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IL PONTE mensile della Parrocchia di S.

Antonio Abate in San Domenico Siena

GIORNALE PARROCCHIALE
Sempre aggiornato e ricco di notizie
consultabile anche online al sito
www.basilicacateriniana.com

il Ponte

"La misericordia Tua ci ha creati, la stessa


misericordia ci ricompr dalla morte eterna e la
misericordia Tua ci regge". Or. XIX S.Caterina

IL PONTE mensile della Parrocchia di S. Antonio Abate in San Domenico Siena

il Ponte
Leditoriale del Parroco
LA FESTA DELLA DIVINA MISERICORDIA
Cari Parrocchiani, come tutti oramai sapete, la festa della divina misericordia, fu
istituita da San Giovanni Paolo II, nel 1992 e la si celebra la prima domenica dopo
Pasqua. Pertanto, ho pensato in questanno giubilare, di scrivere per voi larticolo
qui di seguito, nel nostro giornale parrocchiale, sperando di fare cosa gradita. Ho
pensato ad una riflessione sulla Misericordia, facendoci aiutare da Santa Caterina coi
suoi scritti e da Dante Aligheri con la Divina Commedia. Gli scritti di Santa Caterina
sono molteplici , in modo speciale il Dialogo della divina Provvidenza, le ha meritato
il titolo di Dottore della Chiesa da Paolo VI, lo stesso Papa che ha dedicato una
enciclica al Sommo Poeta e che ha per titolo Il Signore dellaltissimo canto . Tanti
letterati, hanno elogiato gli scritti cateriniani fin dai tempi antichi, lo stesso vale per
Dante. Per Santa Caterina cito il De Sanctis, per esempio, il quale defin le opere di S.
Caterina: il codice della cristianit. Lo scorso 2015 davanti al Presidente della
Republica Italiana, cos si esprimeva Roberto Benigni a tal proposito: La Divina
Commedia unopera la cui bellezza mozza il fiato. Sul Canto XXXIII del Paradiso,
Benigni non ha dubbi : E il Canto pi bello in cui lautore riesce a creare poesia
con la razionalit della letteratura, della scienza, della Teologia, della filosofia In
questultimo canto c la perfezione dellalveare. E proprio un diamante. Un dono
incredibile davanti al quale si rimane sospesi. In quelloccasione anche il cardinale
Ravasi citava Borges, secondo il quale: Dante si pone come su un crinale in cui sono
illuminati entrambi i versanti e in questo modo riesce a esprimere in egual modo
poesia e teologia, genialit e tecnica dellendecasillabo, cronaca e profezia, peccato
e grazia, storia e trascendenza E proprio tra cronaca e profezia, peccato e grazia,
storia e trascendenza che si pone nella vita degli uomini di tutti i tempi la Divina
misericordia.
Tutti benedico di cuore con affetto.
P. Alfredo Parroco

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LA MISERICORDIA NELLA DIVINA COMMEDIA


E NEGLI SCRITTI DI SANTA CATERINA
La Chiesa da sempre, ha tenuto in grande considerazione il Cantore della fede ,
anche i Sommi Pontefici, nel corso dei secoli, lo hanno via via ricordato. Leone XIII,
nel 1886, aveva istituito presso lIstituto Leoniano delluniversit dellApollinare ( poi
Lateranense ) una cattedra dantesca. Benedetto XV, lo celebr nellenciclica In
praeclara summorum il 30 - IV - 1921 nel centenario della morte. Il Papa Paolo VI lo
celebr invece, nel VII centenario della sua nascita con la straordinaria lettera
apostolica Altissimi cantus del 7 - XII - 1965 . Per venire pi vicino ai nostri giorni,
va detto, che Giovanni Paolo II, sovente ha attinto alla Divina Commedia, ma anche
Benedetto XVI , lo ha ricordato e citato pi volte. Papa Francesco il 4 - V -2015, ha
inviato un messaggio al Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, per i
750 anni dalla nascita ( 1265 1321 ) . Noi, lo vogliamo ricordare in questo anno
straordinario del Giubileo della Misericordia, insieme a Santa Caterina ( 1347 1380
) . In un articolo apparso sullOsservatore Romano del 1961, Adriana Cartotti
Oddasso, riportava un pensiero del cardinale Alfredo Ottaviani sugli scritti di Santa
Caterina: Tutto lepistolario della Santa una vampa di fuoco, un uragano di
amore; e come arte sta tra la Divina Commedia e la Cappella Sistina, come
rapimento ed estasi tra Francesco dAssisi e Giovanni della Croce ed tutto un inno
allamore crocefisso. Sempre Adriana Cartotti Oddasso, nota studiosa cateriniana,
giustamente diceva che Dante il padre della nostra poesia, mentre Santa Caterina
la madre della nostra prosa. Lenciclica di Benedetto XV, non esalta soltanto il
poeta, ma in qualche modo giustifica, le frequenti invettive di Dante nei confronti
dei Papi e gli ecclesiastici di quel tempo, sottraendolo cos a quellalone di
anticlericalismo che si andava diffondendo gi nellottocento. Va ricordato altres,
come annota giustamente Anna Maria Chiavacci Leonardi: Dante mantenne sempre
come Santa Caterina un alto senso di riverenza verso lufficio sacro la reverenza de
le somme chiavi ben distinto, dalle colpe delle persone ,che occupano tale ufficio
(Inferno canto XIX v. 101). A chi lascio le chiavi del sangue? Al glorioso apostolo
Pietro e a tutti gli altri, che sono venuti o verranno, di qui allultimo d del giudizio,
cosicch tutti hanno o avranno quella medesima autorit che ebbe Pietro. Per
nessun loro difetto diminuisce questa autorit ( Dialogo. Cap 115 ). Di Caterina
da Siena , Laica , illetterata ,Terziaria Domenicana e Santa, almeno 32 Papi si sono
occupati di Lei lungo i secoli, scrivendo documenti esaltandone la santit di vita e la
dottrina fino a conferirLe il titolo di Dottore della Chiesa Universale. Per Dante
Alighieri laico, credente , poeta sommo, ma non santo ,mai un Papa aveva scritta e
dedicata unenciclica. La Senese, canta in modo mirabile, la Misericordia di Dio,
come pochissimi hanno saputo fare in tutti i suoi scritti: nel Dialogo come nelle
Orazioni e nelle 381 Lettere.
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A proposito di Misericordia, non tutti sanno che la Bolla scritta da Pio II per la
canonizzazione di Santa Caterina il 29 giugno 1461 inizia cosi: Misericordias Domini
additandola alla Chiesa universale, quale modello di santit. Dante configura il suo
poema, come un viaggio attraverso i tre regni dellaldil, Inferno, Purgatorio e
Paradiso. Largomento dellopera descrivere lo stato delle anime dopo la morte.
Loggetto centrale luomo che meritando o demeritando, per mezzo della libert
ottiene il premio o la pena eterna. In definitiva, luomo in quanto libero decide il
proprio destino.

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Nel Dialogo, ( cap. 43 ) Santa Caterina fa una triplice distinzione: coloro che
muoiono nella perfezione della carit, gustano subito il Sommo bene il Paradiso.
Coloro che sono trovati imperfetti al momento della morte giungono al luogo del
Purgatorio , infine coloro che muoiono in odio e disperazione ognuno sceglie il
luogo suo cio lInferno. Ora vogliamo in questo contesto evidenziare come il
Signore dellAltissimo Canto si rapporta in maniera singolare con la Misericordia di
Dio nel suo capolavoro: La Divina Commedia, giacch, come scrisse in modo eccelso
nella sunnominata enciclica, Paolo VI: Il fine della Divina Commedia anzitutto
pratico ed volto a trasformare e a convertire.
Essa in realt non si propone solo di essere poeticamente bella e moralmente
buona, ma soprattutto di cambiare radicalmente luomo e di condurlo dal disordine
alla sapienza, dal peccato alla santit, dalle sofferenze alla felicit, dalla
considerazione terrificante dei luoghi infernali alle beatitudini del Paradiso. Il
Quaderno cateriniano N: 23 , pubblicato da Cantagalli nel 1980, ha come titolo:
Dante e S. Caterina, a cura della Contessa Maria Teresa Balbiano dAramengo. Diviso
in sette capitoletti e corredato da una conclusione, certamente uno studio
comparativo prezioso. Cos si esprimeva Mons. Castellano Arcivescovo di Siena, nella
presentazione: Dante e Caterina sono, ognuno a modo suo, i profeti di quel tempo;
ma proprio perch profeti di Dio, hanno insegnamenti attuali in ogni tempo.
Lallora Maestro DellOrdine dei predicatori Fr. Timothy Radcliffe o.p , nella
presentazione de : Il Dialogo ( Ed. Cantagalli 1995) a cura di Giuliana Cavallini, cos
scriveva: Come Cristo e Domenico ( Caterina ) sta a colloquio con Dio Padre.
Colloquio aperto con petizione universale di misericordia per se, per la Chiesa, per il
mondo, in un tempo ( 1378 ) crucialissimo per la sposa di Cristo e la cristianit
dEuropa. Non il mistero dellincarnazione di Dio un prodigio di misericordia?
Misericordia voglio e non sacrificio afferm Ges citando il profeta Osea.
Misericordia per i peccatori invocava Domenico ogni volta che intraprendeva la
predicazione del Vangelo. Per questo il Libro di Caterina si potrebbe anche
denominare Dialogo della Divina Misericordia. Mirabile scritto di mirabile donna
un colloquio, s, ma non chiuso strettamente nel circuito tra lei terrena e il Padre
celeste. E un dialogo aperto a tutto il mondo, contenitore di un deposito dottrinale
universale; conseguenza logica di una misericordia universale. Il Dialogo una
risposta divinamente luminosa alle quattro domande poste dalla Santa. Essa le
riassume poi in modo breve e chiaro nel cap. 166, che ci d il filo conduttore del
pensiero, riassumendo le quattro risposte dellEterno Padre. Queste risposte,
vengono chiamate, le quattro grandi misericordie. Misericordia per Caterina ,
misericordia al mondo, misericordia per la Santa chiesa, misericordia per un caso
particolare.
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Caterina da Siena nasce nel 1347, 26 anni dopo la morte dellAlighieri ma gi al suo
tempo, la Divina Commedia era commentata in chiesa. Il commento su cui mi baser
per questa riflessione quello di Anna Maria Chiavacci Leonardi, storica, che ha
dedicato la sua vita accademica agli studi su Dante Alighieri, tanto da guadagnarsi
lappellativo di Signora della Commedia . Vediamo ora, come il Cantore della fede,
affronta nella Divina Commedia il tema della Misericordia, pertanto dobbiamo
chiederci: qual il punto di divergenza tra linferno e il purgatorio? La differenza e
quindi la divergenza tra linferno e il purgatorio, Dante la chiama: il poter rivolgersi a
Dio, dunque la conversione del cuore! Un bellesempio il punto di morte di re
Manfredi, che Dante mette nel purgatorio. ( Purgatorio III vv. 118 120 ) Poscia
chio ebbi rotta la persona di due punte mortali, io mi rendei, piangendo, a quei che
volentier perdona. Orribil furon li peccati miei;ma la bont infinita ha s gran braccia,
che prende ci che si rivolge a lei.
+Il re Manfredi scomunicato e peccatore ( orribil furon li peccati miei ) che, gi ferito
a morte in battaglia, si rivolge a Dio con lacrime ( io mi rendei piangendo ) e ne
riceve labbraccio e il perdono, questo ci dice linfinita ampiezza della misericordia
divina, la gratuit della salvezza ( data a chi ha peccato fino allultima ora ) e lunica
cosa richiesta alluomo per ottenerla: la conversione del cuore, anche allultimo
breve istante, anche con una sola lacrima ( come dir poi Buonconte ) anche con
una sola parola. ( ma la bont infinita ha s gran braccia / che prende ci che si
rivolge a lei ). Dante sempre attento nella sua opera a raccogliere e sostenere ogni
elemento della teologia che sottolinei laspetto, la faccia, il volto misericordioso di
Dio. Papa Francesco nella Bolla dindizione del Giubileo straordinario: Misericordiae
Vultus al n: 3 dice: Dinanzi alla gravit del peccato, Dio risponde con la pienezza
del perdono. La misericordia sar sempre pi grande di ogni peccato, e nessuno pu
porre un limite allamore di Dio che perdona .
Sempre Papa Francesco nellomelia in occasione dellapertura della Porta Santa a
Santa Maria Maggiore il 1 gennaio 2016 , cos si esprimeva: Non c alternativa:
deve avere: la stessa estensione di quello di Ges sulla croce, e di Maria ai suoi
piedi. Il perdono della Chiesa non pu fermarlo la legge coi suoi cavilli, n la
sapienza di questo mondo con le sue distinzioni.
Toccato dalla misericordia fu pure Oderisi da Gubbio: se non fosse/ che , possendo
peccar, mi volsi a Dio. Oppure Adriano V: La mia conversione, om! Fu tarda
Ancora Papa francesco nella Bolla scrive al n: 2 E latto ultimo e supremo con il
quale Dio ci viene incontro. Su questa linea sincontra anche Sapia: Pace volli con
Dio in su lo stremo / de la mia vita. Ricordiamo inoltre Buonconte ( Purgatorio V vv.
102 ).

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Quivi perdei la vista e la parola; nel nome di Maria fin, e quivi caddi, e rimase la
mia carne sola. Io dir vero, e tu l rid tra vivi: langel di Dio mi prese, e quel
dinferno gridava: O tu del ciel, perch mi privi ? tu te ne porti di costui letterno
per una lagrimetta che l mi toglie; ma io far de laltro altro governo! Si
potrebbero dire tante cose, ma cerchiamo di cogliere le principali, intanto il ricordo
del nome della Madre del Salvatore degli uomini, in punto di morte, e poi la
lagrimetta questa parola al diminutivo, pronunciata con disprezzo dallangelo
dellinferno, il diavolo. Qui non c un gran pianto, nemmeno una lunga preghiera,
ma una sola lacrima piccola minima, ebbene, questo bastato a strappare
quellanima dallinferno e ridonarla a Dio. Il diminutivo esprime poi, la sproporzione
tra la lagrimetta e la salvezza eterna, colmata dalla misericordia divina. Dante la
user ancora con lo stesso valore, per la vedovella di Forese il cui pianto ha tolto allo
sposo lunghi anni di pena. ( purgatorio XXIII v. 92 ) Sempre nel Purgatorio al canto V,
v v 130 136, Dante include tra i morti per forza e peccatori fino allultima ora Pia
de Tolomei. La penitente prende parola dopo Bonconte Noi fummo tutti gi per
forza morti, e peccatori infino a lultima ora; quivi lume del ciel ne fece accorti, s
che, pentendo e perdonando, fora di vita uscimmo a Dio pacificati, che del disio di s
veder naccora. Anna Maria Chiavacci Leonardi, nella sua introduzione all Inferno
fa notare come Dante sia un ricercatore, come pi volte dichiara lui stesso nelle
sue opere, di quella che egli chiama lumana felicit, cio la piena realizzazione
delluomo; felicit che la sua ansia insaziabile, lalto disio, come egli dice, prima
ricerc nel sapere ( Il Convivo ) poi nel perfetto ordine politico ( La Monarchia ), e
infine trov soltanto in Dio : E io chal fine di tutti disii / appropinquava, s comio
dovea, / lardor del desiderio in me finii . Dante racconta alluomo insicuro il suo
destino eterno, ma non lo fa con un linguaggio religioso. Egli un laico, non un
chierico, e cio un uomo immerso nella storia, che della storia si fa carico, e della
storia conosce tutti i dolori, e delluomo conosce, e ne partecipe, la miseria e la
grandezza. La ragione del canto XXVII dellInferno, evidenzia il fatto che : la salvezza
delluomo sta nel pentimento e nella sincera conversione del cuore. Che questo sia il
vero senso della storia apparir chiaramente nel V canto del purgatorio. Qui ci sono
infatti i pentiti dellultima ora . Per Dante fondamentale quell attimo in cui
fede e amore bastano alluomo e a Dio, perch qualunque vita sia riscattata e
salvata: evento proprio dello spirito, e quindi non misurabile con la categoria del
tempo. Quellevento che nel Vangelo significato dallepisodio del buon ladrone,
salvo per una parola, e primo fra gli uomini a entrare nel regno dei cieli. ( Luc. 23,39
43 ). Questi salvati dellultima ora, sono tali perch la grazia divina illumin il loro
cuore cos che pentendo e perdonando morirono pacificati con Dio. E ntanto per la
costa di traverso venivan genti innanzi a noi un poco, cantando Miserere a verso
a verso. ( Purgatorio V , vv. 22 24 )
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Il Miserere linizio del salmo 50 Miserere mei Deus, secundum magnam


misericordiam tuam il salmo penitenziale per eccellenza, composto dal re Davide
per chiedere perdono a Dio del suo peccato. Nellambito del matrimonio mistico di
Santa Caterina ( 1367 ) tra i personaggi presenti, il re Davide figura di spicco , in
quantoch il cantore ispirato di melodie dolcissime e oltre a
cantare lamore di Dio per il popolo dIsraele, come lamore dello sposo per la sposa,
canta lamore misericordioso di Dio per gli uomini. Amore misericordioso,
sperimentato in prima persona. Dante infatti, definisce il re Davide: Il cantor che
per doglia / del fallo disse Miserere mei ( Paradiso XXXII vv. 11 12 ) . Nel canto
IX del Paradiso, Dante ci mette, madonna Cunizza da Romano, donna di facili
costumi, condusse una vita di piaceri. In vecchiaia si stabil a Firenze, fu benevola
con tutti, misericordiosa e pia. Pentita e col cuore rivolto a Dio, ebbe la capacit di
trasformare il suo terreno amore, nel pi alto e ardente amore per Dio. Prima di
addentrarci nella terza sublimis cantica, quae decoratur tituli Paradisi come il
nostro autore, con profonda consapevolezza e bellezza, la defin, vorrei qui,
ricordare un libro, scritto dal P. Carlo Riccardi, fervente caterinato, grande studioso
e conoscitore della Mistica di Fontebranda . Nel 1996 pubblic: Maria S.S. nella vita
e nel pensiero di S. Caterina . La presentazione, la scrisse lallora Priore Generale
dei Caterinati Comm. Aldo Bacci, il quale, si sofferm sullAlighieri. La Commedia,
non v dubbio, poema perfettamente, radicalmente cristiano, perch
mirabilmente mariano . E il poema della mediazione universale di Maria. Donna
sei Tanto grande e tanto vali, che chi vuol grazia ed a Te non ricorre, sua disianza
vuol volare senzali.
Tutto ci che avviene nel mondo della Grazia dovuto alla materna intercessione
di Maria, la quale muove Lucia, Beatrice e Virgilio al soccorso di Dante, simbolo
dellumanit. E lei che si muove a piet e spinge gli altri a compassione. E lei a
render possibile la salvezza del Poeta che lha sempre invocata e mane e sera ,
Regina del cielo e soccorritrice dei peccatori. LAlighieri con quel suo XXXIII canto
del Paradiso d il suo colpo dala finale e vola, vola in alto, ardente nella fede,
sommo poeta, ai piedi di Maria S.S., mentre Bernardo caldo e solenne, esordisce con
quella preghiera pacata, dolcissima, ma immensa e inebriante. Adesso, vediamo
come il poeta cristiano nel senso pi profondo cos lo definiva il filologo tedesco
Erich Auerbach ( 1892 1957 ) ci vuol dire in questa preghiera mariana. Tre cose
essenziali sono dette, in questa preghiera. La prima che in Maria S.S. si compiuta
lincarnazione di Cristo. La seconda il tema della speranza, che non serve in cielo,
ma che lunico conforto e sostegno dei mortali in terra. Infine di lei si ricorda la
prima connotazione, quella da cui muove lo stesso racconto del poema: In te
misericordia, in te pietate Quella misericordia che uno dei volti di Dio, prende
quasi persona in Maria; attraverso di lei, si direbbe, Dio vuole manifestarla e
riversarla sugli uomini.
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In Te misericordia, in Te pietate, in Te magnificenza, in Te saduna quantunque in


creatura di bontate. ( Paradiso XXXIII v. 21 ) In Te misericordia lultima terzina
dedicata alla lode celebra, in un forte crescendo, non varie virt di Maria, ma
ununica sua virt, quella per cui ora invocata: la sua misericordiosa, pietosa, larga
bont pronta a riversarsi sugli uomini.
Se Santa Caterina, sviluppa una speciale devozione a Maria S.S. fin da bambina,
recitava unave a ogni gradino che saliva della casa paterna posta in Fontebranda ,
che tra laltro Dante immortala in una magnifica terzina del canto XXX dellInferno,
cantandone le acque fresche e genuine . Ma sio vedessi qui lanima trista di Guido
o dAlessandro o di lor frate,per Fontebranda non darei la vista .La Santa
fontebrandina, inizia anche a scrivere il Dialogo nel d ,di Maria, ( il sabato ) e le
Lettere, oltre a essere scritte nel prezioso sangue di Cristo sono anche scritte, nel
nome di Maria dolce. Santa Caterina sa che Maria, per noi la migliore visione del
Verbo incarnato, nel quale ella cos intimamente unita ,e Maria sa, dice ancora
Santa Caterina, che il quasi infinito potere che le dato a causa del Verbo , le
dato per il bene dellumanit per amore della quale il Figlio di Dio, divenne figlio suo.
Non assente nemmeno nella vita di Dante, la devozione a Maria S.S. , e sappiamo
che non nemmeno saltuaria, giacch, lui stesso dice: Il nome del bel fior chio
sempre invoco e mane e sera . Qui, Dante racconta della sua quotidiana
venerazione e devozione alla Vergine.
E davvero incredibile come, sia il Fiorentino che la Senese, siano sulla stessa
lunghezza di pensiero su Maria, in quanto madre del Verbo incarnato e madre di
misericordia. Cos Santa Caterina nellOrazione XI: O Maria, Maria, Tempio della
Trinit! O Maria, portatrice del fuoco! Maria, porgitrice di misericordia, Maria
ricomperatrice dellumana generazione, perch sostenendo la carne tua nel Verbo
fu ricomprato il mondo: Cristo lo ricompr con la sua passione e tu col dolore del
corpo e della mente. Emblematica la lettera n: 276 indirizzata a una meretrice in
Perugia, scrive cos: ricorri a quella dolce Maria che madre di piet e di
misericordia. Ella ti mener dinanzi alla presenzia del figliolo suo, mostrandogli per
te il petto con che ella il latt, inchinandolo a farti misericordia. Tu, come figliola e
serva ricomperata di sangue, entra allora nelle piaghe del Figliolo di Dio; dove
troverai tanto fuoco di ineffabile carit, che consumer e arder tutte le miserie e
diletti tuoi. Nel Dialogo Dio Padre che parla e spiega a Caterina: A lei ( la
dolcissima madre Maria, de lunigenito mio Figliolo ) dato questo ( privilegio ), per
reverentia del Verbo, da la mia bont: che qualunque sar colui, o giusto o
peccatore, che labbia in debita reverentia, non sar tolto n divorato dal dimonio
infernale ( D. cap. 139 ). Caterina di misericordia se ne intende, giacch, ritorna
sovente come un ritornello nelle Orazioni, quando scrive dicendo che:

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la misericordia propria di Dio, che dappertutto, nel mondo, si compone nella


giustizia, non punisce quando potrebbe, e Dio cos costretto dalla sua infinita
bont a non chiudere locchio della misericordia. Nonostante la redenzione operata
da Dio Padre per mezzo del Figlio suo Ges Cristo, Caterina sa che non tutti
accoglieranno la Parola e non tutti si salveranno. Sa inoltre che non vi sono uomini
totalmente cattivi, che cio nella loro vita abbiano fatto sempre e unicamente il
male: alcuni infatti, pure essendo grandi peccatori, qualche buona azione lhanno
compiuta o la compiono; Caterina allora domanda che ne sar mai di costoro. Ed
ecco la risposta che lEterno Padre le d: Il bene che si fa in grazia senza peccato
mortale vale a vita eterna; ma quello che si fa con la colpa del peccato mortale non
vale a vita eterna. Nondimeno remunerato in diversi modi, s come sopra ti dissi.
Unde alcuna volta Io lo presto il tempo, o Io li metto nel cuore dei servi miei per
continua orazione, per le quali orazioni escono della colpa e delle miserie loro .
Tutto ci Caterina lo esprime quando in dialogo con Dio Padre misericordioso. Se
la misericordia divina, nella Divina Commedia, risplende nel Purgatorio e nel
Paradiso, Santa Caterina a differenza di Dante, la misericordia la vede perfino nelle
profondit dellinferno. Il discorso di Caterina prosegue, e si porta su coloro che si
danneranno. Giunti nonostante tutto allinferno, anche qui la misericordia divina
tiene conto di quel poco di bene che essi hanno compiuto in vita, per cui anche
nelleterna dannazione risplende la misericordia infinita dellEterno Padre. Ecco
come si esprimeva Caterina rivolgendosi allEterno Padre: Nellaltezza del cielo
riluce la tua misericordia, cio nei santi tuoi. Se io mi volgo alla terra, ella abonda
della tua misericordia. Nelle tenebre dello nferno riluce la tua misericordia non
dando tanta pena a dannati quanta ne meritano. ( D. Cap.30 ) Allinizio della Divina
Commedia, quando Dante, si ritrova in una selva oscura, usa questa espressione
per trattar del ben chi vi trovai . La Leonardi annota: la salvezza, infatti ( la
salvezza, la redenzione ) viene alluomo, nella teologia cristiana, proprio nella sua
condizione pi tragica di lontananza da Dio ( si veda il Boccaccio : lo qual bene
niuna altra cosa credo sia da intendere, se non la misericordia di Dio ). Pertanto,il
cammino intrapreso da Dante, si svolge attraverso la tragedia dellirreversibile
fallimento nellinferno, segue mediante la purificante speranza nel purgatorio, fino a
giungere alla luminosa beatitudine del Paradiso, sempre per grazia e
misericordia.Santa Caterina, dice che Dio pi atto a perdonare che noi a peccare (
L.343 ), pertanto non dobbiamo mai disperare del perdono di Dio, sarebbe il peccato
pi grave, imperdonabile, nel cap. 37 del Dialogo, Dio Padre dice: ( luomo )
giudicando maggiore la miseria sua che la misericordia mia: questo quello peccato
che non perdonato n di qua n di l, perch non voluto, spregiando, la mia
misericordia, per che m pi grave questo che tutti gli altri peccati che egli
commessi, onde la disperazione di Giuda mi dispiacque pi e fu pi grave al mio
Figliolo, che non il tradimento chegli fece.
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Sulla scorta del tema della speranza che non serve in cielo, ma il sostegno di noi
comuni mortali sulla terra, Santa Caterina, sempre nella Lettera 343, scrive: Ora
vediamo che frutto ci d ( la fede ). In questa vita ci d la plenitudine della Grazia; e
nellaltra, vita eterna. Cui ha posto Dio, che ce la ministri? La speranza. In cui virt?
In virt del sangue dellumile Agnello.
Questa quella speranza umile, la quale non spera in sua virt propria, n si dispera
per veruna colpa che sia caduta nellanima sua; ma spera nel sangue, e caccia la
diperazione, giudicando maggiore la misericordia di Dio, la quale truova nel sangue,
che la miseria sua.
Caterina interroga, ascolta la voce che misteriosamente le parla nellanima,
ringrazia, prega, chiede chiarimenti, loda la compiacente bont del Padre nel
rispondere ai suoi quesiti e non si fa scrupolo di dire a Lui il suo voglio ,
espressione di un volere cosciente di essere, in perfetta sintonia con la divina
volont, e ingentilito da quel per grazia in cui traspare la coscienza del proprio
nulla: Voglio dunque, e per grazia a te lo domando, che abbi misericordia al popolo
tuo per la carit increata che mosse te a creare luomo a la immagine e similitudine
tua .
E Caterina assaporando in questo dolce dialogo col Padre nostro celeste il fuoco
dellamore di Dio per luomo, sinnalza in un vibrante rendimento di grazie quanto
mai solenne alla Divina Misericordia : O eterna Misericordia, la quale ricuopri i
difetti delle tue creature, non mi maraviglio che tu dice di coloro che escono del
peccato mortale e tornano a Te: Io non mi ricorder che tu moffendessi mai. O
misericordia ineffabile, non mi maraviglio che tu dica questo a coloro che ti
perseguitano. Io voglio che mi preghiate per loro, a ci che Io lo facci misericordia.
O misericordia, la quale esce dalla deit tua, Padre Eterno, la quale governa con la
potenzia tutto quanto il mondo! Nella misericordia tua fummo creati; nella
misericordia tua fummo ricreati nel sangue del tuo Figliolo. La misericordia tua ci
conserva. La misericordia tua fece giocare in sul legno della croce il figliolo tuo alle
braccia, giocando la morte con la vita e la vita con la morte. E allora la vita sconfisse
la morte della colpa nostra, e la morte della colpa tolse la vita corporale allo
immaculato Agnello. Chi rimase vinto? La morte. Chi ne fu cagione? La misericordia
tua. La tua misericordia d la vita: ella d lume per il quale si cognosce la tua
clemenzia in ogni creatura, ne giusti e ne peccatori. Nellaltezza del cielo riluce la
tua misericordia, cio ne santi tuoi. Se io mi volgo alla terra ella abonda della tua
misericordia. Nella tenebre dello nferno riluce la tua misericordia, non dando tanta
pena a dannati quanta meritano. Con la misericordia tu mitighi la giustizia; per
misericordia ci i lavati nel sangue; per misericordia volesti conversare con le tue
creature. O pazzo damore: non ti bast incarnare, che anco volesti morire?
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Non bast la morte che anco descendesti allo inferno, traendone i santi padri, per
adempire la tua verit e misericordia in loro? Per che la tua bont promette bene a
coloro che ti servono in verit, imper discendesti al limbo per trare di pena chi
taveva servito, e renderlo il frutto delle loro fadighe !
La misericordia tua veggo che ti costrinse a dare anco a luomo, cio lassandoti in
cibo acci che noi debili avessimo conforto, e glignoranti, smemorati non
perdessero la ricordanza dei benefizi tuoi. E per el dai ogni d a luomo,
rappresentandoti nel sacramento dellaltare nel corpo mistico della santa Chiesa.
Questo chi l fatto? La misericordia tua. O misericordia! Il cuore ci saffoga a
pensare di te ch ovunque io mi vollo a pensare non trovo altro che misericordia. O
Padre eterno, perdona allignoranzia mia che presunto di favellare innanzi a te, ma
lamore della tua misericordia me ne scusi dinanzi alla benignit tua. ( Dialogo Cap.
30 ) Se il fine della lettura della Divina Commedia volto a trasformare e convertire
luomo, le pagine infuocate del Dialogo, sono state composte dalla Santa per
strappare tante anime, le nostre anime, al fiume travolgente del peccato e
attraverso la Divina misericordia condurre tutti alla salvezza.

P. Alfredo Scarciglia o. p

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LA FESTA DEL BEATO AMBROGIO SANSEDONI


Venerd 18 marzo stata ricordata la festa del Beato Ambrogio Sansedoni.
Nelloccasione, come consuetudine, si sono celebrate le messe nella cappella
posta allinterno del palazzo Sansedoni, oggi sede della Fondazione Monte dei
Paschi, dove, alla fine della messa stato offerto a ciascun partecipante un pane
benedetto e una busta contenente 10 euro, in ricordo della carit che la famiglia
Sansedoni era solita fare verso i poveri della citt. Le messe sono state celebrate
dallarcivescovo, monsignor Buoncristiani, alla quale hanno partecipato anche le
autorit cittadine, civili e militari; dal Priore di San Domenico, Padre Alfredo
Scarciglia, domenicano e confratello del Beato Ambrogio e da monsignor Tito Rovai,
parroco della parrocchia intitolata al Beato Ambrogio. Padre Alfredo, nellomelia ha
ricordato che stiamo vivendo lanno del giubileo dellOrdine domenicano (12162016) e che il Beato Ambrogio nacque proprio in questo palazzo nel 1220. Allet di
diciassette anni lasci la casa paterna per entrare in convento, fu studente a Parigi e
a Colonia, dove fu compagno di studi di Tommaso dAquino ed entrambi allievi di
Alberto Magno. Ambrogio fu un brillante predicatore e persuasore con ottime doti
diplomatiche, che gli servirono per intervenire sui grandi del suo tempo. Mor a
Siena nel 1287, mentre predicava un quaresimale. Il suo corpo fu sepolto nella
basilica di San Domenico, ma fu distrutto da un incendio. Quello che resta
conservato in unurna, recentemente restaurata dalla Contrada del Drago e posta
sullaltare a destra dellaltare maggiore. La cappella di palazzo Sansedoni fu
edificata nel 1691 per volont di Rutilio Sansedoni, discendente di Ambrogio, in
ringraziamento per aver ottenuto la guarigione da uninfezione, contratta mentre si
trovava a Malta. La guarigione avvenne, sembra, per intercessione del Beato
Ambrogio. La cappella fu inaugurata nel 1697 e da allora, ogni anno i Padri
Domenicani vi celebrano messa per ricordare Ambrogio e chiedono pace e
prosperit per le famiglie senesi, per Siena e per il mondo intero.
Franca Piccini

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IL PONTE mensile della Parrocchia di S. Antonio Abate in San Domenico Siena

20 MARZO 2016 DOMENICA DELLE PALME

Suor Ginetta incaricata di ritirare i generi


alimentari
offerti
dai
parrocchiani
Domenica 20 Marzo (festa delle Palme) in
favore dei profughi

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IL PONTE mensile della Parrocchia di S. Antonio Abate in San Domenico Siena

La Rubrica
dei bambini
dallisola che non c al Chiostro di San Domenico
Ai Bambini autori del Presepio 2015.
Un GRAZIE grande e speciale al gruppo di bambini che hanno allestito il
presepio 2015 in cripta. Senz'altro ci hanno messo tutto l'impegno
possibile e che riuscito bello confermato dalle generose offerte che,
chi l'ha visto, ha sentito il dovere di sottoscrivere con una generosa
offerta. Infatti la somma di 854 testimonia l'apprezzamento dei
visitatori per l'opera dei bambini. Ma il presepio aveva anche lo scopo di
raccogliere offerte per i poveri del Guatemala, e pi precisamente per la
nostra missione di Dolores nel Peten. Il padre Ottavio, che ho informato,
ha molto gradito il risultato dell'attenzione che i bambini hanno per i
poveri, per i bisognosi, per gli abbandonati: ringrazia di cuore e con
simpatia tutti i bambini l impegnati.
Mi associo anch'io a questo ringraziamento, perch in un mondo che
offre solo e soltanto immagini di violenze e di odio, troppo bello e
confortante sapere vi sono tanti bambini impegnati nel fare il bene e
attenti alle necessit altrui. Questa la speranza di cui abbiamo bisogno
tutti.
Grazie dunque di cuore sia per l'offerta sia per l'esempio di generosit e
di amore.
Buona Pasqua a tutti voi.
P.Athos

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IL PONTE mensile della Parrocchia di S. Antonio Abate in San Domenico Siena

AVVISI
10 DOMENICA
Nel chiostro ci sar la fiera del dolce e del salato per i bisogni della
parrocchia, partecipate portando o comprando dolci e salati.

24 DOMENICA
festeggiamenti di Santa Caterina da Siena
Non saranno celebrate le messe delle 10:30 e delle 12:00 parteciperemo
tutti alle ore 11:00 in Basilica al solenne Pontificale presieduto dal
cardinale Baldisseri in onore della Santa.
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