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Paolo Barresi

Il sofista Flavio Damiano di Efeso e la costruzione


di terme-ginnasi nell’Asia Minore romana di età imperiale

La figura del sofista Flavio Damiano è nota soprattutto esempi di Assos e Priene4, la palestra si riconosce ancora
dalla biografia di Filostrato, da cui emerge l’immagine di come quadriportico di dimensioni relativamente piccole,
un uomo ben inserito nella vita pubblica della sua città, mentre la parte termale, inizialmente piuttosto ridotta
attivo come evergete anche nel campo della costruzione (così in età tiberiana, ad Assos), già alla metà del I secolo a
pubblica. Partendo dalla biografia filostratea e dalle fonti Mileto occupa metà della pianta rettangolare del ginnasio
epigrafiche e archeologiche, si intende qui indagare fino a sull’Humei-Tepe (dove la fusione dei due elementi in
che punto Flavio Damiano sia stato un esponente della pianta è già realizzata).
seconda sofistica anche nella sua vita pubblica e nel compi- Dopo tali primi esempi, di dimensioni ancora para-
mento dei suoi atti di evergetismo: ovvero, se le costruzioni gonabili ai ginnasi ellenistici, negli ultimi decenni del
a lui attribuite, e in particolare il ginnasio Est di Efeso, I secolo le planimetrie e i volumi degli ambienti termali
possano in qualche modo riportare a quello che era il raggiungono dimensioni monumentali, paragonabili con
valore principale della seconda sofistica: la rivalutazione quelli delle terme di Roma, giustificando il termine di
culturale delle tradizioni greche di età classica. Per far ciò è terme-ginnasio applicato a simili edifici (ginnasio di
necessaria una premessa che riguarda il ginnasio greco, e il Vergilius Capito a Mileto, in età neroniana5; ginnasio
suo sviluppo dall’età ellenistica all’età romana. del Porto di Efeso, costruito sotto Domiziano; ‘terme di
Il ginnasio delle città greche era costituito da una Adriano’ ad Aphrodisias, probabilmente basato su un
palestra porticata per esercizi fisici, munita di bagni freddi precedente edificio di fine I secolo6). Tale unione di
e di sale destinate ad attività varie, dalle lezioni ai massaggi terme e ginnasio si riscontra anche in altre province
con olio: era il luogo tradizionalmente destinato all’eserci- meno urbanizzate dell’Asia Minore, come la Galazia, ad
zio del corpo1 e all’educazione intellettuale dei giovani, Ancyra, ma soltanto in età severiana7, mentre in Licia e
specialmente a partire dall’età ellenistica2, ma anche al in Panfilia si mantiene ancora a lungo la separazione tra
culto dei sovrani3. I ginnasi in Asia Minore continuano a ginnasi e terme; ad esempio, in età neroniana, Iulius
mantenere tali caratteristiche per tutta l’età romana Cornutus8 costruisce una palestra porticata, ben più
repubblicana, ma in età imperiale tale tipologia inizia a grande di un ginnasio ellenistico; solo nel secolo succes-
trasformarsi: a partire dall’età augustea e giulio-claudia, i sivo verranno costruite le grandi terme Nord, vicine alla
ginnasi delle città della provincia Asia cominciano a palestra, ma separate da una strada (datate al II-III
munirsi di impianti termali, sul modello romano, aggior- d.C.)9. Allo stesso modo, l’‘edificio M’ di Side va consi-
nando la decorazione architettonica delle palestre. Negli derato un ginnasio di II-III secolo d.C., che si ispira al

1
W. Zschietzschmann, Wettkampf- und Übungsstätten in Grie- tai, che vennero sostituiti nel corso del tempo dai figli o dai fratelli: dun-
chenland. II. Palästra-Gymnasion, Stuttgart 1961. que la costruzione andò avanti per lungo tempo. È possibile che l’edifi-
2
G. Carettoni, s.v. Palestra, in EAA V, 882-886, Roma 1963, 882. cio termale sia sempre rimasto quello di I-II secolo, anche durante la
3
J. Delorme, Gymnasion. Etude sur les monuments consacrés à ristrutturazione di età adrianea. La pianta di queste terme trova con-
l’éducation dans la Grèce ancienne, Paris 1960, 342-346. fronti molto vicini a Hierapolis, Laodicea e Tripolis (Yegül, Baths cit.,
4
F. Yegül, Baths and Bathing in Classical Antiquity, New York 278), ma si inserisce nel tipo ‘a file parallele di ambienti’ che risulta tra i
1992, 251. più antichi in Asia, collegabile anche alle Terme del Porto di Efeso.
5 7
R. Köster, Capito - Thermen in Milet, MDAI(I) 43, 1993, 429-437. M. Akok, Ankara sehrindeki Roma Hamami, «Türk Arkeologi
6
Un’iscrizione su lastra trovata nelle terme di Adriano nel 1913, Dergisi» 17, 1968, 1-13.
8
recentemente pubblicata (J.M. Reynolds, The Dedication of a Bath Buil- R. Merkelbach, S. Šahin, Die publizierten Inschriften von Perge,
ding at Carian Aphrodisias, in Studia in honorem Georgii Mihailov, Sofia EA 11, 1988, 97-170, n° 18 = IGRR III 789.
9
1995, 397-402), ha consentito di datare tra I e II sec. d.C. la prima fase A. Farrington, Imperial Bath Buildings in Lycia, Ankara 1995,
del balaneion con atreion. I fondi furono gestiti da una serie di ergepista- 134.
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Fig. 1 - Efeso, pianta del ginnasio del Porto.

ginnasio di Adriano ad Atene (‘biblioteca’)10, non colle- feste imperiali di Efeso, giungendo anche a mettere in
gato ancora ad alcun edificio termale. rapporto tale costruzione con la munificenza dell’Impe-
Se ciò che caratterizzava i ginnasi asiatici di età giu- ratore Domiziano12. Si deve anche aggiungere la rina-
lio-claudia rispetto a quelli ellenistici era la presenza di scita del concorso agonistico efesino in onore di Zeus
impianti termali, le grandi dimensioni della palestra Olympios sotto Domiziano, probabilmente in occasione
sembrano diffondersi a partire dal I-II secolo. Oltre che della concessione della neokoria imperiale13.
ad un aumento del numero di cittadini frequentatori, I ginnasi asiatici di II e III secolo erano grandi e
tali vasti spazi dedicati all’attività ginnica hanno fatto costosi edifici, in cui la parte termale assumeva sempre
pensare anche ad un maggiore sviluppo degli sport pro- maggiore complessità planimetrica e decorativa, e le pale-
fessionali, che attiravano un maggiore afflusso di pub- stre diventavano grandi cortili porticati, destinati anzitutto
blico in occasione delle grandi festività11. Ad esempio, la allo svolgersi degli agoni sportivi, per cui si prevedeva un
costruzione del ginnasio del porto di Efeso, con il suo forte afflusso di spettatori. Tale tendenza culminerà in età
grande xystus (fig. 1), è stata vista in relazione con le antonina in edifici come il ginnasio del Teatro ad Efeso14,

10
Cfr. W. Martini, Zur Benennung der sog. Hadriansbibliothek in R. Heberdey, Vorläufiger Bericht über die Grabungen in Ephesos
Athen, in Lebendige Altertumswissenschaft. Festschriften für 1902-1903, JÖAI 7, 1904, cc. 38-56). In tali giardini, Apollonio di
H. Vetters, Wien 1985, 187-191; N. De Chaisemartin, Note sur l’in- Tyana avrebbe presentito la morte di Domiziano (J. Keil, XVII
fluence de la planimetrie du gymnase héllenistique sur certains édifices vorläufiger Bericht über die Ausgrabungen in Ephesos, JÖAI 28, 1933,
romains liés au culte impérial, in Mélanges à la mémoire de M. Le Beibl., 14-22, 22: Philostr. Vita A T. VIII, 26, ta; tw~n xuvstwn a[lsh;
Glay, Coll. Latomus 226, Bruxelles 1994, 628-649, 643. cfr. W. Alzinger, RE Suppl. 12, s.v. Ephesos (1970), c. 1610). I portici
11
R. Maccanico, Ginnasi romani a Efeso, ArchClass 15, 1963, dello xystus efesino sono larghi m 30 (100 piedi), contro i m 10 circa
32-60, 54. (32 piedi) che prescrive Vitruvio per la porticus simplex del suo xystus
12
Sul possibile finanziamento imperiale, cfr. S. Friesen, Twice (Friesen, Twice cit., 137).
13
Neokoros, Leiden 1993, 123, e per la fondazione (ginnasiarchia per- Engelmann, Ephesiaca cit. 305-307.
14
petua) che ne garantiva il mantenimento, R. Engelmann, Ephesiaca, Cfr. Maccanico, I ginnasi cit., 54; J. Keil, XIV vorläufiger
ZPE 121, 1998, 305-311, 308-309. Il grande xystus aveva quattro por- Bericht über die Ausgrabungen in Ephesos, JÖAI 25, 1929, Beibl.,
tici a tre navate per la corsa al coperto (m 240 × 200), e dei giardini 42-46; J. Keil, XV vorläufiger Bericht über die Ausgrabungen in
coprivano la grande area delimitata dai portici (cfr. Yegül, Baths cit.; Ephesos, JÖAI 26, 1930, Beibl., 18-22.
Il sofista Flavio Damiano di Efeso e la costruzione di terme-ginnasi nell’Asia Minore romana di età imperiale 139

dove una gradinata destinata agli spettatori degli agoni si mondo culturale, mentre i visitatori delle terme romane
disponeva lungo uno dei lati della palestra, e il ginnasio di dovevano vedere le statue di argomento greco come riferi-
Aezani, dove si costruì una gigantesca palestra quadrata mento colto, non sempre adeguatamente valorizzato21.
che avrebbe dovuto ospitare gli agoni delle nuove feste di L’adattamento di edifici preesistenti rende necessa-
Zeus (tra colonne angolari m 74×74 = 250×250 piedi)15. rio adattarsi agli spazi disponibili. La palestra delle
Questi grandi edifici assumevano un aspetto monu- terme di Adriano ad Aphrodisias è piccola, rispetto alla
mentale, specialmente all’interno della parte termale, con grande parte termale, ma era accessibile dalle terme un
ampi spazi coperti, rivestiti di marmi e di mosaici16. Nella vasto quadriportico, nato già in età tiberiana (il ‘portico
palestra e nello xystus del Ginnasio del Porto efesino, nel di Tiberio’), che poteva essere usato per gli agoni spor-
suo rifacimento di età adrianea e antonina, si nota anche tivi ed era munito di una panchina sui lati lunghi22.
una nuova tendenza allo sfarzo, con la decorazione archi- Nelle terme-ginnasio di Pergamo, ricostruite in età
tettonica in marmo frigio (colonne della palestra, rivesti- traianea, la palestra rimane uguale a quella ellenistica,
mento dello xystus: IvEphesos 661, 430). Anche nell’im- ma la parte termale è di nuova concezione.
pianto ginnasiale descritto nell’opera pseudolucianea
‘Hippias’, che descrive un impianto termale che si tro- In questi impianti ginnasiali microasiatici di età
vava realmente in una delle città dell’Asia Minore del II imperiale era spesso presente un ambiente con pareti
sec. d.C.17, sono menzionati ambienti lussuosamente rico- decorate da edicole e statue che si affacciava su uno dei
perti di marmo frigio, numidico e porfido18. Lo sviluppo portici della palestra: si definisce Kaisersaal tale
eccezionale della parte termale e delle palestre, osserva- ambiente, in quanto è considerata spesso come sede del
bile dopo Domiziano, va unito alla considerazione del- culto imperiale, sia per la presenza di una nicchia per
l’arredo scultoreo: assieme a figure atletiche, tradizional- una statua più grande delle altre, al centro del lato prin-
mente presenti nei ginnasi greci, e a figure divine cipale, sia, almeno nel caso del ginnasio di Vedio (fig.
tradizionali nei ginnasi come Hermes ed Eracle, che con- 2), per la presenza di un altare di fronte a tale nicchia23.
tinuavano l’abitudine di colmare i ginnasi di sculture e di Anche se non occorre pensare che ogni Kaisersaal fosse
rilievi votivi, si affacciano le divinità salutifere (Igea e necessariamente sede di un culto imperiale, non è
Asclepio), con le quali si accentua l’importanza igienica improbabile che nei ginnasi asiatici di età imperiale vi
dei bagni19, e guadagna terreno anche la semplice volontà fossero spazi destinati al culto degli imperatori24. Ciò
di adornare gli spazi pubblici con sculture: così nei gin- corrisponde ad un’altra caratteristica dei ginnasi di età
nasi di Efeso, ma anche a Thyatira in Lidia, dove nel gin- ellenistica: gli spazi dedicati al culto dei sovrani e al
nasio fu collocato un esemplare del ‘supplizio di Dirce’20. culto degli dei in genere. Di solito, la Kaisersaal era
L’educazione dei cittadini di cultura greca si svolgeva unica e si apriva al centro di uno dei lati della palestra,
infatti tra la palestra e le aule, che erano ricche di riferi- ma, in pochi casi, come nel ginnasio del Porto a Efeso,
menti alla storia e alla religione, sia locale sia ellenica, si registra la presenza di due analoghe sale affrontate, su
mediante statue e opere d’arte: i frequentatori del ginna- due lati della palestra: qui una di tali sale è stata definita
sio trovavano in tale arredo continui riferimenti al proprio Kaisersaal (perché munita di nicchia per statua impe-

15
R. Naumann, Aizanoi-Bericht 1978, AA, 1980, 123-130. Skulpturenausstattung der kaiserzeitlichen Thermenanlagen, Berlin 1981.
16 20
Cfr. il ginnasio di Alexandria Troas, dove sono stati osservati Aelius Aelianus, in età severiana, pose nell’hypaithron del Ginna-
ancora in situ resti della decorazione: R. Koldewey, Der Bad in sio un gruppo di Dirce, un gruppo scultoreo con Eracle, un gruppo di
Alexandria Troas, MDAI(A) 9, 1884, 36-48. Ganimede: TAM V.2, 926. Una raffigurazione del gruppo di Dirce si
17
Riteniamo che il ginnasio descritto nell’operetta si debba iden- ritrova su monete di Thyatirae dell’età di Alessandro Severo (BMCLydia
tificare con il ginnasio di Vedio ad Efeso, come sarà mostrato in 125-127). Ad Efeso, sono state trovate nell’area dello xystus delle terme
un’opera in corso di elaborazione. del Porto delle basi con iscrizioni relative a quattro gruppi scultorei (syn-
18
Cfr. per descrizione e commento F. Yegül, The Small City plegmata), che dovevano ornare i giardini all’interno dei grandi portici a
Baths in Classical Antiquity and a Reconstruction Study of Lucian’s tre navate: J. Keil, Skulpturengruppen in Ephesos, JÖAI 39, 1952, 42-46.
21
Baths of Hippias, ArchClass 31, 1979, 108-129; a nostro parere, non è Manderscheid, Skulpturenausstattung cit.; D. Candilio, La
però da condividere l’interpretazione del ginnasio di Hippias come decorazione scultorea delle terme imperiali, in M.R. Di Mino (a cura
‘piccolo’ impianto termale, svolta in tale articolo. di), Rotunda Diocletiani, Roma 1991, 15-24.
19 22
La presenza di Asclepio e Igea è riscontrabile nelle terme di N. De Chaisemartin, Le ‘portique de Tibére’ à Aphrodisias: pro-
Vedio e nelle terme Est ad Efeso: M. Aurenhammer, Die Skulpturen blémes d’identitè et de fonction, REA 91, 1989, 23-45.
23
von Ephesos. Bildwerke aus Stein. Idealplastik 1, FiE X 1, Wien 1990, J. Keil, XIII vorläufiger Bericht über die Ausgrabungen in Ephe-
n° 23 e n° 115, e nelle terme di Faustina a Mileto (Milet I.9, 98 e tav. sos, JÖAI 24, 1929, Beibl., 34-38; F. Yegül, A Study in Architectural
XXVI), ma già nel I secolo statue di Igea, Asclepio e Hypnos furono Iconography: Kaisersaal and the Imperial Cult, ABull 64, 1982, 7-31.
24
dedicate in un ginnasio efesino (IvEphesos 4123 = FiE IV.I, 25) da parte S.R.F. Price, Rituals and Power. The Roman Imperial Cult in
di C. Stertinius Orpex, un liberto del consolare Stertinius Maximus Asia Minor, Oxford 1984, 144, con riserve sul ruolo della Kaisersaal
(Keil, XVII Bericht cit., c. 12). In generale, v. H. Manderscheid, Die come luogo di culto imperiale in ogni caso.
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pali costruzioni della città e spesso erano decorati con il


massimo sfarzo; con la perdita dell’autonomia civica in
età ellenistica e romana, infatti, il prestigio delle costru-
zioni rimase l’unica caratteristica che definiva come tali
le città e che consentiva ad alcune tra loro di sollevarsi al
di sopra di altre25. Erano i componenti della classe diri-
gente cittadina, in qualità di evergeti, a finanziare tale
attività, sia con la costruzione diretta di edifici, sia con il
versamento di somme di denaro. Alcuni aristocratici
assumevano però un atteggiamento contrario ad eseguire
nuove opere pubbliche, sia con denaro privato che pub-
blico: era una tendenza che si manifestava spesso nelle
città asiatiche, collegata a fazioni interne, e che si manife-
stava in denunce davanti al governatore o anche al
sovrano26. Una traccia di tali divergenze si coglie ad
esempio nelle lettere inviate a Vedio Antonino, donatore
di varie opere pubbliche di Efeso, dall’imperatore Anto-
nino Pio (IvEphesos 1491-1493), datate al 145-6 e al 150
d.C.: specialmente nella prima, del 145-6, il sovrano si
indirizzava agli Efesini criticandoli per aver avversato le
costruzioni evergetiche di Vedio, e lodando quest’ultimo
perché aveva preferito rendere migliore la città, anche
a costo di essere impopolare, mentre avrebbe potuto
rendersi gradito alla popolazione con distribuzioni di
denaro o finanziamenti a spettacoli pubblici27. Gli efesini
cui era indirizzata la lettera dovevano in parte essere
dello strato meno agiato, che certo avrebbe ritenuto più
utile una diretta distribuzione del denaro impiegato nelle
costruzioni da Vedio; ma anche personaggi all’interno
della classe dirigente dovevano essersi opposti al suo
programma edilizio, perché solo così si spiega un prov-
vedimento diretto come una lettera imperiale (che fu poi
incisa nel bouleuterion, ossia nel luogo dedicato alle
discussioni interne dell’élite efesina).
Fig. 2 - Efeso, pianta del ginnasio di Vedio. Anche Erode Attico, molto prodigo nelle costru-
zioni, era giudicato un tiranno da alcuni avversari poli-
tici nelle assemblee popolari (Philostr., VS II, 1, 559).
riale al centro del lato lungo) e l’altra Marmorsaal, perché La stessa costruzione del ninfeo di Olimpia da parte
priva di tale nicchia dominante che in apparenza caratte- dell’evergete ateniese fu avversata da Peregrino-Pro-
rizza la sala come luogo di culto imperiale. Nelle facciate teo, filosofo cinico, e la sua opposizione dovette costi-
colonnate che decoravano tali ambienti, si trovavano sta- tuire ben più di un pittoresco episodio: nonostante la
tue ideali, assieme a quelle dell’evergete che aveva fatto caricatura che ne fa Luciano, la sua figura aveva una
costruire l’edificio, e della sua famiglia (come nel Ginna- certa autorità, e a lui doveva fare riferimento tutto un
sio di Vedio), assieme a immagini che richiamassero gli settore contrario alle nuove costruzioni che svuotavano
ideali di cultura, vigore e salute fisica del ginnasio. gli antichi luoghi ellenici della loro arcaica carica
Nel panorama della costruzione pubblica dell’Asia sacrale28. Infatti, le ragioni addotte da Luciano per l’op-
Minore, i ginnasi costituivano dunque una delle princi- posizione di Peregrino alla costruzione di Erode, basate

25 27
S. Mitchell, Anatolia. Land, Men and Gods in Asia Minor, Cfr. E. Winter, Staatliche Baupolitik und Baufürsorge in den
Oxford 1993, I, 198. römischen Provinzen des kaiserzeitlichen Kleinasien, Asia Minor Stu-
26
Come esempi, oltre a Dione di Prusa, si può citare anche Ti. dien 20, Bonn 1996, 49.
28
Claudius Aristion ad Efeso in età traianea, e Vedio Antonino alla S. Settis, Il ninfeo di Erode Attico a Olimpia e il problema della
metà del II secolo: M.D. Campanile, Contese civiche a Efeso in età composizione della periegesi di Pausania, ASNP 37, 1968, 1-63, 29.
imperiale, SCO 42, 1992, 215-233.
Il sofista Flavio Damiano di Efeso e la costruzione di terme-ginnasi nell’Asia Minore romana di età imperiale 141

sul fatto che l’acqua avrebbe impigrito i costumi degli nella tradizione civica, allo scopo di ottenere onori ed
Elleni, appaiono riduttive e legate alla volontà di giusti- essere ricordato nel tempo31. Tuttavia non doveva essere
ficare l’operato dell’evergete. È probabile che le vere trascurata l’eujnoi~a, che portava a costruire edifici
ragioni dell’opposizione di Proteo fossero legate alla soprattutto utili, dunque rispettosi della tradizione della
pesantezza dell’intervento nel cuore stesso dell’Altis, polis (templi, edifici civici, restauri di antichi edifici),
che richiese la distruzione di templi e fontane di vene- con meno attenzione alla decorazione: una virtù che
randa arcaicità29. Anche Giovenale criticò la trasforma- piaceva ai severi custodi della tradizione, che avreb-
zione della grotta di Egeria (anch’essa ad opera di bero voluto però un’esclusiva attenzione verso questo
Erode Attico), sacra al ricordo di Numa, con il rivesti- aspetto, a discapito di ogni altro.
mento di marmi sontuosi, perché ne avrebbe occultato Si elabora dunque una concezione dell’evergetismo
l’arcaico carattere numinoso30. secondo cui occorreva tenere conto delle necessità di
Una critica moralistica e nostalgica di questo tipo, una città romana di II secolo d.C., ma rispettando
legata alla filosofia cinica, si collegava naturalmente con quanto più possibile le tradizioni culturali greche. Una
altre tendenze politiche, secondo cui occorreva spendere tale concezione è rispecchiata da Filostrato in alcuni
il denaro in opere più vicine ai gusti della massa, piuttosto passi in cui si occupa del rapporto tra i retori della
che in costruzioni fastose. Si delinea così un’interpreta- Seconda Sofistica e la costruzione pubblica. Sembra che
zione avversa all’evergetismo architettonico in età impe- questi personaggi abbiano spesso finanziato costruzioni
riale, che tendeva a indirizzare i contributi della classe pubbliche per le loro città, oppure si fossero adoperati
dirigente verso i bisogni più immediati della massa di abi- per trovare i fondi necessari alla costruzione: così per
tanti delle città, anzitutto quelli di cibo, ma anche relativi Flavio Damiano si ricordano le costruzioni per il santua-
a spettacoli e feste; a tale interpretazione si collegava rio di Artemide Efesina (VS II, 23, 605: ed in tale conte-
anche una frangia nostalgica della purezza dei costumi sto si giustifica lo sfarzo del marmo frigio utilizzato per
antichi, che avversava soprattutto determinati tipi di la sala da banchetto, in quanto destinato alla dea Arte-
costruzioni e che voleva impedire la ristrutturazione di mide e non alla propria filotimiva); per Niceta di
edifici sacri o legati alla tradizione ellenica. Smirne si ricorda un portico che collegava la città con
A questo modo di pensare si oppone la visione uffi- una porta monumentale (VS I, 19); per Erode Attico si
ciale, secondo cui l’evergetismo è diretto al migliora- riconosce la sua azione nei confronti di Alessandria in
mento della città, secondo la visione e le preferenze del- Troade, con la costruzione di un acquedotto (in parte
l’evergete stesso, senza seguire ciecamente i bisogni del finanziato dall’Imperatore: VS II, 1, 548), mentre la fon-
popolo, e adattando alle necessità moderne anche le esi- dazione dello stadio e dell’odeion ad Atene rientrano
genze della tradizione. È questa la concezione di Filo- nel quadro degli edifici di grande prestigio (VS II, 1,
strato (VS II, 26, 613), secondo il quale una città doveva 551). Per Antonius Polemon si loda la sua capacità nel
curare le costruzioni pubbliche, affinché si vedesse che convincere Adriano a finanziare edifici di Smirne (VS I,
«andava incontro ai bisogni delle masse» (povli" ... 25, 533), probabilmente un grande tempio e un ginna-
iJerw~n te ejpimelhvsetai kai; gumnasivwn kai; krhnw~n kai; sio, edifici la cui decorazione in marmo e le cui dimen-
stow~n, i{na ajpocrw~sa tw/~ oJmivlwi faivnoito), ed è signifi- sioni avevano il merito di innalzare la città sopra tutte le
cativo che gli edifici enumerati siano ginnasi, ninfei e altre della provincia; così come di Aristide si diceva che
stoai, ossia edifici di tipo ‘moderno’, che rispondevano a avesse rifondato Smirne, per essere riuscito ad otte-
necessità oggettive di città ormai cresciute, in cui si con- nerne la ricostruzione dopo un terremoto recandosi in
centrava una densa popolazione. Si doveva dunque per- ambasciata da Marco Aurelio (VS II, 9, 582).
seguire l’adeguamento delle strutture cittadine alle Per quanto riguarda i ginnasi, la parte termale e la
mutate dimensioni, anche se ciò richiedeva qualche loro fastosa decorazione erano spazi adatti all’espres-
sacrificio in termini immediati. sione di filotimiva, perché si legava al nome di un parti-
In termini di linguaggio ellenistico, Filostrato prefe- colare evergete una decorazione sfarzosa di luoghi fre-
risce dunque che gli evergeti coltivino la virtù della quentati da tutti gli strati sociali cittadini, anche durante
filotimiva, virtù decantata nelle iscrizioni onorarie a gli agoni sportivi; inoltre tale edificio costituiva motivo
proposito dei ricchi donatori di architettura (e ripresa di orgoglio civico di fronte alle città rivali. La costru-
anche nella lettera di Antonino Pio agli efesini: IvEphe- zione di grandi ginnasi nelle principali città dell’Asia era
sos 1491-1493), che conduce a privilegiare gli edifici di poi una necessità dettata dalla sempre maggiore concen-
maggiore sfarzo e bellezza, anche se non inquadrati trazione nei centri urbani. I ginnasi erano però edifici in

29 31
Settis, Il ninfeo cit., 56. H. v. Hesberg, Formen privater Repräsentation in den Bau-
30
H. Lavagne, Operosa antra. Recherches sur la grotte a Rome de kunst des 2. und 1. Jhr. V. Chr., Wien 1994, 49-51.
Sylla à Hadrien, Roma 1988, 619; Iuven., Sat. II.19, VI.10.
142 P. Barresi

cui si intrecciavano diverse esigenze, anche quelle della allora tale misura trova un confronto nella stessa
tradizione ellenica: erano i luoghi dove si formava la Smirne, dove, in età adrianea, un Claudianus promise
cultura stessa dei cittadini greci, e come tali dovevano di dorare il tetto dell’aleipterion della gerusia
essere trattati in un modo consono. Ricordiamo che (IvSmyrna 697.16-17): lo stesso edificio cui un altro
Traiano aveva ben presente il problema quando ricor- personaggio definito sofista nell’iscrizione, Eisidoros,
dava che gymnasiis indulgent Graeculi (Plin., Epist. X contribuisce con 10.000 denarii (IvSmyrna 697.24).
40.2). Se però si volevano costruire impianti in grado di Anche a Sardi, in età severiana, Claudia Pollitta e
accogliere grandi masse, e che fossero apprezzati come Antonia Sabina finanziano la doratura dell’aleipterion
opere di buona architettura, si doveva chiudere con i pic- (SEG 36, 1986, 1094), probabilmente da identificare
coli, semplici edifici ellenistici, ed elaborare nuovi ginnasi con la Marmorsaal del ginnasio. Si tratta dunque di
di dimensioni più estese, con decorazione più fastosa. misure che riguardano la decorazione di una parte del-
I difensori più estremi della tradizione ellenica non l’edificio (probabilmente la Kaisersaal) e che si caratte-
avrebbero potuto capire i nuovi ginnasi: avrebbero rizzano come adatte alla fruizione del ginnasio come
nostalgicamente ricordato i ginnasi ellenistici o quelli luogo per attività ginnica.
ancora più antichi. Essi però costituivano un nucleo in
grado di influenzare l’opinione pubblica, e difatti alcune Filostrato dunque, riportando la concezione degli
di tali idee si trovano anche in Filostrato, che deve conci- esponenti della Seconda Sofistica, giustifica l’evergeti-
liare una visione ‘ufficiale’ dell’evergetismo con le sue smo in favore dei ginnasi, purché, assieme alla necessa-
convinzioni profonde, probabilmente più vicine ai tradi- ria espressione del lusso e alle grandi dimensioni del-
zionalisti che a quelle dei sofisti di cui scrive le biografie. l’impianto, sia mantenuto il carattere tradizionale
Filostrato infatti condivide, almeno in parte, con il suo dell’edificio: tale è pure la concezione ‘ufficiale’ degli
maestro ideale, Apollonio di Tyana, sia l’avversione per evergeti, che troviamo attestata dai molti ginnasi di età
gli edifici termali (annessi ai ginnasi), che conducevano imperiale in Asia Minore, dove il carattere tradizionale
alla corruzione dei costumi (cfr. Philostr., Vita Ap., IV, non è mai soverchiato dalle costruzioni termali. Tro-
42), sia l’avversione per gli agoni ginnici degli sportivi viamo che il ‘ginnasio Est’ di Efeso sia particolarmente
professionisti, che uccidevano la pratica sportiva dei adatto ad illustrare tale concezione, in quanto almeno
comuni cittadini e davano un pubblico esempio di una parte di esso è stata attribuita al sofista efesino Fla-
agonismo esagerato o addirittura di mancanza di virtù32. vio Damiano. Occorre soffermarsi un poco su questo
Egli riporta poi l’opinione di Apollonio di Tyana, personaggio di età severiana, cui Filostrato dedica
secondo cui prima che l’aspetto della città, conviene diverso spazio, e che sembra stimare molto.
aver a cuore la moralità dei cittadini, che consente alla In due iscrizioni onorarie, Flavio Damiano è lodato
città di avere una buona fama nel mondo (Philostr., Vita per aver offerto un oikos nei Oujarivou balanei~a, identi-
Ap., IV, 7; Ap. Ty., Epist. 32): dunque è necessario a ficati con le terme sulla via dei Cureti (IvEphesos 672 e
volte frenare la corsa verso costruzioni sempre più lus- 3080)33. Filostrato (VS II 23, 605) attesta ad un tempo la
suose e alla moda, se queste non rispondono all’esigenza vocazione evergetica e la ricchezza di Flavio Damiano, il
di moralità pubblica. quale nel 166, dopo la campagna partica di Lucio Vero,
Filostrato poi apprezza la costruzione dei ginnasi donò 7000 tonnellate di grano per le legioni che transi-
solo quando siano collegati alle attività ginniche e cultu- tavano da Efeso34. Inoltre fece costruire una stoà sulla
rali tradizionali, e non in quanto impianti termali. È via sacra che conduceva da Efeso all’Artemision attra-
lodato infatti il sofista Eraclide di Licia, che restaurò verso la Porta di Magnesia, lungo la quale si svolgeva
(ejpiskeuavsa") nel ginnasio di Asclepio a Smirne una la processione descritta in IvEphesos 2735: Filostrato
ejlaivou krhvnh con il soffitto dorato: crush~n tou~ ojrofou~ chiama kavqodo" questa via coperta, che correva attra-
(VS II, 26, 613). Se l’ejlaivou krhvnh si identifica con verso la porta di Magnesia e raggiungeva il santuario.
l’ambiente detto aleipterion (in ambedue ritorna infatti Inoltre, offrì una sala per banchetti nell’Artemision
la menzione dell’olio necessario alle attività ginniche), stesso, decorata con marmo frigio36.

32
Cfr. I. Weiler, Kynische Sportkritik, in P. Scherrer et al. di culto di Cibele: D. Knibbe, Via Sacra Ephesiaca, in H. Friesinger,
(Hrsg.), Steine und Wege, Wien 1999, 253-260. F. Krinzinger (Hrsg.), 100 Jahre Österreichische Forschungen in Ephe-
33
E.L. Bowie, The Vedii Antonini and the Temple of Hadrian at sos. Akten des Symposion Wien 1995, Archäologische Forschungen 1,
Ephesus, in Proceedings of X International Congress in Classical Wien 1999, 449-456, part. 449.
36
Archaeology, Ankara 1978, II, 867-74, 870. Cfr. anche J.C. Fant, Ideology, Gift and Trade: a Distribution
34
S. Karwiese, Gross ist die Artemis von Ephesos!, Wien 1995, Model for the Roman Imperial Marbles, in W.V. Harris (ed.), The
110. Inscribed Economy, JRA Suppl. 6, Ann Arbor 1994, 145-170, 156, sul
35
La processione si svolgeva attorno al Panayirdagh, attraverso privilegio che doveva essere legato a una simile donazione di marmi
necropoli di età arcaica, probabilmente collegato ad un antico luogo imperiali.
Il sofista Flavio Damiano di Efeso e la costruzione di terme-ginnasi nell’Asia Minore romana di età imperiale 143

Fig. 3 - Ricostruzione del portico di Flavio Damiano sulla via Sacra efesina.

Mentre non si è mai ritrovata la sala per banchetti non si dava il caso di una dedica (al dativo) di un’opera
nell’Artemision, le indagini sulla via sacra efesina hanno pubblica ad un personaggio, vivente o defunto, diverso
portato a scoprire una serie di portici lungo un lato dall’imperatore, ma è probabilmente l’iscrizione del
della strada, sin dai primi scavi di J.T. Wood37. Questa nome della moglie sull’opera, come se fosse la commit-
stoà era tutta in pietra, per una lunghezza ( [Esti de; ai{th tente, secondo una modalità che ricorda quella utiliz-
stoa; ejpi; stavdion livqou pa~sa) che Wood traduce ‘di zata da Erode Attico in favore di Regilla per il ninfeo di
uno stadio’ (circa 200 m): tuttavia oggi sappiamo che i Olimpia41. Resta poco chiaro se si tratti di ‘modestia’ del
resti costruiti si sviluppano per una lunghezza ben mag- sofista (come adombra Filostrato), o di un doveroso rico-
giore di circa 200 m, e si è dunque proposto di risolvere noscimento per un contributo finanziario venuto diretta-
il problema in due modi: traducendo «per tutta la sua mente dal patrimonio dei Vedii per la costruzione delle
lunghezza fino allo stadio»38, oppure ipotizzando che la due opere, anche se attraverso la mediazione di Damiano.
lunghezza di uno stadio si riferisse soltanto al settore La ricerca archeologica ha riconosciuto portici sia
della stoà direttamente collegato con l’Artemision39. Il sulla strada che partiva dalla porta di Magnesia (kav-
fine dell’opera è espressamente menzionato dall’autore: qodo" di Filostrato), sia sulla strada che dallo stadio rag-
Damiano intendeva far sì che i frequentatori non doves- giungeva l’Artemision, e cui si collegava il kavqodo", che
sero stare lontani dal santuario in caso di pioggia (nou~" percorreva le pendici Est del Panayirdag: i resti, visti
de; tou~ oijkodomhvmato" mh; ajpeivnai tou~ iJerou~ tou;" qera- anche da Wood nel 1870, consistevano in una strada
peuvonta", oJpovte u{oi). Tale affermazione va collegata rialzata (fig. 3), che consentisse l’attraversamento del
alla situazione topografica del santuario, che il fiume terreno paludoso, e di pilastri quadrati in blocchi di cal-
Marnas separava dalla città: durante la stagione delle care e in laterizi, mentre la copertura era in volte lateri-
piogge, lo spazio diventava paludoso e difficile da per- zie a crociera42. La strada è stata recentemente studiata
correre a piedi40. con prospezioni geofisiche che hanno consentito di
È da notare che, ancora a detta di Filostrato, su ricostruirne l’intero percorso43. Vicino alla stoà conti-
quest’opera, completata con molto denaro (tou~to mevn nuarono ad essere frequentate le necropoli già in uso,
dh; tou|rgon ajpo; pollw~n crhmavtwn ajpotelesqevn), ed essa stessa fu usata come sepoltura (vi furono adat-
Damiano iscrisse il nome della moglie (ejpevgrayen ajpo; tati sarcofagi già attorno al 230)44.
th~" eJautou~ gunaikov"): non è una «dedica alla moglie» Filostrato precisa poi come Damiano mettesse
(traduzione di W. Wright, ed. Loeb), perché di norma in mostra la sua ricchezza (plouvtou de; ejpivdeixin, Phi-

37 39
Karwiese, Gross cit., 114; D. Knibbe, Via Sacra Ephesiaca, in J.T. Wood, Discoveries at Ephesos, London 1877, 117-120; così
H. Koester (ed.), Ephesos Metropolis of Asia, Harvard Theological anche D. Knibbe, G. Langmann, Via Sacra Ephesiaca I, Wien 1993, 17.
40
Studies 41, Valley Forge 1996, 141-155. Knibbe, Via Sacra, 1999 cit., 451.
38 41
R. Engelmann, Philostrat und Ephesos, ZPE 108, 1995, 77-85, Settis, Il Ninfeo, 1968 cit., 25.
42
part. 79: vi si ipotizza anche l’esistenza di una scorciatoia che si D. Knibbe, Via Sacra-Damianosstoa, JÖAI 62, 1993, Beibl.,
sarebbe distaccata dalla strada lungo il Panayirdag in direzione Nord 19 sgg.; Knibbe, Via Sacra, 1996 cit.; H. Thür, Via Sacra Ephesiaca, in
consentendo di abbreviare il percorso dalla Porta di Magnesia, ma P. Scherrer et al. (Hrsg.), Steine und Wege, Wien 1999, 163-172.
43
che non è mai stata trovata dall’indagine archeologica, nemmeno Knibbe, Via Sacra, 1999 cit., 452, plan 6.
44
mediante prospezioni geofisiche: cfr. Knibbe, Via Sacra Ephesiaca Knibbe, Via Sacra, 1999 cit., 452; Knibbe, Via Sacra, 1996
1999 cit., 453. cit., 150.
144 P. Barresi

come case di città, altre come grotte (…to;n ejn a[stei


trovpon, aiJ de; ajntrwvdei"). L’immagine delle ville di
Damiano che si può ricostruire da tali dati è simile a
quella di ville del suburbio romano di età antonina,
dove si incontrano grotte artificiali ed edifici arredati
con lusso urbano46. Inoltre, Damiano nel suo lavoro non
cercava il profitto ad ogni costo, ma veniva incontro a
chi non poteva pagare, sia come avvocato, sia come
retore. Preferiva abitare nelle sue molte ville, piuttosto
che in città, e fu sepolto in una di esse. La tomba di Fla-
vio Damiano e di Vedia Phaedrina è stata identificata
con una tholos corinzia (fig. 4) appena fuori dalle mura,
lungo la kavqodo", da cui proviene un’epigrafe frammen-
taria in cui è citata la coppia di sposi (IvEphesos 2100)47:
qui dunque doveva trovarsi uno dei suoi possedimenti,
e si potrebbe pensare dunque che la nuova diramazione
della strada per l’Artemision da lui finanziata, vi pas-
sasse attraverso.
La sua identità di benefattore è evidente nel compor-
tamento che rifugge dall’avidità e dal profitto troppo
accanito, e Filostrato la riconosce anche nel modo in cui
manifestava la ricchezza: i porti artificiali sono visti anzi-
tutto come un modo di rendere più sicura la navigazione
dei marinai che dipendono da lui; la coltivazione di alberi
da frutta, come un modo di provvedere ombra e cibo a
chi passa per la strada; d’altro canto, l’arredo delle sue
ville suburbane è sottolineato come un’espressione di cul-
tura urbana, mentre l’antro artificiale doveva evocare un
tentativo di salvare alcuni culti agresti, ridando loro pre-
stigio e possibilità di fruizione. Damiano è dunque visto
da Filostrato come un modello per molti aspetti, sia come
sofista, sia come cittadino.
Fig. 4 - Ricostruzione della tholos identificata con la tomba di Flavio È stata attribuita a Flavio Damiano anche la palestra
Damiano a Efeso. del ginnasio Est di Efeso (fig. 5), per la presenza del
nome della moglie, Vedia Fedrina figlia di Vedio Fedro
(‘il Costruttore’), in un frammento dell’epigrafe dedica-
lostr., VS II 23, 606): tutti i terreni da lui acquistati toria della Kaisersaal (IvEphesos 439)48. L’opera non è
furono piantati con alberi, per dare frutta e ombra; pos- menzionata da Filostrato, ma si tratta di un restauro, e
sedeva poi ville sulla costa che fornì di porto privato ed Filostrato attesta restauri di Damiano agli edifici pub-
isole artificiali, per far approdare in sicurezza le sue navi blici di Efeso (VS II 23, 605). Il ginnasio Est era infatti
commerciali (si trattava di olkades, navi per trasporti costituito da un settore con impianto termale, costruito
pesanti, che dovevano dargli un alto profitto45). Alcune nella prima metà del II secolo49, e da una palestra di età
delle sue ville alla periferia della città erano arredate più recente munita di due esedre laterali: una Kaisersaal

45
H.W. Pleket, Urban élites and the economy in the Greek cities ricordo.
47
of the Roman Empire, «Münster Beiträge zur antiken Handelsgeschi- W. Koenigs, W. Radt, Ein kaiserzeitlicher Rundbau (Monopte-
chte», 3, 1984, 3-36, part. 14. ros) in Pergamon, MDAI(I) 29, 1979, 317-354.
46 48
cfr. Lavagne, Operosa antra cit., 620: a Roma si segnala la J. Keil, XVI vorläufiger Bericht über die Ausgrabungen in Ephe-
grotta di Egeria nel pago Triopio, di Erode Attico, e altri casi sono sos, JÖAI 27, 1931, Beibl., 25-52, c. 31; A.C.G. Smith, The Gymna-
concentrati nel Lazio o in Campania, mai nelle province. Si trattava sium at Alexandria Troas, AS 29, 1979, 23-50, 47.
49
in genere di caverne legate a culti arcaici, rielaborate e dotate di scul- F. Miltner, Ephesos, Stadt der Artemis und Johannes, Wien
ture. Anche gli antri delle ville di Damiano saranno stati probabil- 1958, 75; Smith, The Gymnasium cit., 47. Yegül, Baths cit., 279, col-
mente legati a sopravvivenze cultuali arcaiche, forse di Cibele, spesso lega poi la tipologia architettonica della parte termale del ginnasio
attestata in grotte delle montagne anatoliche. La memoria era dunque Est con quella delle terme del Teatro, per la presenza di grandi sale
rivissuta con strumenti e metodi attuali, non diventava immoto ad U che avvolgono il nucleo e fanno da tramite tra terme e palestra,
Il sofista Flavio Damiano di Efeso e la costruzione di terme-ginnasi nell’Asia Minore romana di età imperiale 145

ed un auditorium. La costruzione della palestra è più


recente di quella della parte termale50: i portici originari
sembra fossero sostituiti da questi nuovi, più angusti ma
provvisti delle due sale monumentali.
L’ingresso alla palestra avveniva mediante un propy-
lon al centro del lato breve: le pareti laterali erano ornate
da edicole in ordine composito, con un’abside al centro
di ogni parete. Qui vennero trovate una statua di Venere,
una testa di Dioniso e una di Pan51. Dalla palestra, vicino
al propylon, provengono poi le sculture di due barbari
prigionieri, sul tipo dei Daci del foro di Traiano (uno di
essi fu trovato già nel ’700, è conservato oggi a Smirne)52.
Ai due lati della palestra si fronteggiano due ampie
sale rivestite di marmo e decorate da nicchie ed edicole:
quella ad Ovest è sicuramente la Kaisersaal, con una
ricca decorazione architettonica e scultorea. Una scul-
tura raffigurante un sacerdote del culto imperiale
(munito di corona a busti di imperatori), barbato, si tro-
vava nell’edicola al centro di uno dei lati brevi53. In
posizione seduta, al centro del lato Sud, c’era la statua
acefala di una donna accompagnata da due figli, uno dei
quali le sedeva in grembo (ne rimane la testa), l’altro,
come mostrano alcuni resti, accanto alla sua gamba
destra54. Furono trovati anche frammenti di una testa
barbata, interpretata prima come Settimio Severo, poi
come Asclepio, collocata in origine nella nicchia cen-
trale55. Inoltre c’era un ciclo di statue ideali, compren-
dente Muse (Polimnia) e divinità femminili (Demetra, Fig. 5 - Efeso, pianta del ginnasio Est.
Kore, Tyche, Afrodite ed Eros)56. Tolte le due edicole
centrali dei lati Sud e Nord, restano quattro edicole
colonnate, la nicchia mediana nella parete Ovest, e due Ultimamente però Sheila Dillon58 ha messo in dubbio
edicole agli angoli (non c’era un secondo piano di edi- l’identificazione con Flavio Damiano del personaggio
cole), per un totale di sette: l’esatto numero delle scul- ritratto (fig. 6), munito di corona con bustini da sacerdote
ture note. Con Flavio Damiano è stata identificata la del culto imperiale; ne coglie invece la somiglianza con
statua del sacerdote imperiale, la donna con la moglie altri due ritratti, uno dei quali, per la provenienza dal gin-
Fedrina, e i bambini con due dei loro cinque figli: il nasio di Vedio, può essere identificato con Vedio Anto-
modo in cui Vedia Fedrina è rappresentata, assieme ai nino (fig. 7), e l’altro, al Louvre, per la somiglianza con gli
due figli, ha fatto pensare ad un voluto accenno alla altri due è inserito nello stesso gruppo59. A tale identifica-
fecondità del matrimonio (sappiamo che ne nacquero zione sembra soccorrere il fatto che Flavio Damiano non
cinque), inconsueta in famiglie di questo periodo57. risulta sia stato mai sacerdote del culto imperiale, mentre

invertendo il senso di circolazione rispetto agli altri esempi efesini: un loga posizione nella Kaisersaal di Vedio, si è ipoteticamente collocata
tratto visibile anche nelle terme di Alexandria Troas (Smith, The una statua imperiale. In quest’ultima sala era poi presente un altare
Gymnasium cit.). davanti alla nicchia centrale, assente invece nel ginnasio Est.
50 56
Keil, XVI Bericht cit., 31. Keil, XV Bericht cit., c. 40-54.
51 57
J. Keil, XV vorläufiger Bericht über die Ausgrabungen in Ephe- Keil, XV Bericht cit., c. 42.
58
sos, in JÖAI 26, 1930, Beibl., 17-62, c. 30. S. Dillon, The Portraits of a Civic Benefactor of 2nd Century
52
Keil, XV Bericht cit., c. 38. Ephesos, JRA 9, 1996, 261-274, 264.
53 59
Karwiese, Gross cit., 109; Yegül, A Study cit., 11-12; J. Inan, 1) Statua dalle terme Est con corona di busti, museo di Izmir
E. Rosenbaum, Roman and Early Byzantine Portrait Sculpture in Asia inv. n. 648 ht. 2,32, testa 0,35. 2) Testa con corona di busti, Louvre
Minor, London 1966, n° 151 tav. 87. inv. n. MND 012 (J. Inan, E. Alföldi Rosenbaum, Römischen und
54
Keil, XV Bericht cit., c. 41. frühbyzantinische Porträtplastik aus der Türkei. Neue Funden, Mainz
55
Aurenhammer, FiE X 1 cit., n° 115; cfr. Scherrer, Ephesos. 1979, n° 135), h. testa 0,38. 3) Statua con himation e chitone, dalle
Der neue Führer, Wien 1994, 72. Resta però da chiarire il significato terme di Vedio, museo di Izmir inv. N. 570, ht. Max. 1,16, testa 0,31.
della presenza al centro della Kaisersaal di Asclepio, mentre in ana-
146 P. Barresi

Fig. 6 - Museo Archeologico di Smirne, statua ritratto trovata Fig. 7 - Museo Archeologico di Smirne, statua ritratto trovata
nella Kaisersaal del ginnasio Est ad Efeso. nella Kaisersaal del ginnasio di Vedio ad Efeso.

la statua si identifica come sacerdote imperiale per la È anche vero però che, da un lato, Filostrato attesta
tipica corona; Vedio Fedro ‘il costruttore’, invece, fu l’attribuzione alla moglie di Damiano della costruzione
sacerdote imperiale (IvEphesos 728)60. A ciò si aggiunge della strada per l’Artemision (costituendo così un prece-
che l’iscrizione della Kaisersaal del ginnasio Est, in effetti, dente per il ginnasio Est); dall’altro, il rapporto tra
non consente un’attribuzione del tutto certa: l’epigrafe Damiano e la moglie, non è diverso da quello che si esplica
sull’architrave è ricostruita come meta; Oujediva" Fai- tra altri committenti efesini e le loro mogli: a partire da
drivnºh" ’Antwªneivnh" (IvEphesos 439), e in nessuna delle Sestilio Pollione con la moglie Ofellia Bassa in età augustea
altre iscrizioni da Efeso, Vedia Fedrina usa anche il nome (IvEphesos 404), fino a Claudio Aristione con la moglie
‘Antonina’ (IvEphesos 47.9; 678.8). Iulia Lydia Laterane (IvEphesos 424, 424a), Claudio Veru-

60
L’età antonina è segnata ad Efeso dalla presenza di un'impor- degli evergetismi, ed era figlio del secondo, ma adottato dal primo
tante famiglia di evergeti, quella dei Vedii: il capostipite, Vedius assieme al padre naturale; il figlio è detto ‘il Testatore’ (in quanto
Antoninus, rimasto senza figli, aveva adottato M. Claudius Sabinus nominò erede del suo patrimonio la dea Artemide). Fermo restando che
con suo figlio M. Claudius Phaedrus (Karwiese, Gross cit. 106; E. Fon- Sabinianus fu il committente del ginnasio dello stadio e del bouleuterion,
tani, I Vedii di Efeso nel II secolo d.C., ZPE 110, 1996, 227-237). Poiché come si evince dal nome della moglie Flavia Papiane sulle iscrizioni di
tutti portarono il nome di ‘Vedius Antoninus’ e rivestirono le stesse cari- dedica di tali edifici, si è recentemente ipotizzato che le lettere di Anto-
che civiche, li si distingue con attributi: il primo è il ‘Padre Adottivo’; il nino Pio degli anni 145-150 che elogiano un Vedio per la sua attività
secondo si chiamava M. Claudius Sabinus prima di essere adottato dal costruttiva non si riferissero al Vedio Sabiniano ma al Vedio Fedro, il
primo, e per questo è definito il ‘Figlio Adottivo’; il terzo, divenuto sena- ‘figlio adottivo’ (Fontani, I Vedii cit., 233-235).
tore, è definito ‘Costruttore’ (Bauherr), in quanto ritenuto il responsabile
Il sofista Flavio Damiano di Efeso e la costruzione di terme-ginnasi nell’Asia Minore romana di età imperiale 147

lano con la moglie Scaptia Firmilla (IvEphesos 430) e Vedio63), Asclepio e Igea; nel ciclo del ginnasio Est
Vedio Antonino con la moglie Flavia Papiane (IvEphesos mancano però gli atleti (un discobolo e un altro atleta
438, 460), una serie di committenti efesini appaiono nel ginnasio di Vedio), e l’aspetto culturale è più sottoli-
assieme alle moglie e ai figli in epigrafi relative ad opere neato, con la presenza della Musa; infatti, non è detto
pubbliche di grande impegno, e sempre la moglie porta il che la statua maschile acefala panneggiata del ginnasio
nome della famiglia d’origine, non quello del marito. di Vedio fosse un filosofo64, ma potrebbe raffigurare un
La datazione della decorazione architettonica della membro della famiglia65, così come la statua di fanciulla
sala imperiale, poi, e la stessa resa stilistica del ritratto del ginnasio Est potrebbe rappresentare una delle figlie
nel ginnasio Est, con frequenti fori di trapano, non con- di Damiano. Il rilievo con la visita di Dioniso al poeta
sentono di rialzare la datazione fino alla piena età anto- Icario trovato nella Kaisersaal del ginnasio di Vedio, dif-
nina, periodo in cui ebbe fine la carriera di Vedio Fedro fuso in molti esemplari in tutto il mondo romano,
‘costruttore’; dunque, se la statua con corona raffigura potrebbe riferirsi ad associazioni dionisiache che fre-
quest’ultimo, potrebbe essere comunque stata inserita quentavano il ginnasio, o addirittura utilizzavano la sala
da Flavio Damiano per ricordare Vedio Fedro, il padre per banchetti sacri, o per riti di theoxenia che implica-
della moglie Fedrina, che aveva costruito importanti vano l’invito a banchetto del dio stesso66: del resto, sono
opere per Efeso: anche in altri particolari decorativi e noti esempi di associazioni dionisiache ad Efeso nella
nella stessa pianta la sua Kaisersaal è molto simile a seconda metà del II secolo (IvEphesos 1601-1602;
quella del ginnasio di Vedio. 1568), e in un caso sono citati anche oiJ tou~ propavtoro"
Anche se il ritratto raffigura Vedio Fedro, insomma, qeou~ Dionuvsou Korhseivtou sakhfovroi muvstai filo-
non per questo si deve necessariamente togliere a Flavio sebavstoi (IvEphesos 293), un’associazione situata nel
Damiano la committenza del rifacimento della palestra, Koressos, il quartiere del ginnasio di Vedio.
che anzi sembra ben inserirsi nel modo di vedere della Sembra insomma che Damiano, rispetto a Vedio,
Seconda Sofistica. Tanto più che si notano diverse somi- accentui i riferimenti ai temi religiosi (Demetra è assieme
glianze tra la Kaisersaal di Vedio e questa del ginnasio a Kore; Afrodite è assieme ad Eros) e culturali (Musa)
Est, tra cui la decorazione con la sua struttura ad edi- rispetto a quelli sportivi e ricreativi: tratti questi che pos-
cole, che corrisponde anche nelle singole modanature sono inquadrarsi in un voluto programma di recupero
con la Kaisersaal del ginnasio di Vedio61: dall’architrave delle tradizioni elleniche, e in un ridimensionamento
coronato da kyma ionico e anthemion, alla fronte del della funzione sportivo – agonistica del ginnasio.
geison ornata con motivo ad onde, all’anthemion di pal- Sul lato Est della palestra, in posizione simmetrica
mette che decora la sima. Una tale corrispondenza fa a quella della Kaisersaal, sorge un’altra aula, in cui una
pensare che, poiché lo stile decorativo è da considerare banchina correva attorno alle pareti: struttura che ha
di età severiana62, artigiani formatisi nel completamento fatto pensare ad un auditorium voluto da Damiano67
delle terme di Vedio (più antiche) avessero poi con- che, in quanto sofista, intendeva avere una sala per
tribuito nella maturità anche a queste terme. Il riferi- declamare i suoi discorsi68. L’aula si apriva sulla pale-
mento visivo alla committenza dei Vedii era forse utiliz- stra mediante due porte laterali ed un portale centrale,
zato coscientemente, come legittimazione, da parte di che possedeva anche, sul lato interno, un protiro sor-
Damiano. retto da due colonne: l’architrave ha la stessa struttura
Si possono poi notare somiglianze tra questo ciclo delle trabeazioni della Kaisersaal, tranne che il fregio,
statuario e quello nella Kaisersaal delle terme di Vedio invece di essere liscio, è decorato con un fregio di
Antonino, il suocero di Damiano. Nei cicli statuari di acanto69. Sul lato Est della sala, si trovava un basa-
ambedue gli edifici ritornano Afrodite, Demetra (nel mento per statue: dunque l’oratore doveva mettersi
tipo statuario ‘Hestia Giustiniani’ del ginnasio di sotto o davanti al protiro, e una tale disposizione viene

61
Cfr. Keil, XIII Bericht cit., fig. 18: terme di Vedio, e Keil, XV C. Portale-I. Romeo, Gortina III, Padova 1998, 145 e n° 91 237.
64
Bericht cit., c. 32 e fig. 13: terme Est. H.U. Cain, Copie dai mirabilia greci, in S. Settis (a cura di), I
62
Keil, XV Bericht cit., c. 32; tuttavia, secondo H. Thür, Ephesi- Greci. 2. Una storia greca. III. Trasformazioni, Torino 1998, 1221-1244.
65
sche Bahütten in der Zeit der Flavier und der Adoptivkaiser, in Leben- cfr. R.R.R. Smith, Cultural Choice and Political Identity in
dige Altertumswissenschaft. Festgabe zur Vollendung des 70. Leben- Honorific Portrait Statues in the Greek East in 2nd Century A.D., JRS
sjahres von H. Vetters, Wien 1985, 181, la decorazione architettonica 88, 1998, 56-93.
66
del ginnasio Est e quella del ginnasio di Vedio sono molto vicine tra A.J. Festugière, Les mystères de Dionysos, in Id., Études de
loro e si daterebbero ambedue in età antonina. religion grecque et hellénistique, Paris 1972, 28 n. 2.
63 67
Il tipo di ‘Aspasia’, invece, spesso identificato con Afrodite Sosan- Keil, XVII Bericht cit., c. 9-10.
68
dra, potrebbe essere attribuito ad Europa, se è esatta l’epigrafe sul plinto Maccanico, Ginnasi cit., 44.
69
di una copia al Metropolitan Museum: cfr. I. Romeo, Le sculture ideali, in Keil, XVII Bericht cit., fig. 3.
148 P. Barresi

correttamente messa in rapporto con le lussuose sale di per il suo auditorium (ajkroathvrion), è stato comunque
conferenze descritte da Filostrato70. In genere i sofisti uno che ne aveva visto uno molto simile.
amavano tenere i propri discorsi negli odeia, ma si esi- Un breve commento merita il programma scultoreo
bivano anche nei ginnasi (per primo Apollonio di del ginnasio. La statua di Afrodite, le teste di Dioniso e
Tyana), e in alcuni ginnasi asiatici troviamo difatti spazi di Pan si inseriscono nell’abituale decorazione termale
da assegnare a questa funzione, come a Pergamo. Fla- delle terme in tutto il mondo romano, che rimanda alla
vio Damiano dovette anche tener presente un modello concezione dionisiaca della vita; ma l’uso del ciclo dio-
classico di finanziamento: è noto infatti che Licurgo nisiaco in questo senso era nato in età ellenistica, e si
l’oratore finanziò nel IV sec. a.C. una palestra nel Liceo rifaceva a tradizioni greche che consentivano di inglo-
di Atene (Paus. I, 29.16). bare nella paideia anche la tradizione romana delle
In questo ambiente possiamo supporre la presenza terme. Le sculture di due barbari prigionieri in pavo-
di una statua di Flavio Damiano, che doveva trovarsi in nazzetto (dal propileo delle terme), sul tipo dei Daci del
un contesto tale da celebrarlo non solo come rifonda- foro di Traiano, inseriscono un riferimento ai trionfi
tore del ginnasio ma anche come sofista e retore. L’audi- imperiali in un ambito come quello del ginnasio, legato
torium può essere collegato ad un discorso pseudolucia- comunque alle feste e agli agoni ginnici che si svolge-
neo intitolato Peri; tou~ oi[kou, in cui un oratore vano in onore degli Imperatori; ma rimandavano anche
descrive la bellezza della sala nel quale sta tenendo il alla ‘stoà dei persiani’ di Sparta, cui si ispiravano le scul-
suo discorso, ed esamina la questione, se sia opportuno ture del Foro Traiano, sia nella concezione, sia nella
tenere discorsi in belle sale, o se la loro bellezza non materiale esecuzione. In effetti sembra che si tratti di
distragga invece gli ascoltatori dal discorso stesso. La persiani, più che di Daci71: in tal caso potrebbero rife-
sua tesi è che la bellezza di quella sala richieda un uomo rirsi alla spedizione orientale di Lucio Vero, cui lo stesso
di cultura per essere apprezzata, in quanto è fatta con Damiano aveva in qualche modo contribuito rifornendo
misura e belle proporzioni; inoltre, possiede un tetto di grano i legionari di ritorno, nel 166. Dunque, la de-
dorato al punto giusto, che cattura la luce senza offu- corazione riprende motivi romani, ma riportandoli ai
scarla. Egli poi enuncia la tesi opposta, dicendo che chi modelli greci da cui derivavano: non però come sem-
tenta di mostrare la propria eloquenza in mezzo ad plice ricordo erudito, ma come attualizzazione da rivi-
opere d’arte è come una donna che indossa gioielli: vere. Così i trionfi romani sui Persiani sono visti in con-
la propria bellezza naturale ne soffre. Inoltre le imma- tinuità con le guerre persiane combattute dai Greci72, e
gini mitologiche sulle pareti inevitabilmente catturano ci si ricorda della concezione dionisiaca della vita per
l’attenzione dello spettatore colto, che deve interpre- rendersi conto che l’alto livello raggiunto dalla vita cit-
tarle, e non presta attenzione all’oratore: occasione per tadina si deve anche alla funzione della cultura greca.
inserire nel discorso una breve descrizione, in modo da La struttura del ginnasio di Vedio Antonino, perso-
assecondare gli ascoltatori. Alla fine, l’oratore conclude naggio che era in contatto con Erode Attico73 e ne con-
chiedendo agli ascoltatori di prestargli attenzione come divideva gli ideali panellenici, è aderente alle tradizioni
sostenitori e non come giudici, e che la bellezza della ginnasiali elleniche. La palestra torna ad essere collocata
sala porta ad avere riguardo per chiunque vi parla. dalla parte opposta a quella delle sale riscaldate, e dietro
La sala in questione è una sala di lusso, ma non sap- i portici della palestra sono ricavati vari ambienti, da uti-
piamo dove si trovasse. Potrebbe essere stata in un gin- lizzare come luoghi per lezioni. Nel Ginnasio Est di
nasio: sappiamo che alcuni ambienti, come l’aleipterion Efeso, la cui parte termale seguiva la moda più avanzata
di Sardi, avevano soffitti dorati, come questa sala; i qua- ora descritta, doveva esservi una palestra di I fase simile
dri mitologici potrebbero trovarsi in un qualunque edi- a quella del ginnasio del Teatro, ridotta a luogo di spetta-
ficio pubblico, ma qui dovevano esservi anche sedili colo. Tale palestra fu ricostruita in stile retrò da Flavio
appositamente preparati per le audizioni. Se non è stato Damiano, recuperando la dimensione tradizionale del
Flavio Damiano in persona a scrivere questo discorso ginnasio, in piccole dimensioni e con Kaisersäle che

70
Keil, XVII Bericht cit., c. 10. sodi delle guerre persiane ( 244-245).
71 73
Aurenhammer, FiE X 1 cit., n° 144-145. Smith, Cultural Choice cit.; si è ipotizzata la presenza di
72
A. Spawforth, Symbol of Unity? The Persian-Wars Tradition in Erode Attico ad Efeso in base all’iscrizione di una statua, trovata
the Roman Empire, in S. Hornblower (ed.), Greek Historiography, reimpiegata nell’acquedotto bizantino ma con grande probabilità
Oxford 1994, 233-269: a partire dall’età augustea e per tutta l’età proveniente dal temenos di Artemide. Il sofista ateniese avrebbe
imperiale, la guerra tra Romani e Parti, una volta eguagliata a quella potuto recarsi in città su invito per una conferenza, oppure già nel-
tra Greci e Persiani, ormai assunta a livello mitico, assunse il signifi- l’ambito del suo incarico di corrector delle città asiatiche, nel 134
cato più alto di una lotta contro la barbarie, come la gigantomachia; d.C.: J. Keil, Vertreter der Zweiten Sophistik in Ephesos, JÖAI 40,
inoltre buona parte delle declamazioni dei sofisti era dedicata ad epi- 1953, 12-13.
Il sofista Flavio Damiano di Efeso e la costruzione di terme-ginnasi nell’Asia Minore romana di età imperiale 149

ricordano quelle del ginnasio del Porto ad Efeso. L’ever-


gesia di Flavio Damiano sul Ginnasio Est era certo effet-
tuata con spirito tradizionalista, in quanto, mediante la
tendenza a ridurre lo spazio della palestra, che sembra
ridimensionare uno spazio che nella fase precedente
doveva essere più vasto74, rinnovava la tipologia tradizio-
nale della palestra greca, contro la concezione ‘moderna’
che la riduceva a luogo di spettacolo.
A questi valori tradizionali, Damiano univa però deco-
razioni architettoniche sfarzose e barocche per le pareti
colonnate della Kaisersaal e dell’auditorium, che avevano
sì lo scopo di stupire e colpire i concittadini, ma non per
l’esaltazione della propria immagine di fondatore, bensì
per la sublimazione dei valori tradizionali della religione e
dell’educazione (espressi nel ciclo scultoreo della Kaiser-
saal), oltre a quelli della pietas familiare (la statua del suo-
cero, in veste di sacerdote imperiale, e della moglie). Fig. 8 - Ricostruzione del ninfeo di Erode Attico ad Alexandria
Troas.
Si può apprezzare pienamente il significato di que-
sta costruzione di Flavio Damiano, mettendola in rela-
zione con altri edifici ginnasiali imperiali asiatici, correva parallelo (a 21 m di distanza) alla fronte Nord
soprattutto il ginnasio di Alessandria in Troade. In di un altro monumento cittadino: il ginnasio81.
questa città, Erode Attico, nella funzione di corrector Secondo alcuni82, l’acquedotto era parte di un pro-
delle città asiatiche75, propose la costruzione a spese gramma urbanistico nel quale si inseriva anche il ginnasio
pubbliche di un acquedotto (Philostr. VS II, 537 – (fig. 9). Si nota subito una somiglianza con le terme del
548). I procuratores (oiJ th;n Asivan ejpitropeuvonte") ginnasio Est di Efeso83, soprattutto per le sale ad U che cir-
d’Asia intervennero però presso Adriano, dicendo che condano il blocco centrale; ad Alessandria in Troade la
non si poteva spendere per una sola città il tributo palestra non è nota, ma probabilmente era disposta ad
dato da 500 altre città76. La situazione venne risolta Ovest e interamente chiusa, in quanto l’entrata principale
con una donazione di Adriano e supplementi del era ad Est, al centro della sala anteriore. L’ambiente cen-
padre di Erode, per una spesa finale di 7 milioni di trale era coperto a crociera, come a Sardi. I frammenti di
denarii. Forse da attribuire ad Erode Attico, entro marmo sparsi per il sito indicano i tipi usati nel rivesti-
questo programma urbanistico, è anche il ninfeo mento: marmo bianco con venature grige (‘lesbio’), afri-
monumentale77 di Alessandria in Troade (fig. 8), che cano, cipollino, breccia locale84. Le strutture in marmo al
per tecnica edilizia si collega alle terme, e che si tro- centro del lato Ovest vengono interpretate dal Koldewey
vava nel punto finale di un acquedotto, i cui pilastri si come un propylon colonnato con gradinata (p. 42).
seguivano ancora alla fine del XIX secolo78. Si compo- L’edificio di Alessandria in Troade seguiva dunque
neva di sette nicchie inquadrate da colonne, tra le il modello di altre grandi terme già costruite in età anto-
quali si collocavano le fontane. La nicchia centrale nina nella Ionia romana, caratterizzate in pianta da un
ampia m 6 si apriva in un massiccio rettangolare ampio ambulacro ad U e da un rovesciamento dello schema
m 17 ed era coperta da una semicupola79; in origine, del ginnasio termale asiatico: l’ingresso avveniva dal lato
era ornato da crustae marmoree, e per tipologia si con- delle sale riscaldate, ed evitava dunque il passaggio tra
fronta col ninfeo erodiano di Olimpia80. L’acquedotto palestra e sale fredde che era collegato all’attività spor-

74
Keil, XV Bericht cit., c. 33. dall’Adler ma poi respinta da Schleif e Weber: cfr. Settis, Il ninfeo
75
Winter, Staatliche cit., 163 n. 1472. cit., 2. C. Tiberi, L’esedra di Erode Attico a Olimpia e il canopo della
76
Winter, Staatliche cit., 97, 100, 103, 182. villa di Adriano presso Tivoli, in Saggi di Storia dell’Architettura in
77
R. Ginouvés, in J. Des Gaigniers et al., Laodicée du Lycos. Le onore del Prof. Vincenzo Fasolo, Roma 1961, 35-48, però, propende
Nymphée, Paris 1969, 150, lo data alla metà del II sec. per una ricostruzione con semicupola che trova consonanze nel nin-
78
Koldewey, Der Bad cit., 47. feo di Alessandria in Troade.
79 81
S. Hakan Öztaner, The Nymphaeum at Alexandria Troas, in Koldewey, Der Bad cit., 43.
82
E. Schwertheim (Hrsg.), Die Troas. Neue Forschungen III, Asia Winter, Staatliche cit., 182 e Smith, The Gymnasium cit., 47.
83
Minor Studien 33, Bonn 1999, 27-36. Yegül, Baths cit., 282.
80 84
Le più recenti ricostruzioni del ninfeo di Olimpia in genere Koldewey, Der Bad cit., 39.
non prevedono la presenza di una semicupola, inizialmente proposta
150 P. Barresi

Fig. 9 - Alexandria Troas, pianta delle terme-ginnasio.

tiva85. Questo schema si riconosce nella parte termale Se però Erode Attico ha effettivamente donato
del ginnasio Est di Efeso, della prima metà del II secolo, l’edificio della città troadense, certamente non si è
di pianta simile a quelle di Alessandria, e nel ginnasio curato di metterlo in logica connessione con l’acque-
del Teatro ancora ad Efeso, che ne portavano avanti dotto: la derivazione, il cui sbocco è al livello del pavi-
alcuni aspetti, nel senso di una maggiore autonomia mento delle terme, non consente infatti di portare l’ac-
della parte termale86. Si noti che in questi due edifici le qua al di sopra di tale quota. Tale situazione obbligò a
terme non sono più un annesso della palestra, riservato cercare una difficile soluzione al problema dell’invio
al bagno, e di importanza secondaria nell’ambito del dell’acqua ai tubi per le vasche e le fontane, ossia
ginnasio87, ma divengono esse stesse luogo di vita e di mediante accorgimenti idraulici di cui resta traccia in
soggiorno, a scapito della palestra, ridotta a spazio per spessi pilastri contenenti condotte forzate88. Diverso è il
spettacoli sportivi. Infatti nella palestra del Ginnasio del caso del ginnasio Est efesino: qui l’acquedotto sbocca in
Teatro ad Efeso sono presenti delle gradinate per assi- un punto diversi metri più in alto della quota pavimen-
stere a gare atletiche, e la Kaisersaal è spostata nell’ambu- tale, consentendo l’invio dell’acqua per ogni utilizzo
lacro ad U, togliendola così dal rapporto con la palestra. delle terme89.

85
Yegül, Baths cit., 279. Hierapolis, cfr. Yegül, Baths cit., 272-278.
86 88
Yegül, Baths cit., 304. Koldewey, Der Bad cit., 43.
87 89
Come erano ancora nella tipologia a doppia fila di ambienti: Koldewey, Der Bad cit., 45.
terme del Porto a Efeso, terme di Adriano ad Aphrodisias, terme di
Il sofista Flavio Damiano di Efeso e la costruzione di terme-ginnasi nell’Asia Minore romana di età imperiale 151

Sembra difficile che Erode, dopo aver costruito Romani, senza rinunciare alla propria identità, così i
l’acquedotto, abbia costruito anche le terme, e per di ginnasi tornavano a privilegiare le palestre, ma le orna-
più senza pensare a provvederle in modo adeguato del- vano secondo il nuovo gusto asiatico-romano. Nel gin-
l’acqua necessaria. Le terme di Alessandria in Troade nasio infatti si collocano i ricordi delle vittorie agonisti-
potrebbero allora essere attribuite ad altri evergeti: per che ottenute dagli atleti cittadini e i ritratti degli uomini
primi, si può pensare ai due fratelli Quintilii, avversari illustri; struttura e decorazione manifestano la magnifi-
di Erode. Su di loro Filostrato dice che, «mentre gover- cenza della città e dei suoi abitanti. Nelle fonti si nota
navano l’Ellade» (oJpovte a[mfw th~" ÔHllavdo" hjrcevthn), poi come l’influsso della filosofia stoica e cinica, ren-
gli ateniesi li invitarono in assemblea per opporli al loro deva difficile la scelta di privilegiare edifici termali,
‘tiranno’ Erode Attico (VS II, 559). Erode reagì accu- come attesta Apollonio di Tyana (Philostr., Vita Ap., IV,
sandoli davanti al proconsole di Acaia di sobillare 42), e in genere il finanziamento degli edifici pubblici;
contro di lui il popolo, ma essi sfuggirono al processo tuttavia, considerazioni politiche ed economiche co-
rifugiandosi presso l’imperatore, approfittando sia del- stringevano gli evergeti – filosofi a donare, assieme ai
l’atteggiamento di Marco Aurelio, abbastanza democra- ginnasi, luogo tradizionale dell’educazione greca, anche
tico (dhmotikwtevrai ou[sh/), sia dell’occasione favore- le terme, luogo del nuovo fasto e lusso ‘romano’, meno
vole: infatti, Erode era stato accusato di favorire la apprezzate dai filosofi di stretta osservanza. Si preferiva
ribellione di Lucio Vero contro Marco. così un compromesso tra esigenze dell’evergetismo
La costruzione di questo edificio potrebbe essere civico ed esigenze della tradizione ellenica, che comun-
seguita a quella dell’acquedotto (adrianeo), dunque que manteneva una funzione di grande rilievo in questi
nella prima età antonina, come risposta degli evergeti ginnasi asiatici di età imperiale.
locali al dono di Erode Attico (che raddoppia lo stan- Tuttavia, in questi ginnasi, la funzione educativa
ziamento imperiale), e come utilizzazione dell’acqua risulta concentrata in singoli ambienti, vasti e lussuosi,
resasi in tal modo disponibile. Le terme del Ginnasio destinati alla fruizione di conferenze: segno che non si
Est di Efeso potrebbero essere dovute ad altri evergeti tendeva a far rivivere programmaticamente l’educazione
locali; forse il progetto potrebbe essere dovuto allo antica, ma si proponevano all’ascolto le conferenze dei
stesso architetto delle terme di Alessandria. Bisogna sofisti, viste come dirette continuatrici delle lezioni di
pensare ad una data negli anni 30 del II secolo per Accademie e Licei: un rapporto dialettico col passato,
ambedue le terme. dunque, ben diverso da un semplice richiamo antiquario.
Il confronto col ginnasio greco di età augustea illustrato
I ginnasi orientali illustrano bene i meccanismi inne- da Vitruvio, o con esempi reali di quel periodo, come il
stati dalla Seconda Sofistica nella città greca. Il recupero ginnasio di Assos, nei quali si avverte ancora molto forte
del passato non è motivato da una semplice passione la continuità con la tradizione ellenistica, fa capire che
antiquaria, ma da una volontà di far rivivere il passato alla Seconda Sofistica non poteva sfuggire la distanza
nei modi e nelle forme del mondo attuale. Allo stesso incolmabile tra il ginnasio tradizionale (ormai superato
modo in cui i Sofisti che parlavano di Pericle non si illu- come istituzione sociale) e quello di II secolo, ma che
devano di tornare a dominare il mondo, ma si augura- nel contempo i Sofisti volevano interpretare il ‘nuovo’
vano soltanto di convivere nel modo migliore coi ginnasio nel senso di una continuità con il passato.

Provenienza illustrazioni: fig. 1 J. Keil, XVII vorläufiger Bericht über die Ausgrabungen in Ephesos, JÖAI 28, 1933, Beibl., 14-22,
über die Ausgrabungen in Ephesos, JÖAI 28, 1933, Beibl., 14-22, fig. 2. Fig. 6-7 foto P. Pensabene Fig. 8 S. Hakan Öztaner, The
fig. 9. Fig. 2 F. Yegül, A Study in Architectural Iconography: Kaiser- Nymphaeum at Alexandria Troas, in E. Schwertheim (Hrsg.), Die
saal and the Imperial Cult, ABull 64, 1982, 7-31, fig. 7. Fig. 3 H. Troas. Neue Forschungen III Asia Minor Studien 33, Bonn 1999,
Thür, Via Sacra Ephesiaca, in P. Scherrer et al. (Hrsg.), Steine und 27-36. Fig. 9 S. Hakan Öztaner, The Nymphaeum at Alexandria
Wege, Wien 1999, 163-172, fig. 2. Fig. 4 J. Keil, M. Theuer, XV Troas, in E. Schwertheim (Hrsg.), Die Troas. Neue Forschungen III,
vorläufiger Bericht über die Ausgrabungen in Ephesos, JÖAI 26, Asia Minor Studien 33, Bonn 1999, 27-36.
1930, Beibl., 17-62, fig. 30. Fig. 5 J. Keil, XVII vorläufiger Bericht
Indice

Introduzione: MARCO GALLI, Processi della memoria nell’età della Seconda Sofistica.................................. Pag. 7
Introduzione: ORIETTA DORA CORDOVANA, Forme di identità nell’età della Seconda Sofistica .................. » 15

I. I meccanismi della memoria: immagini e osservatori .................................................................................. » 000

LETIZIA ABBONDANZA - Parlare d’arte e arte del parlare nella Seconda Sofistica: note in margine alle
Dial√xeij di Massimo di Tiro....................................................................................................................... » 25

FRANCESCO DE ANGELIS - Dei luoghi e della memoria. Pausania, Filopemene e la fruizione della Periegesi » 37

ELENA CALANDRA - Plutarco o del restauro ..................................................................................................... » 57

HENNER VON HESBERG - Stützfiguren im 2. und 3. Jh. n. Chr. - Spiele mit der Tradition ............................ » 67

ALESSANDRA BRAVI - Vocem Memnonis audivi: il colosso di Memnon e i luoghi della memoria greco-
romana in Egitto ............................................................................................................................................ » 79

II. Creare i luoghi della memoria: paideia ed evergetismo

PAOLO DESIDERI - Dimensioni della polis in età alto-imperiale romana.......................................................... » 95

DIETRICH BOSCHUNG - Die Präsentation von Geschichte im Stadtbild der Kaiserzeit ................................. » 103

ANNA RITA PARENTE - La tradizione delle origini di Roma nell’età degli Antonini: la documentazione
numismatica .................................................................................................................................................. » 109

DIMITRIS DAMASKOS - Die Rezeption der Vergangenheit im Makedonien der mittleren Kaiserzeit: einige
Überlegungen................................................................................................................................................. » 117

FABRIZIO SLAVAZZI - Uso dei modelli e recupero del passato nei programmi scultorei ufficiali di età antonina
in Asia Minore................................................................................................................................................ » 123

PAOLO BARRESI - Il sofista Flavio Damiano di Efeso e la costruzione di terme-ginnasi nell’Asia Minore
romana di età imperiale ................................................................................................................................. » 137

KAI JES - «Eine Stadt von edler Abkunft und hohem Alter». Kulturelles Gedächtnis in Aizanoi im 2. Jh. n. Chr. » 153

ORIETTA DORA CORDOVANA - Spazi del principe, usi del mito: … mnhme‹a tÁj eÙdaimon…aj «…a memoria
della sua fortuna» .......................................................................................................................................... » 169
Indice

III. Religione e memoria culturale

MARCO GALLI - Et Graeci quidem eum consecraverunt: la creazione del mito di Antinoo ............................. Pag. 189

PAOLA BALDASSARRI - Copia architettonica come memoria del passato. I Grandi Propilei di Eleusi e il
santuario eleusino in età antonina ................................................................................................................ » 211

ENRICA FONTANI - La celebrazione dell’imperatore nella feste in onore di Adriano nell’Oriente greco ...... » 235

MILENA MELFI - Asclepio, tîn ™n paide…v Ân promhq»j (Ael. fr. 99 Hercher): rituale ed evergetismo
negli Asklepieia del II sec. d.C. .................................................................................................................... » 241

ENNIO SANZI - Agli ordini di Iuppiter Dolichenus. Le iscrizioni alfabetiche, le formule imperative e la
dimensione onirica nel culto del dio da Doliche ......................................................................................... » 255

GIULIA SFAMENI GASPARRO - Il sofista e «l’uomo divino»: Filostrato e la costruzione della «vera storia»
di Apollonio di Tiana .................................................................................................................................... » 271

LUIGI MARIA CALIÒ - La morte del sapiente. La tomba di Valerius Herma nella necropoli vaticana .......... » 289

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