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I

sistemi di relazione tra Stato e Chiesa Marco Canonico


Capitolo primo
LA RELIGIONE NELLANTICHITA CLASSICA

1. La concezione della religione nellantichit


Nei popoli antichi si aveva una concezione della religione profondamente diversa da quella
attuale: non esisteva lidea della religione come sentimento intimo ed individuale,
costituendo essa un fatto di rilevanza collettiva: la religione era considerata un fenomeno
umano e terreno e si era convinti che lorganizzazione religiosa e quella civile costituissero due
lati e due aspetti dellunico corpo sociale.
Lindividuo che apparteneva ad un popolo ne doveva accettare integralmente le leggi ed i
modelli di vita. La mancata accettazione di uno o pi di questi elementi avrebbe
determinato luscita del soggetto dalla comunit.
Nel mondo classico ogni popolo adottava le divinit che riteneva pi confacenti; si pu parlare
pertanto di PERFETTA OMEOGENEITA sotto il profilo religioso nel senso che ciascuna
comunit si dava una propria religione che era unica per tutti gli individui e si disinteressava delle
opzioni compiute nel medesimo ambito dalle altre popolazioni, lasciando loro una libera scelta
nelle divinit.

2. La tolleranza dei popoli antichi



Lomogeneit religiosa interna e lindifferenza per le scelte operate allesterno fanno si che non
esistono, nel mondo antico la propaganda religiosa e il proselitismo e che non si ponesse
nemmeno un problema di intolleranza religiosa: impedire la libera scelta in materia religiosa.
La prova della tolleranza che caratterizza lantichit classica si rinviene nellatteggiamento tenuto
dagli stessi romani nella conquista degli altri popoli: essi salvo il rispetto della loro autorit e il
pagamento dei tributi, si dimostrarono tolleranti rispetto agli usi e i costumi dei popoli conquistati.
Sul piano religioso: non solo non imposero le loro divinit ai popoli sottomessi ma addirittura
avvenne il fenomeno opposto: furono i conquistatori che assorbirono nuove figure
recependole da quelle delle genti sottomesse (esempio del Pantheon).

3. Le persecuzioni dei romani contro i cristiani


Occorre subito chiarire che alla base delle persecuzioni contro i cristiani non vi sono motivazioni
di ragione spirituale; per comprendere il fenomeno delle persecuzioni occorre considerare che
nellet imperiale fu introdotto il culto dellimperatore e cio la pratica dellapoteosi ovvero la
cerimonia mediante la quale limperatore defunto viene elevato a divinit. Con Diocleziano il
passo breve e tale rango divino viene attribuito allo stesso imperatore regnante; di
conseguenza tutti i sudditi, non solo i romani, erano tenuti a riconoscere la natura divina
dellimperatore. Questa pratica comporta per i cristiani difficolt insormontabili in quanto,
professando lesistenza di un solo Dio, non potevano accettare lesistenza di altri soggetti del
medesimo rango se non rinnegando la propria fede. Non accettare una delle qualifiche
dellimperatore equivaleva a negarne ruolo e potere: si tratta quindi di un comportamento che

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non presentava profili religiosi ma integra una ribellione allautorit costituita, rendendo
sovversivi tutti coloro che per coerenza con il proprio credo rifiutano di riconoscere la natura
divina in capo a Cesare.
In realt i cristiani non avevano alcuna intenzione di mettere in discussione o ribellarsi
allordine temporale: il loro rifiuto era solo di natura religiosa.
Facendo leva sulla diversit dei valori e degli ideali fu facile per Nerone additare i seguaci della
nuova religione come soggetti pericolosi e nemici dellimpero accusandoli per lincendio della
Citt iniziato nel 62-64. Dopo la persecuzione di Nerone prosegue latteggiamento ostile nei
confronti dei cristiani. Dopo i primi due secoli la repressione si sposta sul piano legislativo.

4. la progressiva diffusione e la definitiva affermazione del


Cristianesimo
Il 13 giugno 313 con lEDITTO DI MILANO emanato da Costantino e Licinio si ha ufficialmente
la fine delle persecuzioni contro i cristiani. Esso infatti riconosce la libert di professare
qualsiasi religione anche quella cristiana a favore della quale si dispone labolizione di
ogni precedente restrizione e lobbligo di restituire i beni confiscati. Limportanza del
provvedimento data dallesplicito riconoscimento della legittimit della fede cristiana. La
ragione di tale apertura va ricercata nellampia diffusione che aveva ormai acquistato il
Cristianesimo e che suggeriva una soluzione tanto favorevole ai cristiani per non mettere a
rischio la pace sociale. Non pare che fra i motivi della magnanimit delleditto di Milano possa
annoverarsi la conversione di Costantino alla religione cristiana.
La nuova religione si espande in maniera capillare e si insinua nella societ al punto che gli
imperatori si preoccupano di tutelare il cristianesimo:
- Costantino: si erge a difensore del culto cristiano istituendo un apposito capitolo di spesa
per la costruzione di edifici di culto cristiano + riconosce alle chiese cristiane la facolt di
essere istituite eredi o legatarie + convoca alcuni concili (Roma, Alres, concilio di Nicea
325 formula la professione di fede in un Dio trinitario)
- Influsso dei principi cristiani sulla societ romana che influenzano la stessa
legislazione civile: introdotta la festivit domenicale + abrogate le leggi contro il celibato
+ reso pi difficile il divorzio
Dopo leditto di Milano lascesa del cristianesimo inarrestabile fino ad arrivare al 28 febbraio
380 con lEDITTO DI TESSALONICA emanato da Teodosio I con il quale il cristianesimo
diviene religione ufficiale dellimpero. Non chiaro se lordine di professare il culto cristiano
sia rivolto a tutti i sudditi oppure il precetto consista piuttosto in una condanna delle sole eresie
relative al dogma cristiano. In ogni caso, subito dopo la proclamazione del culto cristiano come
relgione ufficiale prende il via unattivit legislativa espressamente diretta a combattere il
paganesimo:
- abolizione pontifex maximus
- privazioni per vestali e sacerdoti di Roma appartenenti alla religione pagana di immunit e
sovvenzioni + confisca dei beni
- proibite le celebrazioni a Roma di cerimonie pagane + divieto del culto pagano in tutto
limpero.

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La Chiesa cristiana passa dalla tolleranza a una protezione sempre maggiore e pericolosa
da parte dellautorit civile. Il prezzo di questa ingerenza rappresentato dal controllo che
limperatore esercita nei confronti dellistituzione ecclesiastica che si evidenzia soprattutto nella
facolt di indire i Concili ecumenici e di stabilirne lordine del giorno. Limperatore ritiene che la
lotta all eresia costituisca un suo compito in quanto il mantenimento dellunit religiosa
rappresenta un fattore di coesione della popolazione e dunque un elemento di stabilit politica.

5. Gli apporti innovativi del Cristianesimo


Conseguenze che genera limpatto della nuova religione rispetto alla tradizionale concentrazione
della materia spirituale e del suo rapporto con il potere politico:
1. Viene messo in discussione il SISTEMA UNITARIO: viene meno in altre parole la
visione unitaria delluomo e della societ senza possibilit di distinzione fra cittadino e
fedele, fra comunit civile e religiosa, viene meno la coincidenza tra norme giuridiche e
norme morali e religiose (losservanza delle leggi della comunit era allo stesso tempo
obbligo morale e religioso per il cittadino). Questo grazie al PRINCIPIO DUALISTA
CRISTIANO: date a Dio quel che di Dio e a Cesare quello che di Cesare.
2. Mutamenti dal punto di vista IDEOLOGICO:
a. Concezione monoteistica: la religione non solo vista come valore individuale e
non collettivo, ma soprattutto essa improntata al monoteismo: allesistenza di un
solo e vero Dio. Solo quella cristiana vera religione, tutte le altre sono solo
superstizioni.
b. Dogma della SALVAZIONE ESCLUSIVA: Se esiste un solo Dio allora
solamente attraverso la fede in questo che si potr ottenere la salvezza
ultraterrena. Fuori dalla Chiesa non c salvezza.
c. Precetto del COMPELLE INTRARE (costringi ad entrare): la frase fa parte di
una parabola: Dio invita gli uomini ad entrare alla sua mensa, e dunque alla fede in
Lui, ma sono poi i singoli individui a decidere se accettare o meno linvito, con una
scelta che ad un certo punto diventa irrevocabile.
La combinazione di questi 3 elementi conduce al SORGERE DELLINTOLLERANZA
IN MATERIA RELIGIOSA: il cristiano si sente di dover combattere le altre religioni in
quanto false al fine di condurre alla salvezza ultraterrena i propri fratelli, rendendosi
per intollerante verso altre religioni.

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Capitolo secondo
IL CESAROPAPISMO

1. Il cesaropapismo nellimpero romano



CESAROPAPISMO: unione fra potere temporale e potere spirituale, in quanto le prerogative
civili e religiose sono concentrate in unico soggetto: LIMPERATORE. Che appunto
simultaneamente: Cesare = capo dellorganizzazione politica e Papa = ossia massima autorit
religiosa.
Il modello cesaropapista del mono romano:
1. la materia spirituale faceva parte dei compiti del potere temporale e veniva regolata da
leggi civili in quanto facente parte dellamministrazione pubblica.
2. Il capo civile anche al vertice dellorganizzazione ecclesiastica
3. La massima autorit imperiale la fonte suprema del diritto della Chiesa:
a. Le deliberazioni del concilio non acquistano validit ed efficacia se non a
seguito dellapprovazione da parte dellimperatore
4. limperatore attraverso i propri funzionari controllava leffettiva osservanza delle leggi
ecclesiastiche e vigilava sullamministrazione dei patrimoni appartenenti alle istituzioni
religiose
5. LImperatore partecipava alla nomina dei funzionari e dignitari ecclesiastici
6. Limperatore disponeva anche di potere giudiziario in materia religiosa: convocava i
tribunali ecclesiastici e decideva le questioni di competenza degli stessi.
Questo sistema comportava una serie di vantaggi reciproci tra chiesa e autorit civile in
quanto:
- La chiesa: poteva godere dellappoggio dellautorit civile (combatte le eresie e perseguita
i culti pagani) e i suoi funzionari godevano di immunit e prerogative di vario genere
- Lautorit civile: il mantenimento dellunit religiosa rappresenta un fattore di coesione e
stabilit sociale e politica.
Questo modello viene meno a seguito della caduta dellimpero romano doccidente (476) che
vede spezzarsi lunit politica dellimpero a cui segu anche quella religiosa con lo scisma della
Chiesa dOriente.
I caratteri del cesaropapismo in oriente appaiono pi marcati di quanto si verifica in
occidente poich si rivela pi incisiva lingerenza imperiale nella sfera spirituale. La
ragione da ricercare nella maggiore sudditanza e dipendenza del vescovo di Bisanzio
dallimperatore.

2. Lascesa religiosa e politica del papato


476: viene meno limpero romano doccidente = la chiesa latina non pu pi contare sullalleanza
e sullappoggio del potere civile; essa non pu pensare ad unalleanza con i nuovi dominatori.
Questa situazione favorisce la progressiva ascesa del ruolo del vescovo di Roma.
Fattori che influenzano lascesa del papato:

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1. Lontananza dallimperatore doriente
2. Affermazione del principio di giurisdizione a favore del Vescovo di Roma: si tratta
del principio in virt del quale al vescovo di Roma compete una primazia su tutti gli altri
vescovi. Il fondamento da ricercare sul potere che Cristo fondatore della Chiesa
avrebbe conferito a Pietro e che per successione apostolica sarebbe stato trasmesso
ai suoi successori. Solo con papa Leone I si avr la compiuta formulazione del
primato.
3. Il Vescovo di Roma il Vescovo della comunit ecclesiale formatasi nellantica e
pur sempre venerata Capitale dellimpero.
4. Roma: la citt in cui hanno predicato e sofferto il martirio i due apostoli Pietro e
Paolo.
5. Attivit diplomatica dei pontefici: che intraprendono con i popoli barbari
6. Sorgere del dominio temporale in capo al pontefice: ovvero nella nascita di un vero
e proprio Stato governato dal Papa.
a. la chiesa comincia ad essere destinataria ad opera di fedeli di donazioni e lasciti
aventi ad oggetto beni immobili = patrimonium Sancti Petri (patrimonio di
San Pietro)
b. venuta meno lautorit imperiale molti territori italici si trovano senza un effettivo
governo con la conseguenza che il pontefice a esercitare di fatto lautorit.
c. si aggiunge quanto pervenuto dai Franchi:
i. i longobardi minacciano di conquistare Roma
ii. il papa invoca la protezione di Carlo Martello
iii. Pipino il Breve concede la promessa carisiaca: cessione alla Chiesa di
una serie di territori da interporre in sostanza tra Roma ed i temuti
invasori.
7. Viene risolto il problema della sovranit: il problema viene risolto con la redaizone
di un documento denominato constitutum Constantini: secondo il quale limperatore
Costantino avrebbe donato a papa Silvestro il dominio su Roma e le province dItalia e
dOccidente con gli attributi e le insegne della dignit imperiale.

3. Il Cesaropapismo nellimpero franco e nelle realt storiche


successive
Tra gli imperatori franchi e la Chiesa di Roma si crea un alleanza che dar vita al sacro romano
impero che culminer nellincoronazione di Carlo Magno nella notte di Natale dell800 da parte
del papa Leone III. Questa investitura consente ai pontefici di liberarsi storicamente dai
legami con limpero doriente e dallaltro mira a rappresentare una pretesa di superiorit
del potere spirituale su quello temporale.
MA
Lunione con i Franchi comporta stretti legami fra potere temporale e potere spirituale,
con gli imperatori impegnati a difendere la Chiesa di Roma. La volont di difendere la
Chiesa sia allinterno che allesterno testimonia lintenzione di riunire tutto il mondo cristiano in
una unit e il Cristianesimo viene visto dagli imperatori solo come strumento di civilizzazione e
di affinamento dei costumi.

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Di fatto gli imperatori franchi prendono ad esercitare poteri anche in sede ecclesiastica; essi ad
esempio:
a. riuniscono nelle raccolte di leggi le disposizioni di natura civile e quelle di
carattere religioso
b. procedono alla riforma dellorganizzazione ecclesiastica, con il rafforzamento
dellautorit del vescovo che diventa un funzionario con poteri anche temporali
soggetto al sovrano cui tenuto a prestare giuramento di fedelt e dal quale
pu essere deposto
c. disciplinano lelezione del pontefice (Constitutum di Lotario 824) che riserva
alle famiglie romane la scelta del papa la cui consacrazione subordinata
allapprovazione dellimperatore.

4. La crisi del papato e lo scisma doriente



962: frantumazione impero carolingio e Nascita Sacro Romano Impero Germanico. questo
periodo che pu essere definito come il momento di massima decadenza dellistituzione papale
detto anche periodo buio del papato in cui diventa ancora pi intenza la sudditanza del
pontefice e delle istituzioni ecclesiastiche nei confronti dellimperatore e si assiste ad una sorta di
feudalizzazione della sede apostolica. Sono questi gli anni in cui il pontificato si trova ad
affrontare anche la separazione della Chiesa dOriente da quella dOccidente.
La separazione ha diverse cause
a. di natura dottrinale: in quanto sorge la questione del filioque
riguardante il dogma trinitario. Il concilio di Nicea nel 325 aveva
affermato nella professione di fede la processione cio la
derivazione dello Spirito Santo dal padre e poi successivamente
anche dal Figlio. Tale derivazione venne accettata in tutto
lOccidente. Ma in Oriente la nuova formula non venne accettata e
nel Concilio di Costantinopoli
b. di natura politica: Roma vuole affermare il primato pontificio sulla
chiesa universale contestato dagli orientali
c. di natura teologica: luso del pane nelleucarestia, azzimo e non
fermentato in occidente, diversamente dalla regola orientale; il
problema del celibato ecclesiastico.
Lo scisma definitivo si verifica a seguito dellelezione di Michele Cerulario a patriarca di
bisanzio; egli dimostr ostilit nei confronti di Roma al punto che papa Leone IX fu costretto a
mandare una delegazione a Costantinopoli. Cerulario rifiut di incontrare la delegazione del
papa e i legati papali deposero prima di ripartire per Roma sullaltare della Chiesa di Santa Sofia
la bolla di scomunica per Cerulario. Egli in risposta convoc un Sinodo nel quale pronunci la
scomunica del Papa e dei suoi delegati.
I due atti segnano la scissione fra la Chiesa di Roma e quella Bizzantina e rimangono
formalmente in vigore fino al Concilio Vaticano II in occasione del quale, viene letta
contemporaneamente a Roma e a Costantinopoli la Dichiarazione comune in cui cattolici
e ortodossi dichiarano che le scomuniche riguardavano le singole persone coinvolte e

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non le Chiese di rispettiva appartenenza e per tanto non intendevano rompere la
comunione ecclesiastica fra di loro.

Capitolo Terzo
LA TEOCRAZIA

1. La rinascita del papato



Dalla met dellundicesimo secolo si assiste ad una rinascita del papato. Nicol II nel 1059 detta
una nuova disciplina per lelezione del pontefice che viene affidata alla libera scelta dei
cardinali. Linnovazione serve ad affermare lindipendenza della Chiesa dal potere temporale. Si
assiste in oltre ad una vera e propria opera di rinnovamento disciplinare ed organizzativa, che va
sotto il nome di riforma gregoriana (voluta da papa Gregorio VII). Fra gli apporti della riforma
occorre ricordare:
1. la definitiva conferma del celibato ecclesiastico, che vieta il matrimonio ai sacerdoti.
Le motivazioni che spingono a tale decisione sono di diversa natura:
a. ordine morale: continenza e castit = strumenti di perfezionamento spirituale
b. pastorale ed istituzionale: il matrimonio e gli impegni familiari possono
distogliere il sacerdote dallintegrale dedizione al proprio ministero e cura
pastorale
c. prospettiva patrimoniale: legate alle possibili pretese a livello ereditario
2. affermazione del diritto della Chiesa di procedere alla nomina dei funzionari
ecclesiastici (vescovi e abati). Sorge cos una diatriba tra imperatore e papa che
riguarda in sostanza la subordinazione o meno della Chiesa allimpero e da luogo ad
una vera e propria lotta per le investiture che si conclude solo nel 1122 con il
Concordato di Worms, considerato il primo concordato della storia ovvero il primo
accordo intervenuto tra lautorit temporale e la Chiesa. In realt non si tratta di un
unico documento ma di due atti distinti, uno proveniente dallimperatore e laltro dal
pontefice nei quali gli autori operano reciproche concessioni.:
a. limperatore: riconosce al pontefice la facolt di nomina dei vescovi oltre alla
restituzione di tutti i beni sottratti alla Chiesa nel corso della controversia.
b. Il papa: riconosce allimperatore un potere di controllo sulla regolare elezione
dei vescovi e abati nonch il diritto di effettuare linvestitura formale dei nuovi
eletti.
In questo periodo si assiste anche ad un altro fenomeno: la nascita dello studio del diritto
canonico come autonoma disciplina grazie allapplicazione alle fonti ecclesiastiche dei criteri
ermeneutici impiegati per lo studio del diritto romano. Ci avviene soprattutto grazie alla scuola
di Bologna dove insegna il monaco Graziano. Egli nel suo decreto non si limita alla raccolta delle
fonti normative ma cerca di superare le antinomie esistenti. Il diritto canonico diventa una
disciplina scientifica autonoma e lo studio delle questioni ecclesiastiche non dipende pi da altre
scienze e da studiosi che si occupano di altro.
Un ulteriore fatto che concorre ad incrementare la dignit del papato listituto della
scomunica. Listituzione ecclesiastica, infatti, controlla i comportamenti dei propri fedeli e la loro

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rispondenza ai precetti evangelici ed alle disposizioni della gerarchia. La scomunica infatti, un
provvedimento che porta allesclusione del reo dalla comunione con gli altri membri della Chiesa,
ovvero lestromissione del soggetto dalla comunit ecclesiastica, con riflessi anche di natura
civile data dall unione allora esistente fra le due realt.
Fra le condotte punite con la scomunica spicca leresia. Per affrontare il fenomeno delle eresie
la Chiesa appronta la cosiddetta Inquisizione: si instaura cos una sorta di tribunale speciale,
esercitato da appositi soggetti delegati del pontefice, che giudicano indipendentemente rispetto
alla potest giudiziaria che compete al vescovo. Le sanzioni comminate possono essere di
natura materiale e corporale ed in questo caso sono eseguite dallautorit temporale, che agisce
come braccio secolare della Chiesa. Un esempio di condanna per eresia con abbandono del reo
allautorit civile si avr nel caso della condanna di Giordano Bruno.
Altra prerogativa in mano alla chiesa costituita dal potere di imporre tributi ai fedeli; essi
sono costituititi soprattutto dalle decime (decima parte della rendita annua), a quelle ordinarie
talvolta si aggiungono le decime papali, tributi straordinari istituiti per il finanziamento di eventi
particolari come le Crociate. Accanto allimposizione fiscale si colloca listituto del patronato
mediante il quale al privato che si obbliga a sostenere la spesa per lerezione ed il
funzionamento di edifici di culto, monasteri o simili.
E la Chiesa, inoltre ad elaborare una compiuta disciplina degli impedimenti matrimoniali che
va a sostituirsi con quella gi vigente in sede civile; definendo il valore del consenso dei nubendi
come atto necessario e sufficiente alla costituzione del vincolo matrimoniale. Sotto questo
profilo, si scontrano due Scuole di pensiero:
a. la scuola di Bologna: propugnava la necessit della
consumazione cio del compimento dellatto
sessuale degli sposi per la valida costituzione del
vincolo matrimoniale, considerando non sufficiente il
mero scambio del consenso.
b. La scuola di Parigi: ritiene che il matrimonio perfetto
con la mera prestazione del consenso.
Fra le due teorie prevale la scuola di Parigi anche se le teorie della Scuola di Bologna, hanno
conservato una certa influenza per quanto riguarda lindividuazione del momento in cui il
matrimonio acquista unindissolubilit assoluta e definitiva.
Ulteriore fattore di preminenza della Chiesa, rispetto alle istituzioni civile il cd. Privilegio del
foro: i tribunali ecclesiastici con il tempo, oltre ad occuparsi di questioni spirituali incominciano
ad abbracciare anche competenze di natura civile accessorie a questioni spirituali.

2. I presupposti storici e dottrinali della Teocrazia


Lindebolimento e la caduta del Sacro Romano Impero coincidono con la progressiva rinascita e
reazione politica della Chiesa. Il papato riesce ad affermare le proprie prerogative e conquistare
autonomia rispetto al potere laico in ambito spirituale e cercando di fare valere la propria
preminenza sullimperatore.
Alla base di questa rivendicazione si colloca lideale aspirazione dellunit del genere umano
con lobiettivo di ricondurre ad unit ed armonia i principi e le istituzioni che sono alla guida degli
uomini. Questo ideale viene favorito e facilitato da uno scenario europeo che si presenta

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cristianizzato e spiritualmente omogeneo. La distinzione fra diritto divino positivo (le regole che
dio ha dato contenute nelle scritture) e diritto divino naturale (le norme che sono insite nella
coscienza delluomo) fa si che i precetti di diritto naturale risultino obbliganti a prescindere da
disposizioni formali dellautorit temporale che li contengono. Perci il diritto canonico da
considerare superiore al diritto civile.
Sotto il profilo dottrinale laspirazione ad unit trova giustificazione in prospettiva salvifica: se Dio
rappresenta lessenza di tutte le cose, luomo pu avvicinarsi a lui attraverso la conoscenza del
creato mediante la scienza e la razionalit che tuttavia hanno bisogno di essere illuminate e
completate dalla fede. Ed allora il sapere naturale viene asservito alla religione e tutte le
scienze sono subordinate alla teologia. S. Tommaso sviluppa il concetto delluomo come
soggetto libero di costruire il proprio destino e di operare grazie alla razionalit la scelta tra il
bene e il male. Non solo dunque i precetti religiosi ma anche le indicazioni e le disposizioni
emanate dallautorit ecclesiastica devono essere considerate superiori a qualunque altra
disposizione emanata.
Di fronte al venir meno dellautorit imperiale, lunica potest in grado di realizzare laspirazione
ad unit, di ricondurre cio il genere umano sotto un unico potere il pontefice; e la supremazia
del papato rafforzata anche sul piano dottrinale dallinsegnamento di S. Agostino: secondo il
quale lo Stato viene visto come opera del diavolo ed occasione di peccato; la civitas terrena per
tanto pu tendere solo alla felicit delluomo su questa terra, mentre la civitas coelestis mira alla
felicit ultraterrena. In questa ottica lo stato costituisce qualcosa di intrinsecamente
peccaminoso, ma pu tuttavia redimersi, subordinando le proprie leggi e le proprie azioni
ai precetti della Chiesa: unica istituzione terrena di derivazione divina.

3. La potestas directa Ecclesiae in temporalibus


E sulla base degli elementi storici e dottrinali di cui abbiamo parlato che si sviluppa il sistema
teocratico nel quale il pontefice rivendica a s la pienezza dei poterei.
La massima realizzazione della tendenza teocratica si ha nel periodo intercorrente fra linizio del
pontificato di Gregorio VII e la fine di quello di Bonifacio VIII. In questo periodo la Chiesa
rappresenta lunica istituzione umana, di derivazione divina, alla quale appartengono tutti i poteri,
sia quello spirituale che quello temporale. Il pontefice gestisce personalmente il potere spirituale,
mentre delegherebbe lesercizio di quello temporale allimperatore. Ad ulteriore giustificazione
della preminenza del potere spirituale si adduce la diversa finalit che esso ha: quella della
salvezza eterna, perseguita dallistituzione religiosa si rivela pi importante del benessere
terreno cui mira lautorit politica.
La supremazia che la Chiesa rivendica sullordine temporale si fonda su diversi elementi
e facolt in grado di incidere in maniera concreta sul potere dellimperatore:
1. capacit del pontefice di deporre limperatore: nellipotesi in cui questi non faccia
buon uso della facolt di esercitare il potere temporale. In caso di deposizione il potere
imperiale perderebbe ogni consistenza in virt della potest del pontefice di liberare i
sudditi dal giuramento di fedelt e di obbedienza.
2. Spetta alla Chiesa definire il confine fra listituzione ecclesiastica e quella civile:
le istituzioni ecclesiastiche non sono n possono essere soggette alle leggi ed alla
giurisdizione temporale godendo di piena autonomia. In pi lautorit civile non solo

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deve rispettare lautorit della Chiesa ma deve mettere i propri mezzi a disposizione di
essa. Si tratta del cosiddetto braccio secolare
3. Le leggi ecclesiastiche sono superiori a quelle civili.
4. Spetta al Pontefice decidere della guerra e della pace o determinare la
separazione dei territori.

4. La potestas indirecta Ecclesiae in temporalibus


Dopo il pontificato di Bonifacio VIII inizia il periodo di reazione dei sovrani.
Gi il re di Francia Filippo il Bello nel 1303, in risposta alle pretese teocratiche del papa tramite
propri legati inviati ad Anagni, cattura il pontefice e lo imprigiona nel proprio palazzo, cercando di
indurlo a pi miti consigli. il cosiddetto schiaffo di Anagni. Dopo due giorni il papa sar
liberato, dagli anagnini, ma resta il valore simbolico del gesto. Neppure la morte di Bonifacio VIII
placa le ire del re di Francia che pretende un processo ed una condanna del pontefice post
mortem ponendo il papato sotto la sua tutela. La reazione contro il predominio del pontefice
prosegue inesorabile anche nei secoli successivi:
a. listituzione pontificia dovr affrontare il problema dello scisma
doccidente derivante dalla frattura del collegio cardinalizio dando vita ad
un periodo in cui si avranno due papi e due collegi cardinalizi. (questione
risolta con il Concilio di Costanza)
b. listituzione pontificia dovr affrontare il problema della presa di posizione
del clero francese che vorr affermare il diritto della monarchia francese
di governare la Chiesa Gallicana.
Marsilio da Padova che offre le basi per la rivendicazione dellautonomia dellautorit
temporale da quella spirituale. Per Marsilio lo Stato frutto di una volont associativa degli
uomini finalizzata ad ottenere una vita sufficiente; per cui lo Stato deriva il proprio potere dalla
volont popolare.
Il tramonto definitivo di ogni pretesa teocratica verr sancito dallavvento della riforma
protestante. In questo clima diventa sempre pi anacronistico il riferimento alla teoria della
potestas directa e la pretesa di una gestione immediata delle questioni politiche da parte del
vescovo di Roma. Si profila pertanto, una nuova dottrina denominata potestas indirecta
Ecclesiae in temporalibus. Secondo questa nuova concezione Stato e Chiesa sono realt
distinte e la Chiesa non ha di per se potere diretto ed immediato sulla materia temporale.
Tuttavia qualora la legge civile dovesse rivelarsi contraria al bene delle anime la Chiesa potr
intervenire per promuovere la modifica o labrogazione della legge, ovvero esonerare i fedeli
dallosservanza di essa.
I primi teorici di questa nuova dottrina sono Suarez e Bellarmino.

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Capitolo quarto
IL GIURISDIZIONALISMO

1. Le premesse del Giurisdizionalismo


Dopo alcuni secoli di declino conseguenti alle invasioni barbariche, il periodo del medioevo
riscopre le fonti romanistiche e con esse il valore del diritto; che viene considerato non pi come
qualcosa di preesistente ma frutto della volont del legislatore. Con laffermazione del nuovo
concetto di sovranit come summa potestas secondo la quale la societ politica una realt
autonoma ed indipendente da ogni altra istituzione, viene meno il legame che univa potere
temporale e potere spirituale; riconoscendo lautonoma potest legislativa del sovrano.
La nuova concezione del diritto e della sovranit si sviluppa nel corso dei secoli fino a giungere
alla completa definizione con la teorizzazione dellassolutismo politico, il cui massimo esponente
Hobbes e costituisce la base ideologica su cui si fonda lo stato nazionale prima e poi lo Stato
assoluto. La nuova concezione della sovranit e la conseguente autonomia ed indipendenza del
potere del sovrano rendono possibile la nascita dei moderni Stati Nazionali.

2. La Riforma protestante
Essa costituisce un elemento che favorisce levoluzione in senso giurisdizionalista delle relazioni
tra potere temporale e potere spirituale. Le basi per la riforma operata da Lutero, sono da
ricercare nel periodo di risveglio culturale che interessa lEuropa e nel pensiero di due filosofi
(che influenzeranno il pensiero di Lutero):
1. Ockham: esalta la libert del potere di Dio che ha creato il mondo di sua libera
volont, senza sottostare a regole. Di conseguenza anche luomo libero ma i suoi
meriti e la sua malvagit non possono influenzare la libert di Dio. La salvezza
delluomo non dipende dalle sue opere ma dalla volont di Dio che determina il
destino degli individui.
2. Eckhart: egli teorizza lassoluta inconoscibilit ed indefinibilit di Dio
Come detto Lutero trae ispirazione dal pensiero di questi filosofi; egli convinto che luomo non
partecipa della perfezione di Dio e ne costituisce piuttosto lantitesi. Egli cade cos in un profondo
pessimismo circa le possibilit di salvezza, provocandogli una forte crisi spirituale che verr
superata quando egli realizzer che la salvezza ultraterrena delluomo dipende dalla
misericordia di Dio. Egli introduce, pertanto il concetto di PREDESTINAZIONE in virt del
quale la salvezza dipende dal perdono di Dio, frutto di un disegno imperscrutabile. La
rivalutazione della fede comporta la svalutazione dellimportanza delle opere e dei sacramenti.
Sulla base di questi presupposti Lutero elabora una sua dottrina che espone nelle 95 tesi affisse
il 31 ottobre 1517 alla porta della chiesa del castello di Wittemberg. Ecco in sintesi il pensiero di
Lutero:
1. critica contro il sistema delle indulgenze: in virt del quale la Chiesa in cambio di
offerte in denaro vendeva il riscatto dei periodi di permanenza dellanima in purgatorio.

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2. Malcostume e corruzione nella Chiesa: egli propone una nuova Chiesa in cui i fedeli
sono chiamati ad interpretare al Sacra Scrittura senza lintermediazione della gerarchia
ecclesiastica.
3. Sacerdozio universale: in cui luomo ha un rapporto diretto con Dio senza necessit
dei sacerdoti.
4. Eliminare la separazione tra laici e chierici: su questa divisione, infatti, che
secondo Lutero si fonda il potere della gerarchia ecclesiastica oltre al fatto che essa
perderebbe di significato una volta proclamato il sacerdozio universale.
5. Eliminare il concetto di interpretazione autentica spettante alla Chiesa Romana:
per Lutero, infatti, ogni fedele capace di interpretare le Scritture in maniera
autonoma.
6. Eliminare il primato pontificio: ovvero la supremazia che la Chiesa riconosce al
vescovo di Roma.
7. Nega la validit di ogni sacramento a prescindere dal Battesimo e
dallEucarestia.
8. Viene criticata la validit dei voti religiosi: per Lutero gli impegni di tal genere sono
addirittura contrari al Vangelo, mentre deve essere riconosciuta la loro temporalit e
modificabilit nel tempo.
Nel gennaio 1520 si riunisce a Roma un primo concistoro contro Lutero e il 15 giugno dello
stesso anno viene emanata la bolla Exsurge Domine con cui si intima al monaco di ritirare le
proprie dottrine. Nel dicembre successivo Lutero brucia in piazza la bolla papale sicch viene
colpito da scomunica per eresia da Leone X nel 1521. La separazione fra Chiesa cattolica e
Chiesa protestante ormai definitiva.
Va detto che la Riforma Protestante porta profondi sconvolgimenti non solo sul piano religioso,
ma anche conseguenze sul piano politico. La dottrina protestante sottrae alla Chiesa ogni
aspirazione di supremazia sullordine temporale, e perci i sovrani possono aspirare a liberarsi
ed emanciparsi dalla soggezione del pontefice: aderire alla religione protestante significa
cogliere loccasione di affrancarsi dallinflusso della Chiesa di Roma; e ci spiega la fortuna
che ha avuto la nuova religione. Ma anche i regnati che rimangono fedeli alla Chiesa di Roma
traggono benefici in quanto, la Chiesa esercita una minore ingerenza su di loro nel timore che un
controllo troppo pesante possa indurre i sovrani ad abbracciare la nuova fede luterana.
La mancanza di unautorit gerarchicamente superiore a capo dellordine spirituale
favorisce lindipendenza delle comunit religiose e la nascita di autonome organizzazioni
in ciascuna realt statale, le cosiddette CHIESE NAZIONALI o Chiese territoriali di stato a
capo delle quali c spesso il sovrano. Questo non dipende cos pi dal pontefice e talvolta
diventa anche il capo dellorganizzazione ecclesiastica nazionale.
Difronte a tale espansione del Protestantesimo, la Chiesa di Roma si adopera per porre un freno
allespansionismo dilagante delle idee di Lutero attuando una CONTRORIFORMA attuata
mediante il Concilio di Trento. Nel quale vengono chiarite le posizioni dottrinali controverse e
detta una nuova disciplina allintero della Chiesa.

I sistemi di relazione tra Stato e Chiesa Marco Canonico

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3. I sistemi giurisdizionali
. Affermazione principio di sovranit
. Formazione degli Stati nazionali
. Ideologia Protestante
. Formazione delle Chiese Nazionali
= fattori che portano al sorgere di sistemi
GIURISDIZIONALISTI cio di sistemi in cui il detentore del potere politico esercita
poteri anche in materia ecclesiastica.
Nellottica giurisdizionalista lo Sato considera la Chiesa del proprio paese come una istituzione
nazionale.
- nei paesi rimasti fedeli al Cattolicesimo il pontefice, deve fare i conti con una nuova realt
nel quale il sovrano nazionale si sente libero di legiferare senza controlli. Il diritto canonico
non costituisce pi un limite per la legislazione civile.
-

nei paesi protestanti le nuove Chiese non hanno bisogno di un governo centrale dal punto
di vista religioso. Risulta per necessario un governo esterno, che viene affidato al
sovrano civile in quanto signore del territorio.
A dette autorit vengono conferiti determinati poteri che prendono il nome di diritti
maiestatici. Questi diritti maiestatici vengono chiamati diversamente:
a. jura maiestatica circa sacra: sono i poteri spettanti ai sovrani cattolici
b. jura maiestatica in sacris: prerogative spettanti a monarchi di fede protestante.
La differenza di terminologia serve a sottolineare il diverso potere di incidenza sugli
affari ecclesiastici che tendenzialmente compete ai principi protestanti svincolati
dalla sudditanza al pontefice.
I diritti maiestatici possono essere utilizzati dal sovrano per una duplice finalit:
1. proteggere la Chiesa da attacchi esterni o interni contro di essa che possono
mettere in pericolo lesistenza, lorganizzazione o la purezza della fede.
a. Jus advocatie o jus protectionis: il sovrano controlla che non sia messa in
pericolo lunit della Chiesa, la purezza della fede e lintegrit
dellorganizzazione ecclesiastica
b. Jus reformandi: compete al sovrano il diritto di attuare le riforme delle
istituzioni ecclesiastiche da lui ritenute necessarie per evitare abusi e per
permettere il migliore funzionamento ed il raggiungimento dei fini
evangelici.
c. Ius inspectionis o jus inspiciendi: potere di vigilanza e controllo del
sovrano sulle istituzioni ecclesiastiche e sulle relative attivit.
2. Tutelare lo Stato e le sue istituzioni dallingerenza della Chiesa.
a. Jus cavendi: controllo preventivo sugli atti emanati dalle autorit
ecclesiastiche, al fine di prevenire eventuali danni a carico dello Stato.
(qualsiasi provvedimento deve ottenere il placet da parte del sovrano)

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b. Jus exclusivae: controllo sulle nomine degli ufficiali ecclesiastici.
Effettuato o in maniera diretta attraverso il diritto di nomina oppure
attraverso il diritto di scelta tra pi soggetti indicati dallautorit
ecclesiastica.
c. Jus dominii eminentis: il sovrano proprietario eminente di tutto il
territorio che ricade sotto la sua sovranit pertanto anche dei beni
ecclesiastici.
d. Jus appellationis: detto anche appello per abuso, permette a chiunque si
sente leso da una decisione ecclesiastica di fare ricorso al sovrano.

4. Levoluzione verso la tolleranza in materia religiosa


Uno degli effetti dellapplicazione del sistema giurisdizionalista laver contribuito a dare impulso
al cammino verso la tolleranza in materie religiosa.
EVOLUZIONE:
- Mondo antico: non conosce il fenomeno dellintolleranza, non esistendo neppure la
necessit di propaganda o proselitismo.
- Avvento del Cristianesimo: nasce il fenomeno dellintolleranza religiosa in quanto
introduce una concezione monoteistica che non consente di accettare come tali altri
religioni ed in aggiunta il principio della salvazione spinge ad un proselitismo anche
forzato. Una volta poi, che gli imperatori romani si convertono al Cristianesimo
lintolleranza religiosa si trasforma in quella che stata definita intolleranza civile. cos
che gli imperatori iniziano a perseguire infedeli ed eretici e nelle disposizioni legislative
compaiono apposite previsioni che sanciscono la punibilit delle deviazioni dagli
insegnamenti della Chiesa.
- Nel medioevo: si assiste ad un primo periodo di relativa calma
- Dopo il 1000: riprendono vita le eresie e sorge lidea delle crociate oltre al sentimento di
invidia economica dei giudei, gi additati dai Cristiani per essere responsabili della morte
di Ges. Ulteriore impulso allintolleranza proviene dal risorto interesse per lo studio del
diritto romano.
- Formazione degli Stati Nazionali e delle relative chiese territoriali: non viene meno
lintolleranza poich ogni sovrano reputa suo dovere cercare di mantenere luniformit
religiosa al punto di poter decidere la fede da abbracciare fra quella cattolica e riformata,
e vincolare i sudditi a seguire lopinione spirituale del sovrano. Lo stato assume un
carattere confessionista.
Nonostante il sistema giurisdizionalista appaia fortemente discriminatorio nei confronti dei
soggetti non appartenenti alla religione ufficiale dello Stato, proprio da tale assetto delle
relazioni Stato- Chiesa che inizia il processo verso la tolleranza. La rifora protestante ha
comportato la divisione dellEuropa in stati rimasti fedeli a Roma e Stati che hanno abbracciato la
religione luterana. Si giunge a combattere vere e proprie guerre di religione. Due sono gli
eventi che segnano un primo passo verso la tolleranza:
1. La pace di Augusta nel 1555: pone fine al conflitto posto in essere da Carlo V
sancendo il principio cuius regio eius et religio in virt del quale compete al sovrano

I sistemi di relazione tra Stato e Chiesa Marco Canonico

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lopzione fra religione cattolica o protestante, con diritto di imporre la soluzione
prescelta anche ai sudditi, i quali se non intendono sostenere la scelta del sovrano
POSSONO EMIGRARE. Viene per la prima volta affermato il diritto di scelta in materia
spirituale.
2. La pace di Westfalia del 1648: che chiude la cd. Guerra dei trentanni e che ribadisce
il principio cuius regio eius et religio ora esteso anche alla religione calvinista
prevedendo che il sovrano possa adottare un regime di tolleranza nei riguardi di culti
diversi da quello da lui scelto.

Capitolo quinto
IL SEPARATISMO

1. Le radici ideologiche e storiche del Separatismo


Le matrici ideologiche del Separatismo sono senza dubbio da ricercare nella filosofia illuminista
ed in quella liberale.
-

Filosofia illuminista: : Kant che compiutamente pone le ragione al vertice degli


strumenti di conoscenza imponendo una rilettura della natura attraverso il pensiero
razionale: la ragione che pu spiegare luniverso e le sue leggi. Nella prospettiva
illuminista la religione costituisce un elemento irrazionale e come tale non meriti
attenzione da parte dello Stato; anche se innegabile che lindividuo abbia nel proprio
intimo una credenza fideistica, ma ci deve restare come un fatto meramente privato.

Pensiero liberale: Rousseau ne il contratto sociale chiarisce che la sovranit


appartiene al popolo; ci significa che non proviene n da Dio e n dal pontefice. Lo
Stato ha in se stesso la propria legittimazione. Con tale affermazione, perdono rilevanza
giuridica il diritto canonico e le disposizioni ecclesiastiche. Lideologia liberale, inoltre,
rafforza il principio che vuole distinti Stato e religione proponendo di limitare i poteri dello
Stato e delle pubbliche istituzioni. Ci avviene mediante solenni proclamazioni contenute
in Dichiarazioni e successivamente nelle Costituzioni.

E su questa base che la Rivoluzione francese del 1789 abbatte lancien rgime; il motto
rivoluzionario si propone di realizzare una struttura politica improntata soprattutto sulla libert ed
eguaglianza degli individui. Sul piano dei rapporti Stato-Chiesa, questo comporta che lo Stato sia
assolutamente indifferente nei confronti della religione e non possa qualificarsi dal punto di vista
confessionale, lasciando che la fede rimanga un fatto meramente privato.

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2. Il sistema separatista
Si gi detto come Dio non rappresenti pi la fonte dellautorit e della sovranit e come la
religione non meriti considerazione scientifica e in quanto tale essa non rientri pi fra i compiti e
le finalit dello Stato. Lo Stato separatista concepisce la religione come estranea ai propri
interessi e si astiene dal regolarla e dalloccuparsi delle materie di natura spirituale. Ci si
prefigge pertanto di distinguere le rispettive sfere di competenza, lasciando che ciascuna
autorit gestisca in maniera autonoma ed indipendente i rispettivi affari. In altre parole:
SI ASPIRA A SEPARARE LORDINE TEMPORALE RISPETTO A QUELLO SPIRITUALE
FACENDO SI CHE DEL PRIMO SI OCCUPI SOLTANTO LAUTORITA POLITICA E DEL
SECONDO SOLO IL POTERE ECCLESIASTICO SENZA INGERENZE.
Questa separazione, che a livello teorico risulta essere quasi ineccepibile, presenta invece nella
sua attuazione concreta innumerevoli difficolt poich esistono istituti e contenuti che non
possono essere facilmente inseriti esclusivamente nelluno o nellaltro ambito; si tratta delle
cosiddette materie miste come ad esempio il matrimonio. Esistono cio delle zone grigie per le
quali risulta impossibile ed impraticabile lauspicata separazione. Di fatto il separatismo non
suscettibile di una attuazione piena e totale.
Quella che sembra essere la soluzione ideale per le relazioni fra potere temporale e potere
spirituale, eliminando le reciproche pretese di superiorit e prevalenza garantendo la piena
autonomia ed indipendenza, finisce in concreto per essere una seducente teoria che allatto
pratico non riesce a trovare una piena e compiuta attuazione.

3. Le realizzazioni storiche del Separatismo


Anche il dato storico conferma che nella realt non si avuto e non si ha tuttora unesperienza
che abbia realizzato unintegrale separazione fra sfera spirituale e sfera temporale ed una totale
e reciproca indifferenza dei due ordini. Nelle diverse realt si nota come piuttosto vi sia una
maggiore o minore ingerenza dellun potere sullaltro. Si verifica cio:
a. intento di difendere lindipendenza dellistituzione ecclesiastica a discapito
dellautonomia dello Stato.
in questa prospettiva possiamo ricordare lesperienza degli Anabattisti tedeschi i
quali, sulla sica di SantAgostino consideravano lo Stato come opera del diavolo e
rifiutavano pertanto ogni forma di partecipazione alla vita pubblica.
Altra corrente separatista ispirata alla tutela delle istituzioni religiose costituita
dallIndipendentismo inglese. Questi per combatterono la Rivoluzione puritana
abbattendo la monarchia e dando vita ad un sistema di governo che prevedeva
comunque la conservazione della Chiesa ufficiale.
b. Promuovere lautonomia dello Stato determinando una compressione dellordine
religioso.
In questo ambito si pu menzionare lorientamento di Roger Williams che
auspicava un ordinamento nel quale le Chiese fossero considerate come le altre
associazioni di diritto privato.

I sistemi di relazione tra Stato e Chiesa Marco Canonico

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Il maggior esempio di separatismo da sempre considerata la Francia anche se nella sua
esperienza (come in tutte le esperienze separatiste) si possono individuare numerosi elementi
contraddittori.
Il separatismo francese nasce dalla Rivoluzione: la reazione violenta contro il precedente assetto
conduce alla distruzione radicale delle istituzioni preesistenti e dei principi su cui esse si
fondavano. In realt la Rivoluzione solo graduatamente perviene a posizioni separatistiche:
-

in un primo momento: si pensa ad eliminare ogni forma di autonomia e potere delle


istituzioni ecclesiastiche (nazionalizzazione del patrimonio ecclesiastico, abolizione ordini
religiosi)
in una fase successiva: inizia a farsi largo un atteggiamento di ostilit nei confronti della
religione e delle sue istituzioni (vengono messi al bando i sacerdoti qualora accusati da
una pluralit di cittadini, chiusi i conventi, vietato labito ecclesiastico)

Di matrice differente il modello statunitense: qui le premesse ideologiche sono diverse. Oltre
oceano non esiste una Chiesa dominate o unautorit ecclesiastica con cui lo Stato deve
confrontarsi e manca inoltre una storia di conflitti religiosi con i conseguenti rancori e
recriminazioni; c invece una pluralit di religioni che favorisce un clima di tolleranza. Il
separatismo americano non pretende di laicizzare le istituzioni ecclesiastiche, ma
neppure di privatizzarle. La presenza di una pluralit di confessioni religiose contribuisce ad
assicurare il pluralismo nelle scelte e nella vita del paese. Eppure anche in questo tipo di
esperienza, non mancano elementi perturbatori:
o in America le confessioni religiose ricoprono rilevanza pubblica
allintero della societ
o si avverte una contrariet dello Stato nei riguardi delle
posizioni ateistiche.
Ben diversa la forma di Separatismo che veniva attuata nei Paesi Ex socialisti: in Russia
viene applicato il modello marxista, con un decreto dei Soviet viene disposta al separazione della
Chiesa dallo Stato e della scuola dalla Chiesa. il fenomeno religioso viene emarginato e la
religione relegata ad affare esclusivamente privato.
Un simile stato di cose non pu non suscitare la ferma reazione della Chiesa cattolica, che
risponde a simili attacchi con la condanna dellideologia separatista. Dovr passare un secolo,
ed attendere un diverso contesto storico (Concilio vaticano II) perch la Chiesa muti le proprie
posizioni nei riguardi della societ temporale e dellautorit civile.

4. Il Separatismo in Italia
Il separatismo in Italia torva unapplicazione alquanto contraddittoria e particolare:
-

Nel Regno di Sardegna viene emanato nel 1848 lo Statuto Albertino in cui:
o Viene afferamto il principio confessionista: la religione cattolica la sola
religione di Stato.

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I sistemi di relazione tra Stato e Chiesa Marco Canonico

o Non vi un regime discriminatorio per le altre confessioni (che sono tollerate


conformemente alle leggi).
i successivi provvedimenti sono quelli che meritano maggiore attenzione:
o si dispone la soppressione della Compagnia di Ges (lordine dei Gesuiti) e lo
Stato si appropria di tutti i suoi beni
o viene abolito il foro ecclesiastico: disponendo la giurisdizione dello Stato in tutte
le cause in cui sia parte un ecclesiastico, e la soppressione del diritto dasilo
nelle Cheise
o si introduce il controllo statale sugli acquisti di beni immobili eseguiti dagli enti
ecclesiastici. Questa disposizione volta a frenare il fenomeno della c.d.
manomorta ecclesiastica.
o Vengono soppressi gli ordini religiosi contemplativi e conseguente alla
soppressione si procede allappropriazione statale dei beni.

I provvedimenti normativi richiamati impongono forme di controllo sulle attivit delle istituzioni
ecclesiastiche e contrastano evidentemente con i principi separatistici. Tali provvedimenti vengo
chiamati con il nome di leggi eversive in quanto producono leversione del patrimonio
ecclesiastico. Tali leggi sono promosse da governi liberali che si ispirano al modello separatista
ma che in realt stando alla natura dei provvedimenti determinano pesanti ingerenze a carico
della Chiesa e delle sue istituzioni finendo per essere strumenti di stampo giurisdizionalista.
Ecco perch in Italia si parla di SEPARATISMO GIURISDIZIONALISTA O
GIURISDIZIONALISMO LIBERALE: formula di per se contraddittoria che per ben descrive la
complessa realt italiana.
Capitolo sesto
IL SISTEMA CONCORDATARIO

1. La coordinazione tra Sato e Chiesa


Nellepoca pi recente Sato e Chiesa cattolica con sempre maggiore frequenza hanno fatto
ricorso ad accordi per disciplinare materie di comune interesse.
- da un lato la Restaurazione ha favorito la rinascita di regimi confessionalisti
- la Chiesa, di fronte agli abusi perpetuati nei suoi confronti in nome del separatismo,
pretendeva dallo Stato delle garanzie contenuti in accordi.
Si apre dunque una stagione caratterizzata dalla stipulazione di accordi tra Stato e Chiesa
cattolica definiti CONCORDATI.
La teoria della coordinazione risale a tempi lontani e agli studiosi della Scuola di Bologna (di
cui Irenrio fondatore) che sottolineava lesistenza di due poteri con lesigenza che ciascuna
autorit non si intromettesse negli affari dellaltra. Anche Dante Alighieri sosteneva posizioni
simili con la teoria dei due soli.

I sistemi di relazione tra Stato e Chiesa Marco Canonico

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2. La bilateralit mediante concordati ed intese


Il concordato: un accordo che interviene fra Stato e Chiesa cattolica rappresentata dalla
Santa Sede e si tratta di un accordo di natura Internazionale.
Il primo concordato quello di Worms del 1122 con cui si da fine alla lotta per le investiture
attraverso due distinte dichiarazioni (vedi pag. 7).
In tempi pi recenti si hanno altri esempi di concordati soprattutto nel periodo successivo alla
Restaurazione ma bisogner attendere la fine del primo conflitto mondiale per vedere un uso pi
massiccio del concordato (concordato lateranense 1929). Con la caduta dei regimi totalitari e
laffermazione dello Stato democratico, infatti, lutilizzo del concordato consente di definire di
comune accordo fra i soggetti interessati la disciplina di materie di comune interesse ed inoltre, il
principio di bilateralit pu essere applicato oltre che alla Chiesa cattolica anche alle altre
confessioni religiose; essi andranno sotto il nome di intese previste dallarticolo 8 della
Costituzione. Esse si differenziano dai concordati in quanto non hanno natura
internazionale ma producono comunque leffetto preclusivo nei confronti dello Stato di
regolamentazione delle materie miste.

3. I Patti lateranensi
Fra gli accordi intervenuti tra Stato e Chiesa cattolica rivestono importanza particolare i Patti
lateranensi del 1929 che concludono la cosiddetta questione romana.
La questione romana:
- sorge al momento dellunificazione dellItalia quando, nel 1860 papa Pio IX pronuncia il
non possums rifiutando di cedere al Regno di Sardegna la Romagna, lUmbria e le
Marche.
- Resta il problema dellannessione di Roma e della nuova capitale del regno: se ne
occupa Camillo Benso che prospett una soluzione separatista: il pontefice avrebbe
ceduto spontaneamente Roma ed in cambio gli sarebbe stata garantita la libert
necessaria per lesercizio del suo ministero spirituale. Pio IX invoca la protezione dei
Francesi e nel 1864 viene stipulata la cosiddetta convenzione di settembre con la
quale lItalia si impegna nei confronti della Francia di Napoleone III a non invadere lo
Stato pontificio mentre la Francia avrebbe provveduto entro due anni al ritiro delle
truppe che presidiavano Roma
- La situazione cambia quando la Francia esce sconfitta dalla guerra con la Prussia: con
a caduta del governo di Napoleone III lItalia non si vede pi costretta a rispettare la
Convenzione di Settembre. E il 20 settembre 1870 le truppe italiane invadono Roma
attraverso al Breccia di Porta Pia. Il pontefice reagisce dichiarandosi prigioniero e
rifugiandosi allinterno dei palazzi vaticani. Attraverso il non expedit commin ai
cattolici il divieto di partecipare alla vita politica dello Stato Italiano.
- LItalia cerca di risolvere il conflitto con la legge delle guarentigie: cio delle garanzie.
La quale assicurava al pontefice una serie di prerogative volte a tutela del libero
esercizio del suo ministero; ma lo considerava un cittadino italiano.

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I sistemi di relazione tra Stato e Chiesa Marco Canonico


Il dissidio continua a trascinarsi per decenni fino a che il governo fascista non decide di
intavolare delle trattative per cercare di risolvere la questione romana. Mussolini comprendeva,
infatti, lopportunit di conseguire una riappacificazione con la Chiesa che in un paese a larga
maggioranza cattolica gli avrebbe portato largo plauso. Durante le trattative i rappresentanti del
Vaticano posero subito precise condizioni:
a. riconoscimento della sovranit territoriale del
pontefice (strumento indispensabile per
garantirne indipendenza e libert
b. previsione di garanzie per lattivit della
Chiesa in Italia.
Il risultato delle trattative la stipulazione l11 febbraio 1929 dei PATTI LATERANENZI
(chiamati cos in ragione del luogo ove furono stipulati: il Palazzo del Laterano)
I patti si compongono di due documenti:
a. Il TRATTATO (con i relativi allegati): Mira a risolvere al questione romana e
prevede la creazione dello STATO DELLA CITTA DEL VATICANO sotto la
sovranit territoriale del pontefice. Questo serve a garantire alla Santa Sede
una sovranit territoriale ed un riconoscimento in campo internazionale. In esso
viene ufficialmente dichiarata conclusa la cd. Questione romana e viene
riconosciuto da parte del Vaticano il Regno dItalia con Roma capitale e
labrogazione della legge delle guarentigie.
b. Il CONCORDATO: disciplina la condizione giuridica della Chiesa in Italia.
Il collegamento esistente tra i due atti determina una connessione tra i due accordi. E
quando Mussolini sembra mettere in discussione linterdipendenza dei due (cio afferma la
possibilit di mettere in discussione il concordato) la Santa Sede afferma che Trattato e
Concordato sono luno complemento dellaltro. Ne deriva che simul stabunt OPPURE simul
cadent. Il papa avvisava cio lItalia che qualora si fosse invalidato il Concordato la parte
vaticana avrebbe fatto altrettanto con il Trattato, con conseguente riapertura della problematica.
Un successivo Accordo (che di fatto apporter al concordato quelle modifiche che gi erano
state indicate come ipoteticamente possibili nel 1929) il CONCORDATO DI VILLA MADAMA
del 1984
Capitolo settimo
TENDENZE ATTUALI E PROSETTIVE

1. Le tendenze attuali nei rapporti tra Stato e confessioni religiose


Lesperienza storica ha dimostrato come risultano insostenibili non solo i sistemi che prevedono
laccentramento delle potest in capo alla medesima autorit (Cesaropapismo, Teocrazia), ormai
del resto impraticabili gi in linea di principio, ma anche di quei sistemi basati sulla prevalenza di
un potere rispetto allaltro (giurisdizionalismo). Anche laspirazione separatista che in astratto
sembra essere al soluzione ideale, si rivelata un obiettivo irraggiungibile per la presenza delle
materie miste che non permettono di distinguere con precisione lordine temporale da quello

I sistemi di relazione tra Stato e Chiesa Marco Canonico

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spirituale. Ci nonostante il modello separatista seppur con i suoi limiti appare lunico in
linea di principio conciliabile con le caratteristiche dello Stato moderno del mono
occidentale. Esiste certo il modello concordatario, ma va detto che la prospettiva di stipulare
accordi con la Chiesa Cattolica e con atre confessioni non pu servire a disciplinare per intero i
rapporti fra Stato e Chiese. Infatti, anche riuscendo a raggiungere accordi con tutte le realt
confessionali, basterebbe la nascita di un nuovo gruppo religioso per rendere insufficiente il
modello pattizio nel frattempo edificato. Lapplicazione della bilateralit non sembra quindi
da sola sufficiente a regolare tutto il fenomeno religioso e nemmeno lassunto che lo
Stato debba non occuparsi del fenomeno religioso. Al contrario lo Stato moderno riconosce
che la religione costituisce loggetto di un diritto della persona e rappresenta uno strumento di
formazione e realizzazione dellindividuo e per questo non resta indifferente di fronte al
fenomeno religioso ma si preoccupa di tutelarlo. Non siamo pi in presenza di uno stato
agnostico o addirittura laicista ma di uno Stato che non si nasconde difronte alle esigenze dei
cittadini. Si pu definire pertanto come uno Stato laico cio di un ordinamento che non si fa
condizionare dai precetti di una determinata confessione ma che nello stesso tempo offre
tutela a tutti i culti per garantirne la libert. Una laicit che acquista un SIGNIFICATO
POSITIVO: di attenzione verso la religione quale esplicazione della personalit degli
individui.
Anche la Chiesa Cattolica propone per la distinzione degli ordini e la reciproca autonomia,
accettando in definitiva la prospettiva di uno Stato tendenzialmente separatista. Daltra parte ci
non impedisce ai soggetti interessati di poter pervenire ad accordi per regolare materie ed istituti
di comune interesse.

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