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di Riccardo Cappelli
Introduzione
Cenni storici
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Riccardo Cappelli
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Centri Raccolta Profughi per gli italiani in fuga
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Riccardo Cappelli
Nel corso degli anni si sviluppò una copiosa attività normativa (e relativa
proliferazione di circolari interpretative) riguardante la complessa questione
dei rimpatriati. In particolare, numerosi furono gli interventi del legislatore
volti a regolare in maniera sempre più restrittiva i sussidi in denaro destinati
ai profughi, a incentivarne il loro volontario sfoltimento (attraverso
l’assegnazione di una quota riservata di edilizia popolare e premi monetari)
e, infine, a favorirne l’occupazione lavorativa esterna.
Solo con la legge n. 137 del 4 marzo 1952 venne regolata tutta la materia
relativa all’assistenza ai profughi e categorie assimilabili. Nello spirito la
legge tendeva a facilitare il ritorno alla vita civile e produttiva dei profughi,
ma nella sua applicazione concreta incontrò molte difficoltà, soprattutto per
le scarse risorse e la carente gestione dei Centri che mantenevano in una
condizione miserevole gli assistiti.
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Sino a Martedì 12 corrente il pane veniva distribuito sottraendo da ogni pesata una
certa quantità a titolo di sfrido, per compensare cioè quello che normalmente si perde
nel taglio.
Alcuni elementi della Commissione Interna, ritenendo di poter prendere in castagna
gli incaricati della distribuzione, hanno disposto che lo sfrido non venisse più calcolato.
In tal modo si sono persi circa 21 Kg. di pane. Da oggi pertanto ho disposto che si torni
al vecchio sistema, in modo da non far torto a nessuno7.
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1) Sarebbe utile riparare gli scarichi otturati degli orinatoi installati nei gabinetti degli
uomini;
2) necessità di mettere al più presto in funzione le docce del Centro;
3) è urgente rimettere il chiusino ad una fogna della cucina;
4) le scatolette di carne che appaiono rigonfie debbono essere sistematicamente
distrutte senza nemmeno esaminare il contenuto;
5) i rifiuti della cucina e così le altre immondizie debbono essere depositate in recipienti
metallici unti di lubrificanti usati e provvisti di coperchio;
6) è necessario prendere gli opportuni accordi con chi di dovere per il periodico
svuotamento del pozzo nero in cui immettono le fognature del Centro, essendo logico
prevedere che questo dovrà essere svuotato con maggiore frequenza di quella
sufficiente a quando gli edifici del Centro erano utilizzati come Colonia Marina;
7) occorre costruire una base in muratura, provvista di scarichi, intorno alle vasche
della lavanderia per evitare gli allagamenti e l’inquinamento con larve di mosca del
terreno circostante9.
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Si rinnova a tutti gli assistiti l’avvertimento che è fatto divieto di fare uso, nelle singole
abitazioni, di lampadine superiori ai 40 watt.
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Tutti coloro che adoperano lampadine di maggiore potenza, sono invitati a sostituirle
immediatamente.
Saltuari controlli verranno effettuati dal personale addetto che provvederà senz’altro
al sequestro del materiale abusivamente adoperato14.
Siamo stati informati che nei depositi di codesto Ufficio esiste del filo elettrico
americano ricuperato nella zona.
Dovendo noi come da autorizzazione del ns. ministero procedere alla costruzione dei
lettini a castello tipo militare, avremmo necessità di detto filo per poter effettuare un
sistema di rete per i lettini stessi.
Pertanto saremmo a pregare la Vs. cortesia di potercene fornire un quantitativo di 500
o 600 Kg., certi che data l’opera a cui esso deve servire non mancherete di accettare la
ns. richiesta15.
Egregio Direttore!
In poche parole, gentilmente a lei si prega di fare ridare immediatamente il sussidio
regolare a tutti i poveri profughi che lavorano e che è a loro stato sospeso il detto
sussidio.
Deve bene rammentarsi e essere cosciente, che questa povera gente non ha ne tetto ne
letto e se si guadagna qualche piccolezza, malefatta sospendersi il sussidio.
Dunque sta a lei, e stia bene attento, che se non sarà risolta quanto prima la questione:
le potrebbero succedere dei guai!
Faccia come sa e silenzio16.
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Portiamo a conoscenza all’Ecc.Vs., che questa mattina circa le ore una sconosciuti
introdottisi nel Centro scavalcando i reticolati che lo recingono nascostesi tra le piante
e i cespugli della macchia hanno fatto fuoco contro la pattuglia di perlustrazione
formata dalle guardie: B.V. e B.U., i quali hanno immediatamente risposto con le armi
in loro possesso.
Il ripetersi di questi attacchi ci preoccupa vivamente in quanto le armi in possesso dei ns.
Guardiani (fucili da caccia e pistole automatiche) sono di gran lunga inferiori alle armi
che vengono usate dagli sconosciuti che s’introducono nel centro (fucili da guerra).
Pertanto interessiamo, l’Ecc.Vs. perché ci vengano fornite delle armi adeguate per
poter controbattere questi attacchi che ormai si verificano a periodi abbastanza brevi
uno dall’altro17.
Informo che oggi ore 15,30 gruppo persone armate appartenenti presumibilmente e
da quanto riferito da guardie questo Centro at Federazione Anarchica Italiana habet
fatto irruzione per ricercare profughi fascisti. Poiché tali atti est da ritenersi
inopportuno et non legalmente autorizzato prego provvedere urgentemente at
opportuni provvedimenti riguardo. Prego Signoria Vostra provvedere at rinforzo
posto di Pubblica Sicurezza poiché popolazione Centro est allarmata. Qualora non
provvedesi at quanto con presente richiesto declino responsabilità ordine pubblico
interno18.
Dobbiamo segnare come ancora una volta il nostro personale, predisposto al servizio
di polizia, sia stato fatto segno di attacco con armi da fuoco da parte di sconosciuti.
Nello spazio di 7 mesi è questo il 4° attacco che essi subiscono ed occorre assolutamente
provvedere perché questi episodi siano eliminati o comunque metterci in grado di
intervenire con mezzi adeguati.
Fino dal 16/6 provvedemmo ad inviare alla Questura di Massa tutti gli incartamenti
occorrenti per avere la nomina di guardie giurate interne al personale scelto (Reduci
e Partigiani) per tale servizio, ma fino ad oggi, solo due persone sono state chiamate a
prestare giuramento per avere tale nomina.
[...] A questo proposito Vi facciamo osservare che un servizio d’ordine, come si richiede
in un Centro Profughi, non può essere assolutamente disimpegnato da profughi
perché praticamente si renderebbe nullo, per ragioni facilmente comprensibili.
[...] Inoltre si deve tenere presente che, malgrado le pratiche fatte, non si è ancora
riusciti ad avere l’installazione di un telefono che possa collegarci con la Stazione dei
Carabinieri, che dista circa 2 Km. dal Centro, che il Centro si trova in aperta campagna,
come possono attestare Vostri Funzionari che lo hanno visitato, e quindi
completamente in balia di noi stessi19.
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Ci viene riferito che in questi ultimi giorni, abbia preso alloggio costì una qualche
famiglia di certi elementi che hanno appartenuto alle brigate nere e che furono fra i più
violenti fascisti della prima ora.
Non intendiamo farne colpa per questo a Codesta Direzione, tutt’altro, ma
semplicemente desideriamo che sia informata di tutto ciò per il suo interesse e per la
maggiore sorveglianza.
Quello che riflette la posizione di detti elementi è cosa che ce ne occuperemo noi per
vedere come procedere nei loro confronti20.
Nei servizi di vigilanza notturna possono portare le armi soltanto quelle guardie che
sono in possesso del decreto di nomina a guardia giurata e del permesso di porto
d’arma.
Le guardie non giurate eseguiranno il servizio disarmate.
Le guardie sorprendendo persone in atteggiamento sospetto, nel recinto del Centro
intimeranno il «chi va là» e «l’alto là» e procederanno al loro fermo. Se le guardie fossero
disarmate richiederanno l’intervento di quelle giurate.
Queste sole potranno far uso delle armi se fatte segno a colpi di arma da fuoco da parte
degli aggressori, al solo scopo di difesa personale, come è consentito dalla legge21.
Comunque gli addetti alla vigilanza possono fare poco in caso di rivolte,
come accadde nel 1947, quando a Marina di Carrara i profughi dettero vita
a una violenta sommossa «tutta al femminile» (conclusasi con espulsioni e
trasferimenti degli assistiti più riottosi):
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il domicilio privato del Direttore nel Centro, minacciando lo stesso Direttore con
bastoni, insultandolo e giungendo a percosse con le mani, nel tentativo di sospingerlo
a viva forza in mezzo alla massa di dimostranti22.
lo stato di disagio in cui versano ancora numerosi profughi non può imputarsi agli
avvenimenti bellici, dopo tanti anni dalla fine della guerra e dopo l’avvenuta
ricostruzione, sicché non si giustifica la concessione di una particolare e più favorevole
forma di assistenza a favore dei profughi nei confronti delle altre categorie di indigenti
comuni. Inoltre, il perdurare di tali benefici comporta al bilancio dello Stato un
gravissimo onere.
Nonostante tali considerazioni, questo ministero riterrebbe opportuno, per motivi
intuibili, non cessare del tutto ed improvvisamente le provvidenze assistenziali di cui
alla legge che sta per scadere, ma prorogarle limitandole: è perciò predisposto uno
schema di legge per prorogare sino al 30 giugno 1956, solo alcuni interventi
assistenziali in favore dei profughi.
Precisamente – per le considerazioni succitate e per il fatto che la concessione troppo
prolungata del sussidio giornaliero induce all’inerzia molte persone ancora idonee al
lavoro, le quali preferiscono accontentarsi del modesto aiuto elargito dallo Stato,
anziché adoprarsi per trovare una qualsiasi sistemazione – il provvedimento di proroga
contiene numerosi restrizioni rispetto alle norme attuali in modo che verrà ad essere
di gran lunga ridotto il numero degli assistiti ed ad essere limitata la concessione
dell’assistenza a casi veramente degni di considerazione23.
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A seguito di quanto richiesto verbalmente dalla S.V. in data 16 u.s., in merito alla
attività del Comitato Giuliano si precisa quanto segue:
nessuna attività viene svolta dal Comitato in parola in questo Centro Raccolta, vi è
solamente un componente del Comitato Provinciale, nella persona del profugo T. avv.
R., componente che non risulta essere stato eletto dalla comunità.
Risulta ancora, da varie indiscrezioni, che lo stesso non è gradito alla maggioranza dei
profughi in quanto per ogni eventuale prestazione come domande varie, richieste
danni di guerra, denunce dei beni abbandonati, richiede equi compensi in denaro.
Infatti, per la compilazione dei formulari relativi alla denuncia dei beni abbandonati,
richiedeva somme varianti dalle 1.000 alle 1.500 lire.
Questa Direzione, per ovviare il ripetersi di tali inconvenienti, ha messo a disposizione
dei profughi un impiegato dell’ufficio Assistenza per il disbrigo delle pratiche
sopracennate26.
Per gli adulti: Ogni giorno della settimana dalle ore 20,30 alle ore 23,00
Per i ragazzi: Ogni giorno della settimana dalle ore 17,00 alle ore 18,00
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La Domenica sarà trasmessa la partita di calcio dalle ore 18,45 fino al termine della
stessa27.
Si ricorda che nei giorni di mercoledì e domenica nei programmi T.V. serali dovrà
essere data la precedenza alle trasmissioni sportive28.
Per buona norma si tornano ad avvertire tutti i ricoverati che è fatto assoluto divieto
di circolare nell’interno del Centro indecentemente vestiti. Pertanto mentre gli uomini
cureranno di non aggirarsi a petto nudo, le donne dovranno evitare di circolare in
pantaloncini corti o addirittura in costume da bagno.
Gli agenti di P.S. ed il personale dipendente, cureranno la massima osservanza del
presente avviso, segnalando a questa Direzione gli inadempienti per i provvedimenti
disciplinari del caso29.
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Malgrado il lavoro sia stato arduo a causa di una costante e pressante interferenza di
forze politiche di estrema destra che con la chiusura della Comunità vengono a perdere
il loro nucleo organizzato più numeroso ed importante della provincia (forse della
Regione), la situazione nella Comunità è abbastanza soddisfacente32.
Note al testo
1
Il lavoro è basato sui documenti conservati nel fondo Comunità Protetta Profughi dell'Archivio
Storico e di Deposito della Giunta Regionale Toscana. Di essi si indica la collocazione nella
relativa busta.
2
Per gli interessati, si segnala un libro di memorie scritto da una ex profuga del Centro di Marina
di Carrara: M. BRUGNA, Memoria negata, Editore Condaghes, Cagliari 2002, pp. 296.
3
Nell’aprile del 1945 un capo squadra prendeva 90 lire al giorno; un operaio specializzato 75,80
così come una guardia notturna; un operaio qualificato 70,75; un manovale comune 50,60; un
addetto alla pulizia 40,50 se uomo, 30,40 se donna; un impiegato dalle 55 alle 90 a seconda delle
competenze e del titolo di studio e così via. Il compenso dovuto ai profughi era qualificato come
«maggiorazione al sussidio» e, perciò, esente da ritenuta erariale e assicurazione sociale
(Ministero dell’Assistenza post-bellica, Servizio Civili Vittime di Guerra, «Sussidi ai Profughi
ricoverati nei Centri di Raccolta», 2 ottobre 1945, busta 104).
4
Alto Commissariato Profughi di Guerra, «Regolamento per il funzionamento dei servizi
preposti all’igiene dei Campi e dei Centri di Raccolta e Smistamento dei Profughi di Guerra»,
22 aprile 1945, busta 104.
5
«Avviso ai profughi», 19 agosto 1946, busta 110.
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6
Ministero dell’Interno, Ufficio Provinciale dell’Assistenza Post-bellica, «Nuova tabella
dietetica per i profughi assistiti nel Centro e fuori», 10 febbraio 1949, busta 105.
7
«Avviso ai profughi», 15 novembre 1946, busta 109.
8
Lettera al prefetto del 14 febbraio 1964, busta 108.
9
Il Sottosegretario di Stato (Ministero dell’Assistenza post-bellica, Ufficio Sanitario),
«Deficienze e necessità del Centro Profughi di Marina di Carrara», 2 marzo 1946, busta 110.
10
«Avviso ai profughi», 5 novembre 1946, busta 109.
11
Missiva del 22 luglio 1960, busta 107.
12
Rapporto del 2 gennaio 1950, busta 110.
13
L’articolo 13 del Regolamento interno del CRP nel 1947 stabiliva: «È vietato l’uso di
materiale elettrico come fornelli, stufe, ferri da stiro, ventilatori, motorini ecc. Anche gli
apparecchi radio sono vietati. In generale, il divieto è imposto dallo spreco di energia che l’uso
di questi apparecchi comporta. Sarà concesso l’uso di un apparecchio radio in consegna alla
Commissione Interna» («Regolamento interno», 12 gennaio 1947, busta 111).
14
«Avviso ai profughi», 15 marzo 1960, busta 110.
15
A. Perone all’Ufficio Economato del Comune di Carrara , 19 maggio 1946, busta 110.
16
1° luglio 1957, busta 106.
17
13 maggio 1946, busta 109.
18
21 luglio 1946, busta 109.
19
16 giugno 1946, busta 109.
20
11 giugno 1946, busta 109. La lettera è su carta intestata dell’Associazione Nazionale
Antifascisti (con le seguenti subintestazioni: «Cittadini mai iscritti al Partito Fascista – Sesto
braccio – L’A.N.A. non è un partito. È un movimento di purificazione»), ma in fondo reca il
timbro circolare «Unione Antifascisti Intransigenti».
21
31 marzo 1947, busta 110.
22
27 maggio 1947, busta 110.
23
Ministero dell’Interno, Direzione Generale Assistenza Pubblica, «Nuove norme
sull’assistenza a favore dei profughi», 28 giugno 1955, busta 111.
24
6 luglio 1955, busta 111.
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25
27 settembre 1946, busta 109.
26
21 gennaio 1953, busta 106.
27
«Avviso ai profughi», 5 maggio 1960, busta 110.
28
«Avviso ai profughi», 17 dicembre 1969, busta 110.
29
«Avviso ai profughi», 17 luglio 1961, busta 110.
30
«Al Capo dello Stato Giuseppe Saragat, 3 dicembre 1970, busta 105.
31
«Istruzioni sulla condotta della Comunità», 12 dicembre 1972, busta 1 (Ufficio Stralcio).
32
«Relazione», 2 luglio 1973, busta 1 (Ufficio Stralcio).
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