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Armi e cinema Western

Stabilire quanto gli oggetti che ci interessano abbiano significato nella


storia del cinema western difficile, ma sicuramente un loro ruolo lo
hanno giocato. E neanche del tutto marginale. Come del resto lo giocarono
nella realt cos ampiamente narrata (e mistificata), anche se sicuramente
in un modo un po meno pittoresco di come il cinema ci ha fatto credere.
Una prova di ci la si pu sicuramente individuare nellattaccamento
che gli americani hanno ancora adesso per le loro armi, attaccamento
derivato forse anche allincessante uso fattone proprio nei film di genere e
alla loro conseguente beatificazione.
Di certo c che sono riusciti perfino a creare (complici la bravura dei produttori italiani,
probabilmente in questo leader mondiali) un floridissimo mercato di copie, (per, che brutta parola
per armi di quel livello) semplicemente inimmaginabile in qualsiasi altro paese, e quando hanno
voluto farlo hanno guardato alla Val Trompia forse per la mancanza di aziende statunitensi in grado
di allestire una produzione simile a prezzi accettabili.
Le migliaia di repliche (trasformatesi poi in centinaia di migliaia) di armi ottocentesche che gli
americani hanno cominciato ad acquistare a partire dal decennio 1960 (la grande maggioranza delle
quali di ottima qualit), oltre a riempire armadi, ad alimentare collezioni e negli ultimi tempi gare
western di vario tipo, hanno finito per inondare in modo capillare anche i set cinematografici,
hollywoodiani e non.
Complici la rarit ed il costo di quelle depoca, nei film di ambientazione ottocentesca (western in
particolare) ormai dobbligo ammirare la produzione italiana, la quale oltre ad aver quasi
monopolizzato il mercato e quindi ad avere pochi rivali, potrebbe rivaleggiare tranquillamente con
gli ormai costosissimi originali.
La Colt stessa si vedr ampiamente superata in quantit e soprattutto in qualit, nella produzione
del modello SAA, suo celeberrimo fiore allocchiello per molti decenni. Senza contare che le solite
voci maligne vorrebbero le ultime modello SAA di Hartford targate Brescia e spedite in USA a pezzi
con un candido color acciaio per poi essere assemblate, brunite e marchiate in loco con la
miracolosa triplicazione del prezzo. Dicerie?? Chiss!!
Ed ancora; per non dover fare la fine della Colt, nel 2000 la Smith & Wesson rimise in
produzione (o forse clon se stessa!) il suo modello n 3 Schofield, probabilmente allarmata dalle
repliche italiane della Armi San Marco e della Uberti che coi marchi Cimarron e Navy Arms
cominciavano ad arrivare negli Stati Uniti. Ed pensabile che, con molto mestiere, a Springfield si
sia sfruttata pure lesperienza fatta dai tecnici italiani che si erano trovati di fronte non pochi
problemi ad allestire una produzione di serie e riprodurre a costi abbastanza contenuti, con sistemi e
macchine moderne, un progetto vecchio di 120 anni. Non va dimenticato infatti che la meccanica
delle Smith & Wesson n 3 oltre che raffinata notevolmente pi ingarbugliata di quella delle Colt
Single Action Army, certo pi semplici da produrre.
E un fatto comunque che fino ad almeno la fine degli anni 60 del 900, i western americani nei
quali si potesse notare una discreta cura storica della armi (per non parlare del resto) erano ben
pochi. Pur essendo massicciamente presenti, le armi usate dagli americani erano sempre le stesse e
raramente rivestivano ruoli di primo piano, finch ad un certo punto si ebbe uno stacco abbastanza
netto dovuto in parte allarrivo dei western allitaliana, con uno straordinario e inaspettato
successo, in parte alla comparsa di registi nuovi che, pur formatisi sui classici, avevano maturato un
diverso approccio sia col cinema sia con la storia americana. Sam Peckimpah un esempio molto
significativo ma soprattutto non vanno dimenticati Arthur Penn col suo Piccolo grande uomo n
Ralph Nelson autore di Soldato blu.

Quella che si sarebbe configurata come una nuova presa di coscienza del recente passato
americano (soprattutto in relazione allo sterminio delle popolazioni indiane); ebbe due esempi
clamorosi proprio nei film appena citati che ruppero definitivamente il vaso dove per decenni era
custodito il mito del West e nei quali cera per la prima volta una netta e polemica virata a favore
degli indiani dAmerica.
Per quello che riguarda poi i contenuti tecnici e i sistemi di ripresa, quindi i primi piani e i
repentini movimenti di macchina, c da dire che la violenza parossistica e luso delle armi quasi
esagerato che si vide in Il mucchio selvaggio del 1969 (che pure non considerato un western
puro essendo ambientato nel secondo decennio del 900), spazzarono via quellammuffita patina di
romanticismo che aveva contraddistinto la quasi totalit dei film dellet doro, (decenni 1940-50)
infarciti di buoni sentimenti e sparatorie asettiche e senza sangue. Luso delle sequenze successive
(un migliaio solo per la sparatoria finale) sar la pietra tombale del western classico, insegnando
oltretutto a molti registi quale sarebbe stata la strada da seguire.
La maggior parte della gente non sa come fatto il buco di una pallottola in un corpo
umano: io voglio che lo vedano! E ancora:
Nel west non ci sono eroi. C solo gente che ha paura della vita. Per questo spara,
ammazza, rapina. Ed per questo che li chiamano desperados! Cos avrebbe dichiarato in
unintervista il turbolento Peckimpah; un regista famoso oltre che per i suoi film anche per le
furibonde litigate coi produttori che finiranno per portarlo alla rovina.
Questaria nuova fu probabilmente salutare sia per il genere cinematografico, che si sarebbe
altrimenti avviato ad un inglorioso tramonto, sia per quello che concerne una pi accurata
ricostruzione storica nel campo che a noi interessa (quello delle armi!). E crediamo non sia un caso
se proprio in concomitanza con i primi eccezionali successi di Sergio Leone, i due mostri sacri che
forse pi di tutti contribuirono a far crescere e prosperare questo genere, e cio John Ford e Roul
Walsh, girassero i loro ultimi western quasi a sancire un definitivo cambio della guardia.
Per quello che riguarda il tema che a noi preme di pi, di sicuro c che molto raramente quello
che si vede nello schermo, particolari compresi, l per caso. Errori clamorosi a parte (quando cio
qualcosa di estraneo viene dimenticato), in un set cinematografico
tutto costruito; tutto finto si potrebbe dire. Ogni cosa, piccola o
grande, importante o no, frutto di studio e pi indietro si va con
lambientazione, pi accurata e minuziosa deve essere la ricerca.
Ogni schifezza e ogni chicca vanno quindi ascritte senza ombra di
dubbio al regista e non al caso o alla sfortuna.
Le armi non fanno eccezione; soprattutto con artisti del calibro di
Sergio Leone, regista che ci ha sempre interessato proprio per il
modo unico col quale ha portato le armi sullo schermo. Il suo
curare molto tutti i particolari e le ambientazioni (e spesso sono
anche questi ultimi a rimarcare la differenza tra il regista di razza e
il dilettante) lo ha sempre nettamente distinto dai suoi colleghi.
Oltretutto apprezzava e collezionava armi americane.
Quelle che si possono notare nei film del regista romano molto
difficilmente si vedevano nei western americani di quel periodo (e
meno ancora in quelli precedenti). Leone dava evidentemente molta
importanza alle scene con armi e la scelta minuziosa dei pezzi ne
la puntuale conferma, soprattutto a partire dal suo secondo film western Per qualche dollaro in
pi. Anzi, crediamo di non esagerare affermando che nei suoi film le armi sono sempre state dei
soggetti a s e non degli inanimati strumenti per fare scenografia.
Questo naturalmente non gli ha evitato qualche scivolone, ma niente che somigliasse anche solo
lontanamente agli svarioni di alcuni suoi blasonatissimi colleghi statunitensi.

Leone sceglieva le armi con molta attenzione (a volte personalmente altre aiutato dal suo amico
Benito Stefanelli, che oltre ad essere maestro darmi fu anche un abile attore caratterista e uno
stunt-man) e in modo altrettanto attento le metteva nelle mani di un determinato personaggio col
preciso intento di caratterizzarlo in maniera univoca, conferendo comunque ad esse un ruolo
centrale, anche se in qualche episodio la fedele ricostruzione storica ne risentiva. Non si erano mai
visti prima simili primi piani su pistole e fucili. Pensiamo per esempio al Winchester 92 col calcio
e la canna segati (solo Steve Mc Queen forse aveva impugnato qualcosa di simile) visto in mano ad
uno dei tre sicari che aspettano Armonica-Bronson in stazione allinizio di Cera una volta il
west, o alla rilucente Single Action Army nichelata con canna da 7 impugnata dal leggendario
Henry Fonda-Frank, secondo il quale quellarma faceva ancora buchi sufficientemente grossi per
i piccoli problemi.
Certo, se pensiamo che la trama del film incentrata intorno alla costruzione della prima ferrovia
transcontinentale, che fu ultimata nel 1869, dobbiamo per forza notare come sia le SAA che i fucili
Winchester siano leggermente fuori tempo. Ma crediamo si tratti solo di peccati veniali pi che di
sbadataggine del regista o del maestro darmi.
Nei due film precedenti Leone aveva raggiunto livelli di perfezione e accuratezza difficilmente
riscontrabili in altre pellicole; basti pensare a Il Buono il brutto e il cattivo e alla fornitissima
armeria (forse perfino troppo) gestita da un baffuto e simpatico vecchietto nel paese ai confini col
deserto, presso la quale Tuco Benedicto Pacifico Juan Maria Ramirez arriva sfinito e disidratato
dopo una passeggiata al sole di 70 miglia.
Lattenzione che lo spassoso Eli Wallach riserva alla vetrina piena di revolver (si preoccupa di
comprarne uno prima ancora di cercare un po di cibo), sintomatica e ci mostra quanto
significasse per Leone larmamentario dei suoi interpreti.
In quel negozietto c letteralmente di tutto, un campionario mai visto (o per lo meno lo si sente
nominare). Una Pepperbox, forse belga, con un impressionante fascio di canne che Tuco annusa con
molta competenza; una cigolante Galand con canna e tamburo avanzanti (brevettata per in Belgio
e in Inghilterra solo nel 1868); e poi Colt, Root, Remington, Smith & Wesson, Joslyn?? Da
impallidire!! Mai sceneggiatore americano si era azzardato prima di allora a costruire un mosaico
cosi vasto di revolver. Ci volle un romano doc!! Con un debole per il marchio del cavallino.
La scena sarebbe da antologia se non fosse per le solite piccole
incongruenze che tolgono il sonno ai fanatici del particolare (ahi
noi); come quella scatola di improbabili cartucce metalliche che
Tuco apre rusticamente sbattendola sopra la vetrina. E poi quel
nome; Joslyn, che Leone nelle sue ricerche per arredare il set,
pesc chiss dove e mise in bocca al vecchietto! [Larma per si
sente solamente nominare (come del resto la Smith & Wesson) ma
non si vede]. Perch mai era venuta in mente al regista una rarit
del genere? Il revolver di Benjamin F. Joslyn era ed poco
conosciuto, (ai tempi di Leone come ora), e fu costruito negli anni
1861-62 dalla Joslyn Firearms Co. di Stonington (Connecticut) in
circa 3000 esemplari (cifra approssimativa), coperto da un brevetto
del 4 maggio 1858. Si trattava di unarma molto solida e
discretamente costruita (ma i militari che la usarono in guerra
ebbero modo di lamentarsi del suo scatto), con canna da 8 o 7
pesante 3 libbre, somigliante vagamente al Remington Beals, per
con un colpo in meno, col cane laterale (side hammer) e la
possibilit di estrarre il tamburo sfilando il suo perno da dietro (come nelle Colt-Root).
La passione di Sergio Leone (forse lunico italiano ad aver piantato una macchina da presa nella
Monument Valley ed averci girato in esterni una scena memorabile) per le armi del West si vedeva

quasi ad ogni inquadratura; per esempio nel fucile Henry con lottica montata di lato per permettere
lespulsione dei bossoli impugnato dal Biondo-Eastwood; o negli stupendi primi piani della
Remington Army infilata in una fondina da pancia del Cattivo-Lee Van Cleef nellepica sparatoria
finale. O ancora nella fedele Colt Navy 51 di Tuco piantata allegramente nella tasca dei pantaloni,
per con un correggiolo di sicurezza. Ma avete mai provato voi a girare con venti centimetri di
canna che vi solleticano i ..? Un armamentario senza precedenti!
La conoscenza delle armi che il Brutto sfoderava in modo del tutto naturale era tale da
permettergli perfino di saccheggiare tre Navy e di assemblarne poi una coi pezzi migliori ricuperati
(secondo lui), fino a far ruotare il tamburo con un rumore da orologio svizzero.
E che dire del Biondo che con uno scovolo si pulisce la pistola (unaltra Navy) in una camera
dalbergo (si vede perfino la nuvola dolio polverizzato!!) e la carica in un attimo (ma con cartucce
di quale calibro??) mentre fuori dalla porta tre figuri lo vogliono ammazzare e gi in strada gli
uomini del generale Sibley si ritirano?
Per inciso, la ritirata di Sibley (cui accenna
lalbergatore) avvenne per davvero ed esattamente nel
febbraio del 1862 quando, dopo essersi scontrato in New
Messico con i volontari del Colorado del colonnello
texano Canby che gli tagliarono la strada per la California
(e anche i rifornimenti), dovette ripiegare disastrosamente
attraversando il deserto. Leone si era informato bene,
come al solito!
Di fronte ai film del regista romano, quasi non ci
interessa pi se le conversioni a cartuccia metallica
arriveranno di l a qualche anno (nella Guerra Civile si
spar quasi esclusivamente ad avancarica) n che sul
cinturone del Cattivo comparissero cartucce inesistenti per
la Remington.
Se c un regista al quale si devono perdonare queste
piccole inesattezze, ebbene, proprio Sergio Leone, che
daltronde ci ripaga con immagini indimenticabili e non
disdegna di far tagliare al suo eroe crudele ma buono, una corda alla distanza di 400 yarde con
ununica fucilata (da cavallo [sic!] e con larma poggiata sul braccio sinistro a m di rest). A
proposito: dove lavr pescato allimprovviso quel delizioso Sharps il Biondo dal momento che gli
si materializzato in mano come dal nulla a fine pellicola dopo tutte quelle peripezie??
Le sue finezze scenografiche sono indubbiamente uniche quasi quanto le frasi dotate di una
laconicit fulminante che a volte i personaggi recitano con una naturalezza fuori dal comune. (per
esempio il monco, interpellato dallIndio dice che: quando devo sparare, la sera prima vado a
letto presto).
E come non ricordarsi ancora, in Per qualche dollaro in pi delle armi sfoggiate del Colonnello
Douglas Mortimer, definito dal profeta il pi formidabile tiratore della Carolina? Certo che sto
Mortimer veniva dal Sud ma chiss perch aveva laria da yankee! Sia come sia, da un telo attaccato
al suo cavallo spuntano come per incanto una sontuosa SAA Buntline, una doppietta, un Winchester
(forse un 92) e uno sfizioso Colt Lightning a pompa in chiss quale calibro (anche questo forse
storicamente in anticipo di qualche anno, pur se la collocazione temporale del film tuttaltro che
sicura). Senza contare la Peacemaker personale portata sulla pancia e fornita di un calciolo che il
Colonnello aveva sempre con s pronto alluso.
Nella Single Action dellIndio-Volont poi, spunta perfino il cavallino Colt dalla guancetta in
gomma dura tipica della produzione di fine secolo. Caso? Pignoleria? Secondo noi solo rigore
storico, e cura maniacale del particolare.
Le ricercatezze e i colpi di genio ai quali Leone ci ha abituati diventano quasi normali, come il far
comparire un disegno in rilievo su un paio di guancette viste in due Colt differenti e in due film

diversi, (ma in una fulminea inquadratura sembrerebbe esserci anche in Per un pugno di dollari)
sempre per nelle mani di Clint Eastwood. Una piccolezza, davvero una piccolezza, probabilmente
indirizzata ai palati delicati, o semplicemente a soddisfare il proprio ego. E infatti molto difficile
che quel cobra (questo sembra ma potrebbe essere un cigno) stilizzato in argento piantato nel
legno di noce, sia stato dimenticato l da qualcuno per ben tre volte e non sia invece lennesima
chicca cercata appositamente dal regista.

Dispiace comunque notare come il western allitaliana, pur conservando un discreto seguito di
pubblico fino agli inizi degli anni 70, e a parte qualche isolato caso, si sia ben presto trasformato in
una volgare e grossolana caricatura di se stesso, lontanissima dalle opere darte che Leone seppe
inventare. Le decine di film usciti a seguito del successo di Per un pugno di dollari e prodotti con
budget bassissimi e sfruttando soggetti inesistenti o addirittura scenografie raffazzonate, sono ormai
completamente dimenticati. Ed quasi meglio che sia cos!!
Ma nello stesso tempo piace pensare che proprio grazie anche ad un regista italiano ad Hollywood
il genere rinacque (o per lo meno non mor) e ci dette modo ai nuovi autori USA di riconsiderare
l800 americano diventato ormai una icona sbiadita.
Escludendo la rivisitazione storica strettamente intesa e lasciando da parte la componente politica,
registi e sceneggiatori si resero conto che nel 1800 non si adoperarono solamente Colt Single Action
Army e lever action, ma una panoplia di modelli sterminata e che comunque solo in parte e anche,
lo ripetiamo, grazie agli italiani, si vide nei film successivi agli anni 70. E cos che cominciarono
ad apparire sugli schermi altri modelli, quali appunto le Remington, le Starr, le Roger & Spencer,
le Smith & Wesson.
Limportanza delle repliche italiane nei film storici degli ultimi 25 anni fuori discussione
e aziende come Uberti, Pedersoli, Pietta, Armi San Marco, Armi Chiappa, I.A.B., Euroarms-Armi
san Paolo; (forse ce ne dimentichiamo qualcuna) con i loro prodotti storicamente e tecnicamente
fedelissimi agli originali, hanno lasciato un segno indelebile nella cinematografia mondiale. Non
pensabile fare un elenco completo dei film (molti dei quali famosissimi) in cui compaiono armi di
produzione italiana, tanto che alcuni nostri produttori ammettono di conoscere solo una parte dei
titoli nei quali sono presenti prodotti di loro produzione, dato che spesso gli addetti ai lavori
pescano a gran mani dagli importatori senza passare per le ditte produttrici.
Il possente revolver Le Mat dei fratelli Pietta compare per esempio in Pronti a morire e in
Lesercito delle dodici scimmie; il fucile Kentucky e il moschetto Brown Bess di Pedersoli
compaiono in Revolution con Al Pacino e in Il patriota con Mel Gibson. In Gangs of New
York di Scorsese, si pu vedere una Colt 1851 Navy Scheriffs ancora di Pietta. Solo per fare
alcuni piccolissimi ma significativi esempi.
La vastissima produzione italiana, che copre anche una buona fetta di armi del XVIII secolo, si
pu ammirare pure nel premiatissimo kolossal Balla coi lupi (I.A.B. Pedersoli e Uberti); e poi in
Lultimo fuorilegge (I.A.B.); e ancora in Tombstone (Armi Chiappa); e via elencando con una
serie di titoli infinita. Senza tener conto della copiosa produzione televisiva (soprattutto americana)
a partire dal nostrano Sandokan dove si nota una pistola Kentucky di Pedersoli, fino alla serie
North and South con Patrick Swayze (fucile Sharps di Pedersoli).

E comunque evidente come nel cinema tutto il settore sia pesantemente influenzato da precise
esigenze di sceneggiatura e soprattutto dallestro e dalla preparazione del regista, oltre che da
altrettanto precisi obblighi legislativi, soprattutto in Italia dove vietato usare armi vere. Se infatti
negli USA ancora possibile portare davanti ad una cinepresa un modello perfettamente
funzionante e caricarlo a salve, nel nostro paese si devono obbligatoriamente noleggiare armi per
uso scenico, una categoria di armi-non-armi inserita appositamente nella nostra legislazione e che
prevede disposizioni severe.
Ci non toglie che la maggior parte dei grossi errori (per non dire di peggio) riguardanti la
balistica, le armi e le munizioni cinematografiche siano nati non certo per problemi amministrativi
ma per inesattezze e leggerezze a volte perfino imperdonabili.
Va detto tra parentesi, e senza voler offendere nessuno, che la quasi totalit dei registi western ha
dimostrato di non saper nulla di armi, motivo per il quale hanno sempre dovuto affidarsi a
consulenti storici e ad esperti che spesso si sono dimostrati esperti solo della loro parcella.
Gli esempi, anche clamorosi, non mancano. Si va dal modello fuori tempo (naturalmente la Colt
SAA la fa da padrona dato che la si vista dappertutto) ai ripetuti scatti in doppia azione in armi
nate in singola fino ai revolver ad avancarica che camerano non precisate cartucce; per finire con le
esagerazioni balistiche che hanno sempre caratterizzato la stragrande maggioranza dei film: nessun
genere escluso. Quel che sicuro che gli appassionati e conoscitori darmi non ridono quando
vanno al cinema e davanti ad alcune corbellerie avranno sicuramente il sedere che gli prude.
Un film famoso nel quale si vede un fuori tempo il classico del 1940 I pascoli dellodio di
Michael Curtiz, nel quale compaiono alcune Colt Single Action Army con canna da 7. Peccato la
pellicola sia ambientata prima della Guerra tra gli Stati ai tempi delle scorribande di John Brown,
che culminarono con i diciassette morti della tentata insurrezione dei neri a Harpers Ferry e con la
sua condanna a morte da parte dello stato della Virginia. Episodio che ebbe il suo peso sullinizio
della guerra.
Un altro svarione che ci viene in mente riguarda
proprio uno dei western di ultima generazione pi
visti e premiati, il Balla coi lupi di Kevin Costner, e
precisamente la sua colt Navy che in uninquadratura
compare con un tamburo ingrossato tipico delle Army
60 (senza per il corrispondente scalino sul telaio) e
in una successiva ritorna col tamburo diritto.
Magie del cinema! Durante poi la famosa battuta di
caccia al bisonte (molto pittoresca daltra parte),
vengono uccisi alcuni esemplari con un unico colpo di
fucile Henry. Beh non serve essere dei PH navigati
per rendersi conto che una 200 grani a 1100 piedi al
secondo scarsi, (di tanto era accreditata la .44 Henry
flat dellepoca) per quanto animata da spirito
combattivo, mette in evidenza tutti i suoi limiti di
fronte ad una bestiaccia che non si vergogna di
avvicinarsi alla tonnellata di peso e che in corsa,
carica di adrenalina ha gli organi vitali protetti da
fasci muscolari di venti centimetri induriti dalla
tensione. Ma tant!! Gli sceneggiatori nei loro film
sono dittatori senza piet che se ne fregano delle leggi
della fisica e della realt venatoria.

Sempre riguardo allHenry rifle inoltre (che oltretutto venne fornito dalla Uberti in .44/40), in
una veloce inquadratura si notano vicino al bellissimo fucile bresciano alcune cartucce che
hanno il desolante aspetto delle .45/70 governative. Non che questa cartuccia ci sia antipatica, anzi,
solamente sarebbe comparsa solo dopo qualche anno e comunque nulla avrebbe avuto a che fare
con questo bel fucile.
Sarebbe stato cos difficile, visto lesborso in denaro che caratterizz quella produzione, farsi
costruire tre bossoli di .44 rimfire dal tornitore dietro langolo e piazzarli in scena facendo contenti
noi pignoli?? Niente da fare! Chiediamo troppo!! Infondo sono solo peccati veniali dato che si
visto ben di peggio.
Certo per, anche Leone commise dei fuori tempo abbastanza clamorosi facendo caricare
alcune Colt Navy 51 con cartucce che non esistevano ancora. E non scherzava neanche in fatto di
balistica. Abbiamo gi visto come in Il buono il brutto e il cattivo il Biondo fosse capace di
tagliare corde dimpiccati come se piovesse, anche lui con un Henry. Alla fine del film avr per
uno Sharps e la distanza sar inenarrabile! Per di pi in sella ad un cavallo. Beh; chiunque abbia
provato a poggiarsi con tutta calma ad un bancone con unarma da caccia e fare una rosata a
trecento metri di cui non vergognarsi, sa di cosa parliamo. Ma! Esigenze di scena!
Molto interessante invece lidea di dotare un personaggio di un fucile che certo alluscita del film
non era molto conosciuto nemmeno tra il pubblico americano, come invece divent negli anni
successivi grazie anche alle repliche italiane. Larma di Benjamin Tyler Henry in calibro .44, che
poteva contenere nel serbatoio ben 15 colpi, non fu per altro molto diffusa tra le truppe, con circa
1700 fucili (50 dollari luno il prezzo di listino contro i 13-15 dollari necessari per un modello
Springfield 1861 a percussione) forniti in meno di due anni fino al termine del conflitto e comunque
cominci ad arrivare solo a truppe selezionate alla fine del 1863 (primi a riceverlo probabilmente i
fanti del 7 Illinois) assieme alle rivoluzionarie cartucce (quasi cinque milioni i pezzi venduti
allEsercito fino al novembre 1865). Naturalmente con la disperazione dei generali che prevedevano
un micidiale spreco di munizioni. Di sicuro si pu dire che alcuni reparti sudisti che ebbero la
sfortuna di sentirne la musica, (per lo pi in scaramucce) si resero conto sulla loro pelle della
differenza tra un arma a ripetizione e i loro Richmond a percussione.
E se i registi continuano a commettere leggerezze storico-balistiche, noi vogliamo addirittura
strafare in pignoleria! Nello stranissimo e surreale western di Sam Raimi Pronti a morire, ad un
certo punto si vede una cartuccia .45 colt spinta dentro al tamburo di una Single Action Army in un
dettagliatissimo primo piano. Quella cartuccia ha ben stampigliato sul fondello, oltre che il calibro
anche il marchio del produttore: R P che sta per Remington-Peters. Sigla nata dalla fusione della
Peters Cartridge Co. con la Remington. Tutto esatto!! Ma solo molti, molti anni dopo il periodo nel
quale il film vorrebbe essere ambientato.
E evidente ormai come a Hollywood (dopo labbuffata degli anni doro) non ci pensino proprio
pi ad adoperare ferraglia depoca. Con tutto il ben di dio che gli arriva dallItalia!!
Maestri darmi attenti, nessun particolare sfugge!! Registi!! Vi osserviamo!

Giorgio Calore (2007)

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