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INSEGNAMENTO DI

DIRITTO COMMERCIALE
LEZIONE V

LE SOCIET DI CAPITALI
PROF. VALENTINA SCOGNAMIGLIO

Diritto Commerciale

Lezione V

Indice
1

LA SOCIET PER AZIONI : NOZIONE E COSTITUZIONE ------------------------------------------------------ 3


1.1
1.2
1.3
1.4
1.5
1.6
1.7
1.8

LA SOCIET PER AZIONI: NOZIONE E CARATTERI ESSENZIALI ------------------------------------------------------------ 3


LA COSTITUZIONE DELLA SOCIET------------------------------------------------------------------------------------------ 4
FORMA E CONTENUTO DELLATTO COSTITUTIVO -------------------------------------------------------------------------- 5
LA NULLIT DELLE SOCIET ------------------------------------------------------------------------------------------------- 7
LA S.P.A. CON UNICO AZIONISTA -------------------------------------------------------------------------------------------- 7
I PATTI PARASOCIALI --------------------------------------------------------------------------------------------------------- 8
LE MODIFICHE DELLO STATUTO --------------------------------------------------------------------------------------------- 9
IL DIRITTO DI RECESSO ------------------------------------------------------------------------------------------------------ 10

LELEMENTO PERSONALE E LE AZIONI -------------------------------------------------------------------------- 12


2.1.
2.2.
2.3.
2.4.
2.5.
2.6.
2.7.
2.8.

DIRITTI ED OBBLIGHI DEI SOCI ------------------------------------------------------------------------------------------ 12


I CONFERIMENTI ---------------------------------------------------------------------------------------------------------- 12
I CONFERIMENTI IN NATURA -------------------------------------------------------------------------------------------- 14
GLI ACQUISTI PERICOLOSI ----------------------------------------------------------------------------------------------- 15
LE AZIONI ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 16
I LIMITI ALLA CIRCOLAZIONE DELLE AZIONI -------------------------------------------------------------------------- 17
LE CATEGORIE DI AZIONI ------------------------------------------------------------------------------------------------ 20
PEGNO, USUFRUTTO E SEQUESTRO DELLE AZIONI -------------------------------------------------------------------- 22

LELEMENTO PATRIMONIALE ---------------------------------------------------------------------------------------- 23

GLI ORGANI SOCIALI NELLE S.P.A. --------------------------------------------------------------------------------- 38


4.2
4.3
4.4
4.5
4.6
4.7
4.8
4.9
4.10
4.11
4.12
4.13
4.14
4.15
4.16
4.17

LINVALIDIT DELLE DELIBERE ASSEMBLEARI --------------------------------------------------------------------------- 43


GLI AMMINISTRATORI. IL SISTEMA TRADIZIONALE ---------------------------------------------------------------------- 46
GLI AMMINISTRATORI ------------------------------------------------------------------------------------------------------- 47
NOMINA DEGLI AMMINISTRATORI. DURATA ------------------------------------------------------------------------------ 47
CESSAZIONE DALLINCARICO----------------------------------------------------------------------------------------------- 48
DELIBERE CONSILIARI. LIMPUGNAZIONE--------------------------------------------------------------------------------- 49
COMPETENZE. DIRITTI ED OBBLIGHI DEGLI AMMINISTRATORI --------------------------------------------------------- 51
RESPONSABILIT DEGLI AMMINISTRATORI ------------------------------------------------------------------------------- 52
I SISTEMI ALTERNATIVI AL SISTEMA TRADIZIONALE ----------------------------------------------------------------- 55
IL SISTEMA DUALISTICO ------------------------------------------------------------------------------------------------- 55
IL SISTEMA MONISTICO -------------------------------------------------------------------------------------------------- 56
IL SISTEMA DEL CONTROLLO -------------------------------------------------------------------------------------------- 58
IL COLLEGIO SINDACALE ------------------------------------------------------------------------------------------------ 58
FUNZIONI DEL COLLEGIO SINDACALE ---------------------------------------------------------------------------------- 59
IL CONTROLLO CONTABILE ---------------------------------------------------------------------------------------------- 60
IL CONTROLLO GIUDIZIARIO -------------------------------------------------------------------------------------------- 60

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1 La societ per azioni : nozione e costituzione


1.1

La societ per azioni: nozione e caratteri essenziali

La societ per azioni (S.p.a.) rappresenta il principale tipo di societ di capitali e, allo stesso
tempo, la forma pi importante di societ predisposta per le imprese che richiedono lapporto di
ingenti capitali ed importano lassunzione di notevoli rischi.
La parte maggiormente significativa e pi innovativa della riforma attuata con il D.Lgs. 171-2003, n. 6 (Riforma organica della disciplina delle societ di capitali e societ cooperative) ha
inciso proprio sul regime della societ per azioni che, pur mantenendo inalterate le sue
caratteristiche essenziali, tuttavia presenta aspetti e profili di disciplina totalmente innovativi.
La societ per azioni contraddistinta dai seguenti caratteri essenziali:
- la personalit giuridica: essa si acquista cori liscrizione nel registro delle imprese (art.
2331, comma 1). Da questo momento la societ diventa un soggetto formalmente diverso dalle
persone dei soci e gode perci di autonomia patrimoniale perfetta (cd. principio di alterit).
- la responsabilit limitata: A norma dell art. 2325: nella societ per azioni, per le
obbligazioni sociali, risponde soltanto la societ con il suo patrimonio.
La responsabilit limitata comporta che il socio di una S.p.a. obbligato patrimonialmente
solo ad eseguire il conferimento determinato nel contratto sociale e che i creditori sociali dovranno
rivolgersi alla societ, senza poter esperire azioni individuali nei confronti dei singoli soci. Il socio,
pertanto, non corre altro rischio se non quello di perdere la somma o il bene conferito in societ;
- le azioni: che esprimono la misura della partecipazione di ciascun socio alla societ.
Lazione un titolo di credito, causale, di partecipazione, poich rappresenta ed incorpora la quota
di partecipazione del socio ed i diritti inerenti a tale quota.
Quanto, infine, al capitale sociale, la riforma societaria del 2003 ha disposto che esso non
pu essere inferiore alla somma di 120.000 euro (art. 2327). Ai sensi dellart. 223ter disp. att. cod.
civ., le S.p.a. costituite anteriormente al 1 gennaio 2004 con un capitale sociale inferiore a 120.000
euro possono conservare la forma della societ per azioni solo per il tempo stabilito per la loro

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durata antecedentemente a tale data. In caso di proroga successiva, le stesse devono provvedere
alladeguamento del capitale.

1.2

La costituzione della societ

La costituzione delle Spa , oggi, rappresentata da due momenti:


1. la stipulazione dellatto costitutivo;
2. liscrizione nel registro delle imprese
, invece, stato abolito il momento intermedio, cio quello dellomologazione. In passato,
infatti, latto costitutivo, veniva depositato nel registro delle imprese affinch un giudice alluopo
delegato svolgesse un controllo di legalit su di esso. Oggi tale controllo stato rimesso al notaio
che redige latto costitutivo.
Il primo momento quello della stipulazione dellatto costitutivo.
Latto costitutivo deve essere redatto per atto pubblico ed pertanto necessaria la presenza
di un notaio. Il legislatore del 2003 ha dato formale riconoscimento ad una prassi gi invalsa, cio
quella di creare due atti: latto costitutivo vero e proprio (in cui si realizza il momento contrattuale
della costituzione della societ) e lo statuto (in cui viene contenuta tutta la vicenda organizzativa,
cio le regole per il funzionamento della societ).
I due atti formano un corpo unico.
La stipulazione dellatto costitutivo potr essere simultanea o per pubblica sottoscrizione.
simultanea quando i fondatori creano lente, stabiliscono le regole

organizzative e

contestualmente sottoscrivono il capitale sociale. Affinch la societ possa essere validamente


costituita infatti necessario che il capitale sociale sia integralmente sottoscritto. I fondatori
devono, cio, quantomeno impegnarsi a versarlo per intero. Non invece necessario che lo versino
immediatamente. sufficiente che contestualmente versino almeno il 25% di quanto sottoscritto.
Un altro modo di costituzione della societ per azioni quello, poco usato, della pubblica
sottoscrizione. In tal caso un gruppo di soggetti, detti promotori, predisporranno un programma che
verr depositato presso un notaio e reso pubblico nelle forme di legge. Coloro

che saranno

interessati a partecipare allimpresa dovranno far pervenire alla societ, nei termini stabiliti, la loro
adesione, redatta per atto pubblico o scrittura privata autenticata, con contestuale versamento del
25% del capitale

sottoscritto. Se alla scadenza del termine saranno state raccolte adesioni

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sufficienti a coprire lintero capitale sociale, la societ potr essere costituita. In questo caso, una
volta raccolte le adesioni, i sottoscrittori si incontreranno in una prima assemblea, detta assemblea
dei sottoscrittori. In quella occasione verr redatto il testo definitivo dello statuto e dellatto
costitutivo e verranno nominati i primi amministratori. In entrambi i casi, il notaio o gli
amministratori provvederanno al deposito dellatto costitutivo nel registro delle imprese,entro 20
giorni, affinch si verifichi il secondo momento, cio quello delliscrizione.
Liscrizione nel registro delle imprese acquista, nelle societ di capitali, una funzione
diversa da quella che ha nelle societ di persone. Mentre in queste ultime, infatti, liscrizione solo
dichiarativa, nelle societ per azioni (cos come in tutte le societ di capitali) liscrizione ha valore
costitutivo. Essa cio vale a creare la societ. La societ nasce con liscrizione nel registro delle
imprese. Da quel momento essa acquista personalit giuridica.
Le conseguenze della mancata iscrizione nel registro delle imprese sono (art. 2331):
la societ non pu emettere azioni: queste, inoltre, salvo il caso di offerta pubblica di
sottoscrizione ai fini della stessa costituzione della societ, non possono costituire oggetto di una
sollecitazione allinvestimento. scomparso, invece, nella nuova disciplina introdotta dalla riforma
del 2003, qualsiasi riferimento al divieto di alienazione delle azioni medesime.
la societ non pu compiere operazioni economiche: le obbligazioni eventualmente
assunte sono obbligazioni personali di coloro che hanno agito.
Non esistendo, infatti, la societ, non esiste un patrimonio sociale sul quale i creditori della
societ possano rivalersi;
per le operazioni compiute in nome della societ prima dell iscrizione sono
illimitatamente e solidalmente responsabili coloro che hanno agito.

1.3

Forma e contenuto dellatto costitutivo

La S.p.a. deve costituirsi per atto pubblico (art. 2328). La mancanza della stipulazione dell
atto costitutivo nella forma dell atto pubblico causa di nullit della societ .
Latto costitutivo deve indicare obbligatoriamente:
il cognome ed il nome o la denominazione, la data e il luogo di nascita o di costituzione,
il domicilio o la sede e la cittadinanza dei soci e degli eventuali promotori, nonch il numero delle
azioni assegnare a ciascuno di essi.
Si ricordi che i soci di una S.pa. possono essere non so persone fisiche, ma anche enti con o
senza personalit giuridica (ad es. societ di persone): a tal fine, pertanto, richiesta lindicazione
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non solo dei dati relativi alle persone fisiche, ma anche di quelli inerenti a tali enti (denominazione,
sede);
la denominazione sociale, ossia la ditta della S.p.a.: pu formarsi in qualunque modo
(anche con un nome di fantasia) purch contenga lindicazione del tipo sociale S.pa. (si ricordi, al
riguardo, che denominazione, in materia di S.p.a., equivale alla ragione sociale delle societ
personali);
il comune ove sono poste la sede sociale e le eventuali sedi secondarie;
loggetto sociale, cio il genere di attivit svolta dalla S.p.a.
lammontare del capitale sottoscritto e versato: lammontare del capitale, nel nuovo
regime, non pu mai essere inferiore alla somma di 120.000 euro;
il numero e leventuale valore nominale delle azioni, le loro caratteristiche e le modalit
di emissione e circolazione.
il valore attribuito ai crediti ed ai beni conferiti in natura: che deve risultare da una
relazione giurata di un esperto designato dal Tribunale;
i criteri per la ripartizione degli utili: unico limite, in proposito, quello rappresentato dal
divieto del patto leonino. In mancanza della loro indicazione si applica lart. 2350 (criterio della
ripartizione proporzionale);
i benefici eventualmente accordati ai soci promotori o ai soci fondatori;
il sistema di amministrazione adottato, il numero degli amministratori e i loro poteri,
indicando quali tra essi hanno la rappresentanza della societ.
Nel nuovo regime societario sar, infatti, possibile scegliere fra tre diversi tipi di
amministrazione: tradizionale, monistico e dualistico (a 2380). In funzione di ci si rende
necessario indicare nel nuovo atto costitutivo accanto ai numero, ai poteri ed alla rappresentanza
anche il sistema di amministrazione prescelto;
il numero dei componenti il collegio sindacale;
la nomina dei primi amministratori e sindaci e, quando previsto, del soggetto al quale
demandato il controllo contabile.
limporto globale, almeno approssimativo, delle spese per la costituzione poste a carico
della societ;
la durata della societ ovvero, se la societ costituita a tempo indeterminato, il periodo
di tempo, comunque non superiore ad un anno, decorso il quale il socio potr recedere.

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1.4

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La nullit delle societ

La nullit delle societ disciplinata dallart. 2332 cod. civ. come modificato dal legislatore
del 2003. Si tratta di una norma particolare che riguarda solo le ipotesi in cui, nonostante il
controllo del notaio, si verifichi una delle cause di nullit espressamente previste e la societ,
nonostante ci, venga iscritta nel registro delle imprese ed operi anche con i terzi.
La norma, cio, disciplina il solo caso in cui la societ sia gi stata iscritta nel registro delle
imprese. Prima di questo momento, si applicheranno le ordinarie regole in tema di nullit (art. 1418
e ss cod. civ.) poich non sar ancora sorta la societ, intesa come organizzazione di persone e
mezzi o come ente superindividuale, ma si avr esclusivamente un contratto.
Gli unici casi che, oggi, dopo vari interventi legislativi, determinano la nullit delle Spa,
sono:
mancata stipulazione dellatto costitutivo nella forma di atto pubblico;
illiceit delloggetto sociale;
mancanza nellatto costitutivo di ogni indicazione riguardante la denominazione della
societ, i conferimenti, lammontare del capitale sociale, o loggetto sociale.
Si tratta di tre soli casi che, stante leccezionalit della norma, non vanno applicati oltre i
limiti previsti. La disciplina dettata dai commi successivi particolare in quanto si discosta dalle
regole generalmente previste dal nostro codice in caso di nullit, per avvicinarsi alla disciplina
dellannullabilit. Il legislatore fa, infatti, salvi gli effetti che si sono prodotti nei confronti dei terzi
di buona fede e non libera i soci dallobbligo di fare i versamenti ancora dovuti. Inoltre, la sentenza
che dichiara la nullit nomina i liquidatori. Ci dimostra che si sono prodotti degli effetti.
Normalmente, invece, in caso di negozio nullo, nessun effetto potr dirsi prodotto. La nullit,
inoltre, non potr essere dichiarata se la causa di essa sar stata rimossa con una delibera iscritta nel
registro delle imprese. Si tratta, cio, di un vizio sanabile. Anche questa una prerogativa,
generalmente, della annullabilit. Della ordinaria nullit resta solo limprescrittibilit e la
legittimazione assoluta a farla valere.

1.5

La s.p.a. con unico azionista

Lart. 2328, nel nuovo testo introdotto dal D.Lgs. n. 6/2003, dispone che la societ per
azioni pu essere costituita per contratto o per atto unilaterale.

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Viene legislativamente prevista, in tal modo, la possibilit di dare vita a S.p.a. unipersonali,
adeguandosi, cos, la disciplina delle S.p.a. a quella delle S.r.l., per le quali era gi consentita la
costituzione unilaterale (introdotta dal D.Lgs. 3-3-1993,11. 88, di attuazione della XII direttiva CEE
in materia di armonizzazione societaria).
Con lentrata in vigore delle nuove disposizioni in materia societaria (10 gennaio 2004), non
solo viene ribadita lammissibilit di S.p.a. con unico azionista sopravvenute, ma si prevede
espressamente la possibilit di dare vita a S.p.a. unipersonali gi in sede di costituzione.
In tal caso:
alla sottoscrizione dellatto costitutivo deve essere versato presso una banca lintero
ammontare dei conferimenti in danaro (art. 2342. 2 comma).
Nel caso in cui la S.p.a. divenga unipersonale successivamente alla costituzione, per i
conferimenti non ancora liberati, sorge lobbligo del versamento per lintero delle relative somme di
danaro entro 90 giorni dallevento che ha determinato la concentrazione delle azioni nelle mani
dellunico socio (a 2342,40 comma);
il socio unico fondatore illimitatamente responsabile verso i terzi per le operazioni
compiute in nome della societ prima delliscrizione ;
in caso di aumento di capitale di S.p.a. con unico socio dovr essere effettuato
immediatamente il versamento dellintero importo.
A norma dellart. 2325, pure in caso di costituzione unilaterale, delle obbligazioni sociali
risponde soltanto la societ con il suo patrimonio.
La responsabilit illimitata de unico azionista opera esclusivamente nelle ipotesi in cui:
a) non sia stato versato lintero ammontare dei conferimenti in denaro;
b) gli amministratori (o lo stesso socio unico) non abbiano depositato la dichiarazione di
pubblicit presso il registro delle imprese contenente lindicazione del cognome e nome o della
denominazione, della data e del luogo di nascita o dello Stato di costituzione, del domicilio o della
sede e cittadinanza del socio unico.

1.6

I patti parasociali

I patti parasociali sono quegli accordi che, in genere, si accompagnano alla stipulazione
dellatto costitutivo (pur rimanendo separati ed autonomi rispetto ad esso) con cui i soci dispongono
dei propri diritti sociali vincolandosi reciprocamente ad esercitarli in un modo predeterminato,
alfine di perseguire scelte imprenditoriali comuni.
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Le categorie di patti parasociali individuate dallart. 2341 c.c. sono tre:


patti aventi ad oggetto lesercizio del diritto di voto nelle societ per azioni o nelle
societ che le controllano (cd. sindacali di voto);
patti che pongono limiti a trasferimento delle azioni delle societ per azioni o delle
partecipazioni in societ che le controllano (cd. sindacati di blocco);
patti aventi ad oggetto o per effetto lesercizio anche congiunto di una influenza
dominante su tali societ (cd. sindacati di controllo).
I patti parasociali non possono avete durata superiore a cinque anni e si intendono stipulati
per questa durata anche se le parti hanno previsto un termine maggiore; qualora, invece, il patto non
preveda un termine di durata, ciascun contraente ha diritto di recedere con un preavviso di 180
giorni. I patti in questione sono, in ogni caso, rinnovabili alla scadenza.
Nelle societ che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio il legislatore ha predisposto
una particolare pubblicit per i patti parasociali: essi devono essere comunicati alla societ e
dichiarati in apertura di ogni assemblea.
La dichiarazione deve essere trascritta nel verbale e questo deve essere depositato presso
lufficio delle imprese.
In caso di mancanza della suddetta dichiarazione, i possessori del-le azioni cui si riferisce il
patto parasociale non possono esercitare il diritto di voto e le deliberazioni assembleari adottate con
il loro voto determinante sono impugnabili a norma dellart. 2377 c.c.

1.7

Le modifiche dello statuto

Durante la vita della societ, i soci possono decidere di modificare le regole contenute nello
statuto.
La disciplina delle modifiche dello statuto si avvicina a quella della stipulazione dellatto
costitutivo, con alcune fondamentali differenze. La modifica deve essere approvata dallassemblea
straordinaria. La delibera deve essere iscritta nel registro delle imprese.
La procedura disciplinata dallart. 2436 cod. civ.
Lart. 2436 cod. civ., come modificato dal legislatore del 2003, stabilisce infatti che il
notaio che ha verbalizzato la deliberazione di modifica dello statuto, entro 30 g., verificato
ladempimento delle condizioni di legge, ne richiede liscrizione nel registro delle imprese.

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Lufficio del registro delle imprese, verificata la regolarit formale della documentazione, la iscrive
nel registro.
dunque scomparsa anche qui la fase della omologa che tuttavia resta come meramente
eventuale. Nel caso in cui, infatti, il notaio che ha verbalizzato lassemblea straordinaria che ha
deliberato la modifica ritiene non adempiute le condizioni di legge, ne d tempestiva comunicazione
agli amministratori. Questi possono decidere di ricorrere al tribunale. Se il Tribunale ritiene che
latto possa essere iscritto emette un decreto che ordina liscrizione nel registro delle imprese.
La fase dellomologa dunque oggi prevista per il solo caso in cui il notaio non ritenga di
dover depositare latto per liscrizione. In questo solo caso e previa richiesta degli amministratori,
decider il giudice con decreto.

1.8

Il diritto di recesso

Il legislatore del 2003 intervenuto sulla disciplina del diritto di recesso. Il diritto di recesso
consiste nella possibilit per il socio di sciogliere unilateralmente il suo vincolo societario. Il socio,
nel momento in cui entra nella societ, per, sottopone i beni conferiti al vincolo di stabile
destinazione , cio si impegna a non averne la restituzione prima che la societ cessi di operare.
Il diritto di recesso rappresenta dunque una eccezione a questo principio poich consente al
socio di uscire dalla societ e di ottenere anzitempo la liquidazione della sua quota.
Prima della riforma del 2003 le ipotesi in cui era ammesso il recesso erano poche. Il
legislatore del 2003 intervenuto aggiungendo nuove ipotesi di recesso e prevedendo una
minuziosa disciplina del procedimento (art. 2437 e ss.).
Hanno diritto di recedere i soci assenti, dissenzienti o astenuti.
Le cause di recesso vengono differenziate dal legislatore del 2003 in tre categorie:
-statutariamente inderogabili: (modifica delloggetto sociale, trasformazione della societ,
trasferimento della sede sociale allestero, revoca dello stato di liquidazione, ecc.). In ogni caso il
socio potr sempre recedere quando la societ costituita a tempo indeterminato;
-statutariamente derogabili con lo statuto (proroga del termine e introduzione o rimozione di
vincoli alla circolazione delle azioni)
- statutarie . Lo statuto delle societ che non fanno ricorso al capitale di rischio pu infatti
aggiungere altre cause di recesso diverse da quelle previste dal legislatore
Al socio che abbia esercitato il diritto di lasciare la societ, verr liquidata la sua quota.
Ottenere la liquidazione della quota significa che al socio verr attribuita una somma di danaro pari
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al valore della sua partecipazione, valutata al momento del recesso. Gli art. 2437-ter e ss indicano
oggi i criteri che dovranno essere seguiti per la determinazione dellammontare della quota di
liquidazione. Lart. 2437-quater cod. civ., inoltre, introduce un meccanismo totalmente nuovo.
ovvio, infatti, che qualora il socio eserciti il diritto di recesso, le sue azioni dovranno essere
annullate con la conseguenza che il capitale sociale dovr essere ridotto per un ammontare
corrispondente. La nuova norma conserva per questa possibilit solo come extrema ratio,
imponendo agli amministratori di cercare di ricollocare le azioni sul mercato offrendole, in prima
istanza, a coloro che gi sono soci (in proporzione al numero di azioni da ciascuno gi detenute).
Nel caso in cui non si riesca a collocare nuovamente tali azioni, le acquister la societ
stessa.
La societ per potr tenere in portafoglio le proprie azioni solo nei limiti di cui allart. 2357
cod. civ., con la conseguenza che, laddove non sussistano i presupposti per lapplicazione di tale
norma (ad es. la societ non ha utili o riserve disponibili per acquistare le proprie azioni), dovr
procedersi senza indugio alla riduzione del capitale sociale.

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2 Lelemento personale e le azioni


2.1.

Diritti ed obblighi dei soci

Socio di una S.p.a. si diventa per effetto dellacquisto della propriet di titoli azionari della
societ stessa.
Nel titolo azionario sono documentati la qualit di socio e la quota di partecipazione; se,
per, la S.p.a. ha deliberato di non distribuire i titoli azionari, la qualit di socio provata
dalliscrizione nel libro dei soci .
Al socio di una S.p.a . spettano sia diritti di natura amministrativa che diritti patrimoniali.
Appartengono alla categoria dei diritti amministrativi: il diritto di intervento in assemblea; il
diritto di voto, che spetta a ciascun socio per ogni azione posseduta; il diritto di impugnativa delle
delibere assembleari non conformi alla legge o allatto costitutivo; il diritto di ispezionare i libri
contabili e di esaminare il bilancio; il diritto di denunciare al collegio sindacale fatti censurabili.
Rientrano, invece, nella categoria dei diritti patrimoniali: il diritto agli utili, la cui
assegnazione deliberata dallassemblea in seguito allapprovazione del bilancio; il diritto alla
ripartizione del residuo attivo in seguito allo scioglimento della societ; il diritto di opzione, ossia il
diritto riconosciuto al socio di sottoscrivere le nuove azioni che siano emesse dalla societ; il diritto
allassegnazione di azioni in ipotesi di aumento gratuito del capitale; il diritto di recedere dalla
societ, ottenendo il rimborso del valore delle azioni possedute.
Costituiscono, infine, obblighi dei soci: lesecuzione dei conferimenti e lesecuzione di
prestazioni accessorie (non consistenti in denaro) eventualmente stabilite dallatto costitutivo.

2.2.

I conferimenti

Il primo momento fondamentale della vita di una societ di capitali e dunque di una societ
per azioni quello in cui vengono operati i conferimenti. I conferimenti sono gli apporti fatti dai
soci per dotare la societ di un capitale di rischio.
La nozione di conferimento, dunque, non differisce da quella delle societ di persone. Ci
che, invece, differisce di gran lunga loggetto del conferimento. Mentre, infatti, nelle societ di

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persone possono essere conferiti tutti i beni o i servizi suscettibili di una valutazione economica,
nelle societ di capitali la disciplina diversa.
Va preliminarmente detto che la disciplina dei conferimenti in societ di capitali, prima della
riforma, era unica. Cosicch le norme dettate in tema di S.p.a. trovavano applicazione anche in
caso di S.r.l.
Oggi, dopo la riforma, invece vanno trattate distintamente poich le norme in materia di
conferimenti in S.r.l. si pongono quasi a met strada tra quelle dettate per le societ di persone e
quelle dettate in tema di S.p.a. Per il momento soffermiamoci su queste ultime. Abbiamo detto che
in tema di S.p.a non sono conferibili tutti i beni e i servizi. Ci nasce dallesigenza di tutelare
leffettivit del capitale sociale . Costituendo, infatti, questultimo lunica garanzia per i creditori, il
legislatore si preoccupa di fare in modo che il valore dei beni conferiti sia esattamente
corrispondente al capitale sociale che si andr a formare, cosicch i creditori, espropriando i beni
sociali potranno recuperare una somma corrispondente. La rigidit delle norme dettate in tema di
tutela dellintegrit del capitale sociale rappresentano il contraltare della responsabilit limitata
dei soci: dal momento che delle obbligazioni sociali risponde solo il capitale sociale richiesta la
massima rigidit nella formazione e nella conservazione di esso. Detto questo, si pu ben
capire perch siano conferibili solo beni il cui valore sia economicamente determinabile con
certezza.
Ne consegue che si potr certamente conferire danaro , in quanto per sua natura espresso nel
suo valore nominale. Potranno per conferirsi anche beni in natura (beni mobili, immobili, in
propriet, in godimento) o crediti .
Non potranno conferirsi (e in ci sta una fondamentale differenza sia con la normativa in
tema di societ di persone che di S.r.l.) i sevizi, cio le prestazioni di opera.
I conferimenti in danaro non devono essere necessariamente versati nel loro intero
ammontare al momento della sottoscrizione.
Tecnicamente si dice che le azioni non devono essere immediatamente liberate. Solo il
25% del conferimento deve essere versato necessariamente al momento della sottoscrizione.
I cd. decimi residui (si parla oggi di decimi solo in maniera impropria, utilizzando una
terminologia ereditata dal passato in cui dovevano essere versati i tre decimi) possono essere
chiamati (cio richiesti) dagli amministratori in qualunque momento.
In caso di richiesta, laddove il socio non adempia al pagamento dei cd. Decimi residui, potr
andare incontro alle conseguenze di cui allart. 2344 cod. civ.
Attenzione! Questo materiale didattico per uso personale dello studente ed coperto da copyright. Ne severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto dautore
(L. 22.04.1941/n. 633)

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Diritto Commerciale

Lezione V

Tale norma detta la disciplina del cd. socio moroso. Il socio che non esegue il pagamento
subir una diffida che verr pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. Dopo quindici giorni da tale
pubblicazione, gli amministratori potranno scegliere o di agire in via esecutiva contro tale socio
oppure di ricollocare le sue azioni. Potranno cio offrirle o agli altri soci oppure a terzi. Qualora la
vendita non possa aver luogo per mancanza di compratori, gli amministratori possono dichiarare
decaduto il socio, trattenendo le somme riscosse, salvo il risarcimento del maggior danno.
Se le azioni, per, non vengono rimesse in circolazione nellanno successivo, la societ dovr
necessariamente ridurre il capitale per un ammontare corrispondente. Il socio moroso perde il diritto
di voto.

2.3.

I conferimenti in natura

La disciplina dei conferimenti in natura dettata dagli art. 2343 cod. civ. Questo stabilisce
che, chiunque intenda conferire in una Spa un bene in natura (si pensi al conferimento della
propriet di un bene immobile) o un credito, dovr presentare una relazione giurata di stima redatta
da un esperto designato dal tribunale. La relazione deve essere allegata allatto costitutivo. Lonere
della presentazione della relazione non lunico che deve essere rispettato.
, infatti, necessario che, trascorsi centottanta giorni (sei mesi) dal conferimento, gli
amministratori procedano a controllare che le risultanze della stima siano ancora attuali.
Qualora sussistano fondati motivi, gli amministratori dovranno procedere ad una revisione
della stima. La revisione della stima implica una nuova valutazione di esso. Se dalla revisione della
stima risulta che il valore dei beni o dei crediti conferiti era inferiore di oltre un quinto a quello per
cui avvenne il conferimento, bisogner prendere dei provvedimenti.
Potrebbe accadere che il socio conferente sia disposto a dare la differenza in danaro.
Ma se ci non accadr (e salvo che non si proceda ad una ripartizione non proporzionale
delle azioni) la societ dovr necessariamente ridurre il capitale sociale per un ammontare
corrispondente. Si tratta, infatti, di un modo per ricreare una corrispondenza tra il valore del
capitale sociale e quello dei conferimenti effettuati.

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Diritto Commerciale

2.4.

Lezione V

gli acquisti pericolosi

Lart. 2343-bis cod. civ. una norma introdotta nel codice civile nel 1986 al fine di evitare
che i soci aggirassero le cautele dettate dallart. 2343 cod. civ. in tema di conferimenti in natura o
di crediti (relazione giurata di stima e revisione della stima), facendo figurare i loro conferimenti
come conferimenti in danaro. Il socio, ad esempio, che intende conferire alla societ il suo piccolo
appartamento, per evitare di dover produrre la relazione giurata di stima potrebbe accordarsi con gli
amministratori e figurare come socio che conferisce una somma di danaro. La societ, dopo breve
tempo, potrebbe acquistare da lui

limmobile, cosicch i due crediti (quello della societ a

percepire le somme conferite e quelle del socio al pagamento del prezzo della vendita) si
estinguerebbero per compensazione.
Onde evitare questo pericolo il legislatore ha introdotto questa norma che crea la
presunzione assoluta che tutti gli acquisti fatti dalla societ verso soci, amministratori, promotori o
fondatori, nei due anni dalla costituzione della societ, si intendono pericolosi. Cosicch perch
si realizzino tali acquisti sar necessario produrre comunque la relazione giurata di stima.
E ci bench non si tratti di un conferimento in senso tecnico, ma di un acquisto. Non
tuttavia richiesta la revisione della stima. Tale norma non si applica quando il corrispettivo
dellalienazione non superi un decimo del valore del capitale sociale o quando si tratti di acquisti
effettuati a condizioni normali nellambito delle operazioni correnti della societ.
CESSAZIONE DELLA QUALITA DI SOCIO
La cessazione della qualit di socio pu avvenire:
per volont della societ: in caso di trasferimento coattivo delle azioni del socio moroso
con dichiarazione di decadenza dello stesso;
per volont del socio, che pu esercitare:
- il diritto di recesso. Il diritto di recesso pu essere esercitato sia dai soci di
maggioranza che da quelli di minoranza, con riguardo a tutta una serie di deliberazioni che
hanno come comune denominatore quello di alterare in modo profondo le condizioni di rischio
presenti al momento delladesione socio alla societ;
- il trasferimento delle azioni da lui possedute;
per volont di terzi: in caso di espropriazione mobiliare delle azioni, su istanza dei
creditori particolari del socio forniti di titolo esecutivo.

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2.5.

Lezione V

Le azioni

Le azioni sono generalmente definite dalla dottrina come titoli di credito. In particolare si
tratterebbe di titoli di credito causali e nominativi.La situazione dopo la riforma del 2003
parzialmente cambiata.
Le azioni vengono definite titoli di credito in quanto in passato dovevano essere
necessariamente incorporate in un documento. Ora non pi cos.
Tuttavia quando, nel caso consentito dalla legge, esse vengano incorporate in un documento,
circoleranno secondo la legge di circolazione dei titoli di credito.
In particolare saranno titoli di credito causali (e non astratti) in quanto il rapporto
fondamentale, cio la partecipazione alla societ, emerge dal titolo. Saranno, di regola, titoli di
credito nominativi.
Vige ancora, nel nostro ordinamento, il principio della nominativit obbligatoria. Le azioni
devono cio essere necessariamente titoli nominativi.
La differenza tra titoli nominativi e titoli al portatore risiede nella differente legge di
circolazione.
I titoli al portatore, infatti, si trasferiscono con la semplice consegna del documento.I titoli di
credito nominativi sono quelli che recano due intestazioni: una sul titolo ed una sul registro
dellemittente.
Nel caso, in particolare delle azioni, lintestazione al socio risulta sia dallazione stessa che
dal libro dei soci.
Lart. 2355 cod. civ., nella sua nuova formulazione, stabilisce che nel caso di mancata
emissione dei titoli azionari, il trasferimento delle azioni ha effetto nei confronti della societ dal
momento delliscrizione nel libro dei soci.La societ avr un libro, appunto, detto libro dei soci, da
cui risulter a chi appartengono le azioni.
La regola generale in tema di trasferimento di azioni nominative quella secondo la quale le
azioni circolano attraverso la modifica della doppia intestazione: sul titolo e sul libro dellemittente.
Questa procedura prende il nome di transfert.

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Diritto Commerciale

Lezione V

Tali modifiche, per, vanno fatte a mezzo di scrittura privata autenticata cosicch il codice
consente che i titoli nominativi possano circolare attraverso una strumento alternativo, cio la
girata.
La girata la modifica di ununica intestazione, quella sul titolo.La modifica di tale
intestazione, per, consente al titolo di circolare, ma non assolve alla cd. funzione di legittimazione.
Il portatore del titolo che pertanto intendesse legittimarsi, cio esercitare il diritto
(partecipare allassemblea, riscuotere gli utili, votare, ecc), dovr ottenere anche la modifica
dellaltra intestazione, quella sul libro dei soci. Il legislatore ha tuttavia stabilito che, una volta che
il titolo sia stato girato, sar compito della societ stessa, procedere allaggiornamento del libro dei
soci.
Negli altri casi, cio quelli in cui lazione sia dematerializzata, cio non incorporata in un
documento, la circolazione avviene mediante il sistema della cd. gestione accentrata. Tale sistema
funziona attraverso lo strumento del deposito. I titoli vengono depositati presso un soggetto, detto
depositario. Nel momento in cui si intender procedere al trasferimento delle azioni, il depositante
impartir un ordine al depositario che operer contabilmente addebitando il conto titoli
dellalienante ed accreditando quello dellacquirente.
Non si ha cio spostamento materiale di titoli, ma solo operazioni contabili. I diritti sociali
delle azioni in deposito potranno essere esercitati o dal depositante o, previa delega del socio, dal
depositario.

2.6.

I limiti alla circolazione delle azioni

La circolazione delle azioni tendenzialmente libera.


Le azioni possono cio essere alienate da un soggetto ad un altro. In tal caso trover
applicazione, per le azioni non interamente liberate, lart. 2356 cod. civ. che stabilisce che coloro
che hanno trasferito tali azioni sono solidalmente responsabili con gli acquirenti per lammontare
dei versamenti ancora dovuti, per tre anni dellannotazione del trasferimento.
La circolazione delle azioni tuttavia pu essere limitato.
I limiti alla circolazione delle azioni possono essere:
legali, se derivano dalla legge (come ad es. nel caso di cui allart. 2343, 3 comma, ultima
parte cod. civ.);
convenzionali, nel caso in cui derivino dai patti sociali.
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Diritto Commerciale

Lezione V

I limiti convenzionali sono tutti quelli derivanti dagli accordi dei soci,a loro volta sono di
due tipi:
sociali, se vengono inseriti nello statuto e dunque in clausole statutarie;
parasociali, se sono contenuti in accordi tra i soci che non vengono inseriti nellatto
costitutivo, ma restano ad esso, esterni.
Le clausole sociali pi note, con cui si pu limitare la circolazione delle azioni, sono:
la clausola di prelazione
la clausola di gradimento
La clausola di prelazione quella con cui si stabilisce che, chiunque decida di alienare le
proprie azioni, dovr preventivamente offrirle agli altri soci. Qualora questi decidano di acquistarle,
essi dovranno essere preferiti ai terzi. Il diritto di prelazione infatti il diritto di essere preferito a
parit di condizioni.
La clausola di gradimento la clausola con cui si stabilisce che la vendita delle azioni a terzi
e dunque lingresso di un nuovo socio viene subordinato al placet dellorgano amministrativo.
Prima della riforma del 2003 era opinione consolidata che tale clausola dovesse essere
basata su una valutazione oggettiva degli amministratori. Si poteva cio stabilire, ad esempio, che
nella societ entrassero solo i professionisti, solo coloro che avessero certi requisiti, ecc. Era,
invece, preclusa la clausola di mero gradimento, cio quella in cui lingresso del nuovo socio era
subordinata ad una valutazione esclusivamente soggettiva ed arbitraria degli amministratori.
Anche in questo campo, il legislatore del 2003 intervenuto ad innovare la materia,
inserendo lart. 2355 bis cod. civ.
La nuove normativa innova rispetto al passato per due motivi:
1. prevista la cd. clausola di intrasferibilit. data, cio, oggi la possibilit di arrivare
anche ad escludere la trasferibilit delle azioni, mentre in passato non poteva si poteva mai
escludere la trasferibilit delle azioni, bens solo condizionarla, cio sottoporla a particolari
condizioni (prelazione o gradimento);
2. stata ammessa la clausola di mero gradimento, seppur nel rispetto dellart. 2355-bis cod.
civ.
Quanto al primo punto, la nuova formulazione dellart. 2355 bis cod. civ. ammette la
possibilit che venga inserita nello statuto una clausola volta ad escludere che le azioni possano
essere trasferite ma tale divieto pu avere una durata massima di cinque anni.
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Diritto Commerciale

Lezione V

Quanto alla clausola di mero gradimento si stabilisce che essa in tanto sar valida, in quanto
si preveda, a carico della societ o di altri soci, un obbligo di acquisto o il diritto di recesso.
Ci significa che se la societ conserva il diritto di ammettere o meno in societ lacquirente
delle azioni, deve comunque assicurarsi al socio il diritto di uscire dalla compagine sociale.
Limiti convenzionali al trasferimento delle azioni possono anche essere contenuti in patti
parasociali.
in primo luogo necessario comprendere cosa sia un patto parasociale.
Un patto parasociale un accordo intercorrente tra i soci di una societ, avente ad oggetto il
funzionamento della societ, ma che non viene consacrato in una clausola dello statuto. Esso
pertanto rimane un documento separato. Il patto parasociale potr essere stipulato tra tutti i soci o
solo tra alcuni di essi. Con un patto parasociale, ad esempio, i soci (o alcuni di essi) possono
accordarsi e stabilire che in una data assemblea voteranno tutti in una certa maniera (sindacati di
voto) oppure si accordano a non trasferire le loro azioni (sindacati di blocco).
Quando si tratta dei limiti alla circolazione delle azioni, pertanto, diventano rilevanti i cd.
sindacati di blocco.
La differenza tra tali accordi e quelli consacrati in clausole sociali (clausola di prelazione, di
gradimento, di intrasferibilit e di mero gradimento) sta nel fatto che i patti parasociali altro non
sono che veri contratti. Ci comporta che essi vincolano solo i soggetti che vi hanno aderito e non
hanno efficacia reale. Ci significa che qualora il socio che abbia aderito al sindacato (cd. socio
sindacato) decida di disattendere laccordo e vendere le azioni, leffetto traslativo si produrr
senzaltro. Il socio sindacato inadempiente rester, tuttavia, sottoposto allobbligo di risarcire il
danno per essere stato inadempiente rispetto ad un contratto.
Nel caso, di contro, in cui venga violato un obbligo consacrato in una clausola sociale,
secondo quanto ritiene la dottrina maggioritaria, le conseguenze nonsaranno solo di tipo risarcitorio.
Se, ad es., il socio ha venduto le sue azioni a terzi senza prima offrirle ai soci in presenza di
una clausola di prelazione, la societ potr riscattare le azioni, cio appropriarsene, rimborsando
al terzo il prezzo pagato. Suol dirsi, pertanto, che le clausole statutarie hanno efficacia reale; i patti
parasociali hanno efficacia obbligatoria.

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Diritto Commerciale

2.7.

Lezione V

Le categorie di azioni

Il sistema delle azioni risulta, in seguito alla riforma del 2003, notevolmente modificato in
quanto il legislatore ha inteso riconoscere maggiore autonomia contrattuale in materia.
Bisogna, oggi, pertanto comprendere cosa sono le azioni senza valore nominale; cosa
significa emettere azioni non proporzionali; cosa sono le azioni privilegiate e cosa sono le azioni
correlate.
Le differenze rispetto al passato, in materia di azioni sono, in via generale, due:
1. in primo luogo possono essere emesse azioni prive di valore nominale.
Questa affermazione sembrerebbe in contraddizione con quanto precedentemente detto sul
valore nominale delle azioni. La contraddizione, in realt, solo apparente. Il legislatore del 2003
infatti si limitato a prevedere che non sia necessario che il valore nominale delle azioni risulti dal
titolo stesso. Ci non significa che tali azioni sono carenti di valore nominale. Significa solo che, in
tali ipotesi il valore nominale sar, per usare lespressione da subito adottata dalla dottrina
maggioritaria
inespresso. Pur non essendo, infatti, riportato, (stampigliato) sullazione, esso sar
ricavato dividendo il capitale sociale per il numero delle azioni in circolazione. Il pregio di questa
innovazione sta soprattutto nellevitare la procedura di ritiro delle azioni quando diventa necessario
operare sul valore nominale di esse;
2. in secondo luogo, cade la regola della necessaria proporzionalit tra il conferimento ed il
numero di azioni possedute. Prima della riforma, infatti, ciascuno avrebbe avuto un numero di
azioni esattamente corrispondente al valore dei conferimenti effettuati. Ci al fine di fare in modo
che tutto il capitale sociale sottoscritto fosse coperto dai conferimenti. Il legislatore del 2003 ha
voluto riconoscere, anche sotto questo aspetto, maggiore autonomia contrattuale ed ha stabilito che
possibile che la distribuzione delle azioni risulti non proporzionale ai conferimenti fatti.
Il legislatore del 2003 ha inoltre stabilito che possono essere create categorie di
azioni attributive di particolari diritti.
Le azioni, pertanto, possono essere ordinarie oppure privilegiate.
Le azioni ordinarie attribuiscono:
-diritti patrimoniali come il diritto a percepire gli utili ed il diritto alla liquidazione della
quota;

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Diritto Commerciale

Lezione V

-diritti amministrativi , cio il diritto di intervento, il diritto di voto, il diritto di impugnare le


delibere assembleari, ecc.
Le azioni privilegiate sono quelle che, in seguito ad una apposita previsione di statuto,
attribuiscono ai loro portatori, particolari vantaggi. Generalmente si tratta di vantaggi patrimoniali.
Si possono cio creare una categoria di azioni che siano privilegiate nella percezione degli utili o
postergate nella sopportazione delle perdite. Spesso, per, lattribuzione di un vantaggio
patrimoniale viene bilanciato dalla limitazione del diritto di voto.
Lart. 2350 cod. civ., stabilisce che, previa previsione dello statuto, si pu variamente
incidere sul diritto di voto, creando azioni:
senza diritto di voto
con diritto di voto limitato a particolari argomenti
con diritto di voto subordinato al verificarsi di particolari condizioni non meramente
potestative
In ogni caso, il valore delle azioni con diritto di voto limitato non pu complessivamente
superare la met del capitale sociale. La maggioranza del capitale sociale deve cio essere
rappresentato da azioni attributive del diritto di voto.
Il limite invalicabile dato dal fatto che in nessun caso lo statuto pu prevedere che lazione
attribuisca pi di un diritto di voto. Si parla, pertanto, del cd. divieto di emissione di azioni a voto
plurimo (art. 2351, 4 comma cod. civ.).
Una categoria di azioni privilegiate costituita dalle azioni di risparmio. Create con la legge
216/ del 1974 oggi trovano la loro disciplina nel TUF (art. 145 e ss.). Esse possono essere, infatti,
emesse solo da societ quotate in mercati regolamentati.
La caratteristica delle azioni di risparmio sta nel fatto che esse possono essere al portatore .
Ci ha rappresentato una novit in un sistema in cui per le azioni vigeva, come ancora vige,
il principio della nominativit obbligatoria.
Sono privilegiate nella percezione degli utili (nel senso che i portatori di tali azioni saranno i
primi a percepire gli utili, beneficiando soprattutto qualora non siano stato accumulati utili tali da
poter pagare tutti i soci) e postergate nella sopportazione delle perdite (cosicch in sede di
liquidazione della societ, sul residuo attivo verranno rimborsati prima i portatori di azioni di
risparmio e solo
dopo gli altri soci).Sono prive del diritto di voto .

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Diritto Commerciale

Lezione V

Non sono invece qualificabili come azioni privilegiate altre particolari categorie di azioni,
cio le azioni di godimento e le azioni correlate.
Le azioni di godimento sono azioni emesse solo in sede di riduzione del capitale sociale
facoltativa e, in tale operazione, svolgono una particolare finalit. Le azioni correlate sono una
novit introdotta dal legislatore del 2003. Lart. 2350, 2 comma, cod. civ. le definisce come azioni
fornite di diritti patrimoniali correlati ai risultati dellattivit sociale in un determinato settore.

2.8.

Pegno, usufrutto e sequestro delle azioni

Il legislatore del 2003 ha modificato lart. 2352 cod. civ. che disciplina le ipotesi in cui
sullazione venga costituito il diritto reale di usufrutto o il diritto reale di garanzia del pegno e vi ha
aggiunto lipotesi del sequestro.
Oggi pertanto stato esplicitato a chi spetteranno i diritti relativi a tali azioni, dal momento
che esse apparterranno ad un soggetto (debitore, nudo proprietario e sequestrato) ma saranno nella
materiale disponibilit di un soggetto diverso (creditore, usufruttuario e custode).
Il diritto di voto spetter pertanto, salvo patto contrario, al soggetto che ha la materiale
disponibilit dellazione, cio il creditore, lusufruttuario o il custode.
Questi per, stando allopinione della dottrina maggioritaria, dovranno esercitarlo in
maniera tale da non ledere linteresse del proprietario. Al proprietario dellazione spetta, invece, il
diritto di opzione, in quanto considerato una espansione del suo diritto di propriet. Per questo
stesso motivo, per, il pegno, lusufrutto e il sequestro si estenderanno alle nuove azioni nel caso in
cui si proceda ad un aumento gratuito del capitale sociale. I diritti amministrativi , di contro,
dovranno essere esercitati sia dal socio che dal creditore pignoratizio o dallusufruttuario. Nel caso
di sequestro spettano al custode.

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Diritto Commerciale

Lezione V

3 Lelemento patrimoniale
3.1

Il capitale sociale

Il capitale sociale il capitale di rischio della societ. Il concetto di capitale sociale


fondamentale per comprendere il funzionamento delle societ.
Esso va distinto dal patrimonio.
Nella fase costitutiva della societ, un momento centrale quello in cui i soci procedono ai
conferimenti. I conferimenti sono gli apporti fatti dai soci alla societ per dotarla di un capitale di
rischio. Nelle societ per azioni i conferimenti devono ammontare almeno a centoventimila euro.
Si faccia lesempio di una societ che ha capitale sociale uguale a 100. Prima che la societ
inizi ad operare, patrimonio e capitale coincidono, almeno numericamente.
Se la nostra societ decide di acquistare un immobile da adibire a sede sociale, il patrimonio
sar costituito anche dal suddetto immobile.
Il patrimonio , infatti, linsieme dei rapporti giuridici attivi e passivi che fanno capo alla
societ.
Il capitale sociale , invece, unentit numerica e, nella fase iniziale, esprime il valore
(numerico) dei conferimenti effettuati. Tale voce rester immutata per tutta la vita della societ,
salvo che, per motivi successivi di varia natura, la societ non proceda a modificarlo.
La modifica del capitale sociale costituisce unoperazione molto importante e complessa
nelle societ per azioni e potr avvenire solo con le maggioranze rafforzate dellassemblea
straordinaria.
In mancanza, il capitale sociale resta invariato, a prescindere dalle vicende che
modificheranno il patrimonio della societ.
Il capitale sociale costituisce la garanzia per i creditori della societ.
I creditori, infatti, non avendo il potere di aggredire i patrimoni personali dei singoli soci,
potranno confidare solo sul capitale sociale per soddisfare le proprie ragioni.
La dottrina solita ritenere che il capitale sociale svolga due funzioni:
la funzione vincolistica
la funzione organizzativa
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Diritto Commerciale

Lezione V

La funzione vincolistica nasce dal fatto che il capitale sociale per tutta la vita della societ
viene sottoposto al cd. vincolo di stabile destinazione. Ci significa che i soci che hanno fatto i
conferimenti si impegnano a non chiederne la restituzione finch dura la societ. I beni della societ
vengono, cio assoggettati ad una destinazione, cio quella di servire per lo svolgimento
dellattivit sociale. Tale destinazione durer tutta la vita della societ.
La funzione organizzativa consiste nel fatto che, a seconda della quantit di capitale sociale
da ciascuno detenuta, verranno determinati i diritti di ciascuno nei confronti della societ. Ciascuno
avr diritto, ad esempio, a percepire gli utili e a votare in proporzione del numero di azioni
possedute.

3.2

I fondi di riserva

I fondi di riserva o riserve sono quelle immobilizzazioni di utili che sono imposte dalla
legge o dallo statuto della societ o eventualmente sono volontariamente create dallassemblea per
assicurare la stabilit del capitale sociale di fronte alla oscillazione dei valori e di fronte a perdite
che possono verificarsi in singoli esercizi e per dotare la societ di nuovi mezzi finanziari in
funzione dei suoi prevedibili sviluppi.
A) La riserva legale ordinaria
Lart. 2430 stabilisce che dagli utili netti annuali della S.p.a. deve essere dedotta ed
accantonata una quota, in misura corrispondente almeno alla ventesima parte di essi, fino a
raggiungere il quinto del capitale sociale.
Tale fondo di riserva infruttifero per i soci e non pu mai essere distribuito come utile;
esso pu essere diminuito, per far fronte ad esigenze di carattere eccezionale, ma deve essere
reintegrato non appena le condizioni della societ lo consentono.
La riserva legale, assolvendo la funzione di assicurare la stabilit del capitale di fronte alle
vicende della gestione sociale, soggetta allo stesso regime del capitale sociale: la
immobilizzazione, pertanto, pu essere eliminata soltanto attraverso una riduzione del capitale
sociale, in seguito alla quale la misura della riserva legale risulti superiore al quinto del capitale
sociale ridotto.
B) Le riserve facoltative o straordinarie
La societ, per una prudente amministrazione, pu costituire, in aggiunta a quella legale,
ulteriori riserve, dette straordinarie o facoltative, liberamente deliberate dallassemblea ordinaria e
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Diritto Commerciale

Lezione V

sempre disponibili. A tali riserve pu attingersi specialmente per aumenti gratuiti di capitale;
quindi, saranno distribuite ai soci allatto della liquidazione della societ.
C) La riserva statutaria
Tale riserva pu essere eventualmente imposta dallatto costitutivo, in aggiunta a quella
legale, al solo fine di rafforzare la posizione economica della societ.
Essa non rivolta, dunque, anche a garantire i creditori: lassemblea straordinaria, pertanto,
legittimamente pu deliberarne la distribuzione totale o parziale, previa modifica dello statuto.
D) La riserva da sovrapprezzo di azioni
E una speciale riserva costituita dalle somme riscosse dalla societ per lemissione di
azioni ad un prezzo superiore al valore nominale o,secondo la previsione del nuovo art, 2431, in
occasione della conversione di obbligazioni.
E) La riserva occulta
La riserva occulta, risultante dagli espedienti contabili di stimare talune attivit sociali ad un
valore inferiore a quello effettivo (sottovalutazione dellattivo) ovvero di iscrivere al passivo poste
correttive sproporzionate alleffettivo deperimento o agli effettivi rischi (sopravalutazione del
passivo), al fine di dissimulare utili effettivamente conseguiti per evitare la loro distribuzione agli
azionisti o per sottrarli alla tassazione fiscale.
Si tratta di un fenomeno assai frequente nella prassi, tenuto anche conto che le riserve
occulte rappresentano risorse utilizzabili, al di fuori di ogni controllo, ad opera del gruppo di
comando.

3.3

Le operazioni della societ sulle proprie azioni

In via generale, la societ potr compiere tutti gli atti imprenditoriali. Potr anche decidere
di investire il suo capitale nellacquisto di azioni di altre societ, o addirittura di acquistare le sue
stesse azioni.
Gli art. 2357 e s.s del codice dettano una serie di norme volte a disciplinare due tipi di
operazioni e cio quella in cui la societ acquista (o sottoscrive) azioni proprie e quella in cui una
societ controllata acquista (o sottoscrive) azioni di una societ controllante.
dunque necessario comprendere in cosa consistano queste attivit, quali siano i pericoli e
quali siano le norme che in tal caso troveranno applicazione.
In primo luogo, il legislatore tratta separatamente due ipotesi: acquisto e sottoscrizione.

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Lezione V

La differenza sta nel fatto che si parla di acquisto tutte le volte in cui si tratta di azioni gi
emesse; si parla di sottoscrizione quando si tratta di azioni di nuova emissione.
In questultimo caso, cio, la societ sta compiendo una operazione di aumento di capitale
sociale.
Le due situazioni creano pericoli diversi, cosicch le norme predisposte dal legislatore
saranno diverse.
Nel caso, infatti, di acquisto da parte della societ di azioni proprie (ipotesi equiparabile a
quella di acquisto da parte di una societ controllata di azioni della controllante) il rischio quello
di rimborsare ai soci anzitempo i conferimenti, violando il vincolo di stabile destinazione.
Nel momento in cui la societ, ad esempio, acquista le proprie azioni cosa fa?
Utilizza il danaro che ha in cassa per acquistare i suoi titoli. Il danaro cio passa dalla cassa
della societ alle tasche dei soci.
Loperazione risulta pericolosa per i creditori poich i soldi inizialmente conferiti dai soci
(che dovrebbero restare alla societ fino allo scioglimento) vengono restituiti ai soci prima del
tempo, eludendo la procedura di cui al 2445 cod civ..
Loperazione tuttavia non categoricamente vietata. Lacquisto da parte della societ di
proprie azioni, infatti, potrebbe per la societ addirittura rappresentare un buon investimento. Ci
accadr, per, solo nel caso in cui la societ abbia una fiorente attivit e dunque sia produttiva di
utili.
In tal caso, infatti, nel momento in cui la societ acquister le azioni dai soci non proceder a
rimborsare ad essi i loro conferimenti, ma utilizzer gli utili prodotti, fermo restando il capitale
sociale. Lart. 2357 cod. civ. (e con disciplina analoga anche lart. 2359-quater per le societ
controllate) stabilisce che lacquisto di azioni proprie potr avvenire solo con il rispetto di
determinate cautele:
per lacquisto devono essere utilizzati solo utili distribuibili o riserve disponibili;
lacquisto deve essere autorizzato dallassemblea, la quale ne fissa le modalit, indicando il
numero massimo di azioni da acquistare, la durata, non superiore a diciotto mesi, per la quale
lautorizzazione accordata, il corrispettivo minimo e quello massimo;
il valore delle azioni da acquistare non pu mai superare un decimo del capitale sociale;
La situazione diversa nel caso in cui si proceda alla sottoscrizione.
Ci vale sia per le azioni proprie che per la sottoscrizione di azioni della societ controllante
da parte della controllata. In questo caso il rischio che si corre diverso. Non si corre il rischio,
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vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto dautore
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infatti, di smobilitare il vincolo di stabile destinazione rimborsando i conferimenti, ma quello di far


figurare un aumento fittizio del capitale sociale.
La societ si trova, cio in una fase particolare della sua vita in quanto sta procedendo ad un
aumento di capitale sociale (o alla sua stessa costituzione).
Ebbene, in questo caso n la societ stessa potr sottoscrivere le nuove azioni di s stessa n
la societ controllata potr sottoscrivere azioni della controllante.
Se cos fosse si finirebbe per utilizzare danaro che gi in cassa per acquistare nuovi titoli,
con la conseguenza che si avr un annacquamento del capitale sociale.

3.4

I patrimoni destinati

Un'altra fondamentale novit introdotta dal legislatore del 2003 sono gli art. 2447-bis e ss
che disciplinano oggi, per la prima volta, i patrimoni destinati.
Essi rispondono allesigenza, fortemente sentita, di creare una segregazione patrimoniale,
cio di fare in modo che, allinterno dellunico patrimonio della societ, siano segregati,
separati dei rapporti giuridici. In tal modo si consente di distribuire il rischio delle singole
operazioni tra i diversi creditori.
Il codice civile prevede due ipotesi in cui potr costituirsi un patrimonio destinato:
costituzione di patrimoni separati destinati ad uno specifico affare;
convenzione con la quale si stabilisce che nel contratto di finanziamento di uno specifico
affare, i proventi di tale affare saranno destinati al rimborso del finanziamento medesimo. In questo
ultimo caso, cio la societ contrae un mutuo per realizzare uno specifico affare e conviene con il
finanziatore che i proventi di tale affare saranno destinati al rimborso della somma mutuata.
Il patrimonio destinato viene deliberato, salvo diversa disposizione dello statuto, dagli
amministratori a maggioranza assoluta (art. 2447-ter ult. comma) e viene iscritto nel registro delle
imprese. La creazione di una separazione di parte del patrimonio a beneficio di alcuni solo dei
creditori della societ potrebbe ledere gli interessi degli altri. Questi pertanto avranno il diritto di
fare opposizione a tale atto, ma dovranno farlo entro sessanta giorni dalliscrizione. Trascorso
questo termine senza opposizione, i creditori della societ non potranno pi far valere alcun diritto
sul patrimonio destinato allo specifico affare. Questo rappresenter garanzia di pagamento solo per i
creditori del suddetto affare. Loperazione ovviamente accompagnata da molte cautele volte a fare
in modo che i terzi che agiscono con la societ siano messi al corrente dellesistenza di una
separazione tra patrimoni. Ne consegue che gli atti compiuti in relazione allo specifico affare
devono recare menzione del vincolo di destinazione (art. 2447-quinquies u.c); i patrimoni devono
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risultare da libri contabili distinti (art. 2447-sexies); i beni e i rapporti compresi nel patrimonio
separato devono essere indicati distintamente nello stato patrimoniale del bilancio della societ (art.
2447-septies).

3.5

Le modifiche del capitale sociale

Una delle pi importanti modifiche quella del capitale sociale. Le societ di capitali hanno
un capitale fisso. Ci non significa che esso non suscettibile di alcuna modifica, ma solo che potr
essere modificato esclusivamente utilizzando la peculiare procedura prevista per le modifiche di
statuto e quindi prima di tutto le maggioranze rafforzate richieste per lassemblea straordinaria.
Le societ cooperative, invece, sono societ a capitale variabile.
Il capitale sociale pu essere aumentato o diminuito.
Sia laumento che la diminuzione possono essere reali o nominali. Una operazione sul
capitale reale quando oltre ad operare sul capitale si opera anche sul patrimonio; nominale
quando si opera sul capitale ma non si tocca il patrimonio. Per comprendere bene il sistema bisogna
procedere con ordine.
In primo luogo consegue che le operazioni possibili sono quattro:
1. aumento reale
2. aumento nominale
3. riduzione reale
4. riduzione nominale
Laumento reale (o a pagamento) quando allaumento del capitale sociale corrisponde un
incremento del patrimonio della societ poich vengono apportati nuovi capitali.
Laumento nominale quando si aumenta il capitale sociale ma vengono utilizzate somme
che gi sono presenti nella societ, sebbene sotto la voce riserve.
La riduzione reale (o facoltativa) quando la riduzione del capitale sociale corrisponde ad
uno svuotamento delle casse sociali nel senso che i conferimenti vengono svincolati e restituiti ai
soci.
La riduzione nominale (o per perdite) quando la societ riduce il capitale sociale perch ha
subito gi delle perdite. In questo caso si rende necessario adeguare il capitale sociale a quello che
effettivamente rimasto in cassa con la conseguenza che si tratta di unoperazione solo nominale.

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AUMENTO REALE O A PAGAMENTO


Lart. 2438 cod. civ. disciplina lipotesi dellaumento reale o a pagamento. Si tratta di una
operazione di finanziamento della societ poich si compie questa operazione quando la societ
necessita di nuovi capitali. In questo caso, pertanto si delibera laumento del capitale sociale;
vengono emesse nuove azioni di valore nominale uguale a quello delle azioni gi in circolazione; le
azioni vengono collocate, offrendole prima ai vecchi soci. Il diritto dei vecchi soci di essere preferiti
nella sottoscrizione delle azioni di nuova emissione prende il nome di diritto di opzione ed
disciplinato dallart. 2441 cod. civ.
Tale diritto attribuisce a ciascun socio la possibilit di mantenere la propria posizione in
societ, anche di fronte ad un capitale allargato. Consente inoltre di riservare ai vecchi soci la
ricchezza gi accumulata allinterno della societ. Le riserve infatti sono il frutto di sacrifici e di
accantonamenti fatti nel corso del tempo dai vecchi soci. Questi pertanto subirebbero un danno se
fossero costretti a dividere la ricchezza accumulata con nuovi soggetti.
Lart. 2441 cod. civ. stabilisce pertanto che le azioni di nuova emissione dovranno essere
offerte ai vecchi soci (nonch ai portatori di obbligazioni convertibili in azioni).
La stessa norma per prevede tre casi in cui il diritto di opzione pu essere limitato:
. conferimenti in natura (comma 4, prima parte)
. interesse della societ (comma 5)
. attribuzione delle nuove azioni ai dipendenti della societ (comma 8)
Lesclusione opera di diritto quando i nuovi conferimenti devono essere liberati in natura.In
questo caso sar necessaria una relazione giurata di stima che accerti il valore dei beni conferiti.
Il diritto di opzione pu essere inoltre escluso nel caso in cui lo esiga linteresse della
societ.
La delibera deve, in questultimo caso, essere approvata (anche in 2 e in 3convocazione)
da pi della met del capitale sociale anche se la delibera stata presa in seconda convocazione.
Nei due casi che precedono gli amministratori devono redigere una relazione che illustri la
situazione, le ragioni della limitazione del diritto di opzione e i criteri adottati per adottati per la
determinazione del prezzo di emissione. Tale relazione deve essere comunicata agli organi di
controllo almeno trenta giorni prima di quello fissato per lassemblea. Lorgano di controllo avr
quindici giorni per esprimere un parere. Il parere deve restare depositato presso il registro delle
imprese almeno nei 15 giorni che precedono lassemblea (unitamente alla relazione giurata di stima
qualora si tratti di conferimenti in natura) affinch i soci possano prenderne visione.
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In queste due ipotesi il prezzo di emissione delle azioni (cio il prezzo a cui saranno
collocate) viene valutato sulla base del patrimonio netto.Ci significa che le azioni verranno
emesse con sovrapprezzo. Il sovrapprezzo la differenza tra il valore nominale delle azioni ed il
loro prezzo di acquisto.
Ultima ipotesi in cui pu essere sacrificato il diritto dopzione quello in cui le azioni
devono essere attribuite in opzione ai dipendenti della societ. In questo caso se il diritto di opzione
viene limitato ad un quarto delle azioni di nuova emissione la delibera deve essere approvata con le
normali maggioranze previste per lassemblea straordinario. Se supera un quarto sar necessario che
la delibera venga approvata da pi della met del capitale sociale anche in seconda convocazione.
Una volta deliberato laumento, la societ deve concedere agli azionisti un termine non
inferiore a trenta giorni per esercitare lopzione.
AUMENTO NOMINALE DEL CAPITALE SOCIALE
Laumento nominale una mera operazione contabile e consiste nellimputare a capitale
utili gi conseguiti dalla societ. Si tratta di unoperazione di autofinanziamento della societ poich
questa
utilizza utili percepiti, senza distribuirli, sottoponendoli al vincolo di stabile indisponibilit.
La societ aumenter il valore nominale di tutte le azioni in circolazione oppure emetter
nuove azioni che saranno attribuite gratuitamente ai soci in proporzione di quelle gi possedute.
RIDUZIONE REALE DEL CAPITALE SOCIALE

La riduzione reale del capitale sociale ha subito una profonda modifica per effetto
dellintervento del legislatore del 2003. Essa disciplinata dallart. 2445 cod. civ. Prima della
riforma la riduzione reale poteva avvenire solo in caso di esuberanza.
Essa, infatti, poteva aversi solo nel caso in cui il capitale sociale risultasse esuberante
rispetto alloggetto sociale. La ragione di tale limitazione stava nel fatto che la riduzione reale
unoperazione estremamente pericolosa per i creditori della societ.
Questi corrono il rischio di vedersi sottratta la loro unica garanzia di soddisfacimento, cio
quella costituita dal capitale sociale. pur vero per che nella prassi il requisito dellesuberanza
non rappresentava una reale protezione per i creditori, data loggettiva difficolt di stabilire se il
capitale sociale fosse o meno esuberante rispetto allattivit da svolgere. Si riteneva pertanto
sufficiente che la delibera di riduzione risultasse motivata con lesuberanza.
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Il legislatore del 2003 ha stabilito che non sar pi necessario collegare la riduzione al
concetto di esuberanza. I diritti dei creditori, infatti, trovano sufficiente protezione nello strumento
apposito attribuito ai creditori stessi, cio il diritto di opposizione. Deliberata la riduzione reale,
infatti, la delibera viene iscritta nel registro delle imprese, ma diventa efficace solo se entro il
termine di legge nessuno dei creditori abbia fatto opposizione ad essa. Nel caso in cui i creditori
facciano opposizione, si aprir un giudizio, sul quale decide il tribunale.
In pendenza del giudizio, la delibera di riduzione non produrr i suoi effetti salvo che, il
tribunale, posta una cauzione a carico della societ, disponga che essa possa essere efficace.
Per ridurre il capitale sociale la societ dovr ritirare le azioni dai soci. I soci recupereranno
cos il valore dei conferimenti fatti. La societ, in pratica, procede al riacquisto delle proprie azioni.
Tali azioni verranno di poi annullate.
La societ proceder a ritirare le azioni dai soci:
o sottraendo a ciascuno un quantitativo di azioni proporzionale alla quantit di titoli da
ciascuno detenuta
oppure sorteggiando i soci che dovranno cedere le loro azioni.
I soci sorteggiati da un lato potrebbero essere contenti in quanto recupereranno il loro
investimento iniziale; dallaltro per potrebbero risentirsi per il fatto che non arriveranno allo
scioglimento della societ. In sede di scioglimento potrebbero infatti emergere dei valori ulteriori.
Proprio per ovviare a questo inconveniente si utilizza lo strumento delle azioni di
godimento.
Le azioni di godimento sono azioni attribuite ai soci ai quali siano state rimborsate le azioni
in seguito ad una operazione di riduzione reale del capitale sociale.
I portatori delle azioni di godimento sono privi del diritto di voto mentre avranno diritto ad
un dividendo pari al tasso legale di interesse e potranno partecipare alla ripartizione dellulteriore
residuo attivo del patrimonio della societ dopo lo scioglimento di essa e dopo che siano stati pagati
i soci non rimborsati. Quando la societ arriver a sciogliersi, con la liquidazione definitiva del suo
patrimonio, pagati i creditori, potrebbe residuare un attivo. Questo verr distribuito prima fra
i soci portatori di azioni ordinarie. Laddove dovesse residuare altro, questo verr attribuito anche ai
portatori di azioni di godimento.
RIDUZIONE NOMINALE O PER PERDITE

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Nel caso in cui la societ abbia riportato delle perdite la riduzione solo nominale, poich
non vengono tolti soldi dal patrimonio, ma si procede ad adeguare il capitale sociale a quello che
il patrimonio eroso dalle perdite. La riduzione pu essere obbligatoria o facoltativa.
La riduzione facoltativa tutte le volte in cui la perdita non sia superiore ad 1/3 del capitale
sociale.
Unica conseguenza in questo caso che la societ non potr distribuire gli utili conseguiti
negli esercizi successivi finch la perdita non sia ripianata.
La riduzione obbligatoria quando la perdita sia superiore ad 1/3 del capitale sociale.
In tal caso si devono differenziare varie ipotesi poich la riduzione obbligatoria non
necessariamente immediata.
La prima ipotesi quella della riduzione obbligatoria non immediata.
Se, pur essendo la perdita superiore ad un terzo, non stato intaccato il minimo legale, gli
amministratori (che in ogni momento devono conoscere la situazione patrimoniale della societ)
devono senza indugio convocare lassemblea esponendo la situazione.
Lassemblea potr stabilire di ridurre immediatamente o aspettare un esercizio, sperando che
la perdita sia ripianata.
Laddove ci non accada, si dovr senzaltro ridurre il capitale sociale di un ammontare
corrispondente.
Qualora lassemblea non provveda, ammesso lintervento sostitutivo del tribunale, adito
dagli amministratori o dai sindaci.
Nel caso in cui la perdita, oltre ad essere superiore ad un terzo, abbia altres intaccato il
minimo legale, dovr procedersi alla riduzione che, in questo caso, obbligatoria ed immediata .
Lassemblea dovr deliberare prima una riduzione nominale per perdite e poi, se vorr
continuare ad operare, dovr ricapitalizzare la societ, cio procedere ad un aumento a pagamento
che ricostituisca almeno il minimo legale. La societ non pu infatti operare in assenza del minimo
legale. possibile tuttavia seguire vie alternative.
Si potrebbe infatti decidere di procedere allo scioglimento della societ ovvero di
trasformarla in unaltra per la quale quanto residuato sufficiente al funzionamento. Ad esempio si
potrebbe trasformare la societ in una S.r.l.
Il terzo caso quello di azzeramento totale del capitale sociale.
Anche in questo caso le possibilit sono le stesse dellipotesi precedente. In dottrina si
posto il problema se fosse legittima una ricapitalizzazione in caso di azzeramento del capitale
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sociale posto che se i soci non potranno sottoscrivere le nuove azioni usciranno definitivamente
dalla societ.
Ebbene la dottrina maggioritaria ritiene che potr procedersi alla ricostituzione del capitale
sociale anche in questo caso.

3.6

Le obbligazioni

Durante la vita della societ pu accadere che si crei la necessit di reperire nuovi mezzi
finanziari, cio di far confluire nella societ nuovi finanziamenti, e si pu ricorrere all emissione di
obbligazioni offerte in sottoscrizione al pubblico dei risparmiatori.
Le obbligazioni sono titoli rappresentativi di un credito, nominativi o al portatore, emessi in
massa.
La societ, infatti, emettendo un prestito obbligazionario contrae un mutuo con i
risparmiatori.
Questi, infatti, acquistando obbligazioni, fanno un prestito alla societ. A fronte di esso
vengono emessi dei titoli, detti obbligazioni.
Tali titoli, differentemente dalle azioni, danno solo il diritto a percepire la restituzione della
somma mutuata oltre ad un interesse.
La posizione dellobbligazionista, dunque, differisce profondamente da quella dellazionista.
Lobbligazionista creditore della societ; chi possiede azioni della societ, socio .
Il socio partecipa alle vicende della societ. Ci significa che, intanto percepir utili, in
quanto la societ abbia maturato degli utili e che i suoi guadagni saranno proporzionali alla
ricchezza realizzata dalla societ.
La posizione dellobbligazionista, di contro, prescinde da quella della societ. Egli avr
diritto alla restituzione del capitale, ad una somma fissa , che prescinder dalle risultanze
dellattivit sociale.
Ecco perch le obbligazioni non sono titoli partecipativi.
La prassi gi aveva, tuttavia, creato delle forme differenziate di obbligazioni, attributive di
diritti spesso aleatori.
Tra i tipi di obbligazioni pi noti, vanno ricordate le obbligazioni con warrants. In tal caso,
lobbligazionista, oltre ad avere i diritti propri di tutti gli obbligazionisti, avr un altro diritto, il

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warrant. Il warrant un diritto di opzione. Lobbligazionista avr, cio, il diritto di sottoscrivere


azioni della societ, qualora la stessa, in futuro, decida di aumentare il capitale sociale emettendo
pertanto nuove azioni.
Unaltra categoria particolarmente importante quella delle obbligazioni convertibili in
azioni.
In tal caso la societ compie unoperazione complessa. Emette, cio, delle obbligazioni
attribuendo altres allobbligazionista la possibilit di convertire, sulla base di un determinato
rapporto di cambio, il diritto di credito che vanta nei confronti della societ in un diritto di
partecipazione alla
societ. Il rapporto di cambio la quantit di obbligazioni che serviranno per avere in
cambio unazione. Il soggetto viene inizialmente incentivato ad investire, ad acquistare
obbligazioni.
Lobbligazionista sapr di poter recuperare quanto investito, essendo un semplice creditore.
Ma potr, nel frattempo, valutare landamento della societ per stabilire se gli convenga
mantenere la sua posizione di obbligazionista (certa e determinata) o convertirla in quella di
azionista.
Qualora dovesse optare per questultima soluzione, il soggetto perder la sua certezza in
ordine alla restituzione della somma ma avr la possibilit di guadagnare molto di pi, se la societ,
ovviamente, otterr buoni risultati.
L emissione di un prestito obbligazionario convertibile unoperazione molto complessa in
quanto la societ dovr:
emettere il prestito obbligazionario;
aumentare il capitale sociale di un ammontare corrispondente.
Tale aumento prende nella prassi il nome di aumento a servizio.
Laumento a servizio non immediatamente effettivo in quanto diventer tale solo se gli
obbligazionisti decideranno di convertire il loro diritto e solo per la parte che sar effettivamente
convertita. Alla scadenza del termine convenuto, la societ si trover con un capitale maggiorato.
Le nuove azioni saranno nelle mani degli obbligazionisti che avranno convertito.
Coloro che, invece, avranno deciso di non convertire e di mantenere la loro posizione di
obbligazionisti, continueranno ad essere semplici creditori della societ.
Il prestito obbligazionario semplice viene, oggi, dopo la riforma, deliberato dagli
amministratori.
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Il prestito obbligazionario convertibile, comportando una modifica dellatto costitutivo


(poich necessario aumentare il capitale sociale), deve essere deliberato dallassemblea
straordinaria.
Va, inoltre, precisato che la societ non libera nella scelta della quantit di obbligazioni da
emettere. Il codice prevede, infatti, dei limiti, modificati dal legislatore del 2003.
Gli attuali limiti allemissione di obbligazioni sono fissati dal nuovo art. 2412 cod. civ. il
quale stabilisce che la societ potr emettere obbligazioni solo per una somma non eccedente il
doppio del capitale sociale, della riserva legale e delle riserve disponibili risultanti dallultimo
bilancio approvato.
Tale limite potr essere superato in tre casi:
1. se le obbligazioni emesse in eccedenza sono destinate alla sottoscrizione da parte di
investitori professionali (i quali, pertanto, sono capaci di rendersi conto del rischio delloperazione).
In tal caso, per, se tali soggetti decideranno di trasferire le azioni a persone che non siano
investitori professionali (e dunque non siano in grado di riconoscere unoperazione rischiosa), chi le
trasferisce risponde della solvenza della societ nei confronti degli acquirenti. Si tutela cos il
popolo dei piccoli investitori non professionali;
2. se lemissione di obbligazioni garantita da ipoteca di primo grado su immobili di
propriet della societ, sino a due terzi del valore degli immobili medesimi;
3. se le obbligazioni vengono emesse da societ quotate in mercati regolamentati.
Gli obbligazionisti godono di una loro organizzazione in organi. Cos si avr una assemblea
degli obbligazionisti (2415 cod. civ.) ed un rappresentante comune degli obbligazionisti (2417 cod.
civ.).

3.7

Il bilancio d esercizio

Il bilancio di esercizio il documento contabile, da redigersi al termine di ogni esercizio


annuale che rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria della
societ ed il risultato economico dellesercizio stesso.
Esso si compone di tre documenti: lo stato patrimoniale, che contiene la descrizione e la
valutazione statica del patrimonio della societ alla fine dellesercizio sociale; il conto economico,
che contiene una rappresentazione dinamica di tutte e variazioni intervenute nel patrimonio durante

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lanno; la nota integrativa, che costituisce parte integrante del bilancio ed il cui contenuto volto
sostanzialmente a dare ragione dei dati esposti nello stato patrimoniale e nel conto economico.
Al bilancio cos composto vanno poi allegate: la relazione degli amministratori sulla
gestione sociale, la quale deve illustrare la situazione della societ e landamento della gestione, nel
suo complesso e nei vari settori in cui ha operato, con particolare riguardo ai costi, ai ricavi ed agli
investimenti effettuati; la relazione del collegio sindacale, mediante la quale questorgano riferisce
allassemblea sui risultati dellesercizio sociale e sullattivit svolta nellesercizio dei propri doveri,
proponendo altres osservazioni sul bilancio; la relazione del soggetto incaricato del controllo
contabile.
Il bilancio viene redatto dagli amministratori nel rispetto dei principi indicati dagli art. 2423
e 2423bis c.c. (principio della chiarezza della redazione, della verit e correttezza delle
rappresentazioni; principio della prudenza, della continuit della gestione, della competenza, della
valutazione separata degli elementi patrimoniali e della continuit sostanziale dei bilanci). Esso
successivamente approvato dallassemblea ordinaria della societ, salvo che questa abbia optato per
il sistema dualistico, nel qual caso la relativa competenza spetta al consiglio di sorveglianza.
Una forma semplificata del bilancio d vita al c.d. bilancio in forma abbreviata, che lart.
2435bis c.c. prevede possa essere adottato quando la societ non abbia emesso titoli negoziati sui
mercati regolamentati e non abbia superato, per due esercizi consecutivi, due dei seguenti limiti:
- totale dellattivo dello stato patrimoniale ammontante a 3.125.000 euro;
- ricavi delle vendite e delle prestazioni ammontanti a 6.250.000 euro;
- n. 50 dipendenti occupati in media durante lesercizio.
Nei casi in cui esistono situazioni di controllo tra due o pi imprese la legge prevede la
redazione di un bilancio consolidato di gruppo, consistente in un documento contabile redatto dalla
societ capogruppo (in aggiunta al proprio bilancio di esercizio), in cui viene descritta la situazione
economico-patrimoniale del gruppo stesso.
Il bilancio consolidato viene predisposto dagli amministratori dellimpresa controllante ed
costituito, analogamente al bilancio di esercizio, dallo stato patrimoniale, dal conto economico e
dalla nota integrativa. Ad esso deve essere allegata una relazione degli amministratori sulla
situazione complessiva delle imprese in esso incluse e sullandamento della gestione nel suo
insieme e nei vari settori, con particolare riferimento ai costi, ai ricavi ed agli investimenti.

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Il bilancio consolidato e la relazione sulla gestione sono assoggettati al controllo previsto per
il bilancio di esercizio dellimpresa controllante; infine, una copia del bilancio consolidato deve
essere depositata insieme al bilancio di esercizio presso lufficio del registro delle imprese.

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4 Gli organi sociali nelle S.p.a.


Le societ di capitali hanno una struttura corporativa, cio caratterizzata dalla presenza di
organi.
Essi, nella formula tradizionale, sono:
. assemblea
. amministratori
. collegio sindacale
Dopo la riforma del 2003 la situazione cambiata ed oggi molto complessa. stata creata
la possibilit di utilizzare dei modelli di amministrazione e di controllo (dualistico o monistico)
alternativi al tradizionale.
Lorgano amministrativo (amministrazione tradizionale, consiglio di gestione del sistema
dualistico o consiglio di amministrazione del sistema monistico) ha il potere di gestione della
societ, cio ha il potere di compiere tutti gli atti che rientrano nelloggetto sociale.
Lassemblea avr, invece, poteri deliberativi nelle materie indicate dalla legge.
Il collegio sindacale svolge, nel sistema tradizionale, funzioni di controllo sullattivit degli
amministratori.
Il legislatore del 2003 ha cio scisso il controllo in:
. controllo di gestione, cio controllo sullattivit degli amministratori, attribuito ad un
organo interno alla societ, cio il collegio sindacale;
. controllo contabile, cio controllo sulla regolare tenuta delle scritture contabili, affidato ad
un organo esterno, detto revisore dei conti.
Solo nel caso di cui allart. 2409 bis cod. civ., anche il controllo contabile potr spettare al
collegio sindacale.
Laddove, di contro, si opti per un sistema alternativo, il controllo sulla gestione sar
esercitato dal consiglio di sorveglianza (sistema dualistico); dal comitato per il controllo sulla
gestione (che rappresenter unarticolazione interna dello stesso consiglio di amministrazione, nel
caso in cui si opti per il sistema monistico). In questi ultimi casi, il controllo contabile dovr
necessariamente essere attribuito al revisore contabile.

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Diritto Commerciale

4.1

Lezione V

Lassemblea dei soci

Lassemblea lorgano al quale partecipano tutti i soci.


A seconda delloggetto su cui lassemblea chiamata a deliberare, si distingue tra:
assemblea ordinaria;
assemblea straordinaria;
Lassemblea ordinaria approva il bilancio; nomina e revoca amministratori, i sindaci e chi
esercita il controllo contabile; determina il compenso degli amministratori e dei sindaci; delibera
sulla responsabilit di essi, nonch sugli altri argomenti attribuiti dalla legge alla sua competenza.
Lassemblea straordinaria delibera sulle modificazioni dello statuto; sulla nomina, sulla
sostituzione e sulla revoca dei liquidatori e su ogni altra materia espressamente attribuita dalla legge
alla sua competenza.
Lassemblea in primo luogo un procedimento nel senso che, affinch la deliberazione
finale sia valida, necessario che vengano validamente compiuti una serie di atti. Nel caso in cui, in
uno dei suddetti momenti, intervenga un vizio, questo vizio si trasferir sulla delibera finale, che
sar pertanto invalida.
Perch la delibera sia valida dunque necessario che il procedimento si svolga nel rispetto
delle norme di legge.
Il procedimento si articola in varie fasi. Tali fasi sono:
. la convocazione;
. ladunanza (in cui viene espresso il voto);
. la deliberazione;
In taluni casi la deliberazione seguita anche dalliscrizione della delibera nel registro delle
imprese.
La Convocazione
La convocazione (art. 2366 cod. civ.) si realizza mediante avviso pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale della Repubblica o in un quotidiano indicato nello statuto almeno quindici giorni prima di
quello fissato per lassemblea. Lo statuto pu, oggi, consentire modalit diverse di convocazione.
Lavviso deve contenere lindicazione del giorno, dellora e del luogo delladunanza, nonch
lelenco delle materia da trattare. Lelenco delle materia da trattare rappresenta il cd. ordine del

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Lezione V

giorno. Lordine del giorno svolge un ruolo fondamentale in quanto limita la competenza
dellassemblea. Lassemblea potr infatti deliberare solo sulle materie indicate nellordine del
giorno. Il socio gode del diritto soggettivo di intervenire allassemblea sufficientemente
informato sugli argomenti che si tratteranno.
Unica deroga a questo principio dato dallassemblea totalitaria. In questa, infatti, potranno
validamente trattarsi anche argomenti estranei allordine del giorno.
Lassemblea totalitaria quella in cui siano intervenuti tutti i soci nonch con la
maggioranza dei componenti degli organi amministrativi e di controllo (2366, 4 comma cod. civ.).
Lassemblea viene convocata dallorgano amministrativo nel comune dove si trova la sede
della societ. Lart. 2367 cod. civ. tuttavia prevede la possibilit che la convocazione derivi
dalliniziativa dei soci di minoranza.
Si dovr, infatti, procedere senza ritardo alla convocazione dellassemblea quando n fatta
domanda da tanti soci che rappresentano almeno un decimo del capitale sociale o la minore
percentuale prevista dallo statuto.
Nel caso in cui n lorgano amministrativo n quello di controllo provvedano a tale
convocazione, essa sar ordinata dal tribunale.

Ladunanza
Il secondo momento quello delladunanza, cio lincontro dei soci. Affinch lassemblea
possa validamente operare, la legge stabilisce la necessit che in tale sede risultino rispettati il
quorum costitutivo e il quorum deliberativo.
Il quorum costitutivo il capitale sociale che deve essere rappresentato in assemblea
affinch questa risulti validamente costituita.
Il quorum deliberativo il numero di voti favorevoli ad una delibera che sono necessari
affinch la delibera sia adottata.
I quorum cambiano quando lassemblea si riunisce in seconda convocazione. In seconda
convocazione, infatti, i quorum sono pi bassi per dare la possibilit allassemblea di funzionare
malgrado lassenteismo dei soci.
Per lassemblea ordinaria i quorum variano nel seguente modo:

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Lezione V

assemblea ordinaria di I convocazione: necessaria la presenza di soci che rappresentino


almeno 1/2 del capitale sociale ; il quorum deliberativo , invece, pari alla met pi uno delle azioni
con diritto di voto intervenute (maggioranza assoluta);
assemblea ordinaria di II convocazione: in tal caso la legge non prescrive un quorum
costitutivo, per cui una clausola che lo disponesse sarebbe invalida e varrebbe come non apposta;
anche in questo caso , poi, necessaria lapprovazione della maggioranza delle azioni intervenute.
Quanto all assemblea straordinaria:
assemblea straordinaria di I convocazione: per essa non richiesto, in linea di principio,
un quorum costitutivo, ma si ricava indirettamente dal quorum deliberativo, essendo questo
rappresentato da quote dellintero capitale sociale con diritto di voto e non dal solo capitale
intervenuto in assemblea; ai fini della validit delle deliberazioni, necessario il voto favorevole di
tanti soci che rappresentino pi di 1/2 del capitale sociale;
assemblea straordinaria di II convocazione: finora la legge non prevedeva espressamente
alcun quorum costitutivo, il nuovo testo dellart. 2369, 2 comma, richiede la necessaria presenza di
tanti soci che rappresentino oltre 1/3 del capitale sociale; anche il quorum deliberativo stato
modificato, prevedendosi il voto favorevole (non pi di tanti soci che rappresentino oltre 1/3 del
capitale sociale, ma) di almeno 2/3 del capitale rappresentato in assemblea.
Il giorno della seconda convocazione deve essere indicato nellavviso; in mancanza di tale
indicazione lassemblea di seconda convocazione dovr essere riconvocata entro trenta giorni dalla
data della prima.
Il quorum varia inoltre a seconda che si tratti di assemblea ordinaria o straordinaria.
Nei quorum vengono computate solo le azioni attributive del diritto di voto. Lassemblea
moderata da un Presidente. Nellassemblea ordinaria il Presidente assistito da un segretario che si
occuper altres della verbalizzazione dellassemblea.
Lassemblea straordinaria invece deve essere verbalizzata da un notaio cosicch si rende
superflua la presenza di un segretario. Verificati i quorum si procede alla discussione dei punti posti
allordine del giorno. La discussione termina con una fase importantissima, cio quella
dellespressione del voto. Voteranno solo i portatori di azioni che attribuiscono tale diritto.
LE LIMITAZIONI AL DIRITTO DI VOTO

Il codice prevede delle limitazioni allesercizio del diritto di voto.


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Lezione V

Un caso rappresentato dal conflitto di interessi di cui allart. 2373 cod. civ ., come
modificato dal legislatore del 2003. in conflitto di interessi il socio che abbia, per conto suo o di
terzi, un interesse istituzionalmente contrapposto a quello della societ. Si pensi al caso in cui la
societ debba acquistare un immobile del socio. In questa ipotesi il socio avr linteresse personale
ad avere il prezzo pi alto possibile mentre linteresse della societ quello di pagare il meno
possibile.
In tal caso il legislatore non arriva a stabilire che il socio non possa esercitare il diritto di
voto ma si limita a fare in modo che tale esercizio non finisca per ledere linteresse della societ.
La delibera adottata sar infatti annullabile solo nellipotesi in cui sussistano due
requisiti:
1. il danno potenziale;
2. la prova di resistenza;
Il danno potenziale si ha tutte le volte in cui la delibera potr essere astrattamente lesiva
dellinteresse sociale. Non si avr danno potenziale se il socio, ad esempio, abbia votato contro il
suo interesse ed a favore dellinteresse della societ.
La prova di resistenza lessenzialit del voto del socio in conflitto di interessi. Il voto di
tale socio non sar stato essenziale se, togliendo dal calcolo tale voto, la delibera sarebbe stata presa
comunque. In questo caso il voto del socio in conflitto di interessi non ha inciso sulla scelta della
societ e dunque la delibera non sar annullabile.
Il secondo comma dellart. 2373 cod. civ. disciplina un caso in cui il conflitto di interessi
in re ipsa cosicch la delibera sar sempre annullabile. Gli amministratori non possono cio votare
nelle deliberazioni riguardanti la loro responsabilit.
Limitazioni al diritto di voto possono nascere daesistenza di un sindacato di voto.
Il sindacato di voto un patto parasociale. I patti parasociali sono accordi stipulati tra i soci
in relazione al funzionamento della societ. Tali patti si dicono parasociali perch non vengono
inseriti nello statuto. Il sindacato di voto il patto parasociale con il quale una pluralit di soci si
accordano circa il modo di votare in una o pi assemblee. Ci per non implica che il socio
non possa votare diversamente dallaccordo assunto.
Qualora il socio per decida di disattendere limpegno assunto nel sindacato e di votare
diversamente da quanto stabilito sar tenuto al risarcimento del danno nei confronti degli altri soci
che hanno aderito al sindacato. Egli infatti sar incorso in un inadempimento contrattuale.
Linadempimento contrattuale d luogo allobbligo di risarcire il danno (art. 1218 cod. civ.).
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Diritto Commerciale

Lezione V

Altri limiti derivano dalla possibilit che un socio si faccia rappresentare da altri in
assemblea.
Lammissibilit della rappresentanza in assemblea ha costituito per anni un vivo problema,
poich determinava il fenomeno del rastrellamento delle deleghe, in forza dellistituzionale
disinteresse dei risparmiatori alla gestione societaria con conseguente creazione di gruppi di potere
fittizi.
A tale scopo, la 216 del 74 ha introdotto alcuni importanti limiti, oggi recepiti dal
legislatore del 2003.
La delega non pu essere rilasciata in bianco e deve essere conferita per iscritto. Essa deve
restare depositata negli atti della societ ed sempre revocabile.
Esistono inoltre dei soggetti incapaci di rappresentare i soci. Tali sono gli amministratori, i
sindaci ed i dipendenti della stessa societ o di societ controllate.
Inoltre esistono dei limiti numerici, per cui una stessa persona non pu rappresentare pi di
un dato numero di soci (20, 50, 100, 200) a seconda delle dimensioni della societ.
La verbalizzazione
L ultima fase dellassemblea quella della verbalizzazione che, nel caso di assemblea
straordinaria, spetta al notaio.
La nuova formulazione dellart. 2375 cod. civ. ha espressamente disposto che dal verbale
deve risultare, anche in allegato, lidentit dei singoli partecipanti allassemblea e il capitale da
ciascuno sottoscritto (cd. verbale analitico).
Allultimo comma, inoltre, intervenendo su una questione gi posta in dottrina, il legislatore
ha consentito che il verbale possa essere anche non contestuale all assemblea, purch sia
tempestivo.
tempestivo il verbale che sia redatto senza ritardo, nei tempi necessari per la tempestiva
esecuzione degli obblighi di deposito e di pubblicazione.

4.2

Linvalidit delle delibere assembleari

Prima della riforma del 2003, la disciplina delle delibere assembleari costituiva una vistosa
deroga alle regole generali in tema di invalidit. La differenza tra le cause di nullit e quelle di

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Lezione V

annullabilit non era infatti data dalla gravit del vizio, come normalmente accade, ma dal tipo di
vizio.
Se si trattava di un vizio di procedimento, si aveva la sanzione dellannullabilit; nel caso di
vizi di contenuto, la sanzione era quella della nullit.
Il sistema era anomalo al punto tale che la giurisprudenza aveva elaborato una categoria,
quella delle delibere inesistenti.
Tali erano quelle che presentavano un vizio di procedimento talmente grave da non poter
essere assoggettate ai ristretti termini per limpugnativa delle delibere annullabili.
Il legislatore del 2003 ha preso atto di questo disagio ed ha dato una pi compiuta disciplina
delle delibere nulle. Oggi pertanto lannullabilit disciplinata dagli art. 2377 e 2378 cod. civ.; la
nullit dagli art. 2379, 2379-bis e ter. Lart. 2377 c.c. stabilisce che sono annullabili le delibere non
conformi alla legge o allatto costitutivo.
Soggetti legittimati ad agire sono i soci assenti, dissenzienti o astenuti; dagli amministratori,
dal consiglio di sorveglianza o dal collegio sindacale.
Non ogni singolo socio per oggi portatore del potere di azione per far dichiarare
lannullamento della delibera. Limpugnazione potr, infatti, essere proposta dai soci che
rappresentino il cinque
per cento del capitale sociale (o luno per mille se la societ quotata).
In mancanza, i singoli soci potranno solo agire per chieder il risarcimento del danno.
Sono stati inoltre limitati i casi di impugnativa, prevedendosi che la deliberazione non potr
essere impugnata:
per la partecipazione di persone non legittimate, salvo che tale partecipazione sia stata
determinante;
per linvalidit dei singoli voti o per il loro errato conteggio, salvo che il voto invalido o
lerrato conteggio sia stato determinante
per lincompletezza o inesattezza del verbale, salvo che impediscano laccertamento del
contenuto, degli effetti e della validit della deliberazione.
Il termine per proporre limpugnazione di novanta giorni e decorre dal giorno della
deliberazione.
Se questa soggetta a deposito dal giorno del deposito e se soggetta ad iscrizione, dal
giorno delliscrizione.

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Lezione V

Lart. 2378 cod. civ. detta le norme in tema di procedimento stabilendo che il giudice
competente a conoscere delle cause relative allannullabilit delle delibere assembleari il tribunale
del luogo dove ha sede la societ.
Con una norma assolutamente innovativa, il legislatore del 2003 ha stabilito che lesistenza
delle percentuali (cinque per cento o un per mille) per chiedere limpugnativa deve sussistere per
tutta la durata del processo.
Qualora, di contro, alcuni dei soci che hanno proposto limpugnativa, alienino le proprie
azioni, il giudice non potr pi dichiarare lannullamento della delibera, ma dovr limitarsi a
decidere sul risarcimento del danno. Si tratta di una norma volta a disincentivare le impugnative
pretestuose.
La presentazione del ricorso non determina automaticamente la sospensione dellefficacia
della delibera. Sar il giudice che, su richiesta dei ricorrenti e solo in caso di eccezionale e motivata
urgenza potr ordinare con decreto motivato la sospensione della deliberazione.
Nel caso in cui la delibera venga annullata, restano comunque salvi i diritti acquistati dai
terzi in buona fede. In ogni caso, non potr aversi annullamento qualora la delibera sia stata
sostituita da un'altra conforme a legge e questultima sia stata iscritta nel registro delle imprese.
Molto pi ricca oggi la disciplina della nullit delle delibere assembleari. Bisogna, al
riguardo, distinguere varie ipotesi: mancata convocazione, mancata verbalizzazione (vizi di
procedimento
che, alla stregua delle nuova normativa determinano nullit).
In questo:
lazione potr essere proposta da chiunque vi abbia interesse e la nullit potr essere
rilevata dufficio dal giudice;
il termine per limpugnativa di tre anni ;
il vizio sanabile poich: in caso di mancanza di convocazione la nullit, in primo luogo,
non potr essere fatta valere da chi abbia prestato il suo assenso alla assemblea (art. 2379 bis, 1
comma cod. civ.).
Inoltre, se la delibera ha ad oggetto operazioni sul capitale sociale (fatta eccezione per la
riduzione per perdite) o lemissione di obbligazioni, il vizio rester completamente sanato dopo che
saranno trascorsi novanta giorni dalliscrizione della delibera nel registro delle imprese (art. 2379
ter, 1 comma cod. civ.). In caso di mancanza di verbalizzazione, una verbalizzazione successiva
saner il vizio purch compiuta prima dellassemblea successiva. Inoltre, se la delibera ha ad
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Lezione V

oggetto operazioni sul capitale sociale (fatta eccezione per la riduzione per perdite) o emissione di
obbligazioni la sanatoria scatta trascorsi novanta giorni dallapprovazione del bilancio dellesercizio
nel corso del quale la deliberazione stata anche parzialmente eseguita (art. 2379 ter, 1 comma
cod. civ.).

4.3

Gli amministratori. Il sistema tradizionale

Prima della riforma, infatti, era inderogabilmente previsto che il potere di gestione spettasse
agli amministratori, laddove il controllo sugli stessi spettasse al collegio sindacale.
Il sistema non si , per, rivelato sempre efficace dal momento che controllori e controllati,
essendo nominati dallassemblea ordinaria, erano espressione dello stesso gruppo di comando, con
la conseguenza che ci creava prevedibili collusioni tra i due organi e generava una inaccettabile
tolleranza nei confronti delle irregolarit commesse dagli organi di gestione.
Il legislatore del 2003 dunque intervenuto in maniera incisiva sulla materia ed ha in primo
luogo stabilito che il sistema costituito da amministratori e collegio sindacale fosse solo uno dei
possibili schemi che la societ potr utilizzare .
Nello statuto (oppure in una delibera dellassemblea) la societ potr infatti optare per
sistemi di gestione alternativi, che il codice stesso definisce:
sistema dualistico;
sistema monistico;
Questi si andranno ad affiancare al sistema tradizionale.
Il sistema tradizionale stato modificato attraverso lintroduzione della figura del revisore
contabile.
Fermo restando che lo statuto societario pu optare per un sistema gestorio differente, la
societ potrebbe preferire il sistema tradizionale.
Prima della riforma, esso prevedeva esclusivamente due organi: gli amministratori,dotati del
potere di gestione, cio del potere di compiere tutti gli atti che rientrano
nelloggetto sociale, e il collegio sindacale, preordinato al controllo contabile e di gestione
sulloperato degli amministratori.
Oggi, al fine di garantire che lorgano di controllo sia formato da persone dotate di adeguate
competenze professionali, stata introdotta altres la figura del revisore contabile che condivider
con i sindaci il compito di controllare lattivit sociale, esercitando il cd. controllo contabile.
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4.4

Lezione V

Gli amministratori

Gli amministratori sono lorgano cui affidata, in via esclusiva, la gestione sociale.
La societ pu avere un unico amministratore, nel qual caso si parla di amministratore unico
o pi amministratori. In questultimo caso, essi costituiscono un organo collegiale, detto Consiglio
damministrazione (cd. CdA). Il consiglio pu, a sua volta, delegare le sue funzioni ad altri organi:
- lamministratore delegato, se unico;
- il comitato esecutivo, se le funzioni vengono delegate a pi di un amministratore.
Nel caso in cui si vogliano creare questi due ulteriori organi, la previsione astratta della loro
ammissibilit deve essere contemplata nello statuto ovvero deve essere successivamente deliberata
dallassemblea.
Il legislatore del 2003 ha dettagliatamente disciplinato il rapporto tra lorgano
amministrativo ed i suoi delegati, con ci ponendo fine ad una serie di questioni che, prima della
riforma, si ponevano in dottrina.
Al Consiglio di Amministrazione delegante resteranno pieni poteri. Esso potr, pertanto,
sempre impartire direttive agli organi delegati ed avocare a s operazioni rientranti nella delega, con
la conseguenza che risulta oggi chiaro che il C.d.A. non si spoglia dei suoi poteri, delegandoli.
Il legislatore ha stabilito che tale organo avr altres degli obblighi di vigilanza sullattivit
dei delegati, nonch di informazione sullassetto organizzativo, amministrativo e contabile.
Lart. 2381 u.c. cod. civ. stabilisce, infatti, che gli amministratori sono tenuti ad agire in
modo informato e possono chiedere che gli organi delegati forniscano informazioni agli altri
amministratori.

4.5

Nomina degli amministratori. Durata

I primi amministratori vengono nominati nellatto costitutivo; gli altri, saranno


successivamente nominati dallassemblea ordinaria.
Eccezioni sono previste da tre norme:
- art. 2351 cod. civ., che stabilisce che lo statuto potr riconoscere ai portatori di strumenti
finanziari la possibilit di nominare un proprio consigliere indipendente, determinandone altres le
modalit di nomina;

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Lezione V

- art. 2449 cod. civ., che attribuisce poteri di nomina di uno o pi amministratori (ovvero
anche di sindaci e membri del comitato di sorveglianza) allo Stato o ad altri enti pubblici economici
qualora questi possiedano delle partecipazioni nella Spa e purch sia previsto nello statuto;
- art. 2450 cod. civ., che attribuisce poteri di nomina di uno o pi amministratori (ovvero
anche di sindaci e membri del comitato di sorveglianza) allo Stato o ad altri enti pubblici economici
anche nel caso in cui questi non possiedano alcuna partecipazione nella Spa, laddove ci sia
previsto dalla
legge o dallo statuto.
Possono essere nominati amministratori sia soci che non soci. Lincarico precluso a coloro
che risultino interdetti, inabilitati, falliti o condannati ad una pena che comporti linterdizione,
anche temporanea, dai pubblici uffici (2382 cod. civ.). Lart. 2387 cod. civ., introdotto dal
legislatore del
2003, ha inoltre stabilito che lo statuto pu subordinare lassunzione della carica al possesso
di speciali requisiti di onorabilit, professionalit ed indipendenza. In tal caso, essi decadranno dalla
carica, qualora perdano siffatti requisiti.
Gli amministratori cos nominati durano in carica non pi di tre esercizi; sono rieleggibili;
sono revocabili in qualunque tempo dallassemblea, fermo restando il diritto ad ottenere il
risarcimento del danno qualora la revoca sia sfornita di giusta causa.
La nomina degli amministratori un atto unilaterale.
Gli amministratori che decidano di accettare lincarico devono, entro 30 gg. Dalla notizia,
chiedere liscrizione nel registro delle imprese, indicando le loro generalit, precisando se sono
dotati del potere di rappresentanza e se questa congiuntiva o disgiuntiva.

4.6

Cessazione dallincarico

La cessazione dallincarico pu avvenire, oltre che per morte o sopravvenuta incapacit di


ricoprire lufficio, anche per rinunzia dellamministratore, scadenza del termine ovvero per revoca
da parte dellassemblea.
Per evitare soluzioni di continuit, il legislatore ha disciplinato il momento a partire dal
quale gli effetti della cessazione della carica si produrranno. Si pu distinguere tra:
-ipotesi di cessazione della carica con effetti differibili. Tali sono la scadenza del termine e
la rinunzia. In questo caso, infatti, la cessazione diventer immediatamente efficace solo laddove
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resti in carica pi della met degli amministratori. Qualora, di contro, venga a mancare la
maggioranza degli amministratori, si verificher il fenomeno della cd. prorogatio dellincarico, in
base al quale la cessazione risulta differita fino allaccettazione dei nuovi;
-ipotesi di cessazione della carica indifferibili. Tali sono la sopravvenuta incapacit, morte,
ecc.
In queste ipotesi, se rimane in carica pi della met degli amministratori, questi
procederanno ad una nomina provvisoria (detta nomina per cooptazione), previa approvazione
del collegio sindacale, e purch la maggioranza sia sempre costituita da amministratori nominati
dallassemblea.
In tal caso, tuttavia, la nomina dovr essere ratificata dalla prima assemblea successiva alla
cessazione.
Se rimane in carica meno della met degli amministratori, i restanti dovranno senzindugio
convocare lassemblea.
Qualora, infine, dovessero venire a mancare tutti gli amministratori, lassemblea dovr
essere convocata dal collegio sindacale, che nel frattempo compir gli atti di gestione ordinaria.

4.7

Delibere consiliari. Limpugnazione

La disciplina delle delibere del Cda stata completamente modificata dal legislatore il quale
ha risolto molte questioni che in passato erano state poste dalla dottrina.
Lart. 2388 cod. civ. in primo luogo richiede un quorum costitutivo ed uno deliberativo,
precisando tuttavia che lo statuto pu prevedere quorum differenti. La stessa norma segna, per, il
tramonto del metodo collegiale (almeno secondo la sua concezione tradizionale), stabilendo che le
riunioni,

ove

previsto

nello

statuto,

possano

avvenire

anche

mediante

mezzi

di

telecomunicazione.
Lart. 2388, 3 comma cod. civ., colmando una lacuna da sempre individuata dalla dottrina
ha espressamente previsto la possibilit di impugnare la delibera consiliare .
Nessun problema genera il riconoscimento della legittimazione ad impugnare tali delibere ai
sindaci nonch agli amministratori assenti e dissenzienti; il problema nasce dallattribuzione del
potere di impugnativa ai soci qualora si tratti di delibere lesive dei loro diritti.
Lazione potr essere esercitata entro il termine di 90 giorni dalla data della deliberazione.

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Prima della riforma del 2003, limpugnativa della delibera consiliare era espressamente
prevista solo per il caso di amministratore che avesse un interesse in conflitto con quello della
societ.
Il che aveva posto in dottrina il problema di stabilire cosa dovesse intendersi per conflitto di
interessi e se esistessero altre ipotesi di impugnativa delle delibere consiliari.
Mentre questultimo problema stato risolto dal nuovo art. 2388 cod. civ., il primo, quello
appunto relativo al conflitto di interessi dellamministratore, stato affrontato nella nuova
formulazione dellart. 2391 cod. civ. Esso, in primo luogo, non fa pi riferimento al concetto di
conflitto di interessi, limitandosi a disciplinare lipotesi in cui un amministratore abbia un
interesse,
personale o per conto terzi, in una operazione. Qualora dunque lamministratore abbia un
interesse in unoperazione, sar tenuto a rispettare un obbligo positivo ed uno negativo:
-obbligo positivo, che consister nel dovere di informare gli altri amministratori e il collegio
sindacale di tale interesse, precisandone la natura, i termini, lorigine e la portata;
-obbligo negativo, che consister nel divieto di votare nella relativa delibera. Tale obbligo
grava solo sullamministratore delegato.
Il terzo comma di tale norma stabilisce che la delibera sar tuttavia annullabile non solo in
caso di inosservanza degli obblighi previsti dai due commi precedenti (informazione, astensione
dellamministratore delegato e motivazione della delibera), ma altres nel caso di deliberazione del
consiglio o del comitato esecutivo adottate con il voto determinante dellamministratore interessato,
qualora possano recare danno alla societ.
Tornano pertanto i requisiti gi richiesti in passato per limpugnazione della delibera
consiliare, cio danno potenziale e prova di resistenza, con lulteriore aggravante che, essendo
abbandonato il riferimento al conflitto di interessi, sarebbe lecito chiedersi se la delibera presa con il
voto determinante dellamministratore in conflitto di interessi sia annullabile anche nellipotesi in
cui il danno sia causato da tuttaltro motivo che il perseguimento dellinteresse
dellamministratore.
A ci si aggiunga che la norma precisa che la delibera che potr essere impugnata solo
dagli amministratori e dai sindaci entro 90 giorni dalla sua data non potr essere impugnata da
colui che abbia votato a favore della delibera qualora sia stato rispettato lobbligo di informazione
di cui al primo comma. La delibera pertanto potr sempre essere impugnata dagli amministratori
assenti
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Diritto Commerciale

Lezione V

e dissenzienti e, qualora sia stato violato lobbligo di informazione, altres da coloro che
votarono a favore della delibera. In ogni caso, lamministratore risponder dei danni cagionati alla
societ.
Lultimo comma dellart. 2391 cod. civ. stabilisce inoltre, inoltre, che lamministratore
risponde altres dei danni che siano derivati alla societ dalla utilizzazione a vantaggio proprio o di
terzi di dati, notizie o opportunit di affari appresi nellesercizio del suo incarico.

4.8

Competenze. Diritti ed obblighi degli amministratori

Dal contratto di amministrazione nascono per gli amministratori diritti ed obblighi.


Il diritto principale quello di percepire un compenso in danaro, che viene stabilito o
nellatto di nomina ovvero dallassemblea. Gi prima della riforma era previsto che il compenso
degli amministratori potesse essere costituito, in tutto o in parte, da una partecipazione agli utili, ma
la nuova formulazione dellart. 2389 cod. civ. ha aggiunto la possibilit di compensare gli
amministratori con il diritto di sottoscrivere a prezzo predeterminato azioni di futura emissione.
Quanto agli obblighi, gli amministratori saranno tenuti ad adempiere a due categorie di
obblighi: obblighi generici, consistenti nel compimento di tutti quegli atti che rientrano nelloggetto
sociale; obblighi specifici, previsti dalla legge e dallatto costituivo.
Obbligo specifico previsto, ad es., dalla legge il divieto di concorrenza con la societ (art.
2390 cod. civ.).
La formazione della volont della societ (cd. potere gestorio) spetta allassemblea o al
consiglio damministrazione, mentre il potere di esternare quanto deciso (cd. potere di
rappresentanza) spetta o allamministratore unico o, in caso di pluralit di amministratori, al
presidente o agli amministratori delegati, in virt di quanto stabilito dallo statuto.
Vi quindi una scissione fra potere gestorio e potere di rappresentanza. Nel caso in cui
nulla sia detto nellatto costitutivo o nelle delibere assembleari, il potere di rappresentanza spetta
allamministratore unico o al Presidente del Consiglio dAmministrazione ovvero a tutti gli
amministratori congiuntamente.
Nellatto costitutivo esso pu essere attribuito a singoli amministratori, disgiuntamente.
I rappresentanti possono, di regola, porre in essere tutti gli atti che rientrano nelloggetto
sociale, salve le limitazioni imposte dalla legge o dallatto costitutivo.

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Lezione V

Lart. 2384 cod. civ., 2 comma, stabilisce che le limitazioni non sono mai opponibili ai
terzi, anche se pubblicate, salvo che si provi che questi abbiano agito deliberatamente per frodare la
societ.
Non si tratta di far valere la mera conoscenza del limite da parte del terzo, ma di fornire
lexceptio doli, cio la prova di un intento fraudolento. Quando la mancanza di potere deriva da
invalidit della nomina, la tutela dei terzi meno incisiva poich, laddove ci sia stata pubblicit
della nomina stessa, linvalidit opponibile purch la societ provi che i terzi ne fossero a
conoscenza, cio fossero in mala fede.

4.9

Responsabilit degli amministratori

La responsabilit degli amministratori si rivolge in tre distinte direzioni:


-verso la societ (art 2392 codice civile )
-verso i creditori sociali (art. 2394 cod. civ.)
-verso i singoli soci e i terzi (art. 2395 cod. civ.)
Gli amministratori dovranno rispettare gli obblighi ad essi imposti dalla legge e dallo statuto
con la diligenza richiesta dalla natura dellincarico e delle loro specifiche competenze. La nuova
formulazione della norma non fa pi riferimento alla diligenza del mandatario.
La violazione di tali obblighi comporta la responsabilit solidale degli amministratori per il
risarcimento dei danni cagionati alla societ.
Tale responsabilit viene meno in due casi:
1) se esistono amministratori delegati o il comitato esecutivo, poich in questo caso gli atti
saranno direttamente imputabili a colui che li ha posti in essere; Prima della riforma, la norma
faceva espresso riferimento alla cd. culpa in vigilando dei deleganti. La nuova formulazione, di
contro, pur richiamando il 3 comma dellart. 2381 cod. civ. che disciplina in maniera analitica i
compiti che spetteranno al consiglio di amministrazione verso gli organi da questo delegati, si limita
a prevedere la responsabilit per i soli danni derivanti da fatti pregiudizievoli, di cui erano a
conoscenza e che non hanno tuttavia provveduto ad impedire.
2) nel caso di amministratore dissenziente , qualora concorrano due requisiti:
-che sia immune da colpa (requisito sostanziale);
-che abbia manifestato il suo dissenso facendolo annotare sul libro delle adunanze e delle
deliberazioni del Consiglio, e ne abbia dato notizia per iscritto al Presidente del collegio sindacale.
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Lezione V

Prima della riforma del 2003, il codice attribuiva alla sola assemblea (ordinaria) il compito
di deliberare lazione di responsabilit nei confronti degli amministratori
Gi lart. 129 del TUF, per, seppur con riferimento alle sole societ con azioni quotate in
borsa, aveva previsto la possibilit che lazione di responsabilit fosse promossa da una minoranza
qualificata di soci.
Gli amministratori sono espressione di quello stesso gruppo di comando che, in assemblea,
dovrebbe esercitare lazione di responsabilit.
Sulla scia di quanto previsto dal TUF, il legislatore del 2003 ha introdotto questa possibilit
anche per le societ non quotate in un mercato regolamentato, ponendo fine al monopolio
dellassemblea sullazione di responsabilit nei confronti degli amministratori.
Oggi, pertanto, lart. 2393 bis, stabilisce che lazione di responsabilit potr essere esercitata
anche dai soci che rappresentino un quinto del capitale sociale o la diversa misura prevista dallo
statuto.
Nelle societ che fanno ricorso al mercato di rischio, lazione potr essere esercitata dai soci
che rappresentino un ventesimo del capitale sociale.
Resta ferma in ogni caso, anche la competenza dellassemblea ordinaria a deliberare la
suddetta azione.
Lart. 2393 cod. civ. stabilisce, al 2 comma, una deroga alla regola generale in tema di
ordine del giorno, prevedendo che se lazione di responsabilit viene esercitata in sede di
approvazione del bilancio, essa sar valida anche nel caso in cui non figuri nellelenco delle materia
da trattare.
Ci dipende dal fatto che tale elenco viene predisposto dagli stessi amministratori i quali
certo non avranno interesse ad inserire, tra le materia da trattare, lazione di responsabilit nei loro
confronti.

Lart. 2393 cod. civ. garantisce anche una tutela dei soci di minoranza.
La rinunzia o la transazione, infatti, di tale azione non si potr avere tutte le volte in cui
abbia votato contro di essa una minoranza che rappresenti un quinto del capitale sociale.
Inoltre lazione di responsabilit non comporta necessariamente la revoca degli
amministratori. Essi saranno, infatti, revocati dufficio solo qualora lazione di responsabilit sia
votata da tanti soci che rappresentino almeno un quinto del capitale sociale.
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Lezione V

Una maggiore tutela delle minoranza stata, tuttavia, introdotta, dal Tuf e quindi per le sole
societ quotate in borsa. Lart. 129 TUF attribuisce la legittimazione ad agire per la responsabilit
degli
amministratori (si ribadisce, per le sole societ quotate) anche ad una minoranza qualificata
cio a tanti soci che rappresentino almeno un ventesimo del capitale sociale.
Il computo deve essere fatto considerando le sole azioni attributive del diritto di voto. Ci
non significa che alla minoranza che agisce non possano affiancarsi titolari di azioni di risparmio.
Il 2 comma dellart. 129 stabilisce che la proposizione dellazione da parte della
maggioranza non inibisce la rinunzia o transazione dellazione di responsabilit, salvo che abbia
votato contro tali delibere una minoranza qualificata (pari ad un quinto del capitale sociale).
Lazione si prescrive nel termine di cinque anni che decorrono dal momento del verificarsi
del danno (o da quello successivo della cessazione degli amministratori in carica). Si tratta di una
responsabilit contrattuale, cosicch spetter ai soci agenti solo dimostrare linadempimento e il
danno. Gli amministratori, a loro volta, dovranno provare linesistenza della colpa o del nesso di
causalit tra danno ed inadempimento.
Lart. 2394 codice civile attribuisce la possibilit di agire contro gli amministratori ai
creditori sociali nelle ipotesi in cui i primi abbiano violato le norme a tutela dellintegrit del
patrimonio sociale.
Affinch tale azione possa essere esercitata sono necessari due requisiti:
-la violazione degli obblighi volti alla tutela del capitale sociale;
-che il patrimonio sociale sia insufficiente al soddisfacimento del loro credito.
Si molto discusso sulla natura giuridica di questa azione e cio se si tratti di unazione
attribuita, in via autonoma, ai creditori sociali, o se abbia carattere surrogatorio rispetto allazione
attribuita alla societ.
Qualora si aderisse a tale ultima posizione essa potrebbe essere esercitata dai creditori
sociali solo in presenza di uninerzia della societ.
La rinunzia dellazione, ai sensi dellultimo comma, non preclude lesercizio di essa da parte
dei creditori, mentre la transazione preclude loro ulteriori azioni, salvo agire con la revocatoria
(quando sussistano i requisiti, cio il consilium fraudis e leventus damni).
Lart. 2395 cod. civ. stabilisce che le azioni precedenti non pregiudicano i diritti del singolo
socio e dei terzi ad ottenere il risarcimento dei danni subiti.

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Lezione V

Si tratta di una norma residuale e di minima applicazione, poich per esperirla

sar

necessario che si dimostri lesistenza di un danno diretto al singolo socio e di un nesso di causalit
tra il comportamento degli amministratori e il danno.
Per es., nel caso in cui gli amministratori, nascondono il dissesto della societ per
ottenere dalla banca un fido.

4.10 I sistemi alternativi al sistema tradizionale


Il legislatore ha previsto che la societ possa decidere di sottrarsi al modello tradizionale,
oggi caratterizzato non solo dalla figura degli amministratori e dei sindaci, ma altres del revisore
contabile, al fine di optare per un sistema differente.
La scelta di un modello diverso deve essere prevista dallo statuto.
I sistemi alternativi al tradizionale sono il sistema dualistico ed il sistema monistico.
Il sistema dualistico caratterizzato dallesistenza di due organi

(necessariamente

collegiali):
il consiglio di gestione;
il consiglio di sorveglianza;
Il sistema monistico, invece, caratterizzato dalla presenza di un solo organo, cio il
consiglio di amministrazione, al cui interno venga nominato un comitato per il controllo sulla
gestione.

4.11 Il sistema dualistico


Il sistema dualistico stato mutuato dal diritto tedesco. Esso si differenzia dal sistema
tradizionale poich, mentre in questultimo lorgano amministrativo e quello di controllo sono
nominati dallassemblea, nel sistema dualistico lassemblea nomina lorgano di controllo e lorgano
di controllo nomina lorgano amministrativo.
I controllori nominano i controllati. Il consiglio di gestione svolge in via generale le stesse
funzioni che, nel modello tradizionale, spettano agli amministratori; il consiglio di sorveglianza

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Lezione V

assorbe alcune delle competenze dellassemblea (ad es. la nomina e la revoca degli amministratori,
approvazione del bilancio, ecc.).

Il consiglio di gestione composto da almeno due membri nominati dal consiglio di


sorveglianza.
Fanno eccezione i primo consiglieri che vengono nominati nellatto costitutivo. Lo statuto
pu prevedere che un componente sia nominato dai portatori di strumenti finanziario dallo Stato o
da altri enti pubblici, anche non soci. Per garantire lindipendenza dei due organi, si stabilisce che i
membri del consiglio di gestione non possono essere membri del consiglio di sorveglianza e
viceversa. I consiglieri di gestione durano in carica per il periodo previsto dallo statuto e comunque
per un periodo non superiore a tre esercizi. Possono essere revocati prima della scadenza
dallorgano che li ha nominati. Se manca la giusta causa di revoca avranno diritto al risarcimento
del danno.Le funzioni del consiglio di gestione attengono al compimento degli atti che rientrano
nelloggetto sociale.
Lo statuto pu attribuire al consiglio di gestione alcune competenze proprie dellassemblea
straordinaria (istituzione o soppressione di sedi secondarie, la fusione per incorporazione di societ
interamente possedute, ecc.).
Al consiglio di gestione si applicano le norme dettate in tema di amministrazione, in quanto
compatibili. Il consiglio di sorveglianza lorgano deputato al controllo sulla gestione. Esso
pertanto non potr svolgere attivit gestoria.
nominato dallassemblea, salvo i primi che sono nominati dallatto costitutivo. Si richiede
che almeno un componente effettivo del consiglio di sorveglianza sia iscritto allalbo dei revisori
del conti istituiti presso il Ministero della Giustizia. Ulteriori requisiti di indipendenza ed
onorabilit possono essere previsti dallo statuto.I consiglieri durano in carica tre esercizi sociali.
Sono revocabili dallassemblea.

4.12 Il sistema monistico


Il sistema monistico nasce negli ordinamenti anglosassoni. In questo sistema
lamministrazione spetter ad un solo organo, il consiglio di amministrazione. Questo verr

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Lezione V

controllato da un gruppo di soggetti che rappresentano unarticolazione interna del consiglio stesso,
cio il comitato per il
controllo sulla gestione. Si tratta di un sistema pi semplice e flessibile, che consente di
risparmiare
tempo e costi. Il sistema monistico presenta delle similitudini con il sistema tradizionale.
Da esso tuttavia si differenzia per il fatto che manca il collegio sindacale. Ci per non deve indurre
a pensare che gli amministratori non avranno controllo alcuno, dal momento che la legge richiede
che i soggetti che costituiranno il comitato per il controllo sulla gestione debbano avere gli stessi
requisiti di professionalit e di indipendenza che la legge richiede per i membri del collegio
sindacale. Sar inoltre obbligatoria la nomina di un revisore contabile. Lorgano
amministrativo dovr, inoltre, essere necessariamente collegiale. Solo cos si consente, infatti, la
creazione di unarticolazione interna.
Il legislatore detta delle regole molto precise sulla composizione dellorgano amministrativo,
tenendo conto della peculiarit del caso.
Nellambito del consiglio di amministrazione dovr, infatti, differenziarsi tra:
. amministratori esecutivi ed amministratori non esecutivi
. amministratori indipendenti ed amministratori non indipendenti
Gli amministratori esecutivi sono quelli investiti di deleghe o cariche gestorie.
Gli amministratori indipendenti sono quelli che possiedono i requisiti richiesti dallart. 2399
cod.civ.
Almeno un terzo dei componenti del consiglio di amministrazione deve essere in possesso
dei suddetti requisiti. Il comitato per il controllo sulla gestione dovr essere, per intero, costituitola
amministratori indipendenti e non esecutivi.
Essi dovranno, inoltre possedere i requisiti di onorabilit e professionalit eventualmente
stabiliti dallo statuto.
Il comitato sar formato da un numero minimo di tre membri nominati, di regola, dallo
stesso consiglio di amministrazione. Lo statuto potr attribuire tale competenza allassemblea.
La durata del comitato di controllo coincide con quella del consiglio di amministrazione.

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4.13 Il sistema del controllo


Anche per quel che riguarda il controllo bisogna differenziare tra il sistema tradizionale ed i
sistemi alternativi.
Nel sistema tradizionale lorgano che esercita il controllo il collegio sindacale. Si tratta di
un controllo sulla gestione poich, solo nel caso di cui allart. 2409bis cod. civ., al collegio
sindacale potr essere attribuito anche il controllo contabile.
Di regola, dunque, il controllo contabile spetta, oggi, ad un organo esterno, cio il revisore
dei conti (o ad una societ di revisione).
Nei sistemi alternativi la scissione tra il controllo sulla gestione e quello contabile

inderogabile.
Il controllo sulla gestione verr esercitato dal consiglio di sorveglianza o dal comitato per il
controllo sulla gestione; il controllo contabile dal revisore dei conti o da una societ di revisione.

4.14 Il collegio sindacale


Nel sistema tradizionale, il collegio sindacale lorgano che esercita il controllo sugli altri
organi, cio amministratori ed assemblea. Si tratta prima di tutto di un controllo interno alla stessa
societ; in secondo luogo, di un controllo sulla gestione, posto che il controllo contabile oggi
affidato al revisore dei conti.

La disciplina del collegio sindacale stata oggetto di diverse

modifiche, volte ad
accrescere le garanzie di indipendenza dellorgano. Le prime innovazioni si ebbero con la
riforma del 1974 che introdusse la certificazione contabile delle societ di revisione; la legge n. 88
del 1992 (con cui si data attuazione in Italia allottava direttiva comunitaria) ha istituito il registro
dei revisori contabili ed ha in parte modificato la disciplina del codice; il TUF ha radicalmente
ridisegnato funzioni, composizione e poteri del collegio sindacale nelle societ quotate, privandolo
del potere di controllo della contabilit. Infine la stessa innovazione stata portata dal legislatore
del 2003 nelle societ non quotate in mercati regolamentati.
Il collegio sindacale si compone di tre o cinque membri effettivi e due supplenti.
Lassemblea sceglie tra i membri del collegio un presidente. I membri del collegio sindacale
devono essere soggetti indipendenti e qualificati.
Lindipendenza si evince dal fatto che essi possono essere revocati solo per giusta causa,
previo accertamento giudiziale, e dal fatto che il loro compenso viene stabilito direttamente

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dallassemblea allatto della nomina e resta invariato per lintero periodo, onde evitare ricatti o
commistioni.
Sono, inoltre, per lo stesso scopo, istituite cause di ineleggibilit per coloro che abbiano
rapporti familiari o contrattuali con gli amministratori (tenendo conto, ad esempio, che il padre di
un amministratore non potr essere obiettivo nel controllare il lavoro svolto dal figlio). In realt il
tentativo stato vano, poich controllori e controllati sono pur sempre esponenti della stesso gruppo
di comando. Si tratta altres di soggetti qualificati poich essi devono essere dotati di particolari
requisiti di professionalit. Almeno un membro effettivo ed un supplente devono, infatti, essere
scelti tra gli iscritti nel registro dei revisori contabili istituito presso il Ministero della giustizia.
I restanti membri devono comunque essere scelti tra i soggetti iscritti in appositi albi
professionali.

4.15 Funzioni del collegio sindacale


Le funzioni del collegio si sostanziano, prima di tutto, in un potere di controllo sullattivit
degli amministratori. I sindaci rispondono, perci solidalmente con gli amministratori per i danni
da
questi cagionati. Su di essi grava per una:
1) responsabilit esclusiva per la violazione degli obblighi ad essi imposti e per la verit
delle loro attestazioni;
In tal caso essi rispondono solidalmente, salvo per coloro che dimostrino di essere esenti da
colpa, facendo ci risultare dal libro delle adunanze e delle delibere del collegio sindacale.
2) responsabilit concorrente con quella degli amministratori, ma limitatamente ai danni che
avrebbero potuto evitare, vigilando sulloperato degli amministratori.
Si tratta di una cd. culpa in vigilando, poich essi rispondono solo per i danni che i sindaci
avrebbero potuto evitare se avessero esercitato il loro controllo con ladeguata diligenza. In queste
ipotesi, avranno, per, diritto di regresso verso gli amministratori per quanto pagato.
Saranno, altres titolari di un potere di controllo sostitutivo sugli amministratori (avendo
lobbligo, per es., di convocare lassemblea quando questi non lo facciano) o dellassemblea (per
es., quando lassemblea non provveda alla riduzione obbligatoria del capitale sociale).

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4.16 Il controllo contabile


Ai senti degli art. 2409-bis e ss cod. civ. (introdotti dalla riforma del 2003) il controllo
contabile sulla societ esercitato da un revisore contabile o da una societ di revisione iscritti nel
registro istituiti presso il Ministero della giustizia. Nelle societ che fanno ricorso al mercato del
capitale di rischio, il controllo contabile deve essere esercitato da una societ di revisione, iscritta
nel registro
dei revisori contabili.
Il revisore o la societ di revisione si occuper di verificare la regolarit della tenuta delle
scritture contabili; di verificare se il bilancio di esercizio e il bilancio consolidato di gruppo
corrispondono alle risultanze delle scritture contabili; di redigere una relazione contenente un
giudizio sul bilancio di esercizio e, ove richiesto, sul bilancio consolidato di gruppo.
Lincarico di svolgere il controllo contabile conferito dallassemblea, sentito il collegi
sindacale.
Lincarico dura tre esercizi e lincaricato potr essere revocato solo per giusta causa, sentito
il parere del collegio sindacale. A tutela dellindipendenza di tale soggetto, la deliberazione di
revoca deve essere approvata con decreto del tribunale, sentito linteressato.

4.17 Il controllo giudiziario


Anche la denunzia al tribunale, disciplinata dallart. 2409 cod. civ. stata oggetto di
modifiche da parte del legislatore del 2003. Lart. 2409 cod. civ. prevede un particolare tipo di
controllo sulle societ. Si tratta del controllo giudiziario poich viene esercitato dallautorit
giudiziaria.
Limportanza di tale istituto consiste nel fatto che il rimedio di cui allart. 2409 cod. civ. pu
essere attivato da una minoranza qualificata, cio da tanti soci che rappresentino almeno il decimo
del capitale sociale (o un ventesimo se si tratta di societ con azioni quotate in borsa).

In realt un primo potere interno attribuito ad ogni socio. Lart. 2408 cod. civ. prevede,
infatti, la possibilit di denunciare i fatti censurabili al collegio sindacale.
Se tale denuncia viene fatta da un singolo socio, non sorge in capo al collegio sindacale un
obbligo specifico, ma solo quello generico di tenerne conto nella relazione allassemblea; se,
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invece, viene fatta da tanti soci che rappresentino almeno un ventesimo capitale sociale, sorge un
obbligo specifico di indagine. Se i fatti risultano fondati, il collegio dovr convocare lassemblea
per rimuovere le irregolarit. Altrimenti, bisogner comunque far menzione della denunzia nella
assemblea successiva.
Lart. 2409 cod. civ. prevede per un passo ulteriore, stabilendo che una minoranza pi
cospicua, potr scavalcare il collegio sindacale (che spesso colluso con gli amministratori) e adire
lautorit giudiziaria, purch esista il fondato sospetto di gravi irregolarit.
La nuova formulazione della norma per consente un intervento meno incisivo rispetto al
passato. Il tribunale inizier infatti lindagine sui fatti denunziati e potr ordinare lispezione della
amministrazione. Non potr per ordinare lispezione e sar tenuta a sospendere il procedimento
qualora lassemblea provveda a sostituire gli amministratori e i sindaci con soggetti di adeguata
professionalit. In ogni caso, qualora il tribunale accerti che le irregolarit sussistono, il tribunale
pu intervenire in due modi:
. nei casi meno gravi pu disporre gli opportuni provvedimenti provvisori e convocare
lassemblea per le successive deliberazioni
. nei casi pi gravi, potr revocare gli amministratori e nominare un amministratore
giudiziario, determinandone i poteri e la durata.
Tale amministratore pu proporre lazione di responsabilit contro gli amministratori e i
sindaci. La decisione definitiva rester, in ogni caso, affidata allassemblea. Prima della scadenza
del suo incarico lamministratore giudiziario dovr rendere il conto al tribunale della sua gestione e
convocare lassemblea per la nomina dei nuovi amministratori e sindaci. Egli potr proporre, se dal
caso, la messa in stato di liquidazione della societ o la sua ammissione ad una procedura
concorsuale. Anche su questo punto, rester per sovrana la volont dellassemblea. Il legislatore
del 2003 ha inoltre ampliato il novero dei soggetti legittimati a proporre la denunzia ex art. 2409
cod. civ.. Oggi infatti la legittimazione ad agire non sar riservata al solo pubblico ministero (che,
oggi, potr agire ex art. 2409 cod. civ. solo per le societ che fanno ricorso al mercato del capitale
di rischio), ma anche al collegio sindacale, al consiglio di sorveglianza e al comitato per il controllo
sulla gestione.

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