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IL MISTERO DELLA RADURA

Era una giornata come le altre, nella piccola cittadina di Fails e Mike stava rientrando a casa.
Inserite le chiavi nella serratura entr in casa e subito sent sua madre gridare: "Mike sei tu?!".
"S, mamma..." rispose, fil in camera sua e butt a terra lo zaino. Dopo qualche minuto suo
padre lo chiam in tono tranquillo: "Mike, vieni in salotto"
Il ragazzo, con il cellulare in mano, inizi a scendere le scale con molta tranquillit.
Appena entrato in salotto intravide una piccola sagoma fuggire via dalla stanza.
"Due in matematica, tre in geografia, quattro in chimica, cinque in italiano...Ma dove credi di
stare? Questa non casa tua, non puoi fare quello che vuoi. Che tipo di futuro ti vuoi costruire?"
Il ragazzo inizi a inveire contro il padre e dopo aver sfogato tutto la rabbia che aveva in corpo,
corse verso la porta di casa dove una figura piccola e magra stava piangendo.
Il ragazzo sussurr il nome della sorella: "Bella!", esclam, le stamp un bacio in fronte e
scapp.
Corse, inizi a correre, a scappare, lontano, sempre pi lontano dalla sua citt, lontano dalla sua
vita, lontano da tutto. Dopo diversi chilometri simbatt in un maneggio, apparentemente
abbandonato, scavalc la staccionata, entr, afferr per le briglie un cavallo nero come la pece.
Mont in sella e scapp.
Dopo diversi chilometri, quando ormai il sole era calato del tutto, si ritrov in una radura. Ormai
stanco si ferm e cominci a guardarsi in giro.
L'intenzione del ragazzo era fermarsi l per la notte quando percep dei rumori. Volt lo sguardo
verso il confine della radura e si accorse che milioni di occhi gialli lo stavano fissando nel buio.
Un improvviso fruscio di foglie costrinse il ragazzo a girarsi. Il cavallo, spaventato, inizi ad
agitarsi. La fune con la quale aveva legato lanimale allalbero si sleg e il cavallo fugg. Il ragazzo
rimase l, fermo e spaventato. Quando uno dei lupi usc allo scoperto
In quello stesso istante Bella stava piangendo, rannicchiata nel suo letto.
Si stava tappando le orecchie per non sentire i genitori urlare tra di loro al piano di sotto. La
madre accusava il padre di aver cacciato via di casa Mike, che la colpa di tutto ci che stava
accadendo era solo sua, ma il padre, deciso a non confessare la propria colpa, negava tutto e
ribatteva ad ogni accusa.
Nel medesimo tempo il ragazzo, dopo aver corso a lungo, giunse davanti ad un cancello. Sent
che i lupi stavano per raggiungerlo e che aprire il cancello rimaneva la sua ultima speranza di
salvezza. Inizi a scuotere violentemente il cancello, con tutta la forza rimastagli, finch questo
cedette e si apr allimprovviso. Mike cadde a terra, ma si rialz subito e si allontan il pi in fretta
possibile. Il cancello alle sue spalle si richiuse lasciando i lupi al confine della dimora, ormai
inoffensivi per lui. Mike inizi a guardarsi intorno. Un enorme castello apparve dinanzi ai suoi
occhi, apparentemente abbandonato. Si avvicin all'ingresso, sal le scale e si trov davanti ad un
portone. Il chiavistello era a forma di leone con due pietre rosse incastonate negli occhi.
Buss e la porta si apr. Entr e, con tono impaurito, chiese se ci fosse qualcuno oltre a lui. Non
ricevette risposta e inizi ad esplorare il castello. Quasi tutte le stanze erano aperte. Solo una, era

chiusa. Mike prov in tutti i modi ad aprire quella porta ma non riusc nemmeno a muoverla. Ormai
stremato decise di andare a dormire nella stanza pi grande che trov.
Il letto era morbido al tatto e Mike, sfinito, si addorment in un attimo.
Allimprovviso vide apparire dal nulla davanti ai suoi occhi una bestia. Mike non era ancora
riuscito a definire bene i contorni della creatura che l'immagine cambi. Una rosa rossa come il
sangue apparve, rinchiusa in una teca di vetro: Era bellissima, immortale...
Mike si svegli sudato, apr gli occhi cercando di capire dove si trovasse. Poi, lentamente, i
ricordi riaffiorarono, si ramment del castello e di tutto quello che era accaduto la sera precedente.
Si guard intorno cercando i vestiti che la sera prima aveva buttato a terra. Li trov ben piegati sul
comodino. Su un altro comodino c'erano dei vestiti, anch'essi piegati, nuovi. Mike osserv quei
vestiti con curiosit: erano anni che non ne vedeva di nuovi, i suoi genitori non potevano
permetterseli.
Si alz e indoss i vestiti, erano molto eleganti, ma Mike lasci nella camera la giacca e la
cravatta.
Scese e si ritrov nella sala d'ingresso dove era stata imbandita una tavola con solo due sedie,
ciascuna ad una dellestremit del tavolo. Il tavolo era ricolmo tutti i generi di leccornie
immaginabili. Mike avido, si sedette e si rimpinz a saziet. Poi, diede inizio ad un nuovo giro del
castello. Continu a percorrere le sale e si ferm molteplici volte dinanzi a quella porta chiusa a
chiave, lunica chiusa a chiave. Non prov subito ad aprirla, sapeva che era chiusa, ma la voglia di
scoprire cosa ci fosse l dentro lo divorava. Afferr il pomello della porta e gir. Con sua grande
sorpresa la porta si apr, e quello fu il primo posto che Mike reput rivelasse che qualcuno vi aveva
vissuto dentro, forse un po troppo a lungo. La carta da parati, infatti, era strappata, a brandelli, tanti
tagli quasi come se un animale con gli artigli l'avesse strappata. Le tele appese alle pareti
apparivano frantumate, le sedie rotte, qualsiasi tipo di mobile l dentro era danneggiato, tranne uno:
la teca che racchiudeva la Rosa. Una Rosa che emanava luce propria. Sotto la teca di vetro
risplendeva, bellissima.
Si avvicin alla rosa, esterrefatto. Tocc la teca deciso a sollevarla per toccare con mano quella
meravigliosa rosa.
"Non ti permesso toccarla, visitatore" tuon una voce da un angolo buio della stanza. Mike
spaventato si allontan dalloggetto magico e url spaventato: "Chi va l?"
"Tu non vuoi vedere davvero il mio aspetto". Tuon la voce.
Mike si accorse che dietro quella freddezza di parole si nascondeva qualcos'altro, forse vergogna
per se stesso...
"Mostrati" chiese il ragazzo insicuro.
Una figura si mosse. Si muoveva nell'ombra fino a quando non usc alla luce. Era una donna,
orribile, con il corpo interamente ricoperto di peli. Non era umana, era un mostro. Indossava un
vestito tutto strappato, di colore giallo canarino.
"Forestiero, cosa ti porta nella mia dimora, nelle mie camere?"

Mike non riusc a rispondere niente di comprensibile tanto era spaventato, e questo suo stato
dur diversi interminabili minuti, poi parl.
"Stavo scappando dai lupi"
"Perch non fuggite?" chiese la donna aspettandosi ad un'immediata fuga da parte del ragazzo.
"Perch voi non mi fate paura, ma penso vi sentiate molto sola"
La bestia, presa alla sprovvista da quell'affermazione e meravigliata e al tempo stesso impaurita
dal fatto che i suoi sentimenti potessero essere cos palesi, url con tutto il fiato che aveva in corpo
"Fuori di qui!" .
Mike fugg pi velocemente che pot, arriv al portone e cerc di aprirlo con tutte le forze che
aveva in corpo, ma questa volta non ci riusc.
Dopo aver ritentato diverse volte si arrese e torn nelle sue camere. All'ora di cena la bestia si
ripresent davanti alla camera di Mike, buss e disse:
"Gradirei la vostra presenza per la cena al piano inferiore" e cos dicendo scese ad aspettare il
ragazzo. Durante la cena i due parlarono, molto, e diventarono i pi strambi fra gli amici. Nei mesi
seguenti Mike inizi a dimenticare tutti i suoi problemi, la sua casa che aveva abbandonato, nella
sua mente cera solo lei: la bestia. Solo Bella. La bestia non aveva voluto rivelare il proprio nome a
Mike, per cui lui inizi a chiamarla Bella. Mike aveva cercato molte volte di parlare con la Bestia
della rosa che quel giorno, ormai molto lontano, lui aveva visto, ma Bella continuava a cambiare
discorso.
Un giorno, sotto lalbero secolare del giardino, Mike aspettava Bella. Appena la vide il panico lo
avvolse, ma lui decise di dire alla sua amata ci che provava, le and incontro ma si blocc, come
paralizzato. Bella, spaventata da quella immobilit, gli chiese:
"Mike, che succede? va tutto bene?"
E fu allora che Mike decise ad afferrare la situazione con coraggio: la baci.
Quello che la storia narra dopo il bacio, non lo sapremo mai. Si racconta che le pagine erano cos
orribili, ma co orribili, che qualcuno le gett via per non narrare pi una storia tanto tetra.

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