Un miracolo si verificato alla Seconda Assemblea per l'Europa del Sinodo
dei Vescovi. Iniziato male tra divisioni e dubbi il Sinodo si concluso con una dimostrazione di una solida unit dei Vescovi e soprattutto con la rinnovata forza di una fede ritrovata e rinsaldata. Una nuova generazione di Vescovi emersa a guidare l'Europa, coscienti di essere parte di un gruppo minoritario di cattolici impegnati ma forti nella speranza e nella Fede nel Signore. Infatti cos conclude il Messaggio: Chiesa d'Europa, non temere! Il Dio della speranza non ti abbandona. Credi nel suo amore che salva. Spera nella sua misericordia che perdona, rinnova e vivifica. Spera nel tuo Signore e non sarai confusa in eterno! Il Sinodo era nato sotto i peggiori auspici, gi l'Istrumentum laboris si era rivelato come un pesante e voluminoso coacervo di problemi, la situazione europea risultava pessima per la fede, le diverse conferenze episcopali sembravano arrivare al Sinodo divise, alcune arroccate sul proprio nazionalismo. Pima dell'inizio dei lavori il cardinale cardinale Jan Schotte, segretario generale del Sinodo dei Vescovi, aveva spiegato che La Nuova evangelizzazione sar al centro del dibattito di questa Seconda Assemblea Speciale per l'Europa del Sinodo dei Vescovi, si discuter quasi esclusivamente di Fede, i problemi politici e sociali saranno al margine. vero che non bisogna sottovalutare i fenomeni di paganesimo - aveva aggiunto il Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi - un recente sondaggio fatto in Francia infatti riportava che il 68% degli intervistati ha risposto che Dio non importante nella loro vita. Per quanto riguarda la trasmissione della fede il cardinale aveva fatto notare come ci si resi conto che questa non avviene pi attraverso i metodi tradizionali. La famiglia, per esempio era un veicolo fondamentale per insegnare e trasfondere la fede ai giovani, ma essendo al centro di tanti problemi e polemiche non pi tanto dedicata a quest'opera Nella scuola, si curano di pi gli aspetti culturali e informativi, mentre diventa sempre pi difficile trasmettere una vera educazione alla fede. Sappiamo delle basse percentuali di cattolici che frequentano la Messa domenicale, ma di pi sono i cattolici che non intrattengono un legame con la parrocchia. Nei mezzi di comunicazione, che sempre di pi creano cultura, pochi sono quelli che sono impegnati a divulgare una cultura religiosa. Per questi motivi il punto centrale di questo Sinodo sar appunto la Nuova evangelizzazione intesa come conoscenza della fede, trasmissione della stessa e formazione permanente perch i cattolici la rendano vivano nella vita di ogni giorno. Il Sinodo per l'Europa era visto da molti come una triste raccolta di medici al capezzale della Chiesa morente: decadente, stanca, e malata. Una situazione di declino che rifletteva lo stato d'animo del Vecchio continente dove impressionante scoprire che a livello demografico pi del 90% delle nazioni europee ha un tasso di crescita della popolazione al negativo o insufficiente al ricambio generazionale (almeno il 2,1 figli per donna). La Chiesa europea, che ha portato il Vangelo all'Asia, all'Africa e all'America sembrava indifferente, in preda ad una "tranquilla apostasia", come ha detto il cardinale di Bordeaux Pierre Eyt. Molti Vescovi hanno sottolineato come i cristiani della parte occidentale dell'Europa sembrano succubi della cultura materialistica dominante, frequentano poco la Chiesa, la parrocchia ed il confessionale. Il cardinale Lopez Trujillo ha evocato la "sistematica demolizione" della famiglia, le "sfide perfide" delle unioni di fatto, dell'inverno demografico, della cultura della morte. L'esponente di Comunione e Liberazione Jesus Carrascosa ha lamentato il fossato crescente tra fede e vita: troppi europei separano la fede dai comportamenti quotidiani, costruiscono un muro
tra religione e ragione, riducono Cristo semplicemente a profeta sociale o
predicatore di morale. Il cardinale di Utrecht Adrianus Simonis ha proclamato un amara verit: "Oggi la Chiesa minoranza! Solo pochi sanno chi Cristo e come trovarlo! La Chiesa rischia di ridurre il Vangelo ad una ripetizione di parole o appelli morali". Il Cardinale Dionigi Tettamanzi a questo, proposito ha spiegato che la priorit della Chiesa oggi non sta tanto nel battezzare i convertiti, ma nel convertire i battezzati. A fronte di questo quadro realistico e triste per altrettanti sono stati gli interventi in cui si indicavano segni di speranza poderosi come i movimenti e la rinascita della Chiesa dell'Est Europa. Ma quello che nessuno aveva previsto e che ha ribaltato i termini delle discussione stato l'intervento dei vescovi dell'Est Europa. Molti giovani e sconosciuti, altri meno giovani e segnati dalle ferite, ma tutti forgiati dalla persecuzione delle dittature comuniste. Il loro intervento stato decisivo, le loro testimonianze commoventi. Molti di loro sono veri e propri martiri, vivi per miracolo dopo anni di carcere e discriminazioni. Questi vescovi hanno dato una testimonianza di fede forte, temprata dalla sofferenza e maturata nella preghiera e nell'esperienza liturgica. La celebrazione dell'Eucarestia svolta di nascosto e che per molto tempo rimasta l'unico legame quotidiano con Cristo e la Chiesa. Contemplazione, preghiera e intensit liturgica che da sempre sono state le travi portanti della spiritualit orientale. A queste travi i cattolici si sono aggrappati mentre infuriava la tempesta contro la fede scatenata dai regimi comunisti. La fedelt a Roma, l'amore per Maria, la chiarezza nella trasmissione e nelle testimonianza di fede di questi Vescovi ha cambiato totalmente i parametri culturali su cui si stava sviluppando il dibattito. Per darvi un idea vi voglio raccontare l'incontro con un vescovo rumeno venuto il sala stampa per incontrare i giornalisti. Un Vescovo giovane, con un viso allegro, i modi gentili, lo sguardo dolce e limpido, ma con una fede forte e vissuta, un esposizione chiara, candida e sicura. Cosil 20 di ottobre Mons. Virgil Bercea Vescovo di Oradea Mare dei Romeni venuto nella fossa dei leoni ad incontrare i giornlaisti per parlare del Sinodo Alla domanda se il celibato dei sacerdoti fosse un problema per i sacerdoti romeni mons. Bercea ha chiarito che:Il celibato non per noi un problema, si tratta di una scelta. Il dibattito sviluppato in occidente su questo argomento mi sembra caratterizzato dalla poca conoscenza dell'argomento. Nella nostra Chiesa il 20% dei sacerdoti di rito greco-cattolici sono sposati, mentre i restanti di rito latino si attengono al celibato. Certo io ho nella mia diocesi sacerdoti sposati con figli, ed in genere hanno pi problemi degli altri, perch quelli celibi possono dedicarsi alla missione a tempo pieno, mentre quelli coniugati devono dedicare una parte del tempo per guidare e sostenere la famiglia, . Io li capisco e li aiuto, certo che la vita famigliare molto impegnativa. Mons. Bercea ha inoltre ricordato che nel periodo in cui la Chiesa stata perseguitata i sacerdoti coniugati hanno sofferto di pi perch il regime faceva pressioni sulla famiglia e quindi molti hanno ceduto accettando di rinnegare la fede. Adesso molti di questi sacerdoti vivono con un grandi problema di coscienza. Una giornalista ha chiesto al Vescovo un parere circa le proposte di sacerdozio femminile avanzate da alcuni in Occidente: Devo dire - ha riposto mons. Bercea - che ho partecipato ad un circolo italiano e c'erano tre donne, molto intelligenti. Ebbene sono state proprio loro a voler contenere le spinte in questa direzione. Hanno espresso anche giudizi molto duri sul movimento femminista e sugli errori che questo ha commesso. Per quanto mi riguarda io apprezzo moltissimo le donne, ma credo che non devono diventare come gli uomini perch cos facendo perderebbero molte delle qualit che sono squisitamente femminili. Penso che le femministe hanno un atteggiamento isterico quando pretendono di voler trasformare le donne come uomini. Dobbiamo guardare alla Madonna come modello di qualit femminili. Maria pi vicina a Dio degli stessi sacerdoti. Lei ha avuto
nel suo seno Cristo e la maternit, qualit propriamente femminile,
rappresenta un legame profondissimo con con la creazione, una sorta di rapporto liturgico con i disegni divini. Se le donne riescono a comprendere l'importanza di ci ecco che il loro ruolo diventa decisivo. Circa il contributo portato al Sinodo dai Vescovi dell'Est Europa mons. Bercea ha precisato che: la prima volta che partecipo ad un Sinodo. Sono rimasto colpito dall'intelligenza, dalla competenza e dalla capacit di sintesi dei Vescovi dell'Europa occidentale. Noi dell'Est abbiamo portato la testimonianza di fede che passata attraverso la prova della persecuzione. Abbiamo sofferto sotto il comunismo, ma anche nei dieci anni successivi alla caduta del muro, perch il comunismo ha sradicato la fede dalla gente, e non sufficiente la libert per riconquistare la fede. Nell'immediato credevamo che tutti sarebbero venuti a noi, ma poi abbiamo visto che per tante persone Ges Cristo non significava nulla. Il regime crollato ma l'ideologia rimasta. I dirigenti attuali sono stati educati dal regime comunista. Per questo motivo, ed il messaggio finale lo sottolineer, puntiamo sulle nuove generazioni. Puntiamo sui giovani. Una realt che evidente anche in Europa occidentale dove vediamo un grande risveglio della Fede. Abbiamo potuto constatare che i giovani, soprattutto quando gli si affidano grandi responsabilit, rispondono con entusiasmo straordinario. Si tratta di una speranza concreta per la Chiesa e per la societ. Circa la sfida che il consumismo lancia alla fede, mons. Bercea ha voluto sottolineare come certi programmi televisivi possano essere diseducativi. Il Vescovo di Oradea ha spiegato che ancora molto difficile per i romeni uscire dal Paese, per questo essi hanno un idea dell'occidente cos come descritto dalle soap opera e dai programmi che vengono trasmessi in TV. Ancora troppo pochi romeni hanno viaggiato in Occidente per conoscere quanto falso e deviante sia la realt rappresentata in questi programmi. quindi necessario cercare di contrastare questa campagna diseducativa. Come evidente dalle risposte di questo giovane vescovo dell'Est, quel tipo di mentalit da pensiero debole, di fede incerta, di cronica sottomissione alla cultura dominante, di debolezza nella risposta sulle questioni morali, che hanno caratterizzato gran parte del mondo cattolico nei paesi secolarizzati dell'occidente non c', stato spazzata via. A proposito del contributo dei vescovi dell'Est, il cardinale Cristoph Schnborn, Arcivescovo i Vienna ha detto: Il Santo padre parla sempre di due polmoni dell'Europa e della Chiesa: la Chiesa d'oriente e quella d'Occidente. la tradizione della Chiesa orientale stata devo riconoscerlo personalmente di grande aiuto nella grave crisi della Chiesa occidentale. L'occidente cristiano ha bisogno del contributo vitale della teologia dei padri della Chiesa, del monachesimo della Chiesa orientale, della solennit e della bellezza della liturgia divina e delle icone. Quanto del rinnovamento ecclesiale dovuto alla Chiesa d'Oriente! ma anche la Chiesa orientale ha bisogno del polmone occidentale per incarnarsi meglio nelle strutture visibili della societ e superare il grande pericolo rappresentato dalla Chiesa nazionale, per cui il riferimento a Pietro, centro dell'Unit imprenscindibile. In questo contesto tutte le espressioni di "fede forte" che sono emerse nella parte occidentale dell'Europa, come i movimenti ecclesiali, i gruppi che hanno fondato il loro carisma sulla liturgia, la preghiera, la passione per Maria, la formazione cristologica, hanno superato l'ostracismo dei mass media e si sono potuti esprimere nel contesto del Sinodo. Un altro sintomo del nuovo clima che si creato nel Sinodo emerso dur,ate l'ultima conferenza stampa del Sinodo. Di fronte ai giornalisti di uan certa area politica che ogni volta fanno domande indicando i tanti "mea culpa" che la Chiesa dovrbebe fare, il caridnale Dionigi Tettamanzi ha cos risposto che 6 vero che ogni cristiano, Vescovo, sacerdote e fedele deve fare un esame di coscienza,
anche perch il compito della Chiesa in Europa proprio quello di
convertire i battezzati, mabisogna riconsocere che ilmartirio della Chiesa dell'Est europa costituisce un autentico schiaffo in faccia a quei cristinai che si sonolasciati contagiare da modi di vita contrari al Vangelo. La Reazione dei mass media Questo brusco, repentino, cambiamento di parametri culturali ha trovato impreparati i giornalisti che hanno continuato a porre domande ormai "datate" sui sacerdoti sposati, il sacerdozio femminile, l'attenzione per gli omosessuali e le lesbiche, la riforma della gerarchia ecc. La non comprensione di che cosa si stesse veramente discutendo insieme al fatto che i Vescovi al Sinodo hanno affrontato a fondo i problemi di come trasmettere e testimoniare la fede, spiega la scarsa attenzione dei mass media per il Sinodo. La maggior parte dei giornalisti purtroppo prevenuta nel trattare problemi in cui si parla di Fede. Molti non hanno capito cosa stesse succedendo, altri hanno compreso, ma proprio per questo non hanno voluto far sapere. Il conflitto tra i due modi di affrontare i problemi cio "pensiero debole" contro "fede forte" sono emersi chiaramente con l'intervento del Cardinale Carlo Maria Martini, Arcivescovo di Milano. Intervenendo nell'aula del Sinodo nel pomeriggio del 7 ottobre il cardinale Martini dopo aver criticato i movimenti ha detto che forse neppure un Sinodo potrebbe essere sufficiente per affrontare i problemi che la Chiesa si trova di fronte, ed ha quindi proposto Uno strumento collegiale pi universale e autorevole indicando la necessit di un confronto tra tutti i vescovi su alcuni dei temi nodali emersi in questo quarantennio. Bench espresso in maniera sfumata, tutti hanno ben compreso il messaggio del cardinale Martini che ha proposto nei fatti Un nuovo Concilio, denotando un sostanziale disaccordo con la linea con cui papa Giovanni Paolo II sta conducendo la Chiesa verso il terzo millennio. L'intervento del cardinale Martini ha trovato il favore dei mass media i quali hanno amplificato il senso del suo discorso, mentre dura e inaspettata stata la risposta degli altri Vescovi. Nella seconda delle tre conferenze stampa tenute dai Vescovi mons. Jzef Miroslaw Zycinski, Arcivescovo di Lublino (Polonia), Segretario Speciale del Sinodo ha risposto chiaramente al cardinale Martini affermando di: essere molto scettico sul fatto che la riforma delle strutture possa risolvere i problemi, ed ha aggiunto che le strutture esistenti sono pi che sufficienti per predicare la Buona novella. Secondo mons. Zycinski i problemi che la Chiesa deve affrontare non si risolvono con la magia o con la demagogia ma con nuove forme di predicazione. Il problema non sono le strutture ma il contenuto del nostro messaggio - ha detto Zycinski-, ed i problemi non si risolvono con proposte di grande pubblicit e di senzazionalismo. Pi discreto ma altrettanto netto il giudizio del cardinale Tettamanzi che nella terza ed ultima conferenza stampa ha detto che:L'intervento del cardinale Martini non ha avuto nessuna rilevanza. In effetti se si va a guardare l'elezione del Consiglio post-sinodale, il cardinale Martini non stato eletto (ha avuto 25 voti) e solo due suoi simpatizzanti, monsignor Karl Lehmann vescovo di Mainz, Presidente della Conferenza Episcopale Tedesca e mons. Vincent Nicholas amministratore apostolico di Westminster, vi hanno trovato posto. Fuori dal Consiglio anche altri simpatizzanti delle posizioni del cardinale Martini, come il cardinale Godfried Danneels, e Padre Timothy Radcliffe. Il pi votato nell'elezione del nuovo consiglio post-sinodale stato il cardinale Dionigi Tettamanzi con 100 voti (su 160 votanti). Secondo risultato il cardinale di Vienna Cristoph Schnborn. Gli altri membri del Consiglio per elezione o per nomina papale sono: il cardinale di Praga Miloslaw Vlk, quello di Madrid Antonio Maria Rouco Valera, gli arcivescovi di Atene Nikolaos Foscolos, di Lublino Josef M. Zycinski, di Zagabria Josip Bozanic, di Vilnius Audras Backis e di Strasburgo Joseph Dor, e poi
l'ausiliare della Chiesa ucraina Lubomyr Hisar, l'amministratore apostolico
di Mosca Tadeus Kondrusiewicz e il prefetto per le cause dei santi, l'arcivescovo portoghese Saraiva Martins. Il Sinodo ha avuto una certa influenza anche sul mondo politico europeo. Per la prima volta infatti Romano Prodi l'italiano che guida ora la Commissione Europea, (capo del governo d'Europa) in maniera del tutto eccezionale ha mandato un messaggio al Sinodo offrendo e chiedendo collaborazione per un Europa unita dai valori cristiani come con il Sacro Romano Impero. Un obiettivo che Giovanni Paolo II ha auspicato fin da quando salito al soglio di Pietro. PER EVENTUALI COMMENTI VALGONO LE VALUTAZIONI CHE RATZINGER HA RILASCIATO A FIDES La cosa pi importante che la centralit di Cristo era sempre presente. In questo sinodo la tentazione pi grande era il fuggire in problemi pratici (l'immigrazione, l'economia, problemi sociali), tutti importanti e veri, ma se non partiamo dal centro rischiamo di essere superficiali: parliamo magari con una certa competenza morale o etica di tutti i problemi, ma questa solo una parte della competenza. Abbiamo invece messo in luce - per quanto si poteva - il messaggio su Cristo, che d legittimit alla Chiesa e d una missione unica alla Chiesa. Un altro fatto importante stata la sinfonia fra oriente e occidente. La gente era molto diversa. Nella parte occidentale dell'Europa vi ancora molta delusione perch vediamo la riduzione delle persone che frequentano la Chiesa, le vocazioni diminuiscono. Un vescovo ha detto che non c' pi un'anima naturaliter cristiana in Europa, ma al contrario diffusa un'anima naturaliter non cristiana, cos che l'Europa non pi un continente cristiano, ma pagano. Dalla parte dell'Europa orientale sono venute invece esperienze incoraggianti. Proprio da questo mondo che ha cos sofferto, che si trova ancora in una situazione economica difficile e in parte disastrosa, qui tuttavia la fede vissuta come luce e come speranza, che apre dopo tutte le distruzioni dell'anima, della natura, dell'economia. Questo contrasto era fecondo: l'Europa occidentale si accorge che in luoghi dove la fede quasi scomparsa, pu anche rinascere, diventare una vera fiamma. E dall'altra gli orientali hanno riconosciuto una nuova missione: dare speranza a noi e imparare dalle nostre esperienze, dalla nostra teologia. L'idea dei doni reciproci fra oriente e occidente una realt. Questi due fattori, la centralit di Cristo e la reciprocit dei doni hanno fatto scoprire una profonda speranza. Certo, vi sono sempre deficienze: in un arco di tempo di sole tre settimane impossibile elaborare a fondo i pensieri. Se si leggono le proposizioni ci si accorge che esse sono ricche, s, ma immature. Per questo necessario, non solo dal punto di vista giuridico, un tempo di riflessione, elaborazione, sintesi di questo ricco materiale. Non vorrei entrare in singole critiche, non il caso. Va detto per che tutto il materiale, che pu aprire molte porte, ha bisogno ancora di un certo cammino. DOMANDA:Per il mondo europeo, cos segnato dal nichilismo, le sembra sufficiente la sottolineatura morale e dei "doveri"? RISPOSTA: A me sembra naturale che i vescovi, che sono pastori, vogliono avere un risultato operativo, concreto, programmi da fare, imperativi pastorali. Cos viene sottovalutato l'altro elemento del dono dato, tutti quegli aspetti dell'essere dove riceviamo percependo con tutti i sensi, non solo con la ragione. Tuttavia mi sembra che i punti riguardo la liturgia e la riscoperta del sacro siano su questa linea. Si tratta non solo di fare, ma di vivere il Mistero. Forse questi aspetti andrebbero accentuati per non ridurre il cristianesimo a un pragmatismo e a un attivismo, dove viene esaltato il fare nostro. Invece la bellezza del cristianesimo che ci
precede un dono. Entrare in questo dono ci fa anche agire.
Domanda:C' quindi speranza per l'Europa? Risposta Certamente: Cristo non un fatto del passato. Come dice la lettera agli Ebrei, "Cristo ieri, oggi, e sempre". Cristo un fatto storico del passato, ma anche una persona presente perch risorto. Non solo risorto, ma ci precede. Gli angeli alla tomba dicono alle donne: Andate in Galilea, il Signore vi precede. Chi va con Cristo non cade nel vuoto, nel puro passato, ma riceve da Cristo futuro e speranza. Bisogna re-imparare questa presenza, per re-imparare l'aspetto dell'avvenire nella cristologia.