Professional Documents
Culture Documents
1
ALESSANDRO PRATESI
1.1
Se le motivazioni proprie di settori diversi della paleografia sono in grado di ricostruire il clima culturale in
cui nata la nuova scrittura e far intendere lhumus da cui germogliata, non possono nondimeno
spiegarne la fenomenologia.
La manualistica evita sistematicamente di dare una definizione di un canone stabilito della scrittura
minuscola carolina, a cui rapportare i caratteri comunemente definiti primitivi, protocarolini, etc.
abbastanza ovvio che nella fase di formazione di una scrittura non siano presenti tutte e soltanto le
caratteristiche della stessa scrittura canonizzata; ma il fenomeno diventa sconcertante se il carattere
comune di questa fase non va oltre un generico riferimento alla minuscola, mentre sono variamente
presenti forme derivate delle pi diverse manifestazioni del particolarismo grafico.
Si suole citare come il pi antico esempio di manoscritto contenente scrittura minuscola carolina
lEvangelario di Godescalco, scritto nella scuola palatina tra il 781 e il 783: ma vi troviamo una b con lasta
sinuosa, una l in due tempi con la base ad uncino, una n maiuscola, una t con il tratto superiore spostato a
sinistra e ripiegato per il basso in senso destrorso, tutti elementi che non soltanto non fanno parte del
canone della carolina, ma differiscono da quelli di numerosissimi altri codici, sempre dellarea carolina.
Non pensabile che varianti, e talmente numerose, siano gi nel modello.
Ora sembra a me che tra lultimo venticinquennio del secolo VIII e la prima met del IX si moltiplichino gli
esempi di scrittura minuscola calligrafica eseguita staccando le singole parole, rispettando i rapporti
modulari tra i vari segni, studiando un tracciato elegante e rotondo che ripete nelle forme, per buona parte,
le strutture della minuscola antica, ma non con la piena consapevolezza di attuare un modello normale:
sicch facilmente si riprendono strutture morfologiche di taluni segni elaboratesi nel filone corsivo o si
riproducono stilizzazioni precaroline.
Se il cammino verso il conseguimento del canone della carolina non pu ricostruirsi nella sua globalit ma
come ammonisce Bischoff- soltanto per poche scuole, la circostanza da tener presente non tanto che le
scuole che consentono di seguire tale processo siano poche, quanto che siano pi di una , sicch non si pu
parlare di una scrittura in evoluzione ma di un sistema grafico che alla ricerca del suo modo unitario di
essere, in maniera certamente meno vistosa ma non totalmente diversa da quanto accaduto per il
particolarismo grafico.
Se trascuriamo la pluralit, se insistiamo a volere vedere un carattere unitario nelle manifestazioni del
cosiddetto periodo di formazione, non potremo mai spiegarci la diversit degli elementi extracarolini che
entrano negli esempi di questa prima fase (anche in uno stesso centro scrittorio), n la persistenza di certe
tipizzazioni precaroline.
Possiamo ammettere che il sistema della nuova minuscola scaturisce, secondo le indicazioni di Petrucci, da
una sintesi tra limitazione di modelli antichi e quanto di quellantico modus scribendi era rimasto ancora in
vita nel filone dellinsegnamento elementare. Possiamo forse anche azzardare lipotesi che la scelta delle
forme rotonde della minuscola risponde ad un gusto molto diffuso anche in ambiti culturali diversi, un
gusto che doveva aversi anche nellImpero bizantino, specchio e antagonista del carolingio.
La minuscola carolina canonizzata verr solo alla vigilia dellascesa al trono di Ludovico II o addirittura
durante il suo impero: ma la canonizzazione non pu essere il frutto di una poligenesi; sar
necessariamente il risultato dellelaborazione di una scuola determinata, anche se allo stato attuale delle
conoscenze non sappiamo dire quale.