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VECCHIO
Emilio Gallo
IL LIBRO MALEDETTO
Almeno!
La scoperta di quel giorno cambi il corso degli eventi.
Dobbiamo far notare che Pueblo Viejo (Paese Vecchio) era un paese
dimenticato dagli uomini e da Dio. L unica strada per arrivarci era una vecchia
via mulattiera tracciata nei tempi dei conquistadores. conosciuta da tutti nel
secolo scorso come passaggio obbligato per attraversare la frontiera, agli inizi
di questo secolo poco a poco era passata nel dimenticatoio dei pianificatori di
autostrade ed aeroporti. Furono dei padri missionari che costruirono la chiesa e
la biblioteca. Questa nacque con laccumularsi dei libri degli stessi missionari e
a quelli dei viandanti premurosi che li lasciavano in donazione. Con la
costruzione della scuola il flusso dei libri e materiale letterario divenne regolare,
ma tardavano ad arrivare. Sempre cera un volontario (fra cui Pietro) che
andava al capoluogo regionale per portarne di nuovi.
Non tutti avevano dimenticato Pueblo Viejo (non cera sulla mappa). Dio si
ricordava ogni tanto al mandare i suoi sacerdoti a predicare il vangelo.
Non cera radio, non cera televisione. Solo i giornali arretrati ed i libri
mantenevano il contatto con la civilt.
Quel giorno Pietro decise di mettere ordine nello scaffale pi antico della
biblioteca, quandolo vide.
Nascosto, come se non volesse mostrarsi agli occhi indiscreti del pubblico
stava un libro. Il Libro.
Pieno di polvere. Non era stato letto da anni. Lo spolver con estrema cura e
delicatezza. Lesse il titolo o piuttosto cerc di leggerlo. Non riusciva a capire i
caratteri strani stampati sul dorso e sulla copertina.
Il grado di istruzione di Pietro arrivava fino alla quinta elementare, quindi non
era in grado di decifrare quegli strani caratteri che aveva davanti. Consult il
catalogo. Il Libro non compariva nellinventario. Chiese al bibliotecario. Costui
non sapeva della sua esistenza e purtroppo aveva lo stesso grado distruzione
di Pietro. Aveva avuto il posto non per merito ma per raccomandazione politica.
Il giovane port Il Libro a casa. Cerc fra i suoi duemila volumi per vedere se
trovava qualcosa rassomigliante. Invano!
Lo mostr agli amici. Nessuno sapeva. Lunico in grado di svelare il mistero del
Libro sarebbe stato il parroco
Ma costui era morto il mese prima ed il suo successore, sebbene Dio lo aveva
spedito via espresso, non era ancora arrivato.
La notizia si sparse in un baleno: Pietro aveva un libro stampato con strani
caratteri che nessuno sapeva decifrare.
A Pueblo Viejo le persone pi importanti e rispettate erano tre: Il sindaco, il
parroco e lo stregone. Questultimo faceva da taumaturgo, faccendiere e
naturalmente parlava con laldil. I paesani, nonostante la presenza di quattro
medici, andavano a consulta con lui e facevano quattro chiacchiere con gli
antenati.
Non si poteva concepire la vita a Pueblo Viejo senza lo stregone.
Naturalmente la notizia del Libro, con L maiuscola come ga lo denominavano,
arriv alle sue orecchie.
Voleva vederlo. And a casa di Pietro.
Cos ebbe inizio la fine.
Il Libro con L maiuscola si trasform dalla notte al mattino nel Libro Maledetto
con L ed M maiuscole.
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Mai nel paese un funerale era stato tanto suntuoso. Mai i dolenti furono tanti.
Vollero punire il colpevole .Ma il vecchio stregone, aiutato dagli spiriti, era
scomparso. Molti dissero che Satana se lera portato in un altro paese.
Quella notte il parroco, ripensando i successi del giorno, con amara irona
constatava che le fiamme di Troia, a distanza di secoli, mietevano ancora
vittime innocenti.
Il paese non arrivava alle cinquemila anime. Tutti gli abitanti si dedicavano a
coltivare la terra e lo facevano con tale devozione che da lontano il posto
sembrava un giardino degno dell Eden.Solo le case con i loro tetti rossi
contrastavano con tanto verde e largenteo fiume.Naturalmente, laccoglienza
fu calorosa
Tutti erano contenti di vedere un professore di letteratura cos giovane. I suoi
colleghi, in verit, aspettavano un uomo anziano vicino allet della pensione.
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Nessuno accettava una nomina tanto lontano dalla citt capitale dove si poteva
fare una carriera pi brillante. Let media dei professori era di 60 anni; Roberto
ne aveva 27. Lo stupore fu enorme.
Dopo il ricevimento , si install nella casa che il municipio gli cedette grazie alla
nomina ottenuta. La casa sorgeva su un promontorio vicino al fiume, appena
fuori paese. Non troppo lontano. In cinque minuti poteva arrivare camminando a
scuola. Una sola cosa not ed incominci ad inquietarlo: lubicazione della
casa.Troppo vicina al fiume, il suo fiume: lEfrates.
La vita trascorreva dolce e serena tra le sue lezioni, le chiacchiere dei contadini
amici intorno ai fal e la lettura dei suoi libri preferiti a casa. Ma la
preoccupazione inziale incominci, di nuovo, a creargli una leggera angoscia.
Ogni volta che tornava a casa, prima di entrare, contemplava il fiume ,il suo
fiume: lEfrates.
Vedeva la sua argentea placidit alla luce della luna. Sentiva come le sue
acque serene gli entrassero nelle vene e lo cullassero fino a quando non si
addormentava. Ma linquietudine rimaneva. Parl dei suoi timori con i contadini.
Questi lo tranquillizzarono. Dalla fondazione del paese il fiume non era stato
fonte di alcuna preoccupazione. Tutti lo amavano Fertilizzava i campi in modo
incredibile. Permetteva di fare due raccolti lanno. La prosperit del paese
dipendeva esclusivamente dal fiume. Nessuno ricordava che avesse mai rotto
gli argini. Per questa ragione, tutte le case, ad eccezione della Chiesa e della
scuola, erano costruite vicino alla riva. Ne domand il nome. Nessuno seppe
dirglielo.
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Abbracci e baci ardentemente il professore che, timido per natura, non senza
poche difficolt, la fece sua.
Quella sera lEfrates cull il sonno di due anime innocenti che avevano
scoperto lamore. Decisero di sposarsi durante la prossima festa patronale.
Mancava un mese.
Il fidanzamento di Roberto ed Angela fu accolto come una benedizione da tutti
gli abitanti della valle. Inmediatamente incominciarono i preparativi. Tutto il
paese si era autoinvitato.
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JUTIRLA
(Nomina non consecuentia rerum sunt)
Mi scuso con gli amanti del latino ma la frase corretta Nomina consecuentia
rerum sunt.
Si chiamava Jutirla.
Lui stesso, molte volte, si domand quale fosse il significato del suo nome.
Perch quello e non un atro? Per colmo di male di genere femminile. Sentiva
sempre imbarazzo, quando obbligato a presentarsi, sussurava il suo nome .Per
questa ragione si presentava come J. Perez. Tanta era lostinazione nel
nascondere il proprio nome dietro la lettera J che molti lo avevano
soprannominatoluomo Jota.
Era successo che al momento della sua nascita, i suoi genitori, stanchi di porre
nomi comuni ai loro figli (Jutirla era lultimo di dodici), sorteggiarono le sette
lettere con quali avevano deciso di battezzare lultimo nato. Risultato: Jutirla.
Il nome piacque ai suoi genitori per il modo in cui si pronunciava. Lontano erano
dallimmaginare i problemi senza fine che quel nome cos strano ed originale
avrebbe creato al piccolo neonato.
Durante linfanzia non ebbe problemi. Tutti lo consideravano qualcosa di tenero
ed originale. Il bambino era molto vivace. La sua curiosit insaziabile. Jutirla
osservava i suoi fratelli studiare ed era affascinato dai loro libri.
Il padre lo not.
Con amore e pazienza spiegava al pargolo il significato delle fotografe, disegni
e lettere. La semenza diede buoni frutti.
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Maria Cisneros, dai profondi occhi verdi e corpo elegante, stava cercando la
nuova ubicazione dellaula di chirurga. Lei domand. Lui laccompagn. Nel
breve
tempo
che
dur
la
camminata
due
giovani
simpatizzarono
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Allestero era considerato come uno dei chirurghi pi preparati ed audaci nel
suo campo. Operava quando gli altri davano il caso per perso.Trapiantava cuori
come se stesse cambiando i pistoni della sua macchina.Pubblicava libri.
Teneva conferenze.
Diede alla clinica Curatrix, dove lavorava, una fama internazionale. Si
manteneva aggiornato su tutto ci che riguardava la chirurga cardiovascolare.
Con la sua esperienza apport nuove conoscenze.
Luomo J aveva trionfato. Ma non del tutto!
Un giorno fece unosservazione a Mara, che non aveva partecipato ad un
seminario da lui condotto.
Gli insulti non detti ai tempi della separazione emersero a fior di pelle. La
peggiore offesa fu pronunciata da Mara.- Va a fare Jutirlinate da un altra
parte.Jutirla zitt.
Lantica ferita si era aperta. In unattimo intorno a lui vide il deserto.
Quando il corso degli umani eventi decide della vita di un uomo doloroso.
Loffesa di Mara Cisneros, adesso nemica giurata, gli diede la soluzione:
sarebbe andato a fare Jutirlinate da unaltra parte. Alea iacta est.
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cadeva, sembrava
che
non dovesse
mai
smettere.
Il bollettino
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Ana e Jos erano un p sconcertati dal fatto che la loro semplice presenza
avesse creato tanto timore nel paese. Confonderli con degli zingari e per giunta
criminali. Era il colmo. Risero della mentalit paesana. Fecero lamore.
Ana pi intensamente di Jos. Lei non sapeva , ma lo avrebbe fatto per lultima
volta.
Il telegiornale della sera precipit gli eventi. Lannunciatore disse che i due
zingari erano stati visti nei pressi della frontiera e che si dirigevano verso il
paese.
I pi agitati, in totale 20 persone, decisero di agire, pu per timore che per
coraggio. Andarono al posto di poliza. Simn non era ancora tornato. Loro
stessi avrebbero fatto giustizia (la decisione fu unanime).Si diressero
allalbergo.
La pioggia cadeva a dirotto. Il bollettino metereologico dava pioggia anche per il
giorno successivo.
Nellalbergo i giovani dormivano il sonno dellamore. Non ebbero tempo di
svegliarsi. Dal sonno dellamore passarono al sonno della morte.
Simn Andrade, capo della polica, ritorn un p tardi, molto tardi. Non gli
rimase che constatare la morte della coppia. Inutile cercare i colpevoli :
nessuno aveva visto, nessuno aveva sentito.
iovani e le stavano velando sotto la Pala che rappresentava una Vergine nera
con un bambino bianco nel suo grembo. Nuda, la vergine. Nudo, il bambino.
Mai un funerale fu cos sontuoso, nonostante la persitente pioggia .
Sembrava che Do piangesse. Il giorno dopo sulla scrivana di Simn Andrade
cera il seguente bollettino, in seguito trasmesso per radio e riportato dai giornali
:
Avevano catturato i due zingari, che, poi ,non risultarono essere tali. Erano
semplicemente due genitori angosciati ,che fuggivano insieme ai figlioletti dalla
tiranna dei nonni. Nonni che li avevano denunciati facendoli apparire come
zingari.
.
Tutti accorsero alla capella del monastero o meglio nel refettorio trasformato
per loccasione. I monaci avevano riscattato le salme dei due giovani e le
stavano velando sotto la Pala che rappresentava una Vergine nera con un
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bambino bianco nel suo grembo. Nuda, la vergine. Nudo, il bambino. Mai un
funerale f cos suntuoso, nonostante la persitente pioggia .
Sembrava che Do piangeva.
nico dolente sincero fra tutti i presenti.
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A.A.A. CERCASI
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I suoi rapporti con le paesane erano pressoch inesistenti. Non ebbe successo
neanche nella ricerca di una semplice domestica. Semplicemente la fauna
femminile aveva paura delle sue apparenti pazze. Fu per questo motivo che
aveva deciso di porre lavviso economico sul giornale della capitale
Solo aveva bisogno di una domestica.
Quando i paesani lessero lannuncio, risero di lui. La consideravano una pazza
in pi.
Maria Urbano non pensava pi a Paese Vecchio, n a quelluomo sconosciuto
che aveva bisogno di una giovane domestica. Quella sera, di ritorno a casa,
trov sul pavimento la lettera
La posta era in ritardo di quindici giorni, ma, rispetto alla media dei
ritardi,normalmente di due o tre mesi, quella era una fortuna inaspettata
Efran aveva risposto immediatamente. Nella missiva le spiegava come
arrivare a Paese Vecchio.
Era semplice.
Bisognava prendere un aereo fino ad una conosciuta citt della frontiera e poi
prendere un autobus che lavrebbe condotta a destinazione .
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Efran Urbano si sorprese per i bei versi. Era la prima volta che lo faceva.
Lamore trov il posto che gli spettava.
Maria Urbano decise di restare. Voleva aiutare a vivere questuomo solitario
che cercava una giovane domestica
Domand ad Efran il perch dellavviso economico. Lui stesso non seppe
spiegarsi bene. Sempre era stato solo, nonostante tutti gli sforzi che aveva fatto
per trovare una compagna .C era qualcosa che si interponeva fra lui e Paese
Vecchio che non riusci va a capire e che lo manteneva isolato.
Maria Urbano, dopo una settimana, cap il perch.
Glielo fece intendere Paese Vecchio.
La presenza della giovane domestica cre invidia nel paese.
Soprattutto tra le donne
Adesso tutte volevano essere la domestica di Efran. Volevano allontanare
lintrusa con la cui bellezza non volevano confrontarsi.
Ma anche tra gli uomini.
Tutti volevano strappare ad Efran quella bellezza dagli occhi color caff e dal
corpo aggraziato.
Le donne le raccontavano le cose pi strampalate sul conto di Efran. Volevano
degradarlo ai suo occhi. Gli uomini, sfrontatamente le offrivano mari e
montagne. Volevano che abbandonasse Efran.
Maria reag con larma che pi duole a tutti : lindifferenza.
Ci furono cambiamenti in Efran.
Per consiglio di Maria, non declamava pi versi : li scriveva. Distinse i propri
dagli altri. In meno di quindici giorni compose cinquanta poese. Le altre, quelle
non sue, le trascriveva ugualmente.
Efran non era pi solo.
Paese Vecchio lo not ed aspettava.
Aspettava la luna piena!
Come abbiamo detto, la luna piena faceva si che Efran declamasse o, meglio,
urlasse i suoi versi. A Mara avevano detto che si trasformava in un uomo lupo
che ululava alla luna.
La luna piena arriv.
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Efran non resistette alla tentazione. Usc nel patio a declamare versi. I suoi
strilli acuti spaventarono due gatti sul tetto ardente.
Non solo i gatti.
Maria Urbano si svegli col batticuore. Usc nel patio. Non poteva controllare il
lupo mannaro. Ci riusc con lunica arma a sua disposizione: lamore.
Abbracci e baci con forza il lupo mannaro , lo abbracci e lo port dentro.
Lamore fu ardente.
I due gatti ritornarono sul tetto..
La prossima luna piena, sarebbe stata la loro luna di miele.
Maria Urbano aveva trionfato. Paese Vecchio era stato sconfitto.
Durante lanno Efran Urbano pubblic il suo primo libro di versi. Il successo fu
folgorante. Ora il suo nome era conosciuto ed ammirato in tutto il paese e
anche allestero. Il negozio di elettrodomestici fu chiuso. Paese Vecchio si
vanagloriava perch fra i suoi abitanti cera un poeta famoso.
capitale
aveva
pubblicato
un
avviso
economico.
Ancora
oggi
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WACHAU
Wachau era uno dei pochi fortunati mortali che poteva vederla e continuare
con vita.
Il nostro homo civicus avrebbe detto che era dotato di poteri paranormali molto
sviluppati.
Il nostro homo indianus lo considerava ,invece, benedetto dagli Dei che gli
avevano dato in dono un potere meraviglioso : vedere ci che agli altri era
normalmente proibito e concesso solo nei brevi momenti prima di morire.
Wachau aveva visto per la prima volta la bellsima donna allet di cinque anni,
in occasione della morte di suo nonno, dal quale aveva eredidato il proprio
nome. Quando la vide, le and incontro correndo, ma il freddo che la
circondava fren la sua corsa.
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Le parl.
Il dialogo fu breve.
-
Chi sei?-
-Sono io.-
La bella e fredda donna sorrise al piccolo indgeno per la sua audacia nel fare
domande. Con voce materna gli spieg :
-
No, piccolo mio, ancora non arrivata la tua ora. Sono venuta per tuo
nonno Wachau. Ha gi compiuto i suoi doveri di questo mondo.-
Dove lo porti? Io gli voglio molto bene. Non fargli del male.-
Lo porto alleterna dimora e,in quel posto, non gli sar fatto alcun male.
Da oggi, ti prometto che mi vedrai ogni volta che verr a cercare uno dei
tuoi. Non ti avvicinare per troppo a me e non toccarmi mai,anche solo
per sbaglio, perch mi vedr costretta a portarti via con me, anche contro
la mia volont.
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Vag per tre giorni e tre notti. Il quarto giorno arriv ad un villaggio di indigeni
Pemones.
Moriva di fame !
Come una tigre famelica si precipit sul cibo posto sulla brace.
Come una tigre lo braccarono.
Il pronto intervento di un padre missionario gli salv la vita.
Gli diedero da mangiare. Divor tutto quello che pot.
Durante il fiero pasto il sacerdote non smetteva di parlargli. Whachau non
capiva. Il Pemn era una lingua strana. Solo ascoltava strani suoni ed
inflessioni gutturali. Ripetute volte ascolt lo stesso suono accompagnato dallo
stesso gesticolare. Il sacerdote voleva sapere a quale tribu appartenesse cos
avrebbe potuto aiutarlo a ritornare.
Disse il suo nome: Wachau.
Nessuno aveva mai sentito parlare della sua tribu. Il sacerdote prese sotto la
sua protezione lindigeno che si integr subito nel nuovo ambiente.
Cosa fai qui? Questo non il tuo posto. Perch ti sei portato via il mio
villaggio ? Per quelle persone non era ancora arrivata la loro ora,
specialmente i bambini.-
Come stai piccolo mio ? Vedo che hai fatto progressi.- Replic lei,
educata e gentile.
Perch sono qui ? Vengo a cercare una paziente indigena che si trova
nella stanza sul fondo. Non solo la tua tribu crede in me. Ce ne sono
altre. Perch mi sono portato via il tuo villaggio ? Non volevo farlo. Anche
a me i bambini causarono dolore. Ma se ben ricordi fu madre natura che
decise per me. Chiedo scusa per il dolore che ti ho arrecato.-
Le diede il passo. Pot osservare sul suo viso un sorriso di ringraziamento che
lui ricambi.
Il tempo trascorse senza alcun incidente. Wachau e Belkis, circondati dai nipoti,
non chiedevano altro alla vita.
Accadde una notte.
Lattacco di cuore di Belkis, non diede tempo per alcun intervento. Wachau,
disperato, si stava togliendo la vita. Quando..
La bella e fredda donna apparve in un lampo che inond la stanza dei coniugi.
Wachau la vide come lultima speranza.
- Non ti chiedo di cambiare niente. Solo voglio essere portato via insieme a lei.Dicendo questo, and incontro alla bella fredda donna e la baci. Costei, suo
malgrado, accompagn i due coniugi alleterna dimora.
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LAURA
in atto
materno,con la mano sostiene il suo seno destro e con le dita il capezzolo rosa
e turgido in attesa della bocca del bambino da allattare. Le gambe, leggermente
incrociate, promettono la cima del cielo.
Alla sinistra della Vergine c una sorgente di acque cristalline. Un tenue colore
azzurro accentuava ancora di pi la sensualit della madre senza bambino. S,
il grembo preparato per accoglierlo e allattarlo vuoto.
La rappresentazione cos reale da far sembrare che le acque stiano per
straripare e la Vergine parlare.
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Agli inizi del secolo scorso, il parroco di turno aveva commissionato a un pittore,
del quale non si conosce il nome, la decorazione dellaltare Maggiore.
Laura, donna di eccezzionale bellezza (solo il suo nome registrato), serv da
modella
Pittore e modella lavorarono in una grotta. Questa era stata scoperta dalla
giovane su una montagna vicina La sorgente di acque cristalline, la tenue luce
azzurra, le rocce offrivano un fondo magico e romantico insieme
Laura convinse il pittore a trasferisrsi sul posto e lavorare l. Lei stessa insistette
nel posare nuda seduta sulle rocce.
Laria dai riflessi azzurri ,cos tiepida e accogliente, invitava alla tentazione ed al
peccato..
Tentazione ci fu.
Ma non il peccato!
Le sedute di lavoro duravano due ore al giorno. Trascorso questo tempo
entrambi ritornavano al paese.
Il decoro prima di tutto.
Laura conosceva molto bene i paesani. La sua reputazione poteva essere
compromessa
Per la tela era diverso : i paesani vi avrebbero visto la Vergine,non lei.
Cos ragionava Laura.
Il pittore anonimo ragionava in modo dverso
Appena laveva vista nuda, seduta sulle rocce, fin dal primo giorno si era
innamorato
Ma era timido.
La tentazione era davanti a lui. Ma il timore di un rifiuto lo frenava.
Non sarebbe stato cos per molto, per !
Quel giorno erano terminate le sedute di lavoro. Solo mancava di dipingere il
bambino.
-
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Laura cedette allamore del pittore ma, mentre stava scendendo,scivol e colp
la testa sulle rocce. La morte fu istantanea . Dopo tre giorni i paesani trovarono
la tela. Copriva pietosamente il corpo esanime.
Del pittore anonimo non si seppe pi nulla. Era scomparso.
La tela, nonostante le proteste del parroco, fu messa sullaltare Maggiore. Mai
si era vista una Vergine cos sensuale e provocante : nuda, seduta sulle rocce,
a sostenere un bambino che non cera. Furor populi, voluntas populi.
Qui finiscono le cronache della chiesa. Qui comincia la leggenda.
Trascorso un mese dai tristi avvenimenti, lanima in pena della giovane modella
fu vista nel paese.
Era notte di luna piena.
Nuda, circondata da una tenue luce azzurra, Laura attraversava il paese,
entrava in chiesa, contemplava a lungo la sua immagine , usciva e scompariva
misteriosamente nella grotta.
In poco tempo tutti gli abitanti del paese la videro.
Tutti meno uno.
Il sacerdote non riusciva a convincere il paese della fatuit delle apparizioni. Nel
frattempo il culto alla nuova Vergine oltrepassava le frontiere del paese e della
valle.
Accadde un Venerd Santo.
La messa cantata era al suo apogeo.
Silenzio.
Il sacerdote invit i fedeli a recitare il padrenostro. Ma, non si sa per quale
motivo, allimprovviso il sapore del pane della preghiera si mischi con un coro
invisibile, che intonava un De profundis e molti udirono una voce profonda che
usciva dalla pala dellaltare Maggiore:
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Poco immaginava il suo tragico destino, Laura Montenegro quando quel giorno
di primavera arriv al paese.
Studentessa di archeologia, le avevano assegnato una tesi di laurea proprio
sulla nostra candida e misteriosa chiesa.
Di eccezionale bellezza, turb la vista ,e non solo la vista, a non pochi paesani.
Entr nel tempio.
Rimase affascinata dalla rappresentazione della pala dellaltare Maggiore.
Vedere se stessa e vedere la Vergine fu un tuttuno. Lunica differenza rispetto
allimmagine era che lei, Laura, era vestita.
I pochi fedeli presenti, attoniti, notarono la rassomiglianza.
Tutti, meno uno.
Il sacerdote ruppe lincanto magico della muta contemplazione.
-
Laura Montenegro scese dai gradini dell altare Maggiore, si present al padre
Jorge Colmenares e gli spieg il motivo della sua visita. Il sacerdote le
consegn una copia delle cronache della chiesa.
-
Il Signore, nellalto della cupola, stava parlando con Ela e non prest
attenzione alla preghiera del suo servo.
Laffresco della cupola rappresentava il Signore riunito in assemblea con tutti i
suoi profeti. Naturalmente il suo autore ne era stato il pittore anonimo.
Franco Grisanti stava traducendo alcuni versi di Virgilio : Speluncam Dido dux
et Troianus eandem deveniunt...
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Buon giorno.-
Amore a prima vista ? Bene, se non lo era, la passione a prima vista li avvicin.
Franco le fece vedere documenti, piani, manoscritti Le raccont aneddoti ,
tradizioni, costumi.
Parl anche degli scavi fatti per indagare il mistero delle antichissime origini
dellintero complesso. Scavi che, per, non avevano dato risposte certe.
Laura chiese informazione sulla Pala dellaltare Maggiore .
-
Quella mattina di Venerd Santo, Laura decise di andare sola alla grotta. Lo
considerava un pellegrinaggio in omaggio allillustre vittima rappresentata nella
Pala dellaltare Maggiore.
Nuda, seduta
sulle
rocce,
con gli
occhi
chiusi
ne
fece
rivivere
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Mancavano tredici giorni alla Befana. Avrebbe pensato a qualcosa che avrebbe
fatto cambiare idea ai bambini: Emilio e Fabio, di otto e sette anni
rispettivamente.
La loro et rispecchiava i terremoti che erano.
I bambini andarono a letto contenti.
Nestor non riusciva a prendere sonno. Non trovava alcuna soluzione al
problema.
Decise di uscire.
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Laria fredda della notte lo schiaffeggi in pieno volto. Deambul senza una
meta fissa. In alcune case ancora festeggiavano il Natale. Senza accorgersi
arriv davanti alla chiesa.
Era chiusa.
Sulla facciata della chiesa cera una nicchia dove era situata una statua della
Vergine con il Bambino. I suoi occhi si posarono sulla sacra immagine. Dal
profondo dellanima usc una preghiera:
-
Signora ,aiutatemi.-
Il giovane meccanico, con timore e stupore, not che la fredda statua prese
vita, si mosse eparl:
-
Lei sorrise.
Loro la presero per mano.
Nestor lasci fare.
La sconosciuta era il vivo ritratto di Mara, eccetto per la pelle color caff come
quello degli occhi. Quando si scambiarono il segno della pace, Nestor, per brevi
secondi, trattenne la sua mano. Lei, caldamente strinse la sua e lo gratific con
un sorriso. I bambini la baciarono.
Ite, missa est. Dominus vobiscum.
La messa era finita.
Berta Maldonado era arrivata da sei giorni nel paese. Cercava lavoro come
cuoca. Nestor glielo offr. Avrebbe potuto cominciare quel giorno stesso
preparando il pranzo.
Lei accett.
Durante il cammino verso casa il giovane meccanico la prese per mano. Emilio
e Fabio alternavano con laltra.
Lui, involontariamente, strinse.
Lei, caldamente, rispose.
Cupido li aveva attraversati da cuore a cuore, bambini di mezzo.
Il miracolo incominciava.
Berta, allentrare in casa, si comport come padrona e signora.
Mand il padre e i bambini nel salotto. Lorrore della cucina scomparve in un
ora, e i profumi del pane del padrenostro svegliarono la fame. Come buona
madre fren i bambini. Come buona moglie cacci il marito dalla cucina.
-
Lordine fu imperativo.
Tutti obbedirono : nessuno voleva incorrere nellira del dito indice.
Berta Maldonado aveva pensato di rimanere nel paese non pi di due mesi. Era
il suo costume. Cambiava con frequenza residenza. Ma quando serv i piatti,
sent che la piccola famiglia era la sua famiglia.
Decise di rimanere.
Il miracolo si era appena compiuto.
Appena!
Durante il pranzo, i bambini, da bravi terremoti, ne fecero delle loro.
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P.S.: La carta non ritorn al mittente. Anche se non lo crederete, arriv al suo
destinatario.. L fu gestito il miracolo che sarebbe culminato nel giorno della
Befana.
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I quattro amici in occasione della loro cena annuale, usanza inveterata che nel
paese consideravano una tradizione, si riunirono alle Streghe di Macbeth.
La riunione si celebrava ogni 31 ottobre ,ormai da qui ndici anni.
In paese, quel giorno, cessava qualunque attivit, importante o meno che fosse,
in attesa che dai quattro punti cardinali della repubblica i quattro uomini
arrivassero.
I quattro prendevano alloggio in un albergo con annessa trattoria chiamata le
Streghe di Macbeth. Portavano come segno distintivo un cappello e una
cappa nera. Sul collo della cappa bordata in lettere bianche la parola MORS ,
morte in latino.
Nel paese li avevano soprannominati i quattro gentiluomini dellApocalissi (Non i
cavalieri perch non portavano alcuna calamit).
Arrivavano a distanza di cinque minuti uno dallaltro (Questo fu cronometrato).
Il secondo arrivato era ricevuto con una leggera inclinazione della testa ed il
cappello nero portato allaltezza del petto.
Si sedevano sempre allo stesso posto e allo stesso tavolo. Poi chiedevano del
vino rosso ed una cena luculliana.
La celebrazione durava fino allalba.
Appena il sole sorgeva, andavano al cimitero, salutavano maestosamente i
morti, ritornavano a pranzare, riposavano e partivano ognuno con diverso
destino fino alla prossima riunione fra un anno.
Vediamo di conoscere da vicino i quattro gentiluomini dellApocalissi ed il
perch di tutto quello che abbiamo descritto.
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Poi, con un sorriso sulle labbra, parl:- Vi aspetto questa notte, a mezzanotte,
nel cimitero. Non mancate.
In seguito, si alz, mise la sedia al suo posto ed usc dalla trattoria.
I quattro domandarono alloste chi fosse la giovane vestita di azzurro che era
appena uscita
Loste li guard incredulo. Nessuno era entrato dopo di loro.
Gli mostrano la sedia.
Quale sedia? Il locale era affollato.
I paesani, pur di vederli, riempivano il ristorante cinque minuti prima del loro
arrivo.
Non insistettero.
-
Oscar alz il suo bicchiere di vino e tutti i presenti risposero al suo brindisi.
Quando uscirono, Mario not che una delle Streghe di Macbeth gli stava
facendo locchiolino.
Sar il vino, pens.
Non era il vino!
Attraversarono il paese. Leco dei loro passi sul seciato li oltrepass.
Un altro gufo apparve e fece sentire il suo canto. Uuhh, uuhh, uuhh.
-
Il giorno delle nozze usc presto dalla sua casa per venirmi a prendere.
Non arriv.
Scomparve nel bosco. Non si seppe pi nulla di lui.
Non solo scomparve lui, ma anche il suo seguito.
Il mio cuore non sopport il dolore ed una settimana dopo questa tomba
ricevette il mio corpo.
Nella mia nuova vita lho incontrato insieme al suo seguito. Una
cinquantina in tutti. Non ho potuto abbracciarlo. Ogni volta che ho
tentato, svaniva.
Mi raccont quello che gli era sucesso: mentre attraversavano il bosco
uno slittamento di rocce li seppell e fino a quando
saranno trovate, non lo potr abbracciare.I singhiozzi si unirono al canto dei gufi. Uuhh, uuuu.
- Ogni anno, nella notte delle streghe, mi materializzo e cerco qualcuno
vivo che mi possa aiutare.
Se lo fate, Io sar il vostro premio. Altri lo hanno tentato e non hanno
avuto successo. Avete due giorni di tempo. Accettate? Un altro gufo si un ai due precedenti.
Ci fu un piccolo concerto per basso e gufo in do Maggiore.
Era lora in cui animali e uomini sognano fiduciosi che il mattino porti loro cose
nuove e miglori.
Il giovane promise di aiutarla. Lei gli pos un bacio sulla guancia e mentre lo
facevalalba, che stava ormai sorgendo, fece svanire la meravigliosa visione.
Mario abbracciava laria tersa del primo mattino.
-
Cos fu rotto il silenzio dalla voce di Oscar che declamava il dies irae.
Ritornarono alla trattoria in silenzio.
Fecero colazione.
Mentre la facevano, chiesero alloste informazione su Beatriz Losada.
-
Lamento che questanno gli scelti siate stati voi. Lho immaginato quando
avete domandato se qualcuno era entrato ieri notte ,e quando siete usciti
prima del tempo.
Anchio un anno fui prescelto. Non ho avuto successo meglio che
dimentichiate. E una fatuit come afferma il sacerdote.-
Nel bosco c un sentiero che porta alla dimora dei Losada. Vada di l.-
Rquiem aeternam dona eis, Domine, et lux perpetua luceat ei, amen.-
Amami come mai, non come gli angeli che nec nubent, nec nubentur, ma
come un uomo-
Si amarono.
Solo la luna potrebbe descriverci cosa sia successo ma, come ho detto,
mantiene tutto in segreto. Solo possiamo affermare che successeTutto.
Un poco prima dellalba Beatriz abbracci Mario per lultima volta.
-
che ci sono cose dice Amleto tra il cielo e la terra che la nostra
piccola filosofa non pu intendere.-
52
E lo fu.
La famiglia che fuggiva dallInquisizione era composta da quattro persone :
padre, madre e due figlie.
Erano i Conti Luzardi.
Tutto era incominciato durante una suntuosa festa che il Conte Michele aveva
dato per festeggiare il suo nuovo titolo.
Tra gli invitati cera il parroco della chiesa di San Rocco, considerata, dai
Luzardi, propriet della famiglia: lavevano costruita.
Come noto i parroci e le persone affiliate alla chiesa erano gli occhi e le
orecchie
dellInquisizione.
Dovevano
riferire
al
Tribunale
qualunque
Tutti risero.
Meno uno.
Le orecchie dellInquisizione presero nota.
LInquisitore ascolt con un sorriso sinistro il racconto dettagliato delle ingiurie
pronunciate (e dellorgia con messa nera che ebbe luogo) durante la festa dei
Conti Luzardi.
Il potente giudice aveva trovato il modo di impossessarsi delle terre del Conte
MIchele. Costui si era rifiutato di cedergli il terreno dove costruire la sua nuova
sede.
-
Grazie fratello, sarai ricompensato con una promozione. Ite, missa est.
Dominus vobiscum.-
La primogenita del Conte era considerata la donna pi bella della valle. La fama
della sua bellezza aveva valicato le frontiere ed alcuni principi erano interessati
in lei.
Quella mattina, bella come mai, vestita di bianco come colomba, entr in
chiesa.
Era splendida e un principe sarebbe venuto la notte di Natale a chiedere la sua
mano.
La fredda penombra ricevette il suo corpo snello e sensuale e fu lunica che si
accorse della sua presenza. Prima di andare in sagresta a cercare il parroco,
Teresa si inginocchi in un banco a pregare il Santo Patrono.
55
Tre banchi pi avanti, due sinistre ombre , che si fondevano con la penombra,
parlavano sibilando. Non volevano che il segreto prendesse volo ed uscisse tra
la gente
Teresa, involontariamente, ascolt parte della conversa zione:
-
Non ti sembra, fratello giudice, che i fumi del potere hanno aumentato
larroganza di Michele Luzardi,adesso che Conte ?.-
Pallida come il suo candido vestito, Teresa usc dalla chiesa, non senza prima
salutare il Signore che, dallalto dellaltare Maggiore, le sorrise.
In casa scoppi in lacrime. Raccont alla famiglia ci che aveva ascoltato in
chiesa.
-
Et cum spiritu tuo. Per che cosa vieni giudice? Perch turbi la pace del
mio ritiro Se ben ricordo, vi ho proibito di mettere piede su questo suolo,
pena la morte.-
pu
Va bene. Hai vinto. Ma non per sempre. Voglio quei pellegrini. Verr con
un ordine papale. Non ti potrai negare.-
Usc correndo dalla chiesa e dal monastero. Temeva che lAbate lo lanciasse
nellabisso.
Abyssus abyssum invocat.
La notte incominciava.
Labate pens che il Grande Inquisitore aveva ragione : a un ordine papale
non avrebbe potuto opporsi.
Non cera tempo da perdere. Doveva agire quella stessa notte.
Sarebbe fuggito dal monastero con la famiglia Luzardi. S, non avrebbe
abbandonato Teresa. Lamore umano aveva prevalso sullamore divino.
Quando era stato costruito il castello, gli abitanti, timorosi di un lungo assedio,
avevano scavato nel ventre della montagna una rete di sottopassaggi la cui
uscita conduceva allaltro lato della frontiera. Qu lInquisizione non aveva alcun
potere. Era un paese di eretici.
Almeno cos lo consideravano!
Di fronte ad unassamblea di monaci increduli, Giorgio Micozzi rinunci alla sua
carica e nomin come Abate il padre guardiano. Non solo, rinunci allabito ed
al sacerdozio ma in pi annunzi le sue prossime nozze con Teresa Luzardi.
Avvert del pericolo i confratelli. Lui avrebbe abbandonato il monastero dopo
lultima cena insieme.
-
E fu obbedito!
Mai un ite,missa est fu pronunciato in forma cos emotiva.
I pi emozionati erano pap e mamma Luzardi. Non aspettavano di dare in
matrimonio la loro primogenita ad un uomo che tutti consideravano in odore di
santit. Questo, dopo la ceremonia scomparve, adesso lodore era di uomo.
Lentrata ai sottopassaggi era molto ben nascosta sotto laltare Maggiore.
Dallalto il Signore benedisse i fuggitivi.
60
Se osate toccare uno dei fratelli qui presenti, non uscirete vivo da questo
luogo. Da oggi in avanti vi proibito mettere piede sulla rocca.
L Abate Giorgio stato molto clemente con voi. Non vaspettate lo
stesso trattamento da me. Ite, missa est.In volo lo port fuori dal monastero, e lo lasci cadere sul sentiero che portava
a valle.
Il Grande Inquisitore scese in tempo record. Cos lo registrarono le cronache
del tempo.
Lamentiamo di non avere il registro del tempo impiegato.
La nuova famiglia Luzardi riprese a vivere in un paese libero di Inquisitori e
Monsignori.
Il Signore, come aveva promesso dallaltare Maggiore, fece giustizia.
Tardi, ma la fece.
Lanno seguente Il Grande Inquisitore ed il Vescovo (ex-parroco, exmonsignore : le promozioni avevano avuto la durata di una meteora) furono
decapitati nella pubblica piazza.
In cos gran numero erano stati ingiustizie e abusi che la giustizia umana forz
la giustizia divina.
Quel giorno, senza preavviso, mentre gustavano la passeggiata mattutina, il
Grande Inquisitore ed il Vescovo furono circondati da una multitudine
silenziosa. Senza saper come, quando e perch una falce brill sotto i raggi del
sole. Quando la multitudine si disperse, sul posto rimasero due tronchi senza
testa.
Non ci furono pi inquisitori e vescovi.
61
La chiesa temeva di perdere una parrocchia che sempre era stata devota.
Questi i fatti.
Immediatamente sorsero leggende ed aneddoti, che tutti evocano quando il
vento muove le campane del maestoso campanile, il cui rintocco ricorda la voce
dellAbate Giorgio MIcozzi : - Dominus vobiscum. Ite, missa est.-
62
LA STANZA N 27
Non pu e non deve essere. la presenza della morte che altera le mie
emozioni.-
In tentatione, veritas.
Era il suo credo
-
Solo Elvia, attenta alla sua voce, not linsolito finale della preghiera dei difunti.
I suoi occhi marrone scuro naufragarono nel mare oceano del sacerdote
quando questi strinse le sue man, in condoglianze per il difunto. Le calde mani
si intrattennero un poco pi dellusuale.
Il messaggio inconfondibile dellamore era stato trasmesso , e ricevuto,
reciprocamente.
Quella notte Elvia non dorm.
Che fare?
Amare il sacerdote era come scalare la montagna pi alta del mondo. Non gli
rest altro che confessarsi al Signore, non senza prima chiedere scusa:
-
Nelle tue mani raccomando i miei tempi. Fiat voluntas tua sicut in caelo
et in terra.-
Nelle tue mani raccomando i miei tempi. Sustinuit anima mea in verbo
Eius.-
Che fare?
-
annesse alle
cinque primitive ,tanto che oggi se ne possono contare quaranta. Con il passare
del tempo il numero di inquilini diminu e, di conseguenza, molte stanze furono
chiuse, e trascurata cos la loro manutenzione. Lultimo dei discendenti del
conte M*** usava solo tre stanze.
Costui, a differenza del fondatore, non era molto benvoluto ed amato dai suoi
paesani. Li tirannizava e terrorizzava, imponendo sempre nuovi tributi e
continui oltraggi. Lultimo di questi sarebbe stata la sua rovina.
Voleva portarsi a letto una giovane sposa. Il ius primae noctis era stato rieditato
per suo uso e consumo.
Il paese si ribell.
Lo inseguirono fino a casa. L lo uccisero ed incendiariono il luogo.
Il fuoco distrusse solo le tre stanze che usava lultimo discendente del conte
M***. Ledificio rimase vuoto. Nessuno volle abitarlo.
Fantasmi di ogni specie e genere lavevano scelto come residenza abituale.
Il vento, come fantasma in capo ne faceva delle sue. Quando soffiava forte si
introduceva per i buchi e le finestre della vecchia casa, facendola vibrare con
una sinfona di rumori e voci che terrorizzava gli abitanti del paese. Quando il
tetto cadde, cessarono i rumori e le voci.
Ma un fantasma rimase.
Molti giurarono di aver visto, nelle notti senza luna, lultimo erede del conte
M***, avvolto nelle fiamme, girovagare per le stanze della casa diroccata
Questa, nonostante lincuria ed il deterioramento, ancora conservava qualcosa
della maest e splendore di una volta.
65
Con questa minaccia, e trascinando via sua figlia in pianto, ritorn al paese.
Lo scandalo non si pot nascondere. Due paesani che dormivano sotto la
quercia ne furono testimoni involontari.
Il giorno seguente tutto il paese sapeva.
La messa no ebbe fedeli femminili.
Don Giuseppe not sguardi curiosi, gelosi e perfino ostili. La casa dei Moncada
non apr in tutto il giorno. La vergogna del disonore si era abbattuto su di essa.
Il sacerdote cerc di visitarle.
Inutile.
Il portone non si apr.
bambino ed infine la lampada ad olio che emanava una tenue splendore che
invitava a fare lamore. Destinata alluso esclusivo dei proprietari.
Era la stanza numero 27.
69
Virgo Inviolata
Il museo di Belle Arti era sorto allinizio del secolo, grazie al ricco latifondista
Don Giuseppe Murillo.
La passione per larte si svegli in lui quando fece il suo primo viaggio nel
vecchio continente.
A Roma, sulla via Appia antica, attrasse la sua attenzione la statua di una
matrona romana.
Gli sembr cos bella che cerc di comprarla.
La voleva solo per lui.
Non riuscirono a persuaderlo che la statua non era in vendita. Come patrimonio
artistico, non si poteva vendere perch era patrimonio di tutti i turisti.
Don Giuseppe Murillo non si diede per vinto.
Lo sorpreso, di notte, mentre cercava di togliere la statua dal suo piedestallo.
Lintervento del console laiut a liberarsi dal carcere.
Visto e considerato che non poteva ottenere loriginale, ne commission una
copia e diede istruzioni di spedirla al paese, nel suo latifondo.
Cos fece con molte altre opere darte. Non solo statue, anche pitture. Tutto era
imballato e spedito verso questa parte dellAtlantico.
Ordin dodici copie di statue famose e compr cinquanta dipinti. Di questi solo
quattro erano originali. Nello specifico : un Murillo ( che, tra laltro, gli piacque
poich aveva il suo stesso cognome), un Van Gogh, un Manet ed un Renoir.
Di ritorno al latifondo dispose tutto in modo che ogni statua o dipinto trovassero
il loro habitat naturale.
Involontariamente aveva creato un piccolo museo.
La collezione, con il tempo, and aumentando, fino al punto che molte opere
non riuscivano pi ad essere disimballate. Mancava lo spazio dove collocarle
Questo fu linizio della formazione del museo. Fu costruito su tre piani.
Al pianterreno, statue e dipinti del vecchio continente: molte le riproduzioni,
pochi gli originali.
70
Al primo piano, statue e dipinti del paese : poche le riproduzioni, molti gli
originali.
Il secondo piano, chiamato attico per le grande finestre inclinate del tetto, era
diviso in tre sezioni: scuola di scultura e pittura, biblioteca e sala magica.
In questa sala sostavano le opere che arrivavano al museo fino a che uno
studio ed un analisi pi approfondita non le destinavano ad una delle sale dei
piani inferiori. Qui si mescolavano opere di diverse epoche, originali o no, e di
diversi paesi.
Il museo finanziava anche gli studi di giovani promesse locali, e alcune loro
opere figuravano nel catalogo.
La morte di Don Giuseppe Murillo fu un duro colpo per il museo. Fin con
lessere chiuso per mancanza di fondi.
Linerzia e labbandono deteriorarono, se non del tutto, buona parte delle opere,
originali e non.
Grazie alle promesse elettorali del governatore di turno il museo fu restaurato.
Con molto sforzo e dedizione da parte di alcuni ex-alunni, il piano terreno ed il
primo piano furono ristrutturati interamente.
Il secondo piano, lattico, che un tempo fu lalma mater del museo, fu chiuso per
mancanza di fondi. Questi solo bastavano a pagare le spese di manutenzione,
e gli stipendi di tre intendenti ed un guardiano.
Degli intendenti uno solo era un vero esperto e conoscitore di arte: Antonio
Ascanio.
Gli altri due non ne avevano la minima conoscenza. Erano stati impiegati per
laiuto prestato al governatore nelle passate elezioni.
artista sconosciuto,vissuto in un
periodo non molto ben preciso della storia dellarte, un nome il pi delle volte
dal suono strano, poich gli artisti, secondo la cultura popolare , hanno tutti dei
nomi fuori dal comune.. Prima di chiudere, lanterna in mano, gli piaceva
percorrere le sale.
La considerava lora migliore per osservare le opere. Queste, bagnate dal
fascio di luce del sole al tramonto, mettevano allo scoperto le loro intimit
lasciandosi accarezzare dal suo morbido splendore.
Quella notte, lavor fino a tardi nellattico.
Aveva messo la cornice ad una delle sue piccole opere darte, di autore
sconosciuto di un perodo oscuro della storia dellarte .
Quando spense le luci, la luna piena inond lattico, conferendolgli unatmosfera
magica ed indefinita, dove tutto era possibile.
E fu possibile!
Pass di fronte alla sala magica.
Mai aveva prestato attenzione alla statua, coperta da uno scolorito lenzuolo
bianco.
Allimprovviso la vide.
Una leggera brezza, sorta da non si sa dove, alz leggermente il panno.
Il poco che pot osservare, svegli la sua curiosit.
Mai si era preoccupato per la statua, semplicemente la considerava un altro
oggetto irrecuperabile, di nessun valore artistico.
Scopr la statua.
Ci che vide gli mozz il fiato.
72
Virgo Inviolata
Quella notte ritorn a sognare di lei.
Il giorno dopo lavor con fervore. Esamin accuratamente tutti i libri di Storia
dellArte.
Niente.
Torn ad esaminarli altre due volte.
Niente, assolutamente niente.
Nessun artista aveva scolpito una Virgo Inviolata. Cos, unaltra la notte lo trov,
di nuovo, in muta contemplazione.Gli occhi tristi della statua, velati dalleternit,
sembravano piangere. Le parl teneramente, con il cuore in mano :
Quanto sei bella e quanto sei graziosa,
o amore, figlia di delizie!
La tua statura rassomiglia a una palma
e i tuoi seni ai grappoli.
nellharem. Tutti si
75
Laffronto maggiore lo ricevette quando il Sultano affid Maria alle sue cure.
Doveva insegnarle lars amandi.
Obbed.
Non voleva incorrere nellira del Sultano. Costui si considerava il successore di
Allah. Elira di Allah temibile.
Ricorse allaiuto del Gran Visir, zio suo. Questi, oltre ad essere consigliere del
Sultano, era un potente stregone. Segreto che solo Giulia conosceva. Anche se
molti sospettavano: nessuno riusciva a capire come un semplice palafreniere, in
breve tempo, fosse arrivato in cima alla scala del potere.
Anche il Gran Visir vedeva svanire i suoi sogni di potere. Giulia e solo Giulia
doveva essere la padrona del cuore delluomo pi potente della terra, dopo di
Allah, Allah permettendo.
Intanto a corte, Maria brillava di luce propria. In breve tempo il cuore
dellonnipotente, dopo Allah sintende, Sultano fu conquistato.
La data delle nozze fu fissata il giorno in cui nacque il Profeta, secondo dopo il
Sultano e terzo agli occhi di Allah, Allah permettento naturalmente.
Lo stesso giorno delle nozze, larduo lavoro del Gran Visir diede i suoi frutti.
Aveva creato una pozione che trasformava le persone in statue di pietra.
La consegn a Giulia,che doveva darla a Mara come regalo di nozze , prima
che i novelli sposi si ritirassero nella loro camera nuziale. Solo doveva
assicurarsi che la sposa bevesse la pozione.
Pochi minuti prima dellora fatale, Giulia consegn a Mara un elisir damore
cos potente che, se lo avesse preso prima di fare lamore con il Sultano, costui
non lavrebbe mai ripudiata.
Mara ringrazi Giulia, e fece come indicato.
Allora prevista, i novelli sposi si ritirarono nella camera nuziale.
Il Sultano chiese alla sua bella moglie di ballare la danza dei sette veli. Quando
il settimo velo cadde, la pozione fece effetto.
Il corpo meraviglioso rimase petrificato.
Un urlo di terrore arriv alle orecc hie degli altri convitati.La temibile ira di Allah
si era scatenata! I pi famosi maghi e stregoni del regno furono consultati.
Invano.
Le loro teste caddero senza misericordia.
76
Virgo Inviolata
Altri giovani, con il passare del tempo, sinnamorarono della statua. Nessuno
scopr il segreto. Si limitavano ad osservarla.
Finalmente la Virgo Inviola ta fu trovata da Don Giuseppe Murillo nello
scantinato di una vecchia casa romana. Gi esperto nel trafugare opere darti,
la imball e linv al suo museo personale.
Fin qui lodissea della Virgo inviolata.
Adesso lasciamo che Mara con le proprie parole continui a raccontare :
il Signore anziano che mi port qui sent le stesse emozioni di molti. Ma si
limitava ad osservarmi. Io sentivo che i suoi sentimenti erano puri, ma niente
potevo fare per comunicargli il segreto.
La prima notte che ti ho visto , seppi che eri la mia ultima speranza. Ascoltare
quei versi di amore stata la cosa pi emozionante della mia vita. Per favore,
amami e non essermi infedele. Allah ti sapr ricompensare.
78
Virgo Inviolata
79
Notte fonda.
La luna illumina di un grigio ferro le strade deserte del paese.
Il silenzio regna padrone e signore. Solo i lampioni illuminano con una pallida
luce le strade deserte.
Quando il campanile della chiesa suona le nove di sera, le ultime luci si
spengono. I pochi viaggiatori sprovveduti, non trovando rifugio, lasciano con
premura il paese.
Qualche volta il silenzio viene rotto dallululare di un cane, che subito smette,
impaurito dalleco del suono; quando il campanile suona la mezzanotte, le
ombre delle case corrono velocemente a nascondersi. A questora, quando il
sonno concilia gli uomini con il mondo, succede.
Il lastricato delle strade rimanda leco di un rumore metallico di scarpe chiodate.
Un velo azzurro lascia intravedere la bellezza e lo splendore del corpo della
snella dama. Nella sua mano destra porta una borsa da cui, cos affermano i
pochi testimoni, estrae oggetti di forma strana che al toccarli spruzzano fiamme
avvolgenti.
Cos lavevano visto.
Cos lo ripetevano.
Cos lo giuravano.
Cos!
La splendida donna, mora con occhi color caff, coperta con il velo azzurro,
passeggia lentamente per le strade deserte del paese, curando che leco delle
sue scarpe chiodate si sparga per ogni angolo del paese. Quando arriva in
piazza si ferma, posa la borsa sulla panchina pi vicino, estrae le scarpe di
ballerina, inizia alcuni passi di danza classica e, fondendo il suo corpo bruno
con la notte, scompare.
80
Chi ? Perch incute tanta paura ai paesani che rimangono chiusi in casa
tremando pr la loro vita?.
il fantasma di Rachele che cerca vendetta.
Cos lo avevano visto.
Cos lo ripetevano.
Cos lo giuravano.
Cos!
Nessuno dubit.
La borsa, le scarpette, lintenso odore di zolfo corroboravano la storia.
-
82
Il giovane professore era solito, dopo una giornata di lavoro, al calare della
notte, frequentare i bar del paese. In questo ambiente era considerato un uomo
brillante dalla conversazione interessante.
In vino veritas
Gli effetti del vino facevano scomparire la sua naturale timidezza. I clienti
abituali lo consideravano un Don Giovanni nato. Al suo fianco si fermavano
sempre due cameriere.
Quella sera era solo.
83
Raffaele, come al solito, ebbro deambulava, bottiglia in mano, senza una meta
fissa.
Quando sbocc nella piazza, involontariamente, il corpo nudo con le scarpette
bianche arriv tra sue braccia.
La sorpresa fu mutua.
Raffaele la prese per la vita.
Irene, attratta dai profondi occhi verdi, lasci ogni resistenza.
I due sudavano copiosamente.
Irene per la danza eseguita.
Raffaele per lemozione.
In breve tempo successe Tutto.
Si, Tutto.
La luna sorrise ai due corpi, che la notte ricopriva ,con a fianco la borsa aperta.
Lamore nato quella notte, grazie al fantasma di Rachele, perdur.
Dopo un mese si sposarono.
Irene non danza pi nella piazza. Rachele ha smesso di terrorizzare il paese.
Raffaele non frequenta pi i bar : il fantasma di Rachele lo trattiene in casa.
Il paese ha perso il timore per il fantasma e la vita notturna ritornata.
Alcune volte, qualche paio di scarpe chiodate ricorda il fantasma di Rachele,
ma la gente sorride.
85
MAIA
Quella sera Giulio tard molto pi del previsto nellapplicare il mosaico a taselli.
Uno di un insieme di tre che aveva trovato esplorando una casa in rovina, fuori
dal paese.
La passione del giovane per i mosaici era incominciata quando, bimbo, il padre
gliene aveva regalato uno che rappresentava Biancaneve. Da allora era
diventato il suo passatempo favorito.
Il piacere di applicare un mosaico era tale come se fosse una propria creazione.
Limmagine che si formava non aveva importanza. Solo lui riusciva a dargli un
contorno ed un significato.
Amava comprare le composizioni pi strane e sofisticate. Perfino le ordinava
allestero. Ne aveva collezionato diecimila di tutti i colori , forme e
rappresentazioni, dalle pi semplici alle pi complicate.
Quella mattina, per istinto, entr nella casa in rovina
vecchia
casa
era
stata
costruita
da
Pietro
Duarte, professione
Notte profonda.
Giulio si trovava nelle vicinanze del paese numero tredici; disanimato,
transitava a passi stanchi su un sentiero illuminato da una falce di luna calante.
88
Il sentiero gli ricord i versi di Antonio Machado che recit ad alta voce:Caminante no hay camino, se hace camino al andar.- un breve eco gli
rispose. Innalz una preghiera al Signore:
-
Non ebbe tempo di domandare. Lo spirito di Maia scomparve per dare posto ad
un altro. Una volta finita la seduta spiritica la medium gli comunic:
-
Paese Nascosto si trova a due giorni di viaggio da qui. Vai verso Nord.-
Solo, di fronte al fal, pensava allaccaduto. Gli spiriti erano lontani dal suo
intendimento. Mai aveva creduto in loro. Nonostante lincontro, accese una
seconda lampadina sulloscuro oggetto del desiderio
Si addorment profondamente
Lalba accarezz soavemente la sua faccia e lo svegli.
La sua mente razionale gli diceva che non doveva credere negli spiriti. Sono
frutti dellimmaginazione.
Il suo cuore diceva tutto il contrario.
Due giorni dopo faceva il suo ingresso a Paese Nascosto.
Era situato in una profonda valle.
89
Nel centro del paese si trova una bella piazza coloniale, in cui spicca una
rotonda che ricorda una costruzione degli antichi templi greci.
L sotto la sua cupola si facevano e si disfacevano i contratti, i baci degli amanti
risuonavano dolcemente, le voci assomigliavano ad un bel canto. Leco
trasmetteva i suoni come tenui sussurri.
Giulio si sedette su una panchina vicina alla rotonda.
Tre splendide donne attraversarono il tempio. Il riverbero del sole gli imped di
distinguere i volti dai bei lineamenti.
90
1920 1980
Era morta da dieci anni .Laveva trovata nella sua casa di pietra.
La vergine di bronzo spense di colpo le tre lampadine sulloscuro oggetto del
desiderio.
Ultima spem : il ritorno della voce che aveva ascoltato nella rotonda.
Questa tardava ad arrivare.
La sua mente razionale gli diceva che anche questa era unillusione.
Il suo cuore non pot obiettare, cerano evidenze troppo forti.
Lultima spem era morta.
Ma non del tutto!
91
Paese Nascosto sedusse Giulio; anche lui intravedeva una possibilit facile di
arricchimento.
Rimase.
Trov lavoro nellospedale come aiutante di manutenzione. Questo lavoro umile
laiutava a sbarcare il lunario mentre cercava nuove pospettive.
Il giorno meno pensato le tre lampadine illuminarono loscuro oggetto del
desiderio e fecero cortocircuito. Poco manc che anche il cuore di Giulio
andasse in cortocircuito.
Quel giorno la vide.
Camminava per il corridoio dellospedale con una tuta bianca. Il tesserino la
identificava come medico ostetrico. Quando le pass vicino la perfor con i suoi
occhi neri.
Solo con gli occhi.
Non parl. Non poteva.
Sentiva che gli mancava il fiato.
Maia Duarte, medico ostetrico, si sent lacerata dallo sguardo cos tagliente. La
porta della stanza 207 interruppe la penetrazione.
Giulio aspett.
La dottoressa, nel vedersi nuovamente perforata, laffront: - Non si permetta
mai di guardarmi in quella forma cos oscena. Altrimenti, sar costretto a
trovarsi un altro lavoro.Non ci fu replica.
Con passo agile la tuta bianca, che faceva risaltare ancora di pi il corpo
scultoreo, entr in una delle sale operatorie.
Non cera dubbio.
Era lei.
Stessa voce, stesso corpo , anche se vestito.
La sua mente razionale si arrese.
Il suo cuore tutto il contrario.
Loscuro oggetto del desiderio era stato illuminato e svelato.
Maia Duarte, medico ostetrico, era abituata agli sguardi lascivi ma non cos
laceranti.
92
Grazie per avermi salvato. Per favore non guardare, non voglio che mi
vedi cos.-
93
Il giorno seguente Giulio si present con i mosaici a taselli. Le spieg tutto dal
principio ed mont il trittico. Limmagine nuda di Maia risplendeva come mai.
Lei spieg: - mia madre. I tre mosaici li mand a fabbricare mio padre in Italia.
Seppe che qualcuno li faceva con effetti speciali e mand a sovrimprimere
limmagine nuda della mamma. La s ua passione per i mosaici non aveva limiti.
Li conservo qu, in casa.- Gli mostr una biblioteca intera.- Di ritorno dalla
capitale, mi sono fermata al paese, cercavo quelli che hai tovato. Pap si
chiamava Pietro. Mor sulle montagne. I suoi amici lammazzarono per toglierli il
contrabbando. Con la piccola fortuna che aveva accumulato mia madre ed io
vivevamo bene. Ho potuto frequentare la Scuola di Medicina. Dopo la laurea la
mamma mor di una malatta incurabile. Un anno fa ho mandato a fare la statua
di bronzo che hai visto nel cimitero. Non ho altra foto della mamma. La mdium
aveva ragione quando ti ha detto che mi avresti incontrato al Roegina Coeli.
Lospedale prima di essere quello che oggi era lunica maternit della zona e
dintorni e si chiamava Maternit Roegina Coeli. Anche oggi se guardi bene il
frontespizio potrai vedere alcune delle lettere che gli diedero il nome.
94
NON PREVALEBUNT
Cos scriveva nel suo diario Eugenio Gonzales, quella piovosa notte. Lultimo
amore gli aveva bruciato le ali.
E come!
Non voleva sapere pi di donne, almeno per un tempo.
Nelle occasioni in cui il mondo gli veniva addosso, Eugenio, oltre a scrivere sul
diario, ripeteva mentalmente varie volte(minimo tre) la celebre frase latina Non
prevalebunt. La cosiderava una formula di esorcismo. Come lo faceva era tutto
un rito: giungeva il dito pollice, lindice ed ilmedio della mano sinistra, ripeteva la
frase tre volte consecutive mentre chiudeva gli occhi.
Il rito durava allincirca dieci secondi.
Non prevalebunt, Non prevalebunt, Non prevalebunt.
Eugenio Gonzales, di professione Ingegnere, intravide la prima luce nellUfficio
Progetti.
Primo, ascolt la sua voce.
-
Secondo, la vide.
Un sorriso stereotipato dei freddi occhi grigio ferro lo ricevette.
Terzo, la osserv a lungo.
95
La bella donna, bella e malvagia come suol esserlo un angelo caduto ,obbed al
socio maggioritario. Mentre consegnava lassegno, due occhi verdi le sorrisero
teneramente.
Laura, infastidita, ricevette il messaggio non richiesto di un amore in panne.
97
La reazione della bella donna, bella e malvagia come suol esserlo un angelo
caduto, fu violenta. Senza pronunziare parola, schiaffeggi il giovane e si
allontan correndo.
Offeso ma controllato Eugenio giunse le tre dita e recit ad alta voce:
-
Leco riemp tutta la piazza, si avvi per la strada principale, raggiunse gli
orecchi sprovveduti della bella fuggitiva e si perse nelle strade laterali.
Non credo che sia come tu dici- replic Eugenio Pu darsi che sia una
Messalina di lusso. Ma nei suoi occhi grigio ferro ho potuto notare un
grido disperato damore. Non solo fisico ma di qualcuno che sappia
comprenderla, ascoltarla, guidarla, darle appoggio. Nonostante tutti i suoi
amanti lei sola e soffre.-
Lentamente una lacrima tracci un solco sul bel viso di Laura. Eugenio aveva
denudato la sua anima.
99
100
Bruno Torres, intendente del Museo delle Belle Arti, gustava passeggiare,
lanterna in mano, per i corridoi delle sale. Soleva sorprendere i dipinti e le
statue nei loro momenti pi intimi. Cos scopriva nuovi particolari che la luce del
sole sembrava nascondere.
Ogni qualvolta illluminava il quadro catalogato come numero 218, pittore
anonimo, percepiva sempre la stessa intensa emozione.
La tela rappresentava una bella dama dal viso ovale , capigliatura bionda
ondulata, intensi occhi azzurri. Il corpo slanciato, vestito di rosso, emanava una
intensa sensualit, messa ancor pu in risalto dallampia scollatura che lasciava
intravedere un seno esuberante.
La dama, seduta su una sedia di velluto verde, aveva nella sua mano destra un
libro aperto. Scritto fra le due pagine: Tenebrae facta sunt. Nella mano sinistra
una lente dingradimento si posava sul cinturone dove si poteva leggere:
Foemina noctis sum.
Le due frasi latine conferivano un certo aere di mistero alla bella dama anonima
dipinta da un pittore anonimo.
Bruno Torres si era abituato a salutare la notte con Tenebrae facta sunt.
-
101
Bruno aveva esaminato accuratamente gli archivi ed i libri darte del museo con
la speranza di trovare qualche informazione al riguardo. Tra i pittori anonimi e
non anonimi non cera qualche dipinto simile al N 218.
Era unico.
In unoccasione la notte lo scopr mentre baciava la bocca semiaperta della
foemina noctis. Le sue labbra ricevettero il sapore della polvere inumudita.
-
E lo fece.
Due strani incidenti nellaeroporto della capitale svelarono, se non del tutto,
parte del mistero della foemina noctis.
Stava nella sala dattesa quando la vide.
La bella dama era il ritratto vivente del quadro N 218.Quando il conturbante ed
elegante tacco a spillo fu vicino, involontariamente esclam : - Ave, foemina
noctis.La dama reag con violenza : lo schiaffeggi. Due iracondi occhi azzurri lo
minacciarono:
-
Bruno, sconcertato, rimase pietrificato nel suo sedile. Al lato suo un anziano,
sorridente lo rimprover. Cos non si agisce, giovanotto, deve avere un p pi
di rispetto con le dame.-
Ecco il libro. Spero che ti sia di aiuto.- Quella notte Bruno Torres lesse
fino allalba.
Ti voglio far sapere che sono uno stregone potente, non ho usato la mia
arte per conquistare il tuo amore. Ho agito come uomo. Speravo che il
tempo ti facesse cambiare. Non ho mai trovato un cuore cos freddo in
un corpo cos bello. Condanno te e le tue discendenti femmine a cercare
lamore con disperazione fino alla perdizione.-
Qui, bruscamente, finiva il libro, non cerano altre pagine. Erano state strappate.
Era Patrizia Ojeda la donna rappresentata nel quadro?
103
Sulle frasi latine non cera alcuna menzione. La soluzione dellenigma stava
nella bella dama dellaeroporto. Si era sfumata senza lasciare traccia.
Non del tutto!
bocca. La bella e misteriosa dama nel dormiveglia gli sussurr: -Per favore,
sbrigati, ho sonno.- La lasci dormire.
Mentre nella sua stanza Orfeo possedeva la sua foemina noctis, nel salotto,
Bruno Torres esaminava i suoi effetti personali: il vestito rosso, il cinturone.
Nella borsa trov la soluzione.
Un plico di fogli strappati da un libro. Quelli che mancavano. Lultimo foglio era
un dagherrotipo del quadro del museo. Cerc il libro dalla copertina rossa.
Rilesse il romanzo completo.
Lo stregone non era morto.
Quando perse i sensi per labbondante sangue perso (ricordiamo che si era
tagliato le vene), fu aiutato da Patrizia Ojeda. Costei, pentitasi del male recato
dalla sua fatale attrazione, decise di sposarsi con lo stregone, mettendo fine ad
una vita che lavrebbe portata alla perdizione.
Se il libro aveva un finale felice come spiegare il comportamento di questa
nuova foemina noctis?
Un foglio sciolto nella borsa glindic il titolo del ibro: - Tenebrae facta sunt Le incognite e gli interrogativi lo svelarono. Lalba lo trov addormentato sul
vestito rosso.
Urla intense e rumori provenienti dalla sua stanza lo svegliarono bruscamente.
La misteriosa dama allo svegliarsi, nuda, sola, in una stanza sconosciuta,
adirata, gridava e scompigliava tutte le cose. Cercava il suo vestito.
Quando la porta si apr, i due rimasero immobili.
Lei sfidante.
Lui meravigliato.
Il corpo nudo risplendeva in tutta la sua provocante e tentatrice bellezza. In
brevi secondi la giovane si copr con un lenzuolo e si scagli contro Bruno
Torres che stoicamente ricevette la punizione.
Riusc a calmarla. Si sedettero sul letto.
La foemina noctis avvolta dal lenzuolo bianco e con i capelli dorati spettinati era
tutta una tentazione.
Una tentazione sfidante.
Lo sguardo irato dintensi occhi azzurri era molto esplcito al riguardo.
105
Bruno Torres, intendente del Museo delle Belle Arti, le spieg tutto. Lo sguardo
irato scomparve ed una tenerezza di un azzurro intenso, singhiozzando, si
afferr al collo del giovane.
Il candido lenzuolo lasci allo scoperto un seno smagliante come due levigate,
giovani mele.
La foemina noctis chiese scusa e raccont a Bruno la sua triste storia.
La nonna rimase con il quadro, i libro e la sua piccola figlia, vivo ritratto di
quando lei stessa era piccola.
Nel suo dolore la nonna strapp le pagine del libro. Considerava che la
maledizione dello stregone era diretta a lei. Pass di amante in amante. Non
riusciva a trovare un sostituto del pittore. Lei stessa confezion il cinturone
simile al dipinto ed incise la frase foemina nostis sum.
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Patrizia Ojeda madre la fece cercare dalle autorit. Invano. Si era sfumata nella
notte.
Ponendo in ordine le cose della mamma scomparsa trov nella soffitta il quadro
ed il libro.
Ammir a lungo il dipinto.
Poteva giurare che la modello era lei.
Lesse il libro.
La maledizione dello stregone limpression tanto che incominci a crederci.
Consult altri stregoni per combattere il malefizio che le era stato fatto. Uno di
questi, come buon ciarlatano, le consigli di confezionare un cinturone uguale
al dipinto e le disse che se lavesse indossato ogni influenza maligna sarebbe
scomparsa.
Meglio non lavesse fatto!
La suggestione oper con ancora pi forza.
Una notte, vestita di rosso e cinturone, usc di casa.
Cammin senza una meta fissa.
Entr in un bar. Solo voleva bere una coppa.
La sua bellezza fatale attrasse al suo tavolo pi di uno dei clienti abituali. Il
potere dellalcol ebbe il suo effetto. Cedette alle proposte di uno sconosciuto. Il
mattino seguente si svegli in un albergo di malaffare.
Pianse amaramente.
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Il giorno in cui Patrizia figlia comp diciotto anni, Patrizia madre usc di notte.
Conservava ancora il suo fascino che il vestito rosso metteva ancora di pi in
rilievo.
Non ritorn.
Patrizia Ojeda figlia la fece cercare dalle autorit. Invano. Si era sfumata nella
notte.
Ponendo in ordine le cose della mamma scomparsa trov i fogli mancanti del
libro ed il dagherrotipo. Furono le uniche cose che conserv.
Vendette il quadro e regal il libro al suo compratore.
And a vivere in un altro paese. Qui, nella vetrina di un negozio di antichit,
vide il cinturone di sua madre. Lo compr.
La maledizione dello stregone la seguiva.
Decise di cambiare paese unaltra volta. La vita continu il suo corso e tutto
pass al dimenticatoio.
Non del tutto!
Bruno Torres port il quadro N 218 nel laboratorio. Cancell con cura la frase
restante: Tenebrae facta sunt. Poi bruci il libro dalle copertine color rosso
sangue.
La maledizione dello stregone sorse dalle fiamme, corse per i corridoi del
museo, non trovando un posto dove alloggiare, usc e si dissolse nel brillante
giorno.
Mentre i due giovani si baciavano il quadro N 218 sembrava sorridere loro.
Post nubila Phoebus.
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IL CENTENARIO
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Da quel giorno Silvia sinttratteneva sotto i rami del centenario e gli confidava i
suoi segreti e non. Si accommiatava abbracciando il pi possibile il tronco che
commosso la profumava di muschio umido.
I lunghi capelli neri pieni di licheni ed il penetrante odore di muschio le crearono
una fama di fattucchiera. Si vociferava che, come Circe, trasformasse gli
uonmini in animali.
In effetti molti sinternavano nel bosco, pochi ritornavano.
Limmensit del bosco era tale che era facile perdersi. I pochi che tornavano, lo
facevano dopo un giorno o due. Si erano inoltrati con lintenzione di incontrare
Silvia, ma senza risultato, poich lei conosceva il bosco meglio di loro.
Quelli che non tornavano, senza rendersene conto, attaversavano tutto il bosco
fino a raggiungere un altro paese. Qui decidevano di rimanere e cercare
fortuna.
Nonostante tutto, la presenza di Silvia turbava anche i missionari.
Era il sogno proibito di tutti, ma la fama di strega li tratteneva dallagire.
Tutti i venerd, allora del vespro, Silvia Rosato entrava in chiesa.
Non assisteva al sevizio religioso della navata centrale. Si introduceva in una
cappella laterale e di fronte ad unicona di San Francesco, fondendosi con la
penombra della cappella, pregava.
Il tremolo delle candele illuminava la sua figuretta conferendole un aere
mgico.
La sua pelle olivastra sembrava unirsi alle ombre che ballavano nella piccola
cupola. Qui, dallalto, il santo di Assisi la benediceva insieme agli uccelli che
svolazzavano intorno.
Silvia parlava con il Santo anche dopo che il servizio religioso era finito. Un
leggero colpo di tosse di uno dei missionari lavvertiva che la chiesa stava per
chiudere.
Ad vesperum demorabitur passio!
Quel venerd fra Giovanni non interruppe con un leggero colpo di tosse la
concentrazione di Silvia. Lodore di muschio umido gli era entrato nel sangue
poich anche dopo la partenza della giovane la cappella tratteneva il suo
aroma. Qui il frate era solito sostare a lungo e, insieme a San Francesco e gli
uccelli, si dilettava del profumo di donna. Involontariamente ascolt la fine della
112
Fra Giovanni -
La voce del sagrestano chiuse di colpo le porte che erano state aperte con
timidezza.
Silvia arrossata in volto, con lo sguardo sul pavimento, usc dalla chiesa. Lagile
e snella figura si fuse con la notte incipiente.
- Domine mihi pacem dona.- Cos, inavvertitamente, fin la preghiera dei defunti.
Di ritorno, il sagrestano gli fece notare il lapsus linguae.
- Omnes pacem anhelamus.- fu la sua risposta. Una sola ed angosciante
domanda simpadroni della notte del missionario.
Cosa fare?
Silvia, quando usc dalla chiesa, cammin senza una meta fissa.
La luna piena la trov ai piedi dellalbero centenario. Q ui si sedette ed apr la
sua anima allunico compagno che le dava pace e serenit senza chiedere nulla
in cambio.
Cosa fare?
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114
della sua
Ordine: - Cosa Fare?La forte domanda percorse la navata centrale, pass di fronte allAltare
Maggiore senza inginocchiarsi ed entr in sagresta; qui fu accolta dagli orecchi
del sagrestano che corse premuroso incontro al frate.
-
Contrario alla sua abitudine, dopo il suo deambulare quotidiano, fra Giovanni
sintern nel bosco. Sapeva della fama di fattucchiera di Silvia Rosato.
- Sar il suo cane fedele.- comment ironicamente.
Mentre si avvicinava al centenario ascolt lo sfogo di unanima in pena.
-
Sono qu!-
115
Non so, ma credo che il cielo sapr risolvere il nostro problema. Domine
consola affectus unde suspirat cor.-
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Silvia and al bosco. Lombra del centenario la ravviv. Alluscita del bosco
and in chiesa. San Francesco e gli uccelli la ricevettero lietamente. Fra
Giovanni era nella capella.
Senza riparo, i due corpi si unirono in un ardente bacio.
Le fiamme, appena accese, furono spente dal sagrestano.
Il Dies irae ebbe inizio: minacciava Silvia con le fiamme dellinferno, lavrebbe
fatta bruciare sul rogo nella pubblica piazza; ammoniva fra Giovanni con le
pene del purgatorio, un ritiro spirituale lo avrebbe fatto ritornare sulla giusta va.
I due giovani non sapevano come reagire. Immobili ascoltavano le urla
convulse del sagrestano che attrassero lattenzione di alcuni paesani che
passavano di fronte alla chiesa ed il cui numero, poco a poco, and in
crescendo.
Tutti videro e seppero.
Senza batter ciglio accettarono la proposta di bruciare la grande strega nella
pubblica piazza e gi le prime mani si avvicinavano per prendere Silvia Rosato,
strega di professione, quando la natura intervenne.
Un violento terremoto scosse la chiesa ed il paese intero.
I due giovani amanti,approfittando della confusione, riuscirono a scappare.
Il terremoto era durato brevi secondi; il tempo sufficiente per perch nel tronco
del centenario si formasse una fessura a forma di nicchia, profonda un palmo e
larga tanto che un corpo umano vi potesse alloggiarsi comodamente.
Quando gli amanti arrivarono ai suoi piedi la linfa che emanava gi stava
lavorando per rimarginare la ferita. Decisero di salire sullalbero e nascondersi
nella sua frondosa chioma Prima di farlo si tolsero i sandali .
Silvia entr nella nicchia grondante di linfa e teneramente baci il centenario.
-
Andiamo e prendiamola.117
Un esecito di torce penetr nel bosco violando i suoi segreti ntimi. I sogni
scapparono di fronte ad una marcia che incuteva terrore. Le ombre cercavano
rifugio tra le chiome degli alberi.
Le fiamme arrivarono ai piedi del centenario. Qu muti di orrore si fermarono. Ai
piedi del grande albero cerano i sandali dei fuggitivi e la resina mostrava la
sagoma di un corpo snello e tentatore.
-
Bene, giovanotto, che le serva di lezione. Lei sposer mia figlia quando
arriveremo al prossimo paese. Prenda uno dei mie vestiti, le andranno
bene. Non mi sono mai piaciuti i missionari.-
Tempus fugit.
I personaggi di questa storia si unirono alla polvere dei secoli che li dissolse nel
cielo stellato.
La leggenda cambi.
Un famoso storico del nostro tempo certifica, con documenti seri, che dal
grande albero, nella notte dei tempi era nata una dea che aveva generato una
razza di uomini forti e temerari e che , portata a termine la sua missione
germinatrice, era ritornata a casa in comunione con tutti gli alberi della natura.
Prova di questo era limpronta di un corpo snello stampata nel suo tronco.
Un famoso archelogo, di lingua straniera, certifica che limpronta appartiene ad
un fossile umano di sesso indefinito che potrebbe spiegare lultimo anello
perduto dellevoluzione umana.
119
Questo dipendeva forse dal fatto che una stufa vicina conferiva al luogo un
tepore gradevole che piaceva agli anziani. Il tepore li acarezzava, penetrava nel
loro ntimo e riaffiorava rinvigorendo i corpi stanchi.
Ma langolo non era esclusivo degli anziani. Anche i giovani vi trovavano rifugio
per le loro anime tormentate.
Una di queste anime, dai profondi occhi verdi, inond langolo di una tristezza
infinita. Solo il pianto avrebbe potuto essere la sua cura.
Ma il pianto non arrivava!
Era prigioniero in un labirinto di profondit incerte.
Don Abbondio si sedette e salut comera il suo solito:- Come ti trattano i tempi,
signorina?Rebecca nel suo dolore invocava la vita, ma sembrava che solo la morte le
rispondesse. Cos, quando ascolt la voce dellanziano ,reag duramente.
-
Vecchio satiro!
Puttana!-
che non vuoi capire. Tutti siamo nel tempo e tutte le risposte che noi
cerchiamo sono nel tempo. In poche parole: lamore non ha et.-
Questo breve dialogo convinse lamica del fatto che Don Abbondio era riuscito
a far infatuare Rebecca usando una strana pozione Lamica ne dedusse che, se
Don Abbondio era in grado di far innamorare di s le persone, allora possedeva
anche il potere di usare la sua pozione per fare del male! Questa versione dei
fatti fu accettata da tutti e, come un serpente, sinsinu in ogni casa ed angolo
del paese, lasciando dietro di s una scia di timore, invidia e gelosa.
Timore che Abbondio invece di curare la gente potesse farle del male.
Invidia, perch Rebecca aveva scelto lanziano come compagno di vita.
Gelosa: il corpo della giovane donna era sognato da molti.
che Rebecca avesse sustituito lui, giovane ed bello con un uomo anziano e
pazzo; ma quello che pi di tutto lo esasperava era il soprannome che gli
avevano affibbiato, parodiando le parole di Abbondio : lo chiamvano Giovanni
senza Tempo.
Il peggio era che non riusciva pi a conquistare unaltra dama. Lultima, senza
una spiegazione, laveva lasciato. Nessuna delle giovani donne del paese
voleva avere relazioni con lultimo fidanzato di Rebecca perch, dicevano, non
si poteva essere certe che Rebecca, ormai trasformatasi in strega ,in un
momento di gelosa, non decidesse di usare i suoi poteri contro di loro. Cos
era pi consigliabile rimanere quiete e non far niente per farla arrabbiare.
Povero don Giovanni!
Per la prima volta, nella vita, stava solo.
Questo non lo poteva sopportare.
Il suo risentimento contro Rebecca andava crescendo. Dava la colpa a lei di
ogni suo male
123
senza Tempo voleva violarla. Ricevette un forte colpo sulla testa che lo fece
piombare a terra svenuto.. Allintorno una piccola pozza dacqua e frantumi di
una brocca rotta si mischiavano con il sangue appena versato.
Rebecca laveva colpito duramente.
Il nostro Giovanni senza Tempo si riprese dalla ferita, ma non dalla solitudine
che, oramai padrona e signora della sua vita ,non lavrebbe pi lasciato..
Don Giuseppe, ogni tanto, volge lo sguardo con tenerezza allangolo del
vecchio.
Ricorda i tempi che furono e che non potranno tornare mai pi.
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125
Tutto accadde, come dicono i poeti, in una notte senza tempo con un luna un
p bruciata che nulla pot nella sua lotta contro una coltre di nuvole. Solo il
lampione con il tremolio della sua luce dovuto ad un difetto nel circuito,
illuminava a intermittenza la panchina.
Una figura femminile, stanca, arriv portata dai tacchi a spillo fino al lampione.
Carla Daz, segretaria amministrativa, appena seduta scoppi a piangere
amaramente.
La tremolante luce dava pi risalto alle curve singhiozzanti che invitavano al
peccato.
Lentamente la sua ombra si alz e si diresse verso la strada in discesa.
Carla era arrivata al croceva della sua vita.
Gli eventi che lavevano portata al lampione della panchina risalivano ad un
anno prima, con larrivo di Fernando Gmez, ingegnere agrnomo che, grazie
alla propria perizia, dopo aver investito un dicreto capitale, era riuscito a
formare un centro di smistamento dei raccolti che riusciva a collocare a buon
prezzo sui mercati nazionali.
Carla Daz si era presentata nel suo ufficio in cerca del posto di segretaria.
Per lei era stato amore a prima vista.
Fernando Gmez, ingegnere agronomo, la considerava solo una contadina in
pi.
Est mulieribus ars himenei.
126
Fissarono di sposarsi entro sei mesi, il tempo necesario per occuparsi dei
prossimi raccolti e di preparare le carte.
Tutto sarebbe andato come previsto, quando
Quando allorizzonte comparve Mara Sifontes.
Arriv al paese abbagliando tutti con la sua eleganza cittadina. Era una modella
professionista.
127
129
130
Cosa desidera?-
Elena taceva.
Gli occhi verdi scrutavano attentamente la casa. Cercavano qualcosa che
potesse dissipare langoscia incipiente. Lo trovarono in un tavolinetto rotondo,
dove, vicino ad una lampada, stava limmagine che dieci anni fa aveva
abbandonata.
-
S, non ti ha dimenticato. Aspetta il tuo ritorno sin dal giorno in cui sei
andata via.-
Una rondine solitaria con dei ramoscelli nel becco si apprestava a costruire il
suo nido damore.
Elena abbandonava il suo e si dirigeva allo sconosciuto Nord con la promessa
di tornare presto.
Aveva intrapeso il viaggio con lintenzione di aiutare una zia malata. Al suo
ritorno, promise a Roberto, avrebbero coronato il loro sogno damore.
La citt del Nord subito streg la bella e sensuale giovane. Sentiva il fascino
delle sue luci e della gente che parlava un altro idioma. Grazie al suo aiuto la
zia guar dalla malattia.
Elena, giorno dopo giorno, ritardava il ritorno. Il fascino della grande citt si era
impadronito del suo cuore. Il suo paese nato,al paragone, era diventato piccolo
e stretto.
Roberto era stato dimenticato.
Le prime lettere erano evasive. Molte rimasero senza risposta.
Roberto, quale albero che si resiste a cadere nonosta nte la furia del temporale,
soffriva in silenzio ed aspettava : Elena, un giorno o laltro, sarebbe tornata.
La giovane si apr cammino nella grande citt. Trov lavoro ed un nuovo amore:
uno dei tanti che avrebbe avuto.
Ma ad ogni amore che finiva, i ricordi riaffioravano nel cuore di Elena.
La terra lontana, la casa, la famiglia eRoberto. Sospirava.
Allora il nodo della nostalgia affogava la sua anima che straripava in lacrime,
quale fiume in piena tempesta. Quando le acque riprendevavano il loro corso
naturale, Elena prometteva di ritornare.
Prometteva!
Lultima delusione amorosa decise per lei. Anche quel giorno era primavera.
Una rondine solitaria con dei ramoscelli nel becco si apprestava a costruire il
suo nido damore.
Osserv
132
Non tard.
Quel giorno il sole faticava a sorgere. Una leggera nebbia si era impadronita
delle strade del paese.
Due tocchi leggeri ruppero il silenzio della casa, attraversarono il salotto e si
fermarono nella stanza di Marta.
Quando i fieri occhi neri aprirono, incontrarono Roberto. La gioia fu
vicendevole.. In silenzio fece entrare il fratello ed inmediatamente gli prepar la
colazione.
Roberto apr bocca, ma un dito, soavemente lo fece tacere.
-
133
134
INDICE
Il Libro Maledetto
13
19
A.A.A.Cercasi...
23
Wachau
28
Laura
34
41
45
51
La stanza N 27
61
Virgo inviolata
68
77
Maia
83
Non prevalebunt
92
98
Il centenario
108
117
122
127
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136
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