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SOMMARIO
:: Editoriale Pag. 3
:: Pubblicazioni Pag. 21
:: Eventi Pag. 23
:: Contatti Pag. 32
NEWS 2008
LE NOVITÀ
:: ARTICOLI LEGISLATIVE
E INTERVISTE DEL 2008
PENSIONI
La L. n. 247/2007 ha modificato la cd. legge Maroni (L. 23 agosto 2004, n. 243) abrogando il cd.
scalone che prevedeva l’innalzamento al compimento dei 60 anni, con decorrenza dal gennaio 2008, per
l’accesso alla pensione di anzianità.
Conseguentemente, alla luce della nuova disciplina, potrà andare in pensione, indipendentemente dall’età, chi
ha maturato 40 anni di anzianità contributiva. Per chi ha meno di 40 anni di contributi, ma almeno 35 anni di
anzianità, si prevede invece la possibilità di accedere al pensionamento di anzianità al raggiungimento di
determinate quote (date dalla somma dell’età anagrafica e degli anni di contribuzione) crescenti nel corso degli
anni (95 dal 30 giugno 2009 e fino al 2010; 96 per il 2011/2012, 97 dal 2013).
Con riferimento al pensionamento di anzianità per i soggetti che abbiano 40 anni di contributi, ovvero al
pensionamento di vecchiaia (per i soggetti che abbiano compiuti 65 anni) la legge in esame ha poi dettato una
disciplina temporanea delle decorrenze dei trattamenti pensionistici (in attesa di stabilire, entro il 31 dicembre
2011, una disciplina definitiva) che prevede la reintroduzione delle quattro finestre di cui alla legge 8 agosto
1995, n. 335 per la pensione di anzianità che vengono estese anche al pensionamento di vecchiaia.
DISOCCUPAZIONE
Un’altra importante modifica che, ancorché esterna alla regolamentazione del rapporto di lavoro, riverbera
comunque su questo i suoi riflessi indiretti, specie per quanto riguarda il momento della sua cessazione, è
quella relativa al trattamento di disoccupazione. I requisiti per l’accesso a tale trattamento restano quelli
fissati nel R.d.l. 14 aprile 1939 n. 636 e, cioè, l’involontarietà della disoccupazione ed il possesso di
un’anzianità contributiva di almeno due anni e di almeno un anno nel biennio precedente la disoccupazione.
Il trattamento di disoccupazione è elevato da 180 giorni a otto mesi per i lavoratori al di sotto dei 50 anni e a
dodici mesi per gli ultra cinquantenni con trattamento determinato nel 60% dell’ultima retribuzione per i
primi sei mesi, nel 50% per il settimo e ottavo mese, nel 40% per gli ulteriori mesi (ovviamente quest’ultima
parte vale solo per i lavoratori ultra cinquantenni che possono fruire del trattamento di disoccupazione sino a
dodici mesi). Un’altra misura importante nel trattamento di disoccupazione è la copertura contributiva
figurativa per l’intero periodo di percezione del trattamento di disoccupazione.
DISABILI
L’inserimento dei disabili nel mondo del lavoro è disciplinato con incentivi alle assunzioni da
parte di Regioni e Province autonome e rimborsi di spesa necessari per trasformare il posto di lavoro
al fine di adeguarlo alle possibilità operative dei disabili, per l’apprestamento di tipologie di telelavoro
e per la rimozione delle barriere architettoniche che limitano l’integrazione lavorativa del disabile.
CONTRATTI A TERMINE
La legge - dopo avere ribadito il principio che il rapporto di lavoro subordinato è
stipulato di regola a tempo indeterminato, dispone che più contratti a termine (presso
lo stesso datore e per mansioni equivalenti) di durata complessiva superiore a 36 mesi,
comportano la trasformazione del rapporto a tempo indeterminato (salva la possibilità di
stipulare, per una sola volta, un ulteriore contratto a termine innanzi alla Direzione Provinciale del
lavoro, con l’intervento del sindacato e comunque per una durata predeterminata dalle organizzazioni
sindacali dei lavoratori e datoriali). Il computo dei 36 mesi non deve tener conto della durata dei
periodi di interruzione fra un contratto e l’altro ed è comprensivo di proroghe e rinnovi.
In via transitoria è stato previsto che i contratti a termine in corso alla data di entrata in vigore della
legge n. 247/2007 continuano fino alla scadenza prevista dal contratto, anche in deroga alle
disposizioni sopra riportate. Tuttavia, il periodo di lavoro già effettuato alla data di entrata in vigore
della legge verrà computato, insieme ai periodi successivi di attività, ai fini della determinazione del
periodo massimo di 36 mesi, decorsi quindici mesi dalla data di entrata in vigore della legge.
Restano esclusi da tale disciplina, i contratti stipulati per far fronte alle attività stagionali individuati
nel D.P.R. n. 1525/1963 e nei contratti collettivi nazionali (sarebbe stato il caso di dare spazio
anche ai contratti collettivi aziendali, più vicini alle esigenze di imprese e dipendenti).
La legge prevede ancora che il lavoratore assunto a termine per attività stagionali, qualora abbia
prestato attività lavorativa presso l’azienda per un periodo superiore a sei mesi (anche con più
contratti a termine), ha “diritto di precedenza” nelle assunzioni a tempo indeterminato, effettuate dalla
stessa azienda entro i successivi dodici mesi e per le mansioni espletate in esecuzione dei rapporti a
termine. Il diritto di precedenza è previsto anche con riferimento a nuove assunzioni a termine per le
medesime attività. Tuttavia, il diritto può essere esercitato solo se il dipendente manifesta una volontà
in tal senso entro sei mesi dalla cessazione del rapporto per l’assunzione a tempo indeterminato,
ovvero entro tre mesi per la nuova assunzione a termine. Il diritto si estingue entro un anno dalla
cessazione del rapporto di lavoro.
Viene, quindi, tolta alle parti la possibilità di mutare, per accordo individuale, le condizioni del
part-time con riferimento alle c.d clausole elastiche e clausole flessibili sopra viste, demandando alla
contrattazione collettiva, in via esclusiva, la disciplina in materia.
Sempre in tema di part-time la legge prevede che il dipendente, che ha trasformato il rapporto di
lavoro da tempo pieno a tempo parziale, ha diritto di precedenza nelle assunzioni con contratto a
tempo pieno per l’espletamento delle stesse mansioni o di quelle equivalenti svolte nel rapporto di
lavoro a tempo parziale. Il concetto di equivalenza lascia, evidentemente, ampi spazi di opinabilità e di
probabile contenzioso. Infine, la legge esamina casi particolari in cui, in relazione a gravi condizioni di
salute del dipendente (patologie di carattere oncologico), ovvero per particolari situazioni familiari, lo
stesso ha diritto, rispettivamente, alla trasformazione del rapporto oppure alla priorità nella
trasformazione.
:: A febbraio è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto attuativo della Legge
n. 188/2007 sulle dimissioni volontarie. La Legge prevedeva che le dimissioni volontarie
dei lavoratori subordinati e le risoluzioni volontarie dei rapporti dei lavoratori autonomi non
possono essere rese con forma libera, bensì - e a pena di nullità - mediante l’utilizzo di appositi
moduli. Il provvedimento, che aveva destato parecchi dubbi applicativi, è stato abrogato dall’art.
39, comma 10 del D. L. 25 giugno 2008, n. 112 e si ritorna così alla libertà di forma, salva
diversa disposizione dei contratti individuali o collettivi.
Per effetto di tale ultima modifica, nell’ipotesi in cui dovesse essere ritenuto nullo il termine
apposto ad un contratto, per mancata prova della sussistenza delle “ragioni di carattere tecnico,
produttivo, organizzativo o sostitutivo”, quindi per violazione dell’art. 1 del D. Lgs. 368/2001
(ovvero degli artt. 2 o 4), i lavoratori (con giudizio in corso alla data di entrata in vigore della
disposizione, ovvero il 21 agosto 2008) non avrebbero diritto - come per il passato - alla
riammissione in servizio bensì al pagamento di una indennità compresa tra 2,5 e 6 mensilità
dell’ultima retribuzione globale di fatto.
La Corte Costituzionale è stata investita della questione di legittimità costituzionale del nuovo
articolo. Secondo le ordinanze di rimessione alla Corte Costituzionale l’art. 4 bis violerebbe l’art.
3 Cost. (in quanto situazioni di fatto identiche vengono trattate in modo differente, per il solo
fatto che il giudizio è in corso, senza una legittima ragione giustificatrice); l’art. 24, 1° comma,
Cost. (pregiudicando il diritto di difesa, o, meglio, pregiudicando chi si è più tempestivamente
attivato a tutela dei suoi diritti), l’art. 117, 1° comma, Cost. (in quanto verrebbe violato il
principio di cui all’art. 6 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà
fondamentali, secondo cui il Legislatore nazionale non può emanare norme sostanziali o
processuali che compromettano l’esito del giudizio già instaurato; principio di cui è, invece,
imposto il rispetto dall’art. 117 Cost.). Vedremo come e quando si pronuncerà la Corte
Costituzionale.
:: Un’altra importante novità introdotta dalla L. 6 agosto 2008, n. 133 è quella relativa alla
disciplina del cumulo tra pensione e redditi di lavoro.
Dal 1° gennaio 2009 sono totalmente cumulabili con i redditi da lavoro autonomo e dipendente le
pensioni dirette conseguite nel regime contributivo in via anticipata rispetto ai 65 anni per gli
uomini e ai 60 anni per le donne a carico dell’assicurazione generale obbligatoria e delle forme
sostitutive ed esclusive della medesima nonché della gestione separata di cui alla legge 8 agosto
1995, n. 335, a condizione che il soggetto abbia maturato i requisiti di cui all’articolo 1, commi 6
e 7 della legge 23 agosto 2004, n. 243 e successive modificazioni e integrazioni fermo restando il
regime delle decorrenze dei trattamenti disciplinato dall’articolo 1, comma 6, della predetta legge
n. 243 del 2004. Con effetto dalla medesima data del 1° gennaio 2009 relativamente alle pensioni
liquidate interamente con il sistema contributivo:
DIRITTO CIVILE
Il 2008 è stato un anno ricco di novità legislative degne di rilievo e di interesse per
l’attività di consulenza e assistenza giudiziale e stragiudiziale svolta dal nostro
Studio.
Tra le tante, segnaliamo la Legge finanziaria 2008 (articoli 445 e 449), che ha introdotto
la disciplina delle “azioni collettive risarcitorie” a tutela dei consumatori e che, a seguito
del decreto “milleproroghe” - e salvo ulteriori proroghe - entrerà in vigore il 1 luglio 2009.
In base a tale disciplina, legittimate ad esercitare l’azione collettiva a tutela degli
interessi collettivi dei consumatori e degli utenti sono le associazioni dei
consumatori e degli utenti rappresentative a livello nazionale di cui all’art. 139 del
D. Lgs. 206/2005, nonché le “associazioni ed i comitati che sono adeguatamente
rappresentativi degli interessi collettivi fatti valere”. Questi soggetti sono legittimati a
chiedere al Tribunale nella cui competenza territoriale ricade il luogo in cui ha sede l’impresa,
l’accertamento del diritto al risarcimento del danno e alla restituzione delle somme spettanti ai
singoli consumatori nell’ambito di rapporti giuridici relativi a contratti stipulati ai sensi dell’art.
1342 del Codice Civile o in conseguenza di atti illeciti extracontrattuali, di pratiche commerciali
scorrette o di comportamenti anticoncorrenziali, quando sono lesi i diritti di una pluralità di
consumatori o di utenti. I consumatori e gli utenti che intendono avvalersi di questa tutela
giurisdizionale civile devono comunicare per iscritto a chi ha promosso l’azione la propria
adesione all’azione collettiva. L’adesione può essere comunicata, sia in primo grado che nel
giudizio di appello, fino all’udienza di precisazione delle conclusioni. Nel giudizio è, comunque,
sempre ammesso l’intervento dei singoli consumatori.
Il Tribunale, dopo aver preliminarmente deliberato in ordine all’ammissibilità
della domanda, decide nel merito. Se accoglie la domanda, determina i criteri in base ai
quali liquidare la somma da corrispondere ai singoli consumatori o utenti che hanno aderito
all’azione collettiva o che sono intervenuti nel giudizio. Nei sessanta giorni successivi alla
notificazione della sentenza, l’impresa propone il pagamento di una somma, con atto sottoscritto
dal legale rappresentante, comunicato a ciascun avente diritto e depositato in Cancelleria.
La proposta, in qualsiasi forma accettata dal consumatore o dall’utente, costituisce titolo
esecutivo. La sentenza che definisce il giudizio fa stato anche nei confronti dei consumatori o
utenti che hanno aderito all’azione collettiva in un momento successivo alla proposizione della
domanda. É fatta salva l’azione individuale dei consumatori o utenti che non aderiscono all’azione
collettiva risarcitoria o che non intervengono nel giudizio ad essa relativo.
Se, invece, l’impresa condannata al risarcimento del danno o alla restituzione delle somme
spettanti ai singoli consumatori o utenti non comunica la proposta economica nei sessanta giorni
successivi alla notificazione della sentenza, o se questa non viene accettata anche solo da alcuni dei
consumatori o utenti che hanno aderito all’azione collettiva o sono intervenuti nel giudizio, il
Presidente del Tribunale costituisce una camera di conciliazione per la determinazione delle
somme da corrispondere o da restituire ai consumatori o utenti che hanno aderito all’azione
collettiva o sono intervenuti nel giudizio e che ne fanno domanda.
La camera di conciliazione quantifica, con un verbale sottoscritto dal suo Presidente, i modi, i
termini e l’ammontare delle somme da corrispondere ai singoli consumatori o utenti. Il verbale di
conciliazione costituisce titolo esecutivo.
In alternativa alla camera unica di conciliazione il Presidente del Tribunale dispone che la
composizione non contenziosa della controversia abbia luogo presso uno degli organismi di
conciliazione di cui all’art. 38 del Decreto Legislativo n. 5 del 2003, operante nel territorio del
Comune in cui ha sede il Tribunale.
DIRITTO ASSICURATIVO
Nell’ambito del DIRITTO ASSICURATIVO, che rappresenta un importante campo di
attività con il quale il nostro Studio quotidianamente si confronta, si evidenziano:
:: la Legge n. 166/2008 che ha convertito, con modifiche, il Decreto Legge 28.8.2008, n. 134
(Disposizioni urgenti in materia di ristrutturazione di grandi imprese in crisi), introducendo all’art.
3 del D.L. n. 134/08 il comma 2 ter, ai sensi del quale “Il secondo comma dell’articolo 2952 del codice
civile è sostituito dal seguente: <<Gli altri diritti derivanti dal contratto di assicurazione e dal contratto di
riassicurazione si prescrivono in due anni dal giorno in cui si è verificato il fatto su cui il diritto si fonda>>”.
La novella legislativa ha raddoppiato, sia per il ramo danni, sia per il ramo vita, il
termine di prescrizione annuale dei diritti derivanti dal contratto di assicurazione -
in primis, il diritto all’indennizzo - con ciò uniformandolo al termine biennale di prescrizione dei
diritti derivanti dal contratto di coassicurazione. La legge ha lasciato invariato il termine di
prescrizione di un anno del diritto al pagamento delle rate di premio;
:: il D.M. del 1 aprile 2008, n. 86, e cioè il Regolamento recante disposizioni in materia
di obbligo di assicurazione della responsabilità civile derivante dalla circolazione
dei veicoli a motore e dei natanti, il quale ha precisato, da un lato, che sono soggetti
all’obbligo di assicurazione per la responsabilità civile verso i terzi tutti i veicoli a motore senza
guida di rotaie, compresi i filoveicoli e rimorchi posti in circolazione, nonché i natanti e i motori
amovibili posti in navigazione in acque ad uso pubblico o a queste equiparate (art. 3, comma 1; art.
4).
Il Decreto ha, inoltre, espressamente previsto: (i) che sono equiparate alle strade di uso pubblico
tutte le aree - di proprietà pubblica o privata - aperte alla circolazione del pubblico, dall’altro; (ii)
che sono equiparate alle acque di uso pubblico, ancorché di uso privato, tutte le acque aperte alla
navigazione.
L’art. 5 del regolamento prevede che per i veicoli a motore immatricolati negli stati esteri indicati
dallo stesso articolo, che circolino temporaneamente nel territorio italiano, l’obbligo della
copertura assicurativa si considera assolto, per la durata della permanenza in Italia. In altri termini,
per i sinistri causati dai veicoli immatricolati in uno dei Paesi indicati dall’art. 5, tenuto al
risarcimento sarà L’Ufficio centrale italiano.
GIURISPRUDENZA
::::DIRITTO
ARTICOLI DEL LAVORO - LE NOSTRE SENTENZE
E INTERVISTE
DIRITTO SINDACALE
:: In materia di diritto sindacale si segnalano pronunce relative ai requisiti di ammissibilità dell’azione di
repressione della condotta antisindacale, con l’accesso a tale rimedio esclusivamente consentito alle associazioni
sindacali che dimostrino di avere effettivamente una dimensione nazionale, comprovata dalla stipula di contratti
collettivi e/o accordi sindacali (Trib. Monza, 25 luglio 2008 - Trib. Civitavecchia, 6 novembre 2008).
Sempre in ambito sindacale si colloca un’importante decisione del Tribunale di Ferrara con la quale è stata
affermata la legittimità della scelta del datore di lavoro di fermare gli impianti, ricorrendo alla
cassaintegrazione, in un caso in cui ciò si era reso necessario in conseguenza di un’agitazione sindacale che
aveva impedito il regolare approvvigionamento degli impianti (Trib. Ferrara, 27 marzo 2008).
Ancora nel diritto sindacale merita di essere segnalata la decisione con la quale la Corte di Appello di Bologna
ha ritenuto legittimo che il datore di lavoro richieda ai dipendenti di comunicare, preventivamente, la propria
decisione di partecipare o meno allo sciopero, al fine di consentire l’erogazione delle prestazioni indispensabili
(Corte di Appello di Bologna, 7 luglio 2008).
FONTI CONTRATTUALI
Importanti decisioni hanno concorso a fare chiarezza su problemi molto dibattuti in dottrina ed in
giurisprudenza.
In particolare è stato chiarito che il contratto collettivo può essere stipulato oralmente, non esistendo un
obbligo di adottare una forma solenne ed è stato anche precisato che ciascuna delle parti può sciogliersi, in
qualsiasi momento dal contratto, dando la disdetta tutte le volte che un termine non sia espressamente stabilito
(Trib. Milano, 30 giugno 2008).
Inoltre, tra le sentenze più significative, per la rilevanza delle questioni trattate, ricordiamo la pronuncia che ha
affermato il principio secondo cui, nel conflitto tra due diverse regolamentazioni - una nazionale ed una locale -
prevale quella più vicina agli interessi disciplinati (Trib. Busto Arsizio, 19 maggio 2008) e la decisione che
ha chiarito che la nozione di uso aziendale presuppone necessariamente la consapevolezza del datore di lavoro
di riconoscere un trattamento di miglior favore (Trib. Milano, 29 ottobre 2008).
RAPPORTO DI AGENZIA
:: Si segnalano sentenze che hanno rigettato le pretese degli agenti fondate su asseriti comportamenti illeciti a
loro danno. Una sentenza della Cassazione ha escluso la natura di “rappresaglia” del recesso intimato all’agente,
richiedendo al riguardo l’assolvimento di un onere probatorio rigoroso da parte del medesimo (Cass., 19
ottobre 2005); altra sentenza del Tribunale di Brescia ha escluso la giusta causa di recesso dell’agente stante la
tardività della sua reazione rispetto ai comportamenti lamentati (Trib. Brescia, 26 giugno 2008).
In merito alla quantificazione dell’indennità di cessazione del rapporto, si distingue una sentenza del Tribunale
di Avezzano che, in disaccordo con il recente orientamento della Cassazione, ha escluso la facoltà dell’agente di
rivendicare sia l’indennità di cessazione del rapporto quantificata ai sensi dell’art. 1751 cod. civ. che,
in via subordinata, l’indennità suppletiva di clientela quantificata in base ai vigenti Accordi Economici
Collettivi; secondo tale sentenza, la scelta dell’agente di chiedere l’indennità di cessazione “europea”
ex art. 1751 cod. civ. preclude al medesimo di rivendicare, in mancanza di prova dei requisiti di
legge, il pagamento dell’indennità avente fonte pattizia (Trib. Avezzano, 29 luglio 2008).
RAPPORTO DI LAVORO
:: Segnaliamo, in questo settore, la decisione con la quale è stato ritenuto legittimo il ricorso alla
somministrazione di personale nel caso in cui il lavoratore venga adibito a un servizio che, avuto
riguardo alla normale organizzazione aziendale, possa essere considerato sperimentale (Trib.
Milano, 17 ottobre 2008); si ricorda anche la decisione con la quale il Tribunale di Milano ha fatto
giustizia di inutili rigidità non previste dal dettato normativo, acconsentendo che l’articolazione
dell’orario di lavoro in materia di contratto a part time possa essere desunta da una “tabella turni”
allegata al contratto e sottoscritta a parte (Trib. Milano, 1 marzo 2008).
:: Un’importante decisione ha ribadito il principio secondo cui possono ben avere natura autonoma e
non subordinata i rapporti di collaborazione “giornalistica” che abbiano ad oggetto la
realizzazione di servizi di attualità verso un compenso pagato “a borderò”, laddove non vi sia un
obbligo di svolgimento di attività redazionale in senso tecnico (ad esempio partecipazione a riunioni di
redazione, etc.) e di messa a disposizione delle energie tra la realizzazione di un servizio ed un altro
(Trib. Roma, 11 agosto 2008).
:: In tema di orario di lavoro, segnaliamo la decisione del Tribunale di Monza con la quale sono state
individuate le direttive in base alle quali il tempo di vestizione/svestizione può essere considerato
parte dell’orario di lavoro giornaliero, a tutti gli effetti, in primis retributivi, essendo stato precisato
che a questo fine è necessario che ricorrano congiuntamente i seguenti elementi: a) un’indicazione del
luogo in cui compiere le operazioni di cambio di indumenti; b) una disposizione aziendale che
imponga di effettuare la vestizione prima della timbratura; c) la predeterminazione dei tempi da
destinarsi a tali attività; d) un controllo aziendale (Trib. Monza, 20 novembre 2007).
Molto interessante è pure la decisione con la quale è stata affermata la legittimità degli accordi
aziendali aventi ad oggetto la compensazione delle maggiori prestazioni lavorate (ore di straordinario)
con l’attribuzione di riposi compensativi (Trib. Cremona, 8 gennaio 2008).
Sempre in materia di orario di lavoro va ricordata la decisione con la quale è stato chiarito che il
diritto allo studio, costituzionalmente garantito, deve essere sì tutelato, riconoscendo al lavoratore
che frequenti corsi di studio universitari il diritto a beneficiare di permessi giornalieri retribuiti che lo
pongano in condizione di sostenere le prove d’esame, ma non è senza limitazioni, dovendo coniugarsi
con il diritto, egualmente tutelato dalla Costituzione, di iniziativa economica privata che attribuisce al
datore di lavoro il potere di organizzare discrezionalmente i turni di lavoro del personale (Trib.
Milano, 2 agosto 2008).
:: Decisioni molto interessanti riguardano la tematica del controllo delle assenze per malattia
(Trib. Pesaro, 4 dicembre 2007) e si registra il consolidarsi dell’orientamento che consente al
datore di lavoro di verificare l’effettività della malattia del dipendente, sanzionando disciplinarmente
il lavoratore che violi l’obbligo di reperibilità (Trib. Milano, 4 luglio 2008).
:: Anche il contenzioso “disciplinare” è stato trattato con conferma di sanzioni irrogate in relazione
a espressioni irriguardose nei confronti di colleghi e superiori sul posto di lavoro (Trib. Busto
Arsizio, 22 ottobre 2007) e a contestazioni delle scelte aziendali che superino i limiti del diritto di
critica, integrando diffamazioni (Trib. Milano, 28 febbraio 2008). Inoltre, ancora nel contesto
disciplinare, va segnalata la decisione del Tribunale di Milano del 23 aprile 2008 che
riprendendo un orientamento della giurisprudenza di Cassazione ha trattato dei limiti del diritto alla
difesa del lavoratore in sede di procedimento disciplinare, stabilendo che il prestatore non ha diritto
ad accedere a tutta la documentazione raccolta dalla Società durante l’indagine che ha portato alla
contestazione disciplinare, quando tale richiesta non risponda ad un’esigenza di difesa non altrimenti
tutelabile.
:: In merito ai doveri di lealtà va ricordata la decisione con la quale il Tribunale di Milano, avendo
riscontrato un’attività di sviamento di clientela effettuata da un ex dipendente di un’azienda poi
passato a lavorare alle dipendenze di un concorrente, in violazione del patto di non concorrenza
precedentemente sottoscritto, ha vietato al nuovo datore di lavoro che aveva assunto l’ex dipendente
della società attrice di concludere contratti con la clientela procacciata dall’ex dipendente riferibile al
suo precedente datore di lavoro (Trib. Milano, 11 giugno 2008).
A maggior ragione, la giusta causa è stata ritenuta sussistente nel caso di comportamenti illeciti posti
in essere ai danni del datore di lavoro (ad es. furto dei buoni pasto, Trib. Milano, 26 gennaio
2008; concorrenza sleale posta in essere attraverso una società costituita con i figli, Trib. Bergamo,
6 maggio 2008; attività lavorativa in proprio durante il periodo di congedo parentale, Cass., 16
giugno 2008; minacce al superiore gerarchico, Trib. Varese, 27 maggio 2008).
:: Sul fronte dei licenziamenti collettivi, va segnalata una pronuncia che esclude la necessità di
adottare la procedura di cui alla legge 23 luglio 1991 n. 223 nel caso in cui taluni lavoratori accettino
la cessione del contratto individuale di lavoro da un datore di lavoro ad un altro (Trib. Torino, 16
ottobre 2007).
Una prima segnalazione riguarda due sentenze della fine del 2007, ma che hanno caratterizzato il
contenzioso svoltosi nel corso del 2008. Si tratta delle sentenze nn. 26724 e 26725 del 19
dicembre 2007, in materia di responsabilità degli intermediari finanziari, con cui le
Sezioni Unite hanno stabilito i rimedi in caso di violazione dei doveri d’informazione del cliente e di
corretta esecuzione delle operazioni che la legge pone a carico degli intermediari finanziari, nel modo
che segue:
A) Se la violazione avviene nella fase precedente o coincidente con la stipulazione del contratto di
intermediazione (c.d. contratto quadro), destinato a regolare i successivi rapporti tra le parti, la
conseguenza è la responsabilità precontrattuale; il rimedio è il risarcimento dei danni secondo i criteri
propri di tale responsabilità (c.d. interesse negativo).
Le citate sentenze sono intervenute a dirimere un contrasto tra i Giudici di merito, che avevamo già
segnalato criticamente nel 2007 (v. la Newsletter di Marzo 2008 in cui si dà conto delle sentenze
delle Sezioni Unite e del contesto in cui si inseriscono).
ASSICURAZIONI
:: Tra le più rilevanti questioni affrontate dalla giurisprudenza nel corso del 2008, si annovera una
prima verifica di costituzionalità di alcuni aspetti della procedura liquidativa dei
danni, prevista dal titolo 10 del codice delle assicurazioni (D. Lgs. 7.9.05 n. 2009).
Il nostro Studio, in un recente parere, evidenziava che uno dei punti fondamentali dell’indennizzo
diretto era dato dalla verifica della sua esclusività, nel senso che il giudice di merito (nella specie il
Tribunale di Torino, sentenza 11.10.06) aveva ritenuto che l’introduzione della nuova disciplina, in
materia di risarcimento del danno subito dal terzo trasportato, non precludeva, a questi di agire,
comunque, ai sensi dell’art. 144 cod. ass., nei confronti dell’istituto assicuratore del veicolo
antagonista; anzi, soltanto questa interpretazione della norma in quanto “costituzionalmente
orientata”, sarebbe stata idonea a preservarne la validità.
Con ordinanza del 13.6.08 n. 2005, la Corte Costituzionale, pur dichiarando inammissibili le
ordinanze di rimessione, riteneva che le norme in questione ben avrebbero potuto essere assoggettate
ad un’interpretazione costituzionalmente orientata, nel senso cioè che esse avrebbero semplicemente
fornito al trasportato uno strumento ulteriore per far valere i propri diritti, data la sua posizione di
debolezza, e quindi, riconoscendogli il diritto di agire direttamente nei confronti della Compagnia
assicuratrice del veicolo, senza peraltro togliergli la possibilità di far valere i diritti derivanti dal
rapporto obbligatorio nato dalla responsabilità civile dell’autore del fatto dannoso; interpretazione
questa che avrebbe consentito di superare le menzionate pregiudiziali costituzionali.
In questo quadro ci si chiede, a ragione, se tale lettura costituzionalmente orientata, prospettata dalla
Corte Costituzionale, possa già essere generalizzata e quindi applicata anche alla procedura diretta di
cui all’art. 149 cod. ass.. Tale possibilità viene ravvisata nel passaggio della ordinanza della Corte, la
quale fa leva, appunto, sulla necessità di tutela del soggetto debole, per cui anche il conducente -
danneggiato potrebbe trovarsi nella medesima situazione, e quindi non obbligato ad agire
esclusivamente nei confronti del proprio assicuratore per il risarcimento dei danni subiti, ma libero di
agire anche nei confronti del responsabile del sinistro, dal che discenderebbe un indubitabile crollo
dell’intero sistema fondato, appunto, sul risarcimento diretto da parte dell’assicuratore del
danneggiato.
DANNO MORALE
Una sentenza di particolare rilevanza che merita una separata menzione è la n. 26972
dell’11 novembre 2008, in materia di risarcimento del danno non patrimoniale.
Le Sezioni Unite hanno fornito importanti chiarimenti, che possono essere sintetizzati come segue.
A) nei casi determinati dalla legge (ivi compreso quello del danno conseguente a reato ex art. 185
c.p.);
B) nei casi di lesione di diritti inviolabili della persona riconosciuti dalla costituzione (sulla base del
principio della tutela minima risarcitoria dei diritti costituzionalmente inviolabili). La “gravità
dell’offesa” costituisce requisito ulteriore per l’ammissione a risarcimento dei danni non patrimoniali
alla persona conseguenti alla lesione di diritti costituzionalmente inviolabili. In altre parole, il diritto
deve essere inciso oltre una soglia minima di tollerabilità cagionando un pregiudizio serio (e non
futile);
C) nei casi individuati da norme comunitarie che prevedono ipotesi di risarcimento del danno non
patrimoniale senza porre limiti (in ragione della prevalenza del diritto comunitario sul diritto
interno).
:: Di danno biologico, morale, esistenziale, ecc., si può parlare solo a fini descrittivi, poiché
non vi sono nell’ambito della categoria generale del danno non patrimoniale distinte sottocategorie.
La congiunta attribuzione del danno biologico e di quello morale, o del danno morale e di quello da
perdita del rapporto parentale, costituiscono un’illegittima duplicazione del risarcimento che deve,
invece, essere valutato unitariamente.
:: Il danno non patrimoniale non è in re ipsa, ma deve essere allegato, e provato (se del caso,
anche mediante presunzioni, fermo comunque l’onere per il danneggiato di allegare elementi idonei a
fornire una serie concatenata di fatti noti che consentano di risalire al fatto ignoto).
:: Tutti i limiti sopra esposti devono essere applicati anche dai giudici di pace in cause in cui la
decisione avviene secondo equità.
RASSEGNA STAMPA
::::ARTICOLI E INTERVISTE
ARTICOLI E INTERVISTE
IL SOLE 24 ORE: 23/04/08
“Salari troppo bassi? Variabile più alto” di Salvatore Trifirò
IL SOLE 24 ORE: 20/05/08
“Sgravi anche sugli oneri sociali” di Salvatore Trifirò e Stefano Beretta
IContratti-IPSOA: N. 07/2008
“Deposito, parcheggio e custodia accessoria nella responsabilità contrattuale”
di Francesco Cristiano
IL SOLE 24 ORE: 09/08/08
“Precari divisi per legge nelle cause di lavoro” di Salvatore Trifirò e Stefano Beretta
IL SOLE 24 ORE: 14/08/08
“Recesso se la fiducia è rotta” di Salvatore Trifirò e Giorgio Molteni
IL SOLE 24 ORE: 01/11/08
“Licenziamento anche in due tempi” di Salvatore Trifirò
IContratti-IPSOA: N. 12/2008
“La natura imperativa delle regole di condotta degli intermediari finanziari”
di Francesco Autelitano
:: BLOG
BLOG JOBtalk - JOB24 - IL SOLE 24 ORE: 23/01/08
“Cassazione: il dipendente trovato in possesso di droghe può essere licenziato”
di Stefano Beretta e Marina Olgiati
BLOG JOBtalk - JOB24 - IL SOLE 24 ORE: 08/02/08
“Aveva inviato 3000 Sms in due mesi dal cellulare aziendale: licenziato (e il Tribunale
di Milano conferma)”
di Marina Olgiati
BLOG JOBtalk - JOB24 - IL SOLE 24 ORE: 20/02/08
“Viaggio nel protocollo sul Welfare: le novità sul contratto a termine e il part time”
di Stefano Beretta
BLOG JOBtalk - JOB24 - IL SOLE 24 ORE: 21/02/08
“Adesso le dimissioni viaggiano solo online”
di Stefano Beretta
BLOG JOBtalk - JOB24 - IL SOLE 24 ORE: 07/03/08
“Dimissioni: circolare “creativa” più che esplicativa”
di Stefano Beretta
BLOG JOBtalk - JOB24 - IL SOLE 24 ORE: 26/03/08
“Le dimissioni volontarie, una storia infinita”
di Stefano Beretta
BLOG JOBtalk - JOB24 - IL SOLE 24 ORE: 24/04/08
“Dimissioni, ritorno al passato? Sarebbe clamoroso...”
di Stefano Beretta
BLOG JOBtalk - JOB24 - IL SOLE 24 ORE: 16/05/08
“Sui contratti a tempo determinato (dall’incerto destino) piovono le circolari”
di Tommaso Targa
BLOG JOBtalk - JOB24 - IL SOLE 24 ORE: 24/05/08
“Detassazione degli straordinari (…..e se si aggiungesse la “decontribuzione”?)”
di Stefano Beretta
BLOG JOBtalk - JOB24 - IL SOLE 24 ORE: 26/06/08
“Dietrofront sulle dimissioni on-line”
di Stefano Beretta e Luca Peron
BLOG JOBtalk - JOB24 - IL SOLE 24 ORE: 31/07/08
“La norma sui precari minuto per minuto: le ultime novità”
di Stefano Beretta
BLOG JOBtalk - JOB24 - IL SOLE 24 ORE: 06/08/08
“La norma sui precari minuto per minuto: lavoro precario ultimo atto?”
di Stefano Beretta
BLOG JOBtalk - JOB24 - IL SOLE 24 ORE: 22/08/08
“Le ferie non bastano mai...ma attenzione!”
di Stefano Beretta e Marina Tona
PUBBLICAZIONI
:: LIBRI
SOMMARIO
:: PUBBLICAZIONI ON LINE
EVENTI
:: ARCHIVIO EVENTI
:: Ragusa, 18-19 Gennaio 2008
MASTER IPSOA WOLTERS KLUWER: “DIRITTO DEL LAVORO”
www.ipsoa.it
Docente: Avv. Tommaso Targa
:: Torino, Palazzo di Giustizia, Consiglio dell’Ordine Avvocati di Torino, 18 Febbraio 2008
AGI PIEMONTE: “CORSO SUPERIORE DI FORMAZIONE IN DIRITTO DEL LAVORO”
www.giuslav.it
Docente: Avv. Giacinto Favalli
:: Milano, Studio Trifirò & Partners, 12 e 14 Febbraio 2008
CORSO FORMATIVO PER AVVOCATI: “IL COLLEGATO ALLA FINANZIARIA 2008 E LE
NOVITÀ IN MATERIA DI LAVORO”
Relatori: Avv. Stefano Beretta; Avv. Giacinto Favalli; Avv. Giorgio Molteni; Avv. Marina Olgiati;
Avv. Marina Tona; Avv. Luca D’Arco
:: Milano, Palazzo di Giustizia - Aula Magna, 15 Febbraio 2008
INCONTRO: “IL LAVORO A PROGETTO A QUATTRO ANNI DALLA RIFORMA”
Centro Nazionale Studi di Diritto del Lavoro “Domenico Napoletano” - Sezione di Milano
Relatore: Avv. Giorgio Molteni
:: Milano, Hotel Jolly President, 4 Aprile - 16 Maggio 2008
AIDP: “SEMINARIO DI SPECIALIZZAZIONE PER LA DIREZIONE DEL PERSONALE”
www.aidp.it
Relatori: Avv. Salvatore Trifirò; Avv. Giacinto Favalli
:: Milano, Hilton Milan Hotel, 10 Aprile 2008
SEMINARIO PARADIGMA: “ORGANIZZAZIONE E GOVERNO SOCIETARIO DELLE BANCHE
NELLE NUOVE DISPOSIZIONI DI VIGILANZA”
www.paradigma.it
Relatore: Avv. Salvatore Trifirò
:: Milano, 11-12 Aprile 2008
SEMINARIO: “LEGAL ASPECTS OF DOING BUSINESS WITH CHINA”
UIA (Union Internationale des Avocats) - ACLA (All China Lawyers Association)
www.uianet.org
Partecipanti: Avv. Stefano Trifirò
:: Milano, Hotel Michelangelo, 15 Aprile 2008
SEMINARIO CENTRO STUDI LAVORO E PREVIDENZA: “LA RISOLUZIONE DEL RAPPORTO
DI LAVORO DAL 2008”
www.cslavoro.it
Relatore: Avv. Giacinto Favalli
L’appuntamento annuale di Plurijus, il network europeo di studi legali di cui Trifirò &
Partners è socio fondatore, si è tenuto in Germania a Düsseldorf il 13 e 14 Giugno
2008, organizzato dal locale Studio Hoffmann Liebs Fritsch & Partner.
Denominato dapprima Logos, ora Plurijus, il network annovera gli Studi legali fra i più
importanti di Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Paesi
Bassi, Portogallo, Spagna, Svezia e Gran Bretagna.
Il meeting 2008 ha visto la
partecipazione degli Studi di
Belgio, Germania, Danimarca,
Lussemburgo, Olanda, Italia e
Svezia. Alla convention hanno
partecipato, per il nostro
Studio, i partners Stefano
Trifirò e Luca Peron.
Il prossimo appuntamento di
Plurijus si terrà in Lussemburgo
nel giugno 2009 e sarà
organizzato dal locale Studio
Turk. Meeting Plurijus 2008 - Düsseldorf
Rassegna Stampa:
:: BLOG JOBtalk - JOB24 - IL SOLE 24 ORE: 17/10/08
“Chi tutela i lavoratori e le lavoratrici affetti da malattie oncologiche?
Un convegno a Milano con le proposte operative”
Lo Studio Trifirò & Partners, con i partners Stefano Trifirò e Luca Peron, ha
partecipato dal 16 al 20 novembre 2008 alla Missione imprenditoriale
multisettoriale negli Emirati Arabi Uniti e Kuwait.
Organizzata da Promos, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Milano per le attività
internazionali, la missione ha promosso lo sviluppo di rapporti di collaborazione con i
principali Studi legali di Abu Dhabi, Dubai e Kuwait City e l’instaurazione di relazioni con
imprese interessate a sviluppare iniziative imprenditoriali in Italia.
STUDIO T&P
:: PARTNERS
:: Avv. Anna Maria Corna :: Avv. Giorgio Molteni :: Avv. Marina Olgiati
Avvocato dal 1985 Avvocato dal 1987 Avvocato dal 1991
In Studio dal 1986 In Studio dal 1987 In Studio dal 1991
:: Avv. Mariapaola Rovetta Arici :: Avv. Valentina Ruzzenenti :: Avv. Luca D’Arco
Avvocato dal 1995 Avvocato dal 1997 Avvocato dal 1999
In Studio dal 1996 In Studio dal 1994 In Studio dal 1996
:: ASSOCIATI
:: Avv. Simonetta Amadei :: Avv. Paola Balletti :: Avv. Andrea Beretta
Avvocato dal 2007 Avvocato dal 2000 Avvocato dal 2006
In Studio dal 2007 In Studio dal 2001 In Studio dal 2003
:: PRATICANTI
:: Dott. Francesco Cristiano :: Dott. Anna Minutolo :: Dott. Jacopo Moretti
:: STAFF
:: Carla Ferraris :: Giuseppe Milazzotto :: Rina Agrillo
Manager Responsabile amministrativo
CONTATTI
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+ 39 02 55 013 295
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00192 Roma
Lungotevere Michelangelo, 9
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Fax.: + 39 06 36 000 362; + 39 06 32 12 849
:: GENOVA
16121 Genova
Piazza della Vittoria, 12
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