Ostellino (collaborer dal 1984 al 1994) e a scrivere libri politici
per il Mulino, Laterza e Mondadori. Nellestate del 1993 partecipa alla fase di riorganizzazione del quadro politico dopo Mani pulite. Entra nel Patto Segni, viene eletto
alla Camera e quando si tratta di decidere latteggiamento da tenere con Berlusconi,
Tremonti spinge perch il cartello giscardiano promosso da Segni non voti contro,
ma si astenga. Il patto si sfalda, perch inizia il bipolarismo. Tremonti si avvicina a
Berlusconi. Parlamentare dal 1994, stato ministro delle Finanze nel primo Berlusconi, ministro dellEconomia nel secondo, vicepresidente del Consiglio e ministro
dellEconomia nel terzo. Attualmente professore ordinario presso la facolt di Giurisprudenza a Pavia. E stato visiting professor a Oxford. E presidente dellAspen Institute Italia. Ha inventato il meccanismo dellotto per mille. Tiene a far sapere visto che qualche volta lo legge sui giornali che non ha fatto il Sessantotto, che non
ha scritto il programma fiscale della Rete (ma ringrazia Leoluca Orlando per una
colazione), e che sul Manifesto ha scritto solo due articoli, non politici ma tecnici.
Uno critico verso loperazione di acquisizione della Buitoni da parte di Carlo De Benedetti, laltro contro la politica fiscale di Bruno Visentini. A quel tempo, non cera
altro giornale che gli consentisse di farlo e, comunque, resta grato per lospitalit.

COLBERTISTA SAR LE

Cina, mercato, Europa, guerra, tasse e spesa pubb


deficit. E la fine storica del deficit
spending che ha causato la crisi politica della sinistra governista. Basta guardare la Finanziaria di Prodi. Continua
con la vecchia tecnica della spesa pubblica. La novit che non la finanzia
pi con il deficit spending ma con nuove tasse. Questa strategia politicamente suicida perch produce dissenso in misura superiore al consenso.
Fuori dalla catena di governo non sono
emersi principi, valori e idee capaci di
prendere il cuore e la mente dei popoli, solo pensiero debole. A sinistra se
c un futuro solo per la sinistra antagonista. Mi sembra che siano i soli che
potranno arare il campo, tenendo laratro con il fuoco nella mente. Diversamente la destra ha una chance per elaborare dottrine, principi, idee e simboli nuovi e superiori a quelli della sinistra. Un esempio, quello della politica ambientale. Per lanalisi da sinistra
lambientalismo scritto su un segmento corto che va dallinvettiva anticapitalista a unidea pagana e panteista
della natura. La nostra nuova filosofia
politica pu e deve essere sviluppata su
una curva politica molto pi lunga: contenere la dimensione delluomo, il rapporto delluomo con la natura, la fiducia in unevoluzione progressiva della
scienza. La globalizzazione non solo
causa di squilibri economici e sociali,
ma anche causa di crescenti rischi
ambientali. A sinistra non c solo il paganesimo ambientale, c certo anche il
pensiero mercatista. Ma il mercatismo
non ha gli strumenti per lanalisi sul-

lambiente, perch conosce solo un paradigma, il pil.


Lanalisi sviluppata in Rischi fatali misura la potenza cinese, cos come
si manifesta oggi, con la sua intensit,
flessibilit, dinamicit, forza lavoro in
quantit. C la possibilit che, per
esempio sotto la pressione delle rivendicazioni sindacali, o a causa dellinsorgere di processi politici, difficilmente controllabili a causa delle dimensioni della popolazione, vengano
meno i vantaggi competitivi su cui oggi la Cina pu contare? Da zero a cento non si possono escludere ipotesi di
crisi che rompono lo sviluppo esponenziale, ma da zero a cento difficile
misurarle in una scala di probabilit.
Non escludo ipotesi di crisi, che potrebbero essere di due tipi, politica e
demografica. Quanto a una crisi politica cio tipo Tien an mem la mia valutazione che sia unipotesi molto influenzata dallidea occidentale di democrazia. La mia impressione che la
struttura della societ e le strutture
politiche cinesi siano invece fortemente condizionate dalla disciplina
confuciana. Da una disciplina che se
non pu sostituire automaticamente la
democrazia, comunque assorbe e ordina le tensioni. Quanto allipotesi di crisi demografica, essa ha unevidenza
nei grandi numeri. La politica demografica fatta nei decenni passati il figlio unico accompagna linvecchiamento della popolazione con una maggioranza preponderante dei maschi
sulle femmine. Il problema demogra-

fico evidente a chi governa la Cina.


Ricordo la frase di un leader del paese che diceva: non vogliamo diventare
vecchi prima di essere diventati ricchi. Resta il fatto che la Cina un paese duale. Nellarea esterna evoluta, industriale, questo profilo demografico
non produrr effetti traumatici, a breve da noi, peraltro, la situazione non
diversa. E nella Cina rurale e

Il mercatismo il nuovo
dogmatismo, come se lideologia
comunista avesse depositato un
uovo nella cultura liberale
profonda che si pu manifestare una
crisi sociale. Le economie rurali si basano sulle braccia.
La globalizzazione soprattutto a
causa della concorrenza asiatica ha
mutato la fisionomia industriale di una
parte dEuropa. Per esempio, in Italia
negli ultimi anni ha decretato la scomparsa di imprese con produzioni a basso valore aggiunto. Ma sembrerebbe
che alla crisi vi sia stata una reazione.
C un processo di ristrutturazione in
atto, come indicano tre trimestri consecutivi di crescita della produzione
industriale italiana. Se cresce al 2 per
cento un paese qualsiasi un fatto economico, se cresce tra il 9 e il 10 per
cento leconomia di paesi che hanno
pi di un miliardo di abitanti un fatto politico. Vuol dire che sta cambiando la velocit del mondo. Ho comincia-

to a scrivere queste cose a partire dal


1994. In una dimensione globale, continuo a pensare che la mia visione fosse
e sia corretta. Ho chiesto da una parte
dazi e quote europee, dallaltra una
moratoria sulla produzione delle regole che lEuropa fabbrica contro se stessa. Sul caso Europa continuer a sostenere queste tesi a prescindere dalla situazione economica congiunturale. Attualizziamo. Prendiamo lenergia: noi
costruiamo il mercato perfetto Europa
su Europa. Ma intorno allEuropa si costruisce il monopolio perfetto. Scambiamo Gazprom per una normale corporation, ma Gazprom non una normale corporation, semmai una company nel senso storico e originario del
termine, qualcosa di simile a una nuova Compagnia delle Indie, strumento
che combina imperialismo e mercantilismo. E un ragionamento che ha gi
svolto nei giorni scorsi. Aggiunge: I
mercatisti ragionano in astratto. Pensano che il corso del mercato possa svilupparsi comunque linearmente e regolarmente, semmai con un intervento
dellantitrust che scrive a Gazprom una
lettera di questo tenore: Signori, vi
informiamo che in base a notizie in nostro possesso avete superato la quota
di mercato consentita e avete sessanta
giorni per risponderci. Credo che mettere in evidenza questa realt sia perfettamente compatibile con il pensiero
liberale classico. Ha anche in mente
delle soluzioni in merito? Le esprimer quando torniamo al governo. Dubito comunque che si possa proporre

ANNO XII NUMERO 32 - PAG III

IL FOGLIO QUOTIDIANO

MERCOLED 7 FEBBRAIO 2007

EI, IO SONO TREMONTI

blica. Proposte, spiegazioni e qualche ammissione


alla Russia uno spezzatino Gazprom
sul modello domestico dello spezzatino
Enel. A quelli che mi considerano colbertista, dico che lalternativa non tra
colbertismo e liberalismo (tra laltro il
colbertismo starebbe dalla parte russa), ma tra astrattismo e realismo.
Il tema quello del rapporto tra economia e politica in una fase di transizione. In Europa quanto possono fare i
governi e quanto le economie reali? Dice Tremonti: Ancora mezzo secolo fa i
vecchi stati facevano una parte importante delleconomia. Se erano stati autoritari una parte fondamentale. Adesso i governi non fanno leconomia, leconomia la fa leconomia. I governi nazionali possono fare solo due cose: garantire la stabilit sociale e finanziaria,
e fare la piattaforma su cui si sviluppano economia, lavoro, banche, societ,
credito, fisco. Poi c lEuropa. Manca
ancora la politica, se ci fosse la politica,
per esempio la spesa militare concentrata a livello comunitario, potrebbe
produrre due effetti essenziali: produrre identit europea, fare da leva allo
sviluppo industriale.
Tremonti di solito parla poco di Stati Uniti e anche nei suoi libri ne scrive
pochissimo. Spiega: Sono profondamente europeo e non cerco per forza
paradigmi esterni. Certamente amo
lAmerica, ma molti parlano fin troppo
dellAmerica forse per far dimenticare
quanto piaceva loro la Russia. E per
questo che c da noi una forma di idolatria americana. Lo si vede per esempio nella retorica sul Partito democra-

tico. In una recente intervista del dicembre 2006 ha pronunciato questa


frase: la guerra in Iraq dimostra che il
mercato non il passepartout per la
democrazia. Lo confermo: la democrazia non una commodity che si pu
esportare. Per esportare una merce a
proposito uso il linguaggio mercatista
non basta lofferta ci vuole anche la domanda. Solo trentanni fa in Europa le

I governi non fanno leconomia,


leconomia la fa leconomia. I
governi possono solo garantire la
stabilit sociale e finanziaria
democrazie erano pi eccezione che
regola: erano fuori dalla democrazia
Spagna, Portogallo, Grecia, mezza Germania e tutti i paesi dellest. Ancora
sessantanni fa noi eravamo nella barbarie meccanizzata del nazismo. La democrazia non si riduce alla meccanica
elettorale, si basa su elaborazioni pi
complesse, non si esporta e non si trapianta di colpo. Nel mondo arabo il
profilo dellevoluzione pu essere solo
quello della lunga durata. Lei ha anche sostenuto che lEuropa politicamente inerte? Significa che per sarebbe disposto a considerare la guerra
unopzione culturale ed economica?
Francamente no. LEuropa ha fatto ed
esportato fin troppe guerre. Oggi in Europa, lopzione della guerra come matrice di identit o come matrice di sviluppo non mi pare immaginabile. Cre-

do che la difesa dellidentit dellEuropa non possa passare per soluzioni


apocalittiche.

* * *
Il secondo capitolo di questa conversazione verte sulla politica italiana e
sulla politica economica. Nel 1997 Giulio Tremonti scrisse un libro intitolato
Lo Stato criminogeno. Nellanalisi
sullo stato criminogeno cera unintuizione felice del tutto minoritaria perch erroneamente considerata laterale
nel dibattito politico italiano. E cio
che la crisi politica del 1992-93 non fu
una crisi giudiziaria, se non nella fase
terminale. Nacque soprattutto dallabuso della spesa pubblica fatta in debito. Il libro sullo Stato criminogeno
essenzialmente un libro di diritto. Sulla fenomenologia giuridica, sullorgia
legislativa, sulla bulimia legislativa, sui
meccanismi di potere che si sviluppano
in queste forme. La moltiplicazione
delle regole come moltiplicazione del
potere politico e alla fine anche come
corruzione del sistema politico. Tacito:
Plurimae leges, corruptissima res publica. In questa analisi c un capitolo
sul debito pubblico. I debiti pubblici
non sono fatti finanziari, sono fatti politici. Sostenevo che la vita politica italiana divisa in due fasi, quella tra il
1948 e il 1971 e quella tra il 1971 e il
1992. Fino allinizio degli anni Settanta
lItalia non ha debito pubblico, e la spesa dunque davvero basata sul principio no taxation, without representa-

tion. Per conseguenza sulla spesa pubblica cera un reale controllo democratico. In questi termini la vita politica
italiana sana. Poi si rompe il meccanismo. Per migliorare la condizione sociale delle masse si parte con il deficit
spending. Il paese era in fase di potenziale crisi sociale. E il panorama che
Pasolini descrive parlando delle lucciole scomparse. Su questo impianto si
innesca una logica perversa, perch dopo la guerra del Kippur si alzano i tassi, inizia un fortissimo ciclo di inflazione, ma soprattutto il meccanismo politico e partitico che prende il sopravvento sfruttando la leva gratuita del debito pubblico: pi spendi, pi voti prendi; peggio spendi, pi preferenze prendi. Si alza la curva del debito e anche la
curva delle leggi, che aumentano. Segno della presenza crescente dello stato. Ci origina un ambiente oggettivamente criminogeno. Emerge una classe
politica che sviluppa i suoi progetti in
assenza dei vincoli imposti dalla realt.
In un regime di spesa e di azione pubblica finanziati a debito non ci sono limiti e non c responsabilit. Non un
problema finanziario, un modo di
pensare. Una gran parte del nostro ceto politico, ancora attivo, si formata in
quel tipo di ambiente e continua a ragionare nello stesso modo.
Prosegue Tremonti: Alla fine la
cambiale venuta a scadenza. Linsostenibilit del debito ha innescato un
processo di reazione irreversibile. La
politica ha dovuto fare ricorso alle tasse, e il popolo si rivoltato. E solo in

questo momento che interviene la magistratura. Adesso le cose sono molto


diverse. Un conto governare facendo
debito pubblico, altro conto governare avendo un debito pubblico eccessivo. C continuit tra la visione dellautore de Lo stato criminogeno, il
sostenitore della necessit di ridurre la
presenza dello stato, e lesperienza di
governo in cui da una parte, a un certo
punto, sembra diventare interventista
in economia (colbertista), e dallaltra,
riesce s a intervenire sulle tasse, con i
tagli allIrpef, ma non sulla spesa pubblica? La questione del mio interventismo in economia una vulgata. Tutto
nasceva dal fatto che avevo comprato
un libro su Colbert, notato sulla mia
scrivania da persone forse un po troppo curiose e fantasiose. Il colbertismo
di Tremonti viene tirato in ballo in questi giorni sulla questione della Cassa
depositi e prestiti come strumento di
neointerventismo statale. LEuropa
dice piena di Casse depositi e prestiti che operano sul mercato, strumenti misti tra pubblico e privato. La nostra
Cassa depositi e prestiti era totalmente
statale, lho trasformata in societ per
azioni, lho messa fuori dal perimetro
della pubblica amministrazione, ho fatto entrare soci privati, con un obiettivo:
privatizzare le Poste. Giusto o sbagliato
che fosse, questo era il mio disegno. La
storia delle privatizzazioni italiane
una storia lunga che passa per fasi, prima la trasformazione da enti pubblici
in societ per azioni, poi la progressiva
immissione degli asset sul mercato.
Questo era il mio disegno e non mi pare un disegno interventista. Tutto quello che sta facendo il governo Prodi o
che si sospetta voglia fare il governo
Prodi fuori da questo schema e comunque fuori dal mio disegno. Ci fu
un progetto attribuito a Tremonti e al
banchiere Guido Roberto Vitale relativo a un intervento pubblico in Fiat.
Durante la crisi della Fiat dallinterno
dellazienda e dallesterno si sono mossi molti operatori, sono stati prodotti e
sviluppati molti piani. Il governo li ha
ricevuti, non li ha mai sponsorizzati,
non li ha mai realizzati. E stato un bene per la Fiat, un bene per il paese e
anche per il governo. Quanto alla questione della spesa pubblica, Tremonti
osserva che nella congiuntura in cui si
trov a operare il governo Berlusconi,
lincremento della spesa non fu una
scelta: Non crebbe la spesa in valori
assoluti, ma in valori relativi, a causa
del pil basso. La crescita della spesa
pubblica rappresentata in rapporto al
pil, il prodotto interno lordo. Se il denominatore resta fermo, il numeratore
cresce automaticamente. Se il pil sta
fermo, non puoi dire alla gente: non ti
pago la pensione, non ti do le medicine,
oppure non ti pago lo stipendio e non
onoro debiti pregressi perch mi manca il pil. Se lo fai crei situazioni di crisi
sociale ed economica e quindi non migliori ma aggravi la situazione. Ci furono tre voci complicate. Cominciamo
con il pubblico impiego. Non ho sottoscritto il rinnovo dei contratti fatto nel
2002, ero assente da Roma per ragioni
gravi. Se fossi stato a Roma sarebbe andata diversamente. Ovviamente me ne
assumo comunque la responsabilit politica. Lo stesso vale per lulteriore rinnovo: non ero al governo. Spese e consumi intermedi: il primo esperimento
di taglio fatto con la prima Finanziaria
fu oggettivamente eccessivo. Tarato sulle grandi dimensioni, penalizz eccessivamente i piccoli fornitori. Laggiustamento successivo ha creato un effetto di rimbalzo sulla spesa pubblica. Infine, con la Finanziaria 2006, le cose sono state messe in linea. La terza voce
quella delle pensioni di invalidit. E

Col nostro governo la spesa


pubblica non crebbe in termini
assoluti, ma crebbe in valori relativi
rispetto al pil, che restava fermo
vero: cresciuta enormemente fuori da
ogni possibile controllo da parte del governo centrale per effetto del Titolo V
che ha dato alle regioni facolt di spendere senza il dovere di prendere con le
tasse i soldi necessari.
Era possibile cominciare la riforma
fiscale nel primo anno della legislatura? Nel 2001 il deficit italiano non era
allo 0,8 per cento come ipotizzato dal
centrosinistra. Secondo la Banca dItalia era al 2,9. LEuropa lo certific al 3,2.
La riforma fiscale ci avrebbe portato di
colpo al 5 per cento. In queste condizioni lItalia sarebbe stato il primo
grande paese europeo a prendere
learly warning con effetti disastrosi
per un governo come il nostro, un po
sotto osservazione. La nostra strategia
stata quella di tenerci sotto il 3 per cen-

to, mandando invece in fuori gioco per


primi Francia e Germania. Come giudica a distanza di quattro anni la linea
sulle sanzioni contro Francia e Germania? La linea fondamentalista era: il
Patto stupido ma va applicato, se no
salta tutto. Insomma: prima le sanzioni
e poi la revisione. A distanza di tempo
possiamo notare che la nostra scelta
politica stata pi intelligente. Il ciclo
economico ripartito, Germania e
Francia sono rientare nei parametri, in
parallelo il Patto stato riscritto. E in
questi nuovi termini niente saltato.
Sono stati pi europeisti gli europeisti
o siamo pi europeisti noi?.

* * *
La terza questione che affrontiamo
con Tremonti riguarda il suo rapporto
con il potere, sia rispetto alla politica,
sia rispetto ai soggetti economici. Che
cosa si considera, un leader politico,
un uomo di partito, un uomo di governo? Fino a qualche tempo fa, avrei
detto che mi considero un professore,
adesso non sono soltanto un professore Per gli sviluppi, ci vediamo tra
cinque anni. Tremonti ha le caratteristiche del solista di talento, una delle
specificit della destra italiana, una
classe dirigente frammentaria e individuale: nel complesso un certo numero di grandi anomali e di singole personalit. Osserva: In parte vero.
Per la mia parabola politica non tutta
ascendente la fase dellesclusione dal
governo, per esempio mi ha insegnato che la politica non si fa da soli, che
servono da una parte umilt, dallaltra
il lavoro insieme con gli altri. Adesso
sto lavorando dentro Forza Italia e con
gli alleati di Forza Italia e credo di fare abbastanza bene questo nuovo mestiere. Come si immagina il futuro del
centrodestra? Lipotesi alla quale lavoro la federazione. Identit e unit.
Mi sembra il miglior punto di mediazione tra le singole realt.
Tremonti un caso di difficile interpretazione rispetto al rapporto con le
lite. Dunque: visione intellettuale ari-

Non so se il Corriere sia cos


strategico politicamente. E il
Corriere. E il giornale che si legge
nella mia citt e nella mia famiglia
stocratica, estrazione sociale borghese,
cultura istituzionale maturata presto
diventa professore universitario a meno di trentanni e poi c lesperienza al
ministero delle Finanze infine relazioni professionali nellestablishment
economico finanziario, ma anche una
specie di spirito popolare che nello
schema classico italiano a quellestablishment lo contrappone. Pu spiegare come stanno veramente le cose?
Credo di avere ormai pi relazioni internazionali che nazionali. Diciamo che
dellestablishment valuto pi positivamente quelli che lavorano di quelli che
pensano o dicono di pensare. Tremonti non interviene quasi mai sugli scontri di potere economico e finanziario.
Fu il promotore della battaglia in
principio solitaria contro Antonio Fazio (i cui risultati, una forma di liberalizzazione implicita, si sono visti quando Fazio andato via con una ondata di
nuove concentrazioni in pochi mesi:
Abn-Antonveneta, Bnp-Bnl, Intesa-SanPaolo, Lombarda-Popolari Unite, Popolare di Verona e Novara-Popolare
italiana, Veneto Banca-Popolare di Intra). Ma non uno di quei politici che si
pongono lobiettivo di riformare a tavolino il capitalismo italiano. Perch?
Perch come ho premesso credo di conoscere le strutture reali del mercato,
nella sua forza e nella sua debolezza.
Comunque la battaglia contro la vecchia Banca dItalia non stata una battaglia intellettuale, non stata un conflitto sugli interessi, fu una battaglia politica pura. Gli effetti che si sono prodotti sul mercato sono stati un prodotto
del mercato stesso, la politica si limitata a crearne le condizioni. Per il resto Tremonti non fa commenti: n sulla
vasta offensiva di Giovanni Bazoli, che
ha una sponda naturale di rapporti e di
cultura economica in Romano Prodi,
n sulla visione alternativa di Cesare
Geronzi, n sui propositi di mediazione
di Massimo DAlema, e neppure sullo
scontro senza quartiere intorno a Telecom, Generali e Rcs. Solo del Corriere
della Sera parla concisamente. Dice:
Non so se sia cos strategico politicamente. Per me il Corriere. Alla fine
degli anni Ottanta mi chiesero di passare a scrivere per un altro giornale.
Dissi grazie no, perch il giornale che
si legge nella mia citt e nella mia famiglia. Un modo sentimentale (e tradizionalista) per dire no comment.

ANNO XII NUMERO 32 - PAG IV

IL FOGLIO QUOTIDIANO

MERCOLED 7 FEBBRAIO 2007

Il prof. Sicard ha deciso che non vuole soccombere allonnipotenza scientifica


(segue dalla prima pagina) Lo spiega lui stesso in
un libro del 2003 (La Mdecine sans le
corps, Plon). Dove analizza la pervasivit
di una Medicina maiuscola e potente, che
tutto pretende di indagare, curare, prevenire, ma che pu anche minacciare, punire, disumanizzare chi non le si affida in toto. Di questa medicina nemica delluomo
Sicard ha fatto nel 2005 personale, terribile esperienza. In quellanno, infatti, la prima delle sue tre figlie, Oriane Shevin, avvocato trentaquattrenne sposata con un
americano, madre di due figli e incinta di
un terzo, morta in California nel giro di
poche ore, a causa di uninfezione fulminante provocata dal batterio Clostridium
sordellii, dopo aver assunto la pillola abortiva Ru486. Di quel lutto e della pericolosit dellaborto chimico, spacciato per fa-

cile e sicuro e garantito come tale anche


dal Comitato da lui presieduto, Sicard non
ha scritto nulla sui giornali del proprio
paese, probabilmente perch non riuscito a superare la barriera protettiva attorno
a un brevetto farmacologico tutto francese.
Ha scritto per, senza citare in nessun modo la vicenda personale, agli Annals of
Pharmacotherapy e al New England Journal of Medicine, per sollecitare, con fredde
argomentazioni scientifiche, la prescrizione obbligatoria di antibiotici per tutte le
donne che abortiscono con la Ru486.
Verrebbe ora da chiedersi quanto abbiano pesato le circostanze della perdita della
figlia nelle recenti prese di posizione di Didier Sicard, se non fosse che, come si diceva allinizio, il professore non nuovo alla
politica dello spiazzamento. Per i trentanni

della legge Veil sullinterruzione volontaria


di gravidanza, per esempio unaltra gloria
francese esportata in larga parte dEuropa
pur ribadendo che tutti i discorsi pro-life
sono insopportabili per stupidit e cecit,
ha anche detto che 220.000 aborti in un anno (quelli che continuano a esserci in Francia, senza nessuna diminuzione in tre decenni, ndr) sono una ferita collettiva molto
pi importante di quanto non si creda. E
ha aggiunto: Tutto, in apparenza, diventato semplice. Le donne sono libere di interrompere la loro gravidanza in funzione
del loro solo desiderio. Il termine stesso di
questa interruzione stato portato a quattordici settimane, allo scopo di evitare situazioni insolubili legate alla scoperta tardiva della gravidanza. Ma forse questa
semplicit che continua a porre problemi.

Non nelleventualit di un contro-discorso


della societ contrario o colpevolizzante,
ma per questa ferita profonda e totalmente
censurata vissuta dalle donne.
Diffidare della semplicit, della facilit, dellaffidamento, questo s, cieco, alla
tecnica. E il motivo dominante degli interventi di Sicard, che lo affratella a un Jacques Testart, padre scientifico della prima
bambina in provetta francese, anche lui abbastanza addentro ai meccanismi della tecnoscienza per conoscerne e denunciarne le
pericolose lusinghe. Lo stesso campo della
medicina riproduttiva, secondo Sicard, non
inquieta come dovrebbe. E, questa, una
medicina che conferisce alluomo lillusione di aver conquistato la padronanza
della procreazione e dunque della continuit della propria specie. Unillusione che

dovrebbe darci le vertigini. E invece no.


Quello che accade, lamenta Sicard, che
nel dare per scontata la prestazione della
tecnica si mette in gioco un terzo, il figlio,
senza preoccuparsi veramente di lui, e dei
rischi che il concepimento in provetta comporta, anche se si finge che non sia cos. Cos, soccombendo allonnipotenza scientifica che ci incita a combattere la sterilit a
ogni costo, abbiamo la tendenza a dimenticarne il frutto. Siamo ben lontani dal bambino re. Oggi il desiderio degli adulti a essere sacralizzato. Parole chiare, com costume di Didier Sicard. Presidente di un
importante comitato che non ha paura di
ammettere che personalmente, tutto ci
che ho appreso in campo etico, lho appreso da personale non medico.
Nicoletta Tiliacos

I sopravvissuti
Nascita indegna, eugenetica
postmoderna e mito della
perfezione nella diagnosi prenatale
Secondo Bellieni nella diagnostica prenatale selettiva si muove
una sorta di handifobia: Una fobia vera
e propria verso levento duro e difficile
della malattia, del figlio malato, che rapidamente, invece di generare affetto e solidariet genera fuga e rimozione. Ma la dignit umana non si basa sul numero dei
cromosomi. Ogni genitore con figli disabili
allarmato da questa selezione pervasiva
alla nascita. Il genitore pu decidere di
fermare la vita del neonato se il bambino
sar affetto da nanismo o sar troppo alto
come Abramo Lincoln, affetto da sindrome
di Marfan. O se si scopre che sar sterile.
Stiamo assistendo alla giustificazione della selezione sulla base addirittura di anomalie dentarie del concepito o anche della caratteristica di una predisposizione per
la musica.
Veniamo alla diagnosi preimpianto, su
cui il professor Sicard ha gettato laccusa
di essere strumento eugenico. Siamo di
fronte non a una diagnosi fatta per curare,
ma per eliminare gli embrioni malati. Il
dibattito si sta oggi ponendo non sul fatto
se sia eticamente giusto selezionare degli
embrioni, ma su quali bisogna selezionare. C chi argomenta che corretto permettere laccesso alla diagnosi preimpianto solo per malattie ad alta gravit, altrimenti si rischia di cadere nel consumismo procreativo e altri spiegano che invece cos facendo si ledono la dignit dei
malati di quelle malattie, come la spina bifida, che si sentirebbero cos considerati
portatori di una vita non degna. Persino
laccesso alla selezione del sesso non dovrebbe essere vietata: Limportante, spiegano, che il sesso del nascituro venga
scelto per bilanciare il sesso dei figli
preesistenti, e non per scegliere il sesso
del primo figlio.
Si impone dunque, attraverso un neologismo terribile, quella che stata definita
la generazione di sopravvissuti: Il bambino parte con il peso di chi sa che la norma concepire per soddisfare un bisogno.
E di chi sa che se non fosse stato adatto
sarebbe forse stato respinto prima di nascere. Uno sconsolato Pierre Maroteaux,
il maggior studioso mondiale di nanismo
che nel suo jaccuse si domandava se i
soggetti di bassa statura hanno ancora diritto di vivere.
Giulio Meotti

(segue dalla prima pagina)

Sesso la carte
Per ora si interviene scegliendo
lembrione giusto, ma presto
si modificher il seme maschile
(segue dalla prima pagina) Quello che vogliono
pi spesso un maschio (in Cina, si sa, per
via di questa preferenza mancano parecchi milioni di bambine e nel giro di quindici anni ci sar uneccedenza di trenta
milioni di maschi), ed in effetti questa
lunica preoccupazione etica dei medici:
Che la selezione del sesso solo perch i
genitori la vogliono, senza ragioni mediche, possa incoraggiare pratiche discriminatorie, come sta scritto in un editoriale
sul giornale dellAmerican College of Obstetricians and Gynecologist. Cio si teme
di diventare sessisti, ma non di praticare
allegramente leugenetica e scegliersi la
societ umana che si preferisce, escludendo in maniera sistematica quel che non si
desidera. Il fatto , dicono, che gli scienziati stanno gi mettendo a punto una nuova tecnica, per ora sperimentale, che potrebbe garantire ottime percentuali di riuscita nella determinazione del sesso del
bambino senza toccare lembrione, ma soltanto selezionando il seme. Cio: visto che
il seme e non lovulo che decide se il
bambino sar maschio o femmina, bisogna
semplicemente modificare le cellule dello sperma (che di solito sono perfettamente bilanciate, maschili e femminili): rinforzare le cellule maschio, o viceversa a seconda dei desideri. Seme arricchito, lo
chiamano, e larricchimento costa circa
seimila dollari. Novantuno per cento di
successo in caso si desideri una femmina,
settantasei se si vuole un maschio. Si chiama MicroSort, una conquista scientifica da applaudire, e gli scienziati che la
stanno applicando in una clinica della fertilit in Virginia spiegano che, per carit,
accettano solo persone con disordini genetici o con necessit, appunto, di bilanciamento familiare: cio non per i primi figli. Dal secondo in poi, per variare, per bilanciare. Anche se qualcuno dice che comunque sarebbe ragionevole usare la
scelta del sesso, non invasiva e che non
comporta lo scarto degli embrioni sbagliati, almeno per il figlio unico. In modo da
essere certi di non fallire. E la famiglia su
misura, quella magnifica nelle foto davanti allalbero di Natale, quella capace di
soddisfare tutti i gusti, tutte le esigenze:
adesso il fiocco rosa o azzurro, tra unora
qualche altra caratteristica utile per un
perfetto bilanciamento familiare.
Annalena Benini

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