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ISSN 0017-4114

GREGORIANUM
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P O N T IF IC IA
U N IV ERSIT
g r e g o r ia n a

GREGORIANUM
PIERANGELO SEQUERI, Destinazione della verit
HENRYK PIETRAS, Alcuni falsi sconosciuti da Atanasio?
CHRISTIAN M. RUTISIIAUSER, C hristlicher Inkarnationsglaube und interreligiser Dialog
FRANCESCO FIORENTINO, Libert, sapienza e scienza
ROBERT M. DORAN, D iscem m ent and Lonergan

MTAPHYSIQUE, AU JO U R D H U I (PREM IRE PARTIE)

EE5M UN D RUNGGALDIER, M etafisica analitica


GODEHARD BRNTRUP, Self-detennination and th Brain
I

M. COLL DALEMANY, Una nueva m etafisica


HENRY LAUX, l a t t i liliali. hi de Dieu aujourd'hui
PAW Et KAPUSTA, Publish o f Perish?

G regorianum 89, 3 (2008) 727-739

Lettera di Costantino alla Chiesa di Alessandria


e Lettera del sinodo di Nicea agli Egiziani (325)
i falsi sconosciuti da Atanasio?
Dopo la conclusione delle sedute sinodali a Nicea i vescovi ivi presen
ti hanno mantenuto una strana sobriet nel relazionare lo svolgimento del
sinodo.1 Dagli anni che seguono abbiamo una sola testimonianza che con
siste nella Lettera a lla sua parrocchia di Eusebio di Cesarea.2E una testim o
nianza privata, ma molto importante non solo perch la pi antica.
Eusebio scrive delle discussioni dottrinali che accompagnavano la formula
zione del credo, ma non dice una parola sulla scomunica di Ario. Lo si pu
attribuire all'amicizia che lo legava ad Ario e per la quale non ha voluto
compromettere il buon nome di lui, ma si d il caso che questa lettera ci sia
pervenuta tramite Atanasio, il quale non era amico n di Eusebio n di Ario,
e ciononostante ha voluto riportare la lettera alla fine del D e decretis senza
criticare la sua presunta parzialit.
Una relazione ampia e dettagliata di Atanasio proviene soltanto dal
lanno 370, contenuta nella sua lettera ai vescovi africani;3 altre notizie
scarse ci giungono dal D e decretis dell'anno 350. A dire il vero, la lettera agli
Africani in gran parte un collage dei frammenti del De decretis e De synodis. I suoi scritti precedenti non dicono molto sul concilio. Cos nella lette
ra sinodale dallanno 338/339' si dice che Atanasio a Nicea si pronunciava
contro Ario.5 Non sappiamo in quale occasione, perch allora non era anco
ra vescovo, quindi non era neppure membro del sinodo a pieno titolo. Non

' L'articolo presente una versione italiana dell'originale polacco, pubblicato in Vox

Patrum (2008)
HE I, 8 (A ta n a s io , De decretis, 33); T e o d o r e t o , HE I, 12; O P 1TZ 22,42.
HE I, 8, 7-16; per comodit citer sempre per tutti gli atti sinodali una edi
zione bilingue cronologica di questi atti: Alexandria (ca. 370), Acta synodalia (Ann. 50-381),
Synodi et Collectiones Legum, voi. I, a cura di A. B a r o n , H. P ie t r a s , ZMT 37, Wydawnictwo WAM
2006 (in seguito: SCL 1), 265-275.
*Alexandria (338/339), SCL 1, 93-109.
1 S o c ra te ,
3T

eo d o reto,

HENRYK PIHTRAS

!8

i dice invece niente sulla condanna di Ario, anche se ci avrebbe quadrato


lerfettamente. Due anni dopo si svolto un sinodo a Roma, dopo il quale i!
tapa Giulio con altri 50 vescovi si sono pronunciati in difesa di Atanasio,
:acciato via da Alessandria. La lettera post-sinodale,1' che rispecchia lopiione di Atanasio stesso, dice che gli ariani sono stati condannati da tutti i
jartecipanti del grande sinodo di Nicea,7 ma senza precisare se si trattasse
li una sentenza a parte, ossia della formulazione del credo. Gi cinque anni
)rima i vescovi radunati a Gerusalemme, sotto invito esplicito di
Costantino, decisero di annodare la comunione ecclesiale con gli ariani.
\tanasio li presenta tutti come se fossero ariani, ma il testo dice chiara
mente che i vescovi hanno ricevuto gli ariani e non che lo erano loro.
Al di l della lettera di Eusebio, possediamo tre documenti ufficiali che
cinformano sul sinodo di Nicea. Sono la Lettera d el sin odo d i N icea agli
Egiziani,'' la Lettera d i C ostantino a lle Chiese'0 e la Lettera d i C ostantino a lla
C hiesa d A lessandria." La seconda di esse stata conservata da Eusebio, le
altre due erano da sempre conosciute dagli storici, ma prescindendo da
questo sono state scoperte allinizio del secolo XX in una collezione di
manoscritti contenenti le opere di Atanasio.'2 Si quindi sparsa la voce che
tutta la collezione fosse opera di Atanasio stesso,13 lOpitz l'ha pubblicata
con gli scritti di lui,'1 e tutti i manuali lo ripetono. Gli storici antichi avreb
bero ripreso i testi proprio da Eusebio e da questa collezione.
Nel presente articolo sto partendo dalla domanda: come possibile
che Atanasio, partecipante del sinodo e poco dopo vescovo di Alessandria,
non avesse mai citato nessuna di queste lettere in tante apologie pr d om o
su al E gli piaceva citare: soltanto nell A pologia contro gli arian i riporta cin
que lettere di Costantino e diciotto altre!
Esaminiamo da vicino queste lettere perch, a mio avviso, vi qualco
sa che non quadra.

Apologia contro gli ariani 2 1-35; Roma (340/341), SCL 1, 110-123.


: Roma (340/341), 23, 1; SCL 1, 112.
" Hierosolyma (335), 21, 2; SCL 1, 92; Ata n a sio , De synodis 21, 2-7.
5 S o c r a t e , HE I, 9; T e o d o r e t o , HE I, 11.
A t a n a s io ,

10 E u s e b io ,

Vita Constantini III,

1 7 ss; S o crate, H E 1 , 9 .

HE I, 9
13Tutti i documenti di questa collezione enumera E.
di De decretis, Roma, 2001, 41.
" S o crate,

13 C f. E . S c h w a r t z ,

C a tta n eo

nella sua edizione italiana

Zur Geschichte des Athanasius, Gesammelte Schriften

III, B e r lin , 1 9 5 9 .

7 3 n n . (ris ta m p a d a l 1 9 1 1 ).
C f.

H.G. O p it z , Athanasius Werke. Urkunden zur Geschichte des arianischen Streits,


i rifwjETTi HSimbolo di Nicea ed i Costantinopoli, e d i z i o n e c r i t i c a , R o m a , 1 9 6 7 ,

LETTERA DI COSTANTINO

729

La Lettera di Costantino aliti Chiesa d A lessandria'


Costantino Augusto saluta la Chiesa cattolica dAlessandria.
Salve, fratelli amatissimi. Abbiamo ricevuto dalla Divina Provvidenza la grazia
perfetta di riconoscere, liberati da ogni errore, ununica e medesima fede. N
sar data pi oltre al diavolo ansa contro di noi, se tutto quanto fraudolentemente aveva macchinato sar radicalmente sradicato. I dissensi, gli scismi e i
tumulti, in una parola, i mortiferi veleni delle discordie, per volere di Dio ha
dissipati lo splendore della verit. L'Unico, pertanto, che gi per fede sappiamo
esistere, ora tutti esplicitamente adoriamo. Perch ci avvenisse, dietro ispira
zione di Dio convocati nella citt di Nicea il maggior numero possibile di
vescovi, assieme ai quali io stesso, quasi uno di voi, che massimamente si com
piace di essere servo vostro, di persona assunsi lesame della verit.

Costantino si rallegra per la fede comune, cio per il credo di Nicea.


Stando a queste parole, lo scopo principale della convocazione dei vescovi
sarebbe la necessit della sua formulazione. Qualcosa di vero vi devessere,
perch ogni Pontifex M axim us era tenuto a custodire nel Liber P ontifcalis
le formule religiose usate pubblicamente nel culto dellimpero. Non si dice
niente delle altre ragioni, come es. la questione della data di Pasqua.
Neppure si precisa, che tipo di scismi e tumulti lautore avesse in mente.
Fu discusso tutto ed accuratamente esaminato quanto sembrava aver dato
motivo di contrasto e dissenso. E perdoni la Divina Maest le gravi e terribili
parole blasfeme, che relativamente al grande Salvatore ed alla speranza e vita
nostra alcuni empiamente proferirono, adducendo cose contrarie alla
Scritture divinamente ispirate ed alla santa fede e dichiarando di crederle.

Dal credo di Nicea non risulta chiaramente ed immediatamente, contro


quali eretici fosse stato formulato. Potrebbe anche darsi, che non fosse con
tro nessuno, ma sia stato fatto solo perch limperatore ci teneva partico
larmente. Vale la pena di ricordare che nessun sinodo prima si era scom o
dato a formulare una professione di fede. Lunica eccezione costituisce il
sinodo di Antiochia dalla primavera di 325, ma vi era stato mandato Ossio
di Cordova, dallimperatore stesso, probabilmente proprio per questo moti
vo.16 Dai canoni del concilio risulta che sicuramente vi si discuteva delle
opinioni e dei seguaci di Paolo di Samosata (c. 19).
Orbene, come pi di trecento vescovi, ammirevoli per prudenza e intelligenza,
confermarono quellunica e medesima fede, che sola, alla luce della verit e
all'esame della legge di Dio, pu essere tale, Ario soltanto risult superato dalla

11La traduzione di D. S pada , Leformule trinitarie da Nicea a Costantinopoli, Roma, 19 8 8 , 1 3 8 s.


16Cf. il mio Le ragioni della convocazione del Concilio Niceno da narte di Costantino il

HENRYK PILTRAS

30

forza del diavolo, come anche era stato il responsabile del male perversamen
te disseminato innanzitutto tra voi e poi in seno agli altri.

A differenza del paragrafo precedente, dove degli eretici si parlava al


alurale, qui leggiamo che Ario soltanto risult superato dalla forza del dia/olo. Interessante anche il numero dei partecipanti al sinodo: pi di tre
cento. Eusebio nella Vita Constantini parla di pi di 250 vescovi.17 Lungo
quel libretto Eusebio esagera in tutto ci che potrebbe valere per la gloria
del suo eroe. Potendo, avrebbe scritto anche mille, ma non lo fece. Eustazio
di Antiochia si ricorda di circa 270 partecipanti."1Il numero 300 per la prima
volta ci appare nella lettera post-sinodale di Giulio dal 341 riportato da
Atanasio nell 'Apologia contro gli arian i'* Strana cosa: Costantino stesso
parla di 300 partecipanti, invece il suo adulatore, con chiare tendenze alle
sagerazione, scrive di 250.
Accogliamo, dunque, questa sentenza, che l'Onnipotente ha emessa.
Ritorniamo ai carissimi fratelli nostri, dai quali un impudente servo del diavo
lo ci aveva separati; ricongiungiamoci con ogni cura al comune corpo e alle
naturali membra nostre! Alla ragione e alla fede, in effetti, e alla santit vostra
si addice, una volta confutato lerrore di colui che si era eretto a nemico della
verit, di far ritorno alla grazia divina.

Difficile comprendere, a che cosa solleciti lautore. Come se la lettera


fosse stata indirizzata a un gruppo di ribelli, che avrebbero dovuto ritornare
allovile, dopo lungo vagare. Infatti, non detto che gli altri dovrebbero far
ritorno ai destinatari della lettera, ma - al contrario - sono proprio loro che
dovrebbero tornare ai fratelli buoni. Di che si tratta? possibile che limpe
ratore si fosse diretto agli ariani, per farli ritornare sotto le ali di Alessandro?
Erano loro la maggioranza? Quindi, perch la lettera detta alla Chiesa catto
lica di Alessandria? Sarebbe che la chiesa intera si sia separata da...?
Ci che stato deciso da trecento vescovi, infatti, nientaltro che senten
za di Dio, come il Santo Spirito, effuso nelle menti di tanti e tali uomini,
indubbiamente ha rivelato la divina volont. Nessuno pertanto dubiti, nes
suno procrastini, ma prontamente tutti ritornate alle rettissima via, s che,
non appena arriver tra voi, con voi possa rendere debite grazie a Dio, giu
dice universale, per avervi ridato, assieme alla dimostrazione dellautenti
ca fede, la carit auspicata. Che Iddio vi protegga, carissimi fratelli.

17 E u s e b io di C e s a r e a ,

Vita Constantini III, 8 .

fr. 32; cf. M. S im o n e t t i , La crisi ariana nel IVsecolo, Roma, 1976,


79. Prof. Simonetti ha scritto recentemente che sarebbero tra 150 e 200, ma non dice da dove lo
deduce; cf. A. d i B e r a r d in o - G. F eda lto - M. S im o n e t t i (a cura di), Letteratura patristica. Ed. San
Paolo, 2007, 1191.
E u sta z io

di

A n t io c h ia ,

LETTERA DI COSTANTINO

731

Lautore ritorna sulla professione di fede, sottolineando che era opera


di Dio. Come se avesse pensato che d'ora in poi non si potesse comporre un
altro credo. Una lettera scritta in questi termini avrebbe dovuto scoraggiare
i destinatari, e altri che fossero venuti a conoscenza del contenuto di essa
alla stesura di una professione diversa. Ma non era cos. Sicuramente non
sappiamo tutto, ma certo che p. es. ad Antiochia hanno redatto ben quat
tro formule20 e a Serdica due, e nessuno ha pronunciato una sola parola sul
credo di Nicea, nonostante Atanasio fosse presente.21 Di nuovo torna la
domanda: a chi la lettera stata indirizzata? Perch non si chiama: Lettera
a i p artigian i d i Ario a d Alessandria?
Tutta la lettera monotematicamente antiariana e a favore del credo
niceno. Immagino che un testo cos sarebbe molto servito ad Atanasio
lungo la sua vita.

La Lettera sinodale alla Chiesa di Alessandria e alle Chiese di Egitto, Libia


e Pentacoli
Laltro documento che attira la mia attenzione la Lettera sin od ale alla
Chiesa d i Alessandria e a lle Chiese d i Egitto, L ibia e P en tapoli22. Essa assai
lunga, quindi non la riporter per intero, vediamo per dei frammenti.
I vescovi scrivono che si sono riuniti in grande e santo sinodo.
Tacciono sui motivi dellinvito ma sottolineano che innanzitutto si
discusso della irreligiosit e illegalit della posizione di Ario e dei suoi. In
seguito leggiamo:
A suffragio unanime stata anatematizzata la sua irreligiosa opinione, assieme
alle blasfeme espressioni e parole, di cui empiamente aveva fatto uso, dicendo
che il Figlio d Dio dal non essere e che cera un tempo quando non c'era;
e come pure aveva asserito che in virt del libero arbitrio il Figlio di Dio
capace di virt e vizio e come lo aveva chiamato creatura ed opera,23 tutto
questo il santo sinodo ha anatematizzato, non sopportando neppure di udire
questempio discorso, o piuttosto delirio, e queste blasfeme parole.
Comunque, di quanto in fine stato emesso, se gi non avete appreso, ve ne
recheremo esattamente notizia, perch non sembri che siamo noi ad insultare
un uomo, che della propria prevaricazione, invece, ha ricevuto giusta mercede.
Aggiungiamo solo che la sua empiet stata, purtroppo, capace di trascinare
in rovina anche Teona delia Marmarica e Secondo della Tolemaide. Anch'essi,

20Antiochia (341); SCL 1, 129-134.


Se[a)rdica (343); SCL 1, 144-147
n S o c r a t e , H E 1, 9; T e o d o r e t o , H E I, 9. Adopero la traduzione di Spada.

HENRYK PIETRAS

732

infatti, hanno subito la sua stessa condanna. Ma come ormai la grazia di Dio vi
aveva in tal modo liberati da questa perversa ed empia opinione e bestemmia
e dalle facce di quanti avevano osato creare scompiglio e divisione in mezzo a
un popolo in pace, restava ancora da esaminare lirregolarit di Melezio e di
quanti erano stati da lui ordinati.

vero che le proposizioni indicate allinizio della citazione e condan


nate sono quelle dell'anatematismo pertinente al credo niceno. Dalla lette
ra apprendiamo anche che erano ariane. Della condanna di Ario si parla
come se fosse emessa in una formula a parte. Ci si dice pure che Teona e
Secondo si sono uniti ad Ario. Questo avvenne per gi ad Alessandria
attorno allanno 323 e, secondo la prassi comune, confermata daltronde a
Nicea,14 gli esclusi dalla chiesa in una provincia non hanno potuto parteci
pare a un sinodo nellaltra. Ricordiamo che il sinodo di Serdica si spacca
to proprio perch vi hanno partecipato Atanasio e Marcello d'Ancira, con
dannati in Oriente.25 Se allora Teona e Secondo non firmarono il credo nice
no, come si dice, non lo fecero perch l era proibito. In seguito abbiamo
nella lettera un diretto passaggio alla questione meleziana. Vi si dice:
stato deciso, dunque - e qui il sinodo si comportato con la massima cle
menza, perch a rigor di termini non ci sarebbe stata ragione di alcuna bene
volenza - che Melezio rimanga nella sua sede, ma non abbia pi alcun potere
di fare ordinazioni o designare dei candidati e, a questo scopo, non compaia in
altri territori o in altre citt e, cos, gli rimanga unicamente il nudo titolo del
lonere episcopale. Quanti invece sono stati da lui costituiti, una volta confer
mati con una pi spirituale imposizione delle mani, sono accolti in comunio
ne alle seguenti condizioni: che mantengono il titolo e lufficio, ma vengono in
secondordine dopo tutti coloro che, nelle rispettive diocesi e chiese, sono stati
precedentemente ordinati dal venerabilissimo collega nostro di ministero,
Alessandro, s che non hanno potere di candidare o proporre i nomi di chic
chessia, o fare alcunch in assoluto, senza il consenso del vescovi della chiesa
cattolica, che sono stati sottomessi ad Alessandro. Quanti pertanto, gra2ie a
Dio ed alle vostre preghiere, non sono stati coinvolti nello scisma, ma sono
rimasti irreprensibilmente nella Chiesa cattolica, hanno il potere di candidare
o proporre i nomi di coloro che risultino degni dellordinazione e di fare tutto
quanto in assoluto rispondente alla legge e tradizione ecclesiastica. Qualora,
poi, avvenga che qualcuno tra coloro che fan parte della Chiesa muoia, allora
si pu assumere al titolo precedentemente detenuto dal defunto anche qual
cuno di coloro che sono stati riammessi, purch risulti degno, il popolo lo eleg
ga e si abbia lapprovazione e la conferma del vescovo di Alessandria.

La nostra Lettera costituisce lunica fonte di notizie sulle decisioni

N ir p a f3251. c . 5.

LETTERA DI COSTANTINO

733

sinodali riguardanti i meleziani.26 Il testo assomiglia molto a quello del


canone 8. di Nicea, su coloro che si chiamano katharoi. Potrebbero essere i
montanisti, novaziani, donatisti, anche i meleziani. La Lettera per si con
centra sui meleziani. Atanasio nell'A pologia contro gli arian i 59 scrive, che i
meleziani furono accettati in qualche modo e non c' bisogno adesso di
spiegare perch successo. Comprendo, che sono stati accettati per i
motivi socio-politici con i quali Atanasio non era daccordo. Non vi entra,
per, perch non ne pu fare niente. Se avesse avuto a disposizione una let
tera come questa, avrebbe potuto usarla contro tutti quanti lo incriminava
no per la sua politica con i meleziani: avrebbe detto che non fa altro che rea
lizzare la sentenza del sinodo. Un richiamo a questo scritto sarebbe stato
del tutto opportuno anche a Serdica, dove i vescovi occidentali cercarono di
difendere Atanasio accusato dintransigenza verso i meleziani.27 Ma non
l'hanno fatto. Alla fine del frammento citato leggiamo che in caso di morte
di qualche vescovo, uno dei relegati pu prendere il suo posto, ma solo con
lapprovazione scritta del vescovo alessandrino. Atanasio faceva senzaltro
cos. Ci sono noti gli elenchi dei vescovi deceduti e di quelli neoeletti, alle
gati alle lettere festali per gli anni 339 e 347.2BE sorge una nuova doman
da: Atanasio lo faceva perch il sinodo lo richiedeva, oppure lui faceva cos
e la Lettera lo rispecchia?
Vediamo adesso la lettera di Costantino destinata a tutte le chiese.
Questa volta Socrate la riporta dalla Vita Constantini (III, 17 ss.) di Eusebio
di Cesarea, opera senzaltro panegirica, composta dopo la morte dellimpe
ratore, quindi negli anni 337-339. Lautore non poteva permettersi di falsifi
care i documenti perch erano comunemente conosciuti. Riportiamo solo
alcuni frammenti. La prima parte (VC 17] assomiglia allinizio della lettera
agli Alessandrini: Costantino aveva convocato la maggior parte dei vescovi
perch fosse conservata nella Chiesa una fede e sincera carit. Si otte
nuta l'unanimit in proposito. In seguito si parla della data di Pasqua.
Significativa risulta la parte finale. Limperatore scrive:
Stando cos le cose, accogliete volentieri la grazia celeste e divina come se
fosse veramente un comandamento. Infatti tutto ci che si fa nei santi con
cili dei vescovi va riferito alla divina volont. Perci rivelando a tutti i nostri
diletti fratelli ci che stato scritto in precedenza, dovete accogliere e
impegnarvi sul discorso fatto prima e sullosservanza del santissimo gior
no, affinch, quando io verr al vostro cospetto, da tanto tempo desidera
to, io possa celebrare con voi, in un solo e medesimo giorno, la santissima

26Cf. E. W ipszyc k a , La Chiesa nellEgitto del IV secolo in H>., tudes sur le Christianisme

dans l'gypte de lantiquit tardive, Roma, 1996, 145.


-r Sardica (343-344) IV 5; SCL 1, 164.

734

HENRYK PIETRAS

festa e godere con voi per tutte !e cose, vedendo che la crudelt del diavolo
stata vinta dalla potenza di Dio per mezzo delle vostre azioni e che la
nostra fede, la nostra pace e la nostra concordia sono stabili dovunque, Dio,
o diletti fratelli, vi custodisca.29

Vediamo espressioni molto simili a quelle della lettera agli Alessandrini.


Si parla dellobbligo di accettare le decisioni sinodali come se fosse un
comandamento e si esprime una speranza che alla visita dell'imperatore
regni lunit, la pace e la concordia dappertutto. Si menziona anche il diavo
lo, la potenza del quale stata distrutta. Solo l'argomento diverso: l'impera
tore scrive che i problemi veri erano stabilire una formula di fede e una data
della Pasqua. Se larianesimo fosse stata la causa principale della convoca
zione dei vescovi del mondo intero, probabilmente l'avrebbe detto. Perch
non lo fa? Inutile elencare i manuali contemporanei, dove si d per scontato
che Costantino convoc il sinodo ritenendo larianesimo un problema glo
bale. Impiegabile, quindi, perch non si degni di informare tutta la Chiesa
della sua soluzione. Se la Lettera agli Alessandrini fosse autentica, come que
sta, larianesimo si sarebbe presentato come un problema locale, e per i pro
blemi locali non si convocano i sinodi del mondo intero. Fatto sta che storici,
teologi e patrologi danno retta ad Atanasio, a scapito di Eusebio, supponen
do che la sua opinione fosse parziale, in quanto era amico di Ario. Ma anche
vero che Atanasio era nemico di Ario, quindi non era meno parziale. Dopo la
condanna a Tiro nel 335 voleva presentarsi come vittima della persecuzione
da parte degli eretici, anche se i veri motivi di essa erano puramente discipli
nari, come lo spiegano in lunghi versi i vescovi orientali, per esempio nella
loro lettera composta a Serdica, o per meglio dire a Filippopoli,31 e diretta ai
vescovi africani. Finora, per quanto io sappia, nessuno ha provato che
Eusebio abbia falsificato qualche documento; a volte si sbaglia, s, ma non lo
fa apposta. Perci, Fino a prova contraria, preferisco dargli un credito di fidu
cia in tutto quello che racconta sugli eventi di cui era testimone. Ci si appli
ca anche ai motivi di convocazione del sinodo: lunit della fede e la data
della Pasqua. Non c motivo di dubitare che vi sia stata discussione anche
siill'arianesimo. Alle sedute partecipavano infatti sia Alessandro di
Alessandria sia Eusebio di Nicomedia, odiandosi sinceramente. Ma estre
mamente signiFicativo che lo stesso Atanasio, erede di quellodio, non abbia
citato da nessuna parte nessuna sentenza di condanna applicata ad Ario,
accontentandosi di una spiegazione antiariana del credo. Lo stesso vale per i

29Traduzione di A n t o n in o G a ll ic o , T h o d o r e t o , Storia ecclesiastica. Roma, 2000.


MLa mia opinione sembra votum separatum. Cf. il mio Le ragioni della convocazione.
Dopo otto anni ci sarebbe molto da aggiungere a questo articolo. Larticolo presente da col
locare in questa scia.

LETTERA DI COSTANTINO

735

meleziani. Abbiamo visto che scrive su di loro soltanto che sono stati accet
tati nella Chiesa in qualche modo, senza menzionare le condizioni delle
quali parla la Lettera detta sinodale.

Lipotesi della falsificazione

Suppongo che, se le lettere dirette alia Chiesa di Alessandria fossero


autentiche, sarebbero note almeno ad Atanasio. Gli servirebbero tanto:
quella di Costantino contro gli ariani, quella sinodale contro i meleziani.
Atanasio non le usa, quindi, probabilmente, continu a ignorare la loro esi
stenza fino alla sua morte. Sappiamo che pi o meno dallanno 350, cio
dalla composizione del De decretisi32 Atanasio si fa promotore ardente del
credo niceno, anche se per i precedenti 25 anni non lo aveva fatto. Il suc
cesso di questo operato si faceva, per, attendere. Non ha avuto la soddi
sfazione di vedere il canone primo di Costantinopoli, dove si stabilisce che:
La professione di fede dei trecentodiciotto santi Padri, raccolti a Nicea di
Bitinia non deve essere abrogata, ma deve rimanere salda; si deve anate
matizzare ogni eresia, specialmente quelia degli Eunomiani o Anomei,
degli Ariani o Eudossiani, dei Semiariani e Pneumatomachi, dei Sabelliani,
dei Marcelliani, dei Fotiniani e degli Apollinaristi.

Viene in mente Mos che non entrato nella Terra Promessa. Ma qual
che consolazione pur ce laveva. Cera un tentativo - fallito - di accettare
questo credo a Rimini,33 un anno dopo lhanno ricevuto a Parigi,34 nel 363 ad
Antiochia,35 nel 365 a Tyana36 e a Roma,37 un anno dopo in Sicilia.38 La que
stione si chiusa, quando Teodosio il Grande - dopo gli sconvolgimenti
sotto Valente351 - promulg il decreto sulla fede nicena il IO gennaio 38 L4
Senza dubbio il canone costantinopolitano nato da questo decreto e dopo
la sua promulgazione era inutile fabbricare una lettera di Costantino allo
stesso proposito. Se, quindi, la Lettera di C ostantino a d A lessandriaTosse un
falso, dovrebbe nascere tra la morte di Atanasio ed il 381.

Le opinioni sulla datazione di De decretis riassume sinteticamente E. C a t t a n e o nell'in


troduzione a Atanasio, Il credo di Nicea, Roma, 2001,24-29.
33Rimini (359) I; SCL 1,226-227.
31Lutetia (360/36!) II; SCL 1,246-249.
Antiochia (363); SCL 1, 259-260.
* Tyana (365); SCL 1, 260.
Roma (365/366); SCL 1,261-263.
Sicylia (366); SCL 1, 263.
Cf. S o c r a te , HE IV, 21-22. 24; S o z o m e n o , HE, VI, 19-20; T e o d o r e t o , HE, VI, 22, 1-37.
* Codex Theodosianum XVI, 5, 6: Arceantur cunctorum haereticorum ab illicitis congre-

736

HENRYK PIETRAS

Un po' pi difficile sar stabilire la data an te quarn della Lettera sin o


dale. Si sa che i loro monasteri duravano ancora a lungo e, per di pi, in un
certo conflitto con gli altri. Ne testimone il canone 12 della collezione
detta C an on i Atanasiani,*' che incomincia cos: Che i cantori non cantino
dai libri di Melezio e dalle opere dei pagani.12 Scenute di Atribe (ca. 348466) dal canto suo critica i monaci meleziani perch ricevevano la com u
nione parecchie volte al giorno." Significa che i vescovi potevano avere dei
problemi con loro. Gli ariani o filoariani e i meleziani hanno avuto buone
ragioni di temere Atanasio, perch la sua posizione negli ultimi anni di vita
era ben salda. riuscito a mantenerla anche se non ha mai citato la Lettera
antiariana d i Costantino, n la Lettera antimeleziana d el sinodo. Il suo suc
cessore, Pietro, non era di pari taglia. I nemici di Atanasio, prima costretti a
tacere, si ribellarono a mano armata, arrestarono Pietro e collocarono sul
trono vescovile lomeusiano Lucio, consacrato vescovo qualche anno prima
ad Antiochia: Lucio, che di fronte ad Atanasio non avrebbe tenuto pi di 48
ore, come scrisse con garbo Pierre Maraval,44 Gli storici antichi descrivono
le violenze e ferocie che accompagnarono levento, parlano della fuga di
Pietro a Roma e delle persecuzioni dei niceni condotte con lappoggio del
limperatore Valente.45Teodoreto riporta la lunga lettera di Pietro, allo stes
so momento descrittiva dei fatti e ideologica. Pietro vi dice che a un agita
tore i fedeli risposero: I nostri Padri di tutta la terra
riunitisi a Nicea,
anatemizzata lempia dottrina di Ario [...] dissero che il Figlio non di altra
ous/fldel Padre [...] ma della stessa onsia. Avendo pensato ci in modo bello
e con pio ragionamento, lo confessarono, dopo avere scelto molte parole
divine, h om oou sios.47 una frase interessante, perch distingue tra lana

maioribus traditae et divinae religionis testimonio atque adsertione firmatae observantia sem
per mansura teneatur; fotinianae labis contaminatio, arriani sacrilegii venenum, eunoniianae
perfidiae crimen et nefanda monstruosis nominibus auctorum prodigia sectarum ali ipso
etiam aboleantur auditu.
11
The canons o f Athanasius o f Alexandria. The arabic and coptic versions. Edited and
translated with introductions, notes and appendices by W. R i e d e l and VV. E. C ru m . Published for
The Text[e] and Translation Society by Williams and Norgate, 14, Henrietta Street, Convent
Garden, London and 7 , Broad Street, Oxford, 1904.
,z Cf. E . W ip sz y ck a , tudes sur le Christianisme dans l'gypte de l'antiquit tardive, 2 4 9 .
43 Cf. T. O r l a n d i , Coptic Literature in B.A. P e a r s o n - J. E. Go e h r i n g (ed.), The Root o f
Egyptian Christianity, Philadelphia, 1992, 68.
Cf. J.-M, M a y e u r - Ch. P i e t r i - L. P ie t r i - A. V a u c h e z - M. V e n a r d , Histoire du christia
nisme, II, P a r is , 1995, 893.
15 S o c r a t e , HE IV, 21-22. 24; S o z o m e n o , HE VI, 19-20; cf. E. W ip sz y ck a , tudes sur le

Christianisme dans l'gypte de l'antiquit tardive, 7 5 .


4* T e o d o r e t o , H E V I, 2 2 , 1 - 3 7 .
1 T e o d o r e t o , HE IV, 2 2 , 1 8 : o i y o v v ifli x tp o i

v a ia

nana v

t t iv

o k o i >| v t i v

rcctTpe, ... v

LETTERA DI COSTANTINO

737

tema inflitto ad Ario e la formulazione del credo, operato dopo. Lo stesso


Atanasio nel De decretis 3,2 scriveva che la formula di fede stata fatta con
tro gli ariani e che tutti lhanno sottoscritta. Se non sbaglio, non parla mai
di una sentenza a parte. Ne parla invece la nostra Lettera sinodale. Si noti
che le espressioni citate assomigliano molto a certe frasi dalla Lettera di
Atanasio a i vescovi a f r i c a n i Vi leggiamo che la fede stata trasmessa dai
padri convenuti a Nicea dallintera nostra ecumene (1), che hanno dichia
rato il Figlio dalla sostanza di Dio (5), che hanno raccolto le espressioni
bibliche e che in maniera pi espressa e con una parola sola, scrissero che
il Figlio consustanziale al Padre (6). Sembra che Pietro si ricordasse bene
di questo scritto, oppure lavesse tra le mani.
Pietro, come si detto, fugg a Roma, dal papa Damaso. Charles Pietri
ha caratterizzato cos la situazione: Damaso si trov di fronte a un perso
naggio rozzo, pi intransigente e meno equilibrato di Atanasio, il quale non
lo era affatto. Questo episodio drammatico ha cambiato del tutto la situa
zione dequilibrio nelle relazioni ecclesiastiche: con Alessandria sparita la
grande Chiesa nicena, lultima in Oriente e tutta la responsabilit per lulte
riore lotta ricaduta su Roma.49
Gli anni del pontificato infelice di Pietro, che oltre tutto si fatto nota
re per il tentativo di collocare sulla sede costantinopolitana il suo
Massimo cinico,50 potrebbero essere quelli nei quali sarebbero state com
poste le due lettere di cui ci occupiamo. Proprio allora ne avevano bisogno
Damaso e Pietro, per rivendicare Alessandria dalle mani degli omeusiani.
Soltanto con questa ipotesi di falsificazione posso comprendere i richiami
allunit e alla concordia con i fratelli dalla Lettera di Costantino, e a chi
stato scritto: Alla ragione e alla fede, in effetti, e alla santit vostra si addi
ce, una volta confutato lerrore di colui che si era eretto a nemico della
verit, di far ritorno alla grazia divina: si tratterebbe di far ritornare i fede
li dAlessandria alla Chiesa nicena rappresentata da Pietro.
Intorno allanno 375, quando probabilmente non vivevano pi i parte
cipanti del concilio niceno, un Sabino di Eraclea, vescovo macedoniano,
come omeusiano, ha composto una collezione degli atti sinodali.5' La colle
zione andata perduta, ma Socrate ne parla varie volte. Scrive che Sabino
vi loda la veridicit di Eusebio di Cesarea e ciononostante presenta i parte-

EipilicoKji Tou TraTpoq. (iKK k


otxov ovaa^* K/.{' ift FDatjk'iic Siavoiai; voaavTTc. ie
J t o X X r i q x(dv G e o v pttyitcov cn>XXoyT ji o o o io v ib n o X . Y n aa v ,
Alexandria (ca. 370); SCL 1, 265-275; D. S p a d a , Le formule trinitarie da Nicea a
Costantinopoli, 326ss.Vi entrano numerosi brani dal De decretis e De synodis.
" Ch. P i e t r i , Roma Christiana, Rome, 1976, 803.
Cf. Constantinopolis (381), c. 4.

HENRYK PIETRAS

738

ripariti al sinodo niceno, fattori del credo, come gente grezza,53 che nega
arbitrariamente la valutazione del sinodo, quella che Socrate conosce dalla
Lettera di Costantino agli Alessandrini51 e che riporta la lettera del sinodo di
Antiochia a Giulio54 e non quella di Giulio ad Antiochia,55 perch ogni volta
in cui delle lettere sinodali tacciono o respingono il dogma di consustanzialit, le cita in difesa della propria posizione; quanto alle lettere contrarie,
invece, le trascura volutamente.5 Riconosce per, che proprio da Sabino
ha preso la lettera del sinodo di Antiochia, dove stato approvato il credo
niceno con l h om oou sios57e che scriveva sullapprovazione di esso da parte
dei macedoniani in Sicilia.58 Lo accusa pure di tacere sui crimini che hanno
accompagnato l'arresto di Pietro ad Alessandria - unobiezione debole,
visto che la sua era una collezione dei documenti sinodali e non una crona
ca criminale.
Ho limpressione che da queste parole si possa dedurre con cautela che
lopera di Sabino non dovesse essere cos tendenziosa. Agli occhi di Socrate
aveva un grosso difetto: non conteneva le nostre due lettere, autentiche
secondo Socrate e chiarissime nel condannare Ario e nel lodare il credo
niceno. Assegna a esse una manipolazione. Sospetto che Sabino non aves
se citato queste lettere perch non avesse saputo della loro esistenza. Di ci
si potrebbe desumere la data della loro composizione: poco prima del ritor
no di Pietro ad Alessandria nel 378. Gli storici scrivono che Pietro torn a
casa con una lettera di Damaso che confermava la fede nicena.59 Con una
lettera sola? Damaso sapeva farle pi grosse.
Adesso si potrebbe tentare una nuova ricostruzione dellandamento
delle discussioni sinodali a Nicea, senza badare a queste lettere. La riman
diamo, per, a unaltra occasione.
Jesuit University of Philosophy and Education
Ignatianum
ul. Kopernika, 26
31-501 Krakw

HE 1,8 .
HE 1 , 9 .
HAntiochia (341) II: SCL 1, 134ss.
R o m a ( 3 4 0 / 3 4 1 ) ; SCL 1, 1 1 0 - 1 2 3 .
56 S o c r a t e , HE II, 17,
57 S o c r a t e , HE III, 2 5 ; Antiochia (3 6 3 ) ; SCL 1 , 2 5 9 - 2 6 0 .
" S o c r a t e , HE a', 1 2 ; Sicylia ( 3 6 6 ) ; SCL 1 , 2 6 3 .
M S o c r a t e . HE IV. 3 7 : S o /n u F M n h f v j t a

S o c ra te,

Soc ra te ,

en ryk

P iet ra s ,

S.I.

LETTERA DI COSTANTINO

739

SOMMARIO
L'articolo propone l'ipotesi che le lettere conosciute come testimonianze diret
te dei lavori del Concilio Niceno (la Lettera d i C ostantino a lla C hiesa d i A lessandria
e quella d el sin odo d i N icea agli Egiziani) sono in realt falsi, composti negli anni
successivi al pontificato d'Atanasio. La situazione politico-ecclesiale di Alessandria
negli anni 373-378 (circa) sembra essere quella descritta nelle lettere in questione e
lunica - a mio parere - che corrisponda al loro tono e contenuto. Per questo moti
vo, il loro contenuto non dovrebbe essere considerato fonte valida per la conoscen
za dei temi discussi al Concilio.
The article proposes the hypothesis that the letters known as direct witnesses
to the work of the council of Nicea (the letter of Constantine to the Church of
Alexandria and the letter of the council of Nicea to the Egyptians) are indeed false:
that is, they are letters written after the episcopate of Athanasius. The politicalecclesial situation of Alexandria in the years 373-378 (circa) appears to be that
described in the two letters and the only one possible, in my opinion, that corre
sponds to their tone and content. For this reason, their contents should not be con
sidered a valid source for our knowledge of the themes discussed at the council.

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