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La battaglia di Ortona.

Alcuni fatti storici, comprese sanguinose battaglie, possono sbiadire nel ricordo a causa della
fama acquisita da altri fronti, altri fatti darme divenuti famosi a livello internazionale.
Divengono cos "scontri minori" nel quadro generale pi ampio. Minori! Certo, possono
esserlo per osservatori esterni, lontani nel tempo, o per i Quartier Generali. La verit per
che in guerra non esistono battaglie minori per gli uomini e le donne che vi sono coinvolti.
Uno di questi casi la Battaglia di Ortona, combattuta nel Dicembre 1943 la quale, per
quanto relativamente breve, merit laccostamento con i terribili combattimenti di
Stalingrado (W. Churchill la defin la piccola Stalingrado), dove lintera VI Armata tedesca
venne accerchiata e annientata dai russi nellinverno del 1942, dopo mesi di scontri fra le
rovine e la macerie della citt sovietica.
Offuscata dagli scontri del mese successivo presso il monastero di Cassino e la valle del Liri,
sul versante tirrenico della penisola italiana, la storia di Ortona non ha mai ricevuto la giusta
attenzione e collocazione per la sua importanza tattica e strategica e, non certo motivazione
minore, per la popolazione civile che soffr la distruzione pressoch completa del centro
abitato.
Lantefatto principale avviene il 10 Settembre 1943, allincirca alluna di notte, quando la
corvetta della regia marina Baionetta alla fonda nel porto di Ortona imbarc Re Vittorio
Emanuele III e il suo staff, destinazione Brindisi, per consegnarsi agli Alleati. Lo stesso giorno
arrivarono nei pressi della citt le prime formazioni tedesche, in particolare ufficiali del genio
e relativi uomini che minarono i pontili e forze di ricognizione avanzata, per lo studio del
territorio circostante in previsione della VIII Armata britannica, competente in quel periodo
della costa adriatica.
Il 24 Settembre reggimenti della Werhmacht occupano le alture circostanti mentre nel centro
cittadino si installano i veterani della I divisione paracadutisti, nello specifico due battaglioni
del III reggimento. I rapporti con la popolazione locale sono generalmente neutri, non si era
ancora giunti al contrasto diretto nei confronti di quelli che non era ben chiaro se fossero
forze amiche o occupanti. Ci nonostante venne proclamata la legge marziale e numerosi
proclami avvisavano la popolazione di rappresaglie qualora avessero ostacolato o addirittura
attaccato le forze germaniche. I circa diecimila abitanti vennero anche avvisati che il fronte
avrebbe attraversato Ortona e furono invitati a lasciare labitato. Non tutti poterono, o vollero
farlo.
Gli ordini del Fuhrer per le sue truppe delite, i fallschirmjager (paracadutisti NdR) che nulla
avevano perso del loro ardore dei primi, vittoriosi, anni di guerra, erano di combattere per
ogni singola casa o albero e i par si predisposero per lo scopo. Esperti del combattimento
urbano si disposero secondo la tattica dellincanalamento: nidi di mitragliatrici e squadra
pesantemente armate ma molto mobili creavano dei corridoi fra i vicoli che avrebbero portato
gli attaccanti a tentare manovre di aggiramento, finendo a quel punto verso piazzeforti ancora
pi munite o edifici completamente minati che venivano fatti esplodere a distanza. I punti
chiave della difesa, come ad esempio Casa Berardi o il crocevia Cider, a cavallo della statale
Maruccina, furono trasformati in piccole fortezze, rinforzati quanto pi possibile, anche con
materiale requisito ai civili.
I preparativi vengono improvvisamente interrotti a Novembre, con linizio dei primi
bombardamenti tattici volti a spianare la strada alla I Divisone di fanteria canadese, da poco
giunta al fronte per rilevare la duramente provata LXXVII divisione inglese. Il 6 Dicembre
la data ufficialmente accettata per linizio degli scontri ma gi il 3 vengono riportati
sanguinosi scontri per la conquista di Lanciano e presso il fiume Moro, passi fondamentali per
la cattura di San Leonardo e la conversione verso Ortona, la cui conquista di vitale

importanza sia per il porto di cui dotata che per la messa in sicurezza della statale adriatica,
fondamentale per lavanzata Alleata.
Spetta alla II Brigata canadese del Reggimento Loyal Edmonton attaccare il centro abitato
ed contro di essa che i reparti tedeschi combatteranno la sanguinosissima battaglia urbana
nei giorni a seguire.
Il 19 i tedeschi abbandonano la Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli e la sera dello stesso
giorno viene raggiunta Piazza della Vittoria ma raggiunto Corso Vittorio Emanuele la
formidabile difesa approntata dai par blocca lavanzata gettando nel caos le formazioni
canadesi che si prefiguravano, a quel punto, una facile vittoria. Dodici carri armati Sherman
accompagnano la fanteria ma le macerie del caseggiato bombardato e quelle degli edifici
minati che saltano, a volte con intere squadre allinterno, rendono difficile lutilizzo dei carri,
quando non deleterio a causa dello scarsissimo spazio di manovra e la facilit con cui
potevano essere messi fuori combattimento manovrando fra i ruderi e gli altri innumerevoli
ripari. Lo scontro rimase in mano alla fanteria, proprio come a Stalingrado. Piccoli gruppi di
soldati si muovono fra le case abbattendo i muri con i lanciarazzi PIAT o con cariche di
demolizione fabbricate sul posto, per evitare le strade dove da ambo le parti i cecchini e i nidi
di mitragliatrici falciano chiunque incrociasse i loro archi di tiro. E una battaglia fatta di
corpo a corpo, lanciafiamme, granate e coltelli. Una battaglia snervante, terribile e tragica, fra
i civili che cercano riparo nei solai o nelle cantine, solo per rimanere coinvolti nella distruzione
che il destino e uomini sconosciuti servirono loro in quel freddo inverno del 43.
Il 23 Dicembre i tedeschi sono quasi del tutto scacciati dal Corso ma piccole pattuglie
continuano a infiltrarsi e minare le posizioni che i canadesi ritengono sicure, come quando il
geniere Karl Bayerlein riusc a piazzare una carica di esplosivo in un edificio occupato da
decine di soldati alleati, provocando la morte di tutti ad eccezione di uno di loro. Attacco
subito replicato da due sconosciuti canadesi che fecero crollare una palazzina di tre piani con
due squadre tedesche, utilizzando lo stesso metodo. Nonostante le enormi difficolt il Corso
viene liberato, resta da assaltare il centro storico, in particolare piazza San Tommaso, dove il
grosso dei superstiti tedeschi si sono asserragliati. Il 25 Dicembre, mentre viene consumato
con un sistema di turnazione un magro pranzo di natale presso la Chiesa di S.M. di
Costantinopoli, laccerchiamento completo ma ci vorranno altri tre giorni per scacciare
definitivamente i Fallschirmjager da Ortona, solo il 28 infatti il gen. Heidrich diede lordine di
ritirarsi ai suoi uomini che si mossero, senza mai smettere di combattere verso le alture
dellAppennino, pronte a riprendere la lotta contro il nemico.
Per la conquista di Ortona perirono 1.500 civili innocenti (1.314 abitanti del centro urbano
vero e proprio) , 1.375 soldati canadesi (un quarto delle loro perdite totali durante la
Campagna dItalia) e un numero mai stabilito di tedeschi (almeno un migliaio).
Si stima che pi del 85% delle costruzioni furono danneggiate o distrutte negli otto giorni di
combattimento urbano.
I dati risultanti, considerata la superficie dello scontro, la relativamente breve durata e
lesiguit delle forze contrapposte, sono la chiara testimonianza della violenza estrema che si
raggiunse in quei giorni. Ortona fu insignita della Medaglia dOro al Valor Civile per la
distruzione subita e la forza dimostrata dai cittadini durante gli scontri e a eterna memoria
delle generazioni future, un monito di quanto la libert conquistata e la pace degli anni a
venire siano posate su fondamenta di dolore e sacrificio.

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