Professional Documents
Culture Documents
Atti e Memorie
dellArcadia
2
2013
roma
edizioni di storia e letteratura
Direttore
Rosanna Pettinelli
Comitato scientifico
Savio Collegio dellArcadia: Rosanna Pettinelli, custode generale, Rino Avesani, procustode, Nino Borsellino, Nicola Longo, Francesco Sabatini, Luca Serianni, consiglieri,
Riccardo Gualdo, segretario, Eugenio Ragni, tesoriere, Fiammetta Terlizzi, direttrice della
Biblioteca Angelica
Maria Teresa Acquaro Graziosi, Claudio Ciociola, Maria Luisa Doglio, Manlio Pastore
Stocchi, Franco Piperno, Paolo Procaccioli, Corrado Viola, Alessandro Zuccari
Redattore editoriale
Pietro Petteruti Pellegrino
LEditore si dichiara disponibile a regolare eventuali spettanze in favore degli aventi diritto
ISSN 1127-249X
ISBN 978-88-6372-553-7
eISBN 978-88-6372-623-7
23
39
61
101
121
139
165
175
243
275
Abstracts...................................................................................................
Indice dei manoscritti e dei documenti darchivio...................................
Indice dei nomi........................................................................................
301
307
309
Franco Piperno
Boccaccio in musica nel Cinquecento:
fortuna e recezione delle ballate del Decameron
Il tema della fortuna del Boccaccio lirico nella musica vocale profana
del Cinquecento attiene al pi generale tema della sua recezione nel tardo
Rinascimento italiano ed europeo. Infatti la presenza numericamente
alquanto modesta, per non dire trascurabile di rime del Boccaccio fra
i testi intonati dai musicisti italiani ed europei soprattutto significativa
quale testimonianza dellattenzione rivolta da musicisti e committenti
musicali a questo aspetto marginale dellautore ritenuto a quellepoca lindiscusso modello della prosa e della novellistica1. Il madrigale polifonico,
il pi diffuso genere di musica vocale del Cinquecento, costituisce un
importante veicolo di circolazione, tramite le intonazioni musicali, di poesia lirica attentamente selezionata sulla base di ragioni formali e tematiche
e in relazione alla sua musicabilit; lo studio della fortuna musicale della
produzione lirica di un autore, nel nostro caso Boccaccio, contribuisce
dunque a valutarne il ruolo e la presenza nella cultura di quellepoca 2.
Sulle rime del Boccaccio vd. V. Branca, Tradizione, rinnovamento, manierismo nel linguaggio delle Rime, in Id., Boccaccio medievale e nuovi studi sul Decameron, VIII ed., Firenze,
Sansoni, 1992, pp. 250-276, e A. Lanza, Boccaccio tardogotico: pittura e poesia nelle Rime, in
Lumana compagnia. Studi in onore di Gennaro Savarese, a cura di R. Alhaique Pettinelli, con la
collaborazione di F. Calitti e C. Cassiani, Roma, Bulzoni, 1999, pp. 221-237. Utili al presente
lavoro sono stati inoltre G. DAgostino, Le ballate del Decameron: note integrative di analisi
metrica e stilistica, Studi sul Boccaccio, XXIV, 1996, pp. 123-180 (soprattutto per questioni
metriche), e R. Zanni, La poesia del Decameron: le ballate e lintertesto lirico, Linguistica e
letteratura, XXX, 2005, pp. 59-142 (studio sui temi, lessico e forme del Boccaccio lirico).
2
Un parziale approccio al tema si trova in A. Bonaventura, Il Boccaccio e la musica.
Studio e trascrizioni musicali, Rivista musicale italiana, XXI, 1914, pp. 405-442. Parimenti
modesta in un periodo, tuttavia, di prevalente trasmissione orale delle musiche la presenza di testi di Boccaccio fra le composizioni polifoniche del suo tempo trasmesseci da
manoscritti tre-quattrocenteschi; sullargomento si veda M. Gozzi, Cantare il Decamerone.
Intonazioni trecentesche su testi di Boccaccio, in Con-Scientia Musica. Contrappunti per
Rossana Dalmonte e Mario Baroni, a cura di A. R. Addessi, I. Macchiarella, M. Privitera, M.
Russo, Lucca, LIM, 2010, pp. 317-334.
1
62
Franco Piperno
3
N.B. Quando nel testo menziono la scrittura di Boccaccio utilizzo incipit o parti interne
delle ballate secondo la lezione offerta dallautorevole ventisettana (Il Decamerone di m.
Giovanni Boccaccio nuovamente corretto et con diligentia stampato, Firenze, Giunta, 1527);
se invece mi riferisco ad una intonazione utilizzo le forme del testo incipit o parti interne
offerte dalla fonte musicale.
4
Il madrigale di Arcadelt compare nel ms. Bruxelles, Bibliothque du Conservatoire
royal, 27.731, importante silloge miscellanea di madrigali di origine fiorentina compilata a
partire dal 1535-1540; la porzione appartenente a questo periodo contiene oltre ottanta pezzi
di autori attivi a Firenze (Arcadelt, Francesco de Layolle, Francesco Corteccia, Costanzo
Festa; I non ardisco di levar pi gli occhi di Arcadelt il num. 45). Su questa fonte vd. I.
Fenlon J. Haar, The Italian madrigal in the early sixteenth century. Sources and interpretation, Cambridge, Cambridge University Press, 1988, pp. 149-153. Il brano di Arcadelt venne
ristampato nel 1541 in un libro di madrigali di Maistre Ihan nel quale, fatto significativo,
pubblicata anche una ballata del Decameron musicata dal fiorentino Corteccia (vd. oltre). Il
brano si legge in J. Arcadelt, Opera Omnia, edidit A. Seay, VII. Madrigali miscellanei, s.l.,
American Institute of Musicology, 1969, pp. 21-23.
5
Un grafico pubblicato in L. Bianconi, Il Cinquecento e il Seicento, in Letteratura
italiana, diretta da A. Asor Rosa, 6. Teatro, musica, tradizione dei classici, Torino, Einaudi,
1986, pp. 319-363: 330, mostra visivamente la notevole discrepanza fra la sessantina di brani
musicali su testi di Boccaccio e le diverse centinaia (per Petrarca anche pi del migliaio) su
63
testi di poeti di ben maggiore fortuna musicale: oltre a Petrarca, Ariosto, Tasso, Guarini,
Sannazaro, Cassola, Bembo ed altri ancora.
6
B. Pisano, Musica sopra le canzone del Petrarca, Fossombrone, Ottaviano Petrucci,
1520.
7
Dechamerone over Cento novelle de misser Johanni Boccaccio, Venezia, Bartholameo de
Zanni da Portese, 1510.
8
A. Bacchi della Lega, Serie delle edizioni delle opere di Giovanni Boccacci: latine,
volgari, tradotte e trasformate, Bologna, Romagnoli, 1875 (rist. anast.: Bologna, Forni, 1967),
64
Franco Piperno
65
pp. 34-46; M. Ferrari, Dal Boccaccio illustrato al Boccaccio censurato, in Boccaccio in Europe.
Proceedings of the Boccaccio Conference, Louvain, December 1975, edited by G. Tournoy,
Leuven, Leuven University Press, 1977, pp. 111-133.
9
Il Decamerone di m. Giovanni Boccaccio, [a cura di Nicol Dolfin (Delfino)], Venezia,
Gregorio de Gregori, 1516.
10
Cfr. nota 3.
11
Il Decamerone di messer Giovanni Boccaccio nuovamente stampato et ricorretto per
Antonio Brucioli, Venezia, Bartolomeo Zanetti da Brescia ad instantia di Giovanni Giolitto
da Trino, 1538.
12
Il Decamerone di messer Giovanni Boccaccio nuovamente stampato et corretto per
Lodovico Dolce, Venezia, ad instantia di Curzio Nav e fratelli, 1541.
13
Il Decamerone di messer Giovanni Boccaccio. Nuovamente corretto per messer Antonio
Bruccioli, Venezia, Gabriel Giolito di Ferrarii, 1542.
14
Cfr. nota 9.
66
Franco Piperno
15
Il Decamerone di m. Giovanni Boccaccio novamente corretto con tre novelle
aggiunte,Venezia, Aldo Romano e Andrea Asolano, 1522.
16
Il Decamerone di m. Giovanni Boccaccio novamente stampato et con somma diligentia
corretto, Venezia, Giovanniantonio et fratelli da Sabbio, 1526.
17
R. Alhaique Pettinelli, Vicende editoriali attorno a Le cento novelle da Messer
Brugiantino dette in ottava rima, in Scritture di scritture. Testi generi, modelli nel
Rinascimento, a cura di G. Mazzacurati e M. Plaisance, Roma, Bulzoni, 1987, pp. 307-324:
310, ora in Ead., Forme e percorsi dei romanzi di cavalleria da Boiardo a Brusantino, Roma,
Bulzoni, 2004, pp. 165-180: 168.
18
Il Decameron di messer Giovanni Boccacci cittadino fiorentino. Ricorretto in Roma, et
emendato secondo lordine del sacro Conc. di Trento, et riscontrato in Firenze con testi antichi
et alla sua vera lezione ridotto [], Firenze, Giunti, 1573.
19
Una sintesi delle questioni relative alle censure al Decameron si legge in C. Bologna,
Tradizione e fortuna dei classici italiani, I. Dalle origini al Tasso, Torino, Einaudi, 1993, pp.
377-380.
Fig. 1
67
68
Franco Piperno
Fig. 2
69
periodo della censura vada inteso come spia di una clandestina e mai cessata
fruizione del testo di Boccaccio: ufficialmente proibito, le ballate musicate
fra 1559 e 1573 ci dicono che esso continu nascostamente ad avere i suoi
affezionati lettori22.
La Tabella 1 fornisce anche indicazioni sui luoghi di provenienza e sullattivit degli intonatori di Boccaccio, vale a dire sulla geografia della sua
recezione musicale: appare emblematica la circostanza che i capifila siano
un francese attivo a Firenze, Jacob Arcadelt, e un fiorentino emigrato in
Francia, Francesco de Layolle, visto che Firenze e la Francia si disputarono
i natali di Boccaccio, Firenze ne fece con Dante e Petrarca il simbolo della
propria superiorit culturale e purezza linguistica e la Francia fu oltralpe la
nazione che pi lo ammir, tradusse e imit. Di pi: Layolle, musicista che
per motivi politici lasci Firenze attorno al 1520, negli anni in cui vi risiedette frequent le riunioni accademiche negli Orti Oricellari di Bernardo
Rucellai e fu sodale di Antonio Brucioli, uno degli editori del Decameron23.
Layolle dal 1521 visse a Lione, dove trov accoglienza presso la florida
colonia di banchieri e fuorusciti fiorentini l residenti e dove fu organista
in Notre Dame de Confort, la chiesa della nazione fiorentina. Nel 1540
comparvero a stampa due raccolte di musiche di Layolle e il 1540 sembra sia
anche lanno della sua morte; le due raccolte24, fra cui quella includente lintonazione di Vien dunque amor cagion dogni mio bene, vv. 3-9 della ballata
Qual donna canter, si non cantio (Dec. II)25, costituiscono la totalit delle
musiche rimasteci del Layolle, tutte risalenti al periodo lionese: per questo
Del resto nel 1566 e nel 1571 escono due ristampe delle Cento novelle di Francesco
Sansovino (1561) nelle quali sono ex novo inserite novelle del Decameron e le intere cornici
delle giornate quarta e quinta di questultimo con le rispettive ballate (Lagrimando dimostro
e Amor la vaga luce), due delle quattro che proprio nel 1570 Scotto sceglie per i propri
Madrigali a tre voci.
23
Su Layolle vd. la prefazione delleditore in F. de Layolle, Collected Secular Works
for 2, 3, 4 and 5 Voices, edited by F. A. DAccone, s.l., American Institute of Musicology,
1969 (Music of the Florentine Renaissance, III), in part. pp. xi-xii, e F. Dobbins, Music in
Renaissance Lyons, Oxford, Clarendon Press, 1992, pp. 176-177 e 254-257. Sui rapporti
di Layolle con i letterati degli Orti Oricellari vd. A. M. Cummings, The Maecenas and
the Madrigalist. Patrons, Patronage, and the Origins of the Italian Madrigal, Philadelphia,
American Philosophical Society, 2004, pp. 30-35 e passim.
24
Venticinque. Canzoni. A cinque voci di M. Franciesco De Layolle horganista fiorentino
[], Lyon, Jacques Moderne, 1540; Cinquanta. Canzoni. A quatro voci di M. Franciesco De
Layolle horganista fiorentino [], Lyon, Jacques Moderne, [1540 ca.].
25
Il brano incluso nel volume Venticinque. Canzoni sopra citato. Ed. mod. in de
Layolle, Collected Secular Works, pp. 19-21.
22
70
Franco Piperno
71
ZyZ. AB, AB; ByZ Arcadelt intona la sequenza ABABB) ed inoltre la versione offerta da Arcadelt reca alcune varianti e corruttele non attestate dalle
edizioni letterarie coeve:
Testo leggibile nella ventisettana
Lintonazione di Corteccia di Lagrimando dimostro (Dec. IV) pi fedele al testo offerto dalle vulgate29 e presenta la singolarit di accostare alla
ripresa (vv. 1-3) piedi e volta della quarta stanza (vv. 31-39). In ogni caso la
fiorentinit di questo avvio della fortuna madrigalistica del Boccaccio
lirico nel Cinquecento fa sospettare che essa rappresenti la punta di un iceberg: nella viva e quotidiana pratica del madrigale polifonico, di cui Firenze
fu con Roma il principale centro di sperimentazione e fruizione attorno al
1530 nel clima culturale segnato dalla figura di papa Clemente VII Medici,
lintonazione di ballate del Decameron potrebbe esser stata fenomeno pi
frequente di quanto non registrino le edizioni a stampa o le fonti manoscritte; anzi anticipando quanto si preciser pi avanti detto fenomeno
appare indizio del fatto che Boccaccio venga individuato dai musicisti come
auctoritas della forma ballata, scarsamente considerata da Petrarca, e le sue
scritture quali ideale palestra per i loro cimenti compositivi e formali con
questa testura. E il fatto che in cima alla lista compaiano fiorentini e non
romani suggerisce che detto fenomeno fu, per evidenti motivi di geografia
culturale, una specialit della prassi musicale della capitale medicea.
In cima allelenco della Tabella 1 compaiono anche un veneziano,
Girolamo Scotto, e un bolognese, Domenico Ferabosco. I madrigali di
Scotto sono caratterizzati da particolari finalit commerciali, causa prima
del loro frequente ricorso a testi di Boccaccio, su cui mi soffermer pi avanti. Ma subito va ricordato che Venezia citt del Bembo come Lione era
patria adottiva di molti transfughi fiorentini, anchessi in grado di sollecitare la definizione di una propria identit nazionale condizionando le scelte
testuali nelle pratiche polifoniche e nelle iniziative editoriali della citt lagunare. Ci causa della rilevante presenza di Petrarca nella cultura, nelledi Ma al v. 3 Amor sostituisce Signor delle edizioni letterarie e lultimo verso, che dovio
vada, el sentir minore, modifica loriginale chove chio vada, il sentir minore.
29
72
Franco Piperno
73
quale visivo decoro parietale: ne sono affrescate le pareti di una stanza della
rocca Orsini di Sorano36. Questo brano fu inoltre modello per non meno di
cinque altre intonazioni dello stesso testo, il quale, alla fine, con sette diverse
intonazioni da parte di altrettanti musicisti risulta il pi musicato fra i testi
decameroniani. Pienamente acquisito alla cultura petrarchistica corrente, il
suo incipit testuale e musicale divenne infine oggetto di citazioni e spunto
per nuovi versi da musicare (vd. Tab. 2). Si pu ben dire che una consistente
porzione della piccola fortuna musicale cinquecentesca del Boccaccio lirico
si debba proprio a Ferabosco.
Della restante parte della cronologia offerta dalla Tabella 1 sottolineo
brevemente pochi altri aspetti. La significativa recezione francese di
Boccaccio confermata dai brani di Henri Schaffen, nobile francese
(cos sul frontispizio delledizione dei suoi madrigali pi avanti citati) della
cui biografia nulla si sa (tracce della sua attivit musicale affiorano fra
Venezia e Treviso); Schaffen incluse due intonazioni di testi di Boccaccio
ne Li suoi madrigali a quatro voce a note negre, 1549 (Qual donna canter, se
non cantio, Dec. II, vv. 1-10; Amor, la vaga luce, Dec. V, vv. 1-12), e altrettante ne forn ad unaltra fortunata raccolta collettiva, Il Terzo Libro de diversi
autori [], li madrigali a quatro voce a notte negre, 1549 (Quant il mio mal
senza conforto sia, Dec. IV, vv. 31-39; Chi potrebbe stimar che le mie braccia,
Dec. VIII, 22-30)37. Nel proprio volume dautore opera desordio orgogliosamente descritta come opera nove et bellissima quanto alcuna altra
che sino a hora sia stata posta in luce38 Schaffen pubblica lintonazione
degli inizi di due ballate, mentre il volume collettivo ospita lintonazione
di due sezioni centrali o terminali di altre due ballate: questa circostanza
sembra suggerire che Schaffen inton pi Boccaccio di quanto le stampe ci
74
Franco Piperno
Ed. mod. in G. Fiesco, Il primo libro di madrigali a quattro voci (Venice, 1554), edited
by J. A. Owens, New York London, Garland Publishing, 1996, pp. 38-50.
40
Ed. mod. in F. Manara, Il primo libro di madrigali a quattro voci (Venice, 1555), edited
by J. A. Owens, New York London, Garland Publishing, 1994, pp. 23-31.
41
Nel Primo libro di Madrigali a quatro voci, Roma, Dorico. Ed. mod. in G. Pierluigi
da Palestrina, Opere complete, a cura di R. Casimiri, II, Roma, Istituto Italiano per la Storia
della Musica, 1939, pp 25-27.
42
In Canzoni e madrigali a sei voci, Venezia, Gardano.
43
Nel Primo libro di madrigali a quattro voci, Venezia, Gardano. Ed. mod. in Orlando di
Lasso, Smtliche Werke, VIII, herausgegeben von F. X. Haberl und A. Sandberger, Leipzig,
Breitkopf & Hrtel, 1898, pp. 31-33.
44
Nel Secondo libro delli madrigali a cinque voci, Roma, Dorico.
45
Sul petrarchismo letterario e musicale a Napoli e sulle intonazioni di Del Giovane
qualcosa si legge in F. Piperno, S alte, dolce e musical parole. Petrarca, il petrarchismo musicale e la committenza madrigalistica nel Cinquecento, in Petrarca in musica, Atti del Convegno
internazionale di studi, VII centenario della nascita di Francesco Petrarca, Arezzo, 18-20 marzo
2004, a cura di A. Chegai e C. Luzzi, Lucca, LIM, 2005, pp. 321-346.
39
75
46
Cfr. H. Leuchtmann, Orlando di Lasso, I. Sein Leben. Versuch einer Bestandsaufnahme
der biographischen Einzelheiten, Wiesbaden, Breitkopf & Hrtel, 1976, pp. 45-46 e 86-92, e
J. Haar, The Early Madrigals of Lassus, Revue belge de musicologie, XXXIX-XL, 19851986, pp. 17-32.
47
Oltre ai volumi di Scotto elencati nella Tabella 1, si conoscono altre sue raccolte (Terzo
libro de madrigali a due, Venezia, Scotto, 1562; Terzo libro delle Muse a tre, Venezia, Scotto,
1562) che solo apparentemente sono nuove rispetto ai volumi precedenti: in realt sono
ristampe parziali e con titolo mutato dei libri gi editi; e pertanto non sono stati inclusi nella
76
Franco Piperno
massiccio e pervasivo nella produzione di Scotto, scarsamente madrigalistico, nel senso che riduce i testi a mero supporto metrico allesercizio
compositivo, piuttosto che sceglierli in virt delle loro suggestioni letterarie
idonee ad una amplificazione musicale; e difatti i madrigali di Scotto sono
apprezzabili per i problemi compositivi che affrontano e risolvono e non
per la lettura e interpretazione musicale dei testi che intonano (non esenti,
spesso, da scorrettezze e corruttele). Ma importante e significativo che
Boccaccio venga affratellato a Petrarca in questo ruolo tutoriale e di accompagnamento del discente nellapprendimento del contrappunto vocale:
un modo efficace ed incisivo per radicarlo nella coscienza e nellesperienza
letteraria del discepolo musicale, futuro artista professionista o gentiluomo
dilettante che sia destinato a diventare, in unepoca in cui lapprendimento
e la pratica musicali sono, Castiglione docet, un ineludibile complemento per
la societ cortese ed urbana.
Gli anni 70 e successivi sanciscono lestinguersi della fortuna musicale
del Boccaccio lirico col ridursi la sua presenza al perdurante successo della
Giovinetta, reintonata da Castro (1569), Sessa (1571), Manenti (1574), Mosto
(1579) e Sweelinck (1612) con i quali essa approda sulle rive della Schelda e
del Mare del Nord, poi adattata allidillico mondo pastorale da alcune rielaborazioni praticate nelle corti di Mantova e Ferrara48. Ma non manca alla
fortuna musicale del Decameron un formidabile colpo di coda realizzato dal
prolificissimo musico imperiale Philippe de Monte, che nel 1599 d fuori
un impegnativo libro di madrigali a sette voci intitolato La Fiammetta49 ed
includente lintonazione in quattro parti di una selezione di versi di Niuna
sconsolata (Dec. III) liberamente rimescolati (vv. 13-18, 19-21 e 1-3, 40-45,
45-48 e 1-3) e disinvoltamente interpolati con versi di altra e non precisabile
provenienza. La serie dei quattro brani nel volume di Monte intitolata
Canzon della Fiammetta (in grassetto le interpolazioni e le aggiunte)50:
Tabella 1. Sulle edizioni didattiche a due voci si veda lampio studio di A. Bornstein, Twopart Italian Didactic Music. Printed Collections of the Renaissance and Baroque (1521-1744),
3 voll., Bologna, Ut Orpheus, 2004; descrizioni bibliografiche delle raccolte di duo didattici
sono accessibili dal sito http://www.gardane.info/bicinium/.
48
Per le fonti di questi brani vd. Appendice, Tabella 1. Del brano di Manenti una trascrizione offerta in Bonaventura, Il Boccaccio e la musica, pp. 435-442.
49
La Fiammetta canzone, insieme altre canzoni e madrigali a sette voci, Venezia, Gardano.
50
Ed. mod. in Italienische Musiker und das Kaiserhaus, 1567-1625. Dedikationsstucke und
Werke von Musikern im Dienste des Kaiserhauses. Madrigale von Filippo di Monte, Francesco
Portinaro, Andrea Gabrieli, Annibale Padoano, Matteo Flecha, Carlo Luython, Lamberto de Sayve,
Giacomo Regnart, Francesco Rovigo, Alessandro Orologio, Camillo Zanotti, Giovanni Priuli, bearbeitet von A. Einstein et al., Graz, Akademische Druck- u. Verlagsanstalt, 1934, pp. 67-75.
77
I parte
Gi fu chi mebbe cara, e volentieri
giovinetta mi prese
nelle sue braccia e dentro a suoi pensieri,
e de miei occhi s tutto saccese
che l tempo, che leggieri
sen vola, tutto in vagheggiarmi spese.
III parte
O caro amante, dal qual prima mosso
fu l misero mio core
a seguir il tuo amore,
mentre che tu il gradisti
e nei diletti tuoi meco tunisti
fui pi chaltra contenta;
deh!, pietoso di me ormai diventa
che per altrui te obliar non posso.
II parte
Et io, come cortese,
di me lo feci degno;
ma or ne son, dolente ohim, privata!
Niuna sconsolata
da dolersi ha quantio,
che nvan sospiro, lasso, innamorata.
IV parte
Amor deh!, fa chio senta
che quella fiamma spenta
non sia che per me tarse,
e cost su mimpetri la tornata.
Niuna sconsolata
da dolersi ha quantio,
che nvan sospiro, lasso, innamorata.
78
Franco Piperno
cardinale Aldobrandini in occasione della sua elevazione alla dignit cardinalizia; lomaggio de La Fiammetta segue la promozione dellAldobrandini
a legato di Ferrara e pertanto deve superare il precedente dono in termini
di prestigio e di raffinatezza. notevole che Boccaccio sia stato chiamato
a giocare un ruolo di primo piano in questo contributo alla costruzione
dellimmagine nobile e di illuminato protettore delle arti di un rampante
principe della Chiesa in difetto di natali illustri.
2. Veniamo, dunque, ai testi, alla loro maggiore o minore fortuna fra i
madrigalisti, alla loro trasmissione ed agli aspetti filologici e formali delle
loro intonazioni. La Tabella 3 elenca le ballate decameroniane scelte per
le intonazioni e i musicisti che le hanno musicate, con indicazione dei vari
brani risultanti dalla selezione dei versi o dalla segmentazione delle ballate.
Eventuali varianti rispetto alla lezione originale del testo di Boccaccio
sono frutto di collazione col testo offerto dalla pi autorevole fra le edizioni
cinquecentesche del Decameron, la giuntina del 1527.
Fra le ballate scelte dai madrigalisti ne mancano due: la ballata conclusiva della settima giornata (Deh lassa la mia vita) e la canzonetta Muoviti,
Amore, e vattene a Messere di Mico da Siena, intonata dal cantore Minuccio
dArezzo dun suono soave e pietoso nella settima novella della decima
giornata, unico episodio musicale presente nelle novelle del Decameron.
Ozioso sarebbe speculare sulle ragioni (metriche? lessicali? tematiche?) che
hanno determinato queste esclusioni.
Le nove ballate scelte forniscono testo per i sessantatr brani censiti nella
Tabella 3, ventitr dei quali sono del solo Girolamo Scotto; il quale lunico
intonatore di Io son s vaga della mia bellezza (Dec. I, vv. 1-13), di Amor sio
posso uscir da tuoi artigli (Dec. VI) e di Samor venisse senza gelosia (Dec. X). Se
ci ne fa indiscutibilmente il pi boccacciano fra i madrigalisti del tempo, le
sue scelte in particolare per lasprezza di certe parole-rima e la scarsa leggiadria dei soggetti dei due ultimi testi54 si confermano come neutri ancorch
classici sostegni testuali allesercizio musicale offerto dalle sue raccolte
Aldobrandini (1571-1621), Studi musicali, XVI, 1987, pp. 33-93; XVII, 1988, pp. 101-178,
e il pi recente suo Cardinal Pietro Aldobrandini in Villa: What Aesthetics Can Teach Us about
Musical Patronage in the Early Modern Period, in Fiori musicali. Liber amicorum Alexander
Silbiger, edited by C. Fontijn with S. Parisi, Sterling Heights (Michigan), Harmonie Park
Press, 2010, pp.61-80. Annibaldi non discute nel dettaglio il caso La Fiammetta.
54
Risultano aspre alla lettura e tanto pi allintonazione le rime in -igli della ballata VI;
inconsueta fra le scelte dei madrigalisti, almeno prima dellaffermarsi dellepica tassiana, la
gelosia femminile cui d voce la ballata X.
79
Z
Z.
A
B
c,
A
B
c;
C
Z
Qual donna canter, si non cantio musicata a tre voci da Girolamo Scotto (1541)
Qual donna canter, si non cantio,
che son contenta dogni mio desio?
Vien dunque, Amor, cagion dogni mio bene,
dogni speranz e dogni lieto effetto;
cantiamo insieme un poco,
non de lamare pene n de sospiri
ma sol del chiaro foco,
nel qual ardendo vivo in fest in gioco,
te adorando come mio signore54.
A
A.
B
C
d
e
d
D
F
Un succinto apparato di varianti della versione a due voci rispetto a quella a tre: 1 si]
se; 4 effetto] affetto; 6-7 = ed. 1527 (ripristina il v. 7 cassato nella versione a tre voci).
55
80
Franco Piperno
81
Z
Y
Z.
A
B,
A
B;
A
Y
Z
A
B
A.
C
d
E
C
f
G
Testo ripreso identico da: Jean de Castro, 1569; Sessa dAranda, 1571; Giovanni Pietro
Manenti, 1574; Giovanni Battista Mosto, 1579; Jan Pieterszoon Sweelinck, 1612.
Come nel caso precedente, nessuno dei musicisti qui sopra elencati si prese
la briga di sfogliare il Decameron, mentre ognuno di essi esplicit il proprio
debito nei confronti di Ferabosco citandone soggetti musicali e imitandone le
strategie compositive nelle proprie intonazioni del medesimo testo.
Anche la versione di Ferabosco una versione madrigalizzata di una
ballata; ma diversamente dal caso Qual donna canter la testura originaCfr. Piperno, Ricercare e variazioni su Io mi son giovinetta.
57
82
Franco Piperno
ria non risulta del tutto stravolta dalle modifiche effettuate dal musicista
bolognese: anzi, questa sua versione esplicita le strette relazioni strutturali
esistenti tra la testura della ballata trecentesca ed il nuovo madrigale libero,
questultimo spesso dotato di un terzetto iniziale con funzione gnomica
identica a quella della ripresa di ballata. Ferabosco riconosce la natura e la
funzione di ripresa della terzina iniziale di Io mi son giovinetta e le rimarca
con cesura cadenzale e segmentazione formale (doppia stanghetta di battuta) nella propria intonazione (es. 1).
Es. 1
58
Sui rapporti fra ballata (testura letteraria) e madrigale vd. A. Ziino, La ballata in musica dalla frottola al madrigale: campioni per una ricerca, in La letteratura, la rappresentazione,
la musica al tempo e nei luoghi di Giorgione, a cura di M. Muraro, Roma, Jouvence, 1987, pp.
259-272; M. Mangani M. Zackova Rossi, Ballata Form in the Early Madrigal, in Thorie
et analyse musicales, 1450-1650, Actes du Colloque international, Louvain-la-Neuve, 23-25
septembre 1999, publis sous la direction de A.-E. Ceulemans et B. J. Blackburn, Louvain-laNeuve, Dpartement dhistoire de lart e darchologie Collge rasme, 2001, pp. 149-193;
e F. Piperno, Ballate in musica, madrigali a ballata e gli ariosi di Antonio Barr: predilezioni
metriche e formali del madrigale a Roma a met Cinquecento, in Et facciam doli canti. Studi
in onore di Agostino Ziino in occasione del suo 65 compleanno, a cura di B. M. Antolini, T.
M. Gialdroni, A, Pugliese, Lucca, LIM, 2004, pp. 459-485.
83
nelle sue intonazioni di testi costituiti da ripresa e stanza esibisce una sistematica indifferenza per la testura di ballata, che egli madrigalizza o nei
modi descritti sopra a proposito di Qual donna canter, o musicandone un
gruppo di versi eccedente quello della strofa di ballata, dunque rendendola
formalmente irriconoscibile: a Io son s vaga della mia bellezza (Dec. I), Niuna
sconsolata (Dec. III) e Io mi son giovinetta (Dec. IX) egli aggiunge tre versi
della seconda stanza (in questultimo caso Scotto lunico a sottrarsi allinfluenza di Ferabosco), occultando cos la struttura formale della ballata.
del tutto chiaro che a Scotto non interessano gli aspetti formali dei testi che
sceglie, ma solo astratti problemi di tecnica polifonica e di contrappunto.
Ladozione della forma-ballata riscontrabile in diversi degli altri intonatori di Boccaccio, a cominciare da Arcadelt intonatore della ballata I non
ardisco di levar pi gli occhi, num. LXXV delle Rime: come in Ferabosco,
la ripresa distinta dalla stanza tramite cadenza e doppia stanghetta59. Il
francese Schaffen, che come Scotto intona Qual donna canter, presenta in
chiusa del v. 2 (desio) la prima forte cadenza della sua intonazione, rimarcando cos lo stacco fra ripresa e stanza (Es. 2) ed analogamente fa in Amor,
la vaga luce in fine del v. 3.
Es. 2
I ferraresi Manara e Fiesco, che intonano questo stesso testo, radicalizzano la cesura fra ripresa e stanza col distinguere nettamente, nelle proprie
intonazioni, una Prima parte da una Seconda parte (cio facendone due
brani distinti)60. Singolare, ma eloquente nel segnalare la sua percezione del
ruolo strutturale della ripresa, il comportamento del fiorentino Corteccia,
Vedi il brano nelled. cit. in nota 4.
Il brano di Fiesco si legge nelled. cit. in nota 39, quello di Manara nelled. cit. in nota 40.
59
60
84
Franco Piperno
Es. 3
Altrettanto diligentemente, il milanese Martorello (1547) intona di questa stessa ballata i vv. 1-12 dividendoli in Prima e Secunda pars rimarcando
cos la distinzione fra ripresa e stanza. Lunico a seguire le orme di Scotto
sembra esser stato il veneziano (un caso?) Nasco con Tanto amor il bene
(VIII, vv. 1-30, non intonata da Scotto: una sfida?), che egli divide in tre
85
86
Franco Piperno
Per questo cfr. Piperno, Ricercare e variazioni su Io mi son giovinetta, pp. 248-253.
64
Francesco de Layolle
Francesco Corteccia
Girolamo Scotto
Girolamo Scotto
Girolamo Scotto
Domenico Ferabosco
Domenico Ferabosco
Antonio Martorello
Tuttovale Menon
1540
1541
1541
1541
1542
1542
1542
1547
1548
Libro
65
Jacob Arcadelt
Musicista
1539
Anno
Primizie
Ferrara
Milano
Bologna
Bologna
Venezia
Venezia
Venezia
Firenze/Lione
Firenze
Firenze/Roma
Luogo di attivit
1
1
1
1
Num.651
Tabella 1. Cronologia delle edizioni madrigalistiche con intonazioni di testi di Boccaccio (solo prime
edizioni).
87
APPENDICE
Enrico Schaffen
Giulio Fiesco
Francesco Manara
Giovanni Pierluigi da
Palestrina
Giovanni Nasco
Paolo Animuccia
Scotto Girolamo
Orlando di Lasso
Paolo Clerico
Girolamo Scotto
1549
1554
1555
1555
1557
1558
1559
1560
1562
1564
1570
1569
Enrico Schaffen
1549
Li suoi madrigali a quatro voce a note
negre, Venezia, Scotto
in Il Terzo Libro de diversi autori [],
li madrigali a quatro voce a notte negre,
Venezia, Scotto
Primo libro di Madrigali a quatro voci,
Venezia, Gardane
Primo libro di Madrigali a quatro voci,
Venezia, Gardano
Primo libro di Madrigali a quatro voci,
Roma, Dorico
Canzoni e madrigali a sei voci, Venezia,
Gardano
in Secondo Libro delle Muse, a quattro
voci. Madrigali Ariosi, de diversi [],
Roma, Barr
Secondo libro delli madrigali a duoi voci,
Venezia, Scotto
Primo libro di madrigali a quattro voci,
Venezia, Gardano
Madrigali a cinque voci Libro primo,
Venezia, Scotto
Secondo libro delli madrigali a cinque
voci, Roma, Dorico
Primo libro di madrigali, canzoni e
motetti a tre voci, Anversa, Laet
Madrigali a tre voci, Venezia, Scotto
Venezia
Anversa
Napoli
Mantova
Monaco
Venezia
Roma-Urbino
Treviso-Vicenza
Roma
Ferrara
Ferrara
Francia
Francia
14
88
Franco Piperno
Giovanni Pietro
Manenti
Giovanni Ferretti
1574
Giovanni Battista
Califano
Orazio Griffi
Filippo de Monte
Jan Pieterszoon
Sweelinck
1584
1599
1612
1585
Giovanni Battista
Mosto
1579
1575
Sessa dAranda
1571
Primo libro de madrigali a quatro voci,
Venezia, Gardano
Madrigali a sei voci. Libro primo,
Venezia, Gardano
Secondo libro delle canzoni a sei voci,
Venezia, Scotto
in Corona de madrigali a sei voci di
diversi eccellentissimi musici, Venezia,
Scotto
Primo libro de madrigali a cinque voci,
Venezia, Vincenti-Amadino
in Felice Anerio, Madrigali a cinque
voci. Libro secondo, Roma, Gardano
La Fiammetta canzone, insieme altre
canzoni e madrigali a sette voci, Venezia,
Gardano
Rimes franoises et italiennes deux et
trois parties, Leiden, Raphelengius
Amsterdam
Roma
Vienna-Praga
Napoli
Venezia
Ancona
Firenze
Napoli
89
Musicista
Girolamo Parabosco
Anonimo
Giovanni de Piccoli
Luzzasco Luzzaschi
Claudio Monteverdi
Alfonso Fontanelli
Sigismondo DIndia
Girolamo Belli
Agostino Agresta
Accademico Bizzarro
Dionisio Bellante
Anno
1546
1583
1590
1601
1603
1604
1615
1617
1617
1621
1643
Libro
Verona
Napoli
Fano
Argenta
Torino
Mantova/
Ferrara
Ferrara
Ferrara
Venezia
Mantova
Napoli
Luogo di attivit
D
D
A
B
C
Testo
90
Franco Piperno
B
Damon, pastor gentil, con la sua Clori
stava appoggiato a unelce antiqua e ombrosa,
e di face amorosa
ardendo ivi, fra verderbette e fiori,
la cara amata nimpha riguardava
che dolcemente una canzon cantava
in voce pura e schietta:
Io mi son giovinetta, e volentieri
mallegro e canto in la stagion novella,
merc dAmor e de dolci pensieri
D
Io mi son giovinetta
e rido e canto a la stagion novella
cantava la mia dolce pastorella,
quando lali il cor mio
spieg come augellin subitamente,
tutto lieto e ridente,
cantava in sua favella:
Son giovinetto anchio
e rido e canto a pi beata e bella
primavera damore
che nei begli occhi tuoi fiorisce. Ed ella:
Fuggi, se saggio sei, disse, lardore;
fuggi, chin questi rai
primavera per te non sar mai.
Battista Guarini
A
Niuna sconsolata
da dolersi ha quantio,
chinvan sospiro, lassa!, innamorata.
Ben mi fu detta pien quantera ingrato
questi chin terra adoro;
ma fu s dolcil suo guardo gentile
che senzaver pensato
alle parole altrui,
ahi quanto sciocca fui!,
in preda me gli diedi ondio ne moro.
N per lo mio morir ei cangia stile,
n canger, se pria non si dissolve
lo spirto in aria e l cor in poca polve.
Girolamo Parabosco
C
Io mi son giovinetto, e volentieri
mallegro e cant en la stagion novella,
merc damor e di dolci pensieri.
Contento i me ne vo vago e legieri
a sollacciandin questa part e in quella,
merc damor e di dolci pensieri.
Allegro godo ognor tutti i piaceri
che goder possi alcun giovenamante,
merc damor e di dolci pensieri.
Felice son, e saranno ancor queli
a quali lice di goder quel bene
chil dolce amor ne porta gi da i cieli.
91
Girolamo Scotto
Girolamo Scotto
Enrico Schaffen
Girolamo Scotto
Giovanni Ferretti
Giovanni Battista
Califano
Francesco de
Layolle
1541
1541
1549
1570
1575
1584
1540
66
Come indicato in nota 3, per gli incipit delle parti di ballate intonate seguo la lezione della ventisettana.
Scotto Girolamo
1559
92
Franco Piperno
Girolamo Scotto
Giovanni Ferretti
Girolamo Scotto
Giovanni Ferretti
Girolamo Scotto
Giovanni Pierluigi
da Palestrina
Giovanni Pietro
Manenti
Filippo de Monte
1570
1575
1570
1575
1559
1555
1599
1574
Paolo Animuccia
1558
(aggiunti vv 13-15)
93
Filippo de Monte
Filippo de Monte
Francesco
Corteccia
Girolamo Scotto
Girolamo Scotto
Antonio
Martorello
Girolamo Scotto
1599
1599
1541
67
(v. 6 omesso)
1570
1541
1542
1547
Filippo de Monte
1599
94
Franco Piperno
Tuttovale Menon
1548
1570
1570
1564
1560
Girolamo Scotto
Enrico Schaffen
Girolamo Scotto
1570
1549
Girolamo Scotto
1570
95
Enrico Schaffen
Giulio Fiesco
Francesco Manara
Girolamo Scotto
Orazio Griffi
Giulio Fiesco
Francesco Manara
Giulio Fiesco
Girolamo Scotto
Giulio Fiesco
1549
1554
1555
1570
1585
1554
1555
1554
1570
1554
96
Franco Piperno
Girolamo Scotto
Girolamo Scotto
Jacob Arcadelt
Girolamo Scotto
Giovanni Nasco
Giovanni Nasco
Domenico
Ferabosco
1570
1559
1539
1559
1557
1557
1542
97
Giovanni Nasco
Paolo Clerico
Domenico
Ferabosco
Girolamo Scotto
Jean de Castro
Sessa dAranda
Giovanni Pietro
Manenti
Giovanni Battista
Mosto
Jan Pieterszoon
Sweelinck
1557
1562
1542
1569
1571
1574
1612
1579
1559
Enrico Schaffen
1549
Terza stanza, a 6
98
Franco Piperno
Girolamo Scotto
Girolamo Scotto
Girolamo Scotto
1570
1570
1570
99