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[Convivio, II, 12]
da D. Alighieri, Opere
minori, a cura di C. Vasoli
e D. De Robertis, Ricciardi,
Milano-Napoli 1988.
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Dante
La donna gentile
Poi che la litterale sentenza sufficientemente dimostrata, da procedere a la esposizione allegorica e vera.1 E per,2 principiando ancora da capo, dico che, come per me3 fu perduto lo
primo diletto de la mia anima, de la quale fatta menzione di sopra,4 io rimasi di tanta tristizia
punto, che conforto non mi valeva alcuno.5 Tuttavia, dopo alquanto tempo, la mia mente, che
si argomentava di sanare,6 provide, poi che n l mio n altrui consolare valea, ritornare al
modo che alcuno sconsolato avea tenuto a consolarsi;7 e misimi a leggere quello non conosciuto da molti libro di Boezio, nel quale, cattivo e discacciato, consolato savea.8 E udendo ancora
che Tullio scritto avea un altro libro, nel quale, trattando de lAmistade, avea toccate parole de
la consolazione di Lelio, uomo eccellentissimo, ne la morte di Scipione amico suo,9 misimi a
leggere quello. E avvegna che duro mi fosse ne la prima entrare ne la loro sentenza, finalmente ventrai tanto entro, quanto larte di gramatica chio avea e un poco di mio ingegno potea
fare;10 per lo quale ingegno molte cose, quasi come sognando, gi vedea, s come ne la Vita
Nuova si pu vedere.11 E s come essere suole che luomo va cercando argento e fuori de la
ntenzione truova oro, lo quale occulta cagione presenta, non forse sanza divino imperio;12 io,
che cercava di consolarme, trovai non solamente a le mie lagrime rimedio, ma vocabuli dautori e di scienze e di libri:13 li quali considerando, giudicava bene che la filosofia, che era donna14
di questi autori, di queste scienze e di questi libri, fosse somma cosa. E imaginava lei fatta come
una donna gentile, e non la poteva imaginare in atto alcuno, se non misericordioso;15 per che
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s volontieri lo senso di vero la mirava, che appena lo potea volgere da quella.16 E da questo
imaginare cominciai ad andare l dovella si dimostrava veracemente,17 cio ne le scuole de li
religiosi18 e a le disputazioni de li filosofanti;19 s che in picciol tempo, forse di trenta mesi,20
cominciai tanto a sentire de la sua dolcezza, che lo suo amore21 cacciava e distruggeva ogni
altro pensiero. Per che io, sentendomi levare dal pensiero del primo amore a la virt di questo,22 quasi maravigliandomi apersi la bocca nel parlare de la proposta canzone,23 mostrando
la mia condizione sotto figura daltre cose:24 per che de la donna di cu io minnamorava non
era degna rima di volgare alcuna palesemente po[e]tare;25 n li uditori erano tanto bene
disposti, che avessero s leggiere le [non] fittizie parole apprese;26 n sarebbe data loro fede a
la sentenza vera, come a la fittizia, per che di vero si credea del tutto che disposto fosse a
quello amore, che non si credeva di questo.27 Cominciai dunque a dire: Voi che ntendendo il
terzo ciel movete. []