You are on page 1of 2

MANZONI

Tema dominante in Manzoni la continuit tra gli ideali illuministici e la fede religiosa:lui crede nei valori di
libert,uguaglianza e fratellanza ,per ritrova questi ideali all interno della fede in un Dio provvidenziale che
governa la storia e gli uomini guidandoli alla salvezza spirituale e alla felicit terrena. Manzoni afferma che
solo applicando i principi cristiani si pu creare una societ pi giusta e libera, attenta alle esigenze dei pi
bisognosi e vittime dei potenti .Fu il primo autore a trattare nelle sue opere la vita degli umili, degli oppressi,
desiderosi della giustizia e di uguaglianza; la sua poesia pu dirsi democratica .Egli aveva una visione
pessimistica della vita perch osservava che il male e la cattiveria prevalgono sul bene, mentre sosteneva che
la vita terrena poco importante in quanto ci che ha valore l aldil; dio non ha promesso la felicit all
uomo sulla terra dove tutto passeggero, ma in un altro mondo quello eterno Manzoni riteneva che le
vicende umane, i fatti storici, sono voluti e guidati da Dio- provvidenza, che realizza sulla terra i suoi piami
di redenzione e di finale trionfo del bene(concezione provvidenzialistica della storia)
La visione religiosa della vita Il male, il peccato esistono, ma la fede in Dio e nella sua Provvidenza, d all
uomo la forza di affrontarli e lo illumina nelle sue scelte interiori, rendendolo capace di trarre anche dalle
sofferenze una lezione positiva. Nel romanzo soprattutto compare la Provvidenza che nella vita terrena
trasforma il male in bene almeno per chi sa credere e mettere in pratica i principi cristiani,soprattutto nel
momento delle difficolt e nel dolore Un tema di M il senso della storia , lui non si aggrappa ad alcun
illusione, all immaginazione, non crede nella mitologia sente il bisogno di narrare fatti che siano fedelmente
documentati. Infatti pensa che uno scrittore debba contribuire alla formazione morale del suo pubblico,
sollecitandolo a prendere coscienza sia del bene che del male, dei vizi e delle virt , di quello che siamo e
che invece dovremmo essere. Per questo l opera d arte per Manzoni deve avere: IL VERO per oggetto : cio
deve trarre ispirazione dalla realt storica non dalla mitologia;LUTILE per scopo: cio l artista attraverso le
sue opere deve rendersi utile alla societ, dando insegnamenti morali LINTERESSANTE per mezzo: cio
attrarre lattenzione del lettore, arricchendo l opera d arte di elementi fantastici o passionali che ne
costituiscano l elemento piacevole anche se la trama narra fatti tragici. Da ci sente l esigenza di usare un
linguaggio pi vicino possibile alla lingua parlata, semplice e comprensibile a tutti
TEMI illuminismo
Libert
Uguaglianza
Fratellanza
Nelle opere di Manzoni gli umili e gli oppressi riescono ad ottenere la giustizia, perch Dio premia coloro
che seguono gli insegnamenti cristiani.
LEOPARDI (COLLEGATO AD ALFIERI)
Viene descritto in fasi diverse perch evolve nel corso degli anni.
Teoria del piacere non formulata da egli stesso, ma gi esisteva nel 1700. L'originalit della sua idea
sta nell'aver formulato l'idea che qualsiasi essere vivente destinato ad una profonda infelicit. Ci fa s
che gli uomini siano destinati ad essere infelici perch nella vita ci data la possibilit di provare dei piaceri
limitati e circoscritti e in pi questi finiscono, non sono eterni (infelicit = assenza di piacere).
Legato a ci il pessimismo leopardiano, diviso dagli studiosi in fasi:
Pessimismo storico (1819 - 21)
Leopardi ritiene che la sua epoca sia pi infelice dell'epoca antica. Il progresso ha reso l'uomo pi infelice.
Afferma che la natura benigna mentre la ragione nemica della natura. positiva la presenza della
natura che fornisce agli uomini la capacit di vedere le cose sotto una luce positiva, di illudersi. Illudendosi,
l'uomo non vede l' infelicit che caratterizza la sua vita, ma si illude. Questo un meccanismo di
sopravvivenza che la natura ha dato agli uomini.
Gli antichi si lasciavano cullare da queste illusioni, i moderni invece no, perch i moderni hanno un antidoto
= la ragione, che lo impedisce. Leopardi vede il presente come un'et in cui il progresso ha portato solo il
predominio della ragione, la quale fa s che gli uomini abbiano una concezione del vero drammatica,
mette in evidenza la negativit nella quale viviamo. Una situazione simile a quella degli antichi la troviamo
nei primitivi e nei fanciulli (che non sono ancora consapevoli di come la realt).
Pessimismo cosmico (dal 1824)
Testimoniato dal Dialogo con l'islandese (Operette morali). Cambia il modo di concepire la natura, non
pi benigna ma maligna perch colpevole di infondere agli uomini il piacere infinito ma non d loro la
possibilit di soddisfarlo. E' colpevole perch non le sta a cuore il destino del singolo ma solo la
preservazione della specie. La natura poeticamente rappresentata come una divinit malvagia.
Filosoficamente concepita come un elemento indifferente che regge il meccanismo di questo mondo,

quella forza che fa s che il mondo vada avanti.


Di fronte al fatto che la natura maligna e non c' altra condizione che l'infelicit, non c' nulla da fare. Il
pessimismo cosmico rimarr sempre, non viene superato, ma dal 1830 cambier l'atteggiamento: da
atarassia a titanismo.
Dal 1830 Leopardi sostiene che di fronte a questa situazione dovremmo essere pi solidali gli uni con gli
altri: promuovere atteggiamento di fraternit, di solidariet contro unico nemico: la natura. Ci viene
detto nella Ginestra del 1836 componimento contro le teorie positiviste, teorie troppo ottimiste,
ripongono troppa fiducia nella capacit dell'uomo di risolvere i problemi, capacit che egli definisce sciocca
e superba.
ARIOSTO E TASSO A CONFRONTO
bisogna un attimo "inquadrare" il periodo storico... Allora ARIOSTO vive nel momento in cui le corti sono al
massimo del loro splendore, e si sente s realizzato nella vita di corte sebbene affermi che la vera felicit si
trovi nella solitudine intesa come "io" profondo, come allontanamento dalla vita materiale.
il Tasso invece vive nel periodo della Controriforma, perci ha maggiore difficolt a trascrivere al meglio la
sua interiorit perch ha paura che il suo libro possa essere messo all'indice e dunque bandito. E' una
personalit molto tormentata, tanto che vive parte della sua vita nel manicomio di Sant'Anna. Non mai
contento del suo poema ( La gerusalemme liberata ). Inoltre Tasso analizza gli eventi in chiave cristiana,
mentre Ariosto no, molto pi "libero".
Tasso nel proemio del suo poema chiarisce immediatamente che se tratter di "molli e dolci argomenti" sar
solo per diletto dei lettori che altrimenti si annoierebbero a leggere. Precisa subito che si tratter di un poema
a carattere religioso.
Nel poema del Tasso si nota una certa "unicit" nell'argomentare le vicende. Al contrario dell'Orlando
Furioso di Ariosto che predilige la "molteplicit" degli avvenimenti. Inoltre lo spazio nell'Orlando Furioso
risulta essere circolare ossia i protagonisti non raggiungono mai i loro tanto agognati obiettivi, mentre nella
Gerusalemme Liberata i protagonisti tendono, attraverso l'aiuto Divino appunto, a Dio ed proprio a
quest'ultimo che si "appoggiano" per vincere le insidie della vita terrena.
Nel proemio dell'Orlando Furioso notiamo la forte presenza dell'AMORE (nel doppio chiasmo dei primi
versi) mentre nella Gerusalemme Liberata l'amore viene messo in secondo piano proprio per prediligiere altri
argomenti ( quello cavalleresco e la religione in primis)
MACHIAVELLI
il realismo politico. Bisogna stare alla verit della cosa e non perdersi nel ricercare come la cosa dovrebbe
essere. Macchiavelli giunge addirittura a dire che il sovrano pu trovarsi in condizione di dover applicare
metodi estremamente crudeli e disumani (il fine giustifica i mezzi) ed evitare in ogni caso la via di mezzo, il
compromesso che oltre a non servire a nulla di estremo danno. Macchiavelli ha una visione pessimistica
delluomo che, a suo parere, di fatto tende ad essere cattivo. Di conseguenza il politico non pu fare
affidamento sullaspetto positivo delluomo ma deve tener conto del prevalente aspetto negativo e agire di
conseguenza.

nuovo concetto di virt del Principe che deve governare efficacemente lo Stato e che deve saper
resistere alla fortuna. Ovviamente la virt politica di Macchiavelli non ha nulla a che vedere con
la virt in senso cristiano ed intesa come abilit, doti del principe. Relativamente al concetto di
fortuna, (in contrapposizione con quanti sostenevano che la fortuna sia la ragione degli eventi e che
quindi sia inutile faticare cercando di farle argine ma che sia meglio lasciarsi governare da essa),
Macchiavelli sostiene che per met le cose dipendono dalla sorte e per laltra met dalla virt e dalla
libert.
la tematica del ritorno ai principi come condizione di rigenerazione e di rinnovamento della vita
politica. Lideale politico di Macchiavelli non per il principe da lui descritto, che piuttosto una
necessit del momento storico, bens quello della Repubblica romana, fondata sulla libert e sui
buoni costumi

You might also like