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Vasudevi Reddy
CAPITOLO 1 - UNA QUESTIONE APERTA
L'argomento principale di questo libro si basa sulla concettualizzazione scientifica dominante secondo
cui vi sarebbe una sostanziale distinzione tra corpo e mente. Per questo i bambini piccoli si
troverebbero in uno stato di dis-connessione dal mondo delle altre menti e la loro possibilit di
comprensione e di contatto sarebbe sostanzialmente ridotta.
Reddy propone quindi l'Approccio in Seconda Persona che permette di valutare i bambini all'interno
del contesto ed un concetto di Consapevolezza che si basa sul coinvolgimento emotivo tra individui
(sia bambini che adulti). Questo conduce ad una pratica che prevede il coinvolgimento reciproco
genitore-bambino come strumento necessario dello sviluppo.
necessariamente passare dalla condivisione, che considerata come pre-requisito (e non come
conseguenza);
- Teoria della Simulazione: si basa sulla concezione che, riconoscendo la situazione in cui laltro si
trova, lindividuo mette in atto una simulazione di ci che proverebbe in quella situazione. La critica a
questo approccio riguarda sopratutto la mancanza di spinta e di motivazione alla comunicazione.
2. Approccio in Terza Persona: le rappresentazioni mentali dellaltro provengono dallosservazione
dellaltro e si sviluppano tramite il controllo delle ipotesi e la deduzione. Questo sarebbe possibile per
solo dopo i 4 anni, perch necessario un processo di astrazione e mentalizzazione. Di questo
approccio fa parte la Teoria della Mente (o Theory-Theory) secondo cui interpretando gli schemi
dazione degli altri e le diverse occorrenze, lindividuo tende a formulare ipotesi teoriche e deduzioni
sulle menti altrui. La critica a questa visione viene per sopratutto dalla negazione dell'intersoggettivit
del bambino e al fatto che la formulazione di teorie da parte del bambino andrebbe a negare
l'esistenza di quei "qualia (stati affettivi qualitativi) che contraddistinguono ogni essere umano e lo
differenziano dagli altri.
Si giunge quindi a considerare che, se si considera l'esistenza di un Gap, si deve negare la possibilit
di "leggere le menti" e la conseguente partecipazione attiva del bambino.
elementi che portano allo sviluppo del concetto del S (e non ne sono quindi il risultato) e formano
quindi le basi per la successiva Autoconsapevolezza, la quale sia personale che in relazione
all'altro.
sopratutto non colgono lo "stile" (sia esso pi bizzarro o normale) con cui essa compiuta;
- Aiutare le Intenzioni degli Altri: gi a 3/4 mesi il bambino in grado di riconoscere unazione
incompiuta delladulto e la forma che andrebbe ad assumere, e riesce a cooperare ed accomodarsi
allintenzione delladulto. Che questo non sia portato da una "semplice" comprensione della traiettoria
dell'azione o dal desiderio relativo a quell'azione del bambino comprovato da due elementi:
- i bambini autistici non attuano comportamenti di aiuto delle intenzioni degli altri;
- l'aiuto delle intenzioni compiuto anche in azioni che il bambino non desidera.
- Obbedire alle Intenzioni Altrui: intorno agli 8/9 mesi il bambino comincia a cogliere le intenzioni altrui
al di fuori del coinvolgimento immediato e mostrano accondiscendenza o contrariet ai comandi e alle
proibizioni, consapevoli (in entrambi i casi) delle aspettative e dellintenzionalit delladulto. Sembra
inoltre (anche se i dati empirici a tal proposito sono ancora scarsi) che in gioco vi sia anche un
equilibrio portato da rinforzi positivi per i comportamenti corretti;
- Scoprire le Perturbazioni delle Azioni Intenzionali: intorno agli 8/9 mesi il bambino in grado di
riconoscere una perturbazione e di ricercare nelladulto linformazione sul problema e la motivazione
che provoca una certa azione. la presenza del problema che permette di verificare lintenzionalit
delle azioni altrui e di correggere i fraintendimenti comunicativi.
- Perturbare le Intenzioni dell'Altro: rispetto alla perturbazione di un'azione (utilizzare quindi atti
comportamentali insoliti o socialmente inaccettati) i bambini dimostrano, con la loro reazione di
sorpresa, di essere gi a conoscenza delle intenzioni altrui, tanto da notarne le evidenti modifiche o
incoerenze. Gi a partire dai 9/10 mesi cominciano a comparire le prime forme di presa in giro. Tra
esse si sviluppano principalmente alcuni Tipi di Provocazione:
- Scherzare con Non-Collaborazione: provocare ladulto tentando di compiere una
proibizione;
- Scherzare Provocando: rispondere o attivare unazione che susciti una risposta
nellaltro.
La presa in giro in genere suscitata da una nuova interazione e spesso, nel tempo, diventa un gioco.
chiaro nella presa in giro la consapevolezza del bambino per la direzione e forma delle intenzioni
altrui.
E' stato anche rilevato che i bambini autistici, rispetto ai bambini normodotati o con la Sindrome di
Down, dimostrano scarsa capacit di attuazione di questi elementi di scherzo, in quanto manca loro la
capacit di rilevare le intenzioni altrui.
Rispetto allo Sviluppo della Consapevolezza delle Intenzioni bisogna partire dalla considerazione
che tutte le forme di coinvolgimento intenzionale e autentico (quindi non preordinato e routinario), ma
sopratutto il gioco e la presa in giro, portano ciascun soggetto al'interno delle intenzioni dell'altro. Essa
si sviluppa poi nel bambino attraverso il coinvolgimento emotivo con ladulto e attraverso il gioco il
bimbo apprende il ritmo alternato con laltro, ma anche le reazioni emotive, lintenzionalit e il
coinvolgimento reciproci.
In un progressivo sviluppo le Intenzioni degli altri vengono apprese:
- inizialmente in prima persona, sentendo la stessa azione nel proprio corpo;
- in seconda persona, percependole come a s dirette;
- infine in terza persona, come rappresentazioni concettuali.
Concetto fondamentale rimane comunque la Reciprocit del Coinvolgimento.
Nell'Autismo si riscontrano deficit nellimitazione, difficolt nellubbidire, nel far fronte ai
fraintendimenti comunicativi e una modalit atipica di presa in giro, con una frequenza inferiore
rispetto agli altri bambini.
L'aspetto pi importante la reciprocit della presa in giro, che la rende valida solo se compresa dagli
altri.
Le Motivazioni per Prendere in Giro sono differenti:
- rendere pi profonda la comunicazione, visto che necessario un maggiore impegno interpersonale
per ripristinare lo stato precedente (Nakano);
- creazione di "eventi critici" che permettono di creare nuovi modi di relazione;
- stabilire un contatto profondo sul piano psicologico;
- creare forme di controllo sociale e di bullismo;
- sollecitare forme di coinvolgimento positivo e creare livelli pi profondi di intimit.
proprio corpo come oggetto di inganno (ad es. fingere di piangere per ottenere l'attenzione), a forme
triadiche che tendono a coinvolgere anche gli oggetti esterni.
Rispetto al Perch si Sviluppa la Capacit di Ingannare bisogna considerare, diversamente dalle
teorizzazioni cognitive della "Teoria della Mente", che essa emerge in uno scambio dialogico e
relazionare tra soggetti (in primis tra madre e bambino) e che quindi i bambini si regolano rispetto
alladulto, alle sue risposte e alla tolleranza che mostra rispetto a queste azioni. Si parla allora quindi
di azione sociale e non di risposte apprese in maniera rigida.
Il "carburante" che alimenta queste forme di comportamento relazionare il dialogo emotivo che si
sviluppa quindi in questi contesti specifici, permettendo al bambino di sperimentare, attraverso
l'ingannabilit degli altri, all'interno di s il processo della comunicazione prossimale (sia essa vera o
falsa). Queste sperimentazioni permettono poi successivamente di estendere la capacit di ingannare
anche ad oggetti esterni e distali.