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1. Introduzione
Come hanno evidenziato le ricerche ultratrentennali dellAntropologia teatrale, esiste una differenza tra controllo e organizzazione delle azioni effettuate nella vita quotidiana, e controllo e organizzazione delle azioni in una situazione di rappresentazione organizzata, 1 ovvero in una
situazione in cui un attore entra in una relazione teatrale con almeno uno
spettatore. Questa differenza dovuta a un fatto apparentemente abbastanza semplice: se nella vita quotidiana le azioni che vengono eseguite
sono finalizzate al raggiungimento dellobiettivo dellazione, sulla scena
lattore deve sia soddisfare lobiettivo dellazione che, con la stessa azione,
stimolare, attrarre, sorprendere e guidare lattenzione dello spettatore.
Questa particolare complessit rende necessario per lattore un certo tipo
di allenamento che pu presentarsi in forme diverse a seconda della tradizione teatrale di appartenenza del performer. Gran parte dellallenamento (o training, come spesso viene chiamato) si concentra proprio sullo
sviluppo di una consapevolezza e di un controllo dellazione pi accurati
rispetto a quelli comunemente impiegati durante lagire quotidiano.
Lattore studia nel dettaglio il proprio atto motorio, per via pragmatica e
tramite una serie di esercizi basati su vincoli e contraintes che dilatano
i meccanismi di controllo dellagire quotidiano. 2
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3 M.H. Fischer, R.A. Zwaan, Embodied language: a review of the role of the motor
system in language comprehension, in Quarterly Journal of Experimental Psychology, n.
61, 2008, pp. 825-850; F. Pulvermuller, The neuroscience of language, Cambridge,
Cambridge Univ. Press, 2002; V. Gallese, G. Lakoff, The Brains concepts: the role of the
Sensory-motor system in conceptual knowledge, in Cognitive Neuropsychology, n. 22,
2005, p. 455-479; V. Gallese, Mirror neurons and the social nature of language: the neural
exploitation hypothesis, in Social Neuroscience, n. 3, 2008, pp. 317-333.
4 O. Hauk, I. Johnsrude, F. Pulvermuller, Somatotopic representation of action words
in human motor and premotor cortex, in Neuron, n. 41, 2004, pp. 301-307; M. Tettamanti,
G. Buccino, M.C. Saccuman, V. Gallese, M. Danna, P. Scifo, F. Fazio, G. Rizzolatti, S.F.
Cappa, D. Perani, Listening to action-related sentences activates fronto-parietal motor circuits, in Journal of Cognitive Neuroscience, n. 17, 2005, pp. 273-281; L. Aziz-Zadeh,
S.M. Wilson, G. Rizzolatti, M. Iacoboni, Congruent embodied representations for visually
presented actions and linguistic phrases describing actions, in Current Biology, n. 16, 2006,
pp. 1818-1823; V. Boulenger, O. Hauk, F. Pulvermuller, Grasping ideas with the motor
system: semantic somatotopy in idiom comprehension, in Cerebral Cortex, n. 19, 2009, pp.
1905-1914; G. Buccino, L. Riggio, G. Melli, F. Binkofski, V. Gallese, G. Rizzolatti, Listening
to action-related sentences modulates the activity of the motor system: a combined TMS and
behavioral study, in Cognitive Brain Research, n. 24, 2005, pp. 355-363.
5 G. Buccino, L. Riggio, G. Melli, F. Binkofski, V. Gallese, G. Rizzolatti, Listening to
action-related sentences modulates the activity of the motor system cit.
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2. Materiali e metodi
I soggetti. Ventinove soggetti hanno partecipato allesperimento.
Tredici attori e sedici soggetti di controllo. Tutti e ventinove i soggetti
hanno partecipato a due task che chiameremo Esperimento 1 ed Esperimento 2. I partecipanti erano madrelingua italiani e destrimani. Nessuno
stato informato dellobiettivo dellesperimento. Gli attori sono stati selezionati sulla base del tipo e della costanza del loro training e dellesperienza teatrale. 8 Let dei soggetti e il tempo di esperienza teatrale (nel caso
degli attori) sono riassunti nelle tabelle 1 e 2.
Tabella 1: attori
Attore
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
MEDIA
Et
56
52
38
36
47
49
39
38
53
49
56
51
56
47,6
Sesso
F
F
M
M
M
F
F
M
F
M
F
M
M
Scolarit
D
L
D
D
L
D
D
D
L
D
D
D
D
Anni di teatro
26
30
10
12
26
28
20
23
31
27
32
32
34
25,4
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Tabella 2: controlli
Controllo
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
MEDIA
Et
52
54
50
43
35
53
36
57
48
45
40
56
49
35
60
38
47,5
Sesso
F
M
M
M
F
F
F
M
F
F
F
M
M
F
M
F
Scolarit
D
D
Ph.D
Ph.D
Ph.D
D
L
D
D
D
Ph.D
D
D
L
L
L
Anni di teatro
//
//
//
//
//
//
//
//
//
//
//
//
//
//
//
//
3. Test comportamentali
Esperimento 1 (task semantico). I partecipanti allesperimento sedevano a una distanza di circa 50 cm da un touchscreen (MicroTouch, sampling rate 200 Hz) di 17 pollici. Un software non commerciale, CORTEX
(http://www.cortex.salk.edu) stato utilizzato per controllare la presentazione degli stimoli visivi e per registrare le risposte dei soggetti. La frequenza temporale degli stimoli era sincronizzata con quella del monitor.
I partecipanti rispondevano a due serie di 240 prove (trials) per un totale
di 480 prove. Ogni trial iniziava con la presentazione, al centro dello
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schermo, di un cerchio rosso (diametro di 2,8 cm) che i partecipanti dovevano toccare con il dito della mano destra; dopo un periodo variabile tra
i 400 e i 700 ms, sopra il cerchio compariva il verbo e i partecipanti dovevano leggerlo. Se il verbo era un verbo di movimento ovvero un verbo
di mano o di piede (go), i partecipanti dovevano raggiungere entro un
tempo massimo di 600 ms un altro cerchio rosso che appariva alla loro
destra a una distanza di 15 centimetri dal centro dello schermo. Se, invece, il verbo era astratto (no-go), allapparizione del cerchio rosso a destra,
i partecipanti dovevano rimanere fermi sul cerchio rosso centrale. Il meccanismo riassunto nella fig. 1. Se il soggetto eseguiva correttamente il
compito, un segnale sonoro lo informava che il trial era andato a buon
fine. A questo punto il soggetto poteva staccare il dito dallo schermo e
ricominciare con un nuovo trial.
Il tempo di presentazione del target laterale poteva avvenire a 53.2 ms
oppure a 332.5 ms dalla presentazione del verbo. Questo tempo di presentazione dello stimolo viene chiamato SOA (stimulus onset asynchrony).
Il verbo rimaneva visibile fino alla fine del trial. Tutti i verbi erano di colore rosso e venivano presentati su uno sfondo nero. Ogni verbo veniva presentato otto volte per ciascuno dei due tempi del SOA. La presentazione
dei verbi era randomizzata e gli errori venivano ripresentati ai partecipanti fino alla corretta esecuzione dellintero blocco di trial.
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6. Conclusione
Allo stato attuale della ricerca, i risultati suggeriscono che non ci sono
differenze nelle capacit di elaborazione linguistica, ma che il controllo
volontario dellazione pi efficiente negli attori rispetto ai non attori.
Questo potrebbe indicare che il training aumenti nellattore la capacit di
concentrarsi su un compito e/o di eseguirlo pi rapidamente e pi precisamente. In futuro sarebbe auspicabile proseguire questo filone di ricerche focalizzandosi di volta in volta su una certa funzione esecutiva per
comprendere quali tra le varie si modifica. In conclusione ci sentiamo di
sottolineare che, nel panorama degli studi interdisciplinari tra teatro e
neuroscienze, questa la prima volta in cui si cercato di dimostrare come
il training teatrale modifichi la neurobiologia dellazione. Le indicazioni
ottenute da questa ricerca, ancorch parziali, possono quindi diventare
delle preziose indicazioni per le ricerche future.