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Romano (Palermo)
` NEL DE VISIONE
LA MANIFESTAZIONE DELLA TRINITA
1. Introduzione
De
visione Dei di Niccolo` Cusano. Ma occorre fare subito alcune preciRaimondo Lullo nellambito della dottrina trinitaria dellopera
sazioni.
Non mi soffermero` sullanalisi storica della trasmissione testuale,
cioe` sul fondamentale tema delle
De visione Dei:
(C1)
Opere filosofiche,
poiche il testo della piu` recente edizione critica presenta alcune difformita` rispet-
156
marta m. m. romano
Tu, dunque, Dio mio, che sei amore, sei amore amante e amore
amabile e nesso dellamore amante ed amabile.
consente
adesso
di
aggiungere
qualcosa
alle
fonti
o,
I rimandi nellapparato delle fonti lulliane nelledizione di riferimento a proposito del De visione Dei non sono numerosi.
Il primo studio indicato e` R. Haubst, Bild, p. 79ss.
Nelle pagine
2 R. Haubst, Das Bild des Einen und Dreieinen Gottes in der Welt nach Nikolaus von Kues, Trier 1952.
157
(A1)
Poco piu` avanti segnala la presenza di una simile tripletta di termini nel Liber proverbiorum di Lullo, seppur il sostantivo in questione sia qui unitas:
Magnitudo et nobilitas unitatis est, quod in se ipsa et de se ipsa
habeat unientem, unibilem et unire. [...] Ita se habent in Deo unitas
et unire, sicut intellectus et intelligere.
(L1)
PL 42, Liber octavus, X, 14, col. 960. La traduzione di riferimento e` di G. Beschin in Opera omnia di SantAgostino, vol. IV, Roma 1973,
1987.
Cos` prosegue il brano: Quid est ergo amor, nisi quaedam vita duo aliqua copulans, vel copulare appetens, amantem scilicet, et quod amatur? Et hoc etiam in
extremis carnalibusque amoribus ita est: sed ut aliquid purius et liquidius hauriamus, calcata carne ascendamus ad animum. Quid amat animus in amico, nisi
animum? Et illic igitur tria sunt: amans, et quod amatur, et amor. (Cosa e` ,
dunque, lamore se non una vita che unisce, o che tende a che si uniscano due
` cos` anche negli amori piu` bassi e
esseri, cioe` colui che ama e cio` che e` amato? E
carnali, ma per attingere ad una fonte piu` pura e cristallina, calpestiamo con i
piedi la carne ed eleviamoci fino allanima. Che ama lanima in un amico, se non
lanima? Anche qui, dunque, ci sono tre cose: colui che ama, cio` che e` amato, e
lamore.)
4 Raimundus Lullus,
158
marta m. m. romano
secondo
il
movimento
triadico
da
Agostino;
avrebbe
(C2)
Fin dallapertura, questo testo si richiama alla riflessione psicologica di Agostino, dove questi afferma che la dualita` di amante e
amato risiede allinterno dello spirito umano, cioe` della facolta` spirituale che e` capace di cogliere le realta` incorporee:
Trinitatis imago in mente hominis noscentis se et amantis. Mens se
ipsam per se ipsam novit. Mens enim amare se ipsam non potest,
nisi etiam se noverit: nam quomodo amat quod nescit? Aut si quisquam dicit ex notitia generali vel speciali mentem credere se esse
talem, qualem alias experta est, et ideo amare se ipsam, insipientissime loquitur [...].
Mens ergo ipsa sicut corporearum rerum notitias per sensus corporis
colligit, sic incorporearum per semetipsam. Ergo et semetipsam per
se ipsam novit, quoniam est incorporea. Nam si non se novit, non
se amat.
(A2)
6 Augustinus,
alle note il brano centrale: Unde enim mens aliquam mentem novit, si se non
novit? Neque enim ut oculus corporis videt alios oculos, et se non videt; ita
mens novit alias mentes, et ignorat semetipsam. Per oculos enim corporis corpora
videmus, quia radios qui per eos emicant et quidquid cernimus tangunt, refringere ac retorquere in ipsos non possumus, nisi cum specula intuemur. Quod subti-
159
7 E. Colomer, Nikolaus von Kues und Raimund Llull. Studien aus Handschriften der Kueser Bibliothek, Berlin 1961. Cf. dello stesso autore Ramon Llull y
Nicolas de Cusa, in: Pensamiento 17 (1961), pp. 471-492, e id., De la Edad Media al Renacimiento: Ramon Llull Nicolas de Cusa Juan Pico della Mirandola, Barcelona 1975.
160
marta m. m. romano
(C3)
(C4)
Come posso, dunque, concepire un amore perfettissimo e naturalissimo senza amante, amato ed unione dei due? Che, infatti, lamore
sia lamante e lamabile ed il nesso dei due, lo sperimento dal fatto
che lamore contratto e` dellessenza dellamore perfetto. Ma, cio`
che e` dellessenza del perfetto amore contratto non puo` mancare
allamore assoluto, dal quale lamore contratto ha tutto cio` che ha
di perfetto.
161
10
(C5)
11
(C6)
Come, dunque, da te, Dio amante, e` generato Dio amabile, e questa generazione e` concezione, cos` da te, Dio amante, e dal tuo
amabile concepito, procede latto tuo e del tuo concepito, che e` il
nesso che collega ed il Dio che unisce te ed il tuo concepito, cos`
come amare unisce lamante e lamabile in amore. Questo nesso si
chiama Spirito. Spirito, infatti, e` il moto che procede dal movente e
dal
mobile.
Quindi
il
moto
e`
lesplicazione
del
concepito
del
dico dellamore.
Minori in numero e varieta` sono i testi lulliani riportati: nelle
note il Colomer richiama ancora il testo Liber proverbiorum (L1)
relativo ad unire ed un altro testo del De divinis dignitatibus infinitis et benedictis, ricopiato in estratto dal Cusano:
Nullus est
excusatus
posse suum
ad
cognoscendum divinam trinitatem et incarnationem et cetera probat trinitatem quia bonum est dicere divinam unitatem esse infinitam de uniente, unito et unire alias contrarium esset bonum.
10
11
12 E
` il n. 7 degli
12
(C7)
(Abhandlungen der
162
marta m. m. romano
Conclude, dunque, il Colomer constatando la ricezione della teoria dei tre correlativi anche presso Cusano, a marcarne il ritmo trinitario del pensiero.
Ancora nelle note delledizione critica si trova un riferimento al
testo lulliano Liber correlativorum innatorum, identificato come fonte
per quanto riguarda la seconda e la terza distinctio dellopera.
La fonte e` indubbiamente pertinente e corretta: il Cusano conosce il testo lulliano e ne ha copiato diversi estratti; il brano della
Secunda distinctio costituisce, infatti, il numero 20 degli excerpta lulliani nel codice 83. Con la conferma del dato storico, possiamo
osservare piu` da vicino la percezione che Cusano ha della dottrina
correlativa di Raimondo Lullo.
Il primo dei passi copiati recita:
Verumtamen
dici
potest,
quod
quodlibet
correlativum
est
tota
13
(L2=C8)
Non e` luogo questo di soffermarmi a lungo sulla nascita e lo sviluppo della teoria dei correlativi allinterno della filosofia lulliana.
Rimane certo che la partizione individuata da Lullo rimanda al
carattere essenziale dellente e ne configura la sostanza. Allo stesso
modo intende Cusano, come si osserva nel brano riportato sopra
(C5). Da qui Cusano deriva la dottrina della coincidentia oppositorum in Dio.
Heidelberger
Akademie
der
Wissenschaften,
Philos.-hist.
Klasse),
Heidelberg
1999, a p. 37, tratto dallopera lulliana De divinis dignitatibus infinitis et benedictis, ROL I, pp. 173-184.
13 Il testo e` ripreso letteralmente tra gli excerpta lulliani del codice 83, al n. 20
edito in Roth, Cusanus-Texte, op. cit., a p. 56. Loriginale lulliano e` il Liber correlativorum innatorum, ROL VI, Dist. II, lin. 117-120, p. 132.
secondo
brano
particolarmente
interessante
ricopiato
163
dal
14
(C9)
E poiche e` composita, dai tre correlativi sostanziali sorge la relazione predicamentale, etc.; e dai -tivi lazione predicamentale e
dai -bili la passione predicamentale.
Lopera ha, dunque, destato interesse nel Cusano; tuttavia, malgrado la pregnanza del titolo, il Liber correlativorum innatorum non
e` un testo che programmaticamente espone la teoria dei correlativi
o la sua origine, ma lo fa indirettamente, applicandola a diversi
campi del conoscere.
15
14 ROL VI, Dist. III, lin. 266-268, p. 137. La copia del Cusano e` riportata
anchessa in Roth, Cusanus-Texte, op. cit., p. 56.
164
marta m. m. romano
16
(C10)
Non potrai mai essere amato da qualcuno per come sei amabile, se
non da un amante infinito. Se, infatti, non vi fosse un infinitamente
amante, non saresti infinitamente amabile. La tua amabilita` , che
consiste in poter essere amato allinfinito, esiste perche esiste il
poter amare allinfinito.
Lessere
infinitamente
amante
e`
direttamente
proporzionale
allessere infinitamente amato; nel soggetto divino si trova linfinitezza delle qualita`; le qualita` sono unazione stessa, che si manifesta
in tre termini corrispettivi di azione (lessere amato), mandante
(lamante) ed il ricevente dellamore (lamabile).
Accostiamo il brano ad un testo di Lullo:
10. Per decimum syllogismum divinam trinitatem esse est probabile, quoniam magis amabile esse non potest sine magis amante et
amare, relative distincta quoad agere et idem per essentiam, substantiam et naturam.
17
(L3)
10. Attraverso il decimo sillogismo si puo` provare che la divina trinita` esiste, poiche non puo` esistere un amabile maggiore senza
amante e amare maggiori, distinti relativamente in quanto alloperare ed identici per essenza, sostanza e natura.
nota
di
prima
lettura
una
similitudine
tra
165
due
autori.
Dio
desiderio.
e`
linfinita`
che
desidero
esclusivamente
in
ogni
18
19
(L4)
Ogni ente che esiste ed opera semplicemente da se e per se e` maggiormente amabile di un ente che non esiste ed opera semplicemente
da
se
per
se.
Ma
Dio
e`
siffatto.
Dunque
Dio
e`
166
marta m. m. romano
dimostra che lamatio (latto di essere amato) riguarda maggiormente la sostanza che laccidente.
trattazioni
nellortodossia
cristiana;
tuttavia,
questo
non
alla
persuasione
degli
infedeli,
senza
cercare
la
cristiana
non
per
credenza
ma
per
intelligenza:
Non
20
20
Ancor piu` esplicite sono le parole che seguono: Non autem dico, quod probem
Articulos Fidei per causas, quia Deus non habet causas supra se, sed per talem
modum, quod intellectus non potest rationabiliter negare illas rationes et possunt
solvi omnes obiectiones contra ipsas factae, et infideles non possunt destruere
tales rationes vel positiones. (Non dico di poter provare gli articoli della fede
secondo la causalita`, poiche Dio non ha cause superiori a se, ma in modo che
lintelletto non possa negare razionalmente le ragioni e che si possano risolvere
le obiezioni mosse contro di esse e gli infedeli non possano abbattere queste ragioni o posizioni.)
167
21
Sicut igitur ex te deo amante generatur deus amabilis, quae generatio est conceptio, ita procedit ex te deo amante et conceptu tuo
amabili a te genito actus tuus et tui conceptus, qui est nexus nectens et deus uniens te et conceptum tuum, quemadmodum amare
unit amantem et amabile in amore. Et hic nexus spiritus nominatur.
22
(C6)
Tu, dunque, Dio amabile sei il figlio del Dio padre amante.
E dunque, come da te, Dio amante, e` generato il Dio amabile, e la
generazione e` la concezione, cos` procede da te, Dio amante, e dal
tuo amabile concepito, latto tuo e del tuo concepito, che e` il nesso
che collega ed il Dio che unisce te ed il tuo concepito, cos` come
amare unisce lamante e lamabile in amore. Questo nesso si chiama
Spirito.
23
(L5)
21
22
23 Raimundus Lullus,
31, p. 278.
168
marta m. m. romano
Dio nella sua essenza ha una denominazione, per cos` dire, infinita
e distinta: di possificante, intelligente ed amante, che come persona
sono Dio Padre. E di possificabile o possificato, ed intellegibile o
intelletto, e amabile o amato, che sono la persona di Dio Figlio; e
di possificare, intendere ed amare, che sono la persona dello Spirito
santo, procedente dal Padre e dal Figlio per lamore.
-tivus
-are
Deus Filius:
-bilis / -tus
-tivus
-are
Deus Spiritus:
-bilis / -tus
-are
24
Quos autem sint tres personae, et non plures neque pauciores, hoc
ostendo per secundam speciem secundae regulae: in Deo sufficiunt
tria correlatiua, sicut in intellectu intelligens, intelligibile et intelligere; et in uoluntate uolitiuum, uolibile et uelle; et in aeternitate
aeternans, aeternabile et aeternare et sic de aliis. Et quia plus et
24
169
minus sunt uitia sufficientiae, ideo non sunt plures personae, neque
pauciores; et hoc probat prima regula.
25
(L6).
Che poi vi siano tre persone, ne piu` ne meno, lo dimostro attraverso la seconda specie della seconda regola: in Dio sono sufficienti
tre
correlativi,
come
nellintelletto
lintelligente,
lintelligibile
lintendere; e nella volonta` il volitivo, il volibile ed il volere; e nelleternita` leternante, leternabile, leternare, e cos` via. E poiche il
piu` ed il meno sono distorsioni di cio` che e` sufficiente, allora non vi
sono piu` persone, ne meno; e questo dimostra la prima regola.
Si osserva che Raimondo Lullo utilizza come termine di paragone, di volta in volta, triplette di correlativi legate a diverse operazioni
attributi
divini:
lintendere,
lamare
leternita` .
La
26
(L7)
25 Raimundus Lullus,
526-533, p. 329.
26
vol. XXV, lin. 661-664, p. 436. In questopera lapplicazione della teoria correlativa alla dimostrazione della trinita` giunge alla sua pienezza: cf. Gaya`, La teora
luliana, op. cit., p. 116.
170
marta m. m. romano
27
E cio` in riferi-
28
(L8)
In questultimo paragrafo mi propongo di mostrare alcuni elementi di discontinuita` tra Lullo e Cusano a partire ancora dalla lettera del testo.
Si osserva che il Cusano, nel brano gia riportato (C10)
dove pro-
171
nellimmediatezza
espressiva
dellagente
amabilis,
amans e delloggetto dellazione amatus, Lullo persegue un arricchimento terminologico programmatico. Egli riversa la sua creativita`, che potrei definire combinatoria, nellaffrontare il problema
dellespressione, dellunivocita`, della pregnanza lessicale attenendosi
ad una chiara demarcazione tra le aree semantiche e alladerenza al
significato originario, per garantire laccrescimento graduale e progressivo dei concetti.
Inoltre, il Cusano non va oltre la terminologia agostiniana del
nexus per indicare la relazione tra amante e amato. Esso pero`
non riveste la pregnanza di significato che ha invece l
actus lulliano:
tiui
e -
bili
all
actus.
completo,
creato
da
Raimondo
Lullo
anche
attraverso
a quo)
agente (
astratto
potenziale
attuale
azione
paziente (
ad quem)
potenziale
attuale
Il
fondamento
concettuale
amativitas
amantia
amabilitas
amatio
concreto
amare
dellelaborazione
amativum
amans
amabilis
amatum
semantica
risiede
172
marta m. m. romano
Come
mostra
la
tabella,
si
da`
una
iniziale
tripartizione,
che
chiamo correlativa di base, cioe` agente / azione / paziente. Allinterno dei termini agente e paziente la partizione e` quadruplice, cioe`
un ternario a quattro tempi.
A proposito del termine medio amare, e` pur vero che Lullo
giunge attraverso progressivi aggiustamenti alla consacrazione della
terminologia concettuale, passando attraverso delle fasi provvisorie:
relatio, coniunctio, motus...:
Ex omnibus autem istis relationibus intensis una relatio per totam
substantiam constat extensa, cuius subiectum sunt forma et materia et coniunctio substantiae.
29
(L9)
E poco dopo:
Ista quidem, scilicet actio et passio et motus, sunt inuisibilia, cum
intra substantiam consistant; uerumtamen per motum, qui fit extra
substantiam, sunt aliquo modo imaginabilia, qui scilicet motus est
praedicti motus interioris substantiae similitudo et figura.
30
(L10)
La ricerca del paradigma nasce dallesigenza di comprendere lesistenza individuale; la tradizione materia-forma e` aristotelica, ma
insufficiente, come del resto il binomio azione-passione. Nella sua
formulazione definitiva il ternario lulliano diventa: potenza (punto
di partenza al participio presente o futuro), oggetto (risultato da
fare o fatto) e atto che non e` un agere ma uno star essendo.
31
29 Raimundus Lullus,
153. Questo passo e` citato come fonte in De beryllo secondo ledizione in h XI, 1,
in part. Adnotationes, p. 111.
30 Raimundus Lullus,
Ars amativa boni, op. cit., Dist. II, lin. 806-810, pp. 154-
155.
31 Cf. Gaya`,
173
il
termine
ad
quem,
lamabilita`,
che
esiste
nel
mondo
consolationem
et
desolationem
praedictas,
copulando
ipsam amabilitatem cum amatiuitate sua, et ipsam intelligibilitatem cum intellectiuitate sua, in magnitudine bonitatis et ueritatis.
32
(L11)
et illo ueniente de
amato sub ratione amatiuitatis, existentibus amatiuitate et amabilitate aequaliter in amato, et influente ipso amato amabilitatem
32 Raimundus Lullus,
173.
174
marta m. m. romano
33
(L12)
gli
amici
possono
essere
ugualmente
vicini
allamare,
luno andando verso lamato per lamabilita`, laltro venendo dallamato per lamativita`, dato che lamabilita` e lamativita` sono uguali
nellamato, e questo dona amabilita` a chi gli si avvicina e amativita` a chi da lui si allontana.
34
(C11)
Il fuoco non cessa mai di ardere ne lamore dal desiderio che conduce a te, o Dio, che sei la forma di ogni cosa desiderabile e la
verita` che si desidera in ogni desiderio [...].