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Pirzza S. Pietro
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alla
cupola della Basilica, afraccianclosi
ringhiera esterna cire gira subito sotto
la palla di bronzo. A 'i'entaglio,dietro
la monumentaleabsidedi S. Pietro, si
apre un grandegiardino collinoso,i cui
bianchi viali, girando tra prati, air.role
fiorite, boschetti e fontane, collegano
pochi edifici tra di loro. Intorno al
parco una muraglia fornita di bastioni
segna il confine. E' tutto qui; eppure
Io Statoin miniatura-- sorto all'ombra
della piir grande Clriesadclla Crisiienit) - possiede,nei suoi esiqui confini, il necessarioper far funzionare
una delle pit complessee pit\ impressionanti organizztzioni clel mondo.
Dopo il Trattato dei Laterano e la
Conciliazionecon lo Stato Italiano che
ripristinavala sovranitAterritoriale del
Ponteficee qarantivala completaindipendenzae il riconoscimentodelle prernool,'-,p
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canto all'anticor-rLrcleo
dei oalazzie dei
musei vrticani sono sorti edi6li rrrrovi
o rinnovati. Nei pressiclel granclepalazzo del Governatoresi erce lI Paluzo
d i C i u s t i z i ec l . t S c u o l aJ c l l t n s . r i c o .
la Stazione Ferloviaria c la ccntrale
della ultrapoienteRadio Vaticana, costruitadallo stessotrfarconi.mentreun
;rlfro c'rrrn'.n di frlrhl'j6ati 'uovi
d sort.,
piazze S. piqtro
- Scorcio visto
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S. Pietro
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fisso, il segnacoloinconfondibile del mondo Vaticano rimane pur semprela mirabile, anroniosissimacupola che si libra leggera e possentesul sepolcro di S. Pietro.
Ancora lontanissimoda Roma, sia che si giunga per ferrovia come per strada, nell'incerta
bruma che quasi sempresovrastauna grande metropoli, o profilata nel cielo intensamente
azzurro dell'Urbe, si scorgela sagemainconfondibiledella cupola, ovunquevisibile salvo che
proprio dai piedi della BasilicaYaticana.Por chi vi ponga attenzione,percorrendola nuova
Via della Conciliazione,mano mano che ci si avvicina a piazza S. Pietro, la cupola sembra
tramontare, sprofondare dietro la chiesa.La sorpresa era pit grande ed evidente'quando
esisteva ancora la on demolita Spina di Borgo, la quale nascondevaS. Pietro fin quando
non si sbucava sulla piazza. Allora spessorisuonava I'esclamazionedel visitatore sorpreso:
<<Ma la cupola dov'd finita? >>Infatti agli occhi che si levano verso la Basilica dal centro della
piazza, la cupola scompare.
Questo che spessofu imputato a errore di prospettiva del Maderno, costruttore della facciata,finisce per essereun
fenomeno suggestivoche non stona col
carattere della Cristianiti qui sovranamente trionfante. Nell'istante in cui le
braccia materne della Chiesa si tendono
nell'abbraccio marmoreo del sinfonico
porticato del Bernini, scomparel'elemento architettonico che d servito da
richiamo nella lontananza,.inmodo che
l'attenzione di chi giunge nel cuore del
mondo cristiano si rivolge tutta e sola
verso il sepolcrodel pescatoredi uomi.
ni, del rappresentantedi Crisio in terra.
Nell'immensa p:ia27adove d passato
e passacon ritmo incessanteI'umaniti
che vi confluisce d3i ipunti pit lontani
della terra, vengono incontro al passante occasionalecome al visitatore devoto
o scettico,una folla di ricordi, di memorie la cui storicitd si perde negli indecisi confini della leggenda.Sopratutto i pellegfinaggi cattolici d'oltr'alpe
giungono inpiazza S. Pietro con un fantastico bagaglio di cognizioni leggendarie che ai piil umili ed ai pii rozzi spesso procura un'ombra di delusione.
Si, fantasticamentegtande la piazza,
ma nel suo paese arampicato pef una
erta montagna stiriana o nella sua povera caipannadi pastore irlandese, il
pellegrino non aveva sentito forse raccontare che in piazza S. Pietro c'era posto per due eserciti scl-rierati?Che su
per i pennacchicandidi delle fontane
brilla giorno e notte l'arcobalenoil cui
spegnersi segnerdL
la fine del mondo?
Che dentro,nella palla della cupola,c'd
posto sufficienie per la danza di sette
coppie di sposi? Chiunque abbia visitato S. Preiro e torna poi al suo paese
(sc.
IV)
di Bernini.
piri o meno lontano, sentecol tempo ingigantire il ricordo e non si rende conto che nel logoro tessuto della memoria getta I'aurea spola madonna Fantasia.
Quello che nel mondo si dice sulle proporzioni del maggior tempio della Cristianit), potrebbe riempire volumi: dalla capacitirdella navatamedianache tpudcontenerele pii grandi
cattedrali del mondo all'altezza del baldacchino della Confessionesotto il quale potrebbe
entrare comodamentepalazzoFarnese;dalle colombesulle acquasantier"gru,rdi come aquile,
alla penna dell'EvangelistaMarco __ in uno dei tondi della cupola - lunga un metro e
t.
Pietro
. Sepolcro di
Clemente XIII
di Canwa.
mezzo; dalle statue alte ognuna ciflque metri, al Campanonedi undici tonnellate di bronzo.
Cosi, racconti pii o meno mitic'i, fluttuano ancheintorno all'alto obelisco deIIa piazza,lo
stessoche Caligola fece trasportare da Eliopoli e porre nel circo detto di Nerone. Nel Medioevo il popolo romano lo chiamava <<I'aguglia >>I'ago - e credevache sulla sua cima fos.
sero, in un'urna, racchiuseIe ceneri di Cesare.I pellegrini di ritorno da Roma narravanovo.
lentieri che a mezzogiornodel solstizio d'estate,il sole cade cosi a picco sull'obelisco che
neancheuno spillo pud trovarvi ombra sufficiente.Come dnoto,fino al1586l'obelisco si tro-
vava di fianco alla Basilica e fu fatto trasportare nel centro deIIa piazza
daI papa Sisto V
e.inna'lzato in cinquantadueriprese, con i'op.ru di novecentoop.*i, dall'architetto
Domenico Fontana.Ed eccola leggendacolorire difrazial'ardtaoperaiione.Mentre,
tra l'emozione
di una folla innumere, il grande monolito si dizzava lentam'ente,un marinaio
ligure -- certo
Bresca di Bordighera - accorgendosiche le corde troppo tesestavano
per rompersi - nonostante il divieto papale che puniva di morte chi osasii levare la voce iurante
il pericoloso
innalzamento - gridd < Acqua alle corde>>salvandocosi I'impresa.Naturalmenie papa
il
f-ecegtazia-ed accordd-anzi ll privrlegio richiestogli dal marinaio, p", sd e
per la sua discendenza,di fornire le palme occorrenti nella domenica precedentela Pasqua,
per le funzioni
ponilncle.
b:l.portico, guardato agli estremi dalle statue equestri dei due imperiali protettori
- ]]
della Chiesa: Costantino e Carlomagno serba incastonaL nello stile classicheggiante
qualche elemento della vecchia Basilica medioelale che, minacciandorovinu, fu
piiil^ rimaneggiata da Nicold V e poi fatta demolire e ricostruire totalmente da Giulio JI. E' queste
antiche
Vatircmo - Cap[rlla
Clsmentrna.
reliquie sono la lapide funeraria di Adriano I con i versirozzLma caldi di fervida fede che
vi feceincidereCarlo l\{agno,le impostedi tronzo della porta medianascolpitedal Filarete
e il mosaicoritoccatoma famosissimodella Navicella di Giono.
Si penetra nella Basilica per quattro por'e. La quinta,murata, d la Santache si apre solo
- con cerimoniasolenne- negli anni giubilari. Per chi entra sotto le navate per la prima
volta, I'impressioned senz'altrograndiosa,ma incerta. L'estrema armoniosit) dei particolari,
tutti egualmente giganteschi, abolisce I'eviclenzadella misura di paragone. Ma basta accostarsi alle acquasantieree misurare la propria statura agli angioli ed alle conchiglie, basta
fissare il fondo della Chiesa dove le persorc che vanno ad inginoccl-riarsi
all'altar maggiore
appaionominuscole,per ritrovare I'esattavalutazionedelle proporzioni.
Non pud certo amare S. Pieiro chi ricercanel tempio cristianole penombremistiche,il
raccoltosilenzio,1o slancioversol'alto che caratterizzano
le chiesegotichedel nord. S. Pietro
d il tempio della Chiesatrionfante;la fede cbe qui parla non d pin il lamentoe il tremito dell'anima che, solTrendo,cercaDio attraversoil peso della sua povera umaniti, rna I'inno sfol-
gorante della fede senzadubbii, percossadalla pienaluce del meriggio,non pir) chinatasulla tomba di un Dio marthe, ma nella gioiosa attesadel Trionfatore che torneri trasfigurato, vincitorein eternodel dolore e della morte. SuI misteriososepolcroapostolicola Controriforma ha efevatoil suo rnaestosocorale che d tutto un inno di piena offerta e di gioioso ringraziamento.Tra una selva di colonne,di marmi policromi, di ornamentimarmorei,
di immensiquadri a mosaico,la Cattoliciti celebraqui il trionf,o dei suoi Santi, adunati intorno a Colui che da tristo fu costituitor.occiaeternasu cui poggiarela sua Chiesa.Quali
i nomi degli artisti che
Vaticmo
- Scala Rqgi,r.
Ia
lruola
di rdtene.
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iI grande arteficecostrui in soli quattordici giorni il nuovo modello della chiesaper un costo
di venticinque scudi, mentre il San Gallo al suo progetto interminabile aveva lavorato,
senza mai finirlo, per molti anni facendo ammontare la spesa a quattromila scudi. Per la
sua carica di architetto principale di S. Pietro, Michelangelo rifiutd qaalsiasi emolumento
e diede-alla Basilica diciassetteanni, gli ultimi della sua vita. Per una strana coincidenza
S. Pietro racchiude quindi uno dei primissirni e l'ultimo capolavoro di Buonarroti: la divina cupola e la divina Deposizione.Nella prima cappella di .destra,al disopra dell'altare,
la rnorta spoglia del Salvatoreriposa in grembo di Sua Madre. Si dice che ii giovane Michelangelo fossecosi soddisfattodella sua opera che volle firmarla, cosache poi non fece mai pii.
Infatti il nome di Michelangelo si trova scalpellato attraversoil cinto che dalla spalla scende
alla vita della Madonna. All'accusa di alcuni contemporanei che I'artista avessef.atto Maria
troppo giovane, sdegnato Vasari difese il grande amico asserendoche Michelangelo aveva
appunto rappresentatagiovane la Madre di Cristo in omaggio alla sua eterna, pura, incorruttibile verginiti.
la (<vera icone r> ciod la vera immagine, trasformata dal popolo in un nome femminile dato
allapia donna seguacedi Gest:- Veronica. Una volta I'anno nel giorno di San Pietro le quattro reliquie, chiusein preziosecustodied'argento, vengono mostrate al popolo dalle quattrc ^
tribune che sovrastanole statue attorno aIL'altarmaggiore.
La lunga serie dei sepolcri papali che costituisconoil massimo adornamento della Basi.
lica abbracciasvariati secoli,molti stili e varii autentici capolavori.Dal monumento di Innocenzo VIII del Pollaiolo, residuo ^ncora dell'antica Basilica saccheggiatadai saraceni,vio.
lata dai lanzichenecchinel Saccodi Roma e demolita sul finire del Medioevo, al sepolcro di
Paolo III del pit puro rinascimentocon le stupendestatue di Guglielmo Della Porta; daile
grandiosefigurazioni barocchedel Bernini per la tomba di AlessandroVII con la grande coltre marmorea che scopre1o scheletrodorato ai maestosileoni del Canova posti a guardia del
sepolcro di papa Rezzonico,ogni epoca ed ogni secolo ha lasciato in San Pietro la sua impronta indelebile. Ma certo il baroccod quello che trionfa nella fastosit) dell'insieme, nella
grandiositi della concezione,nell'impeto quasi teatrale degli adornamenti statuari.
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chieseroal Papa I'esplorazionedel sepolcro, che fu anche tentata per alcune volte. Ma sia
il timore di commettere sacrilegio quanto la grande cautela che si dovette usare per non
artecateguasti irreparabili non permiseromai di raggiungereil sarcofagocostantiniano.Vennero perd alla luce una quantitd di sepolcfi tra i quali anche alcuni pagani, a confermarc
il fatto che il corpo dell'Apostolo fosse stato deposto in un sepolcretodella via Cornelia
appartenenteai servi della casa imperiale. Perd durante la costruzionedelle fondamentaper
il nuovo baldacchinoBerniniano sembrache I'architetto Giacomo Della Porta avessemesso
allo scopertoun loro dal quale si vedeva la tomba di Pietro. Corse ad awertire il Papa Clemente VIII che in compagnia di tre cardinali si fece calarc nello scavo. Perd subito dopo
fece tutto murare e da allora la tomba tornd inaccessibile.
Sotto il pavimento della Basilica si aprono le grotte vat-icane:una grandiosanecropoli le
cui gallerie si inoltrano fin sotto la piazza. Nelle grotte nuove sui sarcofaghi degli ultimi
pontefici la pietd dei fedeli accendeceri ed accumolafiori; ma nelle grotte vecchietutto i silenzio e penombra. Qui sono accumulatii residui dell'antica basilica: lapidi, tabernacoligotici, mosaici bizantini e cosmateschi,bassorilievitra i quali mirabili quelli del famoso sarcofago cristiano di Giunio Basso. In una cappelletta latenle vi d anche la rpit antica statua di
Vati@no
il Miracolo
di Bolsma.
S. Pietro, ricavata da quella romana di un r6tore seduto. Poi si susseguononelle bassegallerie arche e sarcofaghi di Papi e cardinali, di principi e di Re. Il simulacro di Bonifacio VIII,
il Papa da Dante condannatoall'Inferno nella sua Divina Commedia,d coricatosul sarcofago
lavorato da Arnolfo di Cambio e Ottone II, il germanicoimperatore,giacein un grande sepolcro di porfido il cui coperchioperd venne trasportato nel battistero della Basilica e adiLito
a fonte battesimale.
Vaticano - La Cagrplla Sis'tina.
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Vaticaoo
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lieri di Malta dal bianco mantello,del S. Sc'polcrocon la triplice crocesul raso nero, Guardie Nobili dai calzoni di pelle biancae gli elmi iucenti,mazzieriin costumifiamminghi,gendarmi dagli alti colbacchidi pelo e Svizzeridalle multicolori uniformi sotto il luccichiodegli elmi e delle corazze.Durante le tradizionalicerimonielnentre.per lunglie ore, si svolge
il centenariorituale e Ia polifonia religiosariempie le alte navatedel rombo degli organi e
del canto virtuoso e spiegatodella CappellaSistina,I allora che la vera funzionegloriosa
della Basilicasi comprendein pieno come viva sinfonia,celebrantele glorie del Creatore.
Con I'avvento della Conciliazionee per virtil del Trattaio del Laterano,il Vaticarro ha
anni. Si tratta del famosoporriapcrto un suo ingressoche era cl-iiusoda ben cinquantanove
i'ingresso
delie trr-rppeitaliane in
1870
dopo
nel
tone di bronzo,serratoin segnodi protesta
dell'architettoBernini,vero rniracolodi
Roma. Di qui si va alla ScalaRegia,opera anch'essa
arte prospetticache pcrmette al PonteficeCi salire senzadare a chi rimane in fondo alla
alla scala, I'impressioneinevitabile della drminuzionedi statura conseguenteal digradare
e civili, ai peldei pianerottoli. Questo d l'ingressoriservatoaeli alti dignitari ecclesiastici
leerinaggi ed alle innumerevolicoppie di sposi che venendo in viaggio di nozze a Roma,
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hanno ormai ottenuto - per recentissimama non per questo meno valida tradizione - di
esserericevuti dal Pontefice.Ed d anche al portone di bronzo e all'Arco delle Campane
- dall'altro lato della Basilica - che si f.a la prima conoscenzacon la Guardia Svizzera.
Nulla di pir) pittoresco di questa alta, bionda soldatesca,vestita di colori vivaci: a striscie
gialle e blu su fondo rosso,munita di alabardae di berretto raffaellescoin bassatenuta, di
cotazza, gorgiera ina;nidata ed elmo in alta tenuta - che passeggiaregolare come un pendolo dinnanzi agLiingressi,sullo sfondo chiaro del travertino o sosta,a gambe larghe e mani
sui fianchi, come un, vivente quadro di R'embrandto di Breughel nell'incorniciatura di una
porta. Assoldati da Giulio II gli Svizzeri servono fedelmente il Papato da pit di quattro
secoli e se forse oggi la loro d una vera sinecura,nei tumultuosi tempi passatiscrisseropagine di eroisrno ed anche di martirio. Ancora adesso,con il giuramento dei nuovi militi, si
commemora il 6 di maggio il massacrodella Guardia durante il Saccodi Roma.
Il microscopico esercito pontificio si componeoltre che degli Svizzeri,delle Guardie Nobili, delle Guardie Palatine e dei gendarmi. Mentre gli Svizzeri sono anche ora autenticamente elvetici e tra le Guardie Nobili militano i pir) bei nomi dell'aistocrazia sopratutto
romana, i gendarmi provengono oramai tutti dal corpo dei Carabinieri Reali Italiani. Anzi,
nella sua prima visita in Vaticano dopo la Conciliazione,Vittorio EmanueleIII nell'attraversare una sala notd uno dei gendarmi di guardia ed esclamdvolgendosi a Monsignor Caccia
Dominioni che I'accomp'agnava: <(Ma, Eccellenza,questo d uno dei miei >>.Si trattava inflttrr
di un ex corazziere.
La ScaIa Regia immette nel nucleo pit antico dei palazzi vaticani, ld dove fissarono la
loro dimora i Palpi quando il Laterano, dopo I'estremaincuria del periodo di Avigaone, divenne inabitabile.
Il rinascimento dreVaticmo - c4ppellC Sistioa: det aglio del soffitto di Michelangelo.
de alla sede'papaleil
suo impulso rinnovatore e da aIl:ora non vi
fu, si pud dire, Pontefice che non contribuisse
ad ingrandire, abbellire, arricchirei palazzi
vaticar'i, i quali coprono attualmenteun'area
di 55 mila metri quadrati ed ospitano circa
14OOtra stanze, saloni, cappelle ecc. Naturalmente la massima
Pafte e occuPata dar
Musei, dalle Collezioni Artistiche e dalla
Biblioteca. Che cosa
contengano i Palazzi
Vaticani di capolavori,
di opere d'arte eccelse,
di sublimi espressioni
della genialitd umana
d universalmentenoto.
N'on esistelubgo sulla
terra dove sia stata or- "
dinata e raccolta, in
ambienti pit adatti e
suggestivi, tanta pertetta bellezza.
Passando attraverso
alle gallerie d'Arte Antica, alle stanze del
Belvedere, ai bracci
del Museo Chiaramonti tutto l'Olimpo sfila
dinnanzi ai nostri occhi attoniti; rivive Iamitologia greco-romana con i suoi ddi, i suoj
eroi, i suoi atleti. L'Apollo del Belvedere e
I'Afrodite di Cnido,
i'Artemide Efesia e
L'Arianna addormentata, la Tyche di Antiochia e le Muse capeggiate da Apollo citarcdo ci rapisconoin pieno in quel mondo di
ideale bellezza che fu
la pii alta espressione
dell'anima antica. A
questa fonte bewe la
inascenza quando ruppe le rigide bendedella mumificazione bizantina. Oggetti delI'amore sconfinato di
Michelangelo furono
infatti il Laocoonte,
I'impressionanteopera
originale greca,scoperta nel 1)06 in una vigna tra le rovine delle Terme di Tito e il
Vaticano - Cappella, Sistina : dettaglio del soffitto di Mic,helmgelo.
<<torso >> del Belvedere al quale si ispirarono i famosi < prigioni >>del Buonarroti.
La sala a croce greca,con i due stupendi sarcofaghi di porfido delle imperatrici Elena e
Costantina,la Sala Rotonda dove vegliano gli impassibili occhi sereni del Giove d'Otricoli,
la galleria dei Busti con i mirabili esemplari dell'arte del ritratto romano, la sala degli animali con i deliziosi tipi animalistici dill'arte classica,il Gabinetto delle Maschere con la
celebre Venere accovacciata,formano il nucleo antico dal quale si distaccail lungo braccio
che porta alla pii che fam'osa Biblioteca Yaticana. Dopo ie raccolte dell'arte figantiva
quella del pensieroumano d altrettanto preziosa.Settantamilacodici, oltre le opere a stampa,
Cappella Sistina:
la Sibilla
Delfica di Michelangelo
mirabile serie di sei vascheda bagno di un sol pezzodi granito orientale, provenienti dalle
terme imperiali e che bastanoda s'olea provare di quanta inaudita icchezzapotessedisporre
la Roma dei Cesari.
Ma i tesori artistici del Vaticano non sono tutti qui: bisogna menzionare ancora gli antichi appartamentipapali e le cappelle affrescatedai pit grandi nomi del Rinascimento,oltre
all'importante Pinacoteca,dove accantoalle tavole ed alle tele di primitivi senesie fiorentini,
di Melozzo da Forli, di Tiziano, di Leonardo, di Carava1gro,del Domenichino primeg-
La Gualdia
Svizzera all'Arco
delle Cmoane
giala sall.tutta dedicataa Raffaello con i dieci celebriarazzi ed alcuni dei suoi quadri pii famosi, la Madonna di Foligno e sopratutto quella Trasfigurazione che - rimasta
incomp,iutaper la morte del suo autore - venne collocata
durante i funerali accanto allabam del divinopittore.
L'appartamento che fu abitato prima da AlessandroBorgia e poi da Giulio II e che consta di sei stanzed di una
ilcchezza di decorazioneimponente. I magnifici affreschi
Vaticano - Il giurmento
S. Pietro - Cmbio
di rGurdia
all'Arco
delle Campane.
del Pinturicchio e dei suoi alunni, cosi vivi di colore e freschi di disegno,si svolgonolungo le pareti, alternati ai preziosi arazzi fiamminghi. E' tradizione che in uno degli affreschi raffiguranti S. Caterina di Alessandria in disputa con
i filosofi davanti all'imperatore Massimiano, la bionda figura della santa sia il ritratto della non troppo evangelica
Lacrezia Borgia e I'imperatore quello del suo truce fratello
Cesare,duca di Valentino. In altra sala vi I il magistrale
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Citti
Ci,tti
del Vatic*oo
dii S. Pietro.
ritratto dello stessoPapa Borgia di mano del Pinturicchio. Pit celebri di questo appartamento pur cosi ricco d'arte sono le famose stanzee le logge di Raffaello. In un primo tempo
Giulio II aveva incaricato Bramante di sceglierelui gli artisti che dovevano decorare la fuga
di stanze del palazzetto di Nicold V dove gii il Beato Angelico-aveva - con grazia ingenua ed alta spirituafid - decorata una cappella con i fatti della vita dei Santi Lorenzo e
Stefano. Ma quando il Papa vide al lavoro, tra gli altri pur sommi come il Perugino e il Sodoma, il giovanissimo Raffaello Sanzio, licenzid tutti e affidd I'inten deconzione al venticinquenne pittore di Urbino. Nacque cosi il suo capolavoro ed una delle pit eccelse creazioni
dell'Arte italiana.
Ma intanto, mentre il divino Raffaello nel pieno fulgore della sua govinezza, evocava
sulle nude pareti con I'alta magia del suo p.nnJno il mondo dei Santi nella <<Disputa del
SantissimoSacramento>>,dei Filosofi con la <<Scuoladi Atene >>,degli artisti col <<Parnaso>>,
mentre si accingeva a fermare sulla parete ancora bianca il <<Miracolo di Bolsena )), non
molto lontano da lui un altro artista titanico, a rneti rovesciatosu di una altissima impalcatura, rtcre{va le bibliche giornate della Creazionesul soffitto della Cappella Sistina.
Non voleva, il grande, amareggiato maestro che era gii stanco per le continue traversie
.
Citt)
dl Vatirano
della sua vita di lotta e di lavoro, che nessunoentrassea curiosarenella cappella,che nessun
estraneoPotessecontemPlareil suo lavoro prima che fossecompiuto.Ma il giovaneastro nascentebruciava dal desiderio di vedere come potessecavarselail gii glorioso Michelangelo
in un'arte che non era la sua ed alla quale invano avevarifiutato ripetutamenteal Papa il suo
concorso. Avanti negli anni, il grande scultoreed architettosi misuravaper la prima volta con
I'affresco, non solo, ma dopo aver chiamatoin aiuto alcuni pittori fiorentini, aveva finito per
non far entrarepir) ueancheloro nella Cappella ed affrontavaI'immane lavoro dai cartoni alle rifiniture - tr-rttoda solo.
Bramante che era un po' il sovraintendente
generaledei lavori ordinati da Giulio II non
amavamolto il maestro.Aveva anzi avuto con lui una disputapiuttosto acre guando,avendogli il Papa ordinato di approntarel'armatriranecessaria
per dipinqerela volta della Sistina,
l'aveva tutta fatta sospenderea corde fissatecon grossi buchi nel soffitto. IVichelangelogli
avevachiestoallora comesi sarebberopoi, a volta dipinta, potuti turare ed occultarei buchi.
Al che Bramanteaveva risposto: <<Ci si penser)poi. Non d possibilefare altrimenti>>.Sdegnato il grande maestro avevachiestoal Ponteficedi poter alzarcper conto proprio l'impalca-
tura e la fece f.areda terra che non toccasseil sof6tto. E dond i molti metri di corda adoperati dal Bramante a un povero falegname che avevalavorato con lui, quale dote per una sua
figliuola che andava sposa.
Ma per quanto Bramante non fosse amico del Buonarroti per tanto lo era del seducente
Raffaello. Percid approfittando di una momentanea assenzadello scontrosoartista apri la
cappella al suo giovane protetto. Raffaello Covetterimanere sbigottito alla vista del mondo
titanico dei profeti e delle sibille. E non seFpee non volle sottrarsi al fascrno ed alla suggestione che emanavanoda quell'arte tutta terribiliti e potenza, cosi diametralmenie opposta alla sua come una roccia lo d dalla vaghezzadi un giglio. Gli affreschi del <<Miracolodi
Bolsena>>e la <<Cacciatadi Eliodoro >>dimostrano chiaramente negli aggruppamenti delle
persone,nei chiaroscuri accentuati,nella maggior vigoria del disegnoI'improwisa influenza
Citte dl Vaticdo
- Stazime Ferroviuia.
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michelangiolesca.
La celebrata<<Liberazione di S. Pietro dal carcere> tutto sapiente gioco di luce e di riflessi, <<Leone I che ferma l'invasione di Attila >,
<<L'incendio di Borgo >, compiuti dopo
la morte di Giulio II, sotto il pontificato di Leone X, sono ancoraquasi interamente di mano di Raffaello, mentre la Sala di Costantino,altri affreschi
minori e le logge sono - su abbozzi e
cartoni suoi - opera quasi esclusivadei
suoialunnie continuatori:Giulio Romano, Perin del Vaga, Giovanni da Udine
ed altri. Sembra cire per gli abbozzi ed
i cartoni delle Logge - dove cinquantaduescenettebiblichesonoincorniciate
in una profusione dei pii vari ornamenti: fiori, frutta, animali, arabeschi,
amorini, ninfe, arpie, tritoni - Raffaello si sia ispirato alle decorazionivenute
in luce proprio in quel periodonelle sale della Domus Aurea neronianaseoolta
sotto le Terme di Tito. Si dice chei'Urbinaie si facessecalare legato ad una
cordanelle stretteaperturericavatesotto le rovine e studiasse,per lunghe ore
al lume delle fiaccole,la ridentedecorazione di stuccoe pittura con la quale
ignoti pittori romani avevano abbellito
il gigantesco palazzo di Nerone. Da
questesale ridotte a grotte, la decorazione riesumata da Raffaello prese il
rrome di <<grottesca>>.
'500
Immensiti artistica del
se si
pensa che quasi contempotaneamente
potevanonascerele stanzeraffaellesche
e la Sistina di Michelangelo.
In venti mesi, senz'altroaiuto se non
quello dei macinatori di colori, dipingendo in una posizione talmente scomoda da rovinarsi gli occhi in modo
che per rnolto tempo il vecchio artista
Citti
Muri
Vaticani - II Laocomte
que come un miracolo in non molti mesi, il Giudizio costd a X{ichelangelo otto
anni'di lavoro. La sublimitddell'operaispirata alla lettura della <<Divina Commedia > eleva i'anima di chi la contempla fino alle altezzedei Cieli aperti e la
precipita nel pir) profondo degli abissi. Gli angeli chiamano I'umanit) all'estremo giudizio dinnanzi a Colui che, rinnegato troppo spesso come Redentore,ora
non_d pii che giudice. Gli eletti salgono alla gloria celeste,i reprobi precipitano
uegli abissi spalancati dell'inferno. Rannjcchiataquasi sotto il braccio alzaio del
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S. Pieiro - Illmi'nazione
festiva.
Minos, il giudice infernale.A nulla valserole protestee le supplichedel disgraziato: suo malgrado e per sempre la sua grinia scontentaghigna nel regno infernale. Ma anche un altro
ritratto Michelangelo lascidnel suo Giudizio. Durante recenti restauri si scopri che nelle
pieghe della pelle scorticatache San Bartolomeoregge sul braccio,il grande artista, vecchio,
stanco e <<scorticato>>dalla vita, aver.adipinto il proprio litratto.
Tra tanto fasto di arte, tra cosi lLrssuose
fughe di gallerie, di appartamenti e di saloni
rcgali, quante sono le personenel mondo che sanno cornei Papi moderni vivano in sole tre
.stanzearredate coq I'estremasemplicitridi una parrocchia di campagna? Chi viene ricevuto
dal Ponteficepassaper sale dai prvimenti di marmo coperti di tappeti pregiati, sotto soffitti
e cassettonidorati e scolpiti, trapareti tesedi arazzi e di broccati; riceve la benedizionepapale nella sontuosasala del Trono od ha il colloquio nella cosi detta Biblioteca privata,
ambiente nobilmente arredato pii siudio che salone di ricevimento. Ma le stanze dove il
Pontefice,dove il Vicario di Ciisto mangia e dorme non sono qui. Al terzo p,ianoesisteun
appartamentinoche nulla ha in comunecon I'appartamentouficiale.del secondopiano dove
il Papalavora e riceve.Qui nientepii tappeti, nd soffitti dorati, nd damascl-ri
tesi alle pareti:
una stanzada letto sempli:e e nuda con un letto dr ottone, un comd lineare,uno scrittoio
senzastile, una stanzada pranzosenzaalcuna pretesa,uno studio severamentearredato con
mobili neri. Quanti vieti pregiudizi,quantc rnalevoliopinioni cadrebberose il pubblico dei
visitatori fosseammessoanchein questapartc del Vaticano. E come d appropriatain questi
umili arnbienti la qLralificache Gregorio Mrgno diede al Pontefice: ((Servosservorum Dei>>!
Tutta la gloria del mondo espressanel suprr'mofasto della bellezza, della ricchezzae delI'arte non sonoper iui, ma per Colui del qualeegli i. servodei servie la reggianella quale egli
d ospite transitorio non d la sua casama Ia casadel Signore.
Per vederla sfolgorare in pieno, questa reggiadi Cristo, bisognaaver assistitoalla sua illuminazionein occasionedi qualchefesir. solenne.Un piccoloesercitodi pir) di trecento<(sam-
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oPerai specializzati,pet le iparazioni all'architettura esterna ed interna della
Basiiica .-: veri e propri:acrobati, lavofa per venti giorni'a preparare i mezziper I'illuminazione. Bisogna controllare e dpawe ad uno ad uno tutti i bracci che devono reggerei padel,loni ripieni di sego; bisognafissarea tutti i iornicioni e lungo le colonne i sostegniper cinquemila lanternoni a fr.arnmafissa.I piccoli uomini perduti tra la selva delle statue gigantesche,degli stemmi e delle colonne, debbonoballonzolarepaurosamentenel vuoto a cavaliJd
di un'asse sos.pesaad una corda, debbono correre su parapetti e grondaie, spenzolarsi da
allezzeDatuosetenendosiConuna mano o co.i lc sole gambe incrociate ad una^spotgenza.
Quando I'ombra comincia a calarc sulla piazzala mole imponente di San Pietro appare
improwisamente percorsadal' guizzodi innumeri fiammelle. E' come se un incendio venisse
appiccatodal punto piir alto della croce
per scenderecon un brivido luminoso
lungo tutti i contorni ed i rilievi arcliitettonici. Lo sfolgorio si propaga a raggere sulla cupola centrale e sulle due
minori, scende lungo i cornicioni, giii
per le colonne.A contatto con la danza
delle fiammelle d'oro, la notte si fa pir)
fonda e tutta la Basilica prende vita e
movimentocome un'irrealeapparizione
notturna di Fata Morgana.
Cosi tanto di fronte alla maest) di
S. Pietro che arde nella notte, come in
pieno giorno quando iI glorioso sole di
Roma tinge di biondo il travertino, si
sente distintamente che il misticismo
della Chiesaromana d un misticismoin
piena luce. La trasfigunzione di ogni
bella manifestazioneumana in omaggio alla Diviniti parte dall'idea di
grandezza,dall'idea di impero, dall'idea
di numero e di volume che si fa ritmqe bellezza. Questa continua trasfigurazione che non rinnega nulla dell'umaniti ma se ne impadroniscecome di un
elemento da trasformarein preghiera,
in omaggio, in glorificazione -di Dio
d la vera. eterna forza che d) alla
Chiesadi Cristo e di Pietro quella stessa trionfante universalit) che portd la
luce di Roma imperiale, fino agli estremi confini del mondo.
Cittl
del Vaticmo
- La bandien
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